10 LUG 2011
rubriche

Conversazione settimanale con Marco Pannella

RUBRICA | di Massimo Bordin - Radio - 17:01 Durata: 1 ora 59 min
A cura di Enrica Izzo
Player
Puntata di "Conversazione settimanale con Marco Pannella" di domenica 10 luglio 2011 , condotta da Massimo Bordin che in questa puntata ha ospitato Massimo Bordin (giornalista, Radio Radicale), Marco Pannella (presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito).

Sono stati discussi i seguenti argomenti: Politica, Radicali Italiani.

La registrazione video di questa puntata ha una durata di 1 ora e 59 minuti.

Questa rubrica e' disponibile anche nella sola versione audio.
  • Introduzione

    Massimo Bordin

    giornalista (RR)

    Già direttore di Radio Radicale L'iniziativa nonviolenta di Marco Pannella prosegue, affiancato in particolare da Rita Bernardini e Irene Testa, anch'esse in sciopero della fame; le reazioni
    17:01 Durata: 1 min 5 sec
  • L'iniziativa radicale sulla giustizia. Marco Pannella: Ancora una volta il dibattito, per la gente, su queste cose non c’è. Anche a La7 il giustamente celebrato Enrico Mentana, o anche Gad Lerner, non mi pare abbiano fatto un dibattito. Sul problema giustizia - ovvero sullo Stato, perché la giustizia è il principale attributo dello Stato di di diritto - silenzio totale. Andreotti e il contributo della destra cristiana alla costruzione dell'Europa

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Marco Pannella: Ancora una volta il dibattito, per la gente, su queste cose non c’è. Anche a La7 il giustamente celebrato Enrico Mentana, o anche Gad Lerner, non mi pare abbiano fatto un dibattito. Sul problema giustizia - ovvero sullo Stato, perché la giustizia è il principale attributo dello Stato di di diritto - silenzio totale. Il problema non è che siamo silenziati noi; è l’agenda setting della partitocrazia che da 30 anni non tollera, soprattutto a sinistra. Perché a destra, come dicevo per la Dc che a volte aveva aspetto di una marmellata, oggi posso dire altrettanto della destra: la destra, Berlusconi o non Berlusconi, non è stata trainante della partitocrazia. Anche il servizio pubblico è stato sempre caratterizzato da gente di destra che aveva il potere e via dicendo, ma in realtà il tipo di azione partitocratica e non di servizio pubblico è stato connotato da sempre dal traino dell’incultura della sinistra sui problemi dello Stato di diritto e della democrazia. Faccio un esempio: quando sono salito qui, tre persone che ho incontrato mi hanno detto: ‘Ma questo sciopero della fame?!’. E non vi dico in aereo, treno... Su questo varrebbe la pena approfondire: è possibile che in 40 anni, tra gli approfondimenti televisivi, non ci sia mai stata una cosa sola che riguardasse i digiuni, gli scioperi della fame, la nonviolenza? Anche questo fa sì che continuo a ritenere che la lettura giusta della storia della Repubblica italiana non sia quella che parla di Prima e Seconda Repubblica; sono 60 anni di partitocrazia anti-Stato di diritto. Ho dovuto aspettare avanti ieri un articolo sul Manifesto, tra l’altro di un ex presidente di Magistratura democratica, Livio Pepino, per trovare una eco della iniziativa radicale, commenta Pannella. Perfino Luca Ricolfi, pur essendogli molto grato per aver sottolineato la straordinarietà radicale rispetto a tutto il resto, però a un certo punto diceva: sul carcere sono d’accordo, su tutte le altre cose magari no. Il problema è che io parlo di tutte le altre cose, non parlo del carcere, se non come appendice, da 30 anni, della crisi dello Stato di diritto che si è realizzata come avevamo previsto. La battaglia radicale sulla giustizia, in Parlamento, già negli anni 70. La battaglia, anticipatrice anch’essa, sul debito pubblico e quella per una maggiore integrazione politica europea: Fu un contributo straordinario quello di Giulio Andreotti, quando scattò la decisione del prendere la Spagna nell’Unione europea; io ricordo che accadde un'altra cosa molto importante: Giulio Andreotti e Bettino Craxi presero la posizione che noi avevamo assunto rispetto a un’infausta posizione del celebratissimo Jacques Delors (presidente della Commissione europea dal 1985 al 1995, ndr) che, dopo Maastricht, aveva proposto quello che poi accadde, chiamandolo l’Atto unico del Lussemburgo, che è l'inizio della frana. Ma c'è un altro aspetto della politica di Prodi che Pannella ci tiene a sottolineare: Che cosa diceva Prodi in termini ghiotti? 'Niente incremento dei membri. La partnership su tutto tranne che sulle istituzioni'. Ovvero tutto tranne che l'Europa spinelliana, l'Europa federale, l’Europa d’Otto d’Asburgo e di una destra che in quel momento ha avuto profondi meriti perché si è schierata su questo, mentre anche una persona che noi abbiamo amato moltissimo come Willy Brandt (cancelliere della Repubblica federale tedesca dal 1969 al 1974, ndr) ha accettato questo ma in Europa diciamo che in quel momento è stato più determinante l'apporto dei democristiani per quel salto di qualità nel senso di Ventotene. Prodi invece diceva: ‘Tutto tranne le istituzioni’. Di questo sta morendo l’Euro-Mediterraneo
    17:02 Durata: 11 min 30 sec
  • Pannella: Divorzio, aborto, obiezione di coscienza, la grande lotta contro lo sterminio per fame nel mondo, la ‘mala’ chiusura dei manicomi, il voto ai diciottenni e la riforma del diritto di famiglia, tutto questo si è fatto grazie al combinato disposto tra la lotta referendaria che il regime ha individuato per primo - con i colonnelli di regime che per 20 anni sono stati quelli della Corte costituzionale - ma poi c’era anche la nonviolenza

