Rassegna stampa sui temi ambientali

Buongiorno agli ascoltatori di radio radicale da Giorgio Spadaccia per la rubrica quale ambiente
Oggi parleremo ancora del problema Energia in Italia costi altissimi petrolio sopra i quaranta dollari prossimo Valé Ry grandi città
L'entrata in vigore del Trattato di Kyoto ci penalizza fortemente si calcola che il trattato di Kyoto
Possa costare all'Italia quasi mezzo punto di prodotto interno lordo quindi parliamo di circa cinque sei mila miliardi di euro l'anno e in queste condizioni
Francamente pesante
Non abbiamo un piano energetico insomma lo scenario perché si affaccia e tragico
Prodi al seminario di Fiesole organizzato da Ermete Realacci
Deputato della Margherita ma anche presidente onorario di Legambiente portato il presidente effettivo di Legambiente per oltre dieci anni Prodi come dicevo ha detto che bisogna rilanciare crespo mente l'uso del carbone perché Alitalia serve energia a basso costo
è scattato subito il niet di Legambiente e naturalmente dei Vietti di Pecoraro Scanio
Il carbone diciamo noi costa meno della metà dell'olio combustibile e almeno un trenta per cento in meno delicate
E le nuove tecnologie ne consentono un uso sei un uso relativamente pulito e quindi almeno nel breve-medio periodo andrebbe utilizzato contro lo smog nelle grandi città il direttore J. tale del ministero dell'Ambiente Corrado Clini prova a rilanciare la rottamazione delle automobili porta una c'è una serie di cifre che potrebbero anche essere interessanti ma in Matteoli il suo ministro dice subito purtroppo non ci sono i soldi
Berlusconi riapre sia pure sui tempi lunghi per la prossima legislatura il discorso sull'opzione nucleare ma tutti questi tutti questi discorsi CEI in realtà si si crea con tutti gli atti e discorsi un gran calderone infatti per grandi linee l'uso dell'energia si può dividere diciamo interesse per un terzo elettricità un terzo trasporti un altro terzo riscaldamento e altro
Lei mi l'ente petrolifero italiano da tempo spinge in tutti i modi di significato
Ma su come ma solo su quello dei gasdotti che ci rende obbligatoriamente dipendenti solo da alcuni Paesi Algeria Lippi Russia
Certo non i più sicuri
Una diversificazione diventa quindi praticamente impossibile e in caso di crisi politica con uno di questi Paesi che succederebbe sì basterebbe tagliare appunto qualche gasdotto emette per metterci in crisi
Nel e altri produttori di energia elettrica premono invece perché si realizzino in Italia almeno cinque gassificatori
Persone che ha significato rigassificatori sono grandi impianti parole povere portuali che consentono la gassificazione del gas liquido trasportato dalle navi mi paniere questo ci sottrarrebbe almeno in parte dalla dipendenza dei gasdotti e permetterebbe una certa diversificazione
Ma i gassificatori dicono alcuni sono molto costosi e anche potenzialmente molto pericolosi insomma un gran caos
In questa situazione però vorrei soffermarmi per ora su quel pezzo di uso di energie a quella elettrica quindi parliamo di produzione elettriche
Il professor Pennisi in un articolo sul tempo ricordava che la Borsa elettrica italiana
Al su quotazioni notturno a ottanta euro per megawattora
Mentre nel centro Europa i pezzi sono attorno ai trentacinque euro per megawattora
Cioè molto meno della metà
Una tale differenziale dice Pennisi non solo penalizza fortemente l'industria italiana
Ma limita comunque l'incidenza e l'efficacia di politiche di rilancio della competitività e della competitività su altri fronti mercato del lavoro sistema bancario eccetera
Pennisi dice ancora enucleare un'opzione ossia una facoltà non un obbligo
Habitat anche ad intraprendere una determinata strada
E però adesso un'opzione molto più costosa di quanto non fosse negli anni settanta e ottanta
Allora ti ricordi bene il nucleare principalmente le centrali di Trino Vercellese e Montalto di Castro
Non veniva perseguito come alternativa all'idroelettrico o al termoelettrico appunto combustibile ma prevalentemente ove non esclusivamente come opzione di cui disporre
