"Il diritto internazionale, l'Onu, gli aiuti umanitari, i radicali" servizio realizzato con materiale d'archivio

Ancora un ulteriore momento di informazione di rifrazione realizzato con documenti d'archivio questa volta abbiamo scelto due registrazioni dalla febbraio novantaquattro e dell'aprile novantotto
Aventi per tema quanto da tempo i radicali sostengono in ogni sede sull'affermazione di un diritto internazionale sulla riforma dell'ONU e sulle politiche per gli aiuti umanitari
Riesco chiamo innanzi tutto quanto Emma Bonino dice avalla Cavanella nove febbraio novantaquattro
Nel momento in cui si discuteva sull'atteggiamento della comunità internazionale di fronte ai crimini dal dittatore serbo Milosevic
Mi pare che il dramma della ex Jugoslavia fare precipita verso l'epilogo
Ma è la storia di una tragedia annunciato
è la storia di una tragedia annunciata perfino nei dettagli chi vogliamo
Sono le karateka dei crimini a porte superato perfino alla nostra o la vostra immaginazione ma tutta l'escalation era ampiamente annunciata e perfino tempistica
Siamo arrivati al grottesco belle
Decapitata il fuoco
Delle firme a Ginevra piuttosto che in qualche altra capitale
Siamo arrivati anche al grottesco avvenuto veder cadere allo stesso tavolo apporto con la spetta reverenza protocollare
Milosevic è intervengo ricchi
Come per l'appunto massacratori e massacrati nel mille novecento novantuno e novantadue
Avessero rispetto alla da parte della comunità internazionale la testa riverente
E da una tregua all'altra da un cessate il fuoco all'altro tutto quello che abbiamo consentito
Era che la tregua veniva firmata esattamente per essere violata o alcune ore dopo per conquistare altro territorio io e la prossima tregua sarebbe stata quella che avrebbe ratificato la conquista le nuove conquiste territoriali di carati
Milosevic e adesso anche del governo nazionalista pro
Perché credo
Che in politica anche in politica internazionale
Il primo problema è scegliere decidere da che parte si sta
Non è vero che trattasi di una guerra civile trattati trattavasi di una guerra civile di cui non si capivano beni con nota
Poi è vero che questi slavi francamente insomma nascono cosicché si massacrano tra di loro
E quindi non si capiva bene chi era responsabile e chi no chi aggrediva Ichino via non è vero niente
Tutte queste sono state le bugie che vi siete detti che avete detto per giustificare semplicemente il non intervento la nonna presa di posizione il no chi era
L'epilogo verso il quale
Stanno andando
Quello dei massacri al mercato quello dei tre morti italiani
Che commuovono certo per una notte per qualche ora
Non più di tanto questo epilogo non è quello sperato e invocato io credo dalle coscienze libere del mondo
E cioè quello di una parte con giustizia
Pietà per riconoscere reintegrare i diritti calpestati e punire responsabile del dei crimini commessi
A me pare che quello che si profila ed incombe è semplicemente dopo questa estenuante gioco di compromessi da una parte il ricorso ad una sempre più esplicita pressione sulla aggredito
Appunto sui cioè la bonomia perché cessi la resistenza
Si pieghi alla PAC europea e ti pieghi alle umilianti condizioni che le vengono imposte dalla spartizione etnica all'abbandono di patto di Sarajevo
Dall'altra il ricorso comunque ormai tardivo all'intervento armato delle forze NATO affidato al Consiglio di sicurezza o a chi per esso
Cantano spagnoli nessuno credo debba peccare di megalomania basterebbe che ognuno di noi fattezze esattamente al cento per cento compie il compito di cui ha le responsabilità
Però vidi contenta
Al di là delle posizioni di ognuno che interventista militarmente Ichino Micheli contenta però la domanda come
Ma la NATO a che cosa serve
Se non in casi come questi
Perché la più la teniamo per difendersi da San Marino
Non capisco qual è l'avversario rispetto al quale lo riterremmo adeguato
Il Lussemburgo
Ma se non è la NATO deve intervenire
Oggi la NATO è sicuramente la struttura militare
Più adeguato più apprezzate
Per compiti appare per mestiere e se non è la NATO
Se non è ammesso quando
E se non serve
Se in queste situazioni il massimo che mi sembra stia facendo sono esercitazioni in Spagna
O nei pressi di Gibilterra
Ma perché non siamo in grado
Ecco c'è una domanda che rimane
E davvero avanti possiamo ancora pensare e parlare di difesa nazionale
Ma l'Italia così come altri dodici Paesi della Comunità europea da chi dovrebbero difendere
O non è poi arrivato il momento anche era di parlare di sicurezza collettiva
E allora le porte agli interventi di peacekeeping sono quelle
La prefigurazione della sicurezza collettiva diceva qualcuno non basta non occuparsi della guerra finisce che la guerra si occupa di te