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella: Questa storia della nonviolenza è bene che sia chiara a tutti. La gente per riflesso si continua a chiedere: 'Ma come volete che con la nonviolenza si ottiene di battere questo?' E ancora, c’è un’altra cosa che si sente: 'Certo, tra aborto e divorzio, avete fatto tante cose uniche'. No, () divorzio, aborto, la grande lotta contro lo sterminio per fame nel mondo, la ‘mala’ chiusura dei manicomi, il voto ai diciottenni e la riforma del diritto di famiglia, tutto questo si è fatto grazie al combinato disposto tra la lotta referendaria che il regime ha individuato per primo - con i colonnelli di regime che per 20 anni sono stati quelli della Corte costituzionale - ma poi c’era anche la nonviolenza. Il leader radicale fa un un inciso sulla battaglia per l'obiezione di coscienza: Quell’obiezione di coscienza che abbiamo strappato, e vogliamo pur dire che forse questo avrà provocato - sarà un bene o un male la fine del servizio militare obbligatorio in Italia? Allora, io ricordo che con Alberto Gardin andammo dal Congresso di Torino a Cannes, dove c’era il presidente Pertini. Andammo ed eravamo in sciopero della fame. Amintore Fanfani, presidente del Senato, per primo aveva dato la sua parola a noi Radicali della Lega per l'obiezione di coscienza che avrebbe messo ai voti questa cosa dell'obiezione di coscienza che si trascinava da anni. Poi Pannella torna a parlare dello strumento nonviolento e di quanto si raccomandano con lui con frasi del tipo 'Mi raccomando, non rischiare', etc.: Un minimo di ragionamento anche su questo. Sono almeno 40 anni, forse si avvicinano ai 50 visto che ho cominciato nel 1962 a Parigi con Le Point, che faccio questo. E sono 50 anni che sento questo. Probabilmente sono 50 anni in cui di notte mi faccio delle grandi mangiate di cinghiale; i medici però mi seguono molto, ci sono le analisi che sempre facciamo in questi periodi. Allora vuol dire che quando io dico che il nonviolento deve riuscire a rischiare la vita senza cadere nella morte, perché sarebbe un insuccesso gravissimo, e che quindi io esercito anche con il sapere e l'aiuto di conversazioni con i medici, con quello che accade al mio corpo. E’ possibile che quando noi indicavamo, già negli anni 80, i 30 milioni di morti che aveva annunciato l’Onu, e sostenevamo di non poter accettare questa situazione, c’erano stati dei momenti in cui quello che si vedeva era il rischio presunto di morte mia, mentre i 30 milioni scomparivano. Era un meccanismo culturale, un meccanismo indotto, di modo che questa cosa resta... Oggi proprio grazie al problema della giustizia e del carcere abbiamo - pare - decine di migliaia di famiglie coinvolte in questa lotta nonviolenta; comincia ad avere caratteristiche un po’ di massa. Risultato dell'assenza di informazione: Quasi nessuno di quelli che sono intervenuti conosce le nostre proposte da 30 anni, perché sono sempre quelle. Livio Pepino ha trovato invece una formula quello che noi diciamo davvero da 30 anni: 'Qui non c’è lo stato sociale, c’è lo stato penale’. Quando noi dicevamo che il proibizionismo criminalizza i grandi fenomeni sociali e in questo modo ne fa dei veri flagelli incontrollabili: per l’aborto, per la droga, per la famiglia. Ergo: La battaglia attuale è sullo Stato, non sulle carceri
    17:13 Durata: 14 min 1 sec
  • Binetti, Manifesto e il settimanale Altri a sostegno dell'iniziativa radicale

