La Basilicata che vuoi. Il futuro che meriti - Conferenza programmatica regionale dei Ds della Basilicata

Grazie
E adesso diamo la parola al segretario della Sinistra giovanile della città di Matera Luigi gabella
Grazie
Si conclude oggi
La Conferenza programmatica la Basilicata che voi il futuro che meriti
Poco un importante appuntamento
Per il presente soprattutto per il futuro
Una scelta intelligente perché lo confronto è emerso che i giovani
Sono rappresenta uno una risorsa dal territorio
Forse per la prima volta infatti si è posto l'accento sulla necessità di guardare alle nuove generazioni come un investimento e non con una spesa
Questo lavoro straordinario compiuto in questi anni dalla Sinistra giovanile Basilicata guidata da Giovanni Casaletto è che oggi svolge una importante funzione nazionale grazie al compagno Roberto Speranza
Ognuno di noi immagino modello di di di regione di territorio
Noi giovani immaginiamo innanzitutto una regione capace di offrire a tutti le stesse opportunità
Questo significa mettere tutti
E sottolineo tutti a prescindere dal reddito e dalla posizione sociale
Nelle condizioni di mettere a valore del proprio impegno quotidiano nelle università nelle scuole nel lavoro
Forse questa l'unica strada per ancorarci al territorio ridurre il rischio di una nostra fuga definitiva verso zone più fertili del nostro Paese
Nei giorni scorsi a Matera il presidente dalla Confindustria Monte Zelmo ha lanciato una sfida dare spazio al merito in un quadro di uguali opportunità
La politica deve riuscirà a scegliere a valorizzare e a selezionare
Guardando unicamente a un consenso elettorale si rischia di perdere di vista le cose che contano veramente
I bisogni delle persone delle ragazze e dei ragazzi di questa terra
La politica deve riuscirà a scegliere valorizzare selezionare le migliori risorse del territorio offre sia in termini di progetti che di persone
Non scegliere significa restare fermi
Sedere significa muoversi ma occorre scegliere bene per muoversi in avanti aprire le porte del futuro
La basilica va la Basilicata che vogliamo è questo il futuro che meritiamo è questo
Allora all'onorevole Fassino che ci onora della sua presenza e o a quale va il nostro saluto più caloroso
A tutti i dirigenti presenti di oggi noi giovani vogliamo lanciare la nostra sfida partecipare attivamente alla costruzione di un territorio d'eccellenza che sappia mantenere le radici nella sua storia e proiettare i suoi frutti nel futuro
Ora do la parola al segretario provinciale di Matera D'Alessandro grazie
Care compagne e cari compagni cari amici concordiamo quest'oggi la conferenza programmatica dei domo cromatici di sinistra
Per due giorni ci siamo ritrovati qui a Matera tutti insieme per riflettere per parlare del futuro della nostra regione
è stato un appuntamento importante un appuntamento molto importante
Reso possibile in primo luogo grazie all'impegno alle energie e alla passione del nostro giovane segretario regionale Piero Lacorazza
Che stava facendo
Che sta facendo un lavoro davvero encomiabile insieme a tutto il gruppo dirigente regionale
Nonché alle tante compagnie e ai tanti compagni
Che si sono spesi nell'organizzazione dei venticinque incontri tematici che hanno preceduto la conferenza e che si stanno spendendo ancora in queste ore
Per consentire a tutti noi di essere qui
Il nostro primo in grazia amento va a loro e tuttavia non possono ringraziare l'intera Rete delle nostre sezioni che come sempre contribuiscono a ad animare il dibattito politico nel nostro partito oltre a mobilitare l'intero popolo del centrosinistra
Ringrazio gli ospiti che ci hanno onorato la loro presenza i colleghi segretari provinciali
Dei partiti del centrosinistra con i quali condividiamo quotidianamente l'impegno politico e sociale che ci accomuna
Ringrazio soprattutto il gruppo dirigente regionale per aver voluto la nostra città al centro del dibattito politico
Quello che stiamo per concludere
è stato un appuntamento particolare
Consapevoli che siamo davanti a passaggi difficili che ci obbligano a porci domande a riflettere a elaborare proposte
Perché non vogliamo correre il rischio di inciampare nel futuro proprio nel momento in cui le istituzioni regionali e si apprestano a costruire la programmazione due mila sette due mila tredici
E siamo qui a Matera
Dove proprio in questi giorni il popolo del centrosinistra si eserciterà in quella grande prova di democrazia rappresentata dalle primarie per scegliere il candidato Sindaco che se approvata prova di grande partecipazione l'abbiamo voluto quindi insieme a noi
I candidati dei partiti del centrosinistra
Franco Dell'Acqua Tito Di Maggio Michele Morelli a Vincenzo viti ai quali formuliamo i nostri migliori auguri di grande successo e con i quali ci apprestiamo ad avviare un lungo periodo di collaborazione che dovrà essere portico nell'interesse di questa città
Anche anche il nostro segretario nazionale Piero Fassino ha voluto essere qui
A conferma
A conferma della validità politica della nostra iniziativa
E noi per questo gli siamo grati e sapremo dimostrare questa nostra gratitudine con nuovi e più importanti successi elettorali per noi per il partito democratico il per centrosinistra
Matera
Matera ha voglia di futuro ha voglia di coesione sociale
In Matera anni hanno voglia di ascoltare di essere ascoltati da persone normali perché questa è una città che appartiene a tutti ed è fatta da tutti è la città del dialogo che vuole crescere
Tra pochi mesi affronteremo le elezioni comunali a Matera
Ma anche in numerosi altri centri della nostra provincia
E saremo chiamati a riaffermare i nostri valori ai nostri impegni a sostenerli e a verificare se siamo all'altezza di garantire un futuro alle giovani generazioni
Ha detto giusto il nostro segretario regionale Piero Lacorazza ieri nella sua relazione introduttiva abbiamo molto lavoro da fare
Molto lavoro da fare per i lavoratori della New Star che molti di noi hanno incontrato in Val Basento perché l'azienda vuol chiudere l'impianto di Pisticci
Penso a ferire la produzione all'estero molto lavoro da fare per quel padre lavoratore socialmente utile
Che si chiede come farà a mantenere moglie e figli ci sarà molto lavoro da fare per la giovane donna di Montescaglioso il cui marito ha perso la vita mentre lavorava in un cantiere edile
Sulla sulla statale centosei jonica
E ci sarà molto da fare per migliaia di ragazze e di ragazzi che pur avendo capacità stimoli e volontà di affermarsi nel mondo del lavoro non hanno sufficienti opportunità
Tanta gente giovani soprattutto che abbiamo incontrato nei paesi della nostra Basilicata
Non si aspettano certo che qualche d'un altro lo risolva tutti i loro problemi e si sono consapevoli sanno di dover lavorare duramente
Per andare avanti e vogliono farlo ma queste persone percepiscono anche che non basta
Un piccolo cambiamento di priorità per fare in modo che le porte delle opportunità rimangano aperte per tutti essi sanno che possiamo fare meglio vogliono da noi questa possibilità credo sono certo che possiamo dare un sospiro di sollievo a queste persone e fornire loro un percorso di opportunità
Credo sono certo e concludo che sappiamo
Dove andare e che abbiamo il vento giusto alle nostre spalle
Abbiamo le idee chiare i dirigenti giusti agli alleati giusti e siamo convinti amici e compagni possiamo fare le scelte giuste ed affrontare le sfide che in inevitabilmente incontreremo
Mettiamoci dunque tutti insieme al lavoro grazie a voi tutti per la grande partecipazione
Grazie soprattutto per quello che saprete fare insieme a voi per questa nostra me va meravigliosa città passo la parola al segretario regionale Piero Lacorazza
è difficile dire quando quel nodo lucente quel groppo di vita e di mozioni che faceva brillare gli occhi stringeva la gola ha cominciato a essere chiamato passione forse è successo quando qualcuno ha sentito quelle speranze le utopie desideri che trova ma erano gli stessi di tanti uomini di tante donne di tutti gli uomini di tutte le donne forse quando ragazzo nel fiore degli anni pongono per cui la vita era ormai alle spalle a una donna che teneva per mano su bambino ha scoperto che dietro di battere incessante della passione c'era sempre una ragione che la passione la politica non erano il privilegio di pochi ma il sentire di tanti
Ed è stato così forse che le politiche intraprese il suo viaggio chi è cominciato in esplicarsi sulle orgogliose montagne locali o fra le onde di un magnifico che abbraccia questa terra di uomini e di donne che sanno la strada del futuro forti del loro passato
è stato così che le politiche sentito che la partecipazione quella vera quella che è fatta di azioni concrete determinante quella che tende ad evitare in cui far crescere il bene di ciascuno quelle che coinvolge tutti nella concretezza delle decisioni andava costruito intorno ad ogni singola persona
Che l'uomo misura di tutte le cose
Ed è stato così che le politiche della Basilicata che vuole farcela sì alimentata del suo territorio e della sua gente
La chiamata nelle sue assemblee territoriali ha discusso e ragionato con lei senza sosta senza paura del confronto arricchendosi anche della forza della diversità delle opinioni di tutti facendosi che proprio la gente si ritrovasse a discutere di continuità e di discontinuità con la storia del proprio passato
Ed è stato così che nella Basilicata che sa di farcela la politica ha cominciato a trasformare il suo pensiero in azioni concrete a operare scelte a disegnare prospettive a progettare i percorsi di una formazione i conti ma in istruzione e di una cultura basata sull'esercizio del pensiero complessa chiedendo al suo popolo di pensare di parlare a voce alta ipotizzare di disegnare il futuro che immaginava chi voleva e che meritava
E cosicché passioni politiche diventata segno concreto che partendo dall'incanto del suo paesaggio dall'assoluto della sua terra nel rigoglio delle sue acque
Quel coraggio della sua gente ha disegnato una mappa che del territorio punta al futuro senza dimenticare la propria storia e la propria memoria la memoria non solo del passato del futuro ma quella che lega l'impronta del passato il progetto del futuro che permette di fare senza dimenticare quel che si poteva fare
Di divenire senza mai smettere di essere
E di essere senza mai smettere diventare senza mai smettere di essere passione
Nel territorio al futuro
Nel territorio al futuro
Benissimo
Se
Sto
E adesso non me ne voglia onorevole il nostro Piero regionale ce l'abbiamo anche noi
Il segretario regionale dei Democratici di sinistra Piero la corazza
