La pratica del buddismo in Occidente

Buona sera gli ascoltatori queste la trasmissione sul buddismo curata da Manuel Castilla studio Roberto Mandel questa sera è qui con noi il dottor Massimiliano Poli Chieti che ringraziamo in modo particolare perché l'abbiamo strappato proprio letteralmente al suo lavoro
Al Museo nazionale di arte orientale di Roma
Dove è impegnato proprio in questi giorni nell'allestimento della mostra splendori dell'Asia che inaugurerà il trentuno maggio alle ore diciotto e trenta perché fosse interessato e soprattutto per chi abita a Roma
Dottor Poli Chieti e storico dell'arte indotti da etologo appunto lavora alla al Museo del Nazionale d'Arte Orientale qui di Roma
E con lui vorremmo affrontare un tema diciamo nuovo per questo tipo di trasmissioni che abbiamo somma un aspetto che abbiamo un po'trascurato
Nell'arco di questi mesi e cioè la parte diciamo dell'arte dell'arte figurativa del buddismo abbiamo visto il buddismo nel suo sviluppo storico il buddismo attraversare diversi Paesi asiatici poi emigrare arrivare in Occidente fenomeni culturali nuovi che che sono nati intorno al questo diffondersi a questo viaggiare del buddismo attraverso Paesi e continenti diversi
E ci sembra che una chiave di lettura particolarmente ricca e suggestiva sia anche quella delle arti figurative
Allora la prima domanda che io farei al nostro ospite proprio quella si può parlare di un'arte sacra buddista o invece esistono diciamo cose talmente diverse tra loro che non che in qualche modo hanno perso diciamo un comun denominatore sono talmente frantumate siamo tra espressioni artistiche dell'India del Tibet del Giappone o di altri Paesi
Il primo parallelo che viene in mente è senz'altro quello con l'arte sacra cristiana
Allora pure alla presenza di molteplici e siti storico-artistici
E indiscutibile un'impronta che dico subito essere di matrice indiana che
Funge da lei motivi fu laddove il Buddha Dharma la dottrina spirituale del risveglio
Ha avuto modo nei millenni lungo la sua diffusione nelle Uras e oggi in tutto il pianeta
Per quasi mezzo millennio
L'arte sacra del buddismo indiano non faceva ricorso all'immagine antropomorfa ovvero in forma umana del Buddha il fondatore di questo sentiero spirituale
Si preferiva alludere al Buddha tramite delle
Cifre iconografiche che potevano essere l'albero simbolo del luogo presso il quale il principe Siddharta ottenendo il risveglio il Boldi appunto divenne il budello risvegliato
E il trono vuoto simbolo della fuga del principe Siddharta dalla reggia di capitava STU
La ruota simbolo della predicazione attiva della dottrina e così via ma mai direttamente in forma umana
A seguito di
Evoluzione interna del
Del messaggio buddista che messaggio che in prima battuta tendeva a rivolgersi a un corpo dell'Italia in corpo specializzato cioè i big show gli asceti mendicanti i monaci
Perché potevano contare su un linguaggio gergale per cui
Si poteva collegare immediatamente a una cifra iconografica un acquisto ora quel momento della vita del fondatore della religione il buddismo lentamente a seguito di una serie di concili
Estende diremo il suo bacino di utenza e anche per anche non solo ma anche per motivi di maggiore leggibilità
Decide di inventare la figura antropomorfa del Buddha cioè finalmente il fondatore viene offerto alla venerazione e quindi alla emulazione da parte dei dei voti anche in forma umana
Questo però non toglie che a tutt'oggi la forma umana dei Buddha e dei Bodhisattva
Sono semplicemente dei simboli che si aggiungono alla foresta di simboli
Che comunque non sono stati annullati dalla forma umana allora come dicevo all'inizio c'è quest'impianto di fondo che questo come dire meccanismo di grande successo cioè la forma umana
Dice a chi ha Moon il Buddha storico
Che
Fungerà anch'esso da veicolo di diffusione delle tematiche spirituali
Allora tutta l'arte sacra quindi anche l'arte sacra buddista esiste con un unico scopo quello di fungere da supporto sensibile per la pratica spirituale sembrerebbe un ossimoro spirito
