La guerra in Ucraina e il conflitto in Medio Oriente stanno rimescolando le carte dell'ordine mondiale.
La Russia non è crollata, è anzi cresciuta economicamente; non è stata isolata, ma ha reso più influenti i BRICS.
Gli Stati Uniti si sono rafforzati con una politica protezionista, mentre i Paesi europei hanno subito le conseguenze dell'aumento del costo dell'energia e delle materie prime.
Ma è l'Unione Europea la vera perdente: la maggioranza dei cittadini rifiuta la guerra, sostiene partiti sovranisti … che tutelano gli interessi nazionali e manifesta ostilità contro governi diventati il braccio esecutivo della NATO.
Nel frattempo, il genocidio in corso a Gaza getta un'ombra di disonore sul ceto politico europeo, intento a realizzare un progetto di pace mondiale che si è tradotto in dipendenza da un impero in declino.
Adottando un punto di vista critico e provocatorio, Piero Bevilacqua delinea un quadro della «guerra mondiale a pezzi», che è anche e soprattutto una «guerra capitalista».
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