Più libri più liberi - Caporetto. Lectio magistralis di Alessandro Barbero

L'ho solo dire intanto mi scuso mi dispiace che molti siamo rimasti fuori
Il l'autore Alessandro Barbero sarà poi al nostro stent del numero B. quarantadue disponibile a firmare le copie dopo l'incontro perché come sapete i tempi in cui sono strettamente definiti quindi appena avremo finito l'ora ci sarà un piccolo spazio anche per le domande dovremo uscire quindi però poi ci troviamo chi vuole tra le coppe ci ritroviamo direttamente lo stende i quarantadue quindi Alessandro Barbera Camarda
Bene buon buongiorno a tutti
Allora noi siamo qui per presentare questo libro su Caporetto pubblicato da Laterza è uscito da poche settimane poco prima dell'anniversario da fare di Caporetto è stata combattuta il ventiquattro ottobre mille novecentodiciassette ci sarebbero l'infinità di cose da dire ne potremmo dire pochissime qui ora io credo che la cosa migliore forse sì a cominciare proprio descrivendo che cosa è stata Caporetto perché è stata combattuta quella battaglia
Che senso ha quella battaglia nell'economia complessiva della prima guerra mondiale
Io comincerei dicendo questo
Noi siamo entrati in guerra come tutti sapete il ventiquattro maggio mille novecentoquindici
Tant'è vero che quella guerra per noia e tradizionalmente la guerra quindici diciotto
In tutto il resto del mondo e la guerra quattordici diciotto perché la guerra era già cominciata ai primi di agosto del mille novecentoquattordici
Quando è scoppiata la guerra mondiale l'Italia è rimasta fuori
è entrata in guerra il ventiquattro maggio del mille novecentoquindici dichiarando guerra a uno dei paesi belligeranti l'Austria Ungheria
La guerra divampa va da dieci mesi e vedeva da una parte la Germania l'Austria la Turchia la Bulgaria dall'altra parte la Francia l'Inghilterra il Belgio noi entriamo in guerra dichiarando guerra all'Austria
Che per noi era il nemico secolare nel senso che nella retorica nell'educazione e nella propaganda dell'Italia unita
A diverse generazioni si era ripetuto che l'Austria era il nostro nemico il nemico contro cui avevamo combattuto le guerre del Risorgimento
Il nemico contro cui era evidente che prima o poi un'altra guerra ci sarebbe stata perché c'erano ancora dei pezzetti d'Italia nomi liberi dal dominio austriaco Trento Trieste
La cosa strana è che noi eravamo alleati di questo nostro nemico secolare
Esisteva un trattato la Triplice Alleanza
Che era un'alleanza fra Italia Austria e Germania e noi avevamo ingoiato questa cosa noi l'Italia il Regno d'Italia aveva accettato questa cosa contro natura di fare un'alleanza con l'Austria
Perché era il prezzo da pagare per essere alleati della Germania
La Germania mentre l'Austria era odiata e temuta almeno a livello di propaganda ufficiale ma anche di insegnamento a scuola
La Germania nell'Italia di fine Ottocento e inizio Novecento un paese ammirato
La Germania era tutto quello che noi speravamo di diventare un grande Paese moderno industriale
La rivoluzione industriale italiana che era in corso era stata fatta in parte anche grazie a industriali tedeschi che venivano investire in Italia
E un'infinità di italiani andavano prima del mille novecentoquattordici a lavorare in Germania
è un fenomeno di cui oggi non ci rendiamo più conto i tedeschi a Caporetto faranno un immenso numero di prigionieri italiani
E rimangono stupiti Issime vedendo come è facile trovare fra questi prigionieri italiani qualcuno che sa il tedesco
Perché sono stati a lavorare in Germania prima della guerra
E di solito questi italiani che son tornati dalla Germania dicono
Che Paese
Paese moderno prospero funziona tutto pagano bene si vive bene
Quindi l'Italia la Germania è molto ammirata
E pur di essere alleati con la Germania abbiamo ingoiato il fatto di essere alleati anche con l'Austria Ungheria
Per l'Austria e la stessa cosa
Anche per l'Austria Ungheria l'Italia è il nemico secolare
Per lo meno per le loro élites e per i loro militari
I militari austriaci crescono nel ricordo delle vittorie e delle guerre di indipendenza Custoza Lissa e con l'idea della rivincita che prima o poi bisognerà prendersi contro italiani
Ve ne racconto una mille novecentootto terremoto di Messina
Sapete uno delle più spaventoso catastrofi naturali della storia d'Europa cento mila morti
L'Italia in ginocchio e tutte le energie dell'Italia anche le forze armate tutte impegnate nei soccorsi
Da tutto il mondo arrivano aiuti o almeno compassione a Vienna il comandante supremo dell'esercito austriaco cioè il maresciallo copra d'propone all'imperatore di dichiarare guerra all'Italia
Non avremo mai più un'occasione come questa
Poi l'imperatore Francesco Giuseppe un gentiluomo non lo fanno ma per dire che questo odio reciproco è radicati stimo fra le élite italiane austriache
E dunque il ventiquattro maggio mille novecentoquindici
Non sembra ma visto già parlando di Caporetto è perché per capire cosa Caporetto queste premesse sono indispensabili il ventiquattro maggio mille novecentoquindici l'Italia dichiarò guerra all'Austria no dalla Germania
Ora gli farà la guerra la Germania non ci importa affatto la Germania entrerà in guerra poi parecchio tempo dopo perché si rende conto che è assurdo visto che alleata dell'Austria ma noi non avremmo mica voluto a noi interessava far la guerra all'Austria
E il ventiquattro maggio del quindici sembra che l'Austria sia sul punto di crollare perché loro sono in guerra da dieci mesi e in quei dieci mesi hanno subito delle batoste terrificanti
Gli austriaci all'inizio della guerra loro combattono già su due fronti contro i russi in Galizia in Polonia
E contro i serbi nei Balcani e sia contro i russi sia contro i serbi gli austriaci hanno subito delle disfatte spaventosa
Nessuno ha i numeri precisi ma a occhio e croce l'esercito austriaco in quel primo anno di guerra ha perso un milione di uomini perciò noi entriamo in guerra apriamo un terzo fronte contro questo impegno ero che è già ridotto agli estremi e l'idea è
Sfondiamo
In poche settimane saremo a Trieste in pochi mesi a Lubiana per fine anno a Vienna
