04 GEN 2009
rubriche

Conversazione settimanale con Marco Pannella

RUBRICA | di Massimo Bordin - Radio - 17:16 Durata: 1 ora 57 min
A cura di Guido Mesiti e Pantheon
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Puntata di "Conversazione settimanale con Marco Pannella" di domenica 4 gennaio 2009 , condotta da Massimo Bordin che in questa puntata ha ospitato Massimo Bordin (direttore di Radio Radicale), Marco Pannella (parlamentare europeo, Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa).

Sono stati discussi i seguenti argomenti: Esteri, Politica.

La registrazione audio di questa puntata ha una durata di 1 ora e 57 minuti.
  • Introduzione

    Massimo Bordin

    direttore di Radio Radicale

    La missione radicale di Marco Pannella, Marco Perduca e Matteo Mecacci in Asia Orientale. Il conflitto mediorientale. Il messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica e la replica di Marco Pannella.
    17:16 Durata: 1 min 30 sec
  • La situazione di Israele: “L’avere voluto continuare ad ignorare che uno Stato, che oltretutto rappresenta lo 0,2% del territorio nel quale è situato, ovvero il Medioriente, voglia continuare a fare la politica dello Stato nazionale, è una politica suicida e che comporta, per non morire, anche l’illusione di assassinare”.

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    I radicali sono tradizionalmente partito “filo-israeliano”; il documento “dalla Sinagoga di Firenze” del 2006: “Israele deve essere difeso da se stesso”. L’appello di Vaclav Havel ed altri sulla situazione israelo-palestinese: “c’è un lavoro di promozione dell’appello per cui si sono cercate, e trovate, delle individualità. Ma veniamo al cuore del problema: se queste cose sono affidate solo alle capacità di coinvolgimento di vertici, di individualità – come noi facciamo con i Premi Nobel ma sempre nell’ambito di iniziative militanti con obiettivi politici –” non ci sono molte possibilità. L’importanza invece del manifesto dei dissidenti cinesi “Carta 08”. “Il manifesto Carta 08 è la vera sorpresa importante; ne abbiamo parlato anche con il Dalai Lama, con Samdhong Rinpoche, primo ministro del governo tibetano, e nelle prossime settimane, nelle condizioni estreme nelle quali ci troviamo, credo che il disegno approvato dal Consiglio Generale di far crescere il Partito attraverso un segretariato di coordinamento interno al Partito di tutte le minoranze liberali, democratiche e nonviolente” dovrà essere intrapreso. “Noi siamo ‘i più israeliani’. Certo. Siccome siamo certissimamente molto molto israeliani, vogliamo che due delle nostre iniziative sul Satyagraha giungano a compimento, quella sulla verità a proposito del comportamento truffaldino rispetto al giuramento sulla Costituzione di Bush, e oggi, nella situazione israeliana, assumendoci la responsabilità delle idee che da 25 anni portiamo avanti. Da anni diciamo che la classe dirigente israeliana somiglia oggi moltissimo a quella italiana e quella italiana è caratterizzata da una realtà strutturale desolante”. “L’avere voluto continuare ad ignorare che uno Stato, che oltretutto rappresenta lo 0,2% del territorio nel quale è situato, ovvero il Medioriente, voglia continuare a fare la politica dello Stato nazionale, è una politica suicida e che comporta, per non morire, anche l’illusione di assassinare”. “Queste cose sono dure ma da quanto si legge nel documento dalla sinagoga di Firenze, da quanto detto all’ultimo Consiglio Generale del Partito ma anche durante quello che tenemmo proprio a Gerusalemme durante la prima Intifada, siamo contro la sovranità nazionale assoluta dei nostri Stati e siamo convinti che la sovranità nazionale assoluta è una illusione ed un inganno. Ed oggi abbiamo questa tragedia”.
    17:17 Durata: 14 min 24 sec
  • Medio Oriente: “L’obiettivo che viene perseguito con lo strumento dell’invasione militare e quello perseguito da quanti si oppongono moralmente sono assolutamente due facce della stessa medaglia. Manca un obiettivo politico ideale preciso, una idea che attraversi le varie congiunture”. "Una soluzione che moltiplica le sovranità nazionali dell’area, e radicalizza e rende sempre più profonda la consistenza etnica piuttosto che quella democratica dell’area, è un suicidio ed un assassinio".