E allora parte quello che è in alto inadeguato ormai perché l'avversario non è più quello e l'esercito nazionale
Forse oggi il problema non è quello della difesa nazionale ma della difesa collettiva e della sicurezza collettiva
Eppure in rapporto a quanto detto invece che su mille dollari che lo Stato italiano ma in buonissima compagnia degli Stati ricchi spende per la sua di per la nazionale mille dollari su mille dollari un dollaro uno va a finanziare le azioni di Pitti
Bene
Credo che comunque
Questo dimensione dei nuovi rapporti internazionali
Dopo la caduta del muro sia stata da molti fotografati
Non ci vuole molto ma credo che nessuno ne abbia tratto le conseguenze necessarie a livello di iniziativa politica e di nuovo ha riaperto dell'ordine internazionale
Non dell'ordine americano
O di il resto fittizi vuole ma dell'ordine basato sul diritto e sulla giustizia
E proprio perché noi partito radicale transnazionale e su questo ci muoviamo
Questo vorremmo su questo ci siamo impegnati e chi impegna ovvero alla costruzione di un ordine internazionale basato sulla legge sul diritto e quindi quali sono gli strumenti perché queste leggi possano essere fatte rispettare
Per questo siamo stati fin dall'inizio non solo promotori da un certo punto di vista ma sostenitori fino in fondo dell'istituzione di questo tribunale ad hoc per i crimini nella ex Jugoslavia
Sento come primo pacco di quello che vorremmo anche quello su cui siamo impegnati ad ottenere in tempi rapidissimi e cioè l'istituzione del prêt alle permanente anche lì l'International no Romiti da vent'anni discute l'ipotesi del tribunale internazionale permanente dalla applicazione della convenzione sul genocidio per esempio
Vent'anni di studi e non sia mai arrivati ad uno sbocco politico
Porta in tribunale ad hoc può essere il primo passo per
Ma quello su cui Partito radicale transnazionale impegniamo
E ad un effettivo è rapido lavoro di questo tribunale che abbia gli strumenti adeguati
Impegniamo affinché all'International o commenti finisca allo statuto del Tribunale permanente entro il maggio del novantaquattro
Che sia quindi pronta apre e proposto all'attenzione dell'Assemblea generale settembre mille novecentonovantaquattro che lo possa discutere eventualmente votare ed aprire le procedure di tratta o di convenzione che possano portare nel mille novecentonovantacinque cinquantenario delle Nazioni Unite all'istituzione del tribunale più penale permanente forse questa sarà un buon modo di festeggiare il cinquantenario al di là delle parole o delle di poter demagoghi ma intanto il tribunale ad hoc deve funzionare
Elettiva rispetto al quale si scontra
Si scorgono le difficoltà di funzionamento
Sono grottesche e riti
Io credo che ministro parenti ministro Andrea vi è però io credo che per raccattare dieci miliardi
Davvero basterebbe la colletta popolare
La maratona televisiva di trenta ora l'appello alle banche poste perfino la Cariplo si può rifare la parte è ben venga se se la regola poi
Ben venga tanto per la rifarebbe su qualcos'altro almeno decente questa iniziativa almeno ai decenni
Ed è vero che intaccano dal meccanismo di essere sommersi
Da milioni di notti dell'elenco dei cadaveri in cui abbiamo l'analoga dell'elenco dei cadaveri e ti viene trasmessa solo il senso dell'impotenza sostanzialmente il tempo che non si può fare nulla
Ma vi pare che il segretario generale debba andare in giro come un quante perché nel mondo intero non si trovano cinquanta miliardi
Che la collezione riaperti preposta che Ankara le prove bloccata nel suo lavoro perché non si trovano seicento milioni di lire l'ultima merenda tangente dall'ultimo lavoro pubblico di Caprarola di troppo o di sopra come vuole
Allora queste si prendono alla portata dell'iniziativa e dalla volontà politica perfino di un paese come l'Italia
L'opinione pubblica se ne fosse interpellata direttamente io credo che continuerebbe perché a parole chiare fa risponde
Invece la lettera per lettera aperta al ministro lettere chiusa al segretario del ministro mancava perfino nelle piccole cose il sindaco Amicarelli e
è stato candidato dal governo Boldi acconto non è a Milano
Pare che questa lettera il ministero degli esteri l'abbia per questa lettera di cui ho copia che ho trasmesso è stata mandata in nove Abbot
Per dire che dalle grandi cose dalle grandi iniziative dall'intervento decisivo che evidentemente oggi non è neanche alla nostra portata
Alle più piccole e modeste ma rileva anche i segni e segnali che potremmo e siamo in grado di dare quello che possiamo solo constatare e lo zero assoluto è l'ennesimo incontro ogni volta embargo ricevuti ieri l'altro ieri che si rivedranno a Londra poi a Ginevra politica a che titolo partiamo anche Parisi e che facciano
