02 MAR 2008
rubriche

Conversazione settimanale con Marco Pannella

RUBRICA | di Massimo Bordin - RADIO - 22:09 Durata: 1 ora 54 min
A cura di Guido Mesiti e Pantheon
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Puntata di "Conversazione settimanale con Marco Pannella" di domenica 2 marzo 2008 , condotta da Massimo Bordin che in questa puntata ha ospitato Massimo Bordin (direttore di Radio Radicale), Marco Pannella (parlamentare europeo, Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa).

Tra gli argomenti discussi: Elezioni, Politica, Politiche 2008.

La registrazione audio di questa puntata ha una durata di 1 ora e 54 minuti.
  • Introduzione

    Massimo Bordin

    direttore di Radio Radicale

    L'ufficializzazione dell'accordo tra radicali e Partito Democratico. L'articolo di Ainis su La Stampa al proposito. Il dibattito sulla morte di Aldo Moro; la lista di Giuliano Ferrara.
    22:09 Durata: 2 min 35 sec
  • Nell'accordo con PD abbiamo reso pubblico che chiedevamo si regolasse ufficialmente la questione dei cosiddetti “rimborsi elettorali”, ovvero “il furto di regime di tutti i partiti”. “Uno stillicidio: noi ed i soldi, noi che stavamo con Berlusconi, noi che non possiamo essere accettati come alleati”..

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    “Abbiamo avuto questa firma. Non abbiamo problemi, noi, di 'decoro', 'dignità' e via dicendo. E' andata Emma Bonino che ha avuto il tempo di andare. Non ha avuto il tempo di andare Walter Veltroni”. “È stato stilato questo tipo di accordo: uno – così magari il professor Ainis potrà insegnarlo ai suoi allievi universitari - abbiamo preventivamente sottoscritto un accordo per quel che riguarda la parte “rimborsi elettorali”, il furto di regime di tutti i partiti, in particolare di questi grossi. Essendoci quello, si deve sapere che per ogni voto che si dà ad una lista, si danno dei soldi a quella lista per 5 anni. Noi, soli, come già avevamo fatto nel '96 nell'ipotesi di un accordo con Berlusconi, abbiamo reso pubblico che chiedevamo che ciò venisse regolato ufficialmente. Si trattava di stabilire a quanto si poteva cifrare un apporto radicale così ridotto, da loro. Noi avremmo voluto fare le liste, come si fece con Prodi, provocando allora la sconfitta di Berlusconi e la vittoria di Prodi”. “A questo punto si è convenuto che verrà data a noi, come quota di rimborsi, qualcosa che coincide all’1,5-1,6% del presunto gettito per il Partito Democratico”. “Questo corrisponde alla cifra che si è detta, 3 milioni di euro. Tutto sarà sui nostri siti, lo ripeto per dare anche un contributo alle possibilità d’insegnamento del 'professore' Ainis, questo mi è caro. Perché poi di quello che scrive come 'giornalista'...Si è permesso, il 'giornalista' Ainis, di scrivere 'Proprio loro che sono contro il finanziamento pubblico, fanno questo'...si permettono, i giornalisti italiani, che sono quello che sono”. “Noi abbiamo reso pubblico, in modo tale che la gente si ricorderà che c'è questo schifo del rimborso. Che non è un rimborso: Metteremo sul nostro sito pure come sono andati i finanziamenti nelle europee del 2004 e quanto i ladri, cioè i partiti, ci guadagnano. Noi siamo stati gli unici a rimetterci, anche perché abbiamo dovuto dare alle banche quasi un quinto del denaro che ci veniva conferito”. “Per i dati del 2006 purtroppo l'autorità preposta ha un ritardo di sei mesi”. “Siccome anche la Santanché – devo dire 'complimenti', l'altra sera l'ho vista 10 minuti a Annozero - ha la possibilità di mostrarlo, resta il fatto che si è permessa di dire: ‘Noi, invece dei radicali, non prendiamo i soldi’. Basta questo piccolo inciso: o la Rai-tv rettifica o dovremo in qualche modo agire. Perché la cosa comincia: abbiamo la Rai-tv che, grazie al fatto che Veltroni non può ricordare tutto, ha continuato a ripetere che nel 2001 i radicali si sono accordati con Berlusconi. Altra cosa assolutamente falsa che è continuata a passare. Quindi, ecco lo stillicidio: noi ed i soldi, noi che stavamo con Berlusconi, noi che non possiamo essere – come Di Pietro – accettati come alleati...Tutto questo è la dimostrazione che noi il PD lo abbiamo sempre voluto e continuiamo a volerlo, anzi, tanto più se prende le forme che sta prendendo. Io direi che la storia radicale continuerà a muoversi, accelerando, sull'obiettivo della riforma anglosassone”.
    22:12 Durata: 8 min 10 sec
  • “E' difficilissimo che i radicali - gloriosi e silenti, che contro mari e monti da decenni continuano ad avere fiducia nella nostra e nella loro storia - in questo momento non dicano ‘basta’”. “Lo capisco ma a loro dico: esistono delle probabilità che tra un mese si riconosca che in realtà ancora una volta abbiamo avuto successo nell'affrontare e passare queste forche caudine del regime”.

