Commemorazione di Enrico Berlinguer in occasione del 20º anniversario della morte (presso la Sala della Lupa della Camera dei Deputati)

Un saluto e un ringraziamento particolare
Poi
La cui presenza costituisce per tutti noi
Un motivo di grande valore la signora letizia in particolare i figli bianca ma
Saluto l'onorevole Massimo D'Alema
Che ricorderà la figura e l'opera di Enrico Berlinguer
I miei predecessori l'onorevole Violante e Napolitano il vicepresidente del Senato della Repubblica saldi rappresentante
Del governo e tutte le altre autorità convenuto
Il tempo trascorso dalla morte di Berlinguer
Rende non semplice il compito di ricordarne la figura vent'anni sono forse troppi per una discussione tutta incentrata sul peso del suo pensiero e della sua attività nell'attuale contesto politico istituzionali
Sono sicuramente troppo pochi per una prospettiva esclusivamente storica
Che guardi a Berlinguer soltanto come un tunnel prestigiosa figura del passato
Ricordarlo oggi
Esige l'onere di non schivare questa difficoltà ma di affrontarla direttamente
Esige come in tutte le commemorazioni che la Camera dei deputati dedica alle figure che hanno segnato la vita della Repubblica
La capacità e la volontà di non ridurre ricordo ad un mero affresco celebrativo ma al contrario di farne un momento vivo utile a riflettere sul nostro passato che sul nostro fu
Per questa ragione desidero lasciare il dovuto spazio l'intervento dell'onorevole Massimo D'Alema che illustrerà la figura di Enrico Berlinguer in tutta la sua ampiezza e complessità
Io mi soffermerò su alcune sue scelte e su alcuni aspetti della sua persona che hanno Espresso che hanno impresso segni profondi non solo nella memoria degli italiani che quelle scelte hanno condiviso ma anche nel dibattito sulle potenzialità sui limiti sulle prospettive dell'Italia
Berlinguer sentiva fortemente la necessità di ricondurre la riflessione e l'azione del PC nell'alveo delle grandi questioni nazionale
I temi della politica economica dei modelli di sviluppo della società del rafforzamento della democrazia erano sempre a letti e analizzati da un punto di vista che potremmo definire nazionale
Nonostante la forte vocazione internazionalista del suo partito
Berlinguer richiamava costantemente il ruolo che il Pci ebbe insieme alle altre forze antifasciste nella Resistenza nella lotta di liberazione e nel processo costituente
Per sottolineare il radicamento del comunismo italiano nei fatti fondativi della nostra Repubblica
Questo tratto non venne mai meno
Spesso richiamato nei suoi discorsi nelle sue interviste fu messo alla prova dei fatti talvolta drammaticamente
I fatti sono quelli noti dell'accettazione della collocazione atlantica dell'Italia e della piena adesione alla costruzione europea
Ma soprattutto quelli della linea della fermezza nei confronti del terrorismo
La scelta di non trattare con le Brigate rosse durante il rapimento di Aldo Moro condivisa dalla maggior parte delle altre forze politiche fu difficile e dolorosa
Ma fu Presa nell'acuta consapevolezza che vi era in gioco la tenuta delle istituzioni repubblicane e la lealtà verso lo Stato
Intransigenza significava per Berlinguer
Ferma applicazione delle leggi dello Stato nel quadro delle norme costituzionali
Lottare contro il terrorismo e contro ogni forma di eversione di violenza politica tesa a minare la democrazia
Voleva dire per Bluey difendere le masse popolari che per la conquista della democrazia avevano lottato anche la formula del compromesso storico ancora oggi oggetto di analisi critica aveva senz'altro nella prospettazione che Berlinguer ne fece una forte impronta di tenuta complessiva del Paese di fronte ad una crisi profonda
Al di là della fortuna che quella formula ebbe sia nel suo impianto teorico sia nell'esperienza delle maggioranze di governo della settima legislatura e sa costituiva per Berlinguer l'aspirazione ad una rinnovata consapevolezza comune tra componenti diverse della storia italiana della società
Della cultura al fine di rafforzare le basi democratiche dello Stato nel quadro della Costituzione repubblicana
L'attenzione agli interessi nazionali è presente anche nell'europeismo di Enrico Berlinguer
Egli aveva fiducia nella costruzione d'un soggetto più ampio degli Stati nazionali
Europei che senza annullare gli interessi peculiare di questi consentisse di realizzare azioni politiche in grado di incidere sugli equilibri mondiali
Nel suo ultimo intervento al Parlamento europeo il tredici settembre mille novecentottantatré parlando sulla riforma della comunità egli affermava la necessità di porre in modo nuovo la questione del rapporto spara sovranazionalità e difesa degli interessi nazionali
In particolare