Questo è la guerra dell'Italia alla guerra contro il nemico secolare che sembra in ginocchio e perciò noi attacchiamo
E questo è il punto fondamentale noi attacchiamo noi siamo più forti
Normalmente l'Italia sarebbe un po'più debole dell'Austria Ungheria due Paesi molto simili anche
Solo due potenze di seconda categoria
Non sono i grandi paesi moderni d'Europa la Germania l'Inghilterra anche la Francia noi dell'Austria siamo un po'più in basso siamo due Paesi mi fermo su questo perché anche questo è importante per capire poi Caporetto
Siamo due potenze accerto in parte industrializzate
Da noi ci sono Milano Torino Genova
E loro hanno Praga Vienna Budapest grandi città industriali però poi sia noi sia l'Austria abbiamo un mondo contadino un'enorme mondo contadino ancora predominante un livello di analfabetismo più alto
Quindi siamo Paesi a metà fra la modernità
E l'arretratezza ce la giochiamo alla pari con l'Austria
Però l'Austria e già in ginocchio
Quindi noi siamo più forti in quel momento e attacchiamo per tutta la prima guerra mondiale abbiamo sempre attaccato noi undici battaglie dell'Isonzo
La dodicesima sarà Caporetto ma le prime undici battaglie dell'Isonzo e l'Isonzo e lì davanti a Trieste
Sparsi l'Isonzo c'è il Carso
E dietro il caso c'è Trieste undici battaglie dell'Isonzo sono undici offensive italiane con l'idea in guerra c'è sempre uno che è più forte che attacca e uno che è più debole che si difende e siamo sempre noi che attacchiamo
Gli austriaci in tutta la Prima guerra mondiale contro di noi hanno attaccato una volta sola prima di Caporetto
Nel mille novecentosedici del Trentino l'offensiva che poi è stata chiamata la spedizione punitiva la stavate spedizione per punire quei traditori degli italiani che erano nostri alleati e invece ci hanno dichiarato guerra no
E quest'unica volta che gli ostriche ci attaccano
I nostri comandi sono presi talmente di sorpresa all'idea che l'Austria che è già al lumicino possa avere le energie per attaccare
Che a momenti sfondano
Milano centosedici austriaci per poco non arrivano a Vicenza
Poi fermano sull'Altipiano d'Asiago sul Pasubio ma per un pelo poi basta l'altra in quell'offensiva ha esaurito tutto quello che aveva basta ricominciamo attaccare noi
E nell'estate nell'agosto del mille novecentodiciassette con l'undicesima battaglia dell'Isonzo andiamo vicini a sfondare
Voi capite cosa voglio sfondare c'è un fronte continuo di trincee lungo tutto il confine tutto trincerato
E ci sono le truppe a difendere il confine
Voi non l'abbiamo passato il confine siamo un po'più avanti ma insomma comunque c'è una linea ininterrotta sfondare vorrebbe dire fare un buco in questo fronte
E dietro c'è Trieste per l'appunto
Con l'undicesima battaglie dell'Isonzo nell'agosto del diciassette italiani ottengono quella che sembra una grande vittoria per le abitudini della prima guerra mondiale
Quando gli attacchi sono difficili chi capite gli altri hanno le mitragliatrici il filo spinato chi attacca e in una posizione d'inferiorità bisogna essere molto più forti però per attaccare
Agosto diciassette battaglie della Bainsizza l'undicesima dell'Isonzo gli italiani vanno avanti di otto chilometri otto dieci chilometri
Sembra tantissimo in quel momento
Il comando austriaco si spaventa sul serio
Al comando storia ecco e solo loro sanno come sono ridotti
Il loro reggimenti sono ridotti a scheletri le truppe sono esauste non c'è niente da mangiare l'intera Austria sta morendo di fame
Perfino le truppe in trincea crepa di fame ecco solo loro sanno che punto sono dopo l'offensiva italiana della Bainsizza dell'agosto il comando austriaco
Si dice che se gli italiani attaccano un'altra volta nell'autunno
Sfondano
E l'Impero rischia di crollare
Allora bisogna fare qualcosa
E per fare qualcosa bisogna contrattaccare
Dobbiamo attaccare noi prendere di sorpresa agli italiani riportarli indietro
Ma l'Austria non ha assolutamente i mezzi per farlo
L'altro ripeto e in inferiorità numerica totale e a truppe esausto
Però l'Austria il fratello maggiore i tedeschi i tedeschi del Reich il secondo Rai del Kaiser Guglielmo perciò gli austriaci vanno col cappello in mano dai tedeschi a implorare che i tedeschi gli diano una mano
E gli pesa tantissimo agli austriaci chiedere a questa cosa
Perché voi capite anche fra alleati non è che sempre i rapporti sono i migliori e anzi studiando Caporetto viene fuori benissimo qual è il tono dei rapporti fra i tedeschi e gli austriaci i tedeschi pensano
E questo un po'imbarazzante per noi italiani perché ripeto per noi italiani gli austriaci sono un nemico tenace durissimo alla nostra altezza
E anche noi per le ostriche ci siamo un nemico tremendo è che si ferma sempre con la massima fatica e con sacrifici spaventosi
Invece i tedeschi pensano che gli austriaci sono primitivi disorganizzati balcanici non sanno fare niente fanno solo pasticci non hanno nessuna professionalità un disastro
E gli estremi ci sanno benissimo che i tedeschi pensano questo di ostriche pensano i tedeschi sono dei padreterni arroganti odiosi spocchiosi
E quindi capite cosa vuol dire per i generali austriaci andare dai tedeschi e dirgli siamo disperati dovete darci una mano bisogna attaccare gli italiani respingerli ributta all'indietro almeno fino al vecchio confine
Quei dieci quindici venti chilometri che in due anni gli italiani sono riusciti a andare avanti
E dovete aiutarci voi tedeschi perché noi austriaci da soli non ce la facciamo
Nasce così l'offensiva di Caporetto l'altra cosa imbarazzante per noi italiani vedere come reagiscono i tedeschi a questa richiesta
La reazione dei tedeschi è ma perché dovremmo sprecare delle truppe contro un nemico insignificante come gli italiani
Ma cosa ci importa del fronte italiano dell'Isonzo noi dobbiamo combattere in Francia in Russia
Non se ne parla neanche
Gli austriaci insistono
E poi il vecchio feldmaresciallo von Kinder un buon comandante dell'esercito tedesco
Lo scrive poi nelle sue memorie
Ci si è ricordato molto era molto vecchio il feldmaresciallo von King e morte
E si ricorda gli austriaci sono lì che dicono guardate che questi prendono Trieste e se cade Trieste il porto dell'impero non vi rispondiamo di quello che può succedere all'impero austriaco e il maresciallo fonti Hindenburg si ricorda che quando lui era bambino
