Passaggio a Sud Est - supplemento del giovedì

Buongiorno da radio radicale buongiorno da Roberto Spagnoli ben ritrovati all'appuntamento con il supplemento settimanale di passaggio a sul testo supplemento di giovedì quattro agosto del due mila ventidue
Supplemento con il quale riprendiamo i nostri appuntamenti settimanali con le notizie gli approfondimenti sulla realtà politica dell'Europa sudorientale dopo una pausa estiva
E riprendiamo purtroppo con una notizie che riguardano tensioni politiche nell'area balcanica nell'area dell'ex Jugoslavia le tensioni
Che si sono rimani testate nei giorni scorsi tra il Kosovo e la Serbia
Una crisi permanente l'altalena di una crisi permanente così lo ha titolato Osservatorio Balcani e Caucaso ha titolato un articolo apparso lunedì scorso quindi primo agosto un articolo di Francesco Martino in cui si parla delle preoccupazioni in Kosovo per l'ennesimo innalzarsi della tensione tra le autorità kosovare di Pristina e la minoranza serba ma anche
Si affronta la situazione inserendola nella più alto il più vasto contesto geopolitico e ponendo punto la domanda se la crisi in Ucraina può rappresentare una spinta per rilanciare le prospettive di pace e di stabilità
Il di Serbia Kosovo e della regione oppure oppure no
Ed è proprio di questo che parleremo in questo supplemento
La questa questa crisi che è tornata a manifestarsi avrà quattro con il con il pretesto delle targhe ma poi vedremo anche che che senso ha
Anche questa questa questa questione che può servire sembrare agli occhi di noi italiana e occidentale una questione meramente di lana di lana caprina che invece ha una una sua a un a ha una sua importanza
Ma lo fa vogliamo inserire appunto quello che sta avvenendo Camba Esopo e a parte la crisi di questi giorni tra Kosovo e Serbia ma più in generale quello che sta avvenendo
Nei Balcani in questi mesi pensiamo particolare alla Bosnia appunto nel più vasto contesto della guerra scatenata dalla Russia in Ucraina
E per fare questo appunto lo facciamo con degli articoli che sono apparse in questi giorni sui giornali di analisi ma partiamo dalla Rete partiamo appunto proprio da Francesco Martino su balcanica Oko sul punto Orchid barricate sirene di allarme colpi d'arma da fuoco il tutto amplificato dal tam tam
Dei social media e dell'atmosfera di ansia generata dalla guerra in Ucraina per chi non segue con continuità la situazione nella regione l'ennesimo picco di tensione tra Kosovo e Serbia è apparso come il prologo di un nuovo conflitto armato in Europa tanto più che tra le notizie rimbalzate in fretta lo spazio virtuale
Ma poi velocemente smentita c'era anche quella del dispiegamento di unità dell'esercito di Belgrado ai confini del Kosovo
Per fortuna la situazione anche se da non sottovalutare non sembra sulla soglia di sfuggire di mano
La nuova crisi hai prodotto spiega Francesco Martino è il prodotto di risolte tensioni di lungo corso tra Belgrado e Pristina esacerbati e però da un contesto internazionale turbolento il casus belli ancora una volta frutto della strategia di reciprocità delineata dal premier kosovaro Albin Kurti se la Serbia atto una misura nei confronti dei cittadini kosovari lo stesso deve avvenire anche in direzione contraria
Le autorità di Pristina hanno quindi annunciato che dal primo agosto a tutti quelli che intendevano entrare in Kosovo con una certa con una carta d'identità o passaporto serbo sarebbe stato emesso un documento provvisorio di transito valido per tre mesi
Al tempo stesso dalla stessa data non sarebbe più stato tollerato l'uso di targhe serve perché residenti in Kosovo una pratica fino ad oggi largamente accettata soprattutto nelle municipalità del Nord a maggioranza serba il nord del Kosovo a nord del fiume
Ibarra
E e il il centro delle tensioni è rappresentato dalla dalla città dico sosta Mitrovica che si trova proprio a cavallo del fiume IBAR ed è divisa insomma in due in due parti
Ma torniamo a Francesco Martino
Che prosegue spiegando come per la crisi delle targhe scoppiata nel settembre due mila ventuno
La decisione del governo Curti
