16 OTT 2002

TPI: Un cronista serbo depone sull'assedio di Vukovar e spiega il ruolo di Seselj

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 3 ore 44 min

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Un giornalista di Politika Express racconta l'assedio di Vukovar, la collaborazione tra le formazioni militari e le unità paramilitari e chiarisce il ruolo di Seselj.

Conclusa la deposizione di C-1220.

Carla Del Ponte chiede maggiore collaborazione alla ex Yugoslavia.L'Aja, 16 ottobre 2002 - Nell'udienza odierna del processo a carico di Slobodan Milosevic si è conclusa la deposizione del testimone sotto regime di protezione C1220 che ha partecipato all'attacco di Saborsko.Jovan Dulovic, ex giornalista indipendente del giornale di regime Politika Express, ha deciso di testimoniare in udienza
pubblica e ha fornito elementi importanti per chiarire l'assedio di Vukovar e l'attacco all'ospedale della cittadina croata.

Dulovic ha fornito inoltre numerosi elementi per meglio comprendere la figura del leader ultranazionalista Vojislav Seselij, a capo dei temibili 'Chetniks'Nella consueta conferenza stampa del mercoledì la portavoce di Carla Del Ponte ha affermato che il procuratore capo del Tribunale chiede maggiore collaborazione ai governi della ex Yugoslavia e minaccia di rivolgersi al Consiglio di Sicurezza dell'ONU.Conclusa la deposizione di C-1220Conclusa la deposizione del testimone dell'accusa C-1220, ex membro delle unità paramilitari serbe che ha partecipato all'attacco di Saborsko, cittadina nella regione di Karlovac completamente rasa al suolo nel novembre del 1991.

Il teste ha chiarito le interazioni tra l'esercito federale yugoslavo (JNA), le unità paramilitari, i ribelli serbi e i riservisti.

Il testimone dell'accusa ha affermato inoltre che vi era una stretta collaborazione con Knin (Krajna) dove, tra l'altro, Radko Mladic comandava la 9^ brigata dell'esercito federale.La polizia di Milan MarticConfermata inoltre la presenza di unità appartenenti alla cosiddetta 'polizia di Martic', il MUP serbo-bosniaco.

"Ho visto - ha affermato il teste - alcuni uomini della polizia di Martic e poi c'era Djuro Obrigovic [comandante della polizia di Martic, ndr]".Secondo le tesi della Procura, Milan Martic è una pedina importante della 'joint criminal enterprise' (società criminale organizzata) di cui Slobodan Milosevic sarebbe l'abile burattinaio.Nel gennaio del 1991 Milan Martic, dopo una brillante carriera all'interno dell'esercito croato, è stato nominato ministro degli Interni dell'autoproclamata Repubblica di Serbia Krajina, la carica è stata confermata nel 1993 e nel febbraio del 1994 ne è divenuto presidente.

A partire dall'estate del 1991 - in base a quanto sostiene la Procura guidata da Carla Del Ponte - le milizie dell'autoproclamata Repubblica di Serbia Krajina, in collaborazione con l'esercito federale yugoslavo, hanno sferrato numerosi attacchi all'esercito, alle cittadine e alla popolazione croata.In aula un giornalista di Politika ExpressJovan Dulovic ha deciso di deporre in aula senza le misure di protezione previste inizialmente dalla Procura per assicurare al testimone l'anonimato e proteggerlo da eventuali attentati a lui o alle persone a lui vicine."La ex Yugoslavia - ha constatato Geoffrey Nice parlando delle misure di protezione per i testimoni - è un posto pericoloso".

Il giornalista Dulovic ha iniziato ad occuparsi di cronaca nera e durante gli anni '90 è stato inviato sul campo dove ha avuto modo di seguire le truppe serbe negli attacchi e di conversare 'a microfoni spenti' con molti personaggi coinvolti nei crimini indagati dal Tribunale.

Ora lavora per il settimanale Vreme e la sua deposizione ha fornito importanti elementi all'accusaIl teste ha infatti chiarito diversi punti del Pre-Trial Brief (documento in cui la Procura spiega la linea accusatoria), tra cui la costruzione della propaganda, l'assedio di Vukovar e la strage dell'ospedale della cittadina croata, nonchè la figura di Vojislav SeselijLa propagandaJovan Dulovic ha affermato che le notizie 'ufficiali' che dovevano essere diffuse dagli organi di informazione erano delle vere e proprie "fabbricazioni" ben poco aderenti alla realtà.

Per quanto riguardava gli 'incidenti', le notizie erano fornite da ufficiali dell'esercito federale e spesso differivano completamente da quanto i giornalisti avevano potuto osservare con i loro occhi per le cifre riguardanti le vittime e per la dinamica suggerita nelle apposite conferenze stampa nei quartieri generali dell'esercito."Vi erano delle esagerazioni tali - ha affermato il teste durante la serratissima deposizione - che si è arrivati a dire che i leoni nello zoo di Sarajevo attaccavano i bambini serbi"L'assedio di Vukovar e il ruolo di SeselijNel novembre del 1991 unità dell'esercito federale, riservisti, 'uomini di Seselij', milizie paramilitari hanno assediato la cittadina croata di Vukovar, "sulla strada tra Belgrado e Osijek".