Care compagne cari compagni
Cari amici gentili ospiti
Voglio ringraziare innanzitutto il segretario nazionale
Piero Fassino
Per aver dato forza questo nostro appuntamento
E noi vogliamo ricambiare questa tua simpatia questo tuo affetto
Con il senso di gratitudine
Della sinistra e del popolo del centrosinistra
Per aver lavorato sodo e con pazienza in questi anni per battere Berlusconi riportare il centrosinistra al governo per l'Italia
Voglio ringraziare tutti proprio tutti
Voglio ringraziare gli organi d'informazione le compagne e compagni che hanno lavorato la preparazione di questa nostra conferenza programmatiche quanti ci hanno offerto il loro contributo di pensiero
Voglio farlo
Questo ringraziamento attraverso gli occhi delle ragazze e dei ragazzi che sono fuori e dentro questa sala che iniziano a guardare con curiosità e speranza il nostro progetto ma soprattutto quelle ragazze e ragazzi spinti dall'entusiasmo e della passione politica della Sinistra giovanile di Basilicata
La Basilicata che voi il futuro che meriti
è un richiamo alla responsabilità di tutti e al contributo di ciascuno
Per vincere così come abbiamo detto della nostra conferenza
Le sfide per il futuro
Per vincere il creare innanzitutto nella nostra terra opportunità di successo e di lavoro per le ragazze e i ragazzi
E l'abbiamo fatto in un percorso nel quale abbiamo iniziato innanzitutto Lori a voler cambiar passo
E a voler cambiar passo cercando di costruire di mettere insieme la partecipazione e la sfida per il governo
Abbiamo costruito una conferenza di programma
Che è durata un anno
Coinvolgendo compagne e compagni coinvolgendo competenze soggetti sociali soggetti economici
Persone che hanno voluto dare il contributo perché egli è stata dato uno spazio un'offerta una possibilità un'opportunità in più di dire la propria di partecipare alla costruzione del futuro che vogliamo
E l'abbiamo fatto pensando che l'elemento di partecipazione in sé e innanzitutto è un elemento di qualità della democrazia e dello sviluppo
Per quale sviluppo
Abbiamo voluto traguardare le nostre idee al due mila e quindici hanno verso il quale dovranno essere impegnate sospese le risorse del ciclo comunitario due mila sette due mila tredici hanno a cui guardano i difficile importanti obiettivi di Lisbona
Hanno Acqui guardano importanti strumenti di programmazione di strategia nazionale del Governo che ha messo in campo
E per quella data abbiamo scelto di immaginare una Regione che sia una Regione più vicino al mondo più connessa che investa nelle reti e nella cooperazione
Più accogliente perché ci sia maggiore qualità della vita
Più competitiva perché le nostre impresa attraverso la ricerca l'innovazione la formazione la scuola possano reggere alle sfide del mercato mondiale
è una Basilicata più giovani al due mila quindici
Una Basilicata più giovane e posso offrire opportunità di lavoro e di successo qui nel nostro territorio
E abbiamo sottolineato che questa Basilicata più vicino al mondo più accogliente più competitiva più giovane la vogliamo dentro un contesto di sicurezza e di legalità di trasparenza e di limpidezza nella spesa delle risorse pubbliche
Perché saranno condizioni necessarie per misurare l'efficienza e l'efficacia di un ciclo comunitario che per quantità delle risorse e l'ultimo o forse il definitivo appello per rendere autonomo auto propulsivo e aiutare e sostenere lo sviluppo di questa Regione
E abbiamo costruito nella partecipazione le radici di questo progetto abbiamo quindi costruito e messo in campo delle idee un programma abbiamo voluto legare a questo brutto a questo programma
Un obiettivo simbolico un progetto un progetto simbolico che abbiamo chiamato Giovani due mila e quindici un progetto per il quale immaginiamo si possono spendere il partito democratico
Si passa spenderei la Regione la comunità tutte insieme la comunità regionale
A un progetto che vuole mettere insieme a costruire un grande network due mila e quindici giovani lucani due mila e quindici giovani di altri paesi d'Europa e del Mediterraneo
Un grande network che posta a partire dalle ragazze e dei ragazzi del triennio delle scuole superiori e che possa accompagnarvi a due mila e quindici l'anno in cui la gran parte di questi ragazzi saranno laureati e busserà hanno le porte del mercato del lavoro
Che saranno accompagnati in questi anni
In questo grande network network con misure di sostegno alla qualità la cooperazione tra le scuole alla capacità e alla qualità di costruire attraverso sostegni su attraverso un rafforzamento
Degli strumenti del diritto allo studio attraverso la ricerca tre verso gli spinotti cioè attraverso strumenti possibili immaginabili ma da mettere a sistema che possano puntare su questo bacino importante i ragazzi
Per mettere nelle condizioni migliori di farli crescere insieme a noi verso la Basilicata che vogliamo
E poi
Dopo il progetto dopo l'azione simbolica abbiamo scelto di avere di mettere in campo questa conferenza programmatica nel pieno delle primarie per scegliere il candidato dell'Unione nella città di Matera
Mettere insieme questi tre azioni un progetto partecipato un'azione simbolica costruita attraverso magari uno strumento di legge di iniziativa popolare e farlo e farlo nel bel mezzo di una campagna per le primarie a Matera ci dice che questi tre strumenti
Costruiti elaborati partecipati possano di per sé e consegnare la prospettiva del partito democratico la capacità di tenere insieme partecipazione e governo partiti e società
Cioè di entrare oltre la somma della pure importante convergenza di DS e margherita e di quanti vorranno io spero in tanti della tradizione socialista e dell'associazionismo venire insieme a noi per costruire questa grande prospettiva politica
E lo facciamo qui da Matera
In una città che abbiamo definito l'avamposto della Basilicata che vuole farcela mettendo a disposizione anche in questa consultazione primaria
La nostra forza a servizio dell'unità dell'Ulivo e dell'Unione
Per unire la ricchezza la ricchezza del delle diversità del centrosinistra per unire passioni ed esperienze
Per unire generazioni per unire emozioni e speranza
E su questo punto e sulla voglia sulla prospettiva che insieme possiamo costruire a partire dalla città di Matera
E nel ringraziare anche biglietti mosse che hanno aperto che chiuderanno questo nostro appuntamento e forse anche un po'il simbolo di quella Basilicata che vogliamo costruire al due mila e quindici una Basilicata che loro rappresentano tra la musica antica la madre alla musica popolare e gli strumenti delle nuove tecnologie una chitarra elettrica
Cioè una Basilicata che possa correre sempre di più sul binario dell'anima e della meccanica della polizia e della tecnologia
Questa è la Basilicata che vogliamo e che ci meritiamo ma che soprattutto ci dobbiamo meritare
La parola a segretario nazionale dei democratici di sinistra Piero Fassino
Grazie
Grazie care compagne e cari compagni grazie
Di questa bellissima partecipazione grazie anche
Agli amici
Gli ospiti che sono qui presenti oggi alla conclusione di questa nostra
Conferenza programmatica regionale
Grazie soprattutto al gruppo dirigente Piero Lacorazza agli altri compagni
Che hanno voluto questo appuntamento e lo hanno costruito con quella processualità quella capacità di confronto con la società lucana
Quell'apertura che è stata richiamata
La Conferenza regionale
Di ieri di oggi e del la conclusione di un percorso che ha impegnato il gruppo dirigente del nostro partito in Lucania per oltre un anno
Promuovendo lungo questo cammino tantissimo occasione di confronto con la società
Lucana coi suoi interessi con le sue organizzazioni con le sue articolazioni
Un partito che ha dimostrato appunto di avere una capacità di aprirsi alla società e di
Confrontare la sua cultura di governo perché noi siamo un partito che in Basilicata
Da molti anni a responsabilità di governo regionale amministrativo che ci hanno via via con che ci ha via via consentito
Di accumulare una cultura di governo ebbene questa cultura di governo che ho voluto misurarle confrontarla con la società
Per individuare insieme condividere insieme quelli che sono gli obiettivi
Dei prossimi anni il futuro di questa regione del Mezzogiorno del nostro Paese
In un passaggio cruciale della vita italiana in un momento nel quale il nostro Paese appunto cerca di delineare un percorso un cammino per lasciarsi alle spalle
Anni di incertezza di precarietà di insicurezza il ritrovare
Quei fattori di crescita di sviluppo di espansione che consentano a ciascuno di guardare al futuro proprio dei propri figli con maggiore sicurezza e serenità quindi grazie
Alla corazza
A Folino e agli altri compagni per aver costruito in questo modo questo appuntamento
Che conferma quello che peraltro
In questi anni in cui ho ricoperto l'incarico di segretario di partito avuto modo molte volte di verificare di constatare anche questa volta
Ne ho avuto ulteriore conferma che in Basilicata noi abbiamo un partito che ha radici forti robuste che un partito che esprime una forte cultura di governo che un partito capace di rappresentare la società lucana
Un partito che negli anni in cui Bubbico ha diretto la Regione Basilicata ha avuto la capacità di
Realizzare uno sviluppo forte questa Regione facendo
Della Basilicata in qualche modo la dimostrazione che nel Mezzogiorno si può nel Mezzogiorno si può avere uno sviluppo forte alto intenso nel Mezzogiorno si può pensare
Coniugando tradizione e innovazione nel Mezzogiorno si possono emettere insieme politiche che siano capaci di realizzare obiettivi di sviluppo di investimento di creazione di produzione di lavoro
Non è vero che il Mezzogiorno e condannato ineluttabilmente a una condizione di minore sviluppo di subalternità di marginalità la Basilicata la Lucania di questi anni ha dimostrato che noi lui nel Mezzogiorno possiamo essere in grado di perseguire e realizzare uno sviluppo intenso alto capace di offrire a chi vive
Abita lavora in queste terre le stesse opportunità che si offrono a chi vive altro
Questa vostra riflessione tanto più importante perché non è una riflessione soltanto vostro
In realtà la vostra riflessione si colloca dentro un passo un momento particolarmente importante per la vita italiana
L'Italia in un passaggio cruciale
Alle spalle a cinque anni che sono stati caratterizzati
Da una crescita dell'incertezza dell'insicurezza
Da una preoccupante stagnazione
Berlusconi vinse le elezioni del due mila uno
Presentandosi come colui che avrebbe avuto la capacità di modernizzare il Paese di offrirà ciascuno più opportunità più possibilità più chance
