07 GIU 2002

TPI: Ulteriori testimonianze sui massacri nei villaggi del Kosovo

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 3 ore 38 min

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Un ufficiale britannico dell'OSCE parla del massacro di Racak e di Orahovac.

Un testimone diretto racconta come è sopravvissuto al massacro di CelinaL'Aja, 7 giugno 2002 - Nell'udienza odierna del processo a carico di Slobodan Milosevic un ufficiale britannico della KVM (Kosovo Verification Mission dell'Osce) ha testimoniato sul massacro di Racak, sul metodo di lavoro della missione di controllo dell'OSCE in Kosovo e sugli scontri nella municipalità di Orahovac.

Un sopravvissuto al massacro di Celina, nella municipalità di Orahovac, ha raccontato il massacro di circa 80 civili nella sua
cittadina.La testimonianza di Ian HendrieIan Hendrie, un agente della polizia britannica che ha preso parte alle investigazioni sul massacro di Racak con la KVM e a quelle sugli incidenti causati dall'Uck nella municipalità di Orahovac.

Per quanto riguarda Racak, Hendrie ha smentito l'ipotesi della difesa per cui i corpi della persone uccise sarebbero state trasportate lì dall'Uck per inscenare il massacro da sbandierare alla comunità internazionale.Nei video presentati in aula in questi giorni, infatti, si vedevano cadaveri che erano stati chiaramente mossi (per esempio con la schiena a terra e un braccio in aria, posizione piuttosto insolita per un morto).

Inoltre il luogo del ritrovamento non era completamente cosparso di sangue nonostante le vittime fossero state barbaramente uccise e in alcuni casi mutilate.L'investigatore britannico ha spiegato che "il fatto che non sia stata registrata presenza di sangue, non vuol dire che non ci fosse".

Inoltre il teste ha fatto riferimento alle condizioni climatiche (neve e temperature piuttosto basse) che possono aver facilitato una più rapida coagulazione.Per quanto concerne le posizioni dei cadaveri, il teste ha chiarito che "molti corpi sono stati girati con la faccia rivolta verso l'alto, ma le tracce in prossimità dei corpi e delle ferite dimostrano chiaramente che non sono stati portati lì da altri luoghi"; tanto più che "non vi erano - ha aggiunto il teste - tracce di pneumatici o di mezzi di trasporto"Il teste ha inoltre spiegato nel dettaglio il metodo di lavoro della Missione di Controllo dell'OSCE e Milosevic ha proseguito nella linea scelta dall'inizio, la dimostrazione che la KVM era solo uno strumento della propaganda occidentale per preparare l'intervento NATOIl massacro di CelinaIl 25 marzo 1999 l'esercito e la polizia serba sono entrati nella cittadina di Celine nella municipalità di Orahovac, gli abitanti sono scappati nelle colline circostanti.

Nel frattempo le milizie serbe hanno bruciato case, edifici civili come moschee e scuole e il 28 marzo hanno costretto gli abitanti che si erano nascosti nei boschi a venire fuori; hanno separato gli uomini dalle donne, usando violenza, distruggendo documenti di identità e chiedendo soldi dietro minaccia di morte.

Agim Jemini ha raccontato la sua personale odissea.

Quando le milizie serbe sono entrate nel villaggio, infatti, lui e suo cugino si sono nascosti al terzo piano di una casa in costruzione.

I serbi hano occupato però l'abitazione di fronte e successivamente il secondo piano dell'abitazione in cui i due avevano trovato rifugio."Non potevamo fare il minimo rumore per paura di essere scoperti, ma da lì potevamo vedere quanto accadeva nel villaggio", ha raccontato il teste aggiungendo: "Abbiamo sentito i serbi parlare via radio con un comndo centrale che probabilmente era a Pristina perché si rivolgevano così alla radio"."Abbiamo poi sentito delle voci nella radio che dicevano che avrebbero fatto un lavoro migliore di quello di Racak".

"Siamo rimasti - ha proseguito Jegimi - per 48 ore senza mangiare e bere e poi siamo riusciti a fuggire in un villaggio vicino dove abbiamo trovato rifugio a casa di un amico.

Ho visto i soldati serbi chiedere soldi ai miei genitori e rubare tutto quello che c'era nelle case" "Lungo il cammino per scappare da Celina - ha continuato Jemini - abbiamo visto nella notte un gruppo di cadaveri vicino alla linea ferroviaria; eravamo così spaventati che abbiamo creduto che fossero militari serbi distesi sul prato che ci volevano attaccare".

"Per giorni - ha raccontato il teste dell'accusa - abbiamo cercato e sepolto i cadaveri.

Di ognuno ho segnato la data di nascita e il nome e ho messo i fogli in un posto sicuro.

Così abbiamo poi potuto ricostruire chi è stato ucciso".

"Non ci aspettavamo un attacco a Celina - ha successivamente spiegato - perché nonostante vi fossero stati scontri nella municipalità di Orahovac, a Celina non c'era l'Uck e per questo siamo sempre rimasti lì".

Agim Jegimi ha mostrato in aula un video in cui si vede la casa in cui lui e suo cugino erano nascosti, la csa usata dai serbi come quartier generale e il villaggio."Appena sono arrivati i serbi tutti i giovani si sono nascosti per evitare attacchi violenti anche nei confronti degli anziani".

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  • Questioni procedurali

    Indice
    0:00 Durata: 58 sec
  • Giuramento, lettura della deposizione e interrogatorio da parte dell'accusa di Ian Robert Hendrie

    0:00 Durata: 24 min 36 sec
  • Ian Robert Hendrie, interrogatorio della difesa

    0:25 Durata: 1 ora 24 min
  • Ian Robert Hendrie, interrogatorio dell'amicus curiae

    1:50 Durata: 21 min 6 sec
  • Ian Robert Hendrie, riesame dell'accusa

    2:11 Durata: 3 min 37 sec
  • Questioni procedurali

    2:14 Durata: 3 min 3 sec
  • Giuramento, lettura della deposizione e interrogatorio da parte dell'accusa di Agim Jemini

    2:18 Durata: 27 min 51 sec
  • Agim Jemini, interrogatorio della difesa

    2:45 Durata: 51 min 13 sec
  • Questioni procedurali

    <p><strong>Link:</strong><p> Le trascrizioni delle udienze<p> Kosovo: Il rapporto con le prove di NPWJ <p> 24 maggio 1999 - Formalizzati i capi d'accusa nei confronti di Milosevic<p> TPIY - Tribunale Penale Internazionale per i crimini commessi nella ex Yugoslavia a partire dal 1991 <p> La battaglia radicale per l'istituzione del Tribunale ad hoc per i crimini nella ex-Yugoslavia (1993) <p> La campagna del Prt per l'incriminazione di Milosevic<p> Dossier Milosevic<p> Balcani: una cronologia<p><strong>Dall'archivio multimediale</strong><p> <strong>Capodanno 1992</strong> - Pannella in trincea ad Osijek con le "brigate della nonviolenza" <p> <strong>Antonio Russo</strong> - Le corrispondenze dal Kosovo
    3:37 Durata: 1 min 40 sec