Speciale Giustizia

Buonasera a tutti da Lorena dorso benvenuti all'ascolto dello Speciale giustizia dunque la caso
Procure affronterà domani il primo passaggio davanti alla sezione disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura domani pomeriggio infatti il tribunale delle toghe è chiamato a pronunciarsi sulla richiesta cautelare e disciplinare avanzata il dodici giugno scorso dalla procuratore generale
Della cassazione Riccardo Fuzio nei confronti del Pubblico ministero Romano Luca Palamara
Secondo il procuratore generale titolare assieme alla Guardasigilli dell'azione disciplinare per i magistrati Palamara indagato per corruzione a Peruggia
Va ha sospeso dalle funzioni e dallo stipendio la sezione disciplinare di Palazzo dei Marescialli che non sarà presieduta dalla dice Presidente del CSM da Reader minima da laico del Movimento cinque Stelle Fulvio Gigliotti dopo aver ascoltato i rilievi della difesa di Palamara e le dichiarazioni che gli al magistrato vorrà rendere nel corso dell'udienza a porte chiuse si ritirerà per decidere se accogliere o o meno l'istanza del procuratore generale il verdetto che potrà essere in ogni caso impugnato davanti alle sezioni unite civili della Corte di Cassazione
E potrebbe anche arrivare nei giorni immediatamente successivi
Il procuratore generale Fuzio lo ricordiamo nell'atto il con cui l'undici giugno ha comunicato a Palamara l'avvio dell'azione disciplinare
Contesta all'ex presidente dell'Anm fino allo scorso settembre consigliere togato a a Palazzo dei Marescialli per il gruppo di Unicost la violazione dei doveri di imparzialità correttezza ed equilibrio in relazione ai rapporti tenuti con l'imprenditore Fabrizio Centofanti
Nonché un comportamento gravemente scorretto attuato nella riunione notturna del nove maggio scorso in cui alla presenza dei deputati
Del PD e Luca lotti imputato a Roma per il caso Consip Cosimo Ferri e cinque consiglieri del CS CSM quattro dei quali si sono peraltro dimessi già dimessi da questo incarico
Si era parlato ampiamente delle nomine ai vertici di alcuni uffici giudiziari in particolare della procura di Roma dopo il pensionamento di Giuseppe Pignatone tra le contestazioni disciplinari anche le discussioni su possibili strategie di discredito del procuratore aggiunto di Roma Paolo Ielo
Coordinatore proprio del procedimento o Consip accanto all'azione disciplinare avviata dalla procura generale della Cassazione anche quella formulata dal ministro della giustizia
Alfonso buona fede
Dicevamo il procedimento
Disciplinare cautelare sarà discusso a Palazzo dei Marescialli a porte chiuse ma naturalmente da radio radicale come sempre
Seguiremmo o questo questo vento seguiremo questa udienza e quindi o meglio questa a camera di consiglio della sezione disciplinare del CSM Danny daremo prontamente conto
Per quanto riguarda invece lo Speciale giustizia di questa sera vogliamo tornare
Alla processo d'appello sulla presunta trattativa Stato o mafia in particolare questa sera inizieremo a sentire l'udienza del dieci giugno scorso la quarta udienza di questo secondo processo d'appello che si è aperto il ventinove aprile scorso davanti alla Corte d'Assise d'appello di Palermo
Presieduta dalla Consigliere Angelo Oppi Lino il processo lei lo ricordiamo è quello contro gli ex ufficiali del rosso Antonio Subranni Mario Mori Giuseppe De Donno e contro l'ex senatore Marcello Dell'Utri accusati di aver veicolato in tempi diversi le minacce di Cosa Nostra al governo allo scopo di imporre iniziative legislative in cambio della fine delle stragi
E ricordiamo anche che il primo grado si è concluso con condanne e pesantissime nei confronti degli uomini della rosso e dell'ex braccio destro di Silvio Berlusconi
In che cosa consiste la tesi sulla presunta trattativa accolta sostanzialmente dai giudici del primo grado
Diciamo così che dopo la conferma in cassazione della gennaio mille novecentonovantadue delle pesanti condanne inflitte
Dai i magistrati del maxi processo Cosa Nostra avrebbe avrebbe reagito realizzando un programma stragista avente come fine ultimo la ricostruzione di un rapporto di pacifica