Questi cinque anni hanno largamente deluso e frustrato le aspettative che quella promessa nel due mila uno aveva evocato il e le aspettative che aveva suscitato
In realtà l'eredità che ci ha consegnato il centrodestra Marelli una eredità
Preoccupante pesante
Veniamo da anni
Di crescita bassa la più bassa crescita tra i Paesi indulto ai grandi Paesi industriali del pianeta
Veniamo da anni di affanno competitivo del nostro sistema produttivo della nostra impresa
Soprattutto per la solitudine in cui le imprese sono state lasciate da un governo che non ha messo in campo quelle politiche industriali necessarie a sostenere un più alto grado di competizione del sistema produttivo
Veniamo da anni di crescita della precarietà della precarietà del lavoro soprattutto dei giovani della precarietà dei redditi che si sono di Margheriti delle minori certezze di vita che sono state offerte a tanti
Veniamo da anni nei quali l'Italia si percepisce
Come un Paese più a rischio
Si percepisce come un Paese meno incerto meno sicuro del proprio futuro guarda al proprio futuro con maggiore preoccupazione
I dati sono lì ha dimostrato
Il rischio che il Paese vive che se non si inverte questa tendenza alla stagnazione
Il rischio di un declino di una deriva che rende il Paese ancora più incerto più precario né i suoi destini aumenti
Eppure il Paese o il Paese ricco di energie l'Italia un grande paese l'Italia è un patrimonio straordinario di competenza di professionalità di lavoro di tecnologia di saper fare d'impresa dell'Università di ricerca
Siamo voluti sesto settimo paese industriale di questo pianeta apparteniamo alla parte ricca del mondo ogni giorno l'Italia produce una quantità di sapere di beni di idee
Accumula risorse materiali e morali che sono in grado di affrontare i problemi che il Paese ha di fronte
Non manca niente all'Italia per essere capace di affrontare i suoi problemi le sue fragilità le sue contraddizioni
Quello di cui l'Italia ha bisogno questo il punto è una guida politica che sia capace di mettere a frutto tutto questo perché vedete le risorse possono anche essere inerti le risorse possono e che essere lasciate marcire
Le risorse invece bisogna saperle investire bisogna saperle far fruttare bisogna essere in grado di valorizzare tutto il potenziale norme di cui il Paese dispone
E il problema della politica e questo in fondo
Perché un Paese cresce di più o di meno non soltanto per le politiche che un Governo fa cento ma anche per il clima che occhi guida un Paese essa determinare se sai determinare un clima di fiducia di speranza se sai mettere in campo una progettualità una visione del futuro delle cose che vuoi fare che sollecitino ogni cittadino ogni famiglia ogni impresa ciascuno a scommettere sul proprio talento sulla propria capacità sulla propria voglia di fare
Sì fa crescere un Paese se si crea un clima dentro il quale ciascuno percepisca che vale la pena di spendersi che vale la pena di fare la propria parte e dalla mobilitazione di tutte le energie di tutte le risorse di cui un paese una società dispone
Matura la possibilità di far di far decollare un Paese farlo crescere questo è quello che noi vogliamo fare
Ed è un compito importante alto perché le aspettative che sono rivolte a noi sono alte vedete
Coloro che otto mesi fa ci hanno votato
Che ci hanno dato i voti per governare l'Italia
Lo hanno fatto
Guardando a noi con speranza con fiducia lo hanno fatto dopo aver maturato una delusione forte nei confronti di chi cinque anni prima aveva revocato la capacità di dare al Paese a ciascuno maggiori opportunità e possibilità
E rivolgono a noi quindi una domanda forte di modernizzazione di crescita di espansione di sviluppo che noi non siamo che noi non possiamo deludere non possiamo disattendere
E proprio perché siamo consapevoli di questa sfida che dobbiamo essere in grado di mettere in campo tutto ciò che è necessario per onorare la fiducia che gli italiani ci hanno dato per onorare la fiducia degli elettori per corrispondere alle aspettative
Che i cittadini
Hanno verso di noi
Questi però si può fare se non siamo capaci
Di misurarsi con le due sfide che il voto del
Dell'aprile scorso ci consegna
La sfida del governo e la sfida della costruzione di una grande forza politica che sia capace di guidare un processo di trasformazione di modernizzazione di questa intensità
E di questa importanza
La sfida del governo intanto gli elettori ci hanno dato il voto per
Perché l'Italia fosse governata meglio di quanto non lo sia stato negli ultimi anni
Perché il Governo sia K forse capace di rimettere in moto un Paese che negli ultimi anni
Si era percepito come pericolosamente stagnante e fare
E questo è il tema principale dell'azione di governo come noi siamo capaci di ribaltare una tendenza alla stagnazione al declino che e il rischio vero che corre il paese
Vedete nel
Due mila e sette le previsioni di crescita del prodotto interno lordo del mondo dell'economia mondiale e del cinque per cento la ricchezza prodotta dal mondo crescerà del cinque per cento
Per alcuni Paesi è molto di più verso la Cina l'India che cresceranno del dieci
Le previsioni di crescita dell'Europa dell'Unione Europea sono del due mezzo per cento l'Italia negli ultimi anni è cresciuta tra lo zero e poco più dell'uno
Queste cifre fotografano qual è il problema principale
Se il nostro Paese continua ad avere un tasso un ritmo di crescita
Che non si avvicina neanche alla media europea che pure è più bassa della media mondiale
è evidente che il nostro Paese rischiare sempre più di essere il fanalino di coda dell'economia europea e mondiale
E nell'essere il fanalino di coda tutti fattori di fragilità di minore competitività di rischio crescono noi dobbiamo rovesciare questa tendenza ad un Paese che è diventato più piccolo meno competitivo meno capace di stare dentro l'economia mondiale meno capace di competere sul terreno della produzione dei servizi
Como un'economia dei mercati aperti
Questo è il tema centrale a rimettere in moto un paese fermo restituire al Paese una dinamica che lo faccia crescere in modo forte capace di
Restituire
Alla società italiana
Quella dinamicità quella capacità competitiva quella forza che in altre fasi il nostro Paese ha conosciuto
E allora questo è il tema come mettiamo rimettiamo in moto
Un Paese che ha grandi possibilità ma che in questi anni queste possibilità non è stato capace di sviluppato
E la Conferenza vostra se ne è discusso nella bella relazione che la corazza presentato negli interventi che ho ascoltato questa mattina nelle conclusioni
E questa mattina tratto pubblico dei lavori dalla conferenza
Le indicazioni sono venute le indicazioni che voi avete discusso sono in realtà
Molto convergenti omogenee con quelle che sono le sfide che più in generale il paese si trova di fronte
C'è intanto una prima grande sfida
E la sfida eccome innalzare la qualità tecnologica produttiva un maggiore grado di specializzazione del sistema produttivo noi siamo cresciuti come una grande nazione industriale l'Italia intorno produzioni di media intensità tecnologica
Sono quelle produzioni che sono più facilmente imitabili dai paesi emergenti sono le produzioni a cui Paesi emergenti arrivano più facilmente
Solo le produzioni che sono più facilmente dei localizzabili per questo noi siamo esposti di più di altri paesi alla competizione dei mercati globali
E questa maggiore esposizione maggiore rischio si evince in un solo modo se quella media intensità tecnologica che caratterizza il nostro sistema produttivo viene alzata e siamo capace di specializzare molto di più i prodotti processi produttivi
Dando così sul atto realizzando così sul terreno della qualità
Dei prodotti e dei processi
Una maggiore competitività del sistema
Parlando della Basilicata ci sono molti esempi di questo
Siamo in una fase positiva della FIAT
Dopo anni e anni di crisi
La Fiesta superando quella crisi drammatica che a un certo punto porto tanti a pensare che la crisi sarebbe stata irreversibile che quella grande azienda non ce l'avrebbe fatta come lo sta facendo lo sta facendo innalzando la qualità dei suoi prodotti delle sue produzioni
Determinando un livello di specializzazione più alta del prodotto del processo produttivo della sua rete commerciale del suo rapporto con i mercati
Sappiamo bene come uno dei punti di forza negli anni scorsi
Della Basilicata è stato
Il mobile imbottito di salotti e tutto ciò che intorno a questo tipo di produzione cresciuto
Facendo diventare quelle industrie uno dei simboli di una Basilicata che si industrializzata e sappiamo anche come negli ultimi anni però quel tipo di prodotto esposto fortemente alla concorrenza proprio di produzioni che in termini di costo del lavoro sono estremamente competitiva di Paesi emergenti a partire dall'azienda
E come si affronta questa crisi se non anche lì determinando un più alto livello di specializzazione che in quel tipo di prodotto è sul Desailly sullo stile su come si può sir qualifica il tessuto e via di questo passo
E si potrebbero fare tanti altri esempi l'Italia può farcela ma può farcela in quanto sia capace di innalzare la sua qualità produttiva perché questa è la condizione per competere davvero stante che noi non potremo mai dare un operaio italiano il salario di un operaio cinese o di un operaio albanese uno parare un rumeno sul terreno del costo del lavoro non è non è lì che si recupera la capacità competitiva
E peraltro guardate quando anche si facesse quello
A me ha colpito che Marchionne l'amministratore delegato della FIAT
Anche una recente intervista sottolineato come anche nell'auto
Che pure è uno di quei prodotti di media intensità tecnologie il costo del lavoro incide per il diciannove per cento il che significa che sempre di meno e il costo del lavoro il fattore competitivo
E che sempre di più il fattore competitivo sta nella qualità del prodotto
E che quindi lì vedi puntare e investire e questo significa appunto allora fare un forte investimento a sostegno dell'innovazione tecnologica a sostegno della ricerca costruire un rapporto tra impresa università creare incubatori tecnologici perché vedete abbiamo un problema che in Basilicata
Poi misurate tutti i giorni
Il novantacinque per cento delle imprese italiane ha meno di trenta dipendenti e lo stesso scrive lo stesso assetto si ritrova qui dove accanto al grande stabilimento di Melfi Alka alcuni grandi produttori come Natuzzi o da altri dei salotti poi c'è una piccola e media impresa diffusa