E forma però per quei cammini
Spirituali che hanno accettato come dire il rischio l'azzardo di cercare di dare forma visibile all'invisibile ricordo papa Leone Magno che definiva le icone
Visibili e invisibili una cioè le forme visibili dell'invisibile allora queste grandi tradizioni religiose quindi fatto salvo per esempio l'Islam
E l'ebraismo adottano dei criteri formali di
Espressione del sacro in virtù di quello che
San Paolo avrebbe definito l'analogia d'attribuzione cioè nelle in in molte grandi tradizioni residente a non negare le forme del mondo contingente transeunte ma vengono
Al contrario utilizzate come una sorta di trampolino di lancio per risalire dai DS e questa è la citazione Paolina previsto a dire dalle forme
Visibili e temporali alle forme invisibili ed eterne e questa è un po'la chiave di lettura di tutte le arti
Propriamente sacre tradizionalmente intese in questo il buddismo naturalmente non manca di portare
La propria
Caratterizzazione specifica risiedente
In linea alcuni assiomi semplicemente in partecipati da parte delle religioni abramitiche
Cioè Ebraismo Cristianesimo Islam ma dove vige il verticalismo o se volete il gap ontologico metafisico che separi in maniera drastica il creatore dalla creatura cosa voglio dire
E nessun cristiano pratica il cristianesimo per diventare la Santissima Trinità
Anche la stessa condizione paradisiaca viene spiegata nei termini della partecipazione nell'animo della creatura nazionale sia essa di si incarna dei cosiddetti angeli o incarnata noi esseri umani
Della beatitudine che Dio prova contemplando se stesse all'interno del mistero della vita trinitaria mai una partecipazione come il dio creatore partecipa liberamente l'essere alle appunto creature così partecipa il principio di beatitudine
Questo verticalismo come l'ho definito non è presente o è presente come una componente
Nel panorama filosofico religioso nelle religioni nate nel subcontinente indiano dove sono costretto a semplificare tendenzialmente l'idea vincente quella del non dualismo cioè del non dualismo tra Dio e l'uomo per cui tutti i praticanti buddisti ai vari livelli di impegno di consapevolezza però sanno che pratico in un percorso che il potrà pure cominciare
Con un'attitudine di tipo devozionale
Però dovrà quanto prima adottare la forma letteralmente di una vera e propria tra Suma nazione perché il buddista letteralmente pratica per diventare
Egli stesso un Buddha le scuole del buddismo Magliana del grande veicolo aggiungono la motivazione altruistica Del Bo di città il pensiero del risveglio
Per la quale motivazione
Il praticante vorrà diventare un Buddha cioè un essere un essere pienamente risvegliato
Per essere meglio in grado di aiutare tutti gli altri esseri a raggiungere lo stesso stato di indefettibile unione di beatitudine e
Comunicazione della modalità ultima benessere dei fenomeni quindi diciamo di beatitudine e verità
Questo come si riflette nell'arte sacra
L'immagine del Buddha anche quando è un'immagine antropomorfa e comunque unicorno gramma c'è un aggregato di potenti simbologie
Composte direi letteralmente a tavolino secondo una versione laica secondo la versione Speedy dualistica desunte da contemplativi da tecnici dell'avventura interiore
Durante le visioni e sono appunto queste visioni che l'artista ha il compito dovere di riprodurre nei vari media formali ora la pittura ora
Le statue
Con il minor numero di varianti possibile rispetto alla visualizzazione originaria
Accade praticamente quello che avviene a tutt'oggi dell'arte sagra del cristianesimo ortodosso bizantino slavo cioè l'Icona
La Porta regale dalla quale la divinità si affaccia per comunicare con l'umanità
Viene a tutt'oggi dipinta come mille e più anni orsono allora questo discorso
Mutatis mutandis possiamo applicarlo anche all'arte sacra buddisti GA
Però aggiungendo a come dire all'idea della Porta regale che tema che rubo a Florenskij
