Rassegna stampa estera

Buongiorno agisco datori di radio radicale martedì sei settembre questo è l'appuntamento con la rassegna dalla stampa internazionale
Anche quest'oggi apriremo con la guerra della Russia contro l'Ucraina e ci concentreremo in particolare
Su una narrazione che sta prendendo piede le sanzioni contro Mosca quelle dell'Unione europea non funzioneranno del mondo oggi
Pubbliche a un commento di Stefan
La guerra
Dal titolo la Russia un villaggio Potemkin quelli con le facciate da del ma di cartapesta
Dietro una facciata che dà l'illusione della resilienza delle fessure minacciano già le fondamenta della sua economia le sanzioni occidentali contro Mosca
Iniziano a produrre i loro Effetti commento interessante
Perché in controtendenza rispetto per l'appunto a una narrazione che
Sta prendendo piede e sta prendendo piede anche in Italia in vista delle elezioni del venticinque di settembre a proposito della guerra russa contro l'Ucraina leggeremo anche un editoriale da il Pais sulla decisione dell'Unione Europea
Di sospendere l'accordo sulla facilitazione dei visti quotidiano spagnolo non ha un giudizio
Positivo di questa misura e poi parleremo del Regno Unito e Lezzi promossa dal ministro degli Esteri
Eletta ieri i leader del partito Tory che prenderà il posto di Boris Johnson come primo ministro nel corso della giornata di oggi
Leggeremo un editoriale dal Times l'eredità di Johnson il primo ministro uscente realizzato alcuni successi importanti durante i suoi anni in carica
Ma deve dare la colpa solo se stesso per la sua uscita prematura e ignominiosa altro tema di cui parleremo
Il Cile
La al Progetto di Costituzione per superare in qualche modo l'era Pino c'è la Costituzione che era stata redatta
Compì Noce come presidente
Le mondo dediche a oggi il suo editoriale a questo Cile superare il fallimento della riforma costituzionale il falso pancia invece pubblicato un commento più appuntito di Michael stop
Il rigetto del populismo da parte del Cile è un esempio per il mondo
Come già opera dalla Russia e
Dalla questione le sanzioni funzionano o non funzionano
In Italia ma non solo anche altrove
Comincia a circolare una sorta di leggenda alimentata abilmente dal Cremlino
Secondo cui queste sanzioni non funzionano forse funzionano meno di quanto sperato ma leggendo le monde Stéphane la guerra opinionista sulle questioni economiche il quadro
E è molto diverso
Dal non funzionano la Russia un villaggio Potemkin dietro una facciata che dall'illusione dura resilienza delle fessure minacciano già alle fondamenta della sua economia
Scrive le Monde nel torpore estivo un piccolo ritornello si è insidiosa mente installato nel dibattito pubblico le sanzioni occidentali contro la Russia per l'invasione dell'Ucraina sarebbero un fallimento
Non solo l'embargo non funzionerebbe ma si starebbe rivoltando contro gli interessi dei suoi promotori peggio l'economia russa darebbe prova di una resilienza insospettata
Un tempo limitato all'estrema destra e alle frange del populismo questo discorso conquista influenza
Nel momento in cui i danni causati dall'inflazione e dalla crisi energetiche iniziano a farsi sentire in Europa e ampiamente alimentato dalla mancanza di affidabilità delle statistiche disponibilità
Dato che il Cremlino ha smesso di pubblicare dati
Attualizzati e ferì e verificabili presentando cifre lacunose e manipolate
Dire che le sanzioni non funzioneranno non è solo falso scrive le Monde significa soprattutto dare credito alla narrazione della propaganda russa
Che ha un solo obiettivo rompere l'unità occidentale per tentare di allentare la pressione che minaccia l'economia russa di asfissia l'uso in questi giorni dell'arma del gas per piombare le democrazie europee nell'incertezza e nella paura della penuria
Ha solo questo obiettivo si tratta di evitare ad ogni costo la discesa agli inferi che senza una capovolta dei leader occidentali sulle sanzioni appare ineludibile
Certo prosegue le Monde il disfacimento dell'economia russa è più lento di quanto anticipato tra il basso debito estero riserve abbondanti
Era nei credere che l'undicesima economia mondiale potesse crollare come un castello di carta
All'inizio dell'anno si stimava un crollo del PIL del quindici per cento alla fine la recessione dovrebbe essere due volte meno forte
