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Mentre l'esecutivo si avvia ad esaminare il testo sul trasferimento dei poteri dallo Stato alle Regioni, Francesco Rutelli annuncia: «Contrasteremo la linea del governo sulla devoluzione e siamo pronti ad avviare la campagna elettorale per la conferma della riforma costituzionale sul federalismo».
L'Ulivo prende posizione anche sulla data della consultazione: «Preferiremmo il 14 ottobre.
E' l'ultimo giorno utile e darebbe tempo e modo ai cittadini italiani di formarsi un'opinione» Roma, 2 agosto 2001 - L'Ulivo, dunque, si opporrà alla linea del Governo sulla Devolution.
Lo annunciano, in … una conferenza stampa, Francesco Rutelli e i presidenti delle Regioni governate dall'Ulivo: Errani (Emilia-Romagna), Martini (Toscana), D'Ambrosio (Marche) e Lorenzetti (Umbria).
«Contrasteremo la linea del governo - afferma l'ex candidato premier - perchè è una linea veramente buffa: da una parte si parla di federalismo, ma dall'altra si decide di accentrare ancora di più i poteri».
Naturalmente, circa il referendum confermativo del prossimo autunno, il Centrosinistra «sarà mobilitato per il sì».
«La riforma varata nella scorsa legislatura - spiega ancora Rutelli - è un passo importantissimo, che viene contrastato dal Centrodestra.
Dopo l'approvazione del referendum si farà la seconda parte di questa riforma: sarà il secondo tempo della riforma federalista».
A delinearne i punti essenziali è Vasco Errani.
La proposta di legge dell'Ulivo prevederà l'istituzione di una camera federale, la riduzione del numero dei deputati da 630 a 400 e il potere di nomina di un quarto dei componenti della Corte Costituzionale affidato alla camera federale.
«Noi siamo molto critici nei confronti del Governo», afferma Francesco Rutelli.
«L'esecutivo ha tagliato invece di dare poteri alle Regioni.
E quando parla di devolution, parla di qualcosa che andrà a solo vantaggio delle regioni più ricche.
E' per questo che il federalismo alla maniera di Bossi non ci piace».
Una riforma «veramente buffa» la definisce Rutelli.
«Da una parte si parla di federalismo, ma dall'altra si decide di accentrare ancora di più i poteri».
«Quello che emerge è che c'è una grande confusione», aggiunge Errani.
Confusione e distrazione.
Non dissimile il commento degli altri presidenti di Regione.
«E' una confusione - aggiunge Rita Lorenzetti - che crea problemi a chi governa le regioni, che devono subire docce calde alternate a docce fredde ed assistono a continui annunci e ritirate.
E' poi il governo arriva con la Legge Lunardi, che accentra tutti i poteri a Palazzo Chigi, straccia la programmazione delle opere e porta ad una situazione già vista, quella in cui si decidono le infrastrutture non perchè servono ma per dare appalti».
Il governatore della Toscana Martini si dichiara convinto che il progetto di Devolution che presenterà il governo «sarà la semplice ripresa del referendum lombardo, come se ciò che interessa la Lombardia dovesse per forza adattarsi a tutte le altre regioni».
Il presidente della regione Marche D'Ambrosio, critica il governo per non aver convocato la conferenza Stato-città giudicandolo «un segno di grave distrazione».
In vista del referendum l'Ulivo naturalmente sarà mobilitato per il sì.
«Perchè - sono parole dell'ex candidato premier - la grande parte degli elettori si dichiari a favore di questa riforma che è il primo passo di un disegno di trasferimento dei poteri al sistema delle autonomie».
La riforma varata dal Centrosinistra, è considerata «un passo importantissimo, che viene contrastato dal Centrodestra».
«Dopo l'approvazione del referendum - aggiunge Rutelli - si farà la seconda parte di questa riforma: sarà il secondo tempo della riforma federalista».
La fase due della riforma dell'Ulivo è esposta sinteticamente ancora da Vasco Errani.
Il presidente della Regione Emilia Romagna dichiara che sarà presto presentata una proposta di legge per completare il progetto federalista: i punti fondamentali saranno l'istituzione di una camera federale, la riduzione del numero dei deputati da 630 a 400 e il potere di nomina di un quarto deicomponenti della Corte Costituzionale affidato alla camera federale.