L'immagine di una porta girevole cioè non è solo la divinità o le divinità che si affacciano verso l'umanità queste immagini sacre
Sono due ha due figlie perché attraverso essa è l'uomo a sua volta può diventare può informarsi letteralmente cioè può prendere la forma delle divinità
Dai S icone rappresentate
Come questo avviene naturalmente la spiegazione risiede a livello antropologico cioè la concezione proprio del buddismo
Che
Ne ha dell'uomo l'uomo eminentemente la propriamente la mente un dato che non è condiviso solamente dagli esseri umani anzi nella cosmologia
Buddisti ha così come viene descritto già dei testi antichi dell'Abhidharma Cioni testi che vengono accettati
Da tutte le varie scuole che costituiscono come dire la pletora l'arcipelago della suddivisione scuole sotto scuole buddisti che vi sono sei modalità di mentre per le quali si differenzia non solo gli esseri ma addirittura gli universi questo perché se fosse lecito ridurre la Filosofia che è alla base del buddismo
Secondo la storia della filosofia occidentale a livello primario cioè a livello mio sia logico potremmo ma vedete chiuso la il dubitativo si potrebbe se fosse lecito ripeto
Spiegare il la Filosofia alla base del buddismo come una posizione mentali mistica o spirituali istiga e cioè come avrebbe detto Giovanni Gentile negli anni Trenta
E il pensiero che intere all'essere allora cambiando la mente non cambiano solo gli esseri ma cambiano anche gli universi
Che non vengono solo percepiti ma addirittura creati e proiettati in una sorta di grande
Fantasmagoria o allucinazione
Collettiva come viene spiegato non dà tutte ma da buona parte delle scuole filosofiche buddisti che allora la mente e col creatrice del reale
Se la mente addirittura alla sua pollame la mente del singolo essere umano per il singolo animale del singolo
Spirito famelico della singola di vita mondana del singolo essere infernale e forse li ho nominati tutte queste categorie
Di esseri
Nel momento in cui crea non percepiscono la realtà inevitabilmente plasmano se stesse allora in questo senso l'arte sacra è una sorta di grande ascessi informa didattica e le icone le immagini del sacro non sarebbero secondo l'interpretazione che ne stiamo qui dando
Altro
Che è una sorta di promemoria Esterno una scaletta una uno uno sketch esce che viene disegnato strumentalmente all'e sterno del contemplato ore ma che ha valore solo se quella immagine viene ricreata all'interno della propria immaginativa forza immaginativa
Cosciente
E talmente presente il dato della di creare dei veri e propri in Orlan skate paesaggi interiori
Che ab siamo stati costretti noi di orientalisti occidentali a inventarci
Un termine per dare ragione funzionale di questo che ripeto è un dato cruciale della prassi ascetico contemplativa della del buddismo e l'abbiamo mutuato da una patologia oftalmiche allora
Vi è una malattia dell'occhio legata alla difficoltà a cancellare rapidamente l'immagine che viene trattenuta più del dovuto sul fondo della retina
E questa viene chiamata visione idee etica per cui dunque volgo lo sguardo tendo a vedere sempre la stessa immagine perché i bastoncelli che costituiscono il fondo della retina sono lenti tardano a cancellare l'immagine per permetterne
Di di crearne una nuova a questo termine visione dedica aggiungiamo consapevole cioè le tecniche di contemplazione si basano in modo potente sulla una vera e propria ricreazione di immagini dapprima semplice poi via via sempre più complesse e stiamo per parlare dei mandala
Viste esattamente come se sì stesse facendo ricorso alla visione ottica ordinaria invece si stanno ricostruendo all'interno della propria immaginazione cosciente questo perché la mente
E nel presupposto alla possibilità di diventare di letteralmente informarsi cioè assumere e come dire il contenuto formale degli oggetti cui applica la propria attenzione allora se a questa capacità la riflessione costante la dirittura alla intrugli azioni l'assimilazione delle forme del divino