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    “Abbiamo accettato questo accordo anche perché non avevamo alternative, se non quella di fare la mera testimonianza. Occorre tenere presente che siamo arrivati a queste elezioni contro le quali abbiamo combattuto, mentre Veltroni assolutamente no”. “Possiamo dire che a questo punto siamo arrivati alle elezioni con un governo in carica – ancorché dimissionario – dal quale politicamente sono usciti sia Mastella, trasformista di destra, sia comunisti e dintorni – con tutto rispetto – dall'altra parte. Veltroni continua a chiamarli ‘sinistra radicale’, pur chiamandosi loro 'sinistra Arcobaleno'. Magari quelli che volevano votare i radicali poi votano quelli, visto che il nome 'radicale' non risulta altrimenti. Questa è la situazione. Il valore è che per noi, quindi, è difficilissimo che i radicali - gloriosi e silenti, che contro mari e monti da decenni continuano ad avere fiducia nella nostra e nella loro storia - in questo momento non dicano ‘basta’. Non è vero, ma 'venduti', il 'piatto di lenticchia'...adesso 'non si può continuare così'. Per quel che vale, io dico con grande serenità: lo capisco ed in qualche riunione di classe dirigente l'ho pure detto, che occorre tenere presente che il prezzo grave lo pagheranno coloro che non vivono quotidianamente come ceto dirigente la vita. A loro dico: guardate, sono abbastanza certo che tra qualche settimana, qualsiasi cosa ci accada, abbiamo dimostrato di avere una autodisciplina, nella nostra strategia, nel nostro progetto correttissimo. Ci vuole molta umiltà, a fronte della immodestia di chi chiede ai radicali veti su Pannella, D’Elia, Viale ed altre cose di questa qualità”. “Ci sono quelli che lo dicono con piacere: 'Questa volta non ce la fanno più'. E’ vero, questa volta è molto, molto dura. Io ritengo che esistano delle probabilità che tra un mese si riconosca che in realtà ancora una volta abbiamo avuto successo nell'affrontare e passare queste forche caudine che sono quelle della storia, di un regime non democratico. Ho buona speranza che questo riusciremo a fare: a questo punto maggiore sarà la gioia, l'emozione, la durata futura se questo è possibile che si realizzi”. Pannella spiega come occorre “dire che la ‘grande riforma’, per usare un linguaggio – ma in modo appropriato – di Veltroni, che la vocazione maggioritaria, nella storia, è delle minoranze che riescono a divenire, rovesciando una situazione precedente, maggioritarie. Io ritengo che loro sono maggioritari da 40 anni, sotto una forma od un'altra e che, in termini di sintonia con gli eventi storici, ed anche con la realtà che si sviluppa, loro sempre più devono millantare una storia che è la nostra e non la loro”. “Allora dico, accetto, va bene. Il Partito Democratico sì, la riforma sì, ma noi riteniamo che il Partito Democratico non si fa così”.
    22:20 Durata: 11 min 6 sec
  • Si prospetta “una campagna elettorale in una realtà meno democratica che mai”. “La vittoria del PD può accorciare i tempi per giungere alla Riforma in luogo di queste contro-riforme: sono convintissimo di questo accordo”. “Noi abbiamo la possibilità di rappresentare una alternativa sociale, perché continuiamo a proporre delle idee e degli obiettivi e non – come Grillo - solo a far capire che questi sono una massa di buffoni e di ladri”.