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    “Oggi ci sono quelli che protestano contro questa tragedia, essendo pure molto critici della classe dirigente di Israele. Il problema è che, quando ci si trova davanti a problemi storici, sono le idee che contano e la possibilità di perseguirle. Adesso questi stessi critici ricominciano con l’idea dei due Stati. Eppure sono sicuro che ci verrà riconosciuto che avevamo ragione su una cosa, sul fatto che seppure le cose andranno come chiedono questi qui, si interromperà la guerra, magari ci si rimetterà pure d’accordo per i due Stati… Ma io ritengo che quell’accordo cadrà, perché una soluzione che moltiplica le sovranità nazionali dell’area, e radicalizza e rende sempre più profonda la consistenza etnica piuttosto che quella democratica dell’area, è un suicidio ed un assassinio. Quindi o parliamo di politica o no, il nostro non è fatto ideologico”. “L’obiettivo che viene perseguito adesso con lo strumento dell’invasione militare e quello perseguito da quanti si oppongono sono assolutamente due facce della stessa medaglia. Manca un obiettivo politico ideale preciso, una idea che attraversi le varie congiunture. Anche nel momento in cui le migliori ‘road map’ parevano assicurate, abbiamo detto ‘dura poco’, ‘è una balla’, ‘non durerà’. Eppure questa storia ‘continua. Perché? Perché non ci sono idee-forza, come non ci sono per l’Europa e per l’Italia. Mentre ad esempio il Dalai Lama, in Estremo oriente, può avere una funzione vicina a quella avuta da Spinelli ed Ernesto Rossi, dal federalismo mondiale, in Europa e non solo”. L’errore dell’idea di dare “terra in cambio di pace. Io dissi già allora: ‘Voi darete le terre ed avrete pure la guerra’”. “L’attuale classe dirigente israeliana è una caricatura triste e grottesca di quella storica. L’ultimo appartenente forse a quella vecchia classe dirigente era Ariel Sharon, caduto proprio quando sembrava imporre una svolta vera ad Israele”. “Il grido di Sharon che parlava di una ‘pace senza confini’. Rivolgendosi ai suoi disse ‘ma cosa vogliamo? Mantenere i palestinesi per altre generazioni così come lo sono da tre o da quattro?’”. “Oggi coloro che tra gli Israeliani si assumono la responsabilità di dire che la politica attuale è un gravissimo errore, in realtà non sono portatori di una politica alternativa. Nei loro testi c’è una posizione così, ideologica, cioè inconsapevole, per cui comunque non si discute la sovranità nazionale assoluta di Israele che tutt’al più si dovrebbe accordare con un’altra entità nazionale”. Secondo il direttore Massimo Bordin lo Stato di Israele sarebbe, sin dalla sua nascita, ‘non solo uno Stato nazionale, ma qualcosa di più, lo Stato degli ebrei. E’ difficile che un Israeliano rinunci a questa caratteristica’. La replica di Pannella: “Io ritengo che questa analisi in realtà abbia anche un sapore ideologico. Nel senso che, ad esempio, il popolo israeliano, non appena ha avuto per una volta l’occasione di dare un voto ultra-laico ed anticlericale, lo ha fatto subito”. Pannella si riferisce alla fortunata esperienza elettorale dello Shinui, partito laico guidato da Tommy Lapid. “Noi radicali dicemmo: ‘noi voteremmo per quello’, perché c’è corrispondenza tra quella proposta politica ed un popolo israeliano che al 70% dice di voler essere parte dell’Unione Europea, e dunque anche Stato laico”. “Lo Stato è anche quello del suo popolo e della sua maturazione”. “La classe dirigente israeliana, come quella italiana, non ha nulla a che vedere con la popolazione che afferma di rappresentare”. L’inciso sul messaggio di capodanno del Presidente della Repubblica, la cui dichiarata “imparzialità” “esclude non solo Miriam Mafai, ma anche noi radicali, il movimento dei diritti civili e le reazioni del popolo italiano – e cattolico - su Welby ed altro”. “In Italia non c’è democrazia, non c’è Stato di diritto, tanto è vero che non c’è corrispondenza tra l’unanimità della classe dirigente ufficiale e la grande maggioranza dei sentimenti di fondo del Paese, del popolo”. “In Israele i sondaggi del 2001 e del 2007 danno una straripante maggioranza del popolo israeliano a favore della membership del loro Stato all’Unione Europea; allo stesso tempo, alla prima occasione di votare contro quella visione ‘ebraica-tra-virgolette’ che è nei testi iniziali dello Stato ebraico, il popolo israeliano lo fa, consegnando una importante vittoria al laico Shinui”. “Se l’80% degli ebrei è per l’Europa, come pure per una proposta politica completamente laica, vuol dire che lo ‘Stato degli ebrei’ non è più minimamente uno ‘Stato ebraico’. Come afferma Jacques Pohier in altro contesto, anche la dogmatica, senza il sensus fidelium, senza il consenso dei fedeli, non ha senso. Quel richiamo era teologicamente incontestato”.
    17:31 Durata: 8 min 52 sec
  • L’esorcista Gabriele Amorth ed il sottosegretario Roccella