Ma comunque l'ampiezza resta equivalente a quella registrata nella zona Euro nel due mila e venti con il logo da un per la pandemia
Questa volta però la Russia non ha la possibilità di adottare una politica del Walter Reed pay né un piano massiccio di aiuti per ammortizzare lo shock Sergei Guglielmo dal professore sia un po'ed ex consigliere economico del governo russo rifugiato in Francia sottolinea che alla vigilia della guerra alla Russia puntava una crescita del tre per cento
Le sanzioni hanno dunque contribuito a un tracollo dell'economia russa di nove punti solo l'aumento dei prezzi del petrolio che rappresenta un terzo del PIL metà delle entrate fiscali due terzi dell'esportazione ha permesso di limitare i danni ma con i prezzi attuali del barile senza sanzioni
Il potenziale di crescita dell'economia russa dovrebbe essere attorno al sette per cento sottolinea Sergej
Muri Erba
In realtà secondo nel mondo la Russia si è trasformata in un villaggio Potemkin dietro una facciata che da l'illusione della resilienza delle fessure minacciano le fondamenta
La tesi di una resistenza dell'economia russa si basa sul fatto che il Paese mostra un surplus commerciale record mentre il rublo dà prova di solidità inattesa
Ma se questi due indicatori sono ben orientati eh per le ragioni sbagliate
Il saldo del commercio estero
Porta lì stigma di un crollo delle importazioni quanto al mito della moneta forte la situazione inganna perché si spiega essenzialmente con gli interventi massicci della banca centrale russa per sostenere il rublo
E con un controllo dei cambi drastico i consumi
Sono crollati del dieci per cento senza componenti la produzione industriale caduta del sette per cento nel settore automobilistico novanta per cento per non cadere a zero il Governo è stato costretto ad allentare le norme di sicurezza autorizzando la produzione di veicoli senza AIR beghe freni Abs
Più di mille duecento imprese straniere poi hanno lasciato la Russia l'equivalente del quaranta per cento del PIL annullando la quasi totalità di tre decenni di investimenti stranieri questo dice uno studio recente dell'università di Yale
Che parla di un'economia russa paralizzata il divieto di importazioni di componenti industriali agisce come un veleno lento
La flotta commerciale era russa non è ancora inchiodata al suolo ma le compagnie sono obbligate a smontare alcuni apparecchi per assicurare la manutenzione di altri
Per imbarazzante per l'operazione speciale cioè la guerra il nome ufficiale della guerra contro l'Ucraina
La mancanza di componenti elettroniche che sono indispensabili alla fabbricazione di missili e carri di nuova generazione riduce il potenziale militare rosso
Restano gli
Idrocarburi sottolinea Stefanin la guerra se il gas russo è al centro dei dibattiti in Europa la realtà e che rappresenta solo un terzo delle entrate petrolifere del Paese
L'oro nero il petrolio dunque una poste in gioco cruciale per la guerra finora le entrate petrolifere hanno continuato a riempire le casse dello Stato le sanzioni annunciati in maggio hanno fatto salire i prezzi del greggio a livello mondiale
Ma saranno applicate solo a partire da dicembre
L'embargo europeo entra in vigore il cinque di dicembre inattesa di europea hanno continuato comprare petrolio russo più caro dando l'illusione di un embargo senza affetti anche se la Cina e l'India hanno comprato barili russi apprezzo di sconto il crollo della domanda occidentale nel due mila ventitré e poi sarà un momento chiave del rapporto di forza con la Russia qual è il punto e che gli effetti delle sanzioni sono graduali cumulativi come spiega gatte del mare
Dell'Economist Intelligence Unit è una maratona che richiede pazienza
Quella degli europei emessa a dura prova nel momento in cui si profilano razionalmente energetici recessione
Devono convincersi gli europei che il tempo gioca a favore delle democrazie
Rinunciare al nostro conforto energetico e al nostro potere d'acquisto ha un costo ma la difesa dei nostri valori e della nostra sovranità scrive le Monde sovranità
Non ha prezzo
Così
Se fa l'amore
Sul quotidiano francese tra l'altro l'agenzia internazionale Bloomberg che ieri a
Ha fatto un lo scoop abbastanza
Importante perché ha pubblicato un un documento interno al governo russo preparato per una discussione il trenta di agosto