Chiamiamo un'altra tregua
E dica di tregua in tregua rimarcato in materia
Proposta esempi che abbiamo fatto modeste sicuramente
Ma che io credo poi potrebbero determinare una svolta
Può segnare un piccolo avanza mento l'invenzione di un piccolo strumento giurisdizionale nella costruzione di un nuovo e di nuovi rapporti internazionali
Era il nove febbraio mille novecentonovantaquattro
Il prossimo intervento
Che ascolterete adesso è invece dal ventuno aprile novantotto pronunciato da Emma Bonino a Torino durante un convegno su diritti umani e aiuti umanitari Emma Bonino in quel momento era anche commissaria europea
In realtà il tema di questa sera mi mi consente a partire da alcune esperienze responsabilità dirette che ho forse anche di allargare un attimo l'orizzonte su quello che stiamo vivendo come italiani evidentemente ma anche nella casa europea
E forse di delineare un attimo almeno come io le vedo sulle sfide dell'anno due mila e sul perlomeno il medio termine quali sfide abbiamo di fronte ai quali strumenti adeguati per affrontare queste sfide e quali strumenti sono nel medio termine adeguati per una promozione sostanzialmente di un benessere di un benessere per noi sicuramente non ho mai predicato la carità o tanto meno la povertà
Non è questo credo ma credo che si in un mondo che sta cambiando così velocemente
è saggio è prudente guardare al medio termine e vedere appunto con quali Strumendo e verso dove ci stiamo incammina
E nell'invito che mi avete rivolto e di cui vi ringrazio mi chiedete in pratica di raccontarvi un attimo le mie esperienze
In campo umanitario esperienze maturate in questi ultimi tre anni di mandato che sono già trascorsi de tutte le competenze che io consumatori umanitario e pesca
Sicuramente questo degli aiuti umanitari è quello un po'più consono o più omogeneo rispetto alla mia vita politica precedente
Nel senso che negli anni ottanta al partito radicale aveva mobilitato una grande campagna contro lo sterminio per fame nel mondo
Per Ri inventare un nuovo rapporto tra Europa e Africa o soprattutto rispetto al Nordafrica su cui tornerò dopo
Campagna che ebbe una serie di risultati positivi ma che poi fu o gestite i cui risultati furono gestiti in situazioni e con strumenti non originali ma che si usavano molto nel nostro Paese negli anni ottanta e fino al novantadue
E di cui oggi si occupa la magistratura
Ciò nonostante quell'esperienza evidentemente mi aveva portato a conoscere molto da vicino tutta una serie di realtà ed è proprio per questo che se volete
Il dossier aiuti umanitari a quello che mi ha in qualche modo più più omogeneo
Vi parlerò di questa esperienza di questi tre anni
Se mi permettete un po'a modo mio già da una parte evitando Hummel imbarazzo di privilegiare questa o quella vicenda come a dare delle forza delle pagelle di drammaticità sostanzialmente che è un po'imbarazzante
E risparmiare a voi anche un un un intervento troppo lungo
Preferirei invece ripercorrerà insieme a voi un pensiero una riflessione sul ruolo che l'etica o la morale occupò dovrebbe occupare nelle relazioni internazionale contemporanea
Quello che a Maria Luisa Agnese diceva lo scontro o almeno il dibattito tra la Realpolitik così come viene definita o o l'idea al politico
Per arrivare a concludere ma cercherò di di farlo per farsi che per me l'unica Realpolitik sostenibile e duratura a medio termine e anche foriera di interessi economici e anche foriera di progresso economico anche per noi
E quella che sia strettamente ancorata sui principi e i valori stabiliti nelle convenzioni internazionali tutte a partire dalla dichiarazione universale dei diritti dell'uomo
Vediamo un attimo in che situazione ci troviamo alla fine degli anni Novanta
Tutti noi va be in realtà rispetto alla caduta del comunismo quindi sto parlando degli inizi dell'anno degli anni novanta ottantanove novanta
Grandi politologi sociologi studiosi di diritto internazionale insomma
Hanno preso una serie di papere non indifferenti l'assioma dell'epoca era che è caduto il comunismo automaticamente i Paesi ex comunisti si sarebbero avviati ci sarebbero gli atti automaticamente si sarebbero stabiliti dei regimi democratici
Questo avrebbe avuto ondata di trascinamento non solo in Europa ma anche in altre parti del mondo risultato
Sarebbe caduto il nemico e quindi diminuite le guerre e quindi vi ricorderete era all'epoca in cui si discuteva addirittura che fare del PC divide quindi meno armi sarebbero state utili
Tutto sarebbe andato per il meglio e già c'era chi sognava di che fare di questo Pistilli non è successo niente di tutto questo
E anzi la caduta del comunismo non ha dato automaticamente sistemi democratici ha dato molto più spesso nazionalismi efferati
