13 LUG 2001

Olimpiadi alla Cina: Radicali arrestati a Mosca

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Mosca, 13 luglio 2001 - La polizia moscovita ha arrestato alle 9:10 ora locale, il coordinatore del Partito Radicale Transnazionale in Russia, Nikolaj Kramov, che aveva preso parte ad una manifestazione nonviolenta organizzata dal Prt contro l'attribuzione dei giochi olimpici del 2008 a Pechino.

Oltre al dirigente radicale, la polizia russa ha tratto in arresto un monaco buddista, due giornalisti di Reporters Sans Frontières, il direttore dell'Agenzia Prima News e l'ex dissidente sovietico Alexander Podradiniek.

La testimonianza di KramovNikolaj Kramov, responsabile del Partito Radicale
Transnazionale in Russia, è appena stato condotto ad un commissariato di Polizia.

Questa mattina aveva tentato di fare una manifestazione contro l'assegnazione dei giochi olimpici del 2006 a Pechino, nonostante la proibizione delle autorità russe.

Ai microfoni di Radio Radicale, Kramov spiega: «Abbiamo saputo che la decisione proveniva dall'alto e che non aveva motivazioni legali, ma politiche».

Al momento della decisione, il palazzo in cui si riunisce il comitato olimpico è circondato da media e giornalisti di tutto il mondo.

I manifestanti usano un big banner recante la scritta: «No ai giochi olimpici 2008 a Pechino».

Immediatamente vengono fermati dalla Polizia e portati al commissariato.

E' da qui, in attesa di essere giudicato da una corte, che il militante del Prt, fornisce la sua testimonianza.

«Stiamo aspettando - dichiara - che la polizia fornisca tutti i documenti necessari alla Corte, in un'ora o forse due ci sarà la decisione».

Il commento di Olivier DupuisNel pomeriggio interviene la decisione del Comitato Olimpico: le olimpiadi nel 2008 si faranno a Pechino.

Sul significato di questa scelta Radio Radicale chiede il parere di Olivier Dupuis, segretario del Partito Radicale Transnazionale.

«Per Pechino significa uscire dall'isolamento che ha seguito la strage di Tien'anmen» - dichiara Dupuis.

Per i radicali la decisione non rappresenta certo una sorpresa: solo una delusione.

«La delusione - spiega il leader radicale - di dover costatare che la maggioranza dei delegati olimpici abbia considerato come elemento marginale la situazione disastrosa, se non tragica, fatta di violazioni massicce, continue e strutturali dei diritti fondamentali in questo grande paese e nei territori occupati del Tibet, dell'Uiguristan e della Mongolia Meridionale».

A questo punto, secondo Dupuis, spetta in primo luogo a tutti coloro - numerosi, ivi compreso nelle democrazie - che hanno sostenuto la candidatura di Pechino sperando che l'attribuzione dei giochi alla capitale cinese avrebbe aiutato a consolidare le libertà fondamentali, dimostrare la fondatezza della loro tesi.

«Saremo certamente molto felici di prendere atto di tutti i progressi sostanziali in termini di democrazia e di libertà che potranno comunicarci.

Che sia però chiaro che in assenza di progressi significativi la coerenza vorrà che partecipino attivamente ad una campagna di boicottaggio di questi giochi».

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  • L'intervista a Olivier Dupuis

    <br>Nikolaj Kramov al momento dell'arresto<p>Altre foto ed informazioni su RadicalParty.org
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