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    Le dichiarazioni del capo degli esorcisti su Alitalia e quelle della Roccella sulla vicenda Englaro. L’irrazionalismo ed “il feticismo” irrompono nel dibattito bioetico e sui diritti civili.
    17:40 Durata: 2 min 14 sec
  • “La realtà è che la Turchia, costretta a non essere Europea, deve fare fronte ad una maggiore debolezza rispetto alle insidie dell’area. E per Israele è la stessa cosa; è disperata, non c’è una prospettiva”. La soluzione federalista.

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    “Tornando a quanto sta accadendo in Medioriente, la spiegazione di quello che sta accadendo lì è nell’assenza, nella classe dirigente mondiale e specificamente israeliana, della nozione anti-nazionalista per il mondo. Diritti umani e nazionalismi sono sempre più in contraddizione”. Il tema come sollevato pure dal Congresso dei Costituzionalisti Italiani trasmesso da Radio Radicale: “Viene fuori ogni tanto, anche da uno dei partecipanti più prestigiosi, il fatto che siamo in un momento in cui i diritti umani sembrano divenire il nuovo fondamento del diritto positivo, del diritto scritto, incompatibili dunque con gli Stati nazionali”. “Allora il problema che pongo non è solo Israele, ma anche Bruxelles ed anche Turchia. La Turchia che oggi prende posizione polemica nei confronti di Israele, perché costretta da Bruxelles – come d’altronde accade ad Israele - al ripiegamento nella difesa delle proprie condizioni nazionali. La realtà è che la Turchia, costretta a non essere Europea, deve fare fronte ad una maggiore debolezza rispetto alle insidie dell’area. E per Israele è la stessa cosa; è disperata, non c’è una prospettiva”. La forza concreta dell’idea e della soluzione federalista: “Se è vero che per oltre cinque decenni non ci sono stati conflitti europei, che prima abbondavano, si è dovuto a quella spinta propulsiva (federalista, ndR) che adesso si sta esaurendo”. “La compattezza della idea, della politica radicale, si accompagna alla nostra rivendicazione a creare qualcosa di politico che possa pretendere di essere credibile alternativa di regime in sintonia con il sentimento popolare”.
    17:43 Durata: 4 min 4 sec
  • Pannella sul messaggio di fine anno del Presidente Napolitano: “La sua proclamata ‘imparzialità’ è fra questo centro-destra e questo centro-sinistra, quindi verso il monopartitismo sempre meno imperfetto. Mentre l’Italia di Welby, di Eluana, del voto sul finanziamento pubblico dei partiti, del voto per le riforme istituzionali americane, questa Italia qua è al di fuori della sua nozione di imparzialità perché per lui non esiste”.