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    Si prospetta “una campagna elettorale in una realtà meno democratica che mai”, “con però – noi per primi – che sottolineiamo che dei cambiamenti sono accaduti. Ad esempio sono letteralmente scoppiati centro-destra e centro-sinistra quali erano arrivati nel 2006. Ora devono ricomporsi”. “Berlusconi, che vinca o no, una parte del suo prestigio si è più consumata che accresciuta. Da quest'altra parte abbiamo, come all'inizio del '600, 'trovare il nuovo mondo o affogare'; il nuovo che ci si propone è Veltroni”. “Ma non mi pare rappresenti una realtà politica solida. Sono 'liberi da', ma ho l'impressione che bisognerà essere più dorotei dei dorotei per riuscire poi a governare questa realtà, anche alla luce dei metodi con i quali si sta formando”. “La vittoria del PD può accorciare i tempi per giungere alla Riforma in luogo di queste contro-riforme, quella ad esempio di un Parlamento che è nominato. E se prima erano più partiti a nominare, oggi sono due persone da una parte e dall'altra a nominare”. “Sono loro che si consumano, sempre meno nostre le nostre idee di politica nazionale ed internazionale”. Gli interventi di Ichino ed il dibattito suscitato: “una conquista anche nostra”. Le reazioni della sinistra comunista. “Sono convintissimo di questo accordo”. “Io sono abbastanza certo di vedere un tale distacco fra il maturare, nel radicale medio, di letture di consapevolezza, di obiettivo perseguibile, e fra quello della politica ufficiale. E credo che questo conti. Se lo è chiesto anche Badget Bozzo: 'ma com’è possibile che una forza al massimo del 2% continua a sopravvivere e viene vissuta come lo scandalo maggiore? Con l'accordo che ha comportato l'obbligo di togliere il loro simbolo, di fagocitarli'. Una domanda lecita. E io dico che si spiega anche in questo modo: loro sanno che qualche volta non è opportuna la democrazia. Bisogna qualche volta sacrificarla all'opportunità, perché se noi avessimo la possibilità di vivere in maniera al 50% democratica la nostra funzione civile, loro sono certi – sono d'accordo con loro - non avrebbero a che fare con un Partito Radicale dell’1-2%, ma con qualcosa che si situerebbe tra 1-2% ed il 30-40%”. “Nell'exploit del 1999 abbiamo dimostrato solo una cosa: che vendendo i nostri averi, mentre gli altri si ingrassavano, spendendo per informare la gente, abbiamo avuto quel risultato che stava per fare di noi il terzo invece che il quarto partito che eravamo. Bisogna dire che anche le liste Pannella-Riformatori per il Partito Democratico riscossero il 3,9% non potendoci presentare in due regioni in cui potremmo aver avuto – secondo le previsioni – il 4,3%. Nel 1979 ci si è avvicinati al 4%, nelle condizioni nelle quali operiamo. Nella condizione per cui su 300.000 politici professionisti eletti in Italia, ce n’è uno solo che è radicale”. “Certo c'è Radio Radicale che, ne sono convinto, ha partecipato alla formazione di due generazioni di italiani”. “Mi rivolgo a quegli opinion leader, ma non con ruolo ufficiale, che esistono in tutti gli ambienti e che vivono sul punto dell’obiezione di coscienza a quello che devono continuare a subire a partire dalle loro idee. Insisto: in Italia il partito maggioritario non sarà del 3%, del 7% e del 15%”. “Noi abbiamo la possibilità di rappresentare una alternativa sociale, di crisi di regime in positivo invece che di disastro e delle violenze. Perché noi continuiamo a proporre delle idee e degli obiettivi e non – come Grillo - solo a far capire che questi sono una massa di buffoni e di ladri. Questo lo diciamo nella nostra analisi, ma il nostro obiettivo non è quello e basta, un po' savonaroliano dei Grillo e dei Travaglio”.
    22:31 Durata: 13 min 17 sec
  • Il maggioritario alla francese nel programma del PD: “I radicali dovranno ricordare a lor' signori questo programma”. Il caso della cosiddetta 'riforma Basaglia', approvata “solo per evitare il referendum”, e la pagina dedicata dal Sole 24 Ore.