Ha scatenato in fretta la la reazione rabbiosa di parte della popolazione serba soprattutto a nord del fiume IBAR come in un film già visto le strade di accesso ai punti di frontiera sono state bloccate da barricate improvvisate colpi d'arma da fuoco sono stati esplosi ma senza provocare feriti in direzione delle forze di polizia kosovara nell'aria
Poi rafforzato dalle squadre dei corpi speciali
Lesse le sirene d'allarme hanno lungamente ululato nei cieli della parte serba di Mitrovica il tutto mentre iniziava il balletto dei tweet allarmistici delle dichiarazioni politiche e dei tentativi di risoluzione diplomatica e insomma di questo questo questi Toni li abbiamo visti anche nelle nelle cronache insomma che sono apparse in Italia sui giornali nelle clan nelle nel
Resoconti radio televisivi sui sui sociale una via d'uscita anche se provvisoria
è emersa quando il governo kosovaro dopo le dopo consultazioni
Sia con rappresentati dell'Unione europea che degli Stati Uniti annunciato di avere posticipato di un mese l'entrata in vigore delle nuove disposizioni disposizioni a condizione che tutte le barricate fossero rimosse e che la libertà di movimento fosse ristabilita
Ad appena qualche ora di distanza l'agenzia stampa serba Tani Hugues riferiva che nonostante il permanere di un clima teso il processo di rimozione delle barricate improvvisate che era in corso
Insomma come prevedibile
La mossa poi di Curti è stata raccolta con commenti positivi da parte del blocco euroatlantico
E già durante i momenti di maggior nell'musiche smog i comandanti della KFOR cioè la missione militare a guida NATO dispiegato in Kosovo fino al mille novecentonovantanove
Avevano altri contribuito a gettare acqua sul fuoco con un comunicato stampa in cui aveva riaffermato il proprio ruolo di garante della stabilità in Kosovo in linea con il proprio mandato
Un invito al dialogo era arrivato
Anche da parte del presidente serbo Aleksandar Vučić cioè anche se le autorità di Belgrado avevano poi accusato quelle kosovare di diffondere disinformazione e Vučić a poi ringraziato esplicitamente il ministro degli esteri russo
Che secondo il presidente serbo ha reagito in modo giusto a quanto stava accadendo in Kosovo
E ecco insomma è qui e questo questo questo articolo di Francesco Martino sulla carica vaso Contorbia
Insomma riassume tutta la situazione ma poi arriva al nocciolo della questione e alla domanda che si pone nel sommario cella che peso ha può avere la crisi in un in Ucraina
Proprio il contesto internazionale scrive Francesco Martino sconvolto dall'invasione russa dell'Ucraina sembra l'elemento di maggior rischio nell'attuale rigurgito della tensione di lungo corso tra Serbia e Kosovo
Dopo le speranze suscitate dagli accordi Brussel del due mila tredici mediati dall'Unione Europea una risoluzione complessiva del conflitto tra Belgrado e Pristina è scesa sempre più in basso nella lista di priorità di Bruxelles e Washington
L'attenzione torna ora a causa della guerra Ucraina a farsi alta
Con i Balcani occidentali percepiti come possibile secondo fronte di scontro in Europa tra Occidente e Russia
Probabilmente il riaccendersi di un conflitto armato tra Serbia e Kosovo con la prima candidata ufficialmente la membership europea seppure con mille distinguo
E le truppe NATO schierato sul terreno è oggi una prospettiva irrealistica non per questo la situazione incancrenita da anni gli stalli aspettative mancate è priva di rischi
La crisi in Ucraina ci ha ricordato che i Balcani occidentali abbandonati a se stessi possono tornano ad essere un'aria problematica instabile
Forse conclude Francesco Martino è il momento giusto di trasformare le rinnovate preoccupazioni nella spinta per lanciare la prospettiva di pace stabilità di Serbia Kosovo e della regione nel suo complesso all'interno del progetto europeo
Insomma punto la crisi ucraina potrebbe dare un'accelerazione a questo a questo a questo sviluppo e positivo occorre anche ricordare un po'qual è la situazione perché se no non si capisce molto bene
Qua qual è la situazione e per questo è molto utile il lo specchietto a riporre perché l'altro ieri poi riportava avvenire a pagina quattro laiche in cui quello che c'è da sapere insomma per inquadrare la situazione anche se in maniera sommaria