E ha da anche non lontani da noi per intenderci e ha dato molto più spesso un moltiplicarsi quasi esponenziale di micro e macro conflitti
Certamente localizzati magari ma in cui si è sviluppata credo una ferocia
E con atti di barbarie che ci hanno riportato indietro di tanti e tanti anni
è cambiata anche la qualità delle guerre
Mentre prima poco prima sì pensava di avviarci si fa per dire alle guerre intelligenti
Quelle cioè che si basano sulle conquiste di posizione magari sulle conquiste delle infrastrutture ponti o zone strategiche in realtà in questi ultimi anni abbiamo assistito o persino un mutamento della qualità dei conflitti
Dove la popolazione civile
Non è più una vittima accidentale perché si sta bombardando un ponte o perché si sta conquistando l'autostrada tal tale o perché si sta bombardando la centrale elettrica XY e sempre ci sono delle vittime più o meno accidentali
No l'essenza è cambiata nel senso che in questi conflitti nazionalisti molto spesso etnici o etnico religiosi la popolazione civile è diventato il vero bersaglio della conquista del potere
Per cui solo da questo punto di analisi poi si può spiegare ad esempio la campagna di
Stupro di massa della Bosnia per esempio e dalla popolazione femminile mussulmana
Solo da questo punto di vista si può spiegare ad esempio che la conquista o comunque della regime in Ruanda piuttosto che in che nello Zaire abbia dovuto passare tra il genocidio con il genocidio del novantaquattro e poi seguire con il genocidio successivo quello del novantacinque e nel novantasei e di cui ancora oggi novantasette novantotto la situazione è ben lungi dall'essere migliora
Quindi in buona sostanza abbiamo assistito a tutt'altro abbiamo assistito a una esplosione di micro e macro i conflitti di qualità completamente differenti
Questo spiega perché l'Europa abbia sentito nel mille novecentonovantadue ve la farò brevissima l'esigenza di creare un ufficio umanitario
L'Ufficio umanitario della Comunità europea che tra l'altro magari io non riesco a farlo sapere abbastanza ma insomma è finanziato dai bilancio degli stati membri quindi sono i vostri soldi per essere chiari
E voi siete l'Europa è quindi voi con l'Europa i più grandi donatori mondiali di aiuto umanitario di aiuto allo sviluppo
Generosità di cui secondo me bisogna andare fieri
Che ha però i suoi limiti di cui parlerò successivamente
Quindi l'ufficio viene umanitaria viene creato dal presidente dell'ore dal commissario Marino esattamente subito dopo la prima guerra contro l'Iraq
Di fronte alla grande crisi umanitaria dei curdi e del Kurdistan nel suo complesso
L'Europa già prima per essere chiari e onesti aveva delle piccole linee di bilancio di aiuto umanitario sparse un po'nel vario bilancio complessivo ma il presidente del Nord preferite
Tutto raggruppare in un ufficio per dar più coerenza e anche più consistenza a questi aiuti umanitari
Tanto per dirne una cifra l'ufficio che è solo nato nel novantadue e che quindi è molto giovane nasce con un bel con un bilancio di duecento miliardi più o meno
Nel mille novecentonovantaquattro novantacinque col conflitto della Bosnia col conflitto ex ex Aire il Bilancio è stato complessivamente sui mille cinquecento mille ottocento miliardi
è un ufficio molto piccolo che a un centinaio di persone più o meno interviene siamo presenti siete presenti oggi su sessanta Paesi in giro per il mondo
Di cui come potete immaginare moltissime sono le crisi quelle che io chiamo orfane quelle di cui non si ricorda più nessuno quelle che non stanno più sulle prime pagine dei giornali
La stragrande maggioranza di necessità proprio perché grande era la disperazione è stata certamente la Bosnia e tutta la parte ex-Jugoslavia ricordo che
Semplicemente da questo punto di vista abbiamo avuto due milioni tra sfollati e rifugiati nei paesi vicini la Germania ne ha ospitato quattrocento mila continua ospitarne duecento cinquanta mila più o meno
Cento mila sono stati espletati in Austria altre in altri paesi europei con meno diciamo affluenza quantitativa ma insomma questa è la dimensione due milioni tra sfollati e rifugiati
E l'altra grande crisi che ha fatto evidentemente esplodere il bilancio è stata la grande crisi grandi laghi
Dove quel genocidio nel novantaquattro si calcola che in due settimane sono state ammazzate un numero pari al machete evoca un numero variabile tra ottocento mila e un milione di persone
Risultato della di questa situazione che noi ci siamo trovati ad assistere circa due milioni di profughi