In cui si tracciano gli scenari alla fine
Il risultato sempre lo stesso le sanzioni funzione funzionano in modo incrementale più Silvia va avanti più
Fanno danni e c'è uno scenario quello peggiore con l'interruzione totale delle forniture di idrocarburi gas e petrolio
In base al quale la Russia non tornerà a crescere
Se non ricordiamo male
Prima del due mila e trenta un due mila ventotto ventinove ma insomma
Dà bene l'idea questo questo scenario peggiore verso il quale si rischia di andare dato l'annuncio Bindi piastrone dello stop alle forniture
Attraverso nostri ma uno ieri il Cremlino ha detto che
I flussi non riprenderanno finché ci saranno le sanzioni insomma forse si è arrivati al momento chiave al momento decisivo l'Unione europea ha fatto di tutto per evitare il taglio delle forniture
E alla fine Putin ha deciso di giocare questa carta che però nel lungo periodo rischia di essere molto controproducente per la Russia sul piano finanziario ma anche dell'infrastruttura
Energetiche a vedremo venerdì tra l'altro ci sarà una riunione straordinaria dei ministri dell'Energia la commissione finalmente si è convinta sulla proposta del PRAE scatta del gas importato dalla Russia che era stata presentata da Mario Draghi che è diverso da molti altri Price scappa di cui si discute in questi giorni
Vedremo se ci saranno risultati ieri anche ma nel macro detto di essere favorevole a questa a questa misura
Sarà una settimana intensa sul fronte energetico
O abbiamo abbiamo
Consumato molto tempo e dunque vi segnaliamo solamente un editoriale uscito ieri su il Paese a proposito della decisione nella scorsa settimana dell'Unione Europea di sospendere l'accordo di facilitazione dei visti con la Russia
Nessun visto per i russi è il titolo fondamentalmente il quotidiano spagnolo dice
Che questa decisione è stata una vittoria per un fronte dei Paesi dell'est e del nord che ritengo non ci siano problemi di sicurezza
Ma ma c'è un rischio che quella della punizione collettiva per la guerra di Putin
E disco ammette ex in qualche modo dalla
Da da una parte della popolazione russa almeno quella più moderata
Oggi Putin va nella direzione opposta Gorbaciov of
Ma il rischio che la sospensione di questo accordo sui visti sui sui visti inavvertitamente rafforzi la logica dell'isolazionismo che Putin ha promosso
E questo potrebbe portare a una barriera insormontabile con i cittadini Rossi
A proposito di Gorbaciov offro una segnalazione di don Racman sul Financial Times di oggi Putin Gorbaciov offre e le due visioni della grandezza
Russa il Cremlino è tornato i metodi e gli obiettivi basati sulla conquista la paura e la brutalità
C'è però un altro tema d'attualità che vogliamo
Di cui vogliamo parlare riguarda Regno Unito e lei trovo sul nuovo leader del partito conservatore
Oggi dovrebbe diventare anche
Nuovo primo ministro al posto di Boris Johnson
Inattesa ci sono ovviamente molti al
Coly su russo oggi destra dura
Un po'tendente al populismo anche in termini di misure
Però è l'erede di Johnson e come selvaggio son
L'eredità il Johnson è il titolo dell'editoriale di ieri del Times che comincia così tutte le vite politiche a meno che non siano interrotte nel mezzo di un momento felice finiscono con con un fallimento
Questa frase di Enoch Powell Boris Johnson potrebbe forse non crede nella speranza che la sua partenza urbani Street non significhi la fine effettiva della sua carriera politica
Ma non c'è dubbio che segna la fine umiliante di un premier che aveva promesso molto appena tre anni dopo essere diventato primo ministro e due anni e mezzo dopo aver ottenuto una maggioranza di ottanta seggi
Alla Camera dei Comuni
Johnson diventa il primo detentore di quella carica nei tempi moderni a destra è costretto a lasciare l'incarico in disgrazia in modo ignominiosa
Quando accettato di dimettersi a luglio dopo una serie di scandali sulla sua condotta personale aveva perso la fiducia dei suoi ministri dei suoi parlamentari
Nel momento in cui il suo partito subiva pesanti sconfitte in una serie di elezioni suppletive impartì molto diverse del paese
Non c'è dubbio secondo il Times che Johnson abbia affrontato alcune sfide formidabili durante la sua permanenza in carica più di qualsiasi primo ministro degli ultimi anni il suo Bilancio include importanti successi è improbabile che un altro