Un'altra grande guerra quella di Crimea
Si era conclusa quando gli invasori avevano preso un porto Sebastopoli
Scaduto il porto di Sebastopoli l'impero russo si era arreso
E che indebolì dice non possiamo permetterlo perciò vediamo
E qui comincia quella che dal punto di vista dello storico che l'ha studiata una delle cose più eccitanti devo dire di studiare una battaglia della prima guerra mondiale che è un avvenimento di una complessità enorme
Che viene preparato pianificato in cui tutte le energie non solo di un esercito ma di uno Stato vengono convogliate per quell'unico scopo preparare una vittoria
Per prima cosa mandare un generale tedesco esperto di guerre in montagna a fare il giro del fronte italiano
Questa di qualche giorno fa il giro delle trincee col binocolo su esami nel terreno le posizioni italiane si è messo in testa un berretto austriaco per non farsi riconoscere dalle vedette italiane che non vedano che ci sono i tedeschi
E dopo qualche giorno il generale Klaus von del menu zingari telefona al comando supremo ITA tedesco dicendo si può fare
Sarà molto difficile rischiosa ma si può fare
A quel punto è deciso
Allora voi capite deciso cosa benissimo manderemo un'armata tedesca sul fronte italiano per attaccare gli italiani ma tutto messo in piedi dal nulla
Un generale tedesco importante che comandava un'armata in Francia viene convocato a Berlino
Al Palazzo del grande Stato Maggiore che loro chiamano in gergo la gran baracca DIGOS Bund
E lì si dicono tu prenderà il comando di una nuova armata che verrà formata ed avrai sfondare le linee italiane sull'Isonzo gli austriaci hanno già individuato il punto adatto è un posto che si chiama Caporetto
Per molti motivi un attacco lì sembra favorevole
Dopodiché comincia la pianificazione nei primissimi giorni in un albergo di Vienna un gruppo di generali tedeschi in albergo con le mappe spianate sui tavoli comincia a fare dei calcoli
Bisogna attaccare quante truppe ci vogliono
Sei divisioni va bene sei divisioni più di cento mila uomini queste sei divisioni
L'esercito tedesco ne ha duecento di divisioni
Bisogna sceglierne sei da mandare lì quali scegliamo
C'è l'accento diciassettesima che è a riposo in Galizia va bene e in Galizia in questo momento non serve la possiamo risparmiare va bene usiamo quella prima cosa altre cinque e poi e poi dalla Galizia dobbiamo portarla
Dov'è questo Isonzo c'è una stazione ferroviaria vicina
No e tutte le montagne le stazioni vicine sono lontanissime non importa qual è la più vicina
C'è la stazione di Klagenfurt c'è la stazione di Lubiana e c'è la stazione di villa queste tre stazioni va bene allora dobbiamo portare sei divisioni più di cento mila uomini mille cannoni milioni di proiettili di artiglieria farli arrivare in treno in queste prestazioni vicine
Naturalmente questo va fatto subito perché c'hanno detto questa cosa siamo a inizio settembre va fatta entro metà ottobre perché poi li nevica fa freddo non si fa più niente voi pianificate ci questa cosa
E allora lo stato maggiore tedesco vuol dire un gruppo di professionisti tra cui c'è per esempio uno specialista di orari ferroviari
Che comincia a calcolare allora quanti treni ci vogliono per portare l'accento diciassettesima divisione e dove si imbarcano accenni slang Alicia benissimo e dove li facciamo sbarcare a Klagenfurt molto bene quanti treni ci vogliono sapete quanti treni hanno mosso mosso inventato dal nulla per portare la quattordicesima armata del quattro angoli d'Europa sul fronte dell'Isonzo due mila quattrocento treni
Due mila quattrocento treni cento mila vagoni che hanno dovuto essere inventati dal nulla e fare gli orari per farli arrivare all'ora giusta la stazione giusta dove tre Miss non so se mi spiego
Naturalmente due mila quattrocento treni
Vuol dire un terzo del traffico ferroviario dell'Impero austriaco vuol dire che per qualche settimana il traffico ferroviario normale è paralizzato perché bisogna fare l'offensiva di Caporetto
E la città di Vienna che muore di fame ma che comunque sopravvive perché consuma ogni giorno alcune centinaia di vagoni di patate
E in quelle settimane i vagoni di patate non arriveranno
Perché bisogna poi la il PRIT come dire ha la precedenza alla guerra allora i tedeschi pianificano questa cosa di enorme complessità la pianificano con estrema professionalità fino al giorno in cui scatterà l'attacco poi dopo si vede
L'importante è che tutto si è verificato fino all'ora X
Le truppe scendono dai treni a Klagenfurt a Lubiana quanto ci mettono poi per arrivare alle posizioni di partenza ci mettono una settimana di marcia a piedi attraverso le montagne le strade sono solo due o tre i passi son quelli
E allora anche il movimento di queste centinaia di migliaia di uomini a piedi per una settimana sulle strade va pianificato come se fosse un orario ferroviario
Ogni battaglione parte a una certa ora e arriva a una certa ora perché altrimenti si crea il caos
Poi il caos in parte si crea lo stesso i tedeschi dicono i soliti o storia ci che non son capace di organizzare niente ma comunque le truppe arrivano una settimana di marcia in montagna marciando solo di notte
Perché di giorno gli italiani volano e vedono e noi non vogliamo che vedano
Questa è la preparazione della battaglia di Caporetto che poi viene ritardata di vari giorni perché gli uffici non sono pronti tedeschi si metta le mani nei capelli vanno a vedere manda degli ufficiale vedere come lavorano i comandi austriaci questi tornano dicendo ma quelli non sanno il loro mestiere
Ecco comunque alla fine rimandano qualche giorno tutto pronto ventiquattro ottobre l'offensiva parte
E la battaglia di Caporetto viene decisa nel giro di poche ore
Ed è una catastrofe nazionale di dimensioni i oggi inimmaginabili per l'Italia
E la cosa spaventose proprio vedere come questa cosa è stata pianificata a tavolino faremo questo e questo
E gli italiani sapevano tutto e si illudevano di aver messo riparo e di essere pronti per ricevere l'urto e invece poi quando l'urto arriva si scopre che non è stato fatto niente nel modo giusto e crolla tutto
