25 SET 2025
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Postsovietika. Intervista ad Anna Zafesova

RUBRICA | di Ada Pagliarulo - RADIO - 07:40 Durata: 5 min 20 sec
A cura di Guido Mesiti
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Moldova al voto domenica 28 settembre.

Sulle elezioni parlamentari incombe il rischio di una guerra ibrida concepita in Russia.

Non infiltrazioni militari dirette, ma ingerenze dirette e indirette sul processo elettorale, come è accaduto in occasione del referendum sull'adesione all'Ue e delle presidenziali, nel 2024.

Gli strumenti cui ha fatto e fa ricorso la Russia: corruzione degli elettori con distribuzione di denaro; creazione di reti di disinformazione e propaganda che mettono in guardia dai pericoli connessi all'influenza dell'Unione europea sui valori tradizionali (la minaccia Lgbt, le
multinazionali europee all'assalto della Moldova); ingerenza nel processo elettorale attraverso improbabili 'osservatori' che si ritrovano sistematicamente in territori contesi o conquistati dalla Russia come è accaduto in Abkhazia, Donbass, Crimea.

Se questi 'osservatori' contesteranno i risultati elettorali, la Russia potrebbe puntare su disordini di piazza per destabilizzare il Paese.

Mosca sa che uno scontro militare diretto con l'Ue è da evitare, dunque punta sulla guerra ibrida o utilizza i droni per conseguire i propri obiettivi.

Con la guerra ibrida destabilizza i Paesi e li costringe ad occuparsi dei problemi interni.

Con i droni nel Nord Europa spinge Paesi come la Danimarca o la Svezia a rafforzare la difesa interna, diminuendo l'impegno a sostegno dell'Ucraina.

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