E quella piccola e media impresa che spesso è competitiva dal punto di vista della sua capacità di fare è molto dinamica molto aggressiva però poi
Ha una dimensione che il Rende difficile stare dentro mercati grandi e globali
Perché un'azienda di trenta dipendenti Ali o duo venti o quindici o quaranta o cinquanta ha dei limiti ovviamente di volumi produttivi ha dei limiti di autofinanziamento ha dei limiti nell'accesso a mercati distanti
E allora serve la capacità di mettere in campo una politica industriale che faccia sistema che offra all'impresa e quelle quelle
Quelle sinergie quegli strumenti quell'opportunità che dentro di sé l'impresa non ha ma che se gliela mette a disposizione può favorire l'impresa nell'essere capace di innovare i propri prodotti di andare anche su mercati lontani
E da questo punto di vista il ruolo centrale delle politiche pubbliche delle politiche regionali delle politiche nazionali come delle politiche regionali voi avete assunto come riferimento il due mila e quindici ha spiegato bene corazza perché perché due mila sette due mila tredici
Il periodo dei programmi comunitari di finanziamento dei programmi comunitari perché il due mila quindici e l'anno nel quale noi puntiamo aver realizzato il salto di qualità del sistema industriale italiano non a caso si chiama Italia due mila quindici il disegno di legge che Bersani ha presentato per la nuova politica industriale
Puntiamo in questi dieci anni che abbiamo davanti a risistemare Harry attrezzare l'intero sistema produttivo ad un livello più alto ma per farlo
Servono le scelte dell'impresa accerto che devono innovare scommettere investire ma le imprese scommettono innovano investono in quanto più c'è una politica a livello nazionale e a livello regionale per le diverse competenze che ciascuno ha che accompagna il sistema produttivo lo aiuti a crescere mette a disposizione gli strumenti per fare in modo che questo processo di innovazione di cambiamento si realizzi
E guardate la legge finanziaria è stata pensata così
Perché quando abbiamo pensato la riduzione del cuneo fiscale che tra l'altro nel Mezzogiorno è
Applicato in termini più favorevole all'impresa che in altre aree del Paese l'abbiamo pensato così un contributo ad alleggerire il costo del lavoro in funzione di spostare quote di investimenti di più sull'innovazione sulla ricerca
La restituzione dei crediti di imposta per le imprese va nella direzione di sostenere una politica di investimenti nel Mezzogiorno in primo luogo che accompagni un processo di
Specializzazione tecnologico di maggiore competitività
Il fondo per l'innovazione tecnologica il fondo per il risparmio energetico
Sono il fondo per la ricerca per dire di tre fondi istituiti nelle nella finanziaria vanno nella direzione di mettere a disposizione delle risorse alle imprese per realizzare queste politiche quindi intanto c'è questo aspetto
Crescita significa mettersi nelle condizioni di rilanciare con forza il carattere industriale i neo industriale del Paese scommettendo ancora di più sull'innovazione sulla ricerca sulle nuove frontiere tecnologiche su un più alto grado di specializzazione delle produzioni
Crescita vuol dire mettere in campo una grande politica di modernizzazione delle infrastrutture
Sapendo che
Oggi in in un'economia caratterizzata dai mercati aperti dalla globalizzazione la trasferibilità delle merci delle tecnologie delle persone diventa una funzione fondamentale di qualsiasi politica di sviluppo
Una volta che sono espressione ogni tanto le espressioni vanno in disuso una volta si diceva le infrastrutture l'energia ciò che è fuori dall'impresa ma che serve a un sistema produttivo per essere efficiente può essere un'economia una diseconomia Esterna appunto esterna al ciclo produttivo
Se hai delle infrastrutture moderne tu hai un vantaggio competitivo ai un'economia esterna che gioca favorevolmente se non le hai hai una diseconomia esterna cioè uno svantaggio corto maggiore sulla tua capacità competitiva
L'Italia sconta un gap un ritardo di modernizzazione infrastrutturale molto grande che noi abbiamo di colmare di colmare in fretta
A partire vedete da una cosa che può sembrare curioso dire qui a Matera che una città
Che anche dal clima si vede continentale ancorché il mare non sia lontano ma certo non al mare prospiciente noi dobbiamo ripensare l'intera armatura infrastrutturale a partire dal mare perché dal mare perché nell'economia mondiale sono stanno crescendo in modo gigantesco i flussi di traffico tra mercati entrare continentale
E il motore dell'economia mondiale oggi e nei prossimi anni sarà l'Asia e le relazioni tra i mercati europei mercati asiatici sono una delle degli assi fondamentali dell'economia mondiale quelle relazioni passano per il Mediterraneo
Il Mediterraneo è la via della seta di questo secolo
Tutto ciò che dall'Asia parte per venire in Europa passa dal meriteranno tutto ciò che dall'Europa parte per andare in quei mercati lontani parte dal Mediterraneo passa nel Mediterraneo
E nel Mediterraneo c'è un Paese che ha una naturale piattaforma logistica che si chiama Italia che se voi guardate su una carta geografica o su un atlante può essere ha presentato come un gigantesco molo nel Mediterraneo di cui ogni città portuale è una banchina
Sì da questa conducono locazione una e norme possibilità un'enorme portuali un enorme opportunità un gigantesco investimento nella portualità significa mettere l'Italia nella condizione di cogliere tutte le possibilità di investimento di applicazione tecnologia di trasferimento di merci di investimenti e di lavoro quindi che possono derivare dall'economia mondiale
E naturalmente perché dico si parte la portualità perché è chiaro lo capisce anche un bambino
Che se tu investi sulla portualità poi devi investire su tutti i collegamenti necessari alla portualità e quindi a partire dalla portualità ridisegni gli assi ferroviari le vie di comunicazioni terrestri come usi la navigazione del mare
E stamattina non a caso nella vostra conferenza vedete avete detto che non ha senso fare la Ferrandina Matera se non si fa la Matera Bari appunto
No allora da questo punto di vista da questo punto di vista un grande fronte un grande progetto un grande progetto di ridisegno della della armatura dello scheletro infrastrutturale del Paese
Che investa sull'alta velocità per reperire trasferì collegamenti ferroviari di lunga scala
Che affronti il problema mai risolto dell'Italia fino ad oggi per cui tutte le vie di comunicazioni sono pensate longitudinalmente e non a via di comunicazione trasversale per cui
è molto più difficile dalla da Firenze ad Ancona che da Milano a Reggio Calabria molto più difficile andare da Napoli a Bari che non da Torino a a Roma allora tutti i collegamenti trasversali che uniscano le due sponde del mare e poi ridisegnare la rete viaria e poi come utilizziamo quelle norme risorsa che il mare in termini di navigazione di spostamento di una parte delle merci
Lì stante la saturazione delle vie terrestri e via di questo passo un grande problema di infrastrutturazione che arriva fino all'infrastrutturazione delle tecnologie digitali cablaggio dei territori funzionale all'applicazione delle tecnologie nelle imprese dei servizi e via di questo passo
Questo è un è un grande progetto
Che noi abbiamo bisogno di mettere in campo
Che può determinare una leva di sviluppo insieme agli investimenti per la specializzazione tecnologica dei prodotti produzioni che può determinare un volano di crescita per il Paese
Queste due scelte la scelta di investire
Nella specializzazione dei prodotti e nelle infrastrutture ne ne richiede delle fratture nel richiamo una terza
Richiama la necessità di investire
Sempre di più sul capitale principale di una società che il capitale umane
Ripete sempre di più qual è il valore che c'è nella produzione dei servizi nel lavoro e la conoscenza e il sapere noi viviamo nella società della conoscenza il valore aggiunto e quanto più di conoscenza se in ogni realizzazione
E se ogni prodotto si qualifica nella sua competitività sempre di più dal sapere che incorpora diventa decisivo il sapere di chi quel prodotto produce
Noi spesso teniamo separate queste due dimensioni facendo un errore logico parliamo di come si rilanciano gli investimenti la specializzazione dei prodotti poi parliamo di scuola università ricerca si fa queste due cose vanno messe insieme
Perché per per specializzare un sistema produttivo tu hai bisogno di una di risorse umane che siano capaci di costruire un sistema produttivo specializzato e quindi c'è un problema di rapporto tra
Il sapere che incorpora un sistema produttivo e sapere di chi quel sistema produttivo ogni giorno guida e gestisce
E quindi l'investimento nella formazione dall'infanzia fino all'università
Fare del sapere della conoscenza della formazione una delle cifre fondamentali dello sviluppo è una questione per il nostro Paese dirimente i grandi paesi del mondo gli Stati Uniti Giappone e la Germania la la Francia la Gran Bretagna per parlare dei più grandi dal punto di vista produttivo la Cina oggi
Sono i Paesi che spendono la più alta quota del loro prodotto interno lordo per la formazione per l'educazione per la scuola per l'università e anche l'Italia lo deve fare se vuole accompagnare un po'il sesso di crescita
Purché metta nelle condizioni ogni può monitorare il nostro Paese di avere le competenze sapere la professionalità per essere dentro un processo di specializzazione e per avere più opportunità di vita
Perché quanto più una persona sa cose tanto più sarà un uomo libero capace di destini decidere del proprio destino perché avrà più opportunità
Fra fra cui scegliere per la propria
E questa scelta di
Mi richiamo a un'altra ancora richiama l'esigenza sempre di più di pensare uno sviluppo che
Consideri il territorio
L'habitat
Naturale in cui si sviluppò una comunità vive come una condizione come uno un fattore fondamentale della qualità dello sviluppo
Abbiamo presente tutti quello che abbiamo letto in queste settimane in questi mesi ultimi sui giornali
Di un mondo che sta subendo cambiamenti climatici giganteschi e quei cambiamenti climatici ci indicano un gigantesco problema
Il problema di uno sviluppo che non può essere all'infinito misurato soltanto nella sua capacità di dare più c'è un momento in cui il più non dà più e il più rischia di produrre meno
E proprio perché si producono contraddizioni che rendono insostenibile incompatibile un modello di sviluppo con la qualità della vita l'aria che respiriamo l'acqua che beviamo il territorio in cui viviamo le città in cui cresciamo hanno bisogno sempre di più di essere capaci di corrispondere una qualità della vita dei cittadini