Caporetto è una catastrofe terrificante
Qui vi do qualche dato
Non non tanto perché l'esercito italiano Caporetto ha perso quaranta mila morti e feriti
Perché quaranta mila morti e feriti per una battaglia la prima guerra mondiale sono una roba da niente
Nessuno alzava neanche un sopracciglio nei comandi per quaranta mila morti e feriti
Siccome so che sembra strano vi do la prova
Qualche mese prima e decima battaglia dell'Isonzo
Vinta dagli italiani che vanno avanti prendono qualche montagna poi si fermano come sempre perché la spinta si esaurisce
Alla fine della decima battaglie dell'Isonzo giugno diciassette un ufficiale del comando supremo italiano un collaboratore quindi di Cadorna che il comandante in capo questo ufficiale il colonnello Gatti e il capo dell'ufficio storico dello stato maggiore
E tiene un diario interessantissimo
All'indomani della Decima battaglia dell'Isonzo il Cornello Gatti dello stato maggiore italiano scrive nel suo diario
I risultati visibili sono
Il Monte Cucco preso
Quota trecentosessantatré presa
Il monte codici preso
Prigionieri austriaci circa ventitré mila
Di fronte a questi buoni risultati la Spesal nostra è stata di circa settanta mila tra morti e feriti
E di circa settecentocinquanta mila colpi di medio di grosso calibro spesi
Come vedete si tratta di una spesa la guerra è un affare un investe spende importante e che la spesa valga ciò che tu compri abbiamo preso tre montagne
Il prezzo settanta mila morti e feriti tutto sommato ci si può stare noi abbiamo largamente raggiunto lo scopo
Fossero sempre così le nostre battaglie potremmo essere soddisfatti
Voi capite fra l'altro cosa vuol dire studiare questa gente c'è studiare un'epoca in cui era normale che un ufficiale intelligente colto preparato Uma ragionasse così e tutti loro ragionavano
Capite cosa vuol dire un Paese impegnato in una guerra dove e talmente importante vincere
Che se ogni piccolo passo verso la vittoria ci costa settanta mila morti e feriti va benissimo purché il piccolo passo sia della direzione giusta
E i nostri nonni erano lire
E obbedivano a generali che ragionavano così
Ora ho ecco perché Caporetto non è un disastro perché abbiam perso quaranta mila morti e feriti cosa vuoi che sia ne perdevamo molti di più delle battaglie vinte
E già un po'diverso il fatto che a Caporetto l'esercito italiano perde quasi trecento mila prigionieri
E lì c'è già uno zero in più come vedete quelle già una bella fetta di esercito che sparisce nei Lager
Al di là poi del fatto che di quei prigionieri non si sa bene quanti son poi tornati vivi la maggior parte si ma una minoranza consistente c'è morta nei lager la prigionia nella prima guerra mondiale ormai un tema molto studiato si sanno molte cose le condizioni erano spaventosa
Non erano Ilario della seconda guerra mondiale perché non c'erano le SS non c'erano i forni crematori e le camere a gas non c'era la volontà di sterminare la gente però la durezza delle condizioni prigionia in Paesi come l'Austria e la Germania dove io ero civili morivano di fame e quindi figuratevi cosa c'era da dar da mangiare ai nostri prigionieri
Per cui nessuno sa se si su seicento mila italiani fatti prigionieri durante tutta la Prima guerra mondiale seicento mila
E quindi la metà a Caporetto già lì vedete nessuno sa quanti sono morti ma per molto tempo si è detto cento mila devono essere morti
Poi sembra forse un po'meno salto son saltati fuori tanti documenti sul rimpatrio forse ne sono rientrati un po'di più
Ma molti morivano anche subito dopo il rimpatrio
Io presentando questo libro non molti giorni fa non so più dove è venuto un signore mi ha detto mio nonno era lì è stato fatto prigioniero poi è tornato alla fine della guerra è morto un mese dopo
Talmente era ridotto quindi nessuno sa quanti di quei trecento mila sono morti nei Lager di fame di tifo di spagnola
Quando c'è stata la l'influenza spagnola
E poi
E poi più di trecento mila sbandati sbandati vuol dire i soldati che quando l'esercito comincia a ritirarsi buttano il fucile
Magari si strappano anche le stellette quando vedo un ufficiale di ridono in faccia e vanno avanti con l'idea la guerra è finita si torna a casa
E perciò si cammina solo per evitare di essere catturati dal nemico ma si cammina verso casa
Per due settimane una parte dell'esercito italiano si è ritirata in quelle condizioni una parte no si è ritirata in ordine continuando a obbedire agli ufficiali e continuando a combattere contro i tedeschi che intanto inseguivano naturalmente
Ma una parte si è sfasciata centinaia di migliaia di uomini che son convinti che la guerra è finita
Che cantano Addio mia bella addio la pace la faccio io
Che mandano insulti a Cadorna alla al Paese all'italiana chi se ne frega tutto a rotoli va bene così
è un sentimento diffuso fra questi uomini che sono stati per anni in trincea che hanno visto morire un'infinità di compagni che hanno visto di tutto le inefficienze e le corruzioni le crudeltà alle fucilazioni e che adesso non ne possono proprio più per cui
Molti di loro si dicono ma va bene così ma meno male finita la guerra al diavolo tutto abbiamo perso ha perso il re l'abbiamo perso noi
Sono anche i tanti che quando vengono catturati perché durante questa ritirata appunto gli altri seguono e continuamente catturano gente e ci son troppe testimonianze per dubitarne non c'è dubbio che moltissimi dei nostri soldati quando venivano catturati si mettevano a gridare viva la Germania
Perché se l'Italia è quello che allora meglio che vincano i tedeschi
E naturalmente insieme a questo milione di uomini che si ritirano di cui trecento mila vengono fatti prigionieri durante la ritirata almeno altri trecento mila si sbandano non obbediscono più agli ordini
E c'è più di mezzo milione di civili
Perché il nemico sta venendo avanti e le popolazioni civili dal Friuli e poi dal Veneto scappano
Prima scappano i signori perché nei primi giorni prefetti fanno affiggere dei manifesti che dicono tutti tranquilli non c'è nessun pericolo
E intanto i signori che son meglio informati caricano in macchina o in carrozza e sgombrano dopo un po'anche i contadini cominciano a capire cosa succede e allora caricarla proprio sui carretti e si mettono in cammino