Berlinguer disse che diversamente da quanto si poteva concepire all'inizio della comunità oggi su alcuni terreni
Proprio la definizione di politiche comuni sovranazionali può rappresentare la migliore tutela degli interessi dei singoli popoli e paese
Contribuire alla costruzione europea significava dunque per Berlinguer a baciare incontro nel modo appropriato alle attese di tanti Paesi di ogni continente
Che attendono che l'Europa svolga un ruolo attivo e determinante sugli equilibri internazionali e sulla costruzione di un nuovo e più giusto ordine economico internazionali
Una forte preoccupazione rispetto alla fragilità nazionale fragilità nazionali era sottesa anche alla cosiddetta questione morale
Posta da Berlinguer
E alla crisi dei partiti Daloui denunciata con lucida anticipazione
Egli ebbe il merito di porre entrambi i temi all'attenzione dell'opinione pubblica del dibattito politico
Anche se a questa consapevolezza non fece sempre seguito la capacità di coinvolgere le altre forze politiche su proposte specifiche
La questione morale fu spesso posta con una certa introversione più per asserire la diversità del PC rispetto agli altri partiti
Che per chiamare la politica e le forze dell'economia a interrogarsi sulle ragioni sempre attuali che pongono l'etica pubblica come un imperativo morale
Ma anche come una fondamentale condizione per garantire un funzionamento efficiente corretto del mercato e per preservare la figura la fiducia dei cittadini nelle istituzioni
Anche rispetto al ruolo dei partiti
Berlinguer denuncia più volte i rischi d'una forte involuzione
I partiti a suo giudizio andavano perdendo capacità di attrazione aggregazione delle persone intorno a ideali rischiando di divenire cito testualmente macchine di potere e di clientela
Potrebbe apparire con una visione anti partitica
In realtà vi è al contrario tutta la fiducia in un sistema dei partiti intesi come soggetti fondamentali della vita democratica
Se mai la sua denuncia sul ruolo invasivo dei partiti nei confronti delle istituzioni
Non riuscì a tradursi compiutamente nell'affermazione della necessità di avviare un processo vasto di riforme istituzionali
Berlinguer continuo a credere che fosse sufficiente a recuperare all'interno i l'integrità e la forza dei partiti
Mentre a mio parere il problema era anche quello di costruire istituzioni in grado di garantire una maggiore stabilità agli esecutivi e un nuovo rapporto tra rappresentanza e capacità di governo
Fu un atteggiamento che Berlinguer ebbene anche rispetto alla questione della modernizzazione del Paese
Nel quale taluni potrebbero intravedere una sorta di ritrosia e che si espresse emblematicamente nella sua idea di autorità che con gli occhi di oggi può apparire come la via proposto al loro per superare una difficilissima congiuntura economica
In realtà Berlinguer indicava l'autorità non come misura politica contingente ma come un mezzo per ridiscutere in maniera radicale il modello di sviluppo e di società
Per lui austerità significava rigore serietà ma anche efficienza buon uso delle risorse lotta contro lo spreco contro lo sperpero e l'individualismo esasperato
Nella sua visione non si trattava cioè di un modello statico conservativo privo di slancio verso la crescita e lo sviluppo
Egli proponeva al contrario un modello nel quale la creazione di ricchezza passasse attraverso il super ma rammento degli squilibri delle ingiustizie delle contraddizioni e diseguaglianza
L'Italia ai realtà intrapreso fin dalla metà degli anni ottanta la strada della modernizzazione così come era necessario
Ma è innegabile che i frutti migliori di questo processo in termini di riforme del mercato
Dei servizi pubblici e dell'amministrazione pubblica dei sistemi di protezione sociale si siano avuti quando si è ricercato e trovato un equilibrio tra modernità e quadro di valore
Il melo richiamo ai valori in sé e per sei non fa progredire il Paese ma una modernizzazione senza valori rischia di essere Fracci
Questa concezione che mira ad un modello di sviluppo in cui il benessere non si identifica solo con il possesso di beni
Ed in cui il concetto di ricchezza porta con sé elementi non materiali fatti di solidarietà di conoscenza di capacità di uscire dalla ristrettezza dei confini individuali
è la stessa concezione che Berlinguer pone a base della sua visione del problema del governo dei processi e della mondializzazione dell'economia e della finanza
Sin dalla fine degli anni Settanta Berlinguer acquisisce una Schiara consapevolezza che il futuro degli equilibri mondiali non si giocherà più solo nella contrapposizione tra due blocchi
Ma anche e soprattutto nella contrapposizione tra nord e sud del mondo nel suo jet intervento al parco in Parlamento in occasione dell'invasione dell'Afghanistan Berlinguer
