L'Italia in crisi

Radio radicale l'Italia in crisi dunque le nuove stime europee circa la crescita del PIL italiano per così dire non soddisfano proprio le esigenze del nostro Paese del Governo italiano almeno abbiamo i nostri microfoni come consuetudine ormai il professor Paolo guerrieri economista professor Rehn quegli e insomma mi pare che le sto nuove stime del PIL italiano da parte della insomma dell'istituzione europea della Commissione europea rischino di provocare qualche piccolo problema il Governo no
Bene non solo il clima della Commissione europea ma abbiamo avuto anche le stime del PIL del dell'Istat del Sele guardiamo diciamo e le mettiamo in PMI viene fuori un quadro abbastanza chiaro cioè c'è una
Andamento livello europeo
Che sta peggiorando e che a livello di Paese cioè l'Italia resta come dire l'anello debole di questa catena
Qui che soprattutto la stima dell'Istat
Quella sul quarto trimestre cioè l'ultimo trimestre del due mila il quindici deve estremamente deludente perché una crescita dello zero virgola uno teniamo conto che le attese fino a qualche tempo fa erano intorno allo zero due zero tre per cento
Significa una crescita del due mila e quindici dello zero virgola sei per cento esaminati quella stimata
Diventa zero virgola sette se si tiene conto che si è lavorato di più ma che sono naturalmente
è un dato Greggio e allora leggere un dato di questo genere certo si può dire come è stato detto da alcuni e questo rappresenta il primo anno di crescita dal due mila e undici però
Però scusi scusi se l'interrompo tra l'altro c'è un dato preoccupante che c'è alla fine dell'anno una tendenza peggiore che all'inizio dell'anno il che fa sospettare che do per il due mila sedici sarà peggio
Il problema appunto è questo che c'è un dato che che che significa etniche siamo in ripresa però il dato va letto come al solito insieme a quello degli altri Paesi lei ha citato contro le stime dell'Europa
Qui il confronto è a dir poco impietoso perché
Il dato che riguarda la crescita dell'euro zona sempre del due mila e quindici
è dell'uno virgola cinque per cento quindi siamo al di sotto della metà cosa che
In qualche modo purtroppo non è una novità ma ci continua a dire
Che che che la crescita italiana e fortemente in ritardo rispetto a quella
Degli altri Paesi come detto e diceva la cosa che più preoccupa è un po'quello che proietta sul sull'anno in corso cioè sul due mila e sedici
Perché c'è il il dato che ci dice che la composizione di questa crescita per quanto riguarda questo
Andamento zero sei zero sette per cento è avvenuta
Anche questo diciamo a a dispetto delle aspettative non tanto sulla domanda interna che invece è rimasta al palo come si dice i consumi
E investimenti maestro prodotto venuta dà un contributo del del del commercio estero cioè delle esportazioni nette
E questo si vede perché i due dati che più fanno
Diciamo risaltano e che c'è stata una vera e proprio ristagno della produzione industriale
Nel nel nell'anno dell'anno scorso è ferma praticamente ai livelli del del due mila e tredici e l'altro dato che conferma questo stallo
Della domanda interna che le vendite al dettaglio sono in qualche modo addirittura asciutto al livello del due mila e tredici ora
Senza una ripresa della produzione industriale senza una ripresa
Delle delle vendite al dettaglio è evidente che non è che nel due mila e sedici la crescita sarà molto difficile e sarà molto difficile quel dato diciamo ufficiale dell'uno virgola sei ormai rappresenta più che altro un miraggio
Didattiche hanno aggiornato a livello anche di Fondo monetario
A livello di altre istituzioni parlano del dell'uno virgola
Due uno virgola tre per cento però in realtà se teniamo conto degli andamenti più generali sappiamo che cosa sta succedendo in Cina il crollo delle Borse soprattutto europeo con le banche
Nel mirino la caduta del prezzo del greggio c'è da temere che
Il contributo che il nel due mila e quindi ci è venuto al commercio estero possa in realtà
Deteriorarsi venire meno e quindi nell'esprime in qualche modo più recenti parlano di una crescita che dovrebbe stare non più diciamo
Lontana dall'uno per cento o addirittura un poco sotto
Avevo capito che spendiamo avanti più le stime prendono altre che però il mitra crescere pile sempre bassa di quella che era preventivata va va a finire qui che arriviate che stiamo appunto abbondantemente sotto l'uno per cento del PIL ora tutto questo mi pare mi capitava diversi ognuno holding si effettuano l'ha detto lei stesso cioè la constatazione che l'economia italiana continua crescita a livello di PIL la metà circa della media europea che già non è una grandissima performances
Anche se comunque si deve del terreno
Tre bassissimi incremento demografico quindi insomma siamo sempre lì insomma da vent'anni che stiamo lì se non ho capito ma due che ci sono infetti poi sui conti pubblici perché se i conti pubblici avevano stimato preventivato una crescita dell'uno e sei se ci ritroviamo al allo zero otto fra la metà sono problemi o no
Beh le una crescita io sono ancora intorno all'uno per cento delle otto euro ulteriormente diciamo una previsione pessimistica siamo dinanzi cui Natale conta poco il quello che conta è che una crescita diciamo significativamente al di sotto di quella stimata ecco