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella: Volevo dire che sono ho visto ieri, tra gli elenchi di coloro che aderiscono e sostengono questa nostra battaglia per la riforma della giustizia e la situazione carceraria, che c’è anche la Binetti. Volevo dargliene atto e dire che questa cosa sicuramente l’ho notata. La polemica tra Croce ed Einaudi sul "fiore della libertà". L’attenzione del Manifesto all'iniziativa radicale: Ne sono molto felice, e tornerò a raccontare il mio incontro con Pintor, un anno prima che morisse, sotto la sede del Manifesto di allora. Quando gli dissi, ricordando una serie di errori loro: 'Ma è possibile che noi non riusciamo a convergere?'. Lui mi disse: 'Sì, una cosa è vera: non ci siamo mai presi'. A questo punto devo dire che già da un anno o due c’è un cambiamento di atteggiamento del Manifesto nei nostri confronti, che non si esplicita se non in stili e riflessi dei loro giornalisti abituali, e poi anche questa cosa per cui un magistrato come Pepino ha potuto esprimere queste opinioni sul Manifesto. Il sostegno del settimanale Altri, diretto da Piero Sansonetti, un sostegno quasi incondizionato della funzione che abbiamo - osserva Pannella - non c'è la preoccupazione di fare dei distinguo ('però su questo, su quest'altro'). Mi dicono che Fausto Bertinotti in questo periodo dice una cosa che sarà interessante prima o poi arricchirci di questo: lui ritiene che l’analisi complessiva che abbiamo e che ho, lui oggi può condividerla. Per essere più esatti, quello che mi è stato riferito è che sostiene che ‘è la migliore di quelle che vi sono in corso’. Le posizioni di Nichi Vendola sui rapporti con i Radicali
    17:27 Durata: 7 min 17 sec
  • I comunisti e la mancata attenzione all'evoluzione del socialismo in socialismo reale: Non vorrei che oggi rispetto alla giustizia, al carcere, ci sia di nuovo questo riflesso di sottovalutazione di che cosa significa non rispettare una concezione di diritto dello Stato, per avere bisogno invece di una concezione penale dello Stato