Accettabili dignitosa vivibile e non è detto che sia così
E anzi
I cambiamenti climatici che il mondo sta conoscendo ci dicono che se non si interviene a modificare la qualità dello sviluppo assumendo il criterio della sostenibilità comunque ulteriori informatore delle politiche che si fanno il rischio che
La prossima le prossime generazioni la prossima generazione si interroghi su qual è il senso della sua vita in un mondo che diventerà inospitale sempre di più
E incompatibile con una qualità civile del vivere allora il problema di come il territorio l'habitat naturale
Non è soltanto il contenitore di una politica di sviluppo diventa uno dei diciamo dei delle dei fattori costitutivi della politica di sviluppo diventa una questione fondamentale come si adottano tecnologie pulite in ogni settore
Come si organizza la mobilità in funzione da ridurne l'impatto ambientale come si pensa lo sviluppo agricolo in funzione di una qualità dell'alimentazione del vivere civile più alto
Come si organizza la politica energetica in funzione da ridurre l'impatto e favorire l'investimento sulle fonti rinnovabili
Questi son con temi di governo molto concreti per una regione come la vostra che tra l'altro a a giacimenti di petrolio e di gas è una questione cruciale vitale
Come si utilizza questa enorme ricchezza ma in termini
Da non diventare incompatibile inconciliabili con con l'ambiente l'habitat naturale diventano un fattore di sviluppo reale anche di qualità dello sviluppo nuovo
E infine
Tutto questo ci porta a pensare lo sviluppo anche in termini sociali non soltanto in termini di crescita produttiva
Amendola diceva sempre una cosa molto giusta
Che c'è una differenza tra crescita e progresso
Crescita
Misura quantitativamente una politica di sviluppo progresso la misura qualitativamente la differenza tra progresso e e crescita che il progresso né per valutare il progresso tu misure non soltanto quanto hai prodotto ma quanto ai redistribuito i benefici delle prodotto a vantaggio di chi
E noi vogliamo realizzare solo non solo una politica di crescita ma la politica di progresso
Facendo in modo che una politica che consenta al Paese di crescere molto di più sia capace di redistribuire i benefici in termini di reddito di servizi di stato sociale di qualità della vita a un numero ampio di cittadini
In questi anni ultimi non è stato così
Si è allargata la forbice nelle sperequazione dei redditi in Italia
C'è una si è allargata la fascia delle famiglie che sono in reddito di povertà o poco più
Quando il sessantasei per cento dei pensionati audience italiani ha una pensione che sta sotto i settecento euro
Quando l'ottanta per cento dei lavoratori dipendenti italiani ha un reddito netto individuale che non supera i mille duecento euro
E quarantotto per cento delle famiglie italiane è costituito da uno solo che lavora il che significa che il quarantotto per cento le famiglie italiane vive al massimo con un reddito di mille duecento euro li si pone un gigantesco problema
Di equità di giustizia di redistribuzione che noi dobbiamo essere in grado di vedere e di affrontare
Ecco questa è la politica economica che noi vogliamo fare Estée abbiamo avviato ci siamo messi nella condizione di fare questa politica si la legge finanziaria ispirata da questo impianto
La legge finanziaria che è stata costruita su tre assi coerenti con questi obiettivi a ridurre il deficit perché un Paese che ha un deficit alto
E un debito alto spende di più
Per mantenere in vita quel debito
Spendendo di più in tassi di interesse che deve pagare ai cittadini per farsi prestare i soldi per tenere in vita ALDE
E quindi ridurre il deficit non è un fatto contabile non è un che lo facciamo perché ce lo dice Bruxelles lo facciamo per noi più si riduce l'indebitamento dello Stato più spendiamo di meno per sostenere il debito possiamo spostare soldi da questo agli investimenti alla creazione di produzione e lavoro
E quindi la riduzione del deficit e
Tutti i dati ci dicono che noi già nel due mila sette realizzeremo un obiettivo ambizioso
Quel deficit di bilancio che nel due mila sei grazie alle politiche di Tremonti e di Berlusconi è arrivato è schizzato quasi al sei per cento del prodotto interno lordo e lo porteremo sotto il tre nell'arco di una
Mettendoci in ordine come i livelli europee
Quella finanziaria nella finanziaria secondo asse abbiamo messo in campo una politica una una massa enorme di risorse per sostenere la crescita agli investimenti
Ci criticano per questo no Tremonti e la testa diceva avete fatto una finanziaria di trentacinque miliardi bastava farla di quindici Nosa facevamo di quindici non sostenevamo quella crescita che vogliamo sostenere
Con una finanziare di quindici miliardi ma a malapena riuscivamo a batteri dei
Dieci ma poi non c'era una lira per sostenere gli investimenti
Invece grazie al fatto che abbiamo messo in campo una massa critica molto più consistente forte di soldi con la riduzione del cuneo fiscale usando il TFR per finanziare le opere pubbliche
Con i forconi crediti d'imposta con i fondi per il sostegno alla ricerca risparmio energetico l'innovazione alleare sui sotto sviluppo e via di questo passo
Con questa massa critica noi stiamo realizzando un sostegno alla crescita che i primi dati ci dicono sarà già nel due mila sette consistentemente più alto
Tutti abbiamo letto in questi giorni che se
Si prosegue sulla linea di tendenza che si è manifestata fin qui noi già nel due mila sette riusciremo a realizzare una crescita del due per cento cioè del doppio rispetto a quella che è stata negli ultimi cinque anni di governo del senatore
E infine
E infine il terzo asse una politica anche di redistribuzione
Ridistribuendo in termini fiscali il carico giustamente
Solo Tremonti può pensare che una politica fiscale qual è quella che fa pagare di più a chi ha meno e fa pagare di meno chi ha di più noi siamo tornati all'ordine naturale delle cose pagano meno quelli che hanno meno appaiono un po'di più quelli che hanno di più
E in questa Finanziaria usiamo quei soldi e usiamo una forte lotta all'evasione fiscale che stiamo facendo per recuperare quote
Di tasse non pagate che si stanno recuperando per finanziare lo stato sociale e per servizi fondamentali per le famiglie
Dal fondo nazionale per le persone non autosufficienti problema enorme per milioni di famiglie in un Paese in cui il tempo di vita si allunga
Al piano pluriennale per costruire mille asili nido in cinque anni in un Paese nel quale oggi soltanto sette bambini su cento possono accedere a un asilo nido
Al fondo nazionale per l'integrazione delle dei cittadini extracomunitari in un Paese in cui già oggi il cinque per cento della popolazione è costituito da stranieri nel due mila venti cioè domani mattina sarà il dieci per cento il doppio
E se vogliamo realizzare effettivamente una politica una società multietnica multiculturale multireligiosa non basta mettere in una stanza uno con colpi
Con il colore della pelle bianca l'altro scura perché mentre due persone
Non garantisce che si costruisce convivenza tolleranza anzi metterle senza alcuna politica rischia di favorire i più conflitto incomprensione intolleranza serve una politica per costruire una società
Che sia capace di riconoscere la pluralità delle culture delle religioni delle civiltà delle consuetudini del modo di vivere
E costruire insieme una società in cui ciascuno
Riconoscendo l'altro sì anche
Capace sia consapevole sia dei suoi diritti che se i suoi che dei suoi doveri ecco questo è quello che stiamo facendo
E lei discussione che voi avete fatto
Entra a tutto tondo
In questo in questo tipo di approccio in questo impianto
In particolare il Mezzogiorno sta dentro quest'impianto con questa finanziaria e con la politica economica che il governo ha messo in campo
E che non si esaurisce con la Finanziaria perché poi ci sono stati provvedimenti di liberalizzazione e adesso le riforme che vogliamo a fronte con cui vogliamo affrontare il nodo della previdenza del mercato del lavoro del pubblico impiego con questa politica
Con questa politica
Noi puntiamo prima di tutto a fare del Mezzogiorno un'area che torni a crescere
Tra il novantasei e due mila uno negli anni del governo di centrosinistra il Mezzogiorno era cresciuto più di quanto crescesse l'Italia
Tra il due mila uno e due mila sei siamo tornati ad una forbice che si è riaperta
Si è nuovamente allargato a tra nord e sud e il tasso di crescita di velocità del Mezzogiorno è stato ancora più basso del già basso tasso di crescita del Paese
I dal Mezzogiorno sono tornati a manifestarsi flussi di emigrazione verso altre aree del Paese o del mondo
Nonostante che nel Mezzogiorno ci sia un tessuto vitale di attività produttive di università di centri di ricerca
Ma che hanno bisogno di una politica che metta a frutto tutto questo per consentire a mezzogiorno di crescere
Per superare quell'attualità per cui noi continuiamo ad avere due sud
Un suk fatto di imprese competitive che fatto di università
Di eccellenza che fatto di centri di ricerca che fatto di tanta gente che ogni giorno dimostra di saper fare farcela e poi quello stesso sono del Sud in cui mancano manca l'acqua mancano le infrastrutture
Non c'è e non ci sono i servizi sociali c'è una scuola che spesso non è di altrettanta qualità che altrove per non parlare di territori nei quali
Lo Stato non c'è e lo Stato viene sostituito da poteri criminali legali ci sono due Sud noi abbiamo bisogno fare vincere il primo sul sul secondo e siamo in grado di farlo
Con una politica che metta al Mezzogiorno al centro al centro della
Della politica
Ecco questo è quello che vogliamo fare
E che stiamo facendo
E che dimostra che è possibile cambiare passo che è possibile rimettere l'Italia e movimento restituire al Paese quelle certezze di vita di reddito di lavoro che i cittadini chiedo
Non è soltanto il fronte economico sociale nel quale abbiamo dimostrato che le cose possono cambiare
L'abbiamo dallo Stato né lo stiamo dimostrando nella politica estera
Dove abbiamo restituito stiamo restituendo ad un'Italia che Berlusconi aveva messo ai margini dell'Italia dell'Europa un ruolo un profilo è una funzione come si è visto nella vicenda del Medioriente del Libano
Lo stiamo facendo anche su terreni che sono difficili complessi come tutto il tema delle questioni eticamente sensibili dei diritti civili dei diritti la persona
Dei temi che affrontano la cruciale questione del destino dell'uomo della vita della morte