Accompagneranno sia pure le fasi iniziali di questo meccanismo di trasformazione da un uomo in divinità
Termine
Che viene anche definito Teo si appunto la trasformazione da uomini in Dio anche questo è un termine che prendiamo a prestito da un altro Tesauro Us lessicale che quello della teologia bizantina
Quindi volevo punto l'abbiamo visto le immagini come supporto proprio la pratica meditativa non non c'è altra mediazione possibile insomma
L'estetica cioè dal fatto dell'apprezzamento sensibile dando il valore
Etimologico al termine di un'estetica e assolutamente strumentale
E questo il comune diciamo a tutti i Paesi asiatici in cui la cultura buddista del penetrata cioè pur nelle premesse assolutamente sì poi naturalmente come spesso accade varia il livello di adesione
Ovvero di consapevolezza del devoto del singolo praticante che può essere più o meno avvertiti in merito alle specifiche come dire tecnica della dell'ideologia pertinente
E veniamo nuovi punti diciamo forse più più interessanti e più note qui in Occidente tu in una recente intervento
Scrivevi nel buddismo tibetano perché uno dei campi in cui poi sei più più a dentro
Nel buddismo tibetano i mandala vengono creati per i rituali di iniziazione né quali un maestro concede il permesso ai discepoli ritenuti maturi di impegnarsi nelle meditazioni relative a particolari divinità
Per colpire prima di tutto per gli ascoltatori come si può definire un mandala che cos'è un mandala manda alla un termine sanscrito dai molteplici significati nell'accezione che
Di cui oggi stiamo
Discutendo può valere la definizione divenuto ormai classica data dal professor Giuseppe Tucci il padre della Ti-Bre teologia moderna
E tra i principali promotori del Museo nazionale d'arte orientale che tra gli istituti periferici del Ministero per i Beni e le attività culturali e più direttamente legato alla ricerca scientifica italiana
In Asia secondo Giuseppe Tucci il mandala e lo psico Cosmo gramma cioè il diagramma
Che evidenzia immensi legami sottili tra il microcosmo l'individuo e il macrocosmo l'universo a questa o a definizione di massima si può aggiungere
Che il mandala da un punto di vista grafico si presenta la maggior parte delle volte come la mera rappresentazione su di un piano d'bidimensionale
Del vero mandala che però deve essere ricreato l'immaginazione a tre dimensioni
Perché il mandala e la dimora degli dèi un edificio a pianta quadrata diviso in
Quattro quartieri rivolti ai quattro punti cardinali più il tata Agata garba cioè la la cella ma della la casa del Tata gara garba cioè la cella dell'embrione del risveglio che viene posto essere al centro
Del mandala per un totale di cinque ambienti che costituiscono come dire la matrice formale tipica per poi chi migliaia le migliaia di mandala che essi ritrovano nell'arte sagra buddisti Ca'
Quindi quando noi vediamo un mandala dipinto la cui forma sembra alludere a dei diagrammi apparentemente analoghi come potrebbero essere non so i rosoni
Delle cattedrali gotiche o il disegni fatti con la sabbia colorata da alcune
Tribù native
Americani
Sono so anche se sono stati fatti però sono dei paragoni che hanno il respiro corto perché ripeto i il Mandalà come del resto tutte lei rappresentazioni delle divinità
Non sono mai ciò che si vede esternamente al devoto la vedi immagine della dignità che a sua volta simbolo del risveglio
Perché altrimenti saremmo di fronte a una semplicemente a una forma più raffinata di idolatria ma non è idolatria perché appunto come dicevo all'inizio
L'arte e supporto e ancella teologia anche un nel caso del buddismo
E appunto il mandala è in realtà
Vissuto dal contemplato ore che se ne serve come un'immagine a tre dimensioni quindi ecco quando si parla del mandala si sta parlando di un dato
Estremamente autoreferenziale che meriterebbe d'essere studiato per i testi scritti dai referenti legittimi di questa tradizione piuttosto che come invece spesso viene fatto da alcune forme di divulgazione