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella: Si accorsero, fra i primi, del socialismo reale i comunisti che andavano in carcere ed erano espunti dal partito. Noi siamo cresciuti, e io sono cresciuto, con molti di costoro. Perché non era soltanto Ignazio Silone, ma tutti a livello del Congresso per la libertà della cultura: Chiaromonte, Renato Mieli, l’ambasciatore Eugenio Reale. Il problema vero italiano ed europeo è che purtroppo coloro che sia pure dall'interno con ottime e nobili posizioni non si erano resi conto quanto il socialismo reale fosse divenuto l'elemento mostruoso ancora più grave e universale del nazismo. Oggi ho l’impressione che anche le migliori posizioni di estrazione comunista si accorgono della democrazia reale tanto quanto si accorgevano del ‘socialismo reale’. Proprio nella corrente amendoliana si era meno attenti nei problemi rispetto a Mosca, mentre la sinistra comunista... E allora per essere anche non reticenti: devo dire che il Presidente della Repubblica non si era accorto di quello che stava accadendo a Napoli e in Campania in 30 anni. Se oggi non ci rendiamo conto che il problema europeo è anche quello di democrazia reale, che Bush è stato di democrazia reale, che tutto questo, uno poi sta a Napoli e lo vive come quando stava a Roma, in Italia, e viveva quello che accadeva in Ungheria o in Romania. Bordin osserva che non è esatto dire che i comunisti più riformisti non si accorsero delle storture del socialismo reale; l'evoluzione di Giorgio Napolitano; la figura di Enrico Berlinguer e il tentato omicidio da parte dell'Urss. Pannella: Anche nel gruppo amendoliano che era quello che avrebbe dovuto essere più attento a questo aspetto (quello dell'avanza del socialismo reale), molti lo erano di più agli aspetti italiani riformistici-economici, con più vicinanze a La Malfa, a Saraceno etc. Era una loro scelta, quella di impegnarsi di più in battaglie concrete: Però quando gli eventi sono quelli di decine di milioni di persone che vengono assassinate. Non vorrei che oggi rispetto alla giustizia, al carcere, ci sia di nuovo questo riflesso di sottovalutazione di che cosa significa non rispettare una concezione di diritto dello Stato, per avere bisogno invece di una concezione penale dello Stato
    17:34 Durata: 11 min 26 sec
  • Nell'ultimo tentativo di dialogo di Pannella con Berlusconi, il leader radicale ha provato a dirgli: Cosa ti impedisce adesso di fare il colpo? Il Pd ha scelto unanime per l'uninominale a due turni. Tu hai dichiarato per cinque anni, fino al 1999, che eri per la riforma americana nostra. Quindi a questo punto dì: ‘Noi siamo per quello’

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella sui due referendum promossi da gruppi diversi del Pd: Sono tutti contro, assolutamente, la posizione assunta dal congresso del Pd non del 'bipolare maggioritario', come dicono oggi, ma dell'uninominale maggioritario. La superiorità della democrazia anglosassone, non solo in quanto a sistemi elettorali: Il procuratore che a New York ha avviato la procedura contro Dominique Strauss-Kahn, e adesso quello che l’anno scorso a Londra non aveva portato avanti una indagine relativa anche alle intercettazioni di cui si parla in questi giorni, tutti e due oggi sono sotto accusa e si sono scusati. Perché lì il Pubblico ministero può sbagliare, ma risponde di questo, e gli viene riconosciuto. Invece questa obbligatorietà dell’azione penale e questa giuria all'italiana. Il parallelo con i due referendum elettorali: Nei prossimi giorni, su richiesta di tutti direi, riuniremo la presidenza della Lega per l’uninominale per rispondere a questa storia. Noi abbiamo scelto il nome la Lega per l’uninominale maggioritario; adesso uno vuole tornare al Mattarellum - l'ideale del Matterellum - , l’altro preserva la sostanza di quote proporzionali; a questo punto è bene riproporre e dire: noi siamo, con possibilità di correzione, per la delibera del Partito democratico (uninominale alla francese); una correzione può essere quella più anglosassone che francese. Sul maggioritario auspicherei che anche Antonio Martino o quelli che sono sempre stati favorevoli a questo cerchino di parlare a quel poveraccio di Silvio. Il discorso del nuovo segretario del Pdl, Angelino Alfano: Racconta, narra anche lui, ed ecco quello che ha detto: 'Io all’inizio del '94 ho sentito questo richiamo'. Ma il richiamo era il richiamo fatto da Silvio - con la contraddizione, che io ho ricordato, quando disse di preferire Fini a Rutelli - allora era la rivoluzione liberale di massa, l’anti-partitocrazia. Non si parlava di cose cattoliche, non era questo il connotato. Nell'ultimo tentativo di dialogo di Pannella con Berlusconi, il leader radicale ha provato a dirgli: Cosa ti impedisce adesso di fare il colpo? Il Pd ha scelto unanime per l'uninominale a due turni. Tu hai dichiarato per cinque anni, fino al 1999, che eri per la riforma americana nostra. Quindi a questo punto dì: ‘Noi siamo per quello’. L'atteggiamento di Repubblica nei confronti dei Radicali
    17:46 Durata: 14 min 20 sec
  • Dal debito pubblico alle pensioni, passando per il welfare: le battaglie dei Radicali sull'economia