Temi che sono impegnativi per tutti perché le frontiere nuove a cui è arrivata la tecnologia e la scienza
Ci consegnano una epoca della storia nuova nella quale la vita e la morte non è solo più affidata al destino la fila per sempre di più all'uomo la sua capacità di intervenire sulla vita
E si pongono problemi culturali etici
Complesse che però non sono
Sono affrontabili
E lo abbiamo dimostrato proprio in queste settimane
Ad un tema di diritti civili fondamentali come i diritti delle persone che scelgono la condizione di convivenza omosessuale o eterosessuale noi siamo stati in grado di proporre una legge civile equilibrata ragionevole
Riconosce i diritti di queste persone
Senza lacerare la società
E così con la stessa determinazione vogliamo affrontare l'altro grande nodo irrisolto del Paese
Che è una transizione istituzionale che dura da troppo tempo
Da quindici anni dal novanta dura l'Italia dentro un cambiamento delle sue istituzioni delle leggi elettorali dei poteri pubblici
Che ha ridisegnato l'assetto istituzionale del Paese ma che non ha consegnato questo assetto istituzionale a una
Configurazione definitiva chiare
Prova ne sia la pessima legge elettorale che la destra ha voluto provare alla vigilia del motto
E allora abbiamo bisogno anche lì di riprendere con forte determinazione
Un cammino che contezza che consenta di restituire ai cittadini una democrazia nella quale riconoscersi fate questo grande tema non solo dell'Italia
C'è una crisi
Della democrazia rappresentativa come noi l'abbiamo costruita nella quale siamo vissuti nel Novecento della crisi ha una ragione strutturale
Noi siamo abbiamo conosciuto per tanti decenni una politica che era forte forte perché la sua capacità di governo si esprimeva e si realizzava in un contesto nel quale la sovranità dello Stato coincideva con le dimensioni del mercato
E ogni paese coincidendo la dimensione del mercato con la sovranità dello Stato era in grado di decidere il proprio destino di più di quanto non falso non sia oggi oggi viviamo nell'epoca della globalizzazione dell'interdipendenza
Non c'è il processo fenomeno che non si ponga una scala più larga della scala della sovranità dello Stato che lo deve che la deve governare
E in questa contraddizione tra la dimensione dei processi la dimensione degli stati sta una crisi della democrazia
Che cosa che cosa cilindrica
Il voto dei cittadini olandesi e francesi che hanno rifiutato la Costituzione europea
Nel referendum di due anni fa ci indica che il problema è questo qua che la stragrande maggioranza di quei cittadini che noto votare la Costituzione operiamo aveva neanche letta non ha votato contro la Costituzione europea
Ha votato contro la Costituzione europea come il simbolo di un'Europa percepita come un rischio badate questo stato un rovesciamento di atteggiamento nuovo
Fino a qualche anno fa in Europa tutti non solo in Italia consideravamo che l'Europa unita forse un valore aggiunto forse una condizione di miglior favore stare in Europa conveniva no
Ti dava dei vantaggi
Oggi comincia ad esserci un pezzo di cittadini in Europa che pensa che invece l'Europa non è un vantaggio ma è un rischio
E perché pensa questo perché nel momento in cui l'Europa diventa è molto più grande della dimensione dello Stato le decisioni si spostano altrove già oggi un terzo delle decisioni che incidono sulla nostra vita non si prendono Roma ma si prendono pixel
Una parte dei cittadini in questo spostamento alla percezione di non avere più gli strumenti per controllare chi decide
E percepisce quindi un impoverimento della sua sovranità individuale sulla sua vita e allora dice no
Siccome la risposta non è tornare ai campanili non è tornare all'estate agli Stati nazionali perché comunque viviamo in un mondo in cui il processo di integrazione è necessario proprio per governare processi che sono più grandi
Però tutto questo ti pone un problema che cos'è la democrazia nel tempo della globalizzazione come la organizzi perché i cittadini si riconoscono in quella democrazia resta un tema cruciale dentro cui noi vogliamo collocare anche la ridefinizione dell'assetto costituzionale istituzionale italiano
Vedete quindi questo è è l'orizzonte del pro quindi stiamo muovendoci orizzonte di restituire a questo Paese quelle certezze
Quelle prospettive quel futuro che il Paese negli anni scorsi ha percepito di aver smarrito allora se è così se questa è la sfida del governo
Parate questa sfida non si vince se non siamo in grado di vincere l'altro estivo
La sfida del partito democratico perché
Perché governare bene con una visione una progettualità delle misure e delle misure delle scelte giuste è assolutamente essenziale se non governiamo bene la gente non ci crederà
Ma governare bene può non essere sufficiente da sola
La leva del governo può non essere sufficiente da sola ricordiamoci l'esperienza del novantasei due mila uno
Oggi son passati
Cinque anni dal termine di quell'esperienza sei annientamento esperienza si può guardare in modo più distaccato l'esperienza novantasei due mila uno e qualsiasi persona onesta di buonsenso non può non riconoscere che sono stati anni di buongoverno per l'Italia
Anni nei quali l'Italia uscita dalla condizione di fragilità di instabilità di precarietà degli anni novanta
Anni nei quali portando il Paese nell'euro l'abbiamo riportato al centro dell'Europa abbiamo stabilizzato l'economia anni nei quali l'economia è cresciuta molto di più di quanto non sia cresciuta poi negli anni di Berlusconi
Eppure nonostante tutto questo quando siamo andati a votare no e nel due mila uno abbiamo perso
Gli abbiamo detto riflettendo su quel voto che attenzione un riformismo senza popolo il più debole un riformismo dall'alto è più debole un riformismo che si affidi soltanto la leva del Governo rischia di più rischia di più
Noi abbiamo bisogno di avere una politica riformista
Nel governo un Governo riformista dell'Italia ma poi abbiamo bisogno che questa politica sia fatta vivere tutti i giorni nella Società dà una grande forza capace di interpretare le domande della società di assumerle di rappresentarle
Di guidare di traghettare il Paese in questa fase di passaggio di trasformazione di modernizzazione
Vedete ci sono dei momenti
Nei quali una nazione è chiamata a guardarsi allo specchio e a decidere chi è che doveva
è capitato a tutte le nazioni nel suo asso della loro storia
Pensate all'America del ventinove
All'indomani di quella grandissima depressione crisi finanziaria economica e sociale che produsse milioni e milioni di disoccupati
Roosevelt dovette agli utili furono
Il modo per reinventare gli Stati Uniti ripensare quella società ricostruire
Fattori di coesione e di sviluppo di crescita di un Paese che lo ha conosciuto una crisi che l'aveva messo in ginocchio
Pensate alla classe dirigente che dovete prendere in mano la Germania Ovest all'indomani della seconda guerra mondiale
Quella classe dirigente dovrebbe non solo ricostruire un Paese distrutto materialmente dalla guerra dovette ricostruire l'identità di un Paese moralmente delegittimato agli occhi del mondo per quello che la Germania nazista aveva rappresentato in quegli anni
Con la tragedia dell'Olocausto
Oppure pensate alla Francia negli anni Sessanta
Quando conosce una crisi la crisi della Quarta Repubblica quella
Che apriva le porte al gollismo
Perché si matura quella crisi perché con la decolonizzazione tra l'inizio degli anni cinquanta il sessanta
Gran parte degli delle dei paesi degli imperi coloniali
Tra cui il principale è uno inglese fra i due principali francese inglese si Sparks si sfarina quei Paesi rivendicano l'indipendenza la conquistano e la Francia di colpo perde quel carattere di identità su cui aveva costruito tutta se stessa per almeno
Cinque secoli non è più una potenza imperiale deve ripensare se stesso il suo sviluppo suo rapporto col mondo il suo modo di stare nel mondo
Pensate alla Spagna nel passaggio dal franchismo la democrazia una società che per cinquantacinque anni dal trenta quarant'anni da trentasei settantasei
Era stata chiusa autarchica protezionistica oppressiva che deve reinventarsi in un'Europa che sta costruendo l'integrazione europea all'inizio dalla globalizzazione alla mondializzazione
E Felipe Gonzales ridefinisce il profilo il carattere della Spagna agganciando la nuova Spagna alla modernità
E quel tipo di identità nuova è quella che ancora adesso segna l'identità di una Spagna che cresce ogni anno più degli altri Paesi europei
Allora ciascuno di questi esempi è diverso dall'altro la storia diversa da popolo a popolo da nazione a nazione però da un punto di vista metodologico guardate che l'Italia non è di fronte un passaggio diverso oggi
Meno drammatico come scenario di quelli che gli ho fatto ma non meno intenso dal punto di vista dei problemi che ha davanti
L'Italia ha bisogno di ritrovare una collocazione internazionale ed europea nei nuovi orizzonti della globalizzazione e dell'integrazione europea
L'Italia ha bisogno di ridefinire l'abbiamo parlato prima i caratteri del suo apparato produttivo che spiazzato ogni giorno da un lato dalla globalizzazione nei Paesi emergenti e dall'altra deve fare i conti con la sostenibilità e la qualità
L'Italia chiamata ridefinire i fattori di coesione sociale che tengono insieme una società un Paese che in questi anni si sono fortemente indeboliti quando noi vediamo episodi come quello di Erba
Che ha suscitato un enorme impressione ovvio né pubblica batte non è soltanto un caso di criminalità nera è qualcosa di molto di più
è la fotografia di una società che nel quale sono cresciuti drammaticamente fattori di desolazione e di solitudine e di egoismo di ripiegamento individualistico che poi porta nelle sue espressioni patologiche massime a quella tragedia
Di una società più arida di una società meno capace di costruire relazioni
E quindi meno giusta
L'Italia N e deve deve ridefinire il suo assetto istituzionale l'ho appena letto è quindici anni che sta in un processo di transizione che non è compiuto
L'Italia deve perfino ridefinire se volete dei tratti di identità nazionale tra quattro anni celebreremo
I centocinquant'anni dell'Unità d'Italia ci portiamo dietro da da allora una questione meridionale irrisolta e scopriamo dopo centocinquanta anni che non sono l'abbiamo risolto la questione meridionale c'abbiamo anche la questione settentrionale
No allora
Allora per questo io dico badate
L'Italia di fronte a un passaggio cruciale della sua storia
Ce la può fare certo che ce la fa per le ragioni che ho detto all'inizio di questo mio discorso perché un Paese grande pieno di risorse ma ce la fa se queste risorse è capace di giocarle tutte