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    A questo punto il leader radicale si collega alla sua replica al messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica. “Mi sono permesso di dire al Presidente Napolitano che afferma che ‘si deve cambiare costume’: no, dopo tre generazioni non si deve cambiare ‘costume’ ma i ‘malcostumati’. Il problema è strutturale”. “Coloro che provano di essere di un diverso ‘costume’, rispetto al malcostume dominante, sono credibili perché hanno tenuto un costume diverso rispetto a quello che il Presidente stesso, in questi anni, individua come da cambiare. Un costume è però conseguenza di una struttura, di altre cose, di valori sbagliati, di certe forme organizzative, etc. Allora noi come radicali non dobbiamo vergognarci di dire: noi radicali non abbiamo più l’elettorato passivo in numerose elezioni importanti nelle quali pure avevamo avuto successi importanti; poi quando lo abbiamo (l’elettorato passivo, ndR) siamo eletti ma non proclamati eletti; siamo in un partito che ancora non ha finito di pagare il mutuo tanto che l’unica nostra sede non è ancora nostra. Questo a fronte di una realtà in cui partiti provinciali e regionali hanno patrimoni immobiliari incredibili”. “Allora tutto questo lo dico al Presidente che ha affermato per due volte di avere ‘il dovere dell’imparzialità’. Ma la sua imparzialità è l’imparzialità fra questo centro-destra e questo centro-sinistra, quindi verso il monopartitismo sempre meno imperfetto che c’è nel Paese. Mentre l’Italia di Welby, l’Italia di Eluana, l’Italia del voto contro il finanziamento pubblico dei partiti, l’Italia del voto per le riforme istituzionali americane, questa Italia qua è al di fuori della sua nozione di imparzialità perché per lui non esiste”.
    17:47 Durata: 7 min 4 sec
  • Ancora su Vaticano, messaggio di Napolitano ed Europa.

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    Il Vaticano, “ultimo caso al mondo di Stato assoluto”, ed il suo atteggiamento in Italia. “Appartiene ad un mondo altro che non può essere accettato e tollerato dall’ONU in base alle stesse carte fondanti delle Nazioni Unite”. Le dichiarazioni del capo dell’esorcista permettono a Pannella un parallelo con l’attuale pontificato: “Sono esorcismi pure quelli delle attuali gerarchie vaticane contro i credenti, a partire dai cattolici”. Tornando a Napolitano, il suo è stato il primo messaggio da tempo in cui non ha fatto gli auguri al Papa. Pannella però aggiunge: “Nessuno forse glielo ha fatto notare, ma anche di Europa questa volta non ha parlato per niente. Come mai?”. A proposito di Europa, Pannella torna per un momento sulla figura di Sarkozy, una sorta di “Napoleone il Piccolo”.
    17:54 Durata: 7 min 21 sec
  • Quale differenza tra la diversità proclamata da Berlinguer e quella che Pannella attribuisce ai radicali? “La diversità dei radicali è l’accusa profonda di tutto il resto della politica”.

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    L’articolo di Damato su Il Tempo, critico dell’intervento di Pannella nei confronti del Presidente Napolitano. “Sfido chiunque – lui stesso con la sua onestà intellettuale – a dire che il tono e le parole che ho usato possono avere un checchessia di antipatico, nemmeno di insultante”. Secondo il direttore Bordin, nell’articolo si può trovare implicita una domanda: visto che di ‘diversità’ parlò pure Berlinguer, che differenza c’è tra la diversità che fu comunista e quella radicale? “Lui dovrebbe saperlo, se pensa ai momenti di antipatia che ha avuto nei nostri confronti – replica Pannella - La diversità dei radicali è l’accusa profonda di tutto il resto della politica. A Berlinguer che proclamava la sua diversità, noi dicevamo ‘vacci piano’”. I rapporti tra radicali e Partito Comunista e l’ultimo invito di Berlinguer a Pannella per parlare al Congresso del PCI: “In quel dibattito ho detto cose gravissime. Ed è scoppiato un applauso. Il Presidente fece raccorciare quell’applauso, dando la parola a qualcuno”. “Noi siamo gente, noi non siamo la causa dell’Italia di Welby, di Coscioni, di Nuvoli, di Englaro…. Noi ne siamo un campione rappresentativo”. “Allora la diversità è una diversità storica, è la diversità di Radio Radicale rispetto a qualsiasi altra impresa editoriale e qualsiasi altra impostazione della funzione dell’informazione: innanzitutto far conoscere l’avversario ed i suoi motivi perché i propri possano durare. Quindi a Damato dico: accetto questa tua osservazione e ti rispondo che la nostra diversità è questa”. Il trattamento mediatico della missione radicale in Asia e l’atteggiamento del Partito Democratico.
    18:01 Durata: 12 min 43 sec
  • Le vicende del quotidiano “Liberazione”.