L'Ulivo prende posizione anche sulla data della consultazione: «Preferiremmo il 14 ottobre.
E' l'ultimo giorno utile e darebbe tempo e modo ai cittadini italiani di formarsi un'opinione» Roma, 2 agosto 2001 - L'Ulivo, dunque, si opporrà alla linea del Governo sulla Devolution.
Lo annunciano, in … una conferenza stampa, Francesco Rutelli e i presidenti delle Regioni governate dall'Ulivo: Errani (Emilia-Romagna), Martini (Toscana), D'Ambrosio (Marche) e Lorenzetti (Umbria).
«Contrasteremo la linea del governo - afferma l'ex candidato premier - perchè è una linea veramente buffa: da una parte si parla di federalismo, ma dall'altra si decide di accentrare ancora di più i poteri».
Naturalmente, circa il referendum confermativo del prossimo autunno, il Centrosinistra «sarà mobilitato per il sì».
«La riforma varata nella scorsa legislatura - spiega ancora Rutelli - è un passo importantissimo, che viene contrastato dal Centrodestra.
Dopo l'approvazione del referendum si farà la seconda parte di questa riforma: sarà il secondo tempo della riforma federalista».
A delinearne i punti essenziali è Vasco Errani.
La proposta di legge dell'Ulivo prevederà l'istituzione di una camera federale, la riduzione del numero dei deputati da 630 a 400 e il potere di nomina di un quarto dei componenti della Corte Costituzionale affidato alla camera federale.
«Noi siamo molto critici nei confronti del Governo», afferma Francesco Rutelli.
«L'esecutivo ha tagliato invece di dare poteri alle Regioni.
E quando parla di devolution, parla di qualcosa che andrà a solo vantaggio delle regioni più ricche.
E' per questo che il federalismo alla maniera di Bossi non ci piace».
Una riforma «veramente buffa» la definisce Rutelli.
«Da una parte si parla di federalismo, ma dall'altra si decide di accentrare ancora di più i poteri».
«Quello che emerge è che c'è una grande confusione», aggiunge Errani.
Confusione e distrazione.
Non dissimile il commento degli altri presidenti di Regione.
«E' una confusione - aggiunge Rita Lorenzetti - che crea problemi a chi governa le regioni, che devono subire docce calde alternate a docce fredde ed assistono a continui annunci e ritirate.
E' poi il governo arriva con la Legge Lunardi, che accentra tutti i poteri a Palazzo Chigi, straccia la programmazione delle opere e porta ad una situazione già vista, quella in cui si decidono le infrastrutture non perchè servono ma per dare appalti».
Il governatore della Toscana Martini si dichiara convinto che il progetto di Devolution che presenterà il governo «sarà la semplice ripresa del referendum lombardo, come se ciò che interessa la Lombardia dovesse per forza adattarsi a tutte le altre regioni».
Il presidente della regione Marche D'Ambrosio, critica il governo per non aver convocato la conferenza Stato-città giudicandolo «un segno di grave distrazione».
In vista del referendum l'Ulivo naturalmente sarà mobilitato per il sì.
«Perchè - sono parole dell'ex candidato premier - la grande parte degli elettori si dichiari a favore di questa riforma che è il primo passo di un disegno di trasferimento dei poteri al sistema delle autonomie».
La riforma varata dal Centrosinistra, è considerata «un passo importantissimo, che viene contrastato dal Centrodestra».
«Dopo l'approvazione del referendum - aggiunge Rutelli - si farà la seconda parte di questa riforma: sarà il secondo tempo della riforma federalista».
La fase due della riforma dell'Ulivo è esposta sinteticamente ancora da Vasco Errani.
Il presidente della Regione Emilia Romagna dichiara che sarà presto presentata una proposta di legge per completare il progetto federalista: i punti fondamentali saranno l'istituzione di una camera federale, la riduzione del numero dei deputati da 630 a 400 e il potere di nomina di un quarto deicomponenti della Corte Costituzionale affidato alla camera federale.
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