Passaggio a Sud Est - supplemento del giovedì

Buongiorno da radio radicale buongiorno da Roberto Spagnoli bentrovati ad un nuovo appuntamento con il supplemento settimanale di passaggio ha sul destro dello spazio che ogni settimana radio radicale dedica la realtà politica dell'Europa sudorientale
Supplemento di giovedì ventiquattro marzo del due mila ventidue
Dobbiamo seguire con attenzione quanto accade nei Balcani occidentali
Per prevenire possibili azioni de stabilizzatrici di Mosca
Per il Consiglio discuteremo della prolungata crisi politica in Bosnia Erzegovina
Siamo impegnati per disinnescare le provocazioni secessioniste della Repubblica Srpska
E per far rientrare la crisi politica e istituzionale che paralizza il Paese dallo scorso luglio
è fondamentale che la Bosnia Erzegovina riprenda la strada delle riforme per avvicinarsi all'Unione Europea
Il nostro obiettivo è assicurare l'organizzazione delle elezioni politiche in autunno per evitare ulteriore incertezza nel Paese
Dobbiamo seguire con attenzione quanto accade nei Balcani occidentali per prevenire eventuali azioni de stabilizzatrici di Mosca così ha detto ieri il Presidente del Consiglio Mario Draghi nelle sue comunicazioni rese in Parlamento in vista del Consiglio europeo
Che si riunisce oggi e domani a Brussel
Ieri mattina Draghi ha parlato alla Camera i deputati ieri pomeriggio al Senato avete potuto sentirlo indiretta anche il dibattito che ne è seguito da radio radicale
Dunque prevengo seguire con attenzione quanto accade nei Balcani e rivolgere una particolare attenzione alla prolungata crisi politica in Bosnia Erzegovina
Con anche qua un l'obiettivo di organizzare elezioni politiche in autunno per evitare ulteriori incertezze così ha detto Draghi
Di questo Silly parla anche si legge nella mozione di maggioranza approvata in occasione delle comunicazioni del Presidente del Consiglio
Sostenere il processo di adesione dei Balcani occidentali e l'Unione europea
E contribuire alla stabilità sociale politica importanza economica attraverso tutti gli strumenti politici economici e diplomatici dell'Unione Europea questo si legge appunto questo il passaggio contenuto nella mozione di maggioranza
Chi segue radio radicale che segue passaggio sud-est ma chi segue le vicende balcaniche e chi segue anche i siti portali sono anche sono che dedicano particolare attenzione approfondimento i Balcani occidentali sa che
Da mesi insomma parliamo delle tensioni in Bosnia-Erzegovina dei rischi di secessione da Milesi
Diciamo di seguire con attenzione quanto accade nei Balcani occidentali
E lo abbiamo detto e ripetuto ma mano che Annan ma un militava la tensione della Russia nei confronti del dell'Ucraina fino a tensione crisi che poi sfociata
Nell'aggressione nella guerra di aggressione del ventiquattro febbraio
E dunque interessate importante somma che finalmente ci si renda conto che i Balcani vanno seguiti con attenzione e noi l'abbiamo abbiamo le ultime negli ultimi
Mi pare supplementi settimanali ma ama anche le puntate di passaggio a sud-est della domenica vediamo tutti dedicati alle conseguenze le ripercussioni che
La la guerre non crei la crisi prima e la guerra in Ucraina poi a possono avere lei nella regione abbiamo detto abbiamo letto anche nei supplementi delle scorse settimane
E quanto sono quanto siano concreti rischi che Putin posso aprire proprio nei Balcani un secondo fronte
E l'aggressione russa contro l'Ucraina ha sollevato profonde preoccupazioni anche nei Balcani occidentali è infatti un gruppo di associazioni
Di organizzazioni non governative di attivisti di Serbia e Kosovo hanno diffuso una dichiarazione congiunta nei giorni scorsi per condannare l'aggressione della Russia contro l'Ucraina il testo tradotto in italiano è stato pubblicato dal sito internet di Osservatorio Balcani Caucaso Trans Europa
La carica cosa punto org replicato anche sulla pagina Facebook di passaggio a sud est i firmatari esortano l'Unione europea
E i suoi Stati membri a garantire una un approccio pratico la prospettiva Rocca dei Balcani occidentali ma chiedono anche alla alla comunità internazionale di sostenere la Regione per assicurare pace e sicurezza sostenibili
Il testo di inizia proprio con la condanna del dell'aggressione russa all'invasione russa dell'Ucraina