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Il vertice dell’Unione europea sull’andamento delle Borse e gli attacchi speculativi nei confronti dell’Italia. Pannella: Mi dispiace che non ci sia già Draghi al Parlamento europeo. Perché Draghi conosce bene Tremonti. L'affaire Milanese e la battaglia radicale per la smilitarizzazione della Guardia di Finanza: Abbiamo avuto un Presidente della Repubblica - ricorda Pannella - che di notte riceve i generali della Guardia di Finanza e fa smentire una delibera ufficialmente annunciata dalla suprema corte della mafiosità partitocratica che, alle sei di pomeriggio, aveva annunciato che tra i referendum ammessi c’era anche quello sulla smilitarizzazione della Guardia di Finanza. L'indomani si disse che era stato un errore. Lo scoop di Maurizio Belpietro sul Tempo. Di fronte alla crisi economica, torna il tema del governo d'unità nazionale, con una certa forza: Con la sua forza costante, perché anche quando non l’hanno fatto, hanno gestito con complicità sugli interessi comuni. Avevamo preannunciato che di Berlusconi era la destra che voleva liberarsi di lui. A questo punto però cosa succede? Guarda caso, viene fuori che a Tremonti - proprio nel momento in cui da qui era profetizzato come successore insieme al suo collega Bossi, adesso viene un po' indebolito. Le battaglie Radicali sull'economia: Da parte nostra, come storia radicale degli ultimi 30 anni in particolare, abbiamo individuato il fatto ‘debito pubblico’ come necessità di uno Stato partitocratico, quindi non assistenziale ma che deve continuamente crearsi la clientela dei monarchi assoluti. Abbiamo posto poi all’inizio degli anni 80 il problema delle pensioni, in un duplice fatto: uno, ottenemmo il raddoppio delle pensioni sociali, contemporaneamente lottando per il fatto che, mentre aumentava tendenzialmente del 40-50 per cento l’età media, soprattutto dei poveri, il problema centrale è quello delle pensioni, del lavoro, etc.. L'obiettivo del "welfare universale" e la sintonia con Giuliano Amato e Domenico Siniscalco. Lo scontro essenziale per una effettiva universalizzazione del welfare, che significa anche una maggiore radicalità nei confronti delle corporazioni e dei riflessi corporativi. C’è un nesso: perché si difendono le professioni dai nuovi che arrivano; vale per i medici, per i farmacisti, per i notai, vale dappertutto. Le iniziative radicali su Telekom-Serbia. E' giusta la posizione di Pari e dispare - osserva Pannella - quando dicono una cosa precisa e concreta: noi abbiamo vinto questa storia dell’equiparazione (seppur progressiva e lenta) dell’età pensionabile tra uomo e donna, in cambio - fu in particolare Emma Bonino a fare questa lotta - della destinazione di questi 4-5 miliardi di risparmi a strutture sociali di welfare. Questo è un punto centrale: loro per esempio dicono ‘la famiglia’, vogliono sovvenzioni alla famiglia, ma non vogliono in realtà una politica strutturale perché sarebbe qualcosa che esigerebbe un po’ di Stato di diritto. Il paragone con il referendum sulla gestione dei servizi pubblici locali e in particolare dei servizi idrici e con il ruolo delle municipalizzate. Il futuro nebuloso delle pensioni e la denuncia decennale dei Radicali contro la bancarotta fraudolenta dello Stato, perché queste cose erano già pre-viste. Infatti questi sono violenti, corrotti nella loro violenza perché, non sapendo governare e accorgendosene, come tutti gli impotenti al governo diventano prepotenti. In questo c’è un fondo di disperazione dovuto alla mancanza di idee. I Radicali e il governo tecnico di Giuliano Amato (giugno 1992-aprile 1993). Il suggerimento (non richiesto) a Berlusconi di fare l'unità nazionale sulla delibera del congresso del Pd che Bersani non rispetta, ovvero quella della riforma elettorale in senso maggioritario
    18:00 Durata: 20 min 36 sec
  • La situazione mediorientale e la mancanza di una politica europea: Ma la vera tragedia è che già adesso lì al Cairo questi che hanno fatto questa rivoluzione sicuramente hanno più fame e meno pane rispetto a tre mesi fa; vale lo stesso per la Tunisia, vale ovunque. Il sostegno del governo alla battaglia radicale contro le mutilazioni genitali femminili e i rischi di matrice soprattutto tremontiana per Radio Radicale.