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    Il programma del PD e l'opzione per il maggioritario alla francese: “Il problema è che i radicali dovranno ricordare a lor’ signori questo programma”. Loro “sono abituati ad una progettualità politica che non ha portato in nessuna legislatura a delle riforme, tranne in quelle determinate da noi con spinte esterne”. Il leader radicale passa quindi a parlare della cosiddetta 'riforma Basaglia'. “Nel bellissimo domenicale del 'Sole 24 Ore' c’è una pagina molto interessante, con interventi di Corbellini e Jervis, sulla cosiddetta 'riforma Basaglia'. Io votai contro la riforma Basaglia: lui diceva che la nostra iniziativa era immatura, quella che prevedeva di abolire le leggi istitutive dei manicomi per passare a forme più moderne e consone del trattamento della malattia psichica”. “Io mi convinsi che occorreva fare un referendum sui manicomi, come sugli altri 7 che indicemmo allora. A questo punto cosa hanno dovuto fare? Hanno dovuto chiudere i manicomi, ma non sostituendo il manicomio con le alternative di cura della malattia psichica. Devo ricordare che a questo punto comunisti e democristiani votarono questa legge Basaglia, che non avevano discusso per nulla. Votai contro e dissi: 'è una cosa sporca e vergognosa, perché la ratio con la quale votate questa cosa è solo per impedire il referendum' sul quale - si diceva - c’era uno dei più alti gradimenti della gente. 'Voi – dicevo - non avete stanziato una sola lira, una sola forma alternativa, non avete previsto nulla, in una legge che, in quanto tale, non è un referendum abrogativo. E quindi voto contro!’. Vorrei chiarire: la legge Basaglia è una legge PCI, di un personaggio di straordinaria importanza che però, nei ritmi suoi di 'Pci-ista', non era preparato a fare una riforma seria. Poteva farlo in alcune isole, quella triestina o friulana”. “Corbellini sottolinea come i letti per i ricoveri acuti siano i più bassi in Europa – a lungo non ci sono nemmeno stati! - ed i costi ricadano sulle famiglie. Questo è quello per cui, in sede legislativa, votai contro”. “Per cui il 13 maggio questi signori votarono questa legge per impedire il referendum. Poi Giovanni Jervis – anche questo è interessante – continua a sottolineare la differenza tra chi, come lui, è attento agli aspetti medico biochimici delle depressioni rispetto a psicanalisti ed altri”. “Continua a venir fuori la 'riforma Basaglia'. No, è stata una cosa diversa: il popolo ha costretto il PCI e gli altri a fare, su questo piano, uno degli accordi immondi del quale dovranno rispondere alla loro coscienza e al paese”.
    22:45 Durata: 8 min 53 sec
  • La vicenda del rapimento di Aldo Moro: “ La democrazia, il parlamento, come reagisce al momento di pericolo? Si mette in vacanza, non può parlare”. Contro la chiusura delle Camere solo i radicali dicono 'no'. "La verità deve venire ancora fuori". “Quello è un momento in cui si palesa il sole che oggi illumina la realtà italiana”.