Si legge appunto in questa dichiarazione ha avuto un impatto devastante su un ordine internazionale basato su regole i Balcani occidentali sono particolarmente vulnerabili agli sviluppi globali che mettono a rischio il diritto internazionale la democrazia i diritti umani
Noi rappresentanti delle organizzazioni della società civile del Kosovo e della Serbia condanniamo l'aggressione della Russia contro l'Ucraina e chiediamo ai nostri governi di allinearsi alla posizione dell'unione europea inoltre esortiamo l'unione europea e Stati membri a cambiare il paradigma dell'allargamento per garantire un approccio pratico e proattivo alla prospettiva europea dei Balcani occidentali
Chiediamo anche alla più ampia comunità internazionale di sostenere la nostra regione per assicurare una pace una sicurezza sostenibili
Le conseguenze di tali violazioni del diritto internazionale prosegue la dichiarazione
Potrebbero essere estremamente destabilizzanti per la nostra regione post bellica
Alla luce dell'aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina questo è un momento storico decisivo
Un momento che richiede una pronta risposta da parte dei nostri governi dalla comunità internazionale per sostenere nei Balcani occidentali il rispetto dello Stato di diritto il diritto internazionale della solidarietà e i diritti umani
La situazione attuale conferma l'importanza del dialogo tra Kosovo e Serbia per assicurare una pace sostenibile la prosperità e il benessere di tutti i cittadini offre un'opportunità per riflettere e ridisegnare il processo di dialogo
Andando oltre l'approccio dell'ambiguità costruttiva
Viene verso un processo inclusivo che porti a un accordo legalmente vincolante e duraturo
è necessario un'azione urgente da parte dell'Unione Europea per spingere sostenere riforme sostanziali in particolare per quanto riguarda lo stato di diritto al fine di accelerare integrazione dell'Unione Europea dei Balcani occidentali
La società civile in Kosovo e Serbia Sempé nata attivamente nei processi di costruzione della pace nel corso degli anni rappresentando le voci della comunità e le preoccupazioni quotidiane dei cittadini che sono ampiamente messo in ombra dalla politica tradizionale in questo periodo di crisi chiediamo alla comunità internazionale di sostenerci nel condannare la retorica divisiva le politiche autoritarie e discorsi populisti e nazionalisti che servono a mettere a tacere le voci critiche e a generare paura e sfiducia tra le comunità
Con l'obiettivo di ridurre la diffusione della disinformazione che può portare a una possibile escalation nel conflitto chiediamo anche ai rappresentanti dei media di impegnarsi pienamente per favorire un'informazione imparziale
E indipendente ecco l'ho letta integralmente Loreto interamente il testo di questa dichiarazione congiunta diffusa da un gruppo di associazioni avendo sanno governativi attivisti di Serbia e Kosovo
E chiede appunto che l'Unione europea rilanci ma con un paradigma diverso e garantisco una prospettiva europea concreta
Dei Balcani occidentali ma che si rivolge anche oppio alla più anche come data nazionale perché sostenga la Regione per assicurare pace e sicurezza sostenibili
E insomma il il l'abbiamo è stato fatto da molti osservatori l'abbiamo fatto anche noi da questi microfoni il parallelo tra la guerra in Ucraina e che cosa è successo trent'anni fa nei Balcani occidentali proprio trent'anni fa in questi giorni
Era cominciato cominciava il conflitto in Bosnia
Guerre in Ucraina cosa ci dice presidenza leggo Slavia questo è il titolo dell'interessante articoletto articolo pubblicato il quindici marzo
Su ispira on line che il il sito di dell'ISPI l'Istituto studi studi politica internazionale un articolo firmato da Giorgio fu Shōnen che ricercatore proprio sul sui Balcani del dell'ISPI
Solution inizia
Confrontando analogie e differenze tra la guarì in Ucraina e il presidente della Jugoslavia la guerra in Ucraina
Scrive fruscio ne è scoppiata a trent'anni dall'inizio di quelle in vacanza Gori nel capitolo più lungo e violento del processo di dissoluzione dalla Jugoslavia i due conflitti si inseriscono in categorie spazio-temporali geopolitiche distinte
E sebbene la guerra Ucraina sia appena le fasi iniziali
Quella nell'ex Jugoslavia con particolare riferimento al periodo mille novecentonovantuno mille novecentonovantacinque offre il pretesto per un'analisi comparata che possibilmente aiuti a comprendere meglio l'invasione russa