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Marco Pannella è di ritorno da una missione a Tunisi: Qualche settimana fa dicevo che il Cairo è zona sottoproletaria, popolosa, che ha espresso in gran parte la rivoluzione nonviolenta che c’è stata. Il problema è che non essendoci Ike ma essendoci il caro Obama, non essendoci il piano Marshall perché non c’è Marshall. Non ci sono neanche i soldi, interviene Bordin. Pannella replica: Allora probabilmente i soldi li tolsero intelligentemente dal bilancio militare perché era interesse anche loro. La politica dei complessi militari-industriali in certi momenti può essere idiota e in certi momenti può essere intelligente. Ma la vera tragedia è che già adesso lì al Cairo questi che hanno fatto questa rivoluzione sicuramente hanno più fame e meno pane rispetto a tre mesi fa; vale lo stesso per la Tunisia, vale ovunque. Le critiche a Romano Prodi e alla politica europea di voisinage nei confronti dei paesi del Mediterraneo. Ancora sulla trasferta a Tunisi: Siamo andati lì con molte difficoltà, perché 20-30 anni fa in Tunisia e in Albania tutti erano per la Juventus, che in quel momento era di moda, e poi mi conoscevano. Allora vado lì e trovo che solo quelli che hanno più di 50-60 anni si ricordano un pochino del Partito Radicale e di me. Poi in termini di classe dirigente c’è però il prestigio radicale, c’è il prestigio di Emma Bonino; però andare lì e trovare un ministro autorevolissimo che tre giorni prima era stato a Roma a discutere proprio sull’Euromediterraneo e il diritto d’asilo, e rendersi conto che lui non sapeva minimamente che su questo noi abbiamo una posizione piuttosto antica, collaudata, classica, che oggi si rafforza; comunque la cosa è andata molto bene perché c’è stata questa empatia nel guardare la situazione tunisina. Il Consiglio generale del Partito radicale transnazionale a partire dal 22 luglio: Adesso però abbiamo difficoltà estreme che sono connesse alla nostra clandestinità nella situazione italiana. La situazione dei parlamentari cambogiani iscritti al Prt. Noi abbiamo solo degli aiuti, della comprensione, per fortuna, della Farnesina e del Governo - non certo su Radio Radicale dove per ispirazione mi pare più tremontiana si cerca di ammazzarci e io devo dire che ci possono ferire gravemente, ma se si illudono di poter far finire la storia di Radio Radicale si sbagliano di grosso - sulle mutilazioni genitali femminili. Dobbiamo dire grazie anche alla collaborazione del governo e della Farnesina. Ecco le contraddizioni sulle quali si intende agire
    18:21 Durata: 10 min 40 sec
  • Ancora sulle carceri: Non c'è solo il sovraffollamento. È una realtà criminale e criminogena rispetto alla legge. E mi rammarico che su questo il Presidente Napolitano, ammirevole nel modo in cui vive la sua responsabilità, questo problema della incompatibilità con la democrazia, con la Costituzione, di comportamenti che da decenni sono criminalmente professionali, non lo colga

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Beppe Grillo invita il Presidente della Repubblica a creare un governo tecnico guidato da un uomo estraneo ai partiti, con l’unico obiettivo di evitare il peggio. I governi tecnici e i nomi in lizza come quello di Mario Monti. Allora a questo punto ci sarebbe Emma Bonino molto di più. Ma il guaio è che Emma Bonino è popolare. Monti è stimatissimo, Emma è pericolosa perché popolare. La magistratura che torna protagonista: Oggi ho letto sul Messaggero che il Prefetto di Roma si spiega tutti i morti e gli accidenti in città con una lotta tra Camorre e ‘ndranghete a Roma, a partire dai locali e dagli spacciatori che si contendono il territorio. Potrebbero dare un incarico di Prefetto straordinario a Rita Bernardini, la deputata radicale che aveva parlato già mesi fa alle infiltrazioni malavitose a Roma. La questione sicurezza a Roma. Al Consiglio generale del Prt si parlerà anche dei carceri come nuclei consistenti di Shoah: Non c'è solo il sovraffollamento. È una realtà criminale e criminogena rispetto alla legge. E mi rammarico che su questo il Presidente, ammirevole nel modo in cui vive la sua responsabilità, questo problema della incompatibilità con la democrazia, con la Costituzione, di comportamenti che da decenni sono criminalmente professionali, non lo colga. Il convegno sulla giustizia da organizzare e tenere al Senato con il coinvolgimento del Presidente Schifani: Non dico gli Stati generali della giustizia, ma qualcosa del genere. Volevo anche ringraziare - mi è stato segnalato da Strik Lievers-– che il direttore di Tempi, Amicone, di area cattolica e militante e che ha una sua personalità, ha detto: ‘Io se oggi fossi al posto di Berlusconi nominerei Pannella ministro della Giustizia’. Volevo ringraziarlo davvero
    18:31 Durata: 14 min 33 sec
  • Conclusioni

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella: “Ricordo ancora una volta ai nostri ascoltatori: si informino di come Tremonti, e quindi Berlusconi, continuano a comportarsi da 2-3 anni, avendo di mira la speranza di ammazzare Radio Radicale. E devo dire: non ci contino. L'accorciamento e poi il futuro rinnovo della convenzione con Radio Radicale: Ricordiamo ai nostri ascoltatori che si parla del rinnovo di una concenzione, cioè di un contratto, nel quale appunto la opera - in questo periodo credo che stiamo dando ai dibattiti parlamentari, al di là dei nostri obblighi, un rilievo e una puntualità che senza dubbio non ha nessun confronto con quello che Butti e altri continuano a dire farebbe Radio Parlamento. L'atteggiamento dei diversi membri di governo nei confronti di Radio Radicale: Il ministro Romani è bendisposto; per un altro verso ci può entrare anche il ministro della Cultura, Galan, che è ben disposto; però sono bene disposti e sono totalmente impotenti di andare nella direzione che sinceramente auspicano. Non parliamo di Gianni Letta che comunque resta, ed è sempre rimasto, attento ed impegnato, anche perché è stato sempre un ascoltatore della radio, non solo per controllarla, ma evidentemente perché riteneva fosse utile ascoltarla. Bordin scherza: Eh vabbé, ci manca l’appoggio dell’onorevole Milanese. O di Bisignani, replica scherzando il leader radicale. La situazione di Alfonso Papa e della giustizia napoletana
    18:46 Durata: 13 min 39 sec