Oltre ad esprimere la dura condanna dell'intervento sovietico sottolinea come le ragioni della pace e dell'eliminazione dei conflitti siano strettamente legati alle ragioni dell'eguaglianza nelle condizioni dei popoli la situazione di forte squilibrio nello sviluppo dell'economia
Della Società dei livelli di istruzione di ricerca sono il terreno di cultura più Fertile nel quale si sviluppano le fratture fra aree diverse del mondo Fazzone più sviluppate e meno sviluppato
Bisogna dare la prova di comprendere cito le sue stesse parole che la causa della pace della giustizia nel mondo non tollera più quei privilegi e quegli sprechi
Quei modelli di vita e di consumo proprio delle società industrializzate i quali offendono feriscono suscitano le legittime reazioni di grandi umanisti masse umane di interi continenti
E questo un tema centrale oggi nelle relazioni internazionali
E nella stessa lotta al terrorismo perché il terrorismo internazionale cerca di sfruttare il risentimento delle masse di popolazioni che stanno ai margini dei processi di produzione e di circolazione della ricchezza a livello mondiale
Aggregando intorno a posizioni fondamentaliste
Uno omini e donne disposti anche al sacrificio personale non solo per fanatismo indottrinamento ma anche per l'assoluta mancanza di prospettive fiducia nella possibilità di accedere a condizioni di vita più dignitoso
Di Berlinguer ci rimane dunque un grande patrimonio di intuizioni e di scelte coraggiose il punto non è oggi quello di stabilire quante di quell'intuizione di quelle scelte fossero allora condivisibili o meno
Il punto fondamentale è che esse furono sempre il frutto di una concezione alta della politica e di un impegno totale è stato un uomo di un rigore straordinaria
Ma non fu mai un politico rigido amava ripetere che le idee politiche per tradursi in realtà
Devono stare sotto la pelle della storia
La politica nella sua concezione deve tendere continuamente a realizzare una sintesi tra spontaneità e riflessione immediatezza e prospettive intuizione il ragionamento
Gli piacevano i pensieri lunghi aveva fiducia nelle idee nel pensiero strategico ma anche nell'atteggiamento critico come costante capacità auto correttiva che la politica deve avere in questo sta probabilmente la forza carismatica di Enrico Berlinguer
Un carisma fatto di parsimonia nell'uso delle parole e di poche immagini fatto di competenza di riservatezza e di compostezza
Tutte doti che insieme componevano il suo carisma inteso come dono come capacità di suscitare fiducia affetto di tante persone
Che condividevano le sue idee ma anche la considerazione e il rispetto da parte di chi quelle idee non poteva condividerle
Ce ne offre una testimonianza emblematica il giudizio che in una pubblicazione ebbe a formulare Cesare Romiti amministratore delegato della FIAT su Enrico Berlinguer
In anni difficili in cui il conflitto sociale assumeva spesso i toni aspri dello scontro io non sono comunista diceva né lo sono mai Berlinguer e un leader che ho sempre contestato
Però non posso dimenticare la sua battaglia sull'onestà pubblica e non posso non apprezzarne il coraggio morale e l'integrità Berlinguer aveva anche la capacità di guardare al futuro al futuro dell'Italia dell'Europa del mondo al futuro dei giovani
Perché non riducessero la propria esperienza la propria esistenza in angusti confini individuale
In un'intervista sui giovani rilasciata nell'ottantuno disse
Il riscatto e la liberazione dei giovani degli uomini presuppone un impegno individuale della singola persona il rispetto delle sue propensioni evocazioni delle sue specifiche preferenze aspirazioni personali dei vari campi
Ma si realizza pienamente duratura mente solo attraverso uno sforzo collettivo un'opera corale una lotta comune
Insomma ci si salva e si va avanti se si agisce insieme e non solo uno per uno
In questa esortazione c'è una visione alta e nobile dell'impegno politico
Essa costituisce la testimonianza più prestigiosa che Berlinguer a lancia ha lasciato non solo i suoi compagni di partito e a chi mi ha condiviso le battaglie nella sinistra italiana ed europea
Ma anche a chi come me avendo militato suo opposte sponde politiche
Ne ricorda l'impegno serio e rigoroso nella vita dell'Istituzione che ho l'onore di presiedere
Proprio questo rigore morale questa dedizione intransigenza civile
E per tutti coloro che lo hanno conosciuto indipendentemente dalle loro idee di oggi e di ieri
L'eredità più vera di questo leader politico che ha dedicato la sua vita la ricerca di una via italiana per la sinistra che salvaguardasse le nostre peculiarità nazionali
Signor Presidente della Repubblica signor Presidente della Camera
Cara signora letizia Berlinguer
Cari Bianca Maria Marco
