La nota antiproibizionista

La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum sulla cannabis al momento non sono ancora state rese note le motivazioni nemmeno è stato diffuso un comunicato
E quindi sulle ragioni di questa decisione dobbiamo accontentarci di quanto affermato il presidente della Consulta Giuliano Amato
Nella irrituale conferenza stampa che ha voluto tenere al termine della camera di consiglio
Il quesito è articolato in tre sotto quesiti ha detto Amato e il primo relativo all'articolo settantatré comma uno della legge sulla droga prevede che scompaia tra le attività penalmente pulite la coltivazione delle sostanze stupefacenti
Di cui alle tabelle uno e tre che includono il papavero e la coca le cosiddette droghe pesanti ma la cannabis
Alla tabella due ha detto Amato sufficiente già questo ha proseguito a farci violare obblighi internazionali plurimi che abbiamo e che sono un limite indiscutibile dei referendum
Insomma mi pare di capire che i promotori avrebbero commesso degli errori nella formulazione del quesito ma l'Est le cose stanno davvero così
Allora la situazione è un po'complicata perché la legge abbastanza complicata il comma uno dell'articolo settantatré elenca le condotte passibili di pene detentive relativa le tabelle uno e tre in cui sono indicati l'oppio e la coca tuttavia i promotori del referendum hanno fatto notare che il comma quattro dello stesso articolo settantatré che fa riferimento alle tabelle due quattro che indicano la cannabis richiama testualmente le condotte prevista al comma uno tra le quali è compresa la coltivazione i due commi quindi vanno considerati insieme
L'unico modo per depenalizzare la coltivazione ad uso personale di cannabis è quello di intervenire anche sul comma uno lasciando invariate le pene per le altre condotte in altre parole
Il quesito non faceva riferimento al comma uno perché i proponenti volevano legalizzare la coltivazione delle cosiddette droghe pesanti ma perché non era possibile fare diversamente
Viste le modifiche introdotte nella legge dalla sentenza con cui la stessa Corte costituzionale nel due mila e quattordici aveva dichiarato illegittima la legge Fini-Giovanardi
Il termine coltivata
L'indicato al comma uno dell'articolo settantatré che referendum si proponeva di abrogare fa riferimento alle piante l'unica pianta che è possibile consumare come stupefacente è la cannabis
Ammesso di poter coltivare facilmente Cocche papavero sul balcone o nel giardino di casa per ottenere cocaina eroina o morfina occorre un processo produttivo ma produzione fabbricazione estrazione raffinazione
Sempre indicate al comma uno dell'articolo settantatré sarebbero rimaste vietate
Quindi come i promotori hanno esposto nella memoria difensiva del quesito e nel corso del loro dell'udienza davanti alla corte l'eventuale vittoria del sì al referendum non avrebbe consentito la libera produzione di ogni tipo di sostanza
C'è poi la comunque la questione delle convenzioni internazionali che sempre stando a quanto dichiarato dal presidente Amato rappresenterebbero un limite indiscutibile dei referendum
Ora l'articolo settantacinque della Costituzione prescrive che non possano essere sottoposta a referendum popolare
Le leggi di bilancio le leggi di
Amnistia indulto i le leggi di autorizzazione a ratificare trattati internazionali ecco non mi pare che questo sia il caso del Testo unico sugli stupefacenti attualmente in vigore e dunque la Corte avrebbe dovuto intervenire semmai a valle
Sugli effetti della legge risultati dall'eventuale abrogazione delle norme sottoposte a referendum ora naturalmente io non sono un esperto di diritto costituzionale
E non mi azzardo ad avventurarmi in questione di cui non ho la necessaria competenza
Però non non si può non notare che l'Uruguay il Canada diciotto Stati degli Stati Uniti e Malta hanno legalizzato in varie forme la cannabis è che diciamo che chiamiamo ricreativa
Che il Lussemburgo si appresta a farlo che un progetto di legge nel programma del governo tedesco
Che altri Paesi hanno allo studio provvedimenti analoghi e che un dibattito si è avviato da tempo alle Nazioni Unite e senza che tutto questo abbia sollevato particolari problemi con le convenzioni come ho detto ora bisogna attendere le motivazioni per capire su quali basi su quali ragionamenti i giudici hanno deciso di non ammettere referendum sulla cannabis limitandoci a quanto dichiarato dal presidente Amato
Quella della corte appare come una decisione politica una decisione che di fatto ha impedito che si potesse aprire finalmente un grande confronto nel Paese sulla politica delle droghe
Una politica che riguarda milioni di cittadini che si accanisce sui consumatori con sanzioni amministrative vessatoria applicate al di fuori del controllo giurisdizionale
Che pesa sul funzionamento della giustizia che è responsabile del sovraffollamento delle carceri che sono piene di piccolissime spacciatori di tossicodipendenti ma non di narcotrafficanti e che lascia che le mafie continuino ad arricchirsi
Ma poi al di là delle conseguenze di tipo sociale sanitario economico c'è anche una considerazione più generale che riguarda la nostra libertà e i nostri diritti dei cittadini
Con una decisione autoritaria la corte tu costituzionali ha impedito che potessimo esprimerci su norme che ci riguardano da vicino quelle sulle sostanze proibite ma anche quelle sul fine vita sulla responsabilità civile dei magistrati
Con questa sua decisione complice l'inerzia del Parlamento
E il rifiuto di alcune forze politiche di affrontare qualsiasi tipo di confronto la Corte costituzionale ha di fatto negato la dote determinazione dei cittadini che dance deve essere invece uno dei pilastri di una società liberale