La Serbia
Per riguardo lo status del Kosovo la Serbia non ha mai riconosciuto l'indipendenza del Kosovo proclamata unilateralmente nel due mila otto dopo che nel mille novecentonovantanove
La risoluzione mille duecentoquarantaquattro dell'ONU autorizzava una presenza internazionale civile e militare in Kosovo la KFOR a guida NATO e ora forte di tre mila cinquecento uomini
L'indipendenza di Pristina
è stata riconosciuta da centotredici dei centonovantatré membri dell'ONU tra cui la maggior parte dei Paesi europei mentre Russia e Cina alleate della Serbia no
Negli anni passati Bruxelles ha cercato di mediare un dialogo tra i due vicini ma finora gli sforzi non sono riusciti a raggiungere una normalizzazione di rapporti
Il premier kosovaro Curti affermato che il Kosovo presenterà formalmente domanda per diventare membro dei ventisette entro la fine di quest'anno nonostante le preoccupazioni per le tensioni con la Serbia anche essa aspirante membro dell'Unione europea la sede ha già in corso negoziati
Ma è sulla NATO e questo è importante questo trafiletto questo specchietto sull'avvenire
Importante presume la sorella la la tutta la questione
è sulla NATO che la spaccatura tra Mosca e l'Occidente si riverbera pericolosamente nei Balcani
Cortei infatti lanciato un appello per essere ammesso nella NATO insieme alla Bosnia una richiesta avanzata in maggio chiaramente in chiave anti serba mentre la crisi in Ucraina era già in alto
E poi torneremo sulla questione sulla questione della NATO
Con chiuderemo proprio tornando su Avvenire con l'analisi di Marta Ottaviani pubblicata sempre l'altro ieri tornando invece a quello che avviene sul avvenuto sul sul terrena qual è la situazione vale la pena di leggere quanto scriveva ieri Giulio Guido De Franceschi sul foglio
Nei Balcani la guerra delle targhe è lo sfogo delle ostilità sospese come dicevo la questione delle targhe può sembrare una cosa di lana caprina ma in realtà non bisogna mai sottovalutare i dettagli quando si parla dei Balcani e allora scrive
Che
Che la
A un certo punto Guido De Franceschi dopo dopo avere un po'insomma riassunto poco l'ocra Successo la guerra che c'era stata la situazione attuale dice
Benché il passare del tempo e gli affari e gli sforzi intermittenti della comunità internazionale abbiano contribuito a normalizzare almeno un poco le relazioni diplomatiche tra Belgrado e Pristina sono rimasti invece pessimi i rapporti tra i serbi che vivono nel nord del Kosovo che per il resto è grande maggioranza albanese e le autorità del Paese
A cui non si sentono di appartenere e da cui con qualche ragione visto il nazionalismo albanese di cui è intrisa la politica kosovara si sentono trattati come cittadini di serie B
Danni uno dei ricorrenti motivi di scontro è determinato dalle targhe delle auto
Le immatricolazioni kosovare prevedono una fascetta blu sul lato sinistro con la scrive con le lettere R K esse che stanno per Repubblica del Kosovo
Ma dato che la Serbia non riconosce l'esistenza statale del Kosovo e non tollera quindi che circolino sul suo territorio veicoli che ostentano quella R. di Repubblica sulla propria matricola
La sua politica di frontiera obbliga chi entra in territorio serbo a sostituire la targa kosovara con una targa temporanea serba in cambio di un obolo di pochi euro
Per questo in base a un accordo del due mila undici poi prorogato al due mila e sedici le autorità di Pristina avevano concesso ai propri cittadini di poter immatricolare le macchine non solo con la targa ufficiale era K S ma anche con un formato diverso di targa che riportava semplicemente in mezzo ai sei numeri identificativi del veicolo le lettere K S l'assenza della controversa R. di Repubblica consentiva così a quei veicoli di entrare in Serbia senza dover sostituire la targa e analogamente le autorità serbe fornivano chi volesse passare la frontiera con un documento d'identità kosovaro un documento a tempo serbo
Stufo di queste asimmetrie e spinto da focosi Tanase la lista
In quale contraria