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    Lo spunto dall'articolo di Craveri, che interpreta il periodo della morte di Aldo Moro “in modo consueto”. “La sostanza, oggi, della vicenda Moro è data da due dati. Quella mattina, in uno stato retto da un Ministro degli Interni come Cossiga, e da un Presidente – Andreotti, storicamente della destra democristiana – votato anche dal Partito Comunista. Una mattina il più illustre uomo politico del paese, Moro, viene rapito e la sua scorta ammazzata. Arriviamo alla Camera e come si reagisce? Immediatamente si vota il governo e non si fa dibattito sul nuovo governo. Si vota un governo con lo stesso ministro degli interni e lo stesso Presidente. Con i comunisti scatenati: 'la Repubblica brucia, niente dibattito'. Con solo noi radicali che gridando dicemmo 'no'”. “La democrazia, il parlamento, come reagisce al momento di pericolo? Si mette in vacanza, non può parlare. E già dopo due giorni, in Transatlantico, ebbi uno scontro con un avversario con il quale credo ci si volesse abbastanza bene, Antonello Trombadori, che testualmente disse: 'Ma come, con migliaia di contadini, analfabeti, che in cattività non si sono arresi, e qui abbiamo questo che sta scrivendo queste lettere?'”. “La cosa esplicita: questo è morto moralmente. Io in quel momento rompo, con due-tre politici. Furono i primi a scrivere che le lettere di Moro erano scritte da un drogato o da un traditore. E noi ad urlare che no, e ad avvisarli: 'finché rispetterete Moro per la verità, non lo ammazzeranno, perché riterranno di avere in mano qualcosa il cui valore cresce. Invece, in questo modo, li invitate a non correre rischi inutili, perché ormai per voi questo non vale più niente'. E questa è stata la storia. Quando poi, quell'onestissimo uomo che fu Zaccagnini, disse: ‘Pannella, mi convinsi che aveva ragione ed annunciai che stavo per convocare non solo il Parlamento ma anche il Consiglio Nazionale della DC’”. La posizione dei socialisti per “la trattativa” e non per “il dialogo”. “Io dicevo: 'Noi dobbiamo riunirci come Parlamento, perché è uno sconcio, quando una democrazia in pericolo fa l’opposto di quello che fa Churchill. A differenza di Churchill che di fronte al nazismo, ai V2, riuniva le camere'. Non meravigliamoci dell'Italia di oggi. In quel momento fascisti, comunisti e fondamentalisti, tutti quanti hanno avuto – come scriveva Moro – il 'senso dello Stato', loro dicevano 'il rigore'. E io aggiungevo, il rigore cadaverico. Sono cose indelebili, che in più si continuano a negare. E in quel periodo i grandi opposti sono emersi come soci, pienamente soci, contro Moro. Ed eravamo noi a difendere Moro, sulla cui politica non eravamo assolutamente d'accordo”. “La verità deve ancora venire fuori. Io sono convinto che ci fossero , all’interno delle BR, un paio di persone che ad un certo punto – ritenendo di avere una possibilità di ascolto – stessero cercando di impedire l’assassinio di Moro. Non per bontà. C’era questa situazione anche al momento di Via Gradoli, c'era il giorno prima del sequestro”. La del cieco che ad Arezzo sostiene di aver sentito parlare della eliminazione di una scorta. “La segnalazione che arriva è che il giorno prima del sequestro, con la tecnica di parlare in un autobus per farsi sentire ma non riconoscere, viene detto: ‘adesso si fa questa cosa, il sequestro’. Lo stesso giorno, nel pomeriggio, un docente non vedente romano sente la stessa cosa. Come mai? Probabilmente dall'interno i 'due buoni' hanno avuto il dubbio che i loro interlocutori erano proprio quelli che volevano che Moro fosse ammazzato”. “Con Pellegrino, con la Commissione stragi, questa coincidenza non ha avuto risposta. E comunque c'è altro: Via Gradoli, lo spiritismo di Prodi e compagni.. Dico semplicemente che in momenti di verità, come gli capita, Cossiga alla fine ha detto: ‘Io l’ho fatto ammazzare’”. “Bettino si mosse ma la metteva sul piano delle trattative. Io ufficialmente dicevo 'dialoghiamo, diamo il tempo alla polizia di arrivarci'. Io per l’ennesima volta dico che Ingrao mi ha chiamato, comunicandomi con un tono vero: 'Ti comunico, ho convocato tutti i colleghi per la conferenza dei Presidenti ed in incontro bilaterale, a tutti, ho mostrato la lettera del collega Moro. A te non la mostro. Moro chiedeva, con le stesse parole con le quale lo urlavo da giorni, che si convocasse il Parlamento sul sequestro di uno dei colleghi. Quello è un momento in cui si palesa il sole che oggi illumina la realtà italiana”. Le radici profonde dell'oggi: P-2, P-38, P-Scalfari. L'extra-parlamentarismo, in senso lato, che voleva “abbattere in fondo la DC: era ciò che rappresentava la continuità del regime,che loro odiavano per il loro quoziente di democrazia. Senzani prese Cirillo perché continuava nella speranza di fare qualcosa che distruggesse la DC, come pilastro – per loro – dell'ordine odiato. E qui viene fuori una cosa divertente, una delle tesi serie del sociologo Badget Bozzo, che nel '77, analizzando le caratteristiche dei vari partiti, scriveva: 'Il naturale interlocutore di questa nuova forza radicale è la Democrazia Cristiana. Così infatti si spiega che sulle grandi battaglie che dovrebbero essere quelle della Chiesa - gli ammalati, le prostitute...- i radicali incalzano. E Pasolini scriveva: ‘State attenti, che quando i diritti umani e civili saranno gli intellettuali di sinistra saranno a farli propri come partito, allora saranno usati esattamente per imporre non-libertà e non-diritti’”.
    22:53 Durata: 16 min 28 sec
  • La posizione radicale sulla droga e sull'aborto. “Noi partiamo dalla denuncia di una illusione che rappresenta da secoli la tragedia dell'umanità, quella che di fronte alle facoltà naturali della specie umana, contrappone il potere di Cesare e della Chiesa perché non se ne faccia un cattivo uso” Invece “di fronte alla facoltà patente, devo inserire il senso della 'non necessità' di quello, semmai della necessità di altro”.