Esistono pertanto deve Analogie delle differenze degli elementi che compongono le due guerre come gli schieramenti in campo il bagaglio retorico che accompagna e sostiene gli sviluppi bellici così come gli allineamenti diplomatici a livello internazionale
E cominciamo dallo squilibrio di forze scrive Giorgio procione conferito in Ucraina mostra già un elemento in comune con la guerra che di là però il mentre fra la Jugoslavia lo squilibrio delle forze in campo
Anche se ufficialmente la Russia continua a negare la natura degli eventi in corso non definendoli guerra un'invasione preferendo l'espressione operazione speciale l'analogia con le prime fasi del conflitto jugoslavo riguarda la maggior grandezza militare dell'aggressore
Sia in termini di soldati effettivi che di armamenti
Con l'esercito russo oggi e quello jugoslavo ieri considerati tra i più potenti al mondo
Tuttavia una differenza con la guerra in Ucraina sta nel fatto che dopo una iniziale coinvolgimento dell'esercito jugoslavo in corazze nelle prime fasi della guerra in Bosnia
La guida delle operazioni belliche dava dal lato serbo venne assunta dei rispettivi eserciti locali con un graduale disimpegno dei vertici militari di Belgrado questo avvenne in virtù della dissoluzione ufficiale della federazione socialista
Nell'aprile del mille novecentonovantadue quando Serbia Montenegro costituirono la Repubblica federale di Jugoslavia
Una mossa che Belgrado sfruttò nel tentativo di dimostrare alla comunità internazionale che quella in corso non era una guerra di aggressione bensì civile nonostante regime di Slobodan Milošević appoggiasse direttamente i serbi nelle repubbliche secessioniste
Questi infatti i conti continuare ad usufruire delle basi e degli armamenti jugoslavi che erano presenti in quei territori a cui vennero cambiati i vessilli determinando fino alla fine del conflitto un grande squilibrio di forze un'altra differenza
Sta quindi nella predominanza del ruolo di comando politico e militare delle leadership dei serbi di Croazia e Bosnia rispetto a Belgrado che nella fase finale del conflitto riuscì a controllare sempre meno
Le l'leadership serve locali anche se ne assunse la rappresentanza diplomatica fino agli accordi di Dayton del mio novecentonovantacinque lo conferma il fatto
Che le responsabilità di diversi crimini di guerra e contro l'umanità in Bosnia vennero a scritte in misura maggiore al leader e comandanti serbi locali come l'ex presidente della repubblica serba ska Radovan Karadzic
E il generale Ratko Mladić rispetto rispetto ai vertici statali di Serbia e Montenegro
In Ucraina al momento il ruolo di comando e più verticistico è riconducibile direttamente a Mosca piuttosto che rappresentanti locali anche a livello mediatico la rilevanza politico-militare delle leadership dei territori secessionisti del Donbass
Sembra al momento molto limitata rispetto al ruolo del Cremlino che si pone dunque come unico artefice della strategia di invasione dell'Ucraina
Una relazione che come nel caso di uno slavo potrebbe cambiare col proseguire del conflitto qualora Mosca ritorni a combattere una guerra per procura come ha fatto in d'on basta dal due mila quattordici
Poi c'è la questione della retorica di guerra scrive Giorgio su Shōnen questo articolo su XP on line punto it una delle questioni più interessanti è relativa all'armamentario ideologico e retorico che ha accompagnato l'inizio di entrambe le guerre come detto nella guerra in corso viene categoricamente evitata la parola guerra pubblicando la Russia stesse ad un'ambiguità diplomatica a livello internazionale
E ad una negazione della realtà a livello interno dove le prime le proteste contro la guerra e limita fortemente l'informazione inoltre ciò che merita particolare attenzione che fino alla vigilia del conflitto il presidente russo Vladimir Putin
Non aveva fatto ricorso alla consueta retorica bellica utile a sostenere la chiamata alle armi
E ad incentivare supporto politico interno a favore delle operazioni militari
In altre parole il Cremlino ha fatto uno scarso e tardivo uso della narrazione nazionalista che nella tradizione degli Stati nazionali ha per secoli nessun popolo contro l'altro affinché si giustifica se l'aggressione di paesi vicini