Più di cinquecento mila con le bestie coi bambini sotto la pioggia nel caos più totale senza queste ritirate nel ritirata che avviene in uno scenario terrificante brucia tutto si dà fuoco a tutto cioè loro diedero fuoco a tutto alle Ferrari stazioni e treni ai magazzini di roba per non lasciare niente al nemico
E quindi i soldati hanno via di appiccare il fuoco dappertutto si marcia in mezzo alle fiamme però naturalmente nei magazzini prima di dar fuoco si entra e i soldati che in trincea
Non facevano la fame però mangiano male
Scoprono che la nostra previdente burocrazia dietro il fronte ha costruito immensi depositi immensi magazzini strapieni di roba immensi magazzini strapiene di carta scatolette di carne in scatola americana
Le siamo già alleati degli americani che ci manda una roba ti husky divino botti di liquore paia di scarpe milioni di paia di scarpe e tutta questa roba adesso c'è ordine di bruciare tutto
Ma i soldati prima si riempiono lo zaino si riempiono la pancia sfonda o le botti bevono si ubriacano e poi vanno al prossimo magazzino prima di bruciare tutto di nuovo ci si ubriaca si mangia e quando non c'è un magazzino da saccheggiare si entra nei negozi nelle botteghe nelle case private si saccheggia si prende Stati il padrone sono scappati
Sì sì i negozi vengono devastati
Per due settimane la maggior parte dei soldati marciano ubriachi con la pancia piena per la prima volta nella loro vita e dicendo sì la guerra è finita finalmente e finita la guerra è finita la camorra
Che è uno luogo comune che ricorre continuamente no alla camorra è il privilegiato l'imboscato l'ufficiale che non ti dà la licenza il sergente che ruba sul Rancho tutto questo è la camorra e tutti i nostri soldati son convinti che in Italia regna la camorra
E allora se crolla tutto va bene così
E in mezzo a loro i civili appunto
Non so quanti ufficiali di cui ho letto i diari raccontano di aver incontrato un certo punto la contadina che da giorni e giorni cammina a piedi scalza con lattante al seno e il pantere morto
La mamma non se n'è accorta continua andare avanti
Su queste strade verso i ponti del Tagliamento
Che sono poche i ponti son pochi e dopo un po'su queste strade non si va più avanti
E allora si comincia a buttar via la roba a buttar via i bagagli a buttar via gli zaini butta via i veicoli c'è un mare di veicoli ci sono i camion le auto ma ci sono anche i carretti a cavalli un'infinità
Siamo ancora in sospeso ma fra la modernità e l'Ottocento
E allora si rovescia tutto nel fosso i camion con loro carico tutta la roba i carretti di cavalli centinaia migliaia di carretti con i cavalli a giocati si rovescia tutto nei fossi coi cavalli ancora giocati nessuno perde tempo a staccarli
E cavalli stanno lì a crepare di fame o affogati nei fossi e la gente marcia per chilometri e chilometri in mezzo a questo mare di devastazione di bestie che muoiono che armonizzano
E poi si arriva ai ponti sull'Isonzo
E l'intasamento è tale che non si va più avanti
E dopo un po'dall'altra parte è un ufficiale del Genio col megafono comincia a dire guardate che fra un'ora il ponte salta
Perché stanno arrivando i tedeschi non può mica lasciarglielo
Fra mezz'ora il ponte salta tra dieci minuti fra cinque minuti e la gente li canore ci andare né avanti né indietro quattro minuti in tre due uno poi i ponti saltano stracarichi di gente di soldati di civili tutto quanto
E questo Caporetto
E poi Tagliamento non basta perché si sperava di riuscire a fermare il nemico lì e invece non si riesce quindi si va ancora più indietro al Piave alla fine
Ricordate che vi ho detto che la data della Bainsizza che ha messo tanta paura gli austriaci italiani erano andati avanti di otto dieci chilometri
Da Caporetto i tedeschi e gli austriaci vengono avanti di centocinquanta chilometri
Una catastrofe nazionale evidentemente di dimensioni colossali
E come in tutte le catastrofi nazionali in Italia si reagisce in un modo ben preciso
Si nomina una Commissione parlamentare d'inchiesta per sapere di chi è la colpa
Gratta la commissione d'inchiesta fa un grosso lavoro raccoglie un'infinità di testimonianze raccoglie una serie di informazioni sul perché è successo questo
Che poi è la cosa che ho cercato di fare io nel mio libro cioè analizzare i tanti motivi per cui in quella situazione quel giorno l'esercito italiano è andato in pezzi
Ma in realtà la commissione d'inchiesta che fa questo però ai fiato sul collo della politica e del Paese dei giornali che non vogliono tanto sapere le cause vogliono sapere di chi è la colpa
E perciò alla commissione d'inchiesta deve esprimersi su un certo numero di Generali
E si esprime in termini politici qualcuno viene sacrificato qualcuno viene salvato ci son tanti generali che hanno una parte di responsabilità Cadorna
E di Cadorna lo diciamo Capello e di Capello lo diciamo Badoglio e Badoglio intanto ha fatto carriera al nuovo prezioso è meglio lasciar perdere di Badoglio non lo diciamo
E in Italia non si è mai smesso di discutere perché Badoglio non è stato accusato dalla commissione d'inchiesta
Di chi è la vera colpa io nel mio libro ho cercato di non occuparmi di questo aspetto cioè di chi è la colpa
Perché qui si tratta di motivi di cause di responsabilità complesse ma Violante una sala come queste di solito ogni volta che dico qualcuna delle domande c'è sempre un signore che alzava le dice ma Badoglio veramente
Oppure ma Cadorna ecco è una cosa che noi italiani ci portiamo dietro i nostri nonni ce l'hanno raccontato probabilmente no ecco
E anche quelle una ferita che in qualche misura è rimasta per
Dopodiché brevissimamente così poi lasciamo un po'di spazio le domande
Le cause sono tante e complesse ma viene fuori un ritratto del Paese
Ci sono delle responsabilità personali si Cadorna
Era un uomo di prima qualità
Era un uomo colto un cattolico convinto ma anche molto attento alla i movimenti più moderni del cattolicesimo molto interessato non una spiritualità notevole
Sapeva anche bene il suo mestiere era un bravo professionista pareva dei difetti enormi era un accentratore che voleva fare tutto lui che non delegava e non puoi comandare un esercito moderno di milioni di uomini e pensare di fare tutto lui