Vukovar è stata assediata per giorni, circondata dalle forze dell'esercito federale (JNA), dalle milizie paramilitari, che tipicamente agivano per prime, completamente fuori dalle leggi e senza alcun tipo di controllo.

Infine tra il 20 e il 21 novembre i miltari e i paramilitari sono entrati nell'ospedale della cittadina croata, hanno portato fuori decine di persone e le hanno massacrate altrove."Non ho bisogno di guardare sul taccuino, me le ricordo a memoria le frasi che ha detto Seselj".

Con queste parole Jovan Dulovic ha iniziato a recitare a memoria le parole pronunciate dal leader ultranazionalista in occasione dell'attacco a Vukovar.

Seselj seocondo Vulovic parlò così: 'Siamo tutti un esercito: questa guerra è una grande prova per i serbi.

Coloro che passerano l'esame vinceranno, i disertori non possono rimanere impuniti'.

E po ancora: 'Neanche un solo ustascia deve lasciare Vukovar vivo.

Abbiamo acettato il concetto di un esercito federale per cui non c'è alcun bisogno che altri esterni intervengano in questo conflitto.

L'esercito sta lottando contro i ribelli croati.

Abbiamo un comando unificato di esperti militari'.Secondo la Procura Seselij è da considerarsi un 'uomo di Milosevic' che agiva dietro precise indicazioni dell'allora presidente della Serbia.Jovan Dulovic ha parlato anche dell'attacco a Zvornik, portato avanti prima dalle unità paramilitari che agivano indisturbate prima dell'arrivo dell'esercito federale, uccidendo, violentando e compiendo ogni tipo di violenza sui cittadini croati.

La deposizione proseguirà domaniCarla Del Ponte chiede collaborazioneIl procuratore capo del Tribunale Penale Internazionale per i crimini commessi nella ex Yugoslavia chiede maggiore collaborazione ai governi yugoslavi ed in particolare a Belgrado.

A tal proposito ha incontrato il presidente del TPIY, giudice Claude Jorda, affinché la questione venga affrontata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.La visita nella ex YugoslaviaLa portavoce della Procura, Florence Hartmann, ha comunicato in conferenza stampa che Carla Del Ponte sta per partire in missione nella ex Yugoslavia.

"Si recherà a Belgrado, Pristina, Sarajevo e Zagabria" proprio per sollecitare una maggiore collaborazione "per l'arresto dei ricercati e per l'accesso ad archivi e testimoni".Mladic è in Serbia"Ratko Mladic è in Serbia - ha affermato la portavoce dell'OTP - e Carla Del Ponte continua a ribadirlo da tempo.

Non rivelerà dove si trova, ma rilascerà tutte le informazioni dopo l'arresto.

Le informazioni a disposizione della Procura sono confermate dalle potenze occidentali".Serve maggiore collaborazione, la legge è la legge"Per tale ragione - ha proseguito la portavoce della Del Ponte - riteniamo che si tratti solamente di volontà politica.

E' chiaro che quando c'è un mandato di cattura gli stati devono mettere in prigione i ricercati e consegnarli al TPIY.

La legge è la legge."Carla Del Ponte aveva affermato, nella prima udienza del processo a carico di Slobodan Milosevic il 12 febbraio scorso, che tale dibattimento era "la più potente dimostrazione del fatto che nessuno è al di sopra della legge, o può sfuggire alla legge''Koha Ditore, Mladic protetto da Kostunica?"Kostunica - ha affermato la portavoce - ha promesso di confermare la legge sulla cooperazione con il TPIY di fronte al Consiglio d'Europa"In conferenza stampa un giornalista di Koha Ditore ha chiesto però conferma sulle voci di una possibile protezione di Mladic da parte dello stesso Vojislav Kostunica.Imbarazzate e confuse le risposte dei portavoce che hanno comunque confermato che Carla Del Ponte incontrerà anche il presidente yugoslavo, controverso personaggio presentato alle elezioni del 2000 come l'anti-Milosevic.

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    <p><p><strong>Link:</strong><p> Le trascrizioni delle udienze<p> Non c'è Pace Senza Giustizia [NPWJ] <p> 24 maggio 1999 - Formalizzati i capi d'accusa nei confronti di Milosevic<p> Tribunale Penale Internazionale per la ex -Yugoslavia [ICTY - TPIY] <p> North Atlantic Treaty Organization [NATO]<p> Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa [OSCE]<p> Human Rights Watch<p><p> La battaglia radicale per l'istituzione del Tribunale ad hoc per i crimini nella ex-Yugoslavia (1993) <p> La campagna del Prt per l'incriminazione di Milosevic<p> Dossier Milosevic<p> Balcani: una cronologia<p><strong>Dall'archivio multimediale</strong><p> <strong>Capodanno 1992</strong> - Pannella in trincea ad Osijek con le "brigate della nonviolenza" <p> <strong>Antonio Russo</strong> - Le corrispondenze dal Kosovo<p> I radicali, Milosevic e la politica estera italiana<p><p><strong>Servizi correlati</strong><p> 27 settembre 2002 - Emma Bonino smentisce Milosevic<p> 26 settembre 2002 - Milosevic tira in ballo anche Emma Bonino<p> 21 maggio 2002 - Milan Martic all'Aja si dichiara «Non colpevole» <p> 15 maggio 2002 - Martic e Mrksic si costuiscono al TPIY
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