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    Le vicende del quotidiano “Liberazione”. La conversazione di Pannella dell’ultima settimana riportata in parte sul quotidiano di Rifondazione Comunista. Le dichiarazioni di Massimo Fagioli su Vendola che, a detta dello psichiatra, non potrebbe essere contemporaneamente gay, cattolico e comunista. Pannella ricorda che “Fagioli ha accettato di partecipare un anno fa al convegno nostro sull’amore civile. È intervenuto dicendo le cose sue, opposte alle nostre ma accettando un dialogo, venendocele a proporre anche in un tono diverso di quelli ora citati”. “Di Bertinotti lui diceva che per la prima volta inseriva nella politica la realtà umana, citando pure la nonviolenza. Ora lo vorrei chiedere allo stesso Fagioli, o magari a Bellocchio; nel periodo in cui lui influenzò moltissimo Bellocchio, mi pare di ricordare che Fagioli non fosse d’accordo sulla nonviolenza. Mi pare che una delle cose che venivano dette a Marco Bellocchio per tenersi un po’ distante dal dialogo con noi radicali era proprio qualcosa sulla ‘non ragionevolezza’ nostra, anche sul piano nonviolento. Speriamo che Fagioli alla prossima riunione venga invitato ed accetti; una cosa è dialogare in pubblico, un’altra cosa è dire ‘è un appestato’”. Le campagne elettorali che si aprono nelle sedi del movimento di Fagioli.
    18:14 Durata: 5 min 38 sec
  • “L’imparzialità di Napolitano è da unità nazionale. L’unità democratica richiederebbe invece una intransigente riaffermazione” della legalità. Come d’altronde avvenuto con il tentativo radicale “di far rientrare il Parlamento nella legalità costituzionale”, iniziativa raccolta dallo stesso Presidente della Repubblica.

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    “Il nostro essere italiani, americani ed israeliani. Quando dico che la classe dirigente israeliana non ha rapporti con la sensibilità e le idee-forza che abitano a volte il popolo, ho detto un po’ che è quello che accade in Italia”. Pannella torna sul discorso di Napolitano: “Abbiamo detto che l’Italia non è una democrazia, non è uno Stato di diritto…”. L’andamento dei sondaggi elettorali rispetto ai partiti in Israele ed in Italia “non mi appassiona”. “Il problema che pongo al Presidente della Repubblica è questo: se lui è imparziale tra ‘quelli’, di conseguenza è parziale rispetto alla realtà storica. Ed infatti, secondo una mia lettura della Costituzione, il suo compito non è di essere imparziale ma di difendere la sovranità della legge”. “L’imparzialità è da ‘unità nazionale’; la posizione del Presidente nella nostra Costituzione è invece da ‘unità democratica’. Non a caso riviene fuori tutto questo atteggiamento dialogante, togliattiano un po’. Solo che Togliatti lo faceva per calcolo, mentre lui lo fa per cultura, sottolineando questa sintonia proprio quando la gente può essere magari più esasperata nei confronti dell’Oltretevere. È la grande storia del Partito Comunista”. Le figure di Ingrao, Amendola: “mi rivolgo al Presidente con manifesta stima e, perfino affetto, nel senso che in lui vedo la sua storia, vedo i suoi tentativi di far tesoro della sua storia come del meglio al quale possa ispirarsi”. “Dall’oggi al domani sono tutti per lo ‘stato di diritto’. Ma non è vero”. “Lo ripeto: l’imparzialità è da unità nazionale. L’unità democratica richiederebbe invece una intransigente riaffermazione” della legalità. Come d’altronde avvenuto con il tentativo radicale “di far rientrare il Parlamento della Repubblica nella legalità costituzionale. E lì il Presidente Napolitano raccolse quella iniziativa, usando i termini che ha usato nei suoi richiami”. Le sorti della Commissione di Vigilanza RAI.
    18:19 Durata: 8 min 59 sec
  • “Continuano ad avere maggiore rappresentatività dell’opinione pubblica, Tommaso Ciacca, Mario Riccio – il medico di Welby - con i loro libri o le iniziative, rispetto a Ratzinger che è tutti i giorni in televisione a parlare di tutto”. L’appello agli “amici protestanti”: “Non vorrei ci si rassegnasse ad attribuire a se stessi una funzione di mera testimonianza”.