Risultato che le cose non venivano fatte
Stava nel suo ufficio governava a colpi di circolari
E queste parole soltanto Cadorna è tutta una classe dirigente dell'esercito italiano di allora che funzionava così
Uno dei corpi d'armata anzi il corpo d'armata
Italiano che occupava la zona di Caporetto e che quindi viene attaccato dal nemico il primo giorno era comandato la generale Carla Ciocchi
Però dove aveva messo a quel posto un anno prima
Poi se n'era disinteressato
Il colonnello Gatti che ho già citato prima racconta nel suo diario che due giorni prima dell'attacco nemico dice Gatti il capo chiamavano così Cadorna il capo con la maiuscola è andato a vedere il quarto Corpo
L'impressione che il generale cava ciò che gli ha fatta è stata pessima
Ma se ne accorge adesso
Ed è tutto così ci sono dei problemi si manda una circolare
Il tempo la voglia di controllare se le circolari sono applicate non c'è
Lo stato delle truppe non lo conosce nessuno le truppe sono in uno stato deplorevole mangiano male vivono male son piene di malattie ma i comandi non lo sanno e non vanno a vedere
C'è una testimonianza straordinari di un grande scrittore che Ardengo Soffici che era lì e che ha scritto un bel libro la ritirata del Friuli pochi giorni prima della attacco nemico Ardengo Soffici viene mandato dalla Seconda armata
Che è quella che verrà attaccata e travolta Caporetto
A vedere se si può imbastire un po'di lavoro di propaganda fra i soldati per tirargli un po'su il morale
è un'idea nuova ed è un'idea giusta
Però all'inizio stava per la faccia di primi tentativi Ardengo Soffici viene mandato la brigata vicenza che a riposo nelle retrovie
Va e trova un quadro spaventoso lo racconta nel suo libro
Questa brigata tre mila uomini accampati nel fango allo scoperto sotto la pioggia
Diluvia da giorni tutto è fradicio le tende le cucine non c'è un posto dove stare asciutti questi tre mila uomini sono lì con le mani in tasca non gli fanno far niente
Sanno tutto il giorno ventiquattro sotto la pioggia a non fare niente il numero degli ammalati aumenta dissenteria
C'è un grande lazzaretto dove ogni giorno arriva gente da Romano abbastanza medici per curarli Ardengo Soffici torna al comando dell'Armata dice ma sapete in che condizioni alla Brigata vicenza la racconta
Gli dicono sui denti ma abbiamo fatto tante circolari
E funziona più o meno tutto così
Poi la brigata vicenza
è una di quelle che Cadorna quando decide che effettivamente l'attacco nemico ci sarà non c'è dubbio sarà proprio lui a Caporetto bisogna fare accorrere truppe ammassare riserve la brigata vicenza è una di quelle che saranno prese e mandate al fronte
Da un giorno all'altro
Imposti che non hanno mai visto dove arrivano di notte senza carte geografiche
Molti nostri ufficiali fatti prigionieri dei tedeschi diranno ma dai tedeschi anche il capo squadra quindi uno che comanda cinque uomini aveva il suo quadratino di carta topografica appeso al collo da noi neanche comandante di reggimento aveva una carta
E però ai comandi son convinti che vada tutto bene perché comunque noi siamo forti abbia sempre attaccato noi cosa vuoi che facciano questi poveracci dall'altra partecipa ci sono i tedeschi ed è e noi siamo gli italiani voglio un po'a vedere
C'è questo ha senso appunto
Che
Che il nome di che fa anche parte della nostra cultura che ci sarà lo stellone che ti salva che dai le cose andranno bene ne è un atteggiamento diffuso generalizzato
E poi ci sono le debolezze
Debolezze dell'di un esercito che che è il frutto di un Paese che appunto non è ancora un Paese completamente moderno l'artiglieria e decisiva nella prima guerra mondiale
Migliaia di cannoni
La precisione tecnica del bombardamento è importantissima
Bisogna saper bombardare colpire esattamente nel preciso momento colpire un momento dopo non va più bene di colpire in quel momento lì perché poi arrivano i nostri in quel punto supponiamo no
L'artiglieria richiede una tecnologia ma anche proprio una preparazione culturale degli ufficiali
Nella nostra artiglieria il generale Capello un giorno disse
Tra i nostri ufficiali di artiglieria ci sono più avvocati che ingegneri
E questo di nuovo eh rende l'idea no di un Paese che alle classe dirigente che è quella dove trovare degli avvocati è facile degli ingegneri è molto più difficile peccato che quella sia una guerra di ingegneri invece e poi è un Paese ancora arretrato anche da altri punti di vista da noi gli ufficiali sono i signori ufficiali vengono dalla borghesia devono venire dalla borghesia
Ora la borghesia italiana è una classe colta
Patriottica che si fa ammazzare al fronte quanti tendenti figli di papà sono morti in trincea per alla classe ristretta
Che ha una cultura punto letteraria retorica molto più che non tecnica e scientifica e soprattutto è ristretta può fornirle pochi di ufficiali
Arriva il no però gli ufficiali devono aver la maturità
Mai e poi mai si farà ufficiale il sergente contadino che ha la terza elementare non se ne parla neanche
E quando son finiti i ragazzi che han fatto la maturità
E allora comincia a prender quali dell'ultimo anno
E magari non solo l'ultimo anno di liceo anche l'istituto tecnico l'importante e che abbiano una scolarizzazione che dimostra che fanno parte della borghesia
Perché poi sono ripeto ai signori ufficiali ai soldati si insegna a rispondere alla domanda chi è il vostro comandante di compagnia
La risposta corretta è
Il tenente Rossi signor Pietro
E guai se ho metti quel signore che ci deve essere come c'è in tutti i formulari
C'è un ufficiale che ha poi scritto un libro Mario Buccini in cui racconta che lui poco prima di Caporetto è arrivato in servizio
Sotto il bombardamento
Però la burocrazia non si ferma arriva il foriere con i moduli da compilare per la presa di servizio e sotto il bombardamento Buccini detta prendo servizio è al comando di sottotenente Muccino è signor mafia
E i ragazzini dell'ultimo anno di scuola gli avrei almeno insegnato a fare il loro mestiere cioè a comandare degli uomini in battaglia no perché non c'è tempo