Di provenienza dallo dal Ruanda o dal Burundi installati su in campi profughi giganteschi in un campo Profumo e cinquecento mila persone immaginatevi che cosa vuol dire un inferno sostanzialmente se un confini con lo Zaire o sui confini con la Tanzania e queste persone evidentemente non hanno essendo in campi profughi certo non lavorano certo non hanno terra certo cioè cioè vivono o muoiono
Di assistenza umanitaria
Per queste persone l'Ufficio umanitario a voi tutti siamo stati l'alternativa tra la vita e la morte
Questo è sicuro
Questo cosa vuol dire
A queste sono le due grandi crisi cui tutti sanno poi però dove ci sono le grandi crisi che ci siamo dimenticati
Non so la Somalia
In Sudan
è stimolante
Caucaso per esempio poi ci sono le catastrofi naturali Filippine inondazioni Bangladesh insomma siamo presenti su sessanta Paesi
Solo una parola per dire solo come funzioniamo
Questo Bilancio non viene gestito direttamente sul terreno da funzionari europei
Ma questo denaro dinanzi alle organizzazioni non governative cui quando voi vedete nel reportage televisivi e mezza sans frontières piuttosto che Novi mondo per dirne una
Questi fanno un lavoro pregevolissimo con insiste sostegno finanziario in pratica vostro
L'altra metà pronte un terzo del Bilancio Kirch content trenta per cento va all'agenzia delle Nazioni Unite in particolare l'Unicef o il programma mondiale o o la commissariato dei rifugiati delle Nazioni Unite
Dieci quindici per cento la famiglia in generale della Croce Rossa
Per cui quando vedrete o continuerete a vedere queste bandiere sui vari terreni
Di crisi umanitaria sappiate che il loro sforzo devo dire straordinario devo dire straordinario
E credo che anche i nostri giovani o meno giovani di grande professionalità e anche di grande
Determinazione personale perché vi assicuro che fare il medico a Rouen generi non è proprio esattamente
Oppure fare il medico in Umbria al campo profughi di cinquecento mila persone cioè
Provate a immaginare che cosa vuol dire
Beh certamente ci vuole molta determinazione molta passione crederci molto ma ci vuole anche molta professionalità con la che sto cercando un po'di instillare alle nostre organizzazioni non governative che non basta
Non basta nel in queste dimensioni di crisi così complesse ci vuole anche molta professionalità oltre oltre che molto non mi viene la parola in italiano Comit nel dire aiuto dedizione Oronzo molta convinzione condizioni
Questo per dirvi solo che cosa fate in Europa rispetto agli aiuti umanitari e Comencini e come ci muoviamo
Devo dirvi però che sarei di questa generosità
Come ho detto bisogna andare molto fieri
Ma sarei ancora più fiera come commissario e come cittadina
Se potessi constatare una maggiore sintonia tra l'azione umanitaria dell'Unione
E le scelte diplomatiche politiche dei suoi quindici Stati membri
Devo dire che questa sintonia non la vedo quasi mai
E una certa dissonanza inevitabile una certa dissonanza è inevitabile forse anche fisiologica
Visto che l'azione umanitaria fa parte delle politiche cosiddette comunitarie quindi le gestisce direttamente la Commissione mentre la politica estera
O diplomatica appunto è rimasta come sapete competenza è prerogativa quasi esclusiva dei vari governi nazionali
E per decidere una qualunque posizione di politica estera i quindici ministri degli esteri devono prendere delle decisioni all'unanimità
Come voi potete umanità immaginare non più all'unanimità non c'è mai
Sicché si risolve in realtà da un politica di veto di un qualunque Stato che basta che dica che non è d'accordo e non si dibatte neppure più
E come abbiamo invece che ne so la politica agricola comune bella buona cattiva ma almeno c'è
E si vota a maggioranza qualificata quindi almeno ce n'è una e che proprio perché cioè si può cambiare o migliorare o detestare o insomma
Di politica estera ne abbiamo quindici
Perché ogni capitale evidentemente a la sua politica estera rispetto alla sua cultura i suoi interessi alle sue tradizioni rispetto ad una risultato
La Coco Fania molto spesso
Totale
L'inefficace garantita
Se per esempio capitata qualcuno di voi di andare a Sarajevo e di fare una riunione coi quindici ambasciatori degli Stati membri a Sarajevo
Ne avrà trovati tre Pro croati due pro Bosnia chi tre pro serbi e quattro proveniente risultata dell'intera vicenda come vi potete immaginare anche gli avversari che intendiamo combattere che sono avversari ma certo non sono stupidi le nostre contraddizioni europea le conoscono benissimo
E normalmente ci giocano
E normalmente riescono a mettere l'uno contro l'altro i Paesi europei
Da italiani conosciamo molto meglio la situazione albanese per esempio la crisi albanese una crisi è una quindi è stato un altrimenti griglia ha dimensioni perlomeno atti
Adeguate ma insomma è un paese di due milioni di abitanti non stiamo parlando della crisi dell'Indonesia duecento milioni di abitanti stiamo parlando dell'Albania