E gli esempi chiari ho fatto
Negli Stati Uniti della Francia della Germania della Spagna cosa indica le dico che quando un Paese arriva un passaggio di quel genere che cos'è decisivo ed incisivo che ci sia una classe dirigente una forza politica capace di guidare il Paese in quel passaggio così cruciale
Il partito democratico noi lo facciamo esattamente per questi
Esattamente per questi
Noi
Il partito democratico non è
Non è un'esigenza dei partiti non è un'esigenza del nostro partito dalla Margherita riparte usati un'esigenza dell'Italia del Paese
Che ha bisogno di avere una grande forza politica che sia capace di guidarlo in questa fase di
Passaggio dalla sponda dell'insicurezza della precarietà dell'incertezza un arriva molto più sicura in cui il Paese Siri riassetti in termini economici sociali politici e culturali
Ritrovando i fattori di forza di dinamismo di crescita che sono necessari per dare all'Italia una prospettiva un futuro più soldi
E allora se è così noi che cosa
Per costruire questo partito democratico che cosa perché riteniamo che sia così importante e tanto più importante perché per affrontare quei problemi che l'Italia di fronte
Noi diamo i soldi un pensiero nuovo
Cosa voglio dire
Voglio dire che il pensiero di cui sono portatrici le forze politiche anche la nostra
è un pensiero elaborato costruito vissuto praticato nel Novecento
Intorno a variabili a fattori costitutivi della società che nel giro di pochi anni sono cambiati tutti
E non si sa basta non è sufficiente a riproporre quello che abbiamo fatto con fortune con successi con fortune con successi nei decenni scorsi per essere in grado di rispondere alle domande di oggi vogliamo far degli esempi molto Ratti
Il lavoro io penso che il partito democratico dovrà essere un grande partito del lavoro capace di tutelare e di rappresentare il lavoro come sempre lo sono stati i partiti progressisti riformisti in Europa
Ma
Il lavoro il lavoro che dobbiamo rappresentare non è quello su cui abbiamo costruito tutto le nostre esperienze nel corso del Novecento
Perché il lavoro che abbiamo conosciuto in tanti che siamo in questo teatro era la prestazione lavorativa che un uomo una donna faceva da venti a sessanta anni cinque giorni alla settimana otto ore al giorno nello stesso luogo di lavoro quando avevi trovato un lavoro quello lì era il lavoro d'autorità ed era una quota minima
Quello che l'opera dei volo cambiano
No anzi era un valore stare sempre nello stesso posto
Io vengo da una città dove questo tradizione e più ancora forte che altrove e ancora oggi quando voi aprite la stampa al quotidiano di Torino e leggete i necrologi vedete che ogni giorno c'è qualcuno che nell'ultimo messaggio che lascia i vivi
Fa scrivere
Giovanni Pontaccio anziano FIAT anziano rivetti che vuol dire cosa vuoi perché scrive quello di perché è stato trentacinque anni o quaranta lo stesso luogo di lavoro e lui lo rivendica come un merito da trasmettere in un valore
No
Bene quella società lì c'è ancora gli operai di Melfi sono operai che sono a tempo indeterminato in una fabbrica di ci sono operai che magari ci stanno venti o venticinque anni ma non è solo più quello il lavoro
Sempre di più il lavoro è un lavoro di una società liquida mobile il lavoro e flessibile
E nella flessibilità e il rischio grande lo sappiamo ce l'hanno detto i giovani e la precarietà esistenziale a cui sono condannati moltissimo allora se vogliamo essere un grande partito del lavoro non ci basta il pensiero che abbiamo elaborato quando il lavoro era un altro
Abbiamo bisogno di un pensiero nuovo per tutelare rappresentare e difendere il lavoro di oggi
Così
Siamo cresciuti tutti nel corso del Novecento con un'idea
L'ho già richiamato in qualche modo
Che la crescita il più avrebbe dato sempre più più investimenti più produzione più produzione più lavoro più lavoro più stipendi quindi più reddito più reddito più consumi il più avrebbe determinato progresso di tutti
Quando io ero a Torino e dirigevo il lavoro
Operaio sindacale del partito negli anni Settanta non le grandi vertenze che facemmo alla FIAT all'Olivetti ed altri erano gli investimenti erano le le vertenze per portare gli investimenti al Sud no
E la rivendicazione era più investimenti nell'automatica conto con stile certezza che più investimenti voleva dire più lavoro più produce più
Bene ho già detto prima
I grandi cambiamenti climatici ci dicono che siamo siamo entrati in un'altra fase in cui il più oltre un certa misura non dà più più non dà più ma da meno apre contraddizioni
Ingovernabili quando due miliardi e mezzo di persone per fare soltanto la somma della popolazione di Cina e India arrivano al livello dei consumi a cui siamo arrivati noi il mondo rischia di scoppiare
E si pone un problema gigantesco ripensare lo sviluppo e allora non ci basta quell'esperienza quella storia quella cultura del più con cui abbiamo costruito tante vertenze tante lotte e abbiamo conquistato tanti progressi abbiamo bisogno un pensiero nuovo sullo sviluppo che faccia i conti con la qualità
Ho fatto prima l'esempio della democrazia la crisi e la democrazia si pone l'esigenza di ripensare cos'è la democrazia nell'epoca della globalizzazione dell'interdipendenza non ci basta l'esperienza delle lotte per la democrazia degli anni scorci dei decenni scorsi
E via di questo passo
Allora un pensiero nuovo per un secolo
E questo pensiero nuovo per un secolo nuovo noi scommettiamo che lo si possa realizzare meglio
Se
Le diverse esperienze e culture riformista di questo Paese si mettono insieme
Si mettono insieme
Allora
Uno mi può tinti chiedere ma è possibile questo io dico di sì dico di sì per due ragioni molto semplici
Perché quelle culture quella della sinistra
Dei cattolico democratici
Dei liberaldemocratici nel Novecento sono state Cousteau culture distinte e anche in conflitto tra di loro perché perché ciascuno aveva una lettura diversa della società italiana
E in nome di una lettura diversa della società italiana proponeva anche un progetto diverso per per l'Italia
E per di più secondo ha ragione il Novecento è stato il secolo delle grandi appartenenze ideologiche ognuno stava in un campo di appartenenza difficilmente quei campi si incontravano no
Tutto le nostre spalle questo questo questa situazione la caduta del muro di Berlino ha cambiato tutto
La caduta del muro di Berlino prodotto che il principale partito da sinistra il PC trasformandosi nel PDS e approdato definitivamente ad una cultura riformista di tipo socialdemocratico
E la crisi della democrazia cristiana liberato forze riformiste di quel partito che si sono ricollocate nel centro sinistra e queste culture si sono incontrate già
Nell'Ulivo L'Ulivo nell'abbiamo fondato dopo la caduta del muro di Berlino avremmo potuto fondare lo prima
E il Moro e l'Ulivo che cosa è stato il luogo di incontro di quella diverse culture riformiste che in questi dodici anni dal novantacinque ad oggi
Si sono incontrate si sono riconosciute hanno costruito una comune lettura della società italiana è un comune progetto della società italiana
E se cui oggi fosse presente ma Enrico Letta per fare un mese
Margherita e prima democristiano e quindi con un percorso del tutto diverso da me che vengo dal PC PDS DS e discutessimo qui io e lui davanti a voi dei problemi che l'Italia di fronte
Scopriremo che io e letta
La pensiamo allo stesso modo su come affrontare i grandi problemi del mondo battendosi per una strategia multilaterale nonché Penon quello unilaterale che Bush ha scelto scopriremo che la pensiamo nello stesso modo sulla necessità di ancorare il futuro dell'Italia all'Europa perché fuori dall'Europa il futuro dell'Italia non c'è
Scopriremo che abbiamo la stessa idea di uno sviluppo che va ripensato
Nella sua qualità per affrontare il tema della sostenibilità scopriremo che abbiamo la stessa idea di uno stato sociale che deve essere capace di garantire l'universalità dei diritti ai cittadini
Scopriremo che abbiamo la stessa idea della necessità di affrontare i problemi della democrazia ridefinendo che cos'è la democrazia nel tempo di oggi per respingere le derive plebiscitarie populistica che propone la destra e Berlusconi
Scopriremo una cosa semplice che però è quello che ci dice che possiamo fare il partito democratico che io Enrico Letta siamo divisi più dalla storia da cui veniamo che dell'idea che abbiamo dell'Italia e del suo futuro
E questo
E questo è avvenuto perché io e letta in questi quindici anni siamo stati nell'Ulivo insieme e abbiamo costruito lei un reciproco riconoscimento delle storie l'uno dell'altro e insieme abbiamo costruito
Un percorso comune che ci porta oggi a poter proseguire questo percorso d'altra parte
Con l'Ulivo negli ultimi anni ci siamo presentati agli elettori alle lezioni
Europeo lezioni regionale le elezioni politiche e ogni volta l'Ulivo ha raccolto più voti di quanti avessero avrebbero raccolto i partiti se si fossero presentati distinti a dimostrazione che nell'elettorato c'è il riconoscimento di questo progetto unitario
Abbiamo costituito il gruppo parlamentare dell'Ulivo ed è un gruppo parlamentare che il punto di forza della maggioranza di centrosinistra
E adesso c'è il passo più impegnativo
Dal dall'Ulivo al partito democratico ma lo possiamo fare perché abbiamo già fatto un bel tratto di cammino che ci dice che è possibile
Un partito del lavoro c'è un partito della sostenibilità idiomi sapete dello sviluppo
Un partito che sia capace di affermare finalmente in Italia
Quel riconoscimento della funzione del ruolo delle donne nella società italiana che oggi non è riconosciuto perché il cinquantaquattro per cento della popolazione costituito di donne ma non si ritrova questo peso in nessuna funzione dirigente nella società e nella politica
Un partito che parli a quel giovane che ha parlato prima di noi e a tutti i giovani di questo Paese a cui noi stiamo sottraendo del tempo perché questa è una società che invecchia
Ed è una società nella quale i giovani italiani stanno più a lungo la scuola università non perché si formano di piuma parcheggiati in attesa di una cosa che arriva più tardi
Entrano in un mercato del lavoro più tardi si sposano più tardi fanno figli più tardi e tutto questo e tempo rubato è una società che ruba il tempo dei suoi figli è una società malata
E noi abbiamo bisogno di rimettere in moto la valorizzazione del merito della competenza nelle capacità della professionalità aprendo tutte le porte possibili
A che un giovane possa spendere