Questo sarebbe in parte dimostrato dai casi riportati di soldati russi che spontaneamente si arrendono abbandonano le armi se non addirittura si scusano per l'aggressione Ucraina e Russia anche dopo la fine dell'Unione Sovietica
E in virtù degli stessi interessi di Mosca almeno fino al due mila e quattordici sono stati intese come nazioni sorelle alcune truppe russe non capiscono quindi la necessità di attaccare una popolazione a cui sono sempre stati legati e con cui condividono diversi caratteri storici e culturali nonché religiosi
Nel mille duecentonovantuno invece quando inizia la guerre jugoslave il terreno dello scontro armato era Fertile danni
Anche tra i suoi popoli costituenti quando la crisi economica della Federazione comincia a minare le basi dell'Unione fratellanza i singoli leader nazionali iniziano ad accusarsi a vicenda esacerbato la dialettica
E nazionalista
Inizia l'indipendentismo economico di Slovenia Croazia si arricchì della componente nazionalistica culturale religiosa che retoricamente contrappose rispettivi popoli cattolici porta cattolici e presentati come mitteleuropei all'ortodossia serba
Io le identità quella balcanica orientalisti Ca'mente intesa come arretrata e molto distante dalle società di Lubiana e Zagabria
Dal canto loro i musulmani di Bosnia si trovano nelle non politica che andava instaurando sì in quegli anni schiacciati tra le mire politiche e militari di vecchie ideologie nazionaliste riassumibili nei concetti di Grande Serbia e grande Croazia il caso della Bosnia richiama però molto anche quanto dichiarato da Putin nel corso nel discorso che ha spianato la strada i carri armati russi l'Ucraina non sarebbe uno Stato gli ucraini non sarebbe una nazione e la statualità Ucraina sarebbe finzione frutto della politica russa
Un'argomentazione falsa
Che serve gli scopi bellici allo stesso modo di come nazionalismo gran serbo negò l'identità bosniaca nonché la possibilità di una Bosnia Erzegovina indipendente una narrazione politicamente forzata ancora presente nei circoli nazionalisti
Quando i popoli della Jugoslavia furono portati alle armi dunque le contrapposte mobilitazioni militari venivano da anni di manipolazioni narrative e strumentalizzazioni storiche che contribuiremo a rendere particolarmente efferati i primi mesi di guerra infine ciò che i due conflitti condividono ampiamente relativamente al bagaglio retorico di guerra il ricorso alle categorie della seconda guerra mondiale
I giustificazione di Mosca oggi comunque di Belgrado ieri si sono concentrate nel presentare il nemico come con la definizione di nazista
La propaganda russa sostiene di voler dei nazisti che E.T. e va ovvero di volerla liberare facendo quindi ampio ricorso alla mitologia sovietica di cui Putin oggi si vorrebbe porre in continuazione storica
Nonché all'eroismo della grande guerra patriottica che mise fine agli assedi nazisti durante la Seconda guerra mondiale
Similmente croati e serbi impiegarono opporsi identificazioni la cui matrice propria del periodo dell'occupazione nazifascista del Regno di Jugoslavia
Nel mille novecentonovantuno i croati vennero etichettati come ustascia ovvero i collaborazionisti fascisti
E i loro indipendentismo ben inteso come il progetto di ricreare lo stato fantoccio
Che tra minacciato quarantunenne novecentoquarantacinque comprendeva anche l'odierna volta Herzegovina disse viceversa i serbi vennero identificati come cetnici
Riprendendo il nome delle truppe fedeli alla monarchia serba che collaborarono con gli occupatori
Va detto che talvolta sono state le stesse autorità di Belgrado e di Zagabria a ripescare volontariamente simbologie e terminologia della seconda guerra mondiale riabilitando personaggi era interpretando episodi storici alla luce della guerra degli anni novanta per consolidare la propria legittimazione politica
Quanto all'attuale confronto azione tra Ucraina e Russia una simile strumentalizzazione della storia potrà essere analizzata meglio al termine del conflitto o di una sua fase più avanzata anche se
Pure qui dal due mila e tredici alcuni processi di riabilitazione di personaggi controversi nonché la rivisitazione di certi episodi storici hanno contribuito ad alimentare i i due contrapposte armamenti retorici
E
E poi la