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    L’Osservatore Romano e la nuova direzione: l’articolo sulla pillola anticoncezionale che causerebbe inquinamento atmosferico. “Sono manifestazioni patologiche di un ambiente molto ristretto, ed in ambienti come questi possono portare a dei disastri”. La notizia della diminuzione dell’audience delle manifestazioni pubbliche papali. “Dopo un po’ ha stancato. D’altronde ho l’impressione che continuino ad avere non maggiore eco ma maggiore rappresentatività dell’opinione pubblica, Tommaso Ciacca, Mario Riccio – il medico di Welby - con i loro libri o le iniziative, rispetto a questo (Ratzinger, ndR) che è tutti i giorni in televisione a parlare di tutto”. Pannella si rivolge poi “agli amici protestanti. Sono un po’ dolorante da questo punto di vista, magari perché penso a Giorgio Spini. Oggi sento dire da questo Papa che il Vangelo di Matteo sarebbe importante perché la lettura delle Scritture di per sé non basta e Matteo è importante per il fatto di essere stato testimone dell’incarnarsi nel Verbo del Signore. Poi nella stessa occasione dice che Maria diventa il luogo della suprema saggezza. Che dalla nostra televisione, pur esistendo degli evangelici, dei non credenti, si debbano ignorare queste cose, è cosa che mi preoccupa. Non vorrei che ci si rassegnasse, da parte del mondo evangelico, ad attribuire a se stessi una funzione di mera testimonianza”. “Io vorrei che le contraddizioni delle religiosità, che possono essere vitali, non venissero silenziate. Vorrei che si dicesse che essendo cittadini italiani e contribuenti italiani anche i protestanti, è un’offesa grave alla Costituzione che loro si debbano sentire spacciare per realtà alcune cose per le quali è nata la Riforma stessa”.
    18:28 Durata: 10 min 16 sec
  • Il 2009 radicale: “Io ho voluto per prudenza, da quattro anni almeno, fare del Partito solo una struttura di servizio per gli altri soggetti”. “C’è un’altra prospettiva? Io me lo auguro che noi vogliamo rivolgere un appello a destra e sinistra, ovunque possiamo con i limiti di comunicazione che abbiamo, dicendo che il problema è quello di mandare in pensione il ceto dominante”.