Il governo kosovaro ha poi deciso di applicare la reciprocità applicando sticker sulle star che serve in entrata in Kosovo per cancellare diciture simboli araldici serbi presenti sulle matricole pretendendo di sostituire i documenti emessi da Belgrado
Con fondi propri provvisori e prendendo a partire dal primo agosto la circolazione delle auto
Con immatricolazione Cappai se il luogo di arreca paese
Di lì allo scadere della validità delle targhe K S poi ulteriormente prorogato a settembre ecco le barricate
Gli scontri i venti di quasi guerra che con il conflitto in corso in Ucraina hanno ripreso a soffiare con un forte odore di zolfo anche nei Balcani in cui alcuna ostilità sono più sospese che risolte
La faccenda delle targhe però è che a quel che è questo sì allora questa è la situazione ma la fase delle targhe non riguarda solo Kosovo e Serbia e lo spiega bene De Franceschi
Ha dei precedenti nella regione per anni la polizia di frontiera greca applicato sulle targhe Mk delle auto macedoni che entravano in territorio libico un adesivo con la scritta
Fiero anche sta per l'acronimo in inglese della dicitura ex Repubblica jugoslava di Macedonia questo era la distretti finzione ufficiale della Macedonia
Finché dopo ventisette ventisette anni di furibondo conflitto onomastico intorno al termine Macedonia ci si è accordati intorno alla formula di Macedonia del Nord e sulla Sila NK che ora le auto macedoni possono sfoggiare sulle strade greche
Senza incorrere in rappresaglie
E e ne abbiamo raccontate sono in tutti questi anni la vicenda della Macedonia l'abbiamo accusata passaggio sud-est ma Pan ma anche in Bosnia Erzegovina
Ci sono dei precedenti durante la guerra degli anni novanta si era sviluppato una giungla di immatricolazioni diverse fornite da tutte le entità statuali etnico militari in conflitto tra di loro in trattative le trattative tra serbi croati e bosgnacchi né per decidere la foggia delle targhe del nuovo Stato federale sono durate per circa un anno i serbo bosniaci pretendevano che nelle sequenze alfanumeriche si utilizzasse l'alfabeto cirillico mentre croato bosniaci Riboldi anche volevano la fa il veto latino
Alla fine con grande sollievo dello spagnolo Carlos investendolo che ricopriva allora l'incarico di Alto rappresentante per la Bosnia autore della vita nazionale
Per la Bosnia Erzegovina
E l'altra presentati istituito
In base agli accordi di pace di Dayton invece novantacinque avuto ci fu l'intesa di usare nelle tarde bosniache in combinazione con dei numeri sono le lettere a e o i lunga K MT che sono comuni sia l'alfabeto cirillico che a quello latino l'elemento più incredibile si avvia a concludere De Franceschi
Ma ancora più ma anche più rassicurante delle guerre delle targhe balcaniche
Ecco su tutte le auto di questi paesi kosovare bosniache serbe macedoni e anche albanesi montenegrine
Le sigle nazionali sono impresse su una fascetta blu collocata a sinistra dell'immatricolazione secondo il modello dell'Unione Europea
E questo mostra come evidentemente pur con tutti gli stop and go nei processi di allargamento da parte di Brussel e con tutte le lentezze dei Paesi balcanici nel risolvere i problemi che impediscono loro un'adesione più celere l'Unione europea
L'orizzonte europeo continua a essere l'unico possibile collanti di una regione che rimane turbolenta come d'antico stereotipo
L'ho letto quasi tutto questo articolo di Guido De Franceschi sul Foglio di ieri nel nel nel bar proprio perché spiega a partire dal titolo come nei Balcani la guerre le targhe lo sfogo di ostilità
Sospese e dunque non bisogna mai sottovalutare anche questi aspetti e per me possono sembrare
Molto così dei dei dei dettagli insignificanti sono dei dettagli anche che non non giù non giustificano tensioni addirittura scontri armati
Ma ecco tutto questo per arrivare poi ad quello che voleva essere mo'adesso è un po'il nocciolo di questo supplemento settimanale di passaggio su destra e con cui e riprendiamo sono dopo la pausa dopo la pausa estiva cioè
Queste nuove tensioni che cosa che cosa insomma che cosa possono provocare alla luce della situazione internazionale
