La crisi economica. Intervista a Mario Baldassarri

Radicale abbiamo ancora una volta qui con noi il professor Mario Baldassari Presidente della Commissione Finanze qui a Palazzo Madama esponenti di Futuro e Libertà ma socialmente economista professore Baldassarre secondo l'OCSE l'Italia rischia seriamente una ricaduta nella recessione quelle somme
Ma guardi qui non è il problema dell'Italia
Viene da lontano e avesse da lontano questa ipotesi e cioè il problema è che mentre si pensava fino a un anno e mezzo fa
Che la crisi economica avesse poi un rimbalzo e quindi che
Nell'economia mondiale ci fosse un andamento cosiddetto al fu
E si è capito che invece quei segni di ripresa ex poggiano sugli squilibri reali che non sono stati corretti
E quindi sono segni di ripresa che accumulano sempre più elementi di crisi
Tant'è che il perdono economia americana nonostante tutto riesce ad essere la prima al mondo e quindi Traina anche il resto del mondo
A parte la Cina che fa il suo traino come nuovo entrato nei nei colossi dell'economia mondiale per fortuna direbbero emergono sia assolutamente per fortuna ma con la stupidità di aver concesso la Cina il vantaggio del re Bindi
Deciso politicamente e non liberamente scambiato sui mercati ma questo è altro discorso il per l'economia americana per l'economia americana ormai è chiaro che si va verso un ciclo cosiddetto radice quadrata cioè c'è stata la crisi che è scesa
Poi c'è stata una piccola ripresa e poi si profila un andamento molto piatto
Di conseguenza questo si scarica sull'Europa e di conseguenza questo si scarica sull'Italia
Quindi il per l'Italia c'è una conseguenza diciamo così della non uscita della crisi da parte dell'economia americana e poi ci sono ovviamente responsabilità italiane
Il famoso un terzo dell'economia e la possibile a ricrescere che dipende da noi sì vedo che lei ricorda bene quanto sostenuto in questi anni e cioè che due Paesi se due terzi dell'andamento economico italiano dipende dall'estero dall'Europa dal mondo
E un terzo però dipende dalle decisioni di politica economica nazionale e qui sta il nodo cioè c'è chi pensa che siccome noi possiamo determinare solo un terzo
Della nostra economia e allora non facciamo nulla perché tanto tutto il resto due terzi è determinato da fuori io all'opposto credo che proprio perché possiamo determinare solo un terzo aumenti alla responsabilità della politica economica di sfruttare al massimo
Questo terzo di responsabilità per cercare di sostenere
Nell'ambito di un obiettivo sacrosanto di equilibrio finanziario ma di sostenere la crescita l'ha ripreso l'occupazione
Facendo le riforme strutturali che sappiamo tutti da quindici anni sono annunciate ma che nei fatti non sono state mai realizzate tanto che
Rispetto a quindici anni fa all'inizio che la Seconda Repubblica
La spesa pubblica è più alta le tasse sono più alte
Nel frattempo il debito è stato tenuto un po'sotto controllo ma l'andamento del debito è sempre più preoccupante perché intermedi rapporto debito PIL siamo sempre
Attorno al centoventi per cento il doppio di quello che dovrebbe essere secondo i trattati europei cioè il sessanta per cento
Quel debito sullo sfondo si profila
Un patto nuovo di stabilità europea
Che francamente lascia
Attoniti perché se il Patto Nuovo europeo si concentra soltanto sulla riduzione del debito pubblico senza avere la gamba della strategia di crescita in Europa
E allora i numeri sono presto fatti secco quel patto dice che dobbiamo ridurre del tre per cento all'anno per vent'anni
Di seguito
Il rapporto debito PIL per passare da centoventi a sessanta per cento vuol dire una ipotesi a mio parere assurda
Impraticabile di una manovra di quarantacinque miliardi di euro all'anno per vent'anni di taglio del debito pubblico ora senza la gamba della crescita questa diventa pura
Deriva manzoniana da questo punto di vista quindi il tema di fondo è
L'Europa cosa vuol fare da grande
Vuole rimanere un'accozzaglia burocratica autoreferente o come io penso deve diventare un'entità politica li Stati Uniti d'Europa
Al più presto possibile
Per affiancare alla linea della moneta unica alla linea dell'equilibrio finanziario la linea strategica della crescita
Dello sviluppo soprattutto per coinvolgere le nuove generazioni
Ecco queste problematiche in Italia basta moltiplicare le per due rispetto all'Europa perché perché i ritardi strutturali italiani sono
Più forti rispetto Sturzio ma lei è convergente con la posizione di Emma Bonino recentemente espresso in un articolo una federazione ma che non alterazione leggera ma ci vuole
Assolutamente sì o meglio poiché questa cosa degli Stati Uniti ed Europa lo proposta in un volume scritto sette anni fa propose per prima per Spinelli radicali è scesa esattamente quindi non c'è un problema di paternità però capire per no però per ragioni storiche e io l'ho scritto in un libro sette anni fa quando dicevo attenzione l'economia mondiale sta andando verso una crisi globale quindi qualche economista la crisi l'aveva prevista e l'ha messo per iscritto come il sottoscritto professor Rubini
In quella esatto in quel in quel momento in quel momento
Era chiaro che al centro del nuovo equilibrio mondiale della globalizzazione non può che esserci gli Stati Uniti d'Europa
Ovvero o ci sono gli Stati Uniti Europa o l'Europa non c'è nel nuovo equilibrio mondiale della globalizzazione tutti dicono che questa è un'utopia mi rendo conto rispetto all'andamento quotidiano
Dei singoli Galli e Galletti all'interno del cortile europeo e uno dice che è un'utopia io sostengo che è un'utopia assolutamente urgente da cominciare a fare lunedì mattina ringraziamo come sempre professor Mario Baldassarri