Gli ufficiali muoiono con una rapidità tale che devi continuamente mandare di voli continuamente continuamente perciò i ragazzini vengono mandati al fronte dopo aver fatto quattro settimane di addestramento che non è niente li chiamano i corsi di corsa
E non so quante testimonianze ci sono nelle settimane perché nei giorni prima di Caporetto che raccontano appunto
Vagonate Inc autobus interi di questi ragazzini ufficiali che arrivano in trincea
Stracarichi di roba di zaini ben tutta roba inutile con l'aria sperduta non se non hanno mai visto un soldato non hanno mai sentito sparare un colpo arrivano lì e sono messi al comando dei reparti
Al comando di uomini che hanno magari il doppio della loro età e far la guerra da due anni però il sistema è quello e deve essere così alla commissione d'inchiesta un generale molto rispettato i generali di Giorgio siciliano
Alla domanda ma che rapporto aveva la truppa con gli ufficiali risponde così
Una volta ho incontrato un sold out caporale del mio Paese e gli ho chiesto come andavano le cose con gli ufficiali e mi ha risposto signor generale siamo in mano alle creature
E questo appunto a verbale nella Commissione parlamentare di inchiesta ci sarebbero tantissime altre cose ma il tempo invece non c'è ma c'è per due o tre domande se
Se qualcuno vuole approfittarne
Prego prego e prego tre le abbiamo trovate poi
Allora ce ne sarà una domanda Pappi generica io mia nonna & morte dispersa nella prima guerra mondiale però non a capofitto nel pianeta piane
Allora visto che molte case negative sono rimaste negli Italians mani parlava della camorra oppure dei difetti però Trio inattivi gli italiani
Visto che pari nella seconda guerra mondiale è andato tutto molto peggio cosa rimane di positivo che cosa
Di positivo della prima guerra mondiale visto che ci sono state tante vite spezzate giovanile sono Marta diciannove vent'anni che cosa ci rimane noi della prima B
La e molto difficile dire che sia positivo e d'altra parte non è facile fare un bilancio in questi termini però io devo dire questo io ho raccontato una sconfitta
La più grande sconfitto con le grandi sconfitte della storia italiana e dalle sconfitte si impara sempre molto naturalmente
C'è un'altra faccia della medaglia in qualche misura sì l'Italia comunque nella prima guerra mondiale ha fatto uno sforzo collettivo immenso
Rispetto alle condizioni del Paese il fatto stesso di aver creato un esercito di milioni di uomini di averlo mandato al fronte tenuto al fronte per anni nutrito armato e poi alla fine aver vinto la guerra è stato uno sforzo collettivo gigantesco
Di cui da altri punti di vista volendo uno potrebbe anche direbbe il Paese ha dimostrato comunque di essere un Paese adulto maturo purtroppo in un'epoca in cui i Paesi adulti si giudicavano dal fatto che erano in grado di formare Eserciti di milioni di uomini e di subire perdite spaventosa senza crollare
Va però detto che l'Italia dopo la guerra crollato
Perché a guardare il dopoguerra non sembra neanche che l'Italia l'abbia vinta quella guerra
I Paesi che l'hanno vinta la Francia l'Inghilterra bene o male hanno retto nel dopoguerra pur con disoccupazione scioperi però hanno reso sistema retto i Paesi che son crollati nella guerra civile della dittatura son quelli che l'hanno persa la guerra la Germania l'Ungheria ecco noi come se l'avessimo persa da quel punto cioè lo sforzo è stato tale che il Paese uscito fiaccato da quello sforzo quindi c'è poco però se noi dobbiamo come dobbiamo ragionare come ragionavano allora per lo meno le classi dirigenti e gli intellettuali
Non i poveri probabilmente ma chiunque fosse andato scuole avesse letto i giornali ragionava così ed è l'Italia affrontava una prova e sarebbe stato secondo loro vergognoso tirarsi indietro rispetto a questa prova e questa prova l'Italia l'ha affrontata dopodiché Zavoli e dire in termini più generali non vale mai la pena di fare una guerra di avere migliaia di morti figuriamoci poi centinaia di migliaia però ragionando come ragionava da loro potevano direbbe il Paese ha dimostrato che noi siamo l'Italia accidenti non siccome questi discorsi noi siamo l'Italia dopotutto ogni tanto li sentiamo anche oggi e non solo del tutto da buttar via hanno anche un senso ecco questo è quello che mi sento di poter dire
Grazie grazie a lei
Salve anche nel caso mio Romero e ragazze novantanove per cui affronterà sacra sarà quest'anno story contemporanei stanco entrasse professionale prova dello storico magari lei ha fatto interessante
Introduzione parlando i motivi per cui c'è stata la bassa di Caporetto emotivi incidentale
Mi sono fra ordinamento Cosimo di un po'più di lungo periodo
Cioè perché cioè di vari elementi che lo porto al fatto che ci fosse una battaglia Caporetto
Per fare un esempio Chokri molti storici inglesi dava inizio al fatto che ogni anno durata però era mondiale verso l'autunno c'è stata un'offensiva della Triplice intesa verso uno quello che consideravano uno dei paesi più deboli cioè mio centoquindici hanno eliminato la Serbia altrui tanto andava fatta per salvare l'assemblaggio serbo
Nemmeno centosei diciamo eliminato la Bulgaria proprio dire diciassette lo voi attaccato l'Italia
E allora le devo dire questo che quando uno studia la storia e cominciano a rizzare gli avvenimenti da vicino nei loro grande complessità questi i ricorsi di lunga distanza lasciano un po'il tempo che trovano nel senso che io trovo infinitamente più interessante ma adesso dice dopo col cuore in mano come penso io e più molto più interessante chiedersi perché in un certo momento certe persone discutendo per alcuni giorni alcune settimane prenda una decisione che non dire beh sì però in fondo ogni anno attaccavano sì sì è vero però sa gli austriaci hanno trovato i tedeschi che tutto sommato all'idea di fare ancora un'offensiva fine diciassette non erano così ostili
Salvo che gli hanno detto
Matta chiamo di nuovo la Romania
Così la facciamo finita oppure del tutto con la Romania e da li attacchiamo i russi da sud
