Cinema & cinema: "Timbuktu" di Abderrahmane Sissako

Un saluto agli ascoltatori di Radio Radicale si dice che nessun genere narrativo sappia rendere con altrettanta esattezza la normale vita quotidiana come il giallo
è un luogo comune ma ha una sua logica nel giallo i fatti minimi della vita quotidiana servono evidenziare per contrasto quell'evento eccezionale che ha il diritto che come si sa forma l'enigma al centro del racconto giallo
Non è tuttavia di un giallo che voglio parlarvi ma di un film di denuncia intorno al tema attualissimo della Jihad si intitolati induca tu ed è diretto da un regista della Mauritania Abderrahmane si Sacco il film è candidato all'Oscar
Come miglior film straniero ed è di produzione anche francese
è un finché a ben guardare utilizza lo stesso procedimento del giallo
Infatti come evidenziano i meglio quella catena di delitti atroci perpetrati dei guerriglieri della Jihad che assalgono tintura città del Mali e mi assumo il potere
Ecco se non proprio raccontando una vita pacifica del villaggio precedente o estranea alla loro venuta che lotta per mantenersi inalterata nelle proprie abitudini
Per questo il film è costellato uno di eventi minimi a prima vista insignificanti che raccontano appunto le abitudini degli abitanti del villaggio ognuna delle quali a vario titolo finisce stravolta dalla violenza dei jihadisti
Le firme si dimostra che gli stessi musulmani sono vittime dei fanatici al potere
Che la Sharia imposta senza pietà senza clemenza
Prescindendo dal dialogo da ogni tentativo di persuasione risulta loro stessi contraria ai principi del Corano
Che distrazioni innocenti come giocare a pallone o cantare sono assolutamente vietate e punite con la più crudele severità
Che i guerriglieri così
Ferocemente moralisti sulle cose del sesso
Si approfittano poi delle ragazze del villaggio sposando lì con la forza contro il volere loro e delle loro famiglie ma ecco se il film si limitasse all'illustrazione di queste tesi
Alla denuncia di indici di simili casi farebbe un'opera di informazione certo utile ma forse poco aggiungerebbe a ciò che abbiamo già preso dalle cronache dei giornali
Non ci offrirebbe insomma quello sguardo ulteriore più un profondo più essenziale che ci si attende da un'opera d'arte
Ma nel caso di Tim tu sarebbe credo un rimprovero ingiusto
Perché proprio ecco nella descrizione della resa di quelle abitudini di vita che siano quelle di una piccola famigliola di Tuareg che attendono il tramonto seduttivo distesi sotto la loro tenda nel deserto
O gli affanni di un bambino che porta al pascolo le vacche che tendono a ribellarsi alla sua guida
O il divertimento serale di un'altra famiglia che consiste proprio nel cantare un nel suonare nel chiuso delle proprie camere
Ecco in questi momenti che il film riesce a suggerirci un'altra idea
Più imprevedibile e sottile
Che questa vita rassegnata le sue ristrettezze
E per la quale le umili gioia e diciamo che i jihadisti vorrebbero vietare risultano preziose
E nel suo spirito religiosa proprio per l'accettazione della vita dei suoi limiti e dei suoi splendori
è uno spirito che si manifesta forse con più evidenza nell'episodio in cui un giovane padre di famiglia Tuareg viene condannato a morte da un tribunale di jihadisti per un omicidio che ha commesso senza volerlo nel corso di una colluttazione
Malgrado lo strascico di doversi separare dal sempre dei propri cari in particolare da sua figlia ancora bambina
Accetta mite mente la propria condanna senza un moto di odio verso i suoi giudici perché la considera una manifestazione della volontà del Dio onnipotente
è una reazione in cui non si avverte la parte dell'autore del film nessuna forzatura edificante risulta non soltanto del tutto verosimile ma anche sublime proprio per lo spirito religioso che ha introiettato dal personaggio
E che si riflette nel suo sguardo come del tono della sua voce
E proprio per questo la violenza dei jihadisti oltre che Creta il feroce risulta anche impiglia
Dunque Timpu tu di Abderrahmane si Sacco un saluto da Gianfranco Cercone