Convivenza tra il mondo mafioso e quello politico le stragi costituivano uno strumento necessario per piegare psicologicamente il ceto politico di governo ottenere dei favori il piano
Stragista sarebbe iniziato con l'omicidio del parlamentare e Salvo Lima nella marzo del mille novecentonovantadue e prevedeva anche l'uccisione di Giulio Andreotti Claudio Martelli Calogero Mannino ed altri
Così sarebbe nata appunto l'iniziativa degli rosso sollecitata secondo i pm da Calogero Mannino di contattare l'ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino
Come possibile tramite di comunicazione con il vertice mafioso corleonese questa presa d'atto rivelata fin dal mille novecentonovantatré dagli stessi ufficiali dei carabinieri Mori e De Donno
Avrebbe avuto la finalità di tentare qualche strada per far desistere la mafia dal portare a termine le azioni criminali programmate e è in questo momento che Ciancimino avrebbe consegnato il papello il famoso papello contenente richieste specifiche
Per trattare con lo stato e l'unica prova scritta perché la stessa sentenza lo abbiamo sentito nello speciale e giustizia della scorsa settimana dalla presidente pidiellino nella sua relazione introduttiva dicevamo la stessa sentenza prende atto che il papello è un falso
Ma aggiunge che non si può escludere che il vero papello esista
Quindi per la corte di primo grado il papello anche se non se ne trova traccia esistere
Ed è la prova incontrovertibile della trattativa visto che l'allora ministro Conso avrebbe agito in conformità delle direttive
Quali direttive il mancato rinnovo del quarantuno bis ai trecento trentaquattro detenuti
Ma come peraltro ha ricordato diverse volte
Il presidente Luciano Violante all'epoca dei fatti Presidente della Commissione antimafia Conso ha sempre detto che la sua scelta era basata su una sentenza della Consulta la sentenza numero mille trecentoquarantanove del ventotto luglio del mille novecento novantatré e non è proprio di questa parte sentiremo nella relazione introduttiva dell'udienza del dieci giugno scorso che appunto sentiremo la prima parte della della relazione del del presidente Pellino naturalmente poi ci vedremo se le argomentazioni proposte in appello dalla difesa di Mori dalla difesa
Di Dell'Utri riusciranno a scardinare l'impianto accusatorio della Procura di Palermo già peraltro in larga parte bocciato nonostante la condanna dalla stessa sentenza
Di il primo grado perché per esempio tornando alla tesi e principale della trattativa il teste chiave che era Massimo Ciancimino il mio figlio di don Vito ed è colui che non solo ha ha prodotto il papello poi considerato falso ma è colui che ha raccontato da testimone
I colloqui dei contatti tra gli ex rosso il padre eppure era stato definito dai giudici che assolsero
Morì il generale Mori nel precedente processo clone sulla trattativa una persona inattendibile nel processo sulla trattativa Massimo Ciancimino è stato condannato per calunnia
Ma dicevamo
Dell'udienza del dieci giugno che appunto e proseguita in corte d'Assise d'appello con l'esposizione della relazione introduttiva del presidente Pellino
Appunto in questa quarta udienza il consigliere Pellino ha continuato ad esporre le motivazioni contenute nelle oltre cinque mila duecento pagine della sentenza
Di condanna di il primo grado
Nella prima parte di questa udienza il presidente Pellino esponendo le motivazioni scritte dalla corte d'assise di primo grado
Ha si è soffermato in particolare sui punti relativi alla mancata proroga del regime di carcere duro nel novembre mille novecento novantatré nei confronti di esponenti della criminalità organizzata si è soffermato poi sui rapporti tra malumori Francesco
Di Maggio il vice capo
Del DAP è la posizione dell'allora ministro della Giustizia Giovanni Conso che appunto adulto
Quella alla decisione
La Corte d'Assise di primo grado ha detto Pellino lo sentirete fra poco il Presidente Pellino ritiene innegabile che la decisione di non prorogare il regime di carcere duro da parte del ministro Conso
Sia stato un segnale una inversione di tendenza rispetto a quella di conferma dello stesso regime adottata nel luglio dello stesso anno da accorso