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    Il rapporto laici-cattolici come vissuto dal PCI ed oggi da Veltroni. “Occorre capire quanto sia attuale la nostra posizione, quarantennale, di noi radicali. Ho sentito dire: 'per questi l'aborto è un diritto'. E poi Fini: 'per questi la droga è un diritto'. Non è un diritto! L'aborto, la droga, per noi sono flagelli. E allora cosa ci muove? Noi abbiamo scelto – ricordo, con Arnao che non era d’accordo – di parlare del proibizionismo come di un nuovo nazismo. Ed è questa l’essenza di oggi. Noi partiamo dalla denuncia di una illusione che rappresenta da secoli la tragedia dell'umanità, quella che di fronte alle facoltà naturali della specie umana, contrappone il potere di Cesare e della Chiesa perché non ne faccia un cattivo uso. E quindi vietano: ‘Non puoi assumere una sostanza cattiva'. 'Non non puoi assumere perché è peccato'. Io non rivendico 'il diritto' ad assumere. Dico che di fronte alla facoltà patente, devo inserire il senso della 'non necessità' di quello, semmai della necessità di altro. Come la mettiamo in positivo? La speranza di consentire a che quello che è facoltà insopprimibile...lo prevedevamo anni fa: se tu vuoi vietare l’esercizio di una facoltà umana praticata a livello di massa, tu fallirai e sarai costretto all’illusione autoritaria del potere che colpisce il colpevole. E lo colpisce a morte. E abbiamo continuato a costruire leggi grazie alle quali l’aborto non si deve proprio volere e desiderare. E chi vuole l’aborto? Giuliano, letteralmente, sei pazzo. Noi siamo riusciti, e continuiamo a lottare e a vivere, perché sia possibile che una cosa che appartiene anche al DNA animale come quella del procreare, viva nella specie umana in relazione alla consapevolezza e la creatività di quello che fa”. “Noi questo è l'ideale che perseguiamo e stiamo ottenendo, quello di far cadere le esigenze, le insorgenze non volontarie, casuali o dolose, per le quali eserciti una tua facoltà indubbia e poi devi ricorrere a cose indubbiamente dolorose. Lo spartiacque è questo”. “Cercare di consentire a quanti hanno sbagliato, nel matrimonio rendendogli la speranza di rifarsi una famiglia”. “Noi costruiamo la impraticabilità dell'aborto”. Gli esiti possibili della lista di Ferrara. “Abbiamo illustrato per primi una cosa: la vicenda della Rosa Bianca, inventata senza nemmeno che loro lo sapessero. Su tre reti televisive fanno dire – e che la Swg si vergogni - che la Rosa Bianca è al 3-4% dei voti. Si è creato il fatto Rosa Bianca. Ora è allo 0,5-0,8% e c’è la fusione con l'UDC. Io sono sicuro che non è stato Tabacci ad organizzare quei sondaggi. Lo stesso vale per la cosa di Ferrara: cosa mi importa quanto può avere? Quelli che accatta li accatta sul piano di una menzogna, come accattò amici carissimi cui riuscì a far credere che io – l’unico ad aver difeso Buttiglione da attacchi ideologici e non seri, parlamentari – l’avessi attaccato”. La posizione di Pannella sulla candidatura di Buttiglione all'interno della Commissione Barroso.
    23:10 Durata: 14 min 49 sec
  • La candidatura di Silvio Viale e l'operazione un po' suicida del PD.