La la conclusione di questo lungo articolo ma molto interessante di Giorgio fusion a un mondo diverso Ri nato nel mio novecentonovantuno scrive Fruscio nelle relazioni internazionali stavano vivendo una stagione di rapidi sconvolgimenti e riforme la divisione in blocchi era appena finita in Unione Sovietica cessava di esistere il Trattato di Maastricht un anno dopo pose le basi dell'odierno Unione Europea lucida e l'Occidente per come lo conosciamo oggi era agli albori soprattutto l'amato iniziamo a interrogarsi sulla propria ragion d'essere
La fine dalla guerra fredda l'aveva privata dell'elemento di contrapposizione la federazione russa negli anni novanta
Aveva perso l'aura di potenza globale dell'epoca sovietica le aperture
Al capitalismo
Sì la successiva Crisi economica ne limitarono all'attivismo sul fronte internazionale e la distensione dei rapporti con gli Stati Uniti agevolo almeno su alcuni dossier uno spirito di collaborazione piuttosto che di competizione
La crisi jugoslava offrì all'alleanza la possibilità di indagare la propria identità anche tra scendendo la dottrina del difensivi ritmo
Nei dieci anni successivi alla fine dell'Unione Sovietica
Tutte le missioni NATO si sono concentrate dall'ex Jugoslavia
Missioni che dimostravano sia una rinnovata capacità militare specie nel settembre del mille novecento novantacinque quando furono colpite le postazioni serbo bosniache ponendo fine agli attacchi alle zone protette dell'ONU
Sia i suoi eccessi umanitari capaci di prevaricare sul diritto internazionale come quando mi novecentonovantanove decise senza l'avallo ONU di bombardare la Serbia Montenegro per porre fine alla guerra in Kosovo
La guerra in corso
Ha invece c'era quel in Ucraina qua punta è la differenza che nota frosone la guerra in corsa invece risvegliato dal torpore diplomatico l'alleanza di cui i tempi in in tempi non sospetti in Europa si dichiarò persino la morte cerebrale
Fu il presidente francese macro a dire queste queste parole
La differenza principale con la guerra in Jugoslavia sta però nota fusion è nel fatto che l'attuale crisi ha ricompattato il fronte occidentale
Ria settari assestando l'asse transatlantico e proponendo un'inedita coesione a livello di Unione europea che all'unanimità ha subito adottato sanzioni contro il regime di Putin e ha chiuso lo spazio aereo a tutti i velivoli russi
Quando scoppia la crisi jugoslava invece gli Stati Uniti la costituenda Unione Europea furono incapaci
Sia di coordinare una reazione comune che scongiura se la guerra sia di agire in modo compatto nelle sue prime fasi in particolare l'Unione si divide sulle tipologie di intervento con Berlino che appoggiò subito le istanze indipendentiste slovena e croata
Mentre Parigi e Roma furono inizialmente più caute o comunque più disposti a sentire anche le ragioni di Slobodan Milošević
Alcune delle decisioni generate da queste contrapposizioni furono in parte contraddittorie come quella di estendere l'embargo sulle armi a tutto il territorio della Jugoslavia impedendo quindi anche a Sarajevo la possibilità di equipaggiare il proprio esercito
Oggi al contrario si discute della possibilità di armare gli aggrediti invece che di embarghi proprio perché la natura di guerra di aggressione al netto della propaganda russa innegabile
Infine e questa è l'ultima riga dei questo articolo è interessante notare che l'Occidente ritrova compattezza anche a discapito delle conseguenze economiche ed energetiche che invece nel caso jugoslavo
Mancavano del tutto non essendo stata la Jugoslavia così essenziale per i rapporti commerciali né per le forniture di energia come lo è invece lo è stata la Russia fino ad oggi in conclusione le due guerre sono di natura diversa e avvengono in momenti storici del tutto differenti con mutati rapporti di forza geopolitica tuttavia
Quella che prima del ventiquattro febbraio era effettivamente l'ultima guerra combattuta in Europa può offrire la possibilità di comprendere meglio quelle in corso cioè la
La guerra nell'ex Jugoslavia può offrire la possibilità di comprendere meglio quella in corso in Ucraina se non altro nell'analisi delle sue interpretazioni politiche nonché per lo squilibrio di forze che almeno in Unione europea rende nuovamente attuale il dibattito sulla necessità di una difesa comune