Cari Giovanni e Luigi
Cari colleghi parlamentari gentili ospiti
Enrico Berlinguer è stato uno dei protagonisti maggiori della storia dell'Italia repubblicana
Egli fu senza dubbio tra le grandi personalità della generazione che venne subito dopo quella dei padri fondatori della Repubblica
E fu anche uno dei pochi leader italiani del dopoguerra ad avere assunto un rilievo nella vita politica internazionale
Dove seppe conquistare stima e prestigio e suscitare attenzione verso l'esperienza del comunismo italiano non solo negli ambienti politici ma anche in una opinione pubblica più larga e tutto ciò appare ancora più singolare e straordinario in quanto Enrico Berlinguer fu un leader politico che non raggiunse mai la possibilità di governare il nostro Paese
L'Italia e il mondo sono profondamente mutati rispetto al suo tempo
è caduto il Muro di Berlino e finita la guerra fredda Unione Sovietica scomparsa dell'intera costruzione del socialismo reale dell'Est è crollato
Non esiste più un vero e proprio movimento comunista internazionale e la sinistra si trova ad operare in uno scenario nuovo è assai diverso rispetto a quello nel quale Berlinguer elaborò la sua critica al dogmatismo sovietico e la sua visione dell'euro comunismo ed è la terza di in Italia quel sistema dei partiti di cui egli fu uno dei protagonisti e di cui difese il valore democratico pure percependo nei limiti e la crisi è crollato all'inizio degli anni Novanta
Non esistono più il suo partito il PC la Democrazia Cristiana il Partito socialista e le altre formazioni che hanno dato vita alla cosiddetta Prima Repubblica
Ci misuriamo in un quadro del tutto nuovo con le sfide di un bipolarismo che sia pure confuso e fragile
Ha consentito tuttavia nel breve volgere di un decennio sia gli eredi del Movimento sociale italiano sia agli eredi del Pci di governare il Paese
Cosa questa che nei quarantacinque anni precedenti sarebbe stata considerata impensabile
Molte cose dunque sono cambiate
E nulla è come prima
Eppure Enrico Berlinguer che potrebbe apparirci ed è per molti aspetti un uomo di un altro tempo continua ad esercitare un grande fascino persino tra giovani militanti che non lo hanno mai conosciuti
Continua ad essere al centro di dibattiti controversi appassionati e a venire considerato una fonte ispiratrice per la politica di oggi
Si tratta davvero di un segno straordinario della sua personalità e del suo carisma dell'impronta lasciata dalla sua esperienza umana politica e intellettuale
Io voglio solo esprimere l'auspicio che accanto al dibattito politico nel quale non può che essere considerato legittimo da parte di chiunque riferirsi all'insegnamento e al pensiero di Enrico Berlinguer
Si sviluppi più ampiamente una riflessione critica ad una ricerca storiografica
Capace di affrontare più serenamente non solo la valutazione dell'opera sua
Ma sull'intero periodo storico di cui egli fu protagonista accanto ad altri un periodo complesso e drammatico così cruciale nella storia italiana e così importanti anche ai fini della comprensione dei problemi di oggi
In questa sede non c'è da parte mia la pretesa di contribuire a tale ricerca né del resto questo il luogo per alimentare un dibattito destinato a proseguire in futuro
Più semplicemente abbiamo la volontà di ricordare insieme con un omaggio sincero ad una riflessione aperta
Un uomo che seppe conquistare rispetto e stima non solo da parte dei suoi compagni ed amici ma anche da parte di molti avversari
Un uomo soprattutto che vende continua ad avere l'affetto di moltissimi cittadini comuni cosa certamente non facile in un Paese da sempre diffidente verso la politica ed i suoi protagonisti
Della prima giovinezza di Enrico Berlinguer che nacque a Sassari il venticinque maggio del mille novecentoventidue da Mario Berlinguer e Mariuccia Loriga ha scritto magistralmente Giuseppe Fiori
E la sua biografia resta una lettura essenziale per comprendere i caratteri sentimenti d'ispirazione ideale di Enrico
Crebbe in una famiglia di borghesia intellettuale aperte di forte ispirazione democratica
Dal nonno paterno Enrico di chi prese il nome repubblicano e mazziniano a quello materno scienziato igienista di idee socialiste positivisti al padre Mario coraggioso avvocato antifascista
Deputato liberaldemocratico a trentatré anni accanto Giovanni Amendola e poi esponente del Partito d'Azione
Il fratello Giovanni ha rievocato di recente la formazione giovanile di Enrico e sua le prime letture all'epoca proibite poi la scelta di diventare comunista nell'estate del quarantatré alla vigilia della liberazione della Sardegna
Certamente come molti giovani della sua generazione egli fu spinto a quella scelta dal sentimento antifascista e dalla considerazione che il PC era stato nella lotta contro il regime la forza più conseguente ed atti