So che la storia si tirano insistito per dire no guardate noi abbiamo bisogno in Italia quindi certo le guerre hanno i loro ritmi molto generali però poi gli avvenimenti come dire le cose succedevano molto in fretta poi perché veramente lì e quell'estate che gli ospiti cominciano a pensare a fare una cosa come quella di Caporetto ed è in pochissime settimane che la cosa viene decisa montata e fatta
C'era ancora un signore lì
Una domanda forse troppo specifica o comunque di tecnica militare tra le motivazioni della Route non ho letto il suo libro sto per comprarlo ma si dice sempre
Che c'è stato anche il fatto che i tedeschi non si sono andati a infrangere contro le cime ma hanno percorso le valli aggirando le cime
Non so se questo è vero dissi è vero perché la stesse tattica non è stata seguita da parte nostra diciamo alle grandi offensive sino all'undicesima battaglia
Allora questa cosa fa parte effettivamente diciamo dell'immagine comune di Caporetto che tutti abbiamo e che anch'io avevo prima di cominciare a studiarla da vicino in realtà quando uno va più da vicino si rivela essere in gran parte un equivoco una leggenda
Capite qual è il problema prima gli ho letto il Cornello Gatti che dice decimata dell'Isonzo il Monte Cook preso quota trecentosessantatré Presa il monte modici preso è uno dice ma perché in realtà se tu hai davanti a te è un territorio di montagna
E assolutamente inevitabile attaccare le quote e prenderne non è che puoi dire me ne frego del nemico sulle quote e io vado giù lungo la valle
E assolutamente inevitabile prendere in linea di massima le cime prima di spingersi un po'più avanti
A Caporetto succede questo ci sono due cose uno
Una divisione tedesca scadente la più scadente delle sei che aveva un compito secondario cioè mettere il naso nel fondo valle dell'Isonzo e vedere se li si riusciva a spingere un po'con l'idea figurati se si riesce andare avanti gli italiani saranno fortissimi
Questa divisione tedesca scopre che gli italiani avevano trascurato di fortificare il fondo valle Pisoni zoo
C'erano degli equivoci su quale generale era responsabile di qua e di là dal fiume
Gli ordine del comando supremo credendo di far bene avevano cambiato il giorno prima il comandante che doveva essere responsabile di quel settore
Una compagnia mitragliatrici che era lì era stata spostata per qualche altro ma è che adesso alla fine questa disgraziata divisione slesiana e diventata famosa nella storia d'Italia la dodicesima divisione slesiana
E che il comandante tedesco considerava appunto la peggiore delle sue divisioni perché in Slesia son mezzo polacchi quindi parzialmente inferiori in più minatori operaio Rossi insomma un revisore scadente
Si affaccia nella valle dell'Isonzo scopre l'Italia e non ci sono e marciando tranquillamente arriva a Caporetto nel cuore delle retrovie italiane questa cosa ha poi fatto un effetto gigantesco naturalmente
Contemporaneamente il generale osteria Co che comandava un settore del fronte quello in cui appunto gli austriaci non i tedeschi hanno attaccato ha mandato due divisioni attaccare le montagne ai lati e uno attaccare la pianura al centro
Puntualmente le divisioni che hanno attaccato le montagne sono state respinte dagli alpini senza nessuna difficoltà quella che attaccata in pianura
è riuscita invece a sfondare a quel punto il generale Krause che comandava questo settore ha cominciato a scrivere io naturalmente l'avevo previsto
Fin da prima ai miei ordini stabilivano che l'attacco principale era quello del fondo valle un'idea nuova e originale che ha avuto grande successo
Ecco è un pochino più complicato di così ma la sostanza secondo me è quella nel dopoguerra si è molto insistito su questa geniale trovata che in realtà era venuto fuori più o meno
Per caso perché nemmeno loro è uno così pazzi da dire va be'non attacchiamo le montagne andiamo avanti soltanto sul fondovalle
Prego se abbiamo ancora tempo certo consumo
Essa ogni anno differente Rommel
E i Apart di quel gruppo di divisioni le migliori le più scelte che hanno ordine di attaccare le montagne il punto decisivo su cui tedeschi ammassano il grosso delle loro forze migliori e prendere il monte Colovrat e il monte Matajur
L'ordine d'attacco dell'armata tedesca già il giorno prima dice a tutti gli ufficiali alla cima del monte Matajur e già appeso alla croce pur nella ditta la più alta decorazione militare tedesca l'ufficiale che prenderà quel monte assaggia che ha in tasca la decorazione per la serie appunto e ai monti erano piuttosto importanti lo trovi nei loro ordini dopodiché Romele uno dei tanti giovani ufficiali che secondo il sistema tedesco che è il contrario del nostro sono stati addestrati a muoversi da soli non aspettare gli ordini agire d'iniziativa
E andare avanti senza preoccuparsi di niente
Che è l'esatto contrario di addestramento dei nostri dove a ogni ufficiale a ogni livello veniva insegnato a obbedire agli ordini che arrivavano da sopra
Rompere uno molto bravo è anche bravo a farsi propaganda quindi lui è famoso ma innumerevoli giovani ufficiali tedeschi hanno fatto delle ecco chiudo con questo il capo di il generale che era andato a fare l'ispezione generale Krafft von del Mend Zingari che poi sarà il capo di stato maggiore quindi secondo in comando dell'armata tedesca ha poi scritto un libro
Tutti loro nel dopoguerra lo scritto libri per nostra fortuna raccontando il loro punto di vista che racconta Caporetto in modo molto dettagliato si chiama lo sfondamento dell'Isonzo
Pronto anche in italiano il generale classe nel suo libro in cui racconta i combattimenti di Caporetto e quindi parecchi giorni di combattimenti anche la ritirata
Cita per nome
Non soltanto Erwin Rommel ma non so più se cinquanta o sessanta tendenti e sottotenenti tedeschi ognuno dei quali in un certo momento nel combattimento preso l'iniziativa ha fatto qualcosa cita addirittura per nome quindici o sedici sottufficiali ognuno dei quali al comando di una squadra un certo punto ha fatto una cosa che ha contribuito allo sforzo collettivo
Che in un libro di un generale italiano ci ha menzionato per nome un tenente e completamente inconcepibile
Proprio in modo in modo totalmente diverso di organizzare le cose di ragionare sulle cose
Bene io temo che ne dobbiamo
Grazie
Allora vi ricordo lo stende quarantadue
Grazie