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    La candidatura di Emma Bonino in Piemonte. Come pure la questione Viale: “Credo che molti dei problemi sorti in questi giorni passati siano dovuti alla una gestione di Bettini. Tra le proposte abbiamo mandato dei nomi, perché altrimenti in alcune regioni sarebbero esclusi completamente i radicali; poi abbiamo detto: ci siamo dimenticati Viale. A quel punto l’interlocutore ha posto un problema. L’indomani ho scritto personalmente a Valter, per fargli presente due cose: che sul problema finanziario volevamo semplicemente formalizzare la questione. E poi abbiamo fatto l’esempio di Viale. Da 15 anni fa il medico, il ginecologo, è a contatto con le donne, le famiglie delle partorienti. Inoltre ha praticato ed è noto come il medico italiano che – mettendo in causa i problemi di diritto – ha praticato pure la Ru486. in Piemonte è pure noto perché rappresenta il radicale che su queste cose ha più informazione, è militante etc. etc…Di fronte al fatto che noi non abbiamo una lista radicale, chi voterà colui sa che Viale non è candidato, pur avendo dimostrato egli la disponibilità ad esserci, anche per ultimo? Se noi facciamo la ricerca dei candidati – e non è facile in liste nelle quali è stato vietato Pannella e tutta la battaglia di Nessuno Tocchi Caino – chi rischia di votarti? I binettiani tutt'al più, una minoranza. Con questa lettera ho detto essere di essere molto grato della umiltà con la quale il compagno Viale ha trattato. Io non escludo che Veltroni non sia eletto per un milione di voti, di cui mezzo milione di voti che si potevano levare a quegli altri. Ma siccome noi siamo ‘per’ il Partito Democratico, avremo accettato anche questo, cercando di impedire una operazione un po’ suicida”.
    23:25 Durata: 9 min 22 sec
  • Medio Oriente: nel manifesto-appello “dalla sinagoga di Firenze” già si prevede che un nonnulla può, in particolare dal fronte mediorientale, far esplodere un conflitto tremendo. “La cosa che si continua a non fare è quella di porre il problema dei diritti imprescrittibili della donna e dell’uomo palestinese”.

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    Il fronte della politica estera ed il tema del grande Satyagraha. “Le previsioni scritte, fatte nel novembre del 2006, per il lancio del Grande Satyagraha, con il manifesto-appello 'dalla sinagoga di Firenze' partiva dalla affermazione che un nonnulla può, in particolare dal fronte mediorientale, far esplodere un conflitto tremendo. Quindi dobbiamo intervenire per non continuare con tutta questa storia continua di fallimenti, di roadmap. Annapolis – lo abbiamo detto - è la stessa cosa. A questo punto ho trovato che il 18 febbraio 1988 scrissi una lettera pubblica a Elie Wiesel, Marek Halter, Jacques Attali, Bernard Henry Lévy, Gorge-Marc Benamou – molti di questi si erano iscritti al Partito – nella quale parlavo del ‘tragico errore della sovranità nazionale’. E già parlavamo del Kosovo: 'Invocando l'indipendenza – scrivevo – come indipendenza dello Stato Nazionale, i Paesi Baschi, l'Irlanda del Nord o il Kosovo, rafforzano Madrid, Londra o Belgrado. E sono perdenti così gli uni e gli altri'”. “Con queste elezioni, la priorità ridiventa il transnazionale”, lo testimonia pure la presenza di candidati “come Mecacci e Perduca, che entrano lì dentro, come peraltro, Maurizio che è stato per anni Presidente del Partito Transnazionale. E quindi di queste cose dovremo occuparcene con urgenza. A questo punto Israele sta ammazzando Israele, cosa ancora più grave perché il 70% del popolo israeliano, con una politica che ha censurato questo, si esprime sulla tesi nostra: ‘Non vogliamo la sovranità nazionale assoluta’. Venti anni fa vi ho mandato questa lettera; ve la rimando e vi chiedo di aprire il fronte del Satyagraha”. “La cosa che si continua a non fare è quella di porre il problema dei diritti imprescrittibili della donna e dell’uomo palestinese. Dovremo fare una inchiesta internazionale per accertare la verità, per sapere la verità sull’azione di Bush per la quale vi è stata la guerra e non l’esilio”.
    23:34 Durata: 12 min 56 sec
  • Pannella: Prodi e Governo interrompano comportamento delittuoso su format Rai diritti umani e Centro d'Ascolto.

