22 AGO 2002

Giustizia: Dibattito con Marco Travaglio, Carlo Nordio, Piercamillo Davigo e Pierluigi Battista

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 2 ore 6 min

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Travaglio e Davigo contro Nordio e Battista in un appassionato dibattito sulla giustizia: immunità parlamentare, obbligatorietà dell'azione penale, gli effetti di Mani pulite, presunzione di innocenzaCortina D'Ampezzo (BL), 21 agosto 2002 - Un acceso dibattito sulla giustizia e i suoi problemi si è svolto al Grand Hotel Savoia.

Vi hanno partecipato i pubblici ministeri Carlo Nordio e Piercamillo Davigo e i giornalisti Marco Travaglio, Pierluigi Battista e Corrado Augias, questi in veste di moderatore.Molti temi sono stati affrontati: l'immunità parlamentare, l'obbligatorietà dell'azione
penale, gli effetti di Mani pulite, la presunzione di innocenza.L'immunità parlamentareNordio ha esordito ribadendo l'analisi tecnica di Davigo secondo cui la giustizia penale soffre per i troppi processi e, come presidente della Commissione per la riforma dei codici, ha annunciato che forti depenalizzazioni saranno previste nel nuovo codice, e molti reati sanzionati con sanzioni amministrative.Sull'immunità di cui godrebbero parlamentari e uomini di governo, citando i casi di Clinton e Chirac, il pm veneziano ha sostenuto che in Italia "i nominati dalla volontà popolare sono in balia delle azioni giudiziarie molto più che negli altri paesi".

Decisamente contrario Davigo che si è detto preoccupato per l'uso dell'argomento della volontà popolare: "Cosa c'entra - ha ribattuto - la gente ha votato anche per Barabba!".Presunzione di innocenza o...

di colpevolezzaBattista, osservando come il libro di Travaglio non sia che una raccolta delle tesi dell'accusa, senza dar conto delle sentenze d'assoluzione che le smentiscono, ha posto l'attenzione sul fatto che a suo avviso, anche per i media, "l'assoluzione non conta più", c'è sempre qualche 'però', dall'insufficienza di prove o altro che fa permanere dubbi sull'imputato assolto: "L'assoluzione - ha affermato invece - è assoluzione, deve essere accettata" come tale.Secondo Travaglio, essere rinviato a giudizio, sotto processo e non solo denunciato, potrebbe costituire motivo sufficiente per essere allontanato o allontanarsi dall'incarico di parlamentare o di governo.

Il giornalista ha anche teorizzato quella che pare piuttosto una 'presunzione di colpevolezza': in parlamento, ha sostenuto Travaglio, gli inquisiti hanno interesse a legiferare in modo da non far funzionare la giustizia, non considerando che buon senso vorrebbe che ad un inquisito innocente premerebbe esattamente il contrario.Mani pulite e finanziamenti illeciti ai partitiBattista ha poi introdotto il tema Mani pulite, sostenendo che in quella stagione vi fu il "rovesciamento della classe politica della prima repubblica attraverso la via giudiziaria", tesi contestata da Davigo e Travaglio, che Nordio ha invece definito "da un punto di vista oggettivo un fatto accaduto, un fatto storico", osservando come a suo avviso, "Travaglio e Davigo tendono a far coincidere la giustizia formale e la giustizia etica".Secondo il pm veneziano, per ritrovare la giusta serenità nel dibattito politico sulla giustizia bisogna anche che si ammetta che tutti i partiti "hanno preso soldi", ma quello che Nordio non può accettare, ha osservato, è che un partito ha sollevato la questione morale pur prendendo soldi da un paese estero con missili nucleari puntati contro di noi".Obbligatorietà dell'azione penaleInfine, il tema dell'obbligatorietà dell'azione penale "diventata di fatto arbitraria" per Nordio: "I magistrati accantonano fascicoli, alcuni li lasciano perire, altri li clonano, o li mettono subito in moto".

Per Davigo è necessario "rendere l'obbligatorietà effettiva diminuendo i processi, ma toglierla vuol dire che i pm diventano politicamente responsabili, quindi, o eletti o controllati dal governo".

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