22 MAG 2002

Benedetto Croce: Cerimonia di commemorazione a cinquanta anni dalla scomparsa

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Ricordando Croce gli studiosi tracciano un bilancio del contributo dei liberalismo italiano alla storia nazionale Roma, 22 maggio 2002 - In occasione del cinquantesimo anniversario della morte del filosofo Benedetto Croce, si è tenuta in Campidoglio la cerimonia di commemorazione alla presenza del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

La manifestazione, dal titolo "Croce dopo Croce" è stata organizzata dalla "Fondazione Luigi Einaudi per studi di politica ed economia", dalla "Fondazione Guido e Roberto Cortese" di Napoli e dall'Istituto italiano per gli Studi Filosofici.

Ha
coordinato gli interventi degli accademici Valerio Zanone.

Le scelte dei liberali Il professor Giovanni Pugliesi Carratelli, nel suo intervento, ha posto l'accento sul "carattere etico delle scelte dei liberali italiani a partire dal 1925", anno in cui diventa massimamente evidente che "il clima politico in Italia si alterava, entrando in una crisi sempre più grave".

I liberali in quel momento "fecero pressioni su Croce chiedendogli di succedere a Gentile come ministro dell'Istruzione", Croce rifiutò "ma in quel momento assunse una posizione sempre più chiara rispetto al governo", e scrisse tra l'altro che in quel momento della storia "l'ufficio del liberalismo appariva ormai esaurito e il presente era riservato allo scontro tra socialismo e fascismo o reazionarismo".

Libero gioco delle forze individuali Tali concetti "hanno fondamento perché esprimono bisogni eterni degli uomini", ma solo "il Liberalismo contempla la necessità di lasciare libero gioco alle forze inventive dell'individuo, nel cui libero gioco si disegna il cammino della storia".

Croce quindi, secondo quanto riporta Pugliesi Carratelli, concludeva: "a un liberale veramente consapevole torna impossibile convertisti a un ideale autoritario o a quello comunistico, in quanto il liberalismo li contiene in sé nei limiti accettabili".

Brunello Vigezzi, da parte sua ha discusso dell'accoglienza che ebbe la "Storia d'Italia dal 1870 al 1915", nel quale tra l'altro l'autore condannava l'uso, in auge nei primi anni del fascismo, di condannare con superficialità le conquiste dello stato liberale.

Galasso, infine ricorda la necessità sempre sottolineata da Benedetto Croce di correlare la storia patria con quella europea, alla quale essa è legata un "vincolo strettissimo".

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  • Valerio Zanone, presidente della Fondazione Einaudi, introduce

    Indice
    0:00 Durata: 6 min 22 sec
  • Giovanni Pugliesi Carratelli, studioso

    0:06 Durata: 20 min 28 sec
  • Brunello Vigezzi, Università degli studi di Milano-Bicocca

    0:26 Durata: 27 min 46 sec
  • Giuseppe Galasso, Università di Napoli

    0:54 Durata: 18 min 55 sec