E il ruolo della Russia insomma all'ombra di Putin sui Balcani questo era nell'articolo del Di Stefano Stefanini pubblicato l'altroieri martedì due agosto sulla stampa che spiega
Come la lunga mano della Russia stia infiammando anche la Regione l'incendio scoppiato in Kosovo mai la Bosnia la vera polveriera il Cremlino punta a indebolire il fronte europeo già incrinato per il gas
Un incendio estivo dolorose e pericolose minacce il Kosovo il doloroso trova sponda Belgrado che da aprile un fronte di stabilità nei Balcani l'alta tensione in Kosovo può infiammare le vicine boscaglie quella più disco è la Bosnia
E qui appunto ricorda Stefanini la come leader salvo così mia con dodici dorica il dodici e scusate sostenuto da Mosca sventati da tempo la bandiera della secessione
Kosovo e Bosnia scrive Stefanini
Sono gli anelli più deboli di una regione dove la Russia ha buon gioco a seminare zizzania e risvegliare pulsioni etnico nazionaliste
Mosca tre obiettivi il primo regionale e recupero di influenze geopolitiche in una zona di affinità identitaria poggiante sulle gambe di religione cultura
L'identità slava contrapposta al decadente multiculturalismo europeo è una corda che Vladimir Putin non manca mai di toccare
La ex Jugoslavia e la terra degli slavi del Sud fratelli minori del popolo russo
Il secondo è di restituire pan per focaccia l'appoggio proprio l'Ucraina la Russia fatta fa fatica con in Ucraina apre un fronte di alta tensione politica se non militare
E quest'ultimo scenario peraltro non escluso dall'ineffabile portavoce degli Esteri Maria Zakharova il presidente russo non aveva fatto mistero incontrando il segretario generale dell'ONU Guterres
Paragonò il don basse in corso di liberazione tra virgolette grazie all'invasione russa dell'Ucraina il Kosovo reso indipendente dall'intervento NATO contro la Serbia mille novecentonovantanove
Dimentico che dopo essersi opposta l'azione della NATO la Russia si precipitò ad essere parte della forza di stabilizzazione sempre nato cioè la KFOR insomma altri tempi scrive Stefanini e poi si arriva al terzo
Al terzo punto cioè scavare faglie all'interno dell'Europa per fare venire meno l'ha tenuta Esterna finora sorprendentemente inossidabile il disegno russo va visto nella sua interezza
Destabilizzare i Balcani si collega alle componenti che vanno a segno diretta mentre contro l'Unione europea il ricatto del gas sarà la partita di poker di questo autunno inverno
Gazprom gioca con i rubinetti e Bruxelles alza le difese della diversificazione più stoccaggio e risparmio energetico anche a costo di limitato razionamento
Sul versante politico disinformazioni attivismo di destabilizzazione come quello svolto in Italia sotto copertura diplomatica per dare una spallata al governo di Mario Draghi
Le quinte colonne non mancano ambienti interessi economici legati a Mosca figure politiche compiacenti compreso il leader di un Paese Hood dell'Unione europea e della NATO Victor Orban
Nei Balcani poi la chiesa ortodossa e un altro potente alleato nota opportunamente Stefanini
La regia russa prende di mira le fragilità dove non sono arrivati Unione europea e o la NATO i Balcani restano disseminati di micce spente ma non disinnescata e basta accendere e i piromani volenterosi non mancano
Nel Kosovo la controversa sulle targhe automobilistiche sui documenti d'identità ha fatto da fiammifero il governo kosovaro può essere stato incauto dell'accenderlo
Sostiene non senza fondamento di una vera chiesto altro che il rispetto delle proprie frontiere e di impegni presi da Belgrado negoziato indiretto Serbia Kosovo sotto i buoni uffici l'Unione europea il tempismo non è stato però dei più felici
Se le targhe possono essere stati casus belli le cause dell'alta tensione che minaccia lo status quo tra Kosovo e Serbia vanno cercate ben oltre le barricate di Mitrovica Nord e i ponti sul fiume IBAR
La Russia ha soffiato subito sul fuoco facendosi paladina dei diritti dei serbi
Il primo ministro serbo Aleksandar Vučić Sempre in mezzo al guado tra Mosca e Bruxelles ha cavalcato l'onda nazionalista e di fatto recitano il ruolo assegnatogli dal Cremlino in questa vicenda