è stato lo stesso corso richiede la corte d'assise di primo grado ha proseguito Pellino nella relazione introduttiva sentito come teste nel due mila dieci che hanno negato escludendo qualunque tipo di trattativa e di non essere a conoscenza dei contatti tra morì De Donno
E Vito Ciancimino una mancata proroga ritiene la Corte d'assise di primo grado che Conso dice di aver preso in totale autonomia
Disattendendo anche le indicazioni provenienti dal DAP coltivando una speranza ovvero che l'attenuazione del clima carcerario potesse essere un segnale per Cosa Nostra al fine della cessazione della strategia stragista questo dunque uno dei passaggi
Più significativi di di questa quarta udienza del processo d'appello né sulla presunta trattativa Stato o mafia processo che appunto come dicevamo prosegue
Presso davanti alla Corte d'Assise d'appello di Palermo e dunque sentiamo l'inizio di questa quarta udienza del dieci giugno scorso con la relazione ancora con la relazione introduttiva del presidente Angelo Pellino
La strada e con il processo a carico di Bagarella Leoluca
Guarda masseria presente la conferenza all'imputato Bagarella Leoluca Biagio
Già
Avvocati Giovanni Anania anche è assente avvocato Luca Cianferoni anch'egli assente quest'ultimo sostituito con delega dall'avvocato Federica folli
Da Roma Rebibbia Brusca Giovanni
Rappresento e rinunziante
Dal sito riservato il signor Brusca Giovanni è presente rinunziante grazie
Sì sì sito
Saggista quindici disattivata occultamento
Benissimo l'imputato e denunziante difeso dall'avvocato Antonella Cassandre che assente oggi sostituita con delega dall'avvocato Emilia Caruso
Ciancimino Massimo è assente per rinunzia difeso dagli avvocati Roberto D'Agostino
E dall'avvocato
Anche in sostituzione dell'avvocato D'Agostino
Da Parma l'imputato Cinà Antonino al presente
Armato punito
Buongiorno sorpresero dicendo papavero da Parma
People
Lo sentiamo
OK buongiorno otto dalla presenza di Cina tamponi donna può Palermo il ventotto quattro mila novecentoquarantacinque otto i fotografi di tutti però rispettabile ma proprio il video conferenza perché mi pare abbia problemi di compatibilità con Cira
Buona giornata missione imputato è presente difeso dall'avvocato Federica folli che presente avvocato Giovanni Di Benedetto che è assente De Donno Giuseppe è assente difeso dall'avvocato Francesco Antonio Romito che è presente
Dell'Utri Marcello assente per rinunzia difeso dagli avvocati Centonze padovani entrambi assenti sostituì entrambi all'avvocato Francesco Bartolotta che è presente
Morì Mario assente difeso dagli avvocati medio bassi Basilio Milio che è presente avvocato Enzo Musco che è assente Subranni Antonio assente difeso dagli avvocati Placanica e poi che è presente
Tognozzi ha presente Placanica sostituito dall'avvocato Fabio Ferrara che è presente per le parti civili De Gennaro Giovanni avvocato Coppi che assente in sostituzione l'avvocato Luigi Carta che è presente
Per la Presidenza del Consiglio dei ministri avvocato Dell'Aira e Caserta assenti
Per il Centro Studi Pio la Torre avvocato Ettore Barcellona assente per il Comune di Palermo avvocato fa nulla assente per la presenza alla Regione Sicilia avvocato casette dall'aria entrambi assenti per l'associazione Libera nome numeri contro le mafie avvocato Vincenza Orlando che è assente e per l'Associazione tra i familiari delle vittime la strage di via dei Georgofili avvocato Danilo ha mandato che è assente
Allora riprendiamo la cognizione della
Della sentenza di primo grado
Ci sono naturalmente quando io faccio riferimento alla corte intendo alludere alla corte darsi sì di primo grado non non a questa cosa
Lo stesso per valutazioni e conclusioni
E allora eravamo arrivati alla deposizione
Tel prefetto De Gennaro la sentenza dedica ampio spazio nella parte in cui questa deposizione ha riguardato
Analisi e commenti all'indomani delle
Delle bombe
Degli attentati di di Roma e Milano
De Gennaro ha riferito della
La prima riunione del ventisette luglio poi quella del trenta luglio il Comitato nazionale