Ma penso anche commedie via ricordare molti anni dopo in un'intervista denso Biaggi l'incontro con gli operai e con gli artigiani
Che avevano seguito Bordiga e che anche durante il fascismo avevano conservato i loro ideali c'era nelle loro vicende egli aggiunse molta suggestione
Colpisce in un uomo con il suo carattere timido schivo quasi Hristo creati con i tratti questa capacità di rapporto con le persone più semplici che mantenne per tutta la sua vita
Questa attenzione così piena di rispetto e di umanità che nasce anche dalla solidarietà verso chi vive l'esperienza della fatica soffre sulla pelle di ingiustizia sociale
Tutto ciò fu molto importante nella sua formazione
E si collocò alla radice di quel suo comunismo etico più che ideologico che ne fece una personalità per molti aspetti singolare straordinarie e questo contratto profondo che aiuta a capire perché egli molti anni dopo rivendicò con orgoglio come un suo merito né essere rimasto fedele agli ideali della propria giovinezza
Credo che Enrico Berlinguer non amasse la battuta Celebre e pungente di Giancarlo Paietta
Secondo cui si era iscritto giovanissimo alla direzione del PC
In primo luogo perché contestava che fosse vero
Ricordo che quando fu inviato dopo l'esperienza di segretario della FIGC a far parte della segreteria regionale della Puglia
Mi disse forse per incoraggiarmi che anche a luglio era capitato ritornare in Sardegna per aiutare il segretario dell'epoca Renzo Laconi e aggiunse che l'esperienza aveva avuto per lui un grande valore formativo
In effetti quella era la regola piuttosto severa del partito di allora
Più che una carriera burocratica quello che si doveva seguire era un percorso educativo
Fondato su esperienze diverse prove di direzioni occasioni per conoscere la realtà internazionale
In un vero e proprio processo di formazione della classe dirigente governato dall'alto in modo selettivo e illuminato almeno sino a quando quel modello ha ben funzionato
Lungo questo cammino
Berlinguer sviluppo le sue qualità che comprendevano la disciplina ed il senso del partito
Espressione quest'ultima carica di ambiguità
E che però nella sua versione migliore non significava affatto rinunzia alla propria individualità ma capacità di porre le proprie ambizioni al servizio di una causa comune di un organismo collettivo senza vanità ed arroganza
Berlinguer e per i risultati del suo lavoro ed anche per l'equilibrio politico dimostrato nel confronto aspro e complesso che segui la morte di Togliatti seppe affermarsi fino ad essere indicato come la personalità sulla quale puntare per la leadership del partito
E il febbraio del mille novecentosessantanove quando a conclusione del dodicesimo congresso del PC e gli affianca Luigi Longo assumendo la carica di vice segretario
Enrico Berlinguer si affaccia così sulla scena politica italiana
E si presenta quella larga parte dell'opinione pubblica che non lo conosce lo fa con un discorso di grande apertura politica e culturale rivolto molto alla generazione più giovane quella generazione che era stata protagonista del mille novecentosessantotto e verso la quale egli getta da subito un ponte che si rivelerà fondamentale per il destino della sinistra italiana
Da quel momento Berlinguer diventa uno dei protagonisti della vita politica
E lo sarà fino alla drammatica serata di Padova il sette giugno di vent'anni fa quando il male improvvisamente lo aggredisce sottraendolo per sempre l'impegno e andati
I quindici anni che vanno dalla rottura del mille novecentosessantotto fino alla scomparsa di Berlinguer sono stati un periodo cruciale per la storia del Paese
Una stagione segnata da grandi trasformazioni sfide drammatiche per la nostra democrazia
è quella l'Italia che vive il declino del centrosinistra
Che conosce le grandi lotte operaie giovanili il moto di liberazione femminile i mutamenti del costume del senso comune testimoniati dalle battaglie per i diritti civili
Ma è anche un Paese non va dimenticato nel quale si accresce la difficoltà del sistema politico e delle istituzioni
A dare risposta ai grandi bisogni sociali e a un nuovo spirito pur anche in altri paesi negli anni sessanta e settanta si manifestarono fenomeni analoghi che dettero avvio vari cambi radicali della classe dirigente nell'esperienza di governo in Francia inizia nel sessantotto la lunga marcia di metterà verso l'Eliseo mentre in Germania si avvia quel processo che preceduto dalla grosse coalizioni porterà l'Spd alla guida del Paese
In Italia questa prospettiva gli alternanza nella guida del governo appare preclusa e il Paese risulta prigioniero di un'anomalia segnata da un lato dalla fragilità delle sue istituzioni democratiche