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    Il dibattito sul rapporto tra Radicali Italiani e gli altri soggetti della galassia. “Il 2009 nasce con la mia rivendicazione che la lunga resistenza radicale liberale nonviolenta e federalista, oggi, per rispetto della democrazia e della vita civile, deve avere un obiettivo politico e non di testimonianza o mera resistenza. Per me il Partito Radicale, che non si occupa in modo elettorale delle questioni nazionali”, dovrà essere centrale. “Ho annunciato già che andrò in Cecenia”. La missione radicale in Asia e gli attacchi di Russia e Vietnam al Partito Radicale Transnazionale in sede ONU. “I problemi complicati si risolvono in un solo modo: con la politica. Questo manca un po’, perché la politica significa anche fare o meno questo salto progettuale e programmatico da parte di chiunque è radicale: noi rivendichiamo la necessità e la decisione di organizzare un cambio di regime attraverso la candidatura a governare le istituzioni .Una follia? Vedremo”. “C’è una linea politica radicale profonda che a questo punto deve avere questo momento di crescita. Non possiamo fare un altro decennio di resistenza. Altrimenti vorrebbe dire tradire la realtà del popolo italiano per come la conosciamo: non sa come votare, continua a mancare di informazione”. “Noi abbiamo le carte in regola per essere giudicati nei nostri costumi, nelle nostre scelte politiche e nelle nostre scelte sui temi dolenti. Non è dovuto al fatto che noi siamo più buoni o morali degli altri ma al fatto che abbiamo ricevuto e vivono in noi dei valori vincenti, un legato, che oggi sopravvivono come alternativa all’andazzo del pianeta”. “Io ho voluto per prudenza, da quattro anni almeno, fare del Partito solo una struttura di servizio per gli altri soggetti. Manifestamente”. “C’è un’altra prospettiva? Io me lo auguro che noi vogliamo rivolgere un appello a destra e sinistra, ovunque possiamo con i limiti di comunicazione che abbiamo, dicendo che il problema è quello di mandare in pensione il ceto dominante”. Pannella torna sul convegno dei costituzionalisti: “Che un partito pretenda di essere scelto come proprio partito dai cittadini è normale. Ma può un partito ritenere che il diritto costituzionale alla libertà di associazione sia vietato dall’appartenenza ad una chiesa o ad un altro partito? Su questo non ho trovato risposta. E’ evidente che la risposta è no; sarebbe ingiustificabile che quello che è un diritto costituzionale dell’individuo italiano – la libertà di associazione – fosse sospeso nel momento in cui il cittadino si associa ad un partito”. “Non è una soluzione organizzativa diversa; si tratta di trovare, se c’è, una motivazione politica che appartenga anche a coloro che sono membri costituenti del Partito”. La questione della “doppia, tripla, quadrupla tessera” e lo Statuto del Partito Radicale. “Abbiamo delle associazioni e delle componenti della galassia che hanno tutte quante una caratteristica: hanno idee-forza proponibili nel cuore dell’Africa nera come pure nel cuore delle zone più ricche del mondo”. “2009? 2009 verso il governo alternativo, verso il regime alternativo, per mandare in pensione l’unità nazionale ed i partiti dell’unità nazionale, non dell’unità democratica che invece vuol dire essere in modo più esplicito per lo Stato di diritto. E noi non lo siamo Stato di diritto”.
    18:39 Durata: 27 min 50 sec
  • Conclusioni

    Marco Pannella

    parlamentare europeo (ALDE)

    In conclusione Pannella torna sul problema di Israele ed il dibattito da incardinare su un assunto. “Da una parte vi sono i pessimi governanti di Israele e dall’altra parte le opposizioni morali a questa pessima politica. Se vincono loro c’è la certezza che continuino a vincere guerre, stermini ed altro. Noi riteniamo che il nostro discorso, anche perché non nato ad hoc, ma perché ha dato la nascita all’Europa che oggi sta morendo”, possa essere valido. La cittadinanza onoraria di Roma e Venezia al Dalai Lama; la proposta politica del Dalai Lama, spesso etichettata come “via di mezzo”, moderata. “Quando ci sono le reti stradali antiche, queste sono tante: provinciali, comunali, etc. Se ad un certo punto si fa la via di mezzo, che le taglia tutte quante, l’autostrada, la via di mezzo è quella che si fa su tutte quante le altre, che arriva direttamente all’obiettivo, in maniera conveniente. Questa ‘via di mezzo’ è quella che ha permesso al Dalai Lama e ai suoi di vincere anche contro le riserve che si erano attribuite ad altri”.
    19:06 Durata: 6 min 34 sec