Nell'ordine e la sicurezza in cui vengono formulate ancora le ipotesi più disparate sugli autori degli attentati
Sì ipotizzo anche una nuovo organizzazioni criminali di stampo terroristico lo stesso ministro dell'Interno riferì come in molti ambienti anche parlamentari l'ipotesi della mafia racconta con scetticismo
Il capo della polizia invece era
Propenso a optava per la l'ipotesi della matrice mafiosa ma anche per la cointeressenza di altre entità criminali come del resto già aveva fatto a giugno dopo la strage di via dei Georgofili
Il sei agosto mille centonovantatré viene redatto un primo documento di analisi che è il primo esito di un gruppo di lavoro con i contributi di analisi ed esperti tutti i corpi di polizia
Seguito questo primo
Lavoro questo primo documento da dal documento redatto il dieci agosto mille novecentonovantatré dalla
Di cui abbiamo già fatto cenno
Precisa il dottor De Gennaro che parlando di tacita trattativa in quel documento si intenderà riferire semplicemente a un'iniziativa autonoma
Della della criminalità mafiosa finalizzata a ottenere il cedimento dello Stato nelle misure di contrasto alla mafia con particolare riguardo alla trattamento carcerario e al regime del quarantuno bis
Che determinava una grave disagio insoddisfazione degli affiliati all'organizzazione
Tra l'altro nel documento mangia anche in quello del Chelsea si sottolineava come in realtà questo regime rigoroso avesse il soffitto
Perfetti positivi sul piano della l'efficienza nell'azione di contrasto c'erano state già tredici nel giro di pochi mesi c'erano state tredici alias
Collaborazioni nuove collaborazioni con con la giustizia
L'introduzione il quarantuno bis comunque aveva sollevato anche contrasti e perplessità e per questo motivo il tema era stato approntato in quel documento
Anche se all'epoca non c'era assolutamente sentore di possibili revoche di questo regime
Si aveva notizia di una spaccatura interna Cosa Nostra con riferimento proprio alla strategia stragista ma non all'interno dello schieramento corleonese non nei rapporti tra e nelle vedute
E strategiche tra Riina e Provenzano
Ha precisato anche il dottore De Gennaro di non essere stato informato all'epoca di un allarme che sarebbe stato diffuso dal servizio segreto militare con riferimento al rischio di attentati ai danni di personalità istituzionali come Spadolini e Napolitano
La DIA invece era stata informata già a fine luglio mille novecentonovantatré
Di dell'esistenza di una fonte informativa del Servizio centrale operativo della polizia ritenuta molto attendibile che in una in una lotta risalente ai primi di giugno
E lo scoglio nota risalenti ai primi di giugno prospettava ulteriori attentati era nota a firma del dottor Manganelli fa riferimento la notte del quattro giugno e fa riferimento a un colloquio con una fonte ritenuta attendibile risalente a due giorni prima
E questa nota poi viene trasmessa all'Appia alla fine di luglio alla data del ventisette luglio
Ricorda il dottor Gennaro che il capo della polizia Parisi Vincenzo Parisi
Si era sempre miei speso a favore dell'applicazione del quarantuno bis lo stesso il dottor Di Maggio
La nota dia del dieci agosto novantatré fu inviata anche la Procura di Palermo l'uno settembre del mille novecento novantatré ricorda anche che la via aveva consulenti esterni tra loro
Il professore Arlacchi che però era consulente del ministero dell'Interno
E col professor Arlacchi aveva anche ottimi rapporti di collaborazione e di amicizia soprattutto per la stesura del rapporto annuale curato dalla DIA sullo stato della criminalità organizzata quindi ebbe modo di confrontarsi con lo stesso sugli avvenimenti degli accadimenti sugli ultimi accadimenti
I suoi ricordi però come vedremo tra breve niente non coincide Cordì diciamo il contenuto di questi colloqui non coincidono con quanto riferito dalla professore la in particolare
Dottore De Gennaro nega di avere parlato con Arlacchi della possibilità che fosse in atto addirittura un'azione di depotenziamento
Nelle indagini la Procura di Palermo a causa della trattativa intrapresa dal prossimo e che terminali di questa trattativa fossero il gruppo andreottiano il dottore contrada non esclude però che quelle fossero valutazioni personali e dello stesso Arlacchi
