17 FEB 2002

Radicali: Conversazione settimanale con Marco Pannella, "Il nostro è un problema di diritto e di libertà"

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 2 ore 14 min
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Roma, 17 febbraio 2002 - Il problema fondamentale che i radicali sono chiamati ad affrontare è quello del diritto e della libertà, "per dare corpo e vita ad un'alternativa rivoluzionante e rivoluzionaria" che è possibile, anche se a grave rischio di essere sopraffatta dall'ipotesi opposta del "trionfo della violenza".

Questa la riflessione che può essere individuata quale filo conduttore della conversazione settimanale con Marco Pannella, condotta da Massimo Bordin che ha affrontato molteplici argomenti di attualità politica, dalle celebrazioni del decennale di Mani Pulite, al processo a
Milosevic, dalle nuove indagini sulla morte di Antonio Russo, alle iniziative ed alle scadenze che attendono i radicali.

Maggioranze "silenziate" Marco Pannella ha espresso nuovamente la convizione, più volte ribadita nelle ultime edizioni delle conversazioni settimanali che l'alternativa radicale abbia dopo ottant'anni "preso corpo": «Sono certo che la maggioranza assoluta o relativa della gente che abita il nostro tempo, la nostra società - ha detto il leader radicale - dentro di sè vive profondissimamente tutte le nostre idee migliori, ciascuno convinto di essere strano, di essere singolare, che il mondo e la vita sono tutt'altra cosa e guarda al vicino come il perfetto esempio di gente che vive su altre cose».

A suffragio di questa convinzione, Pannella ha chiamato i sondaggi e gli esiti referendari degli ultimi quindici anni dai quali - ha sottolineato - è emerso pressocchè unanimemente il fatto che su tutti i grandi problemi della politica fra il 70 e l'80% degli italiani dicono che sono d'accordo con le proposte radicali.

Tutto questo - ha proseguito Pannella - «in evidentissime condizioni di disparità con la cultura attuale che in luogo della censura legale fascista o comunista, adesso applica un'altro sistema scientifico: l'ostracismo ai temi».

Infatti, «nel momento in cui i temi e le rivolte sociali scoppiano, essi vengono aboliti dall'informazione», poi quando non è più possibile censurare quei temi, l'ostracismo si rivolge ai soggetti portatori di quei temi.

E' questa situazione - ha sottolineato Pannella - che ha reso necessaria l'iniziativa di Daniele Capezzone, il segretario di Radicali Italiani che ha annunciato l'inizio di uno sciopero della fame dalla mezzanotte di domenica per chiedere un audizione urgente in commissione di vigilanza Rai.

(Vai al servizio correlato) Un problema di vita Il contesto nel quale la lotta politica radicale si trova ad operare è ulteriormente descritto dall'andamento della campagna firme sulle 25 proposte di legge di iniziativa popolare dal momento che - ha rilevato Pannella - su quei temi che i sondaggi indicano essere graditi profondamente agli italiani non si riescono a raccogliere 50.000 firme in sei mesi.

Al contrario - ha aggiunto più avanti il leader radicale - «se noi parliamo in modo sufficiente per poterci esprimere, i sondaggi dicono ai ceti dominanti, alla razza padrona in tutte le sua articolazioni, che rischiamo di avere il 70-80% di chi ascolta che si aggrega e magari va a firmare o fa altre cose», sicchè quando i temi sui quali i radicali rappresentano "un'alternativa di vita", dalla legalizzazione della prostituzione all'antiproibizionismo sulle droghe, si impongono nell'attualità, gli attori dell'informazione, Biagi, Santoro, Vespa, escludono i radicali.«Se ci si toglie la possibilità di fare altro che rendere clandestine le cose che rendiamo pubbliche», allora diventa un problema di "vita" dei radicali.

«Stiamo molto attenti - ha sottolineato più avanti - perchè le idee camminano sulle gambe delle donne e degli uomini» e dunque è necessario comprendere che in gioco vi sono due ipotesi a confronto «ed è possibile che l'esito del gioco sia l'uno di libertà, responsabilità, diritto o l'altro di violenza sotto le varie forme, vaticana, talebana, autoritaria».

«Questo - ha aggiunto Pannella - è quello che mi fa porre un problema: quanto io con le mie idee e con le mie analisi quanto non rischi di essere zavorra, di essere inutile; quanto il rispetto e l'amore per un partito non rischi di vivermi dentro e fuori come uno spessore su quello che mi importa».

Condizioni pre-rivoluzionarie e piene di rischi Quanto all'analisi del contesto politico italiano Pannella ha così sintetizzato la propria opinione: «La sinistra sul piano della politica economica, è 'classista' nel senso cattivo della parola: si muove in modo parassitario a favore dei garantiti ai danni dei non garantiti.

La destra fa altrettanto sul problema dei diritti fondamentali essendo tutte e due in sostanza molto tolleranti rispetto ai peggiori aspetti degli altri».In questo scenario, però, Pannella ha sottolineato di continuare a ritenere che «vale la pena» tentare di lottare.

«Ho l'impressione - ha affermato - che dentro di noi esistano le risorse per dar vita e corpo ad un'alternativa che sia e si riveli rivoluzionante e rivoluzionaria, perchè persiste in un modo macroscopico questa diversità quasi di antropologia culturale tra l'80% delle donne e degli uomini, che non sono consapevoli delle proprie ragioni e delle proprie speranze, e il ceto e la cultura dominante».

«Queste sono le condizioni pre-rivoluzionarie che però - ha poi ammonito Pannella - in genere possono portare non alla rivoluzione, ma ad ulteriori strette autoritarie, ad ulteriori massacri delle vide in nome della vita».

(Ascolta queste dichiarazioni).

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