Questa proposta, secondo il ministro, anziché modernizzare l'università italiana, riaprirebbe la strada a una inaccettabile selezione di classe.
Alle affermazioni di Mussi replica un altro esponente dei Democratici di sinistra, Michele Magno, con un articolo pubblicato ieri sul Foglio.
Magno, prendendo a modello il sistema americano (dove, contrariamente a quello che si crede, la spesa pubblica che … va allo studio postsecondario è, in rapporto al pil, quasi doppia di quella italiana), ma anche quella «riforma a costo zero» proposta sessant'anni fa da Luigi Einaudi, ricorda che il valore legale del titolo di studio implica la natura di impiegati pubblici di coloro che possono rilasciarlo.
Questi due fattori insieme sono alla base di quella realtà corporativa e fintamente egualitaria che è l'università italiana, dove tutti i diplomi sono uguali per legge, tutti i docenti sono retribuiti allo stesso modo e tutti gli studenti sono liberi di frequentare l'università a tempo indeterminato a «prezzi politici», che peraltro escludono i più svantaggiati.
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