Per come dire associazioni a volte devo dire surrettizie che si limitano all'almeno dato formale quello che sto dell'arte chiamiamo il grado zero dell'osservazione
Quindi un mandala per ogni praticante tu scrivi appunto che il ogni maestro sceglie in qualche modo qual è il mandala più adatto hai detto due cose esatte che non si escludono ma che vanno meglio specificate
Il Buddha non è il Salvatore non viene mai chiamato Salvatore il Buddha viene chiamato innanzitutto maestro a volte medico e così come il medico assegna delle terapie delle medicine che possono fare a me perché ho quel tipo di problema potrebbero invece non solo non fare del bene a tema addirittura risultare dannosa allora uno dei compiti
Del maestro che conduce rituale di
Di permesso alla pratica formale della dottrina
Più impegnativa del buddismo del grande veicolo con la dottrina che chiamiamo Vaggi era Agliana c'è il veicolo della fulgore adamantina che poi e e il nome della forma di buddismo che si è mantenuto in Tibet fino praticamente alla metà degli anni Cinquanta e che esso sopravvive soprattutto ai miei per le note ragioni storiche
Soprattutto nell'esilio
Il maestro
Riuscendo a entrare in contatto anche di confidenza con la cerchia dei propri discepoli assegna loro la medicina cioè il tipo di prassi spirituale il tipo di ascesi
E di contemplazione più adatta appunto alle propensioni all'inclinazione e perché no anche al carattere
Dei dei discepoli
Questo infatti
Si riflette nella grande numero di istruzioni specifiche presenti nella letteratura canonica
Pertinente che chiamiamo con il nome generale di tantra a pertanto intendiamo appunto questa sorta di
Messali cioè di compendi di liturgia cui però si aggiungono e ne fanno parte integrante dei manuali di iconografia sacra
Manning realtà è corretto dire che per ognuno degli esseri che in questo momento stanno sperimentando il miracolo dell'essere
Via è un mandala perché in realtà ognuno di noi
Sta esprimendo ed esprimerà via via che si avvicina alla meta ultima che la sanjak Sambo dice il perfetto e definitivo risveglio
Avrà come dire compiuto questa sorta di pellegrinaggio merita storico perché dobbiamo tenere presente che non si
Risolve solo all'interno di un'unica esistenza
Sì
Spendono parecchie vite per il completamento di di questo impegnativo percorso
Spirituale quindi è corretto dire che in teoria anche se nella pratica
Cioè nella storia dell'arte si dà
Cinque seicento Mandara e e non sono pochi naturalmente ma nella teoria se ne danno infiniti o comunque quanti sono gli esseri dotati di una mente
Al Museo nazionale d'arte orientale possibile vedere degli esemplari rimanda alla direi di chiudere la trasmissione appunto su quello che chi fosse interessato qui in Italia che cosa può cos'è visibile qui da noi a parte le pubblicazioni i libri eccetera
Presso il settore India Tibet del Museo nazionale d'arte mentale che il settore a me più vicino
Viene una campionatura direi esemplare permettetemi eccellente dell'arte sagra indo tibetana è un'ottima occasione per accostarsi o per ritornare a vedere questa importante
Aspetto dell'arte asiatica sarà senz'altro
La mostra splendori dell'Asia frammenti di diamante che mette in mostra una campionatura di opere che sono state recentemente donate allo Stato quindi sono opere che appartengono alla collettività tutti i cittadini
Della Repubblica in questa mostra non vi è un un mandala però nel settore
Permanente India e Tibet c'è sempre ha almeno un mandala
Dipinto
E comunque così come abbiamo organizzato in passato lo continueremo a fare periodicamente io gli altri colleghi che si occupano dei vari settori per i quali sono divisi nelle sono divise le competenze tecnico-scientifiche del museo organizziamo cicli di conferenze seminari e è uno degli argomenti che si ripropongono periodicamente anche con l'esposizione
Di opere e appunto il mandala
Bene io direi possiamo chiudere qui ringraziamo molto il dottor Poli Katie per questa conversazione di oggi ricordiamo radio radicale l'appuntamento venerdì prossimo