Il cinema non è solo il cinema. Film, politica e libertà. - "La prima linea" di Renato De Maria

Un saluto agli ascoltatori di Radio Radicale da Gianfranco Cercone
Di solito la chiave per comprendere un film la si circa in una delle sue immagini
Nel caso della prima linea i finché Renato Di Maria dedicato al gruppo terroristico prima linea appunto attivo in Italia e la seconda metà degli anni Settanta la chiave la si può forse trovare nella voce del protagonista
è un personaggio ispirato a Sergio Segio uno dei leader di prima linea dal cui libro autobiografico il film è tratto
Lo interpreta Riccardo Scamarcio e la sua voce che racconta in prima persona la vicenda anche a commento di alcune immagini eh intenzionalmente io rigorosamente monotona spenta di ogni emozione
Preoccupata soltanto si liberi di scandire con esattezza e con neutralità tutte le parole che pronuncia
Ci affiora forse a volte una sfumatura di amarezza e si capisce perché io racconto avviene quando Sergio è ormai in carcere e l'avventura terroristica evitata definitivamente per fallita
Anche nel momento in cui si svolge specie nella sua fase conclusiva su cui si sofferma il film era ormai condotta come per inerzia senza più criteri alla possibilità di una vittoria rivoluzionaria
Ecco le caratteristiche di questa voce così devitalizzato AA si trovano un po'per tutto il film
La prima linea e anche un fin d'azione ma anche quando l'azione dovrebbe essere più incandescente per esempio quando con una decisione così quasi estrosa estemporanea viene in incendiata la macchina e l'operaio crumiro
O quando viene gambizzato l'ingegnere di un'industria
L'azione risulta come spinta perché assume i caratteri emotivi del protagonista che pare costantemente introverso Tito in una cupa malinconia
E forse questo un modo per togliere spettacolarità a vicende tragiche
Ma anche la storia d'amore del protagonista con Susanna una sua compagna di lotta è avvolta da questo grigiore uniforme
E allora lo spettatore si chiede senza trovare risposte nel film cosa sarà mai capitato a quest'uomo per farlo cadere in questa specie di carta Tonia
è possibile che non conosca Meyer un momento di accensione emotiva
Magari soltanto di più intensa disperazione gli uomini possono vivere soltanto di una sola emozione
è vero che a un certo punto Sergio un momento di crisi che dichiara la sua compagna di volerla fare finita con il terrorismo di non poterne più di fare del male a tante persone
Ma queste parole poiché non ci è dato partecipare del percorso psicologico da cui sono scaturite sono non può farlo se come messe per forza in bocca al personaggio
Il regista dichiarato di aver fatto questo film per comprendere le ragioni che hanno indotto alcuni giovani ad abbracciare il terrorismo
In effetti fine inserisce la vicenda di prima linea nel contesto delle stragi di Stato
Di scrive le abitudini di vita del gruppo le riunioni clandestine gli appartamenti adibiti dormitori la consuetudine di assumere le apparenze della gente comune per mimetizzarsi
Ma delle ragioni intime di terroristi non ci è dato comprendere nulla o quasi nulla
A proposito di questo film si sono lette sulla stampa polemiche sull'opportunità che lo Stato finanzi un film sul terrorismo ed è intervenuto sull'argomento anche il Ministro dei Beni culturali Sandro Bondi
Che ha rilevato che il film e non fa l'apologia del terrorismo ma che comunque per la delicatezza del tema e per rispetto della SEA alla sensibilità delle vittime del terrorismo
Sarebbe stato bene che lo Stato non finanziasse questo film e produttori Andrea Occhipinti alla fine ha rinunciato a quelle sovvenzioni che già la Commissione ministeriale preposta gli arriva assegnato
Ora chi vi parla è convinto che a sostegno dello spettacolo lo Stato possa fare d'altronde di meglio
Che finanziare direttamente i singoli firmo singoli spettacoli e da questi microfoni lo hanno autorevolmente sostenuto anche il produttore Riccardo Tozzi il giornalista sceneggiatore Andrea Purgatori sul sito di Radio Radicale di spettatori particolarmente interessati
A questo tema potranno comodamente ritrovare riascoltare la trasmissione con loro
Ma credo anche che finché vige l'attuale legge sul cinema vada rispettata ora la legge recita che fine di interesse culturale nazionale dunque meritevoli di sovvenzioni pubbliche sono semplicemente quelli che presentano
Cito significative qualità culturali ci artistica
E allora mi chiedo l'arte la cultura non possono forse occuparsi che non ci sono forse mai occupati del fenomeno del terrorismo
Ma aggiungo qualcosa in più un fiume di valori autistico non potrebbe perfino sostenere le ragioni del terrorismo
L'arte deve forse rispettare il senso comune o anche il buonsenso o non può essere anche portatrice di scandalose e irragionevoli contraddizioni
Certo al di là delle polemiche su prima linea sono dubbi che suggeriscono quanto sarebbe bene che il cinema e il teatro trovassero una strada per liberarsi definitivamente dalla dipendenza dallo Stato