10 APR 2002

TPI: Milosevic, «È un falso tribunale». Un anno all'accusa (Udienza del 10.4.2002)

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 4 ore 7 min

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Discusse oggi questioni procedurali per ridurre i tempi del processo.

Milosevic si oppone e continua a negare la legittimità del Tribunale Onu: "E' un falso tribunale", affermaL'Aja, 10 aprile 2002Dopo l'interruzione di tre settimane dei lavori della Prima Corte del Tribunale Penale internazionale per i crimini nella ex Yugoslavia, lunedì sono riprese regolarmente le udienze.

Sono stati ascoltati due testimoni 'protetti', per cui le prime due sessioni della settimana si sono svolte a porte chiuse.

L'udienza odierna è iniziata con il controinterrogatorio di Andras Riedlmayer, che ha presentato
una ricerca sulle moschee distrutte in Kosovo alla fine degli anni '90.

Durante il pomeriggio sono state discusse questioni procedurali riguardanti la durata del processo e sono state decise delle restrizioni temporali.

Il sostituto procuratore Nice ha avanzato inoltre la possibilità di suddividere il processo in parti, visto in particolare che il caso Bosnia è piuttosto complicato e lungo.

La testimonianza di RiedlmayerIl testimone dell'accusa Andras Riedlmayer ha fornito un resoconto delle moschee distrutte, ma - ha chiarito - non ha presentato il rapporto sulle chiese ortodosse e cattoliche perché "la ricerca non era basata su siti archeologici".L'amicus curiae Tuposkovic ha sollevato un'obiezione alla Corte sulla validità della testimonianza di Riedlmayer, che ha offerto il suo rapporto all'accusa, senza che l'ufficio del procuratore lo incaricasse di svolgere tale ricerca.

"L'accusa, in ogni parte del mondo, ove vi sia un'indagine o un processo in corso, chiama i propri esperti.

Questo testimone è invece venuto qui e ha offerto i propri servizi.

Il problema è che in questo modo non è garantita l'imparzialità".L'amicus curiae ha proseguito nella linea della non credibilità dei documenti presentati dal teste, asserendo che in un punto del rapporto presentato è possibile ravvisare un elemento di giudizio.

"Lei sostiene nel rapporto che le moschee sono state distrutte in quanto monumenti albanesi", quindi di fatto per distruggere la cultura albanese ma non vi sono dati nel rapporto relativi a monumenti di differenti religioni.Milosevic: Un falso tribunaleSlobodan Milosevic ha ribadito, a conclusione del suo controinterrogatorio che "questo falso tribunale è un proseguimento della guerra"."Voi state cercando di mettere insieme dei pezzi della guerra per dimostrare che la Yugoslavia ha attaccato", invece violenze e distruzione "sono state una conseguenza dell'attacco NATO".

Il presidente della Prima Corte, giudice Richard George May, ha quindi interrotto la difesa, che continua a sostenere che è stata messa in atto una campagna di disinformazione da parte dei media occidentali e in generale dalla NATO e dagli Stati Uniti contro di lui.

A tal proposito, l'ex capo di stato ha presentato in aula anche un brano tratto da un giornale di Boston.

L'ex uomo forte di Belgrado ha inoltre cercato di dimostrare la non affidabilità della testimonianza dell'esperto dell'accusa.Questioni procedurali"Solo in Croazia - ha affermato Nice - abbiamo rilevato una ventina di campi di detenzione, 17 campi di concentramento e 3 campi di deportazione, e poi c'è Vukovar e Dubrovnik".

E' quindi "necessario - ha aggiunto il sostituto procuratore - trovare un modo per ridurre i tempi"Si sta prendendo anche in considerazione l'idea di dividere il processo, almeno per quanto riguarda la Bosnia e aprire un procedimento solo per la Bosnia.

Ricordiamo che il procuratore capo Carla Del Ponte ha particolarmente insistito sulla necessità di condurre un unico maxiprocesso per dimostrare il progetto di una Grande Serbia che avrebbe portato Slobodan Milosevic a consentire le violenze che sono state perpetrate nei Balcani durante gli anni '90."Dobbiamo ricordare - ha affermato May - che il processo deve portare anche ad un giudizio, più si allungano i tempi più diventa difficile decidere.

Riteniamo quindi, nell'interesse della giustizia che debba essere fissata una data.

Abbiamo quindi stabilito che l'accusa potrà avere un anno a partire da oggi per concludere il caso, 14 mesi in cui l'accusa potrà portare avanti e concludere il caso.

Il controinterrogatorio dovrà essere regolato con un limite temporale ben preciso".

"Potremmo accettare delle sintesi delle testimonianze, considerandole però come tali e non come testimonianze" - ha inoltre affermato il presidente della Corte.

Un dato rilevante è che le sintesi possono avere un qualche valore probante.

Questa è una richiesta che l'accusa aveva avanzato già nelle prime settimane del processo.

La difesa si è sempre opposta.Slobodan Milosevic si è opposto a quanto richiesto dall'accusa in quanto ritiene che questo sia un modo per "nascondere la brutta figura che l'accusa sta facendo con i suoi falsi testimoni".

"Ho sempre detto che non riconosco la legittimità di questo falso tribunale" - ha affermato l'ex capo di stato, aggiungendo che l'ICTY sta procedendo con i "metodi della propaganda".

La principale obiezione della difesa è sulla modifica dell'art.

92bis: "I testimoni devono essere presenti in aula così che sia possibile controinterrogarli".Milosevic ha inoltre contestato le "facilitazioni per l'imputato" di cui hanno parlato sia l'accusa che la Corte.

"Faccio notare - ha affermato - che da due mesi io non ho ancora la possibilità di comunicare regolrmente con i miei collaboratori della difesa"Conferenza stampa dell'ufficio del procuratoreNella mattinata si è inoltre svolta una conferenza stampa dell'ufficio del procuratore in cui è stato annunciato che Carla Del Ponte sarà di ritorno a Den Haag venerdì prossimo, per poi ripartire dopo pochi giorni per la ex Yugoslavia.

"Quello che ci aspettiamo dal governo di Belgrado, così come dagli altri governi comunitari è di avere una collaborazione totale e completa con il Tribunale Penale internazionale per la ex Yugoslavia", ha dichiarato un portavoce.

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