Trump annuncia che il 2 aprile sarà il giorno della liberazione degli Usa.
L'Unione europea rinvia a metà aprile la possibile risposta sulle 'contromisure'.
Ma quella di Trump non è una normale partita commerciale che si potrebbe giocare negoziando.
Le motivazioni e gli obiettivi addotti dal presidente Usa variano: dazi per provocare un ritorno agli investimenti negli Stati Uniti? O per finanziare i tagli alle imposte? O ancora per poter aumentare le spese e il deficit pubblico, costringendo quindi i Paesi europei a sottoscrivere titoli Usa? Trump non ha una … strategia commerciale decifrabile e coerente: di volta in volta immagina contropartite misurandole sulla forza dell'interlocutore.
Se è inevitabile negoziare con Trump per evitare una dannosa guerra commerciale, è opportuno che la Commissione Ue metta a punto 'misure di compensazione' e prepari una lista di beni e settori Usa su cui applicare dazi.
L'esempio dei semi di soia, che colpirebbe Stati repubblicani come la Louisiana.
Un altro terreno su cui l'Europa può negoziare con gli Usa è quello delle grandi aziende e piattaforme come Google, Amazon, big tech.
L'Ue difenda le norme di regolamentazione introdotte per difendere i diritti dei propri cittadini dalla potenza di queste grandi aziende che si sono schierate con Trump.
Se necessario, come ha suggerito Mario Draghi, aggiorni queste regolamentazioni per renderele più flessibili e per evitare che soffochino l'innovazione nell'Unione europea.
Evitare la strada intrapresa dal governo inglese che, per avere da Trump concessioni sui dazi, si ripropone di diminuire multe e tassazioni alle big tech.
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