Con la costante tentazioni autoritaria di una parte delle classi dirigenti e il peso di poteri illegali dall'altro dall'esistenza di un forte partito comunista
Non abilitato però a rappresentare un'alternativa di governo nell'Europa ancora divisa dalla guerra fredda
E in questo contesto che l'Italia si misura con il rischio di indebolimento e persino di un degrado del sistema democratico
Un rischio che Berlinguer percepì Modou acutissimo
La strategia del compromesso storico fu il modo in cui egli cercò di forzare i limiti entro i quali si sviluppava l'azione del PC
Di consolidare difendere il sistema democratico attraverso il dialogo e la cooperazione tra le grandi forze popolari cercando nello stesso tempo di avvicinare i comunisti italiani all'area di governo e ad una cultura di governo
Questa strategia non è riducibile all'esperienza dei governi di unità nazionale
Nel mille novecentosettantotto dei Eugenio Scalfari che gli chiese di spiegare con parole semplici cosa fosse davvero il compromesso storico Berlinguer rispose
Noi siamo certi che l'Italia è un Paese che ha bisogno di grandi trasformazioni sociali economiche politiche un rinnovamento profondo delle strutture della morale pubblica e dell'organizzazione sociale
è impossibile cominciare condurre avanti queste trasformazioni
Senza l'accordo delle grandi forze sociali operai borghesia produttiva contadini masse giovanili e femminili e politiche comunisti socialisti cattolici laici laici
Questa corresponsabilità storica non vincola necessariamente tutti a partecipare alla maggioranza e al governo
Sono possibili e di volta in volta formule politiche coalizioni di governo e maggioranza diverso purché rimangano quella comune responsabilità
Quella solidarietà fra gli italiani quello sforzo di comprensione reciproca e soprattutto l'impegno comune di trasformare il Paese questo è il compromesso storico
E certo possibile oggi
Ritenere che per rendere effettivo quel ricambio di formule di governo e dunque concreta un'alternanza tra forze progressiste conservatrici come accadeva nel resto d'Europa
Sarebbero state necessarie innovazioni più radicali di fronte alle quali lo stesso Berlinguer si arrestò
Ma sarebbe assurdo rimproverare a Luigi non aver compiuto cambiamenti e svolte
Che richiesero anche ai suoi successori che noi fra questi anni di maturazione che si compirono soltanto di fronte a rotture storiche profonde la caduta del muro di Berlino il mutamento radicale del un testo mondiale
Vale piuttosto la pena di ricordare
Come senza l'assunzione di quella responsabilità comune da parte del più grande partito di opposizione difficilmente il Paese avrebbe affrontato con successo la sfida dell'eversione del terrorismo
La grave crisi economica e finanziaria che investì l'Italia la metà degli anni Settanta
Il ruolo di frontiera del Pci di Berlinguer
Valse se non ad evitare almeno ad arginare la crisi del rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni
E a consolidare nel Paese un quadro di valori largamente condivisi componente essenziale queste nella tenuta di ogni democrazia
E in questo senso fu fondamentale il suo impegno nel rapporto con il mondo cattolico
Una relazione che si spinse oltre i confini del dialogo coltivando un vero e proprio incontro sul terreno dei valori e della concezione dell'etica pubblica
Su questo piano del resto oltre alla ricchezza delle lavorazione politica intellettuale
Fu il suo profilo umano affare di Berlinguer un leader comunista singolarmente compreso e apprezzato e persino Amato da molti cattolici italiani
Penso che tutto ciò contribuì non poco a far uscire l'Italia dal clima della guerra fredda
E a gettare le basi per una collaborazione più organica tra una parte del mondo cattolico e la sinistra collaborazione senza la quale non avrebbe mai potuto realizzarsi poi in questo Paese una vera democrazia dell'alternanza
Egualmente fu nel quadro della politica del compromesso storico che maturò quella convergenza sulle grandi scelte della politica estera
E quel mutamento della collocazione internazionale del PC che resta forse il contributo più importante di Enrico Berlinguer al rafforzamento della nostra democrazia italiana Giorgio Napolitano in una recente della conferenza sull'impegno europeista di Enrico Berlinguer
Ha rievocato il rapporto che si costruissero Altiero Spinelli e segretario del PC
Si trattò di una collaborazione viva resa più semplice da una stima reciproca e da una sincera convergenza ideale e politica dice Napolitano fu Berlinguer a far proprie le impostazioni più avanzate dell'europeismo italiano