Per aumentare la flessibilità degli approvvigionamenti
Bruciata l'opzione nel lessico tecnico autonomi con altri nell'ottantasette ottantotto adesso i tempi e i costi per la prima di nuovo sono elevatissimi a titolo indicativo dice Pennisi il nuovo impianto finlandese di mille seicento Mw costa per miliardi di euro e viene costruito in base al contratto con lo Stato che si impegna ad acquistare la corrente e a smaltire scorie per quarant'anni a qualsiasi costo
In terzo luogo dice ancora Pennisi però siamo forse alla vigilia di forti innovazioni tecnologiche specialmente in Francia Giappone e Germania
In Italia si è abbandonata anche la ricerca in questo campo la discussione super rovente potrebbe fornire soluzioni si accosti e sia e i costi sia le scorie
Occorre non perdere nel nuovo Simoni che stanno per presentarsi conclude in quest'articolo il professor Pennisi
Mentre Enrico Letta l'ex ministro dell'industria
E per la Margherita dice fumo un errore abbandonare il nucleare ma sarebbe un errore ripartire oggi da capo il nucleare non è perduto perché esiste la possibilità di lavorarci fuori dall'Italia
Nella logica degli accordi internazionali e qui chiaramente
L'ex ministro dell'industria Enrico Letta si riferisce all'ENEL e agli investimenti che l'ENEL affatto chi Slovacchia dove ha acquistato ha acquisito la maggioranza delle azioni della società slovacca della più grande società elettrica slovacca che appunto anche impianti nucleari e quindi chiaramente a questi impianti andranno andranno rivisti fatti degli Investimenti e attraversa su questa strada
Lehner diciamo intende riprendere competenze nel settore nucleare
E poi diamo ma qual è la una strategia del più grande ente elettrico italiano appunto Lehner ex monopolista assoluto ancora oggi detiene di fatto più del sessanta per cento della produzione di energia elettrica
Nei prossimi cinque anni l'ENEL dovrebbe arrivare a riconvertire le centrali a olio combustibile passando al carbone
L'amministratore delegato dell'ENEL Scaroni in una trasmissione Corno via radio radicale disse
Noi ci siamo permessi di usare l'olio combustibile che lo Chanel numero cinque dei combustibili non ce lo possiamo più permettere
In buona sostanza nei prossimi anni lo scenario che l'ENEL sta realizzando il quinto un terzo Carbone col terzo Garcia un terzo energie rinnovabili
Ma quali sono i costi con i diversi sistemi
Lei nella fornisce queste cifre
La fronte di la Ponte di gran lunga più economica questo lo sapevamo e quella idroelettrica
Il costo è di circa venti euro a megawattora
Poi viene il carbone circa trentacinque euro a megawattora
C'è però chi compete questa cifra perché dice si riferisce a Bocca di porto che in termini tecnici significa in parole in parole dei in parole povere vai considerato anche il corso il costo del trasporto che si potrebbe calcolare appanna in circa cinque euro quindi passeremo dai trentacinque e che farà ai quaranta euro legato secondo l'ENEL costerebbe cinquanta euro a megawattora
E infine o Chanel numero cinque come lo chiama Scaroni amministrato regalo dell'ENEL cioè l'olio combustibile costerebbe settanta euro a megawattora ma addirittura questa cifra forse era calcolata con il petrolio a venticinque dollari al barile quindi oggi sarebbe parecchio di più ancora
Ma il nucleare quanto costerebbe a me che l'attore e qui veramente diamo i numeri al lotto girano cifre francamente assolutamente inaccettabile attendibili
Perché perché una cosa è fare i conti in un Paese come la Francia
Dove un intero sistema è stato costruito e realizzato negli anni settanta
Ma quali sarebbero oggi i costi di una singola centrale e i costi dello smantellamento e delle scorie come vanno calcolate
Le risposte sono le più diverse e le più opposti però oggi ci fermiamo qui nelle prossime puntate proveremo a capirci qualcosa di più anche in questo settore sappiamo che sarà difficile Enti forse i numeri saranno in questo caso di più diverso venivano e con questo chiudiamo trasmissione di oggi e un saluto agli ascoltatori di radio radicale