Il cinema non è solo il cinema - Film, politica e libertà: "La mia magnifica ossessione" di Bernardo Bertolucci

Un saluto da Gianfranco Cercone
è da sette anni che non esce un nuovo film di Bernardo Bertolucci l'ultimo è stato detto riverso del due mila e tre un film ambientato al tempo del sessantotto francese
Chi come me ama il suo cinema può però consolarsi con un libro si intitola la mia magnifica ossessione ed è uscito in questi giorni da Garzanti l'autore che appunto lo stesso Bernardo Bertolucci
Perché si intende almeno un po'di cinema questo titolo la mia magnifica ossessione ripercuote riprende il titolo di un classico del cinema americano
è una perifrasi quasi convenzionale risaputa che significa né più né meno il cinema
Il sottotitolo è scritti ricordi interventi mille novecentosessantadue due mila dieci e insomma si tratta di una raccolta di testi sul cinema già usciti sui giornali o riviste specializzate
Oppure sono trascrizioni di interventi orali tutori accolta raccolto e disordinato a cura di due critici che si chiamano Fabio Francione e Piero Spina
Prendendo in mano il libro io sono nato subito a leggere il testo del due mila dieci ma proprio con lo spirito con cui si cercano notizie di una persona che ci interessa per della quale abbiamo perso le tracce da qualche tempo
Questo testo è la prefazione che Bertolucci ha scritto per il volume due paginette scarse
Dalle quali apprendiamo che ha visto avatar di James Cameron attribuendo lumbard una città dell'India meridionale
Insieme al pubblico popolare che affollano la sala applaudendo dice Bertolucci compassione divertimento
A ogni sconfitta dei cattivi che come osserva e come d'altra parte è evidente ricordano i soldati americani che invadono Iraq
Ecco uno dei temi che percorrono tutto il libro e la difesa del cinema americano contrordine scritto una sinistra ottusa e moralistica che lo ha liquidato tutto intero come un cinema di propaganda filo imperialista e così via
E questo proposito Bertolucci ricorda di aver scritto un articolo in difesa del cacciatore Confidi Michael Cimino del mille novecentosessantasei sulla guerra in Vietnam che aveva suscitato indignazione protesta in una parte della sinistra
Perché Bertolucci Veredice in questo articolo ha festeggiato come un film spietato nel descrivere la spietatezza dei vietcong il tutto diritto in senso elogiativo positivo
Ora da queste considerazioni può sembrare forse che la difesa del cinema americano così come esaltazione del cinema francese che forse Bertolucci ha ma anche di più sia basata su argomenti tutti contenutistici ma non è così
Perché uno dei leit motiv del libro nella difesa anche del piacere del cinema contro una lettura del cinema tutta ideologica che cioè assolve o condanna i film in base alla correttezza dei loro contenuti
La mia magnifica ossessione contiene alcuni testi di critica cinematografica occasionali perché Bertolucci non ha mai esercitato il mestiere del critico
Per i che li riguardano soltanto film Daloui particolarmente amati
In accordo con un Consiglio i critici di un grande cineasta francese particolarmente ammirato da Bertolucci diciamo noir
Il quale diceva discutibili mente a mio parere
Non perdete tempo dire male dei film che detestati parlate invece dei finché Amati e dividete con gli altri il vostro piacere
Ecco nelle pagine del film libro di Bertolucci si parla di Fini di grandi autori purtroppo oggi poco visti poco conosciuti anche perché
La televisione lunedì propone qua quasi mai come Godard Ophüls o anche dopo l'osso
E tra queste pagine spicca forse una particolarmente limpida
In cui viene raccontato il finale
Di luci della ribalta di Charlie Chaplin con uno sguardo che molto attento alle interazioni psicologiche tra i personaggi
Ma che fa anche intuire subito al lettore caso mai avesse dimenticato quella celebre scena come questo aspetto interiore del racconto
Si traduce in immagini
Ma la mia magnifica ossessione anche un libro di ritratti e fra gli altri spicca quello di Pier Paolo Pasolini Bertolucci fu il giovanissimo aiutoregista per il suo primo film marcatore
Un ritratto un po'spigliato dal quale trapela il fascino e la curiosità che un artista già affermato già celebre come Pasolini A due A più o meno quarantenni poteva suscitare in un ragazzo
E che si compone anche di alcune annotazioni molto intime come quando a un insieme in macchina sul sette i sospiri di Pasolini vicino agli archi dei ponti o degli acquedotti romani
Che insomma rimandano rimandano evidentemente alla dalle sue abitudini private sessuali I teatri del suo Eros
Oppure e lacrime di Pasolini nel buio di una sala durante la proiezione dell'intendente San Lucio Dimich su Goci che è un classico del cinema giapponese
Tra i personaggi ritratti nel libro c'è poi anche il Dalai lama che diventi un referente di Bertolucci quando gira il piccolo Buddha un film che anche una lettura personale del buddismo tibetano
Già il titolo del film poteva suonare irriverente Buddha può essere forse Picco
Ma il Dalai Lama con la sua saggezza un po'gli darei divertita dopo una riflessione avalla quel titolo anche perché dice siamo tutti i bambini e dentro di cui c'è un piccolo Buddha
Così come poi approva la scelta dilatori cinese per il ruolo di un lama tibetano scelta che in un primo tempo aveva scandalizzato Richard TIA
Arezzo avranno forse di questo libro affastellato un po'di spunti disparati
Ma spero almeno di aver suggerito
Che la magnifica ossessione un libro per sua natura frammentario però ricco e interessante che ci consente di ripercorrere tutti finti Bertolucci in compagnia del suo autore
E di passare qualche giornata in dialogo per così dire con un grande autore cinematografico