Così Giorgio fusione ricercatore all'ISPI l'Istituto degli studi di politica internazionale in questo articolo pubblicato su ISPI on line punto it e lo scorso quindici marzo guerre in Ucraina cosa ci dice precedente della Jugoslavia l'ho letto integralmente perché
Mi sembra un'analisi molto puntuale che mette in fila tutte le cose e capisce
Dei permette di capire appunto le analogie e le differenze tra i due i due conflitti
Sott'sottende che c'è poi anche un problema di Europa
L'Europa dunque il futuro dell'Unione Europea la capacità dell'Unione Europea di trovare finalmente un un unità su questioni come per esempio la politica estera politica di difesa l'economia la politica energetica
L'Europa dovrà finalmente cambiare atteggiamento è il titolo dell'analisi di Gianni Bonvicini pubblicata su affari internazionali punto it a fare internazionali punto it il il sito il portale d'informazione
Dell'istituto fare internazionale lo Iaia l'Europa non sarà più la stessa prescrive Gianni Bonvicini
Eravamo ormai abituati da decenni a delegare in toto la nostra sicurezza agli Stati Uniti alla NATO c'eravamo davvero dimenticati delle nostre responsabilità
E avevamo puntato tutto o quasi sulla crescita della nostra economia della nostra società oggi invece il grande timore degli europei e che la volontà imperiale della Russia non si fermi confine occidentale dell'Ucraina se l'invasione dovesse continuare
E questo potrebbe aprire nuovi scenari
Scenari da incubo
Scrive Gianni Bonvicini che cambierà la situazione geopolitica europea
Oggi il risveglio è stato brusco il vero rischio di trovarci nuovamente davanti una cortina di ferro che affosserà ogni speranza di dialogare con il resto dell'Europa questa volta non sarà con il comunismo che ci dovremo confrontare
Ma con un regime dittatoriale molto più difficile da comprendere le sue mosse le ambizioni espansionistiche
E allora conclude Gianni Borgna e Gianni Bonvicini finché non si rinuncerà alla ferrea regola dell'unanimità finché non si penserà seriamente ad un governo politico europeo finché non potremo contare su un'effettiva politica estera e di sicurezza comune
Non vi saranno progressi di sorta
E nel frattempo l'influenza della Russia dei regimi dittatoriali in Europa continuano ad estendersi a minacciare la nostra democrazia mentre sullo sfondo l'America si concentrerà sempre di più sui rapporti con la Cina
E continuerà ad agire per proprio conto come dimostrato nel caso del ritiro dall'Afghanistan o anche nel dialogo strettamente bilaterale faggio by delle Vladimir Putin alla vigilia dell'avvio delle operazioni militari in Ucraina sarà un'Unione in definitiva sempre più isolata
E non è
Non è bella somma questa prospettiva che disegna Gianni Bonvicini saremo vicini al consigliere scientifico dello dello IAI fa fa parte del del comitato dei garantite vissuto fare internazionali di questa direttore tra l'ottantasette e due mila otto vicepresidente vicario due mila otto due mila diciassette
L'Europa dovrà finalmente cambiare atteggiamento Paesi l'articolo lo trovate integralmente l'abbiamo l'indicato su passaggio a sud-est e sulla pagina Facebook di passaggio sul destro trovata che so fare interessare il punto it l'abbiamo ricatto come gli altri sono anche citiamo insomma
E e unendo le due cose allora la situazione dei Balcani rischi di apertura secondo fronte il fatto che l'Unione europea
Deve finalmente cambiare atteggiamento le analogie e le differenze tra la guerra nei Balcani nell'ex jugoslavi una guerra in Ucraina questo ci fa capire che l'Unione europea si gioca il suo futuro
Esproprio proprio nei nei Balcani ricordate come
La la ragione sociale di passaggio a sud-est sia il futuro del di questa Regione del passa per le l'Europa ma anche foto dell'Europa passa da questa regione l'Unione europea dunque dopo queer deve rilanciare sui Balcani questo e quanto è il l'idea quanto sostiene l'ex ambasciatore in Kosovo Macca al Luis Giffoni che è stato intervistato da Stefano Giantin e per i quotidiani Trieste il piccolo il la l'intervista è uscita domenica la scorsa domenica venti marzo
Stabilita solo con l'integrazione quanto dice l'ambasciatore Giffoni
Che parla della situazione in Bosnia che parla del Kosovo che parla anche della politica estera ambigua di Belgrado e conclude all'ultima domanda che gli fa Stefano Giantin Balcani sono un terreno di confronto tra Europa Russia Cina Turchia Paesi arabi pensa che l'Unione capi europea capirà che il caso di integrare subito la Regione l'Unione europea risponde ma ecco il Giffoni non è riuscito a fare della prospettiva europea
Ed è la promessa dell'allargamento a tutti i Balcani Paesi dei Balcani occidentali sancita nel due mila e tre la chiave di volta per la stabilizzazione e progresso dell'area stessa
La prospettiva europea trovava la sua giustificazione anche nel senso di impotenza se non di colpa dell'Unione europea delle singole potenze europee
Che non riuscivano a prevenire le drammatiche conseguenze della disgregazione jugoslava anni a intervenire in tempo per fermare le punte massime di atrocità
Il momento magico dei primi anni del millennio è svanito e si è instaurato un corto circuito nefasto tra l'arido tecnicismo burocratico delle istituzioni comunitarie
E le nuove e crescenti pulsioni populiste sovrani viste di molti Paesi membri in sostanza incapace di europeizzare i Balcani è stata l'Unione Europea balcanizzato sì
E dopo l'Ucraina solo il rilancio del processo di integrazione può garantire la stabilità e il progresso ai Balcani alla stessa Unione Europea
L'Europa muore o rinasce a Sarajevo scrisse trent'anni fa il mai dimenticato Alex Langer in questi ultimi anni l'Europa è continuata morire dappertutto ma penso che sono assai amore nei Balcani potrà rinascere davvero così
Nana ecco il Giffoni questa intervista
Veramente da leggere tutto ma qui c'è il il nodo il nodo a centrale punto nell'ultima risposta c'è appunto il nodo con l'Unione europea dopo Kiev deve rilanciare sui Balcani perché sulla stabilità si può tenere solo con l'integrazione
E manca il Giffoni fa bene a ricordare il manifesto appello l'Europa muore e rinasce a Sarajevo che fu portato al vertice europeo di Cannes del venticinque giugno del mille novecentonovantacinque in una manifestazione
Il promotore di quella di quel manifesto fu in particolare Alex Langer
Adesso si unirono
Marco Pannella il partito radicale si unirono esponenti politici di varie forze politiche parlamentari europei fu portato proprio
A Cannes una manifestazione internazionale quel manifesto che di fronte a quanto veniva avversava avvenendo ormai da tre anni in Bosnia Erzegovina ricordiamo i massacri villa sede di Sarajevo
Detto chiedeva l'Europa di decidere se morire o o rinascere
E oggi più che mai in passato dobbiamo armarci di dignità e di valori
Si ergeva un certo punto nel manifesto appello soprattutto ripetere quel mai più che risuona in tutta Europa dalla fine della seconda guerra mondiale bisogna che l'Europa
Testimoni e agisca l'unione europea deve oggi dar prova di un coraggio di un'immaginazione politica senza precedenti nella sua storia può farlo e deve farlo
L'Europa per questo muore o rinasce assai bravo così si leggeva in questo manifesto che è molto più lungo ovviamente legato molto alla situazione a in quel momento dei Balcani uscire dalle guerre jugoslave
E della vostra Szego avena ma è un testo di una forza politica anche mantiene dopo trent'anni appunto tutta tutta la sua energia quel testo andrebbe ripreso andrebbe fatto riconosce fattore conoscere nuovamente perché si era dimenticato andrebbe preso e forse su quel testo costruire una un nuovo appello trent'anni dopo
L'Europa muore o rinasce a chi avrà umore o rinasce a Mariù Pola Leopoli morì a Odessa umore o rinasce in Ucraina l'Europa appunto deve deve armarsi di vita e di valori può farlo e deve farlo e quindi grazie a Michael Giffoni di avere ricordato appunto quel quel manifesto
Ci fermiamo qui per adesso ma ci torneremo e torneremo anche sull'importanza di quella di quel manifesto e quanto è attuale ancora oggi ci fermiamo qui con questo supplemento di passaggio Sodexo supplemento settimanale il giovedì ventiquattro marzo
Nel due mila e ventidue
Tutti gli articoli che abbiamo citato li trovate sulla pagina Facebook di passaggio a sud verso la saggia sud-est
Radio radicale ci volete riascoltare su radio radicale punto it nella sezione delle rubriche inonda invece ci risentiamo domenica
Sera domenica ventisette marzo come sempre alle ventuno per una nuova puntata che sarà nuovamente dedicata alle conseguenze le ricadute ai contraccolpi che la quale non Krajina
Sta avendo e potrà avere nei Balcani occidentali grazie per averci seguito un saluto da Roberto Spagnoli una buona giornata all'ascolto di radio radicale