20 LUG 1994

Intervento di Marco Pannella, parlamentare europeo, sulle prospettive istituzionali dell'Europa

STRALCIO | - Parlamento Europeo - 00:00 Durata: 5 min 42 sec
A cura di Andrea Maori
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Registrazione video di "Intervento di Marco Pannella, parlamentare europeo, sulle prospettive istituzionali dell'Europa", registrato a Parlamento Europeo mercoledì 20 luglio 1994 alle 00:00.

Sono intervenuti: Marco Pannella (parlamentare europeo).

Sono stati discussi i seguenti argomenti: Accordi Internazionali, Are, Cee, Commissione Ue, Consiglio Europeo, Delors, Europa, Federalismo, Governo, Istituzioni, Iv, Maastricht, Parlamento Europeo, Spinelli, Stato, Unione Europea.

La registrazione video ha una durata di 5 minuti.

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  • Marco Pannella

    parlamentare europeo

    Signor Presidente del Parlamento, Signori Presidenti del Consiglio e della Commissione, le Istituzioni europee hanno certamente una loro scusa nell`ambito del nostro fallimento generale. Infatti, lo stesso nostro Parlamento non ha nulla di un Parlamento ed il problema non è tanto quello dei poteri di cui non dispone, quanto quello dei poteri di cui dispone e che non ha mai saputo esercitare. Tali poteri gli avrebbero consentito - data l'urgenza che tale esigenza riveste per coloro che vogliono l`Europa - di creare uno Stato di diritto non antidemocratico ed antiparlamentare come quello odiemo. Se uno Stato istituzionale come il nostro sollecitasse la sua ammissione nell`Unione europea, esso si vedrebbe opporre un rifiuto. Come pensare che uno Stato possa osare presentarsi quale candidato all`ammissione nella nostra Unione senza avere la levatura di uno Stato di diritto, senza essere dotato di una dialettica dei poteri, senza essersi costituito in una democrazia rappresentativa ed essendo connotato da una situazione caotica e rozza di innovazione che neppure può vantare la tragica nobiltà di un comunismo o fascismo! Siete stati gli innovatori del nulla: dov`è lo Stato di diritto, dove sono i Montesqieu, dov'è il Parlamento? L'Unione ha un suo govemo, un capo di Stato, un esercito, un'idea federale? Regolarmente toma a farsi avanti la mediocre presunzione di individuare nuove forme possibili per generare la storia e amministrare la vita delle Istituzioni e dei popoli. Come rimangono sorpresi questi innovatori, signor Presidente, nello sperimentare la fondatezza del più antico principio conosciuto dall'uomo, e cioè che è più facile seminare poco per volta e ogni giomo qualcosa che scalzare i vecchi alberi, la vecchia cultura, più facile aspettare che crescano i frutti invece che distruggere ogni volta quanto già acquisito, e mi riferisco all'Atto unico del Lussemburgo o a Maastricht o ad altre realtà ancora. No, lo Stato di diritto non esiste. Ma noi siamo qui e vi aiuteremo, giacché ciò che non era riuscito ad Altiero Spinelli è riuscito a noi. Grazie all'Alleanza radicale europea vi è finalmente, in quest`Aula, un gruppo federalista costituito, e sarà operante. Tenteremo di aiutarvi lottando contro le cause che detenninano l'assenza dell`Europa e la sua mancanza di dignità, a Sarajevo, nel Ruanda, e dovunque. Domani, saremo tra i parlamentari che vi diranno che, se volete nominare un barone per govemarci, preferiamo si tratti di un vero barone e non di un piccolo vassallo di valvassore, privo di qualsiasi forza e di prestigio. Domani mattina ci occuperemo di Corfù; anzi, no, non proprio di Corfù, non della Presidenza greca, ma della vecchia logica, ben nota al Presidente Delors. Regolarmente si vuole umìliare la Commissione che l'ha accettata ad un dato momento, ma è stata un"astuzia e non si puo fare a meno, talvolta, di ricorrere all'astuzia. La Commissione non è "esecutiva" d'accordo, signor Presidente del Consiglio. Qual è lo scopo perseguito? Si è cercato di far di necessità virtù organizzando questi incontri dei capi di Stato, dopo quelli di Lussemburgo. Abbiamo tentato di avallarli, di trasfonnarli in un organo, in una Istituzione della nostra Unione. Cos`è accaduto? Siamo approdati a qualcosa che è peggio del contrario di una virtù, un vero e proprio vizio. I capi di Stato hanno distrutto quanto sussisteva del Consiglio quale Istituzione peculiare della nostra Unione e della nostra Comunità. Non vi è più nulla. Allora, dobbiamo dichiararlo senza alcuna ambiguità: tutti i nostri dossier sono dei dossier falliti e quelli che vanno in porto sono poi distrutti dalla Storia, dagli eventi che ci dominano, che ci superano e annientano ciò che crediamo di aver realizzato. Concludo, signor Presidente, osservando che dobbiamo essere coerenti nei nostri atti. Il nostro Parlamento si metterà in luce come un Parlamento di rinascita per l'Unione europea e per i nostri -popoli se, domani, all'inizio dei lavori, diremo no ad una proposta mediocre, triste e fatalmente infeconda e se, con questo no, favori- remo un diverso awio della logica e della dialettica istituzionali in modo tale che, per lo meno, risulti impo- stata quella dialettica che deve condurre ad uno Stato di diritto. (Applausi)
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