Avrebbe potuto superare l'impasse Breguet sì perché nel due mila diciannove minacciava di fare a pezzi il paese dopo la prima vacillante risposta la pandemia peggiore che ha colpito il mondo in cent'anni
L'istituzione della task force sui Baccini ha dato al Regno Unito un vantaggio sul resto del mondo consentendo al Paese di uscire da in loco da un diverse settimane prima di altri paesi europei la sua solida leadership risposta l'invasione russa dell'Ucraina
Gli è valsa giustamente la gratitudine del presidente Zaleski del popolo ucraino tuttavia Johnson deve solo dare la colpa se spesso per la fine prematura ed è orgogliosa della sua premiership
C'è sempre stata una componente di rischio per il partito conservatore nello scegliere come suo leader un uomo la cui carriera è stata segnata da persistenti dubbi sulla sua onestà e disciplina
Ma nel contesto della crisi che stava affrontando il Paese nel due mila e diciannove
Questi rischi erano stati compensati dalle formidabili capacità di Johnson di fare appello non solo al cuore dei conservatori
Ma anche al Paese offrendo le migliori possibilità di portare a termine la break site battere il partito laburista guidato da germi Corbin come disse allora il Times la speranza era che circondandosi di consiglieri capaci riscoprendo gli istinti conservatori liberali che lo avevano reso un sindaco di successo a Londra Johnson potesse riunire un Paese diviso
Il problema è che Johnson non è riuscito a realizzare questa aspettativa al contrario ha scelto un Governo di persone deludenti preferendo la lealtà alla competenza
Anche se c'è stata la pandemia la sua carica di premier è stata caratterizzata da una riluttanza a riconoscere la necessità di compromessi difficili con decisioni importanti che sono state invitate o ritardate non ultimo sulla politica energetica quella sanitaria e sociale sulle riforme gli aumenti
Dei costi della vita in effetti alla fine sono stati gli scandali come le feste da Mistretta portare la sua caduta ma sono i dubbi sulla sua competenza che hanno minato la fiducia
Nella sua leadership
L'eredità che Johnson lascia al suo successore distrusse eh scoraggiante il nuovo primo ministro erediterà un partito un Paese profondamente divisi nel mezzo della più grave crisi economica degli ultimi decenni
In un periodo di guerre in Europa
Dovrà confrontarsi all'accelerazione dell'inflazione all'aggravarsi della crisi del costo della vita all'indebolimento della sterlina all'escalation del conflitto sindacale allo stesso tempo
L'accordo Brecht che Johnson diceva essere
Chiuso per sempre rischia di saltare e portare un ulteriore deterioramento delle relazioni con l'Unione europea e perfino una potenziale guerra commerciale morale
Trousse avrà bisogno di tutto l'aiuto e il supporto che può ottenere non ultimo dello stesso Johnson così
Tra l'altro il il Times
Vi segnaliamo dal Time su un altro editoriale che riguarda gli Stati Uniti dal titolo la spinta di Trump
E che riguarda un dibattito in corso oltre America soprattutto dopo un disco discorso di nel quale by Berna Cusato ultra antismog di essere quasi come il fascismo semi fascismo il Times conservatore
Scrive che il presidente by the una ragione ad avvertire sulla minaccia per la democrazia americana il Wall Street Journal editoriale stesso proprietario tra l'altro stesso editore
Scrive invece che by the ma ha fatto il Trump in questa occasione per chiudere però un accenno al Cile
E al rigetto del Progetto di Costituzione
Molto progressista mettiamolo così
Le mondo di dedicare il suo editoriale Cile superare il fallimento della riforma costituzionale il rigetto brutale quasi il sessantadue per cento dei cileni hanno bocciato il quattro settembre
In un referendum ma questo testo che è una sconfitta per il presidente Gabriel
Boh Ricci ma lui e la destra cilena hanno promesso di continuare
Di continuare il il Processo costituzionale
Un commento più appuntito cioè sul Financial Times firmato mai col sto il rigetto del populismo da parte del Cile è un esempio per il mondo
Il referendum costituzionale il domenica gli elettori hanno respinto una visione sbagliata dell'utopia
Ci fermiamo da David Carretta una buona giornata con Radio Radicale