18 DIC 2001

Radicali: Assemblea con Marco Pannella e Natale D'Amico

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 3 ore 13 min
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Con i militanti e gli iscritti toscani Marco Pannella e Natale D’Amico rilanciano l’iniziativa della raccolta firme per 25 proposte di legge di iniziativa popolareFirenze, 18 dicembre 2001 – Si è svolta presso il Circolo Pescetti l’Assemblea di Radicali Italiani per discutere l’inziativa della raccolta firme per le 25 proposte di legge di iniziativa popolare.

Hanno partecipato Marco Pannella, Natale D'Amico, Massimo Lensi, Giovanni Bellosi, Giovanni Bellosi, Giancarlo Scheggi.Andare avanti con la raccolta firmeMarco Pannella ha colto l’occasione per fare un bilancio sul piano
dell’attività dei radicali, che grazie “all’iniziativa di Daniele Capezzonne” risulta positivo.

I temi delle battaglie radicali in parte hanno raggiunto “il mondo dell’informazione, nella Rai non in Mediset, non nel dibattito politico, non nelle altre camere”.Sul fronte italiano dell’alternativa, Pannella ha insistito sulla necessità di “portare a termine iniziativa della raccolta delle firme”, e non cedere alla rassegnazione.Un paese bloccato“Lo stato del progresso complessivo del paese, senza un’iniziativa forte dei radicali appare bloccato”.

Questa l’opinione di Natale D’Amico, titolare di doppia tessera, quella radicale e della Margherita.

Sul piano delle libertà civili, fu grazie ai Radicali, ricorda D’Amico, “che negli anni 70 l’Italia si mise al passo con gli altri paesi europei”, e “senza l’iniziativa radicale, passi avanti non se ne fanno”.Regna la disinformazioneSu molti temi nel paese e nelle istituzione regna la disinformazione.

Per D’Amico, però è sulla globalizzazione, che si concentra un’attività sistematica di informazione distorta.

Tra chi “flirta con i no-global si cita spesso Amartya Sen, premio Nobel 1998 per l'economia per i suoi studi sullo Stato sociale”, ma proprio dalle sue pagine emrge il concetto “che il benessere si sviluppa laddove vi sono libertà civili”.Libertà come condizione di giustizia sociale Sarebbero necessarie quindi istituzioni come quelle suggerite dai Radicali a partire “dalla Organizzazione mondiale della democrazia”, perché è “quello il terreno vero sul quale fare sviluppo”, e occorre inoltre “spiegare ai no global che le loro scelte sono le scelte sbagliate”, quando c’è bisogno di “libertà come condizione della giustizia sociale”.Chi è realmente riformatoreQuanto alla situazione nazionale in Italia esistono “delle regole nel mondo del lavoro, queste regole producono uno dei tassi di disoccupazione più alti d’Europa”, una disoccupazione femminile giovanili molto alta, “una disoccupazione di lungo periodo di livello massimo nel mondo sviluppato, e un divario interno massimo nel mondo occidentale”.

Che essere “riformatore significhi difendere le regole che producono questi risultati non riesco a convincermi”, conclude D’Amico.

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