Se stesso per le proprie ambizioni per le proprie aspirazioni di vita
Questo è quello che vogliamo fare
E vogliamo dare vita a un partito che rinnovi anche la politica
Giorgio Napolitano il presidente nella messaggio di fine anno
Nel messaggio di fine anno
è partito da una considerazione l'asta considerazione era il rischio di una crescente estraneità del cittadino alla politica alle istituzioni di una distanza di una lontananza
Guardate è un tema che ha fatto bene a bucare il presidente noi dobbiamo essere molto attenti non è vero che i cittadini non si interessano si occupa la politica non si interessa da soli e non si occupano di politica quando la politica gli appare distante lontana sorda incapace di ascoltarli
Quando la politica è capace di stabilirà un rapporto con la gente parte dai bisogni dei cittadini si propone con un linguaggio con un modo di far politica con un'etica che parla ai cittadini
I cittadini ci stanno quando abbiamo chiamato i cittadini a scegliere chi doveva guidare il centrosinistra nella battaglia con Berlusconi quattro milioni e trecento mila italiani nelle primarie dell'ottobre del due mila cinque ci hanno detto sì e non era affatto scontato
Anzi non ci credeva nessuno è stato una sorpresa per tanti
E quello sì e quell'evento si è ripetuto dovunque stiamo facendo le primarie le farete anche qui per scegliere il candidato c'è un'immediata partecipazione dei cittadini che dice che c'è una volontà di essere partecipi protagonisti
E allora dobbiamo attrezzarci per essere capaci di raccogliere questa sollecitazione quindi il partito democratico anche per la riforma riformare la politica
Cosa vuol dire informare la politica un partito leggero un pare un partito di opinione un movimento comitato elettorale no
In questi giorni questi mesi ci è stato proposto un dilemma falso
Cioè che se un partito vuole essere capace di promuovere la partecipazione di cittadini allora bisogna essere molto meno strutturato più leggero come si dice è un dilemma falso
Perché un partito se volar prestare una società deve essere fortemente radicato nella società tu rappresenti una società stessa ai dentro la società
E quindi se hai centinaia di migliaia di aderenti c'è se è presente in tutti gli otto mila comuni italiani se sei capace di fare attività tutti i giorni se promuove una leva di dirigenti e di quadri già si sa che un partito vogliamo costruire un po'non sta scritto da nessuna parte che un partito forte radicato strutturato non sia capace di promuovere partecipazione
Io sono per mettere nello statuto del partito democratico che tutti i candidati per le incarichi pubblici che presenteremo gli elettori vengono scelti sempre tutti con le primarie
Io sono per mettere
Io sono per mettere
Solo per metà dello statuto del partito così come c'è per i sindaci i termini di mandato per gli incarichi dirigenti per favorire il ricambio delle classi
Sono per
Solo per introdurre tutti i fattori partecipativi che sono necessari ma badate che per fare quelle cose lì ci vuole un partito organizzato e strutturato
L'alternativa che ogni tanto i giornali si propongono le sezioni o i gazebo è falsa perché noi abbiamo bisogno di più sezioni e di più gazebo abbiam bisogno di tutti e due
E vogliamo costruire un partito e finisco
Un partito che stia negli in Europa nel mondo laddove sono i riformisti
Noi il Partito Democratico che ambizione a all'ambizione di essere un grande partito che rappresenta in modo unitario le diverse culture storia riformista italiana
E se queste l'espressione italiana del riformismo
E se deve trovare una famiglia e una collocazione internazionale in Europa e nel mondo sta dove sono gli altri riformisti
E in Europa e nel mondo gli altri riformisti stanno
In una principale grande famiglia che si chiama famiglia socialista e quindi è chiaro che rapporto tra il partito democratico quella famiglia
Questo è quello che vogliamo fare il possibile è troppo ambizioso ambizioso lo è
Impossibile no
Perché guardate noi se guardiamo alla nostra storia questo cammino l'abbiamo già intrapreso
Quando nell'ottantanove di fronte alla caduta del muro di Berlino che cambiava tutto nel mondo ci siamo posti un problema giusto per noi e per la democrazia italiana non smarrire non disperdere
Quello straordinario patrimonio di idee di esperienza di passioni di generosità di volontà di milioni di donne e di uomini che per decenni si era rappresentato nel PC
Abbiamo scelto di trasformare quel partito in un grande altro partito riconoscendo il primato del valore del socialismo democratico e costruendo le condizioni perché la più grande forza della sinistra italiana fosse collocata lì insieme agli altri grandi partiti socialisti in Europa e nel mondo
Quando nel mille novecentonovantasette abbiamo deciso che il PDS diventavano democrazie si sta non abbiamo solo campeggi e tolto una lettera p nel nostro simbolo nostra sigla no
Abbiamo riformulato la denominazione perché in quell'anno Schianno unici si hanno raggiunto nel nostro partito cristiano sociali repubblicani socialisti
Compagni donne e uomini che venivano da altre esperienze storiche rispetto a quelli che venivano dal Pci dal PDS e insieme abbiamo dato vita a un partito più plurale a cui negli ultimi anni si sono aggiunti
Uomini e donne che son venuti dall'esperienza ambientalista come Edo Ronchi come Manconi
Due mesi fa la sinistra liberale che si ispira a Gobetti al pensiero liberal democratico progressista ha deciso di aderire ai DS siamo già noi un partito plurale nelle culture
Già noi dentro di noi abbiamo unito riformismi culture diverse possiamo lavorare a unirsi con altri perché già noi abbiamo unito dentro noi stessi uomini e donne di esperienza viva
E allora la domanda
La domanda che si pongono molti compagni davvero l'ultimo argomento che voglio affrontare
Ma così
I valori della sinistra rischiano di perdersi no
Non si smarrisco nei valori nella sinistra vedete i valori quelli quelli attraversa nel tempo quali sono i valori per cui la sinistra è nata ed è vissuta per centocinquanta anni
Sono valori di libertà di democrazia di progresso di uguaglianza di fraternità sono i valori
Quei valori erano validi nell'Ottocento nel Novecento sono validi in questo nuovo secolo i valori non cambiano cosa che cambia
Sono le forme con cui tutti organizzi per affermare i valori le forme si cambiano cambiano perché le forme con cui ti organizzi devono essere sempre in sintonia con una società che cambia
E siccome la società in una continua evoluzione anche le forme di organizzazione della politica hanno bisogno di evolvere continuamente come condizione per poter far vivere quei valori che non cambia non tenta una società che cambia
E quindi con il Partito Democratico non solo non si perdono i valori della sinistra
Ma siccome i Democratici di sinistra sono la principale forza del centrosinistra sono l'azionista principale di questo nuovo partito noi li porteremo i nostri valori come valori fondativi del nuovo Partito democratico
D'altra parte
D'altra parte scusate compagni
Io questa rimprovero che mi fanno anche questa volta di voler sciogliere la sinistra me lo son fatte già sentito tante volte
Me lo sono fatto sentire me lo sono sentito fare nell'ottantanove quando insieme ad altri compagni e molti di voi ho deciso di dare vita al PDS per non smarrire la storia del PC
Se avessi dato retta quelli che dicevano che non bisognava cambiare niente quella storia l'avremmo liquidata in poco e oggi non se ne parlerebbe più
Quando nel due mila uno ho preso in mano questo partito insieme ad altri compagni
E ci ricordavamo che cos'era nel due mila uno la condizione del nostro partito uomo perso le elezioni avevamo sfascia aveva amo una coalizione di centro sinistra sfasciate divisa l'Ulivo in crisi i DS al minimo storico
Ci siamo messi in cammino
E non sono l'abbiamo liquidato in quel partito
Ma in questi cinque anni questi questo partito questi di essi sono stati la forza principale che con la sua intelligenza la passione della sua gente la sua determinazione
Ha ricostruito l'unità del centrosinistra ha rilanciato l'Ulivo abbiamo gli acquisito credito per noi è risultato tutto questo che dal due mila due mila sei abbiamo vinto tutte le elezioni che si sono succedute in questo Paese uno dopo l'altro
Allora pensare
Che chi ha costruito questo patrimonio vogliose di sperpero è un non senso non solo non vogliamo disperdere niente vogliamo rilanciare con forza i nostri valori la funzione e il ruolo della sinistra in Italia
E crediamo di poterlo fare nelle condizioni di oggi e per le ragioni che ho richiamato in questo mio discorso insieme ad altri
Che si identificano anche loro pur provenendo da altre storie in quei valori di libertà di democrazia di progresso di fraternità in cui ci riconosciamo onori
E proveniendo da storie diverse possiamo oggi unirci per affermare insieme quei valori e costruire appunto un mondo che sia più giusto che sia migliore che nel quale ciascuno abbia più opportunità e guardi alla vita propria dei propri figli con maggiore serenità
Tutto questo è difficile si è complicato e difficile ci sono ci sono hanno sulla nostra strada degli ostacoli da superare sempre
Però guardate
La forza di una la grande la nostra forza è sempre stata quella di non aver paura di camminare di non aver paura di muovere di non aver paura di misurarsi con la realtà e di cambiare quello che era necessario per affermare il senso
Di una politica i nostri valori d'altra parte pensateci bene un attimo
Noi tutti i giorni camminiamo camminare una dell'attività fondamentali dell'uomo
Adesso quando vi alzerete dalla sedia camminate per andare a casa quando si cammina c'è sempre e solo un piede posato per terra
L'altro in alto per fare il passo giusto
E quando si è su un piede sia il più instabili che su due ma non è che perché si è più instabili su uno l'umanità sta ferma su due piedi per tutta la vita non è così
No
Cioè voglio dire
Voglio dire che la storia dell'umanità
La storia dell'umanità e la storia della sua evoluzione
La storia è fatta dal mondo che cammina la storia è fatta dal movimento e nel movimento nel cammino c'è un po'più di rischio che non stare fermi apparentemente in realtà si rischia molto di più a stare fermi che non a muoversi noi
Siamo diventati grandi forti siamo una forza che adesso assorto ha svolto una storia di un ruolo fondamentale nella storia di questo Paese perché non abbiamo mai avuto paura di camminare
E oggi di fronte alle sfide nuove che al paese a frontiere nuove che bisogna raggiungere sentiamo la responsabilità e il dovere di camminare ancora