Portando a compimento l'evoluzione di un decennio cui avevano contribuito grandi personalità come Giorgio Amendola Nilde Iotti Silvio Leonard egli superò coraggiosamente ogni possibile poco credibile distinzione tra scelte europeista e scelta Atlantic arrivando a sostenere che anche la prospettiva del socialismo in Occidente perseguita dal pc
Fosse meno a rischio grazie all'ombrello protettivo della NATO rispetto all'egemonia Isma'sovietico nella teoria brezneviana della sovranità limitata
Credo si possa dire che questa visione non venne nella sostanza mai meno neppure nei momenti di conflitto e contraddizione come furono quelle degli anni successivi di crisi della politica di distensione e di contrasto sulla scelta degli euromissili
E ancora Giorgio Napolitano che ricorda la testimonianza di Altiero Spinelli nei giorni della scomparsa di Berlinguer
Quest'uomo chiuso intenso mi piaceva della sua scomparsa mi rattrista fino al fondo della e ancora egli ha capito come pochi il significato della politica europea se ne va lasciando in eredità un partito democratico europeo
Berlinguer cercò di spingersi oltre
E certe e cioè di proiettare su scala internazionale quel nesso tra comunismo e democrazia che fu proprio dell'esperienza italiana
Fu il tentativo dell'euro comunismo e la ricerca di una terza via
Ma questo sforzo si rivelò pure nella sua generosità fragile perché privo di interlocutori significativi nel campo comunista e perché si scontrò con il prevalere di una cristalizzazione dogmatica e totalitaria lesto dopo il sussulto della Primavera di Praga
Rimase la ricollocazione del PC sulla scena internazionale
E l'avvio di un dialogo con la sinistra democratica europea in particolare con la Spd di vibrante eredità comunque importanti per la democrazia italiana e premesse per le innovazioni future della sinistra del nostro Paese
Con il rapimento e l'uccisione di Aldo Moro si avvia il declino della solidarietà nazionale
Che porterà dopo la sconfitta del PC nelle elezioni del settantanove ad una fase nuova della vita politica italiana
Sono gli ultimi anni della vita e dell'azione politica di Enrico Berlinguer
In verità questo passaggio si accompagna anche ad un brusco peggioramento dello scenario mondiale
Dove all'irrigidimento sovietico fa riscontro una ventata neo conservatrice in Occidente
Concorsero dunque molti fattori all'esaurimento della fase politica della solidarietà ma fu la scomparsa di Moro io credo che fece venire meno un punto di riferimento essenziale della politica berlingueriana
Credo che poche persone abbiano vissuto drammaticamente come Enrico Berlinguer
Il contrasto tra la necessità della fermezza ritenuta irrinunciabile per la difesa del sistema democratico e la consapevolezza che il prezzo di quella scelta potesse essere la vita di Aldo Moro
Non solo perché la elaborazione di Berlinguer sul compromesso storico si svolse in parallelo con la ricerca Moro Thea su una terza fase della storia della Repubblica e fu anzi Moro a indicare nel modo più netto una visione della solidarietà in funzione del compimento della democrazia e della possibilità dell'alternanza
Ma anche perché fra i due vi era una comprensione una fiducia sul piano personale
Entrambi avevano il senso della pesante responsabilità della politica
E dei suoi costi anche in termini umani
Il che non significa rinunciare all'ambizione personale o l'esercizio del potere
Ma colloca questi aspetti nell'ambito di una concezione della politica come servizio e responsabilità e nello stesso tempo come svolgimento di grandi disegni storici
Con la morte di Moro e la successive fine della politica di solidarietà sembra chiudersi per Berlinguer il tentativo di una rigenerazione del sistema democratico dei partiti dal suo
Ai suoi occhi viene avanti una nuova idea della politica come occupazione dello Stato clientelismo individualismo arrogante e senza scrupoli
Egli percepisce argutamente con ragione il rischio di una degenerazione del sistema politico
E ponendo la questione morale e pone in realtà il problema della democrazia delle sue basi di consenso e di legittimazione che si sgretola no se viene meno il nesso fra etica e politica
Difficile dire chi avesse torto
Gli anni che seguirono dimostrano che il rischio di un collasso era reale
E la mancata capacità della politica di curare i propri mali finì per delegare ad altri poteri il compito di determinare un ricambio sommario e brutale della classe dirigente del Paese
Tuttavia dobbiamo dire noi
Che fummo con Berlinguer toto corde in quell'aspra battaglia che il nostro errore fu nel non vedere anche le ragioni degli altri ragioni che solo alcuni fra di noi seppero riconoscere la questione morale si presentava anche come l'altra faccia di una democrazia bloccata
