La nota antiproibizionista

Cocaina crack che Tamina e psicofarmaci la fotografia dei consumi di sostanze in Italia racconta una realtà ben diversa da quella che spesso anima il dibattito politico e mediatico
Non siamo più di fronte a un fenomeno marginale né a un problema che riguarda soltanto alcune fasce sociali
I dati indicano un aumento significativo per esempio tra i più giovani con una crescita particolarmente rapida tra le ragazze e mentre il quadro si complica le risposte della politica restano sostanzialmente immutate
Norme repressive retorica moralistica investimenti insufficienti per la prevenzione e la riduzione dei rischi e dei danni
L'evoluzione delle sostanze riflette trasformazioni culturali e sociali profonde e la diffusione della cocaina in particolare nelle sue forme più economica aggressive come il crack si lega alle disuguaglianze sociali e alla precarietà
L'uso non medico di psicofarmaci tra adolescenti e giovani adulti segnala un crescente disagio che fatica a trovare risposte la ketamina Inter certe contesti ricreativi con effetti non trascurabili sulla salute psicofisica
Insomma sono segnali che raccontano un Paese in difficoltà dove il consumo di sostanze è spesso un sintomo più che una causa
I premi isterismo tuttavia continua a essere la lente principale con cui guardiamo al fenomeno una lente che distorce perché criminalizza i consumatori senza intaccare l'Offerta
Le droghe non sono mai state così facilmente reperibili e a costi accessibili segno che la guerra condotta da decenni è stata persa e a farne le spese non sono i grandi trafficanti ma i ragazzi fermati per piccole quantità
Le persone marginalizzate che vive magari vivono in strada gli utenti dei servizi che incontrano più stigma che sosteniamo altri Paesi hanno intrapreso strade diverse l'Italia invece resta bloccata in un paradigma che non funziona
Le conseguenze sono evidenti
I servizi pubblici per le dipendenze serve lavorano con risorse limitate e c'è anche chi alimenta un'artificiosa contrapposizione con le organizzazioni del privato sociale
La riduzione del danno è inserita nei Livelli essenziali di assistenza i LEA ma non è adeguatamente sostenuta ed è diffusa a macchia di leopardo le campagne di prevenzione usano un lessico lontano dalla lingua delle nuove generazioni
Proprio i giovani che a parole stanno a cuore al governo non hanno bisogno di slogan ma di informazioni affidabili di contesti sicuri gli spazi di ascolto riconoscere questa domanda significherebbe cambiare prospettiva
Non negare l'esistenza dei consumi ma ridurne i rischi e possibili danni
Contrariamente a quanto sostiene una certa propaganda la prospettiva antiproibizionista non vuol dire banalizzare le sostanze ne ignorano i pericoli al contrario significa trattare il fenomeno per ciò che riconoscere che le persone consumano sostanze per ragioni diverse in contesti diversi una realtà molteplice complessa nei suoi vari aspetti sociali
Sanitari culturali degli stili di vita che non può essere gestita con il Codice Penale l'antiproibizionismo vuol dire ragionare su forme di regolamentazione differenziata che sottraggano spazio ai mercati criminali che offrono strumenti di tutela della salute pubblica
Significa investire in prevenzione informazione scientifica in servizi capaci di intercettare il disagio prima che diventi emergenza
La politica da qui deve partire
Di fronte a consumi che cambiano rapidamente
Perseverare con politiche pensate quaranta cinquanta sessanta anni fa non è solo inefficace e controproducente ma rischioso il nemico non sono le droghe
Il nemico è una politica miope vecchia irresponsabile che si ostina a vietare a reprimere a criminalizzare a punire l'alternativa esistenti ed è ragionevole e praticabile sostenuta dalle evidenze continuare ignorava per timore di aprire un dibattito maturo significa condannare il Paese a ripetere gli stessi errori
Non è questione ideologia ma di pragmatismo
L'obiettivo deve essere la salute delle persone consumatori hanno e della società nel suo complesso parlare di droghe senza timori
Senza moralismi senza tabù è il primo passo per costruire politiche eque efficaci sostenibili e all'altezza della realtà che viviamo