Ha poi fatto un mezzo passo indietro sempre wc c'è ma intanto aveva aperto le chiuse del torrente di retorica nazionalista infiammando la situazione già tesa nelle piazze e strade limitrofe sa e intorno alla comunità e i monasteri serbi all'interno del Kosovo
La classica crisi di agosto
Prosegue devi si avvia alla conclusione Stefano Stefanini la classica crisi di agosto ha preso in contropiede l'Unione europea che cerca di tenere vivo il tenue filo del dialogo Pristina a Belgrado
La NATO a sul terreno una forza di pace
Ridotta all'osso che fu a lungo a comando italiano
Tocca ora ai pompieri di KFOR a spegnere l'incendio sul nascere in passato ci sono riusciti
Ma il campanello d'allarme deve risvegliare Brussel rimettere in moto dialogo fra Belgrado e Pristina e allargamento ai Paesi candidati offrire un itinerario europeo anche ai non candidati bosniache Kosovo a differenza della Serbia Sarajevo e Pristina hanno aderito alle sanzioni contro la Russia vanno premiate non lasciate alla mercé delle trame di Mosca l'equilibrista Butticé deve decidere se vuole l'Europa deve tagliare i ponti con la Russia è Stefano Stefanini anche qui ho letto
Quasi interamente questo articolo la lunga mano della Russia siamo anche Balcani che parla dell'ombra di Putin e sui Balcani la strategia del Cremlino dietro le tensioni in Serbia e Kosovo
E e e la Bosnia come vera polveriera e dove e come il Cremlino punti indebolire il fronte europeo già incrinato dal gas
è un'analisi che io trovo assolutamente condivisibile
Perché anche da una parte invita a non ingigantire i problemi più di quello che sono ma non sottovalutarli
E quindi è e poi parla anche del ruolo dell'Europa niente in pratica ci rimanda alla in qualche modo si collega poi all'articolo vogliamo aperto così Francesco Martino super carica coso Puntorno insomma la crisi in Ucraina
Può rappresentare una spinta per rilanciare le prospettive di pace stabilità di Serbia Kosovo e della regione ma appunto è importante il ruolo dell'unione europea che non può più rimandare insomma la queste dell'allargamento dell'integrazione dei Balcani occidentali
Dei Balcani come altro fronte di Putin
Ma parlato sempre l'altro ieri due agosto avvenire con l'articolo di Lucca Geroni con ma è interessante l'all'analisi di Marta Ottaviani che spiega come lei sia alla Camera jugoslavi non Franza americana siano i traumi che Mosca non ha superato
Terra di confine di conflitti i Balcani rappresentano per la Russia un trauma storico così
Inizia Marta Ottaviani
La dissoluzione della Jugoslavia e soprattutto la guerra decennale che ha interessato gli Stati che ne facevano parte
è sempre stata percepito da Mosca come un'operazione architettata dagli Stati Uniti con lo scopo di espandere la loro influenza nell'aria agendo sotto la falsa motivazione delle difesa delle popolazioni civili
Non solo la federazione russa che allora risentiva ancora della dissoluzione dell'Unione Sovietica
E vivere a un periodo di inattività in politica estera è convinta che Washington abbia voluto approfittare di quel momento di temporanea debolezza
Una realtà ribaltata rispetto a quello occidentale mala quali Russia ha ha sempre creduto fermamente
E che ha portato il Cremlino a tenere sotto stretto controllo l'evoluzione nella regione a partire dal due mila uno in poi
Mosca si è sempre rifiutata di riconoscere il Kosovo
E ha cercato di ostacolare l'ingresso della NATO di nella NATO di alcuni Paesi soprattutto quello della Macedonia del Nord ritenuta particolarmente strategica e che fino al due mila venti era stato l'unico Stato balcanico insieme con la Serbia la Bosnia non fare parte del Patto Atlantico
Fra il due mila e tre e il due mila diciassette l'alleanza vista aderire Slovenia Croazia Montenegro e Albania a questi si devono aggiungere Romania e Bulgaria entrambi membri NATO nel due mila e quattro che non facevano parte della ex Jugoslavia
Ma che sono considerati Paesi dell'area balcanica e sono ex membri del dissolto Patto di Varsavia
Un allargamento che da Mosca è sempre stato visto come a un pericolo crescente per la sua influenza non solo politica ma anche economica nell'aria
Di fatto danni