A cinquanta chilometri duecento chilometri dalle nostre frontiere
Una dimensione che se l'Europa non riesce a gestire neanche questo tipo di crisi francamente ho l'impressione che
Possiamo Ester poco ottimisti eppure è successo che il Governo italiano portò la proposta di di di di progetto politico militare anche in sede europea e l'Europa non lo approvo
Il Consiglio dei ministri degli affari esteri disse che no anzi un ministro disse che no e quindi il dibattito fu chiuso
Chiesi consiglio di andare allora esserci presso chi è un altro fondamentale organismo dove stanno in cinquanta anche lì si vota all'unanimità
Per non sbagliarsi anche lì si è trovato un Paese che ha detto di no
Ma in sia stato consigliato di andare al Consiglio di sicurezza e quindi se la diplomazia italiani andate a New York e devo dire che c'è stato un miracolo della diplomazia Ottilia italiana che ha ottenuto l'astensione della Cina
Per cui finalmente il progetto è stato approvato e per fortuna che oltre al Consiglio di sicurezza non c'è nient'altro perché credo che altrimenti staremmo ancora a fare il giro
Ma questo per dire che anche di fronte ad una crisi politico sociale che avrebbe potuto avere conseguenze economiche esodi di massa per esempio eccetera eccetera eccetera non è l'Europa che si è assunta la responsabilità di dare una risposta
Credo che
Da questo punto di vista
Constatare ogni volta questo tipo di cacofonia o questo tipo in qualche modo di incapacità
è una cosa che ci deve far riflettere esattamente per il medio termine cerchi Europa vendiamo chiosa stiamo costruendo
Stiamo costruendo fosse un gigante economico
Ma che non si assume delle responsabilità politiche
E la mia opinione e non sono sola e che nessun gigantismo economico e a medio termine sostenibile era leggibile
Senza assunzioni o senza istituzioni di politiche ivi compresa la politica estera o la politica di difesa
Ci sono altre due considerazioni
Vuol dire che da questo punto di vista l'azione umanitaria spesso viene usata come alibi
Per non intervenire politicamente
E per cui si dice che no anzi non ti dice neppure in termini trasparenti no ma in pratica non si fa però si fanno degli aiuti umanitari
Quindi in qualche modo si rischia di usarlo come alibi
Io credo che da questo punto di vista bisogna essere molto chiari io credo che salvare delle vite umane è sempre un valore e che se non abbiamo più neanche quel valore beh ho l'impressione che siamo andati molto lontano
Credo però che se dovessi fare un paragone
Non è l'azione umanitaria che può risolvere le crisi che hanno origine politica
Non è l'azione umanitaria che può che ne so risolvere il problema ex jugoslavo però può può e da salvata un sacco di gente
Quindi non è inutile
Per il suo scopo e nei suoi limiti
Ma non può risolvere le crisi che hanno tutt'altra origine ci vuole una mediazione politica degli impegni politici
Oggi ci troviamo in una situazione in cui l'Europa rischia sempre di più di apparire di essere sulla scena internazionale impotente e o in conclude
E si rischia che l'unica
Paese
Che ha una politica estera ma la sua
E gli strumenti di una politica estera sono gli Stati Uniti d'America
Normalmente un solo
Al mondo in qualunque settore e sembra abbastanza rischioso perché capita che persino gli amici americani magari ogni tanto si sbaglia voglio dire persino statisticamente possibile
E credo che assumere delle responsabilità e comportarci da partner e non solo come grandi banche perché siete i più grandi donatori nel Medioriente
Palestina Israele siete più grandi d'donatori
Nell'Europa orientale in Africa per assistenza tecnica per aiuti allo sviluppo per aiuti umanitari Pepper tutto quello che volete
Se c'è
Un problema finanziario normalmente si risolve ma il problema è che non siamo mai come europei partner o interlocutori
Delle parti in conflitto
Sì che noi paghiamo tutta l'assistenza palestinese o se volete e con l'accordo di cooperazione con Israele ma il mediatore americano
Nell'ex-Jugoslavia abbiamo sostenuto fortunatamente tutta la la parte umanitaria di cui vi ho parlato il mediatore è un signore che si chiama Holbrooke
Che infatti a un passaporto di tipo America
Ma questo non perché il problema ma possiamo dire una serie di altri casi
Ma il problema
è e che quindi in una frase forse un po'poco rispetto a USA ma che mi sembra dimostra molto bene quello che sto dicendo che alla fine lui pay and at play
Il che è
Che noi paghiamo e loro fanno i giochi i giochi legittime a guardare io non voglio essere né dismesse né dico semplicemente che a volte magari gli interessi possono essere persino divergenti voglio dire a
Ma il problema è che noi anche se constataste IMO interessi divergenti non ci siamo dati negli strumenti
Ne le procedure di una politica estera
E questo è assolutamente indispensabile persino dal punto di vista umanitario se noi vogliamo prevenire i conflitti o per lo meno aiutare a risolverlo
E gli aiuti umanitari che sono un grande valore non hanno né questa ambizione non ne hanno gli strumenti non ne avrebbero le le possibilità
Per cui ognuno e ho ha un suo scopo un suo ruolo che deve essere vista in grande trasparenza chi fa che cosa
Insomma gli aiuti umanitari sono come i pompieri
E i pompieri sono utilissimi ogni città già un corpo di pompieri che infatti servono a spegnere il fuoco ma nessuno chiederebbe ai pompieri di perseguire penalmente i piromani o di ricostruire il palazzo
Perché quelle sono altre responsabilità altre istituzioni altre competenze
Ma anche in questa situazione a nessuno verrebbe in mente di sciogliere il corpo dei pompieri o di immagino in nessuna città perché se ne riconosce nel loro limite la grande utilità
L'ultimo punto che volevo toccare
Intanto a volere una politica estera e vi assicuro non è il caso molti stati membri più grandi ritengono
Di essere più adeguati da soli
Io credo sia una grande illusione
Credo che le crisi e comunque la complessità dei rapporti internazionali oggi è tale che nessun Paese nessuno Stato membro da solo o nessuno Stato da solo
Ha più gli strumenti finanziari diplomatici militari economici per dare delle risposte adeguate evidentemente alla dimensione degli sconvolgimenti internazionale quindi mi sembra anche qui di poter condividere quello che e Thiene D'Avignon ha detto recentemente che la politica estera rimasta l'ultima grande vanità
Dello Stato del degli Stati membri dell'Unione europea
E l'inadeguatezza delle politiche nazionali e l'abbiamo vista senza che rifaccio l'elenco delle delle situazioni
La grande mediazione di questi giorni in Irlanda non è una mediazione europea
è una mediazione inglese americana
O o e possiamo andare avanti di di questo di questo fatto
E se anche arrivassimo a darci le procedure e gli strumenti di una politica estera comune
Quale politica estera dovremmo perseguire
E qui consentitemi semplicemente di fare due pensierini il primo che normalmente quando qualcuno di noi sostiene
Che punto essenziale dei nostri rapporti internazionali
Dovrebbe essere certamente la penetrazione economica ripeto nessuno sta predicando la la povertà di nessuno tanto meno la nostra per intenderci ma dovrebbe essere basata su una promozione di istituzioni democratiche forti
E di istituzioni democratiche che abbiano al centro e al rispetto dei diritti umani dei diritti civili
Questa posizione molto minoritaria
Adesso come nel recente passato
Abbiamo sempre avuto tutti
Ho molti una grande affascina mento per gli uomini forti
E non per le istituzioni forti
E anche lì in nostri alleati degli ultimi trent'anni
Hanno veramente risposto a priorità e caratteristiche differenti per esempio c'è stato tutto un periodo neanche tanto tempo fa di cui bastava est in cui bastava essere innanzitutto anticomunisti per essere inoltre alleato
è le e l'epoca dei Mobutu è l'epoca degli Amin Dada e l'epoca dei Bokassa
E di USA una serie di altri
è caduto il comunismo Mobutu a rimaste non sapevamo più cosa farci
Abbiamo avuto subito dopo una grande necessità o una priorità definita per cui bisognava innanzitutto essere anti terroristi
E auto per essere nostri alleati
Avendo definito come Paese terrorista all'Iran per esempio uno dei nostri grandi beniamini stato Saddam Hussein inversione all'epoca antiterrorista
Che è stato da noi creato armato sostenuto voluto
E di cui adesso non sappiamo bene come ci dobbiamo libera
è in atto voi ed è più recente il grande appassionamento
Di tutti coloro uomini forti nella fattispecie e non istituzioni forti che sono market oriented good governance è cioè orientati al mercato feudo liberali eccetera
Fanno parte di questa serie
Non so i Kagame in musei e beni per esempio che stanno andando molto di modo di questo periodo e nella Poule abbiamo deciso che era anche market oriented Camilla lui non lo sa ma tanto l'abbiamo deciso noi e quindi va bene lo stesso
Ma tutto questo sono elementi necessari ma non sufficienti
E io credo che da questo punto di vista una riflessione si imporrebbe
è l'interesse e lì la riflessione che io cerco di promuovere con pochissimi altri
E che indispensabili certamente extra democratici
Antitotalitari antiterroristiche sicuramente
E
Orientati alla competitività e al mercato ma tutto questo senza istituzioni democratiche forti
E senza istituzioni e rispettose dei diritti umani dei diritti civili dei propri cittadini si chiamano semplicemente delle dittature
E credo che forse sarebbe senza molta ipocrisia sarebbe il caso di guardare qual è il risultato di tanti anni di questo tipo di politica
Solo per sostenere una cosa senti
Ed è che io ritengo in Afghanistan come in Iraq come nei grandi laghi come in Bosnia come da altre parti
E che l'unica politica
Che intanto possiamo affermare a testa alta
Di fronte alle nostre opinione pubblica di fronte ai Parlamenti nazionali di fronte ai nostri partner
è una politica estera saldamente ancorata ai principi scritti nella Carta delle Nazioni Unite nella Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo
Intanto perché può essere trasparente può essere motivata può essere comunicata e può essere difesa
Le altre politiche sono quelle di cui parlavo prima per esempio sono state molto poco trasparenti
Molto spesso gli interessi erano inconfessabili e come tali in confessati
Salvo che erano un po'segreti di Pulcinella perché insomma quali fossero gli interessi anche economici in gioco non era proprio un mistero per nessuno
E credo che avrebbe anche un'altra credo dato fondamentale
E che questo tipo di politica basata su questi valori e anche quella in termini di stabilità più propizia agli scambi commerciali e agli investimenti commerciali
Non c'è niente di più instabile di più volatile di una dittatura
A parte gli aspetti appunto di inaccettabilità morale non c'è niente di più instabile di più volatile di una dittatura
Non c'è altro regime normalmente così prono e così prono appunto a esportare guerre magari nei paesi vicini
Credo ad esempio e finisco con questo che da questo punto di vista negli ultimi tre anni andava molto di moda come forse ricorderete le tigri asiatiche
E non c'era verso di mettere un minimo dubbio su quello che stava succedendo in ansia perché la crescita economica
Era evidentemente sotto gli occhi di tutti e a chi provava a dire che la pura e sola crescita economica senza una crescita democratica che quindi di distribuzione della ricchezza e di trasparenza di procedure
Rischiava di diventare una grande ricchezza per la famiglia reale o imperiale ma poco altro e che magari rischiava che prima o tardi
Esplodeva
è stato quasi impossibile far passare questo messaggio perché appunto alle tigri asiatiche
Non commento sull'attuale situazione di questi giorni
Temo però che poco impariamo la lezione e che qualcuno già sogna di leoni africani
Beh insomma da uno zoo all'altro io ho un po'l'impressione che forse sarebbe meglio per una volta a capire
Che intanto
Quando si parla di prevenzione dei disastri o di crisi o di conflitti segnalo è ma se scoppia l'Indonesia con duecento milioni di abitanti ma voi pensate che se ne tornano ognuno a casa sua o nei paesi circostanti a fare i contadini come prima
E non si mettono in marcia da qualche parte no dico pongo
Il problema è pongo una domanda poi non non so
Credo che una politica seria
Realista nel vero termine della parola pragmatica anche per i nostri interessi
Sia una politica quella che io finisca definisco Lidia al politico ma che in realtà e l'unica che può garantire
Dei periodi e degli scambi anche commerciali non predatori e certamente stabile insomma mi sembra l'unica forma possibile edile di realismo e quindi come che ho cercato di spiegargli in più conviene
E a rischio zero perché si può politico zero perché si può spiegare sostenere a testa alta difendere avere la gente con noi
Si può dire il perché e il per come si può non avere motivazioni inconfessate inconfessabili insomma si può difendere
E poi come ripeto visto che parlo anche in questo tipo e di uditorio riduce nel medio e lungo termine anche il rischio economico e rischio commerciali
Credo che non bisogna essere proprio un Metternich o aver studiato alla London School of Economics per capire che un despota sanguinario un golpista o un avventuriero fuori da ogni controllo istituzionale insomma un signore legibus solutus
è un partner
Oltre che una persona assai meno affidabile di un governante legittimata da istituzioni passabilmente democratica dal consenso dei suoi concittadini ed anche da un curriculum personale fosse vagamente presentate
Questo penso che l'Europa che deve avvenire a mio avviso una politica estera io mi auguro che quando sarà sia una politica estera per realismo e per convenienza
Oltre che per moralità basata su questi grandi principi su questi grandi valori grazie
Termina qui l'odierno programma realizzato con documenti d'archivio era Emma Bonino il ventuno aprile novantotto
Quando da commissaria europea relazionava Torino su diritti umani e aiuti umanitari in precedenza avete ascoltato l'intervento di Emma Bonino
Pronunciato alla Camera nel febbraio novantaquattro
In occasione di un dibattito sulla politica della comunità internazionale di fronte e crimini di Milosevic