Non ricordo assolutamente di avergli parlato di contatti ambigui tra appartenenti a Cosa Nostra e Marcello dal Dell'Utri e della funzione di questi di anello di congiunzione la mafia il mondo e l'economia e della politica
Aproposito della
Della nota della firma del dottore manganelli
E dell'esistenza di questa informativa
Di cui si parla anche in una successiva nota sempre del Servizio centrale operativo del dodici agosto mille novecento novantatré
Mi si fa riferimento a un certo punto alla all'interesse del di protesi pari palermitani a creare il panico
Forse
Per costringere le istituzioni a trattare con Riina dopo l'ennesima bomba
Questa nota del dodici agosto riprende appunto il tenore della prima informativa dello scopo risale risalente al quattro giugno novantatré a proposito del documento del dieci agosto novantatré della via ricorda il dottore De Gennaro che Lupoi chiamato a dare conto e ragione del fatto che la nota non fosse stata indirizzata alla Commissione stragi
Perché ci fu una fuga di notizie ne era una nota riservata ci fu una fuga di notizie sui giornali e quindi sentito dalla commissione straccio
Nella ancora con riferimento a questa nota a firma del dottore Manganelli Mizzi precisava sempre per informazione fornita da questa fonte di cui non è stata rivelata all'identità
Che in provincia di Palermo anzi registrava una decisa spaccatura che poteva preludere ad una guerra tra una frazione più moderata e una più sanguinaria
Bene la sentenza
Rimarca ancora come De Gennaro si sia soffermato sull'anomalia della seconda strage del del novantadue e quella di via D'Amelio per le conseguenze assolutamente no negative gli effetti controproducenti che avrebbe prodotto almeno nell'immediatezza come in effetti fu per Cosa Nostra
E per quanto riguarda le le bombe gli attentati del ventisette ventotto luglio novantatré
De Gennaro ricorda anche l'estrema preoccupazione che ebbero a destare del Presidente del Consiglio Ciampi
A proposito della possibilità che vi fosse anche preparazione colpo di Stato
Puntualizza però il dottor De Gennaro che la via era venuto a conoscenza solo in termini generali questa presunta spaccatura interna Cosa nostra tra una componente stragista è una pacifista ma non c'era allora alcuna notizia per quanto a sua conoscenza che questa avesse riguardato prima e provenzale
Tenuto altresì a ribadire di non avere avuto alcuna conoscenza diretta di trattative effettivamente in corso o che ci fossero state in precedenza
E di essersi quindi riferito nel documento della via a una tacita trattativa nel senso di un'iniziativa autonoma dei mafiosi finalizzata a ottenere un cedimento dello Stato
Allora nel corso della deposizione mi sono state contestate le dichiarazioni rese in alto processo da fino a Arlacchi
Nella veste anche di consulente della della DIA in particolare
La la dichiarazione secondo cui Arlacchi insieme allo stesso De Gennaro avrebbe formulato l'ipotesi nel corso dei loro colloqui
Avrebbero formulato ipotesi precise su sull'esistenza di questa trattativa ma de Gennaro nega rettale circostanza la corte
Ritiene tuttavia più verosimile che quelle considerazioni ipotizzi siano state effettivamente fatte ma nell'ambito di conforme i conversazioni del tutto informali
Nel corso delle quali interlocutori avrebbero manifestato liberamente convincimenti che poi per l'assenza di concreti riscontri non era stato possibile trasfondere in documenti ufficiali e per spiegare il contrasto tra Arlacchi de Gennaro la corte reputa che per la stessa ragione non non era stato possibile almeno il dottor De Gennaro riferire in una testimonianza processuale
Lo stesso bar vale per l'ulteriore affermazione del professor Arlacchi concernente questa volta proprio il colonnello Mori e i suoi contatti con esponenti di Cosa Nostra che avrebbero suscitato tra gli affiliati a Cosa Nostra false aspettative anche in questo caso queste affermazioni non sono state confermate dal teste De Gennaro
Che però sul punto si è trincerato dietro all'assenza di i ricordi al riguardo
