10 MAG 2001

Sconcertante udienza al processo per droga a Marco Pannella: "Questo è il cimitero della democrazia"

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 8 min 17 sec
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Roma, 10 maggio - "Siccome tutto il mondo ci sta dando ragione su questa lunga battaglia in difesa del diritto e della ragionevolezza, siccome di questo il paese non deve discutere, allora si trovano tutti i mezzi per impedire che prima del 13 maggio noi si possa parlare di cose che riguardano la vita del paese, magari in tribunale, in carcere o, se loro vogliono, in cimitero, perché a questo punto è il cimitero della democrazia".  Questa la dura reazione di Marco Pannella al termine della udienza che lo vedeva sedere sul banco degli imputati presso la seconda sezione della corte d'appello del tribunale di Roma, per la cessione di ashish compiuta in diretta televisiva nel dicembre del 1995.Infatti, la corte presieduta da d'appello Maria Clotilde Calia, ha rinviato la seduta per una questione "tecnica".

Quale sia stato questo motivo di impedimento che ha costretto al rinvio è presto chiarito: la mancanza di un videoregistrazione e di un televisore per consentire alla corte e alla pubblica accusa di visionare la trasmissione in questione, "L'Italia in diretta", in onda su Rai Due il 28 dicembre 1995.

Infatti, Marco Pannella, consegnò alla conduttrice Alda D'Eusanio un pacchetto contenente circa duecento grammi di hashish.

Erano, lo ricordiamo, gli ultimi giorni della campagna per la raccolta firme su un pacchetto di referendum, tra i quali anche quello per la legalizzazione dei derivati della cannabis.A questo ulteriore rinvio nel processo d'appello si è giunto dopo che in primo grado Pannella è stato assolto lo scorso 10 novembre perché "il fatto non sussiste", mentre la difesa di Pannella, sostenuta dall'avvocato Giandomenico Caiazza aveva sollevato obiezione di costituzionalità sull'articolo 73 della legge sulla droga.

Il pubblico ministero ha però presentato appello contro la sentenza di assoluzione, e si così è arrivati all'udienza di oggi, un'udienza aperta e subito rinviata al prossimo 18 giugno.

 La "mancanza degli strumenti tecnici necessari", dichiarata dalla corte risulta incomprensibile se si pensa al fatto che l'udienza odierna era fissata da mesi.

Alla decisione della corte si è opposto, senza successo, l'avvocato Caiazza, il quale ha fatto presente alla corte che la trascrizione del contenuto della trasmissione è già agli atti del processo.

Tanto più che il fatto in questione risale al 1995.

All'uscita dal tribunale il legale di Panella ha così commentato la decisione da porte della corte di soddisfare l'esigenza di una visione della trasmissione incriminata: "Mi sembra un'esigenza francamente incomprensibile.

La trascrizione della cassetta è agli atti, come ho fatto presente alla corte.

L'impugnazione del pubblico ministero, inoltre, non concerne il fatto, ma la sua riconducibilità all'ipotesi criminosa contestata.

È un problema di puro diritto, e quindi io rimango sinceramente sconcertato da una motivazione che mi sembra ispirata dall'esigenza di non decidere a ridosso di una competizione elettorale, secondo una sensibilità della corte di cui prendiamo atto, ma che sarebbe stato più utile esplicitare in questi termini".

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  • La corrispondenza di Roberto Spagnoli

    <strong>Indice degli interventi<strong>
    0:00 Durata: 1 min 17 sec
  • Rosa Calia di Pinto, presidente della seconda sezione penale del tribunale di Roma - La decisione della corte

    0:01 Durata: 1 min 7 sec
  • Giandomenico Caiazza, avvocato - Le richieste della difesa di Marco Pannella

    0:02 Durata: 1 min 44 sec
  • Il commento di Marco Pannella

    0:04 Durata: 2 min 14 sec
  • Il commento dell'avvocato Giandomenico Caiazza

    0:06 Durata: 1 min 29 sec
  • Roberto Spagnoli chiude la corrispondenza

    0:07 Durata: 26 sec