10 FEB 2002

Radicali: Filodiretto con Daniele Capezzone: "Sette miliardi per sopravvivere"

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Radicali Italiani e il Partito Radicale Transnazione rischiano di chiudere i battenti se entro 60 giorni non si riusciranno a raccogliere 7 miliardi di lire.

Servono 7.000 versamenti da 500 euro Roma, 10 febbraio 2002 - Il Segretario di Radicali Italiani, Daniele Capezzone, dai microfoni di Radio Radicale, fa il punto della situazione sullo stato di salute del soggetto politico radicale dopo la riunione del Comitato Nazionale di Radicali Italiani, al termine della quale è stata approvata una mozione in cui si lancia l'allarme sul futuro dei radicali.

Raccogliere 7 miliardi per sopravvivere Il
problema principe che Radicali Italiani e il Partito Radicale Transnazionale devono affrontare nel prossimo futuro è la questione del risanamento del debito che ammonta a 7 miliardi di lire.

"Se non riusciremo a raggiungere i 7 miliardi - annuncia Capezzone - saremo costretti a chiudere ogni attività".

"Con la mozione - spiega il Segretario - siamo giunti ad una conclusione: si stanno facendo delle cose e delle cose positive sul fronte denaro, ma non è ancora sufficiente, dobbiamo tirare fuori la carta di una mobilitazione nazionale, quindi la decisione che abbiamo preso è di una iniziativa straordinaria che ha come scopo 7000 versamenti da 500 Euro".

Capezzone spiega che la sconfitta economica significherebbe "l'impossibilità per i radicali di giocare una partita democratica".

A questo proposito illustra quali saranno i fronti su cui vorranno agire: "Da una parte saremo costretti a rivolgerci al ceto dirigente del paese, imprenditori, parlamentari, consiglieri; dall'altra ci rivolgiamo agli ascoltatori della radio, agli utenti del sito e a tutti i simpatizzanti e militanti, affinché riflettano - continua il segretario - sul fatto che un'esistenza senza radicali cambierebbe la politica italiana", quindi si augura che presto più persone possibili passino "dalla riflessione all'azione".

La prima arma di legalità sono le 25 Pdl L'esistenza dei radicali in Italia secondo il Segretario è quindi necessaria al paese stesso e a dimostrare ciò è il sondaggio di Datamedia presentato nella relazione del Comitato da Capezzone stesso, che descrive come gli italiani credano in una riforma liberale, liberista e libertaria, che si rifà elle 25 proposte di legge di iniziativa popolare, protagoniste ora dell'iniziativa politica radicale.

"La questione delle firme è contenuta in tutto questo - dice Capezzone - per adesso ne abbiamo raccolte circa 18.000 circa, non ancora sufficienti, ma ci sono piccole sorprese, ad esempio ieri sera a Roma un tavolo di 3 ore che ha raccolto 75 firme, c'è un piano militante nelle carceri, e vogliamo organizzare una mobilitazione nazionale di tavoli in tutta Italia per i8 prossimi fine settimana".

Tutto questo, secondo il Segretario è necessario per l'esistenza del soggetto politico radicale e per questo lancia un appello anche ai consiglieri locali affinché si mobilitino per questa iniziativa: "Penso che siano tantissimi i dirigenti locali che possono appoggiare le nostre proposte".

Vivere per combattere le politiche di morte Queste proposte infatti racchiudono un intero programma di governo, che va dalle questioni di giustizia e di riforma della magistratura, alla riforma del lavoro alle politiche di libertà individuale e civile, contro le politiche di sofferenza e di morte del Vaticano.

"E' un paese a cui è negato l'essere se stesso - afferma Capezzone - le proposte vaticane, che sono proposte politiche, non riescono ad essere proposte perché non c'è dibattito politico, nella loro valenza di sofferenza e spesso di morte".

"Si tratta di capire se si può, attraverso le leggi dello Stato - continua - aprire quella porta di libertà e di legalità di vita.

La chiesa cattolica e le sue proposte sono proposte di sofferenza e di morte che dobbiamo contrastare con ragioni liberali, ma soprattutto con le ragioni dell'umanesimo cristiano".

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  • Il problema del finanziamento e della raccolta firme per le 25 pdl

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