Rimarca ancora una sentenza che già nei ai primi del mese di giugno mille novecento novantatré in relazione proprio a quella nota della a firma del dottore Manganelli
Nell'ambito degli apparati investigativi e comunque è emersa chiara l'individuazione dello scopo perseguito da Cosa Nostra con le bombe
In quel caso quelle di quel anzitutto quelle di via paura Roma poi quella di via dei Georgofili a Firenze e cioè costringe le istituzioni attraccare con prima dunque era chiara almeno agli analisti più avveduti degli apparati investigativi dell'epoca che le bombe del novantatré erano collegate a una pretesa di trattativa da parte di Cosa Nostra e più specificamente di Salvatore Riina
Perché in quella nota si faceva riferimento proprio altina benché venti Erina forse già detenuto
Anche se gli stessi investigatori e analisti ignoravano quale Pozzi è stata all'origine di quella pretesa sulla base di quali presupposti Riina potesse ritenere possibile una trattativa con lo Stato
Aggiunge però la sentenza che probabilmente è più probabile che più che ignorare investigatori gli analisti dell'epoca pur senza averne conferma avessero avuto un qualche sentore degli accadimenti dell'anno precedente cioè dei contatti tra amori Erina mediati da Vito Ciancimino
Appunto perché non troverebbe spiegazione altrimenti per esempio quel riferimento fatto dal dottore Manganelli alla e finalità di costringere le istituzioni a trattare con confine non genericamente con Cosa Nostra
Tenuto conto che Riina era del detenuto sin dal precedente quindici gennaio novantatré
Né si può considerare questo riferimento frutto di una mera svista del dottore Manganelli
E quindi la corte passa subito a sentenza passa subito a esaminare
Evidenziandone i punti di contrasto la testimonianza resa dal professore Arlacchi
Quale conferme effettivamente di avere collaborato come consulente della DIA anche con il in tutti e due i ministri dell'Interno che si succedettero Scotti prima e Mancino pro poi
E in particolare con quest'ultimo ebbe in rapporti di collaborazione proprio all'indomani delle bombe del novantatré
Quando da parte di altri organi dello Stato ed apparati investigativi si poneva in dubbio l'attribuibilità delle
Di più di questi attentati alla mafia
In particolare proprio i servizi di sicurezza tutti e due il SISDE e e SISMI insistevano o propendevano per una pista non non mafiosa invece la via sposò fin dall'inizio la tesi della matrice mafiosa
Anche sulla sulla base della considerazione che in quel momento in Italia non c'era nessuna organizzazione criminale che potesse avere la forza organizzativa e e logistica per mettere in atto quel tipo di simultanea quel tipo di attentati ma allo stesso tempo e la via era e gli analisti della vi erano convinti che ci fosse un elemento di sofisticazione in questa strategia non non ascrivibile alla stessa mafia
Soprattutto nella scelta nella scelta degli obiettivi
E ricordarla chi che il ministro fece propria questa questa innanzi così chiuse una querelle e che era esplosa tra di Bari apparati insicurezze che rischiava di indebolire poi il l'azione l'approfondimento delle indagini a proposito il ministro Mancini Mancino che ricorda che era favorevole al regime rigoroso del quarantuno bis
Mentre la posizione del capo della polizia Parisi era oscillante
E al pari di di buona parte dei vertici del ministero della giustizia tendenzialmente era favorevole ha un suo lo alleggerimento
Particolare per quanto riguarda il ministro della giustizia ministro Conso come molti altri giuristi era contrario al regime del quarantuno bis se lo disse anche in sedi ufficiali
In linea peraltro con l'orientamento prevalente tra i turisti e persino una parte una gran parte della magistratura in effetti era una misura che presentava molte criticità anche perché era temporanee quindi ogni sei mesi si riproponeva la questione se proroga l'efficacia e o meno e ricorda che il cui governo Berlusconi poi ha stabilizzato
In ambito investigativo e questo il principale punto di contrasto con la testimonianza di degli De Gennaro sostiene il professor Arlacchi che già all'epoca erano noti i rapporti del colonnello Mori con Vito Ciancimino dopo la strage di che capace