Incapace di favorire governi stabili una chiara distinzione di responsabilità tra maggioranza e opposizione un ricambio di classi dirigenti e invece noi guardammo a lungo con diffidenza l'idea di una radicale riforma delle istituzioni o di una democrazia governante preoccupati del rischio con mutamento in chiave presidenzialista
O nuove leggi disegno maggioritario potessero ridurre non solo gli spazi democratici ma il peso condizionante del PC e delle istanze da esso rappresentate
In questo senso la diversità comunista non fu soltanto la difesa orgogliose legittima di un patrimonio morale
Ma anche l'espressione di un'anomalia italiana e della non candidabilità al governo della maggiore forza di opposizione
Non è mia intenzione entrare nel dibattito ancora così vivo che pone a confronto il Berlinguer del compromesso storico con il suo impegno degli ultimi anni
Dibattito nel quale alcuni privilegi o no il periodo della solidarietà considerando gli anni successivi come un momento di arretramento di involuzione
Mentre alti valorizzano la radicalità innovativa della sua opera dal momento in cui egli si liberò dalle pastoie del compromesso con la Democrazia Cristiana
è una discussione legittima ma fortemente segnata com'è ovvio dalla passione politica
Preferisco vedere gli elementi di continuità e anche cercare di liberare l'immagine dell'ultimo Berlinguer da quel duello con Bettino Craxi che ha finito per rappresentare nella mi nell'immaginario di molti i due maggiori leader della sinistra italiana come duellanti del racconto di controllo
La mia opinione e che l'ultimo Berlinguer non sia riducibile lo scontro con Craxi e non solo perché lo scontro l'incomprensione fra DC e PSI proseguirono ben oltre la scomparsa di Enrico Berlinguer
Ma perché in modo non meno aspro nel quadro di una confettura con collaborazione conflittuale di governo gli anni ottanta furono segnati anche uno sconto da uno scontro fra PSI e dici
Mentre con la politica del preambolo si era allentato gravemente anche il filo del dialogo tra comunisti e democristiani
Insomma nella crisi drammatica degli anni Ottanta ciò che venne meno fu proprio il senso di una comune responsabilità tra le forze democratiche segno questo che si era esaurita tutta una fase della storia italiana
E che in modi diversi erano entrati in crisi le culture politiche le formazioni popolari che avevano sorretto la costruzione della democrazia dopo il fascismo e la resistenza
Enrico Berlinguer fu partecipe e testimone di questa grande crisi
Non ha torto chi ha osservato come di recente Aldo Tortorella parlando dell'esaurimento che Berlinguer parlando dell'esaurimento della spinta propulsiva dalla Rivoluzione d'ottobre si riferisse non soltanto all'Est europeo ma anche in qualche maniera le ragioni fondative del Partito Comunista Italiano
Egli si batte appassionatamente dunque per ridare un fondamento ideale all'agire politico innanzitutto del proprio partito
E in questa ricerca sette rivolgere lo sguardo al futuro spingendo sì egli ultimo grande leader comunista ben oltre i confini della sua tradizione lo fece
Sull'onda di quei pensieri lunghi dei quali ci parlo
Che rispondevano alle necessità di interpretare le nuove contraddizioni di dare un senso a ciò che avveniva nel mondo
Lo fece affrontando i temi della liberazione femminile e delle contraddizioni di genere
Misurandosi con contrasto fra nord e sud nel quadro di una globalizzazione priva di governo è portatrice di nuove diseguali
E anzi e di pericoli di guerra affrontando il rapporto tra sviluppo ambiente e dunque del modello di sviluppo e quello della sconvolgente rivoluzione tecnologica nel suo rapporto con la democrazia e la condizione umana in
Questo impegno Berlinguer incrocia non a caso riflessione delle personalità più moderna della sinistra europea David vibrante Olof Palme gli anticipa molti dei grandi nordiche la politica e la sinistra si troveranno ad affrontare
Aree negli anni successivi sino ad oggi
La sua sfida si interruppe qui bruscamente spezzata nel vivo di impegno umano intellettuale vissuto fino all'ultimo con rigore estremo fino alle ultime parole per un ciabatte su quel palco a Padova viene in mente ciò che gli aveva scritto in una lettera Gillo Pontecorvo nel marzo del mille novecentosettantadue eletto segretario del partito
Caro Gillo sono un po'cresciuto ma tu non immagini quanto io senta i limiti della mia forza così impari alle responsabilità che mi sono caduti addosso
Questo contrasto tra la sua apparente fragilità e la forza della sua personalità fu certo una delle ragioni del suo fascino e tante persone Meglio vollero bene anche per questo perché come scrisse Giuseppe Fiori lo sentivano a utenti non scisso tra immagine e realtà
Un uomo giusto e non soltanto un predicatore di giustizia
Un uomo morale e non soltanto un predicatore di moralità in un'epoca di moralismi persino teorizzati come necessità
Quindi