Questo ci dice sostanzialmente le due cose la prima appunto come lei ha detto non c'è un problema strutturale dell'economia italiano pesantissimo che si chiama come sappiamo andamento della produttività
Che in qualche modo l'andamento
Cherchi distaccato nettamente come il dato della crescita
Dal resto dei Paesi che dell'Europa
E che ci dice che nonostante gli impulsi positivi della politica fiscale perché questo è avvenuto sia a livello nazionale
Che a livello europeo perché anche a livello europeo la politica fiscale che checché ne dica diciamo e passata dall'austerità a una diciamo sostanziale naturalità nonostante questi impulsi positivi
Il valore aggiunto non cresce in Italia non si crea abbastanza ricchezza e quindi se non c'è questo sviluppo
Industriale come si dice i redditi non non crescono i consumi interni non ripartono i primi questa è la prima constatazione importante questo diciamo problema strutturale resta lì ed è il
La principale ragione di questi dati la seconda implicazione più un effettuo cioè inferiore più diciamo significativamente
Al di sotto si colloca dalla la crescita
E e e a questo punto il più difficile
La possibilità di centrare gli obiettivi in piedi soprattutto la politica fiscale intende che il Governo ha posto in termini di rapporto i deficit PIL e soprattutto
Di diminuzione del debito che il
Che la diminuzione come abbiamo mai sentito da diversi la diverso tempo è un po'una una specie di Obiettivo chiave a questo punto
Dal momento che la si pone la si dà per scontata quindi un primo problema è questo che
Gli obiettivi centrare gli obiettivi in termini di politica fiscale a questo punto diventa molto difficile
E il secondo dato questa frenata della crescita che naturalmente verrà confermata
Rende ancora più arduo faticoso il confronto in atto con la Commissione europea io volevo arrivare proprio a questo punto perché senza questo punto fare uno scontro con la Commissione Rho-Pero addirittura con la Germania di Angela Merkel con questi dati alle spalle
Secondo me a livello di come dire motivazione di fondo a pienamente senso l'Europa in realtà a conosce diciamo da da da un paio d'anni
Una crescita nemica che non risolve alcuni suoi problemi per cui anche quella modesto cambio che si è avuto idea dicevamo prima disegno della politica fiscale
Citava addossando alla Banca centrale europea tutto l'onere di una ripresa che resta assolutamente insoddisfacente per cui a livello di fidi di come dire di motivazione
Io mi sentirei di dire che c'è la necessità questo punto di chiedere all'Unione europea all'Europa di più per quanto riguarda una politica della crescita il problema
Eccomi questa richiesta possa essere portata avanti io ho forti dubbi che in realtà il modo come noi la stiamo portando avanti
Tutto caricando su questo tema della flessibilità
E quindi in qualche modo un tema che instaura un rapporto bilaterale tra noi e la Commissione che vede
Assolutamente poco come dire dispieghi molto difficile creare un un un
Una un sistema di alleanze per quanto riguarda gli altri Paesi che leggono questa cosa molto in chiave di una rivendicazione italiana ecco
Li andiamo a vedere invece il modo con cui questa questa battaglia potete è condotta io ho molte perplessità
Che questo sia
Un un metodo efficace in realtà noi dovremmo portare avanti come poi in parte siamo fra Genova evidentemente
Non così con con con efficacia questa necessità di accelerare su una serie di cose che in Europa si fanno ma si fanno molto poco si fanno male
Quindi
Il problema naturalmente che poi tutta una serie di cose riguardano noi problemi che abbiamo a livello di economia italiana
E questi problemi vanno affrontati il problema è ritornata qualche notorietà carità deciderne la metà della media europea che già punte abbastanza bassa trovato in quella mediano per ci siamo anche noi con quel tal numero Bazo quindi e ancora peggio di quello che si vede
Sì non c'è dubbio che da questo punto di vista accedere c'è in qualche modo molto da fare c'è molto da migliorare per quanto riguarda il le le le le necessità di intervento che la nostra economia io direi che è molto importante non sottostimare questo dato
Che continua a manifestarsi della
Della della crescita italiana così al di sotto della media europea della ripresa perché poi parlare di crescita inefficiente molto difficile non va sottostimato
Perché perché non lo uniamo all'andamento più generale uniamo questo andamento che sta come sappiamo poi colpendo i mercati finanziari nel canto con questa forte diciamo tendenza ribassista che si sta affermando che colpisce le banche
Ecco bisogna stare molto attenti perché si comincia a leggere a profilare soprattutto sulla stampa anglosassone
E i medici ricorre anglosassone il fatto che vi affacciare un problema che riguarda l'Europa ma in parte riguarderebbe Point soprattutto l'Italia quindi la nostra risposta deve attenere al paura
Molto ferma molto decisa nel rilancio
Di queste diciamo rimozioni poi delle cause strutturali di cui abbiamo parlato qui c'è da intervenire e non c'è quindi da da chiedere a nessuno se non hanno gli stessi
Le cose che vanno fatte ringraziamo come sempre l'economista il professor Paolo guerrieri e un saluto come sempre da Radio Radicale