E questi contatti con su questi contatti sull'iniziativa di di di Mori
Espressero gli analisti della via un giudizio
Nettamente negativo non solo per l'ambiguità un giudizio condiviso a suo dire anche da De Gennaro
Sia per l'ambiguità del personaggio che era noto per il fatto di muoversi il sempre
Al di fuori del controllo dell'autorità giudiziaria sia perché comunque non aveva alcuna copertura politica Spizzico istituzionale quindi non avrebbe avuto nessuna contropartita da poter offrire ai suoi interlocutori
Mafiosi
E tra l'altro era rischiava di avere anche effetti controproducenti perché rilanciava diciamo un personaggio nei che era un po'uscito di scena come Vito Ciancimino
In ogni caso conferma che dopo le stragi del mille novecento novantatré Cucchiara la interpretazione di quei fatti terroristici come tentativi della mafia di arrivare a un accordo
Con lo Stato
Lui stesso personalmente contribuì alla redazione del documento del in a proposito a proposito di comunque bella complessità di questa strategia
Sostiene il professor Arlacchi nel corso della sua
In che posizione
Che che nel giro di quattro mezzi era un po'crollati i pilastri di un intero sistema di potere che allignano ava all'interno di apparati deviati dello Stato ricorda
Mettendo in sequenza una serie di fatti eclatanti alla fine e delle mie novecentonovantadue l'arresto di Contrada o nel marzo dell'anno successivo il novantatré l'incriminazione onorevole Andreotti poi incriminazione riduce cartine Carnevale nel frattempo il quindici gennaio c'era stato l'arresto Irina quindi molti pilastri di questo presunta al seguito il sistema di potere erano crollati e si era diffusa
La paura in apparati che fino a quel momento siano ritenuti intoccabili
E per cui il passaggio a una strategia di tipo terroristico fu in qualche modo passaggio quasi obbligato
E che era un salto di qualità ma che poteva anche avere qualche speranza di successo per indurre lo Stato proprio
A abbassare la guardia e arrivare a un accordo quindi in definitiva le bombe si inseriscono certamente in una logica di ricatto allo Stato
Ricordarla chi di avere personalmente contribuito alla redazione del documento della DIA quello del dieci agosto novantatré in cui si formulava questo tipo di analisi
E si evidenziava che il quarantuno bis era uno dei principali preoccupazioni di Cosa Nostra e dei capi detenuti perché si era rivelata una misura di grande efficace persino al di là delle intenzioni o delle aspettative di chi l'aveva
Varato proprio perché era stato applicato seriamente eccome ricco quindi tra le rivendicazioni di Cosa Nostra c'era proprio quella di eliminare
Il il quarantuno bis e la preoccupazione di contro degli apparati investigativi era che lo Stato cedesse su questo terreno
Una preoccupazione legittima
Anche se
Dall'altro lato c'era il timore del del salto di qualità nella individuazione degli obiettivi di quella strategia perché colpire il patrimonio artistico dell'Italia era un danno irreparabile persino più che uccidere persone che potevano sempre essere sostituite mentre i monumenti non si
Riproducono
E quindi era comprensibile che a un certo punto dentro lo Stato ci fosse qualcuno che pensasse che bisognava pure arrivare a un accordo per evitare ulteriori irreparabili distruzione
Ricorda anche che il capo della polizia Parisi era favorevole
All'alleggerimento del regime del quarantuno bis anche perché temeva ulteriori reazioni terroristiche dell'Amati
Poi
A richiesta di chiarire appunto con questo punto di contrasto con dottore De Gennaro ribadisce di avere certamente appresso dell'iniziativa dimori dei contatti del rosso e con Ciancimino
Così come anche della visita che morì aveva fatto a Violante nel nel mille novecentonovantadue di averlo appresso praticamente in tempo reale e comunque già nel nel novantadue e di questo ne ne assolutamente certo De Gennaro probabilmente non lo ricorda ma in realtà già nel novantadue avevano avuto sentore di questa iniziativa
La Corte
Sottolinea l'importanza della testimonianza del professore Arlacchