L'andamento del prezzo del petrolio in relazione alla guerra in Afghanistan; la posizione dell'Opec e degli altri paesi e i futuri scenari internazionali

Con Paolo Migliavacca giornalista del Sole ventiquattro Ore esperto di materie prime di petrolio vogliamo commentare insieme ai fatti di questi giorni dice dei riflessi sui costi della materia prima del petrolio e dei fatti che potrà che nei prossimi giorni Bongiorno buongiorno a voi a tutti gli ascoltatori allora la prima considerazione che possiamo fare alla luce di quello che è successo dal undici settembre in poi è un calo che costante delle quotazioni del greggio e questo è un comportamento un po'anomalo c'era stato subito un balzo dei costi all'indomani dell'attentato e un come dire un riflesso condizionato quando ci sono situazioni di un certo tipo nel Medio Oriente nelle zone meno di nei pressi della dei maggiori produttori che presso i maggiori produttori di petrolio però stiamo assistendo ora una a una progressiva calata dei dei prezzi si Cotec come si spiega questo comportamento
In realtà c'è stata una reazione fisiologica assolutamente comprensibile di fronte alla gravità dei fatti che sono accaduti l'undici settembre e quindi una reazione all'insù un rialzo abbastanza brusco del prezzo a cui però è succeduta una direi naturale caduta del prezzo legata a una situazione di mercato obiettivamente diverso da quella che aveva provocato questo momento si tratta di questo sostanzialmente il mercato del petrolio e dominato da un eccesso di quantità riversato i produttori sul mercato rispetto alla domanda e questo è un fenomeno che in fase di era in fase di realizzazione già da alcuni mesi e che si è accentuato con i fatti dell'undici settembre con la contro filone abbastanza Brusca della e l'andamento dell'economia internazionale che sta provocando un prevedibile calo della domanda qui dice troppo le petrolio sul mercato pop e quindi con tutta probabilità ridurrà
Le le quote di di produzione nei prossimi giorni o forse addirittura nelle prossime ore si calcola di circa zero virgola sette un milione di barili al giorno
Ma comunque il mercato ha già praticamente scontato questo taglio perché ci sarà sempre troppo greggio sul mercato perché la domanda in fase di grande riduzione l'istituto l'Agenzia Internazionale per l'Energia nei giorni scorsi ha previsto che la domanda per l'intero mille nove due mila e uno si riduca dato settantasei milioni di settantasei virgola quattro milioni di barili al giorno a settantaquattro quindi c'era un eccesso c'è un eccesso ancora di domanda di circa zero virgola cinque milioni di barili e in realtà questo taglio semplicemente andrà progressivamente a cercare di adeguare la domanda internazionale ma queste in costante calo
E questo tra l'altro e curioso malgrado si stia per verificare la domanda fisiologica dell'inverno quando tutti i paesi dell'OCSE che la caso stanno nell'emisfero Nord aumentano la loro domanda perché siamo in imminenza della stagione invernale quindi c'è una domanda legata
Sfociare appunto legata proprio alla necessità di aumentare la la quantità consumata per produrre calore nelle case riservatamente in genere quindi siamo di fronte a un quadro molto diverso dal solito sappiamo che c'è una prova sì ma si dovrà tenere una prossima riunione dell'OPEC a Vienna nel messe di novembre c'è la possibilità che ci sia anche una consultazione straordinarie con delle decisioni prima di questo appuntamento qui direi che questo assolutamente
è probabile anche ho già accennato prima che potrebbe addirittura verificarsi nelle prossime ore questo taglio e già caduto nella primavera scorsa che di fronte ad situazione analoga di eccesso di produzione rispetto alla domanda con un semplice giro di telefonate senza neanche riunirsi fisicamente i rappresentanti del cartello del proprio dei produttori di petrolio abbiano deciso un taglio della produzione questo potrebbe ripeto verificarsi anche nelle prossime ore per la misura cui fatto cenno prima diciamo fino addirittura un milione di barili al giorno e non cambierebbe sostanzialmente la situazione del mercato cioè servirebbe a frenare il vento ma costante calo del prezzo del petrolio destabilizzarlo attorno a a ventidue ventitré dollari al barile che e la fine si abbassa entro la quale lotte che ritiene che si possa produrre in termini vantaggiosi sia per i produttori sia per i consumatori
Forse è il caso che spende anche qualche parola su come sono i rapporti di forza all'interno dell'OPEC che non è proprio un organismo con posizioni unitarie vi sono diverse tensioni che le attraversano in molte occasioni nel passato abbiamo assistito anche a una certa come dire anarchia da parte dei
I Paesi membri che in certe occasioni hanno guardato più ai propri interessi di bottega seguendo poco le indicazioni e gli accordi che avevano preso dai questo è vero la direi solo in parte negli
I tempi l'OPEC ha mostrato diciamo da un anno un anno e mezzo a questa parte una sorprendente disciplina nel mantenere le quote di produzione e il mercato che sta un po'sfuggendo di mano con la recessione lo perché ha detto apertamente in più occasioni da parte di più rappresentanti autorevoli del dei suoi Paesi aderenti
Che è interessante a mantenere i prezzi e un livello ragionevole la loro la loro quota di di prezzo ragionevole ritenuta nella forbice tra ventidue e ventotto dollari al barile in una fase di recessione più accentuato del previsto a causa di quanto è accaduto negli Stati Uniti per in otto i fatti dell'undici settembre il cartello ritiene di dover difendere il propri introiti quindi non scenderei troppo al di sotto dei ventidue dollari
Ma sicuramente non ha interesse a riportare verso la fascia alta dei preti il il livello del del greggio e questo per favorire un po'naturalmente
La capacità di ripresa dei Paesi industrializzati detto questo è vero che per tradizione all'interno del cartello non c'è mai una vera unità di intenti anche c'è sempre stata con facilità un tentativo di se possiamo così dire un polacca
Per intenderci di fare i furbi ecco qualcuno ha cercato spesso di sforare le proprie quote di produzione provocando eccessi produttivi generalizzati del cartello
In questo caso le posizioni sembrano più compatte ed è curioso che sia la l'Arabia Saudita che di solito ha sempre difeso un po'gli interessi dell'Occidente degli Stati Uniti in particolare all'interno dell'organizzazione
Questa volta sia più disposta di altri a come dire difendere gli interessi del dell'OPEC e ha denunciato nei giorni scorsi un taglio unilaterale della produzione sempre però in vista di questa decisione collettiva che dovrebbe essere preso
Detto questo il fatto che l'Arabia Saudita sia un po'alla testa non dico dei paesi oltranzisti ma che voglia comunque difendere interessi del cartello in generale parquet che anche altri tradizionali falchi se così possiamo chiamarli come grande la Libia
E alcune volte recentemente anche il Venezuela siano diciamo così più naturalmente disposti a partecipare a questa difesa del degli interessi del cartello ultima cosa che possiamo ricordare e che anche la Russia potrebbe essere interesse basta dall'esterno e anche forse il Messico come accaduto alcune volte nel nei mesi scorsi a un taglio di produzione
Però i margini di un'intesa allargata al di fuori del cartello non è detto che siano molto elevati
Stava dicendo del posizione in seno all'OPEC l'Arabia Saudita sicuramente una posizione dominante come il maggior produttore le il petrolio e come dire di facilissima estrazioni in quantità molto maggiore rispetto a tanti altri paesi e della qualità migliore anche per le benzine questo va ricordato ecco si sta dicendo la rabbia se oltre si è un po'smarcata dalle sue precedenti posizioni come possiamo analizzare il suo comportamento
Sappiamo che il l'attuale insegnante re Fahd è vecchio e malato c'è anche si parla di una lotta per la successione ci sono del le famiglie che in lotta in competizione tra loro che potrebbero determinare un cambiamento di atteggiamento e di qui di riflesso Nico
So che pesa docente e quindi di riflesso anche di una diversa politica dell'OPEC ma è una vettura possibile direi anche plausibile città che
Abbi il principe Abdallah che il considerato il successore il delfino di re Fahd a posizioni sicuramente meno favorevoli all'Occidente ed è altrettanto possibile che questo segnale di smarcamento rispetto alle posizioni precedenti di Riad possa essere legato a una a un crescente se non malcontento fruizione e segnali di di indisponibilità seguire fino in fondo la politica americana che provengono dall'Arabia Saudita evidente che tutto questo va comunque relativi Prato e per il conflitto che è in atto e soprattutto per la situazione estremamente precaria che c'è ai vertici del del regime saudita e possibile che nel nelle prossime settimane se ci sarà un chiarimento della situazione nel senso che il conflitto in Afghanistan abbia o una soluzione rapida o comunque una fase di stabilizzazione senza un allargamento degli scontri ad altri Paesi petroliferi segnatamente l'Iraq che potrebbe fortemente per turbare il mercato è possibile che questa situazione vada un po'a riassorbirsi e che quindi l'Arabia Saudita come dire rientri nell'alveo più consueto di comportamento e quindi posso in qualche modo guidare il mercato perché non dimentichiamo lei ha soltanto attualmente una capacità di produzione non sul tate quindi è quella che può giocando su questa possibilità dell'ordine di zero virgola cinque o o zero virgola otto milioni di barili al giorno fare la differenza sul mercato
La posizione dell'Ira che con l'embargo petrolifero vero petrolio in cambio di cibo sicuramente si è messo una sordina un competitore pericolose e questo ha sicuramente contribuito negli ultimi tempi a mantenere
Adam influire in un certo modo sul sui costi del le quotazioni del greggio gli stessi Paesi arabi tra di loro avevano assunto questo atteggiamento è partito c'è chi ha avuto tutto l'interesse affinché l'ira che stesse sotto questo regime speciale beh
Sì naturalmente voglio dire e un competitore molto forte non dimentichiamo che grazie a una situazione del tutto anomala e particolare sia contingentemente sia in prospettiva contingentemente perché a usato la sua capacità produttiva che è dell'ordine di tre milioni di barili al giorno con circa due due virgola due milioni di barili esportabili ha giocato questa capacità produttiva in funzione dell'annullamento delle sanzioni che l'ONU ha comminato negli anni scorsi e quindi nell'estate ad esempio nel nel mese di giugno in particolare ha del tutto ha dichiarato l'estrazione o meglio l'esportazione solo a estratto solo per consumo interno per cercare di forzare la mano all'Occidente in sede ONU quindi l'Iraq è un po'una sorta di battitore libero di Jolly diciamo pazzo qualche volta ma dirà che è anche un Paese che ha sotto dice delle risorse che sono potenzialmente Stroke l'aria ufficialmente gli si assegnano circa cento miliardi di barili di riserve ma in realtà il fatto che per vent'anni prima per la guerra con contro l'Iran dopo per la guerra nel Golfo e poi per le sanzioni occidentali in questo territorio non sono state praticamente effettuate prospezioni e si ritiene con l'avvallo di alcune agendo occidentale ad esempio la Range però il canadese che le riserve irachene possono essere almeno doppi e quindi dell'ordine di cui cento miliardi di barili non lontane da quelle dell'Arabia Saudita se ciò fosse vero è chiaro che il ruolo dell'Iraq diventa potenzialmente di primo rilievo nel settore energetico e quindi andrebbero riconsiderate completamente le prospettive dei rapporti con il regime di Baghdad
Certo prima di passare al trovano apre una piccola finestra sul ruolo del Venezuela in seno all'OPEC che dopo aver come le mantenuto delle posizioni piuttosto arginare negli ultimi tempi si registra un certo attivismo soprattutto per quello che è appunto la la sua voce in capitolo per come si spiega questo
Ma questo ci spiego con le posizioni direi populiste che ha assunto il regime del generale Chavez nel Paese il la ricchezza venezuelana e effettivamente è sempre stata di fatto controllata indirettamente dagli Stati Uniti
Che hanno questo questa enorme risorsa sul sull'uscio di casa e soprattutto nel periodo a cavallo dell'ultima guerra mondiale hanno sostanzialmente ricorso all'importazione dal Venezuela per soddisfare come dire per colmare la domanda interna volta inadeguata attualmente il Venezuela il rating del Veneto e del generale Chavez a è andato al potere sostanzialmente sulla sulla sull'onda di di di un consenso popolare che e tra l'altro indirizzato al la ripresa del controllo delle proprie risorse delle proprie ricchezze naturale quindi anche delle risorse energetiche
Tutto ciò fa sì che debba esserci una sovraesposizione molto spesso nelle dichiarazioni anche nell'atteggiamento pratico nei confronti di questa risorsa che ripeto spesso e un po'sfuggita di mano al controllo dei governanti venezuelani
E quindi negli ultimi tempi diciamo nell'ordine dell'ultimo anno e mezzo il Veneto e l'assunto spesso posizioni tra virgolette di avanguardia nei confronti di questa risorsa e a in qualche modo cercato di esercitare un ruolo molto visibile anche all'e sterno diventando una sorta quali di avanguardia dei paesi possiamo dire dei falchi all'interno dell'OPEC e quindi di giocare un ruolo che consentisse di dimostrare che e settima mente il Paese controlla queste sue del questa sua ricchezza e ne dispone fino in fondo senza più condizionamenti esterni
Tornando alla Alas gli scenari dell'Asia gli sviluppi allungo temi mi chiedete mente non saranno così rapidi come si era pensato in un primo momento della degli share punto di guerra potrebbero portare ad uno spostamento di interesse verso la zona del
Caschi e del bacino del Caspio non si può dire che potrà diventare competitiva nei prossimi anni nei prossimi anni sicuramente sì diciamo comunque che e una prospettiva di medio lungo termine perché
Si stanno solo adesso monitorando le effettive risorse di questa regione che è potenzialmente ricca ma non si riesce ancora a capire esattamente quanto ricca e comunque manca ancora tutta la fase di messa in valore dei giacimenti soprattutto di tra porto delle risorse dal Gori riproduzioni luoghi di consumo rideremo di oleodotti anche marmi ammoniti oleodotti di gasdotti perché non dimentichiamo una zona anche ricca di risorse di gas soprattutto il Turkmenistan e Uzbekistan
Si tratta di metterle in comunicazione con il mercato potenziale Gray quello elettivo e quello europeo
Direi soprattutto che si tratta di una prospettiva degli anni venti probabilmente di questo secolo quindi potrà diventare a quell'orizzonte un'effettiva alternativa che la produzione che proverrà da questa regione forse dell'ordine di almeno dieci milioni di barili al giorno e possibile bisogna vedere esattamente quanto c'è in quel sotto quel sottosuolo e va tutto quanto è disposto l'Occidente ad investire per portare i mercati di consumo queste ricchezze tese si rivelassero però inferiori a previsto e possibile che la Regione non sia una vera alternativa al Caspio ma possesso in realtà una sorta quasi di polmone per falli di difficoltà diciamo di ordine politico che potrebbero interessare il Medioriente e quindi non essere una vera alternativa ma soltanto un palliativo
C'è da registrare comunque un ha un interesse non molto attivo da parte degli Stati Uniti per quelle stati per quelle zone sia nello scorso la prova si è un po'acutizzato anche ogni volta che c'è qualche conflitto nel Medio Oriente e nell'aria che tende a riportare come dire la ricerca di in alto la ricerca di situazioni diverse
Sì gli Stati Uniti hanno un duplice interesse direi innanzitutto di tipo strettamente economico quindi quello di garantirsi una risorsa alternativa alla alla quanto offre il Medioriente non dimentichiamo che nella regione del Golfo Persico sono collocate le i due terzi circa delle riserve attualmente accertate
E quindi di avere una reale disponibilità alternativa per situazioni di emergenza e dall'altro c'è è una invece un interesse di ordine diciamo geostrategico che quello non ridare il controllo alla Russia che fino a un anno fa quindi fino all'arrivo al potere di Putin era vista più come un competitor piuttosto che come un partner
L'Unione Sovietica anzi la Russia in realtà avrebbe riprendere immesso mano al controllo di questa Regione
Se la collocazione delle pipeline che dovranno portare verso i mercati di consumo le risorse della regione del Caspio fossero passati verso la Russia evidentemente Mosca ha sempre avuto l'interesse a che queste pipeline passino nel suo territorio quindi scavalcando da nord del Mar Caspio invece di tutta una serie di alternative nel verso la Regione centro Ovest del Del Carpio quindi diciamo verso la Giorgio la tregua Gian che peraltro sono zone ancora altamente
Insicure sotto il profilo geostrategico per i conflitti che sono in attori di Cecenia dei di comunque l'irrisolto conflitto tra Armenia Azerbaijan e quindi gli Stati Uniti hanno sempre visto con buon occhio la possibilità come sbocco finale di questi parlando la Turchia che è un alleato fedele la NATO e che quindi consentirebbe una agli occhi di Washington una maggiore stabilità nel nel garantire la prigione amento attraverso questo Paese
Mosca però sta attualmente cambiando agli occhi di Washington come prospettiva di parte partnership e quindi è possibile che gli Stati Uniti rivedano in cambio dell'aiuto che Mosca sta dando e direi pare molto fattivo nel conflitto afgano in atto
E quindi possa consentire anche una soluzione direi mista quindi parte dei di queste pipeline passino attraverso la Turchia parte attraverso la Russia consentendo una certa diversificazione produttiva quindi anche una diversificazione dei rischi e quindi permettendo alla Russia di giocare comunque un ruolo di maggiore importanza nel in quel contesto regionale
In tutto questo quadro che tu ci stai tracciando l'Afghanistan ha una sua rilevanza sarà dove avrebbe dovuto essere terra di passaggio di altri condotti in altre direzioni c'è stato un investimento nella ricerca di stabilità in questo Stato i talebani sono stati l'opportunità che si Offerta a un certo punto
Sì ma in realtà è stata sovrastimata perché era c'era soltanto un giacimento di media importanza
Direi nell'Uzbekistan meridionale avverso il confine afgano che a cui era interessata la Unocal americana e che aveva quindi ventilato la possibilità di portare questa risorsa avverso il non il Pakistan e verso comunque il Mare Arabico per consentirne anche in parte l'esportazione attraverso l'Afghanistan questa era una lotta di RAI logica naturale sotto l'aspetto geografico
Sicuramente molto meno sotto l'aspetto politico però non ci sono grandi risorse da fare a transitare attraverso l'Afghanistan per cui direi che il regime dei paletti talebani stati in qualche modo blandito e aiutato dalla uno calmati Raja titolo quasi direi per interesse personale dell'azienda non c'era un interesse geostrategico molto più ampio
Se vogliamo leggere con una nota di ottimismo in questi momenti in cui di ottimismo non insomma non c'è modo di di di di di di spendere a piene mani
Direi che può essere Quetta le risorse dell'Uzbekistan potrebbero a transitare attraverso un l'Afghanistan pacificato o comunque stabilizzato per servire e al Pakistan sia all'India ecco direi che questi due Paesi su cui si sta ricompattando l'attenzione perché riesplosa recentemente una rivalità che sembravano i mesi scorsi un tantino subentra un santino messa così a a questa messa la sordina potrebbero avere entrambi molto interesse perché sono tutte e due privi di risorse di idrocarburi hanno tutte e due un estremo bisogno di attingere alle risorse del Golfo Persico quelle il le risorse di gas dello speck istanze
Che potrebbero passare attraverso l'Afghanistan potrebbero essere di estremo interesse per entrambi e potrebbero costituire potrebbero costituire una valida alternativa
A quanto il Golfo Persico può assicurare ma da cui ma sulla cui provenienza e difficile poter contare soprattutto direi a breve-medio termine
In conclusione di questa nostra conversazione vorrei chiederti come dire un ragionamento globale sulla situazione a tuo avviso otto pareva il petrolio sta subendo di riflesso quelli che sono i sono le le questioni sollevate da una guerra ora di religione tra Islam e Occidente oppure ci può essere il petrolio e il controllo del dei dei giacimenti nel in uno stravolgimento del quadro nel prossimo futuro
Ma io ritengo che lei il conflitto riusciva a essere circoscritto solo l'Afghanistan in realtà al petrolio ne potrebbe rimanere fuori ma l'abbiamo già visto in quest'ultimo mese dopo l'impennata iniziale motiva il prezzo in realtà è disceso perché ha risposto più è l'l'esigenza del mercato alle condizioni del mercato che alla a una situazione di obiettiva difficoltà dell'aria che peraltro non è per adesso direttamente interessata per aree intendo il Golfo Persico che ha ok tutto cambiasse come accennato prima fosse interessato anche l'Iraq o comunque qualunque altro Paese produttore che venisse identificato dagli Stati Uniti come complice di Osama Bin Laden e del del movimento terroristico internazionale questo chiaramente non è auspicabile e ci auguriamo di non scoprire domani che l'Iraq piuttosto che un altro produttore come potrebbe essere la Siria ma sicuramente meno importante siano coinvolti e quindi siano oggetto di ritorsioni perché allora si team mercato petrolifero subirebbe dei contraccolpi notevoli benché al di là della situazione di mercato che ripeto è favorevole ai Paesi consumatori perché c'è questo eccesso di offerta rispetto alla domanda scusami
Se invece ci fosse la responsabilità di alcune fazioni lotta nella successione al re Fahd in Arabia Saudita se si scoprisse un filo conduttore di questo tipo e questo sarebbe davvero lo scenario peggiore perché come abbiamo accennato all'Arabia Saudita con i suoi otto milioni e mezzo
Circa di barili prodotti al giorno rappresenta grosso modo un terzo anche più di un terzo della produzione dell'OPEC ed è l'unico Paese davvero ad avere margini di produzione non sfruttati e quindi può e l'unico che può intervenire
Con la sua produzione residuale sul mercato cercando in qualche modo di calmierare
Il mercato stesso quindi nella mia classe un falco veramente Falco intransigente Hicham muterebbe completamente il quadro e il quadro muterebbe completamente dire soprattutto muterebbe finalmente a termine fino a quando cioè una una un serba
Olio di produzione quale potrebbe essere il Caspio non sia in grado di intervenire a fondo quindi con una produzione massiccia alternativa quella dell'Arabia Saudita teniamo conto che con un quarto delle riserve mondiali controllate l'Arabia Saudita e comunque quella che farà il mercato in futuro da solo è in grado di condizionare tutto il mercato per cui è interesse dell'Occidente
Che il Paese abbiamo una transizione dalla fase decadente della del Regno di Re Fahd alla una tragico nella più tranquilla possibile e dal nostro punto di vista più favorevole possibile al gli interessi dell'Occidente
Grazie a Paolo Migliavacca giornalista del Sole ventiquattro Ore esperto di materie prime e in particolare di petrolio