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    Pannella si rivolge infine al Presidente del Consiglio in carica, Romano Prodi. “Questo è dedicato all'amico – non dico più 'imperatore' – Presidente del Consiglio e a tutti i ministri: noi abbiamo posto, da settembre, con una iniziativa immaginata da Articolo 21 e da Giulietti, la questione secondo la quale occorreva un nuovo format sui diritti umani, che oggi non esiste. Questo era appoggiato anche dal Presidente del Consiglio. Anche per spezzare una tradizione, che è quella testimoniata dalla 30 sentenze delle Autorità Garante delle Comunicazioni, tutte dolendosi di comportamenti discriminatori nei confronti nostri e cioè dei cittadini che non possono giudicarci e formarsi una opinione. Mi è stato detto: ‘Sì, d’accordo vediamo…’. Come pure la questione del Centro d'Ascolto. Su questo, tutto è bloccato. Allora devo dire: io comprendo, perché li conosco – e è conoscendoli che mi sono preso le mie responsabilità – i casi Fuda, tutti i casi ignobili ed indecenti che sono prodotto normale di regime. Ma il fatto che su questa cosa, quasi insignificante, di un format sui diritti umani ed uno suo responsabile...nulla! Perché? Perché la associazione per delinquere Rai-Tv, nella versione Cattaneo-Bergamini-Saccaà ed altri è stata proseguita – c'è il Partito Rai! - da Cappon e da Gentiloni, colpevole di non aver posto il problema politico, serio della cosa. Badate, fa parte del vostro Dna il caso Fuda, Endemol…è robba vostra! Ma a questo punto siamo stati alleati, siamo stati leali e puniti con un silenzio vile da parte vostra, eccezion fatta per Parisi. Il governo è ancora in ordinaria amministrazione e interrompere un comportamento sostanzialmente delittuoso e formalmente indecente rientra negli obblighi di questa ordinaria amministrazione. Dico perciò che per carità, non farò nulla perché nonviolento, ma questa cosa non la accetto e dico a Romano Prodi: per il rispetto che ho di te, e per quello che mi auguro tu abbia di te stesso, questa cosa l'ho detta in pubblico perché – come in pubblico parliamo, professor Ainis, del denaro e del furto del finanziamento pubblico – non abbiamo falsi pudori ma la fierezza di potere essere di esempio ed insegnamento. Lo ribadisco: questa è una cosa che non subiremo, perché lo subisce il popolo italiano, lo subisce la Rai, lo subiscono tutti quanti”. “Dico ufficialmente all’amico Prodi, e al governo tutto, che questa è una cosa che mi auguro non rappresenti la vostra cifra di uscita”.
    23:47 Durata: 7 min 7 sec
  • La fondazione dell'associazione Certi Diritti. La nuova versione di FaiNotizia e la possibilità di pubblicare video. Appuntamenti della settimana

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    Le 'regole d'onore' da far rispettare alla mafia partitocratica sulle candidature radicali. La fondazione dell'associazione Certi Diritti: “le notizie che mi sono giunte sono di una straordinaria partecipazione, a livello scientifico direi”. “Alcuni partecipanti, non proprio radicali doc, erano sorpresi perché mi hanno detto che c'è stato un momento emozionante durante l'intervento di Sergio Rovasio”. La nuova versione di Fai Notizia, la sezione partecipativa del sito di Radio Radicale.
    23:54 Durata: 9 min 30 sec