Descrive Marta Ottaviani nei Balcani si assiste a un vero e proprio braccio di ferro tra Mosca e Washington dalla parte del Cremlino si trova la Serbia
Che rimane lo stato più importante dell'aria
L'ultima dimostrazione di fedeltà si è avuta nel maggio scorso quando il governo ha fatto sapere di volere riconsiderare l'ingresso in Unione Europea a causa delle sanzioni inflitte contro la Russia
Pur condannando l'invasione dell'Ucraina Belgrado si è affrettato a ribadire che Mosca è nostra amica
Quella serba conclude matto Taviani è una partita particolarmente difficile stretta com'è fra la prospettiva di un ingresso nell'Unione europea e la volontà di non voltare le spalle a un Paese a cui Belgrado si sente legata da vincoli storici culturali e religiosi
E la Russia sa che si tratti di una regione instabile dove grazie ad agenti provocatori e tattiche di guerra non lineare è possibile destabilizzare i singoli Paesi e fa salire l'attenzione
E qui insomma come vedete il
Il il cerchio si chiude
La la questa questa analisi Marta Ottaviani sull'avvenire del dell'altro ieri martedì due di agosto che spiega come l'aiuti la la la Jugoslavia il crollo di Golosaria infanzia americana c'è il trauma che Mosca non ha mai subito superato con l'ingresso nella NATO alcuni Paesi della regione
Sola quello che l'analisi Marta Ottaviani sì salda con quella di Stefano Stefanini sulla sulla stampa che appunto parla dello minima di dispute sui Balcani sempre l'altro il due agosto e si chiude
Parlando appunto dell'equilibrismo Tarducci Schio deve decidere tra Europa e Russia ma anche dell'importanza che l'Unione europea rilanci il processo di di adesione non lasci dietro a lui sì sì
Appresso male le porte ai Balcani e
Non non non li abbandona l'influenza l'influenza russa
Tutto questo nel quadro il internazionale insomma è chiaro che
Le tensioni che sono nati in questi mesi in Bosnia
Prima della quei delizia della Guarino Ucraina e quindi e c'è da aggiungere non a caso e quello che so che le tensioni che sono qualche giorno fa si sono riaccese tra Serbia e Kosovo insomma si inquadrano però nella quadro internazionale e come scrive appunto Luca Geroni col suo avvenire sempre di martedì due agosto nel nell'aria c'è nei Balcani occidentali rischia di replicarsi lo schema ucraina di interessi contrapposti
Per ora le le le micce sono stati disinnescato state spente ma quasi comico mi scrive se fosse Vanini le micce sono spente ma non sono state disinnescata insomma
Vedremo insomma che cosa succederà nei prossimi giorni prossime settimane
Ritratto di questo parleremo delle delle di queste tensioni ma più in generale nel nel quadro internazionale parleremo nella puntata di passaggio su testi di domenica sette agosto come sempre alle ventuno
Con cui appunto ripartiremo dopo la pausa estiva
Anche con le puntate domenicali ma parleremo in particolare appunto di queste tensioni che si sono aperte negli ultimi negli ultimi giorni questi giorni di nuovo tra Serbia e Kosovo tensioni che sono tanto sono state smorzate c'è stato state le imprese di posizione dell'unione europea degli Stati Uniti lacche fuorché si è subito allertata in funzione però di pacificazione
Ci son state somma sia stata il il poi toni concilianti o comunque rinvia insomma di Delneri di parti di decisioni prese di proventi Paesi a Pristina
Il Belgrado insomma anche ha fatto qualche passo indietro ma l'attenzione resta
E al di là di quelle che sono le dichiarazioni e le prese di posizione
Illy sforzo insomma di non di non aumentare la tensione c'è il ruolo della della russa appunto la guerra le tattiche di guerra non lineare con cui destabilizzare i singoli Paesi e fa salire l'attenzione come conclude la sua analisi Marta Ottaviani
Ci fermiamo qui con questo supplemento settimanale di passaggio a su destra supplemento di giovedì quattro agosto con cui appunto abbiamo ripreso dopo la pausa
Dopo qualche settimana di di vacanza diciamo così e allora appuntamento è con la nuova puntata di passaggio su destra domenica
Al sette agosto come sempre alle ventuno intanto grazie per averci seguito
Un saluto da Roberto Spagnoli una buona giornata all'ascolto di radio radicale