04 MAG 1994

Intervento di Alexander Langer sul processo di allargamento dell'Unione Europea a Finlandia, Norvegia, Austria e Svezia

STRALCIO | - Parlamento europeo - 00:00 Durata: 2 min 34 sec
A cura di Andrea Maori
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Registrazione video di "Intervento di Alexander Langer sul processo di allargamento dell'Unione Europea a Finlandia, Norvegia, Austria e Svezia", registrato a Parlamento Europeo mercoledì 4 maggio 1994 alle 00:00.

Sono intervenuti: Alexander Langer (parlamentare europeo, Federazione dei Verdi).

Sono stati discussi i seguenti argomenti: Austria, Est, Esteri, Europa, Finlandia, Norvegia, Parlamento Europeo, Svezia, Unione Europea.

La registrazione video ha una durata di 2 minuti.

Il contenuto è disponibile anche nella sola versione audio.
  • Alexander Langer

    parlamentare europeo (VERDI)

    intervento in tedesco, traduzione in inglese (DE) Signora Presidente, per i Verdi è chiaro che Finlandia, Norvegia, Austria e Svezia appartengono all'Europa, come d'altronde molti altri paesi che non fanno ancora parte dell'Unione dei Dodici ma che aspirano e vorrebbero partecipare a questo processo d'integrazione ?nora straordinariamente ef?cace, pacifico e duraturo. Pertanto, ci si può soltanto rallegrare per l'adesione di questi quattro paesi democratici, pacifici, impegnati a livello sociale, assai rispettosi dell'ambiente e con una sana economia. Tuttavia, l`Unione europea impone ai paesi candidati un regolamento intemo, chiamato acquis communautaire, con il quale non ci si può trovare d'accordo. Esso prevede un"Europa che consta prevalentemente di mercato e valuta, nella quale trasporti e disoccupazione crescono rapidamente, in cui piccoli agricoltori, pescatori e artigiani vengono progressivamente eliminati ed il potere' economico e burocratico si concentra sempre di più in più mani. L'adesione dei quattro nuovi Stati avrebbe dovuto invece fornire l'occasione di compiere finalmente la tanto attesa svolta verso una politica agricola e dei trasporti sostenibile ed un'efficace politica sociale ed ambientale comune. Sarebbe ora, inoltre, di pervenire ad una costituzione democratica ed europea. La speranza di una politica estera e di sicurezza comune, ef?cace ed orientata verso la pace, oggi più che mai necessaria dopo i numerosi insuccessi - basti pensare all'ex-Jugoslavia, al Golfo, a Cipro, al vicino oriente -, avrebbe, con l'ingresso dei nuovi Stati, migliori possibilità di realizzazione. Si pensi ad esempio alla loro grande esperienza nel quadro dell'ONU. Non sarebbe stato possibile creare un corpo europeo di pace con questi quattro nuovi paesi? Non se ne è fatto nulla. Il complicato trattato di Maastricht, approvato senza il consenso dei Verdi, si arricchisce ora di alcune clausole e disposizioni transitorie, le competenze vengono ampliate, la neutralità finora caratteristica di questi Stati viene appesa al chiodo. Non sorprende nessuno che a queste condizioni sia i cittadini dei quattro paesi candidati che i deputati di questo Parlamento non si mostrino troppo entusiasti dell'ampliamento. Per tale ragione, i Verdi sono dell'avviso che non abbia senso prendere ora una decisione precipitosa in tempi molto brevi.
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