14 OTT 1992

Intervento di Adelaide Aglietta sul processo di integrazione europea

STRALCIO | - PARLAMENTO EUROPEO - 00:00 Durata: 5 min 32 sec
A cura di Andrea Maori
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Registrazione video di "Intervento di Adelaide Aglietta sul processo di integrazione europea", registrato a Parlamento Europeo mercoledì 14 ottobre 1992 alle 00:00.

Sono intervenuti: Adelaide Aglietta (parlamentare europeo, Federazione dei Verdi).

Tra gli argomenti discussi: Accordi Internazionali, Balcani, Cee, Consiglio Europeo, Crisi, Delors, Democrazia, Ecologia, Est, Europa, Federalismo, Governo, Istituzioni, Maastricht, Nazionalismo, Parlamento Europeo, Sme, Solidarieta', Stato, Unione Europea.

La registrazione video ha una durata di 5 minuti.

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  • Adelaide Aglietta

    parlamentare europeo (VERDI)

    Signora Presidente. signor Presidente del Consiglio. signor Presidente della Commissione. colleghi. siamo tutti d'accordo nel dire che la Comunità si trova oggi ad affrontare la sua crisi più grave, crisi di credibilità e di consenso nelle opinioni pubbliche dei nostri paesi: scarsa credibilità di una dimensione istituzionale complessa e poco lineare, forte estraneità a meccanismi decisionali poco trasparenti, dissenso diffuso rispetto a scelte politiche non condivise le cui conseguenze assumono sempre più nell'opinione pubblica la dimensione dell`imposizione piuttosto che quella della partecipazione e dell'impegno. E se possiamo coltivare l'illusione che ogni crisi possa essere la premessa di una crescita dobbiamo anche dirci con estrema franchezza che un cocktail di questo genere può essere l'annuncio di un processo di progressiva degradazione. Non dico questo per mala disposizione a giocare, anche solo verbal- mente, allo sfascio ma per sottolineare l`estrema preoccupazione di un'europeista convinta, preoccupazione che non deriva tanto, o non solo, dal quadro che abbiamo davanti, quanto dalla miopia con cui le nostre Istituzioni reagiscono ed operano. E quando dico "le nostre Istitu- zioni" uso un eufemismo perché in realtà una delle tre Istituzioni, il Parlamento, è confinata ai margini delle scelte politiche comunitarie. E qui vorrei rivendicare la lungimiranza delle richieste che il Parlamento europeo ha presentato nel corso delle ultime conferenze intergovernative, affinché ci si potesse presentare alla gente non con un compromesso incomprensibile, e dunque contestato e contestabile, ma con un progetto di costruzione dell'Europa finalmente liberato dalle troppe zone oscure e dalle sacche burocratiche. Miopia dunque nel percorso che abbiamo alle spalle? Miopia di oggi, pare a me. nel modo in cui il Consiglio, e per certi versi anche la Commissione, reagiscono alla situazione. Lei parlava, signor Presi- dente del Consiglio. di portare con noi i cittadini, ma pensate veramente, voi, di colmare il fossato che vi divide dalla gente continuando a negare legittimità e potere all'istituzione che si fonda sulla delega diretta della sovranità popolare? Pensate forse che non sarebbe stato un annuncio forte e accolto con favore dalla gente quello che nel nuovo Trattato, infine, i poteri legislativi e di controllo tornavano nelle mani degli eletti e che quindi d'ora in poi le decisioni avrebbero avuto la dovuta legittimità e trasparenza? Che il potere costituente era infne restituito al Parlamento e ai parlamenti? Non è forse stato questo il primo passo delle nuove democrazie costituentesi all'Est e accolto da noi come il simbolo della nuova volontà democratica? E ritenete accettabile per un`opinione pubblica disorientata che il principio della sussidiarietà, principio regolatore di una costruzione di tipo federale quale quella immaginata dai padri fondatori e finora mai smentita o ufficialmente abbandonata, possa essere lo strumento di rinazionalizzazione delle competenze comunitarie o, per altro verso. di esclusione dei poteri regionali? E come è possibile, infine, non capire con i fatti che ci stanno davanti. la pericolosa battuta d`arresto dello SME, la crisi del percorso dell`Unione economica e monetaria, la tragedia dell'ex Jugoslavia ai nostri confini, le nuove tensioni etniche che dilagano a Est e la morte per fame che dilaga a Sud, che l'Europa politica. non quella di Maastricht, quella altre Maastricht. trasparente, democratica, che urge. per governare la transizione verso una società ecologica e solidale. attenta a fronteggiare l`esclusione e la marginalità sociale. in grado di aprirsi all'Est che bussa alla porta e capace di risposte forti e generose al Sud che muore di fame e al degrado del pianeta? Sono le risposte a queste domande che l`opinione pubblica attende dal Venice di Bimiingham e non possono essere né risposte che strizzano l`occhio alle derive nazionaliste né risposte che testimoniano della paura dei govemi di perdere potere a favore del Parlamento, e, dunque, dei cittadini. Abbiamo tutti un compito difficile. Ne è testimonianza anche il compromesso del Parlamento che il mio gruppo, pur condividendone molte parti, non ha firmato perché troppo timido. un compromesso che si arresta davanti alla costituzione come davanti a un tabù la cui sola evocazio- ne può avere poteri devastanti. Bisogna avere il coraggio e la ragionevolezza della democrazia. Un consiglio e anche una commissione, Presidente Delors: ancora preoccupati di continuare a mantenere il Parlamento sotto tutela e incapaci di vedeme il ruolo fondamentale di raccordo con le opinioni pubbliche si rischia, per non percorrere nno in fondo la strada della democrazia, di percorrere la strada del fallimento dell'Europa: questo è quanto tutti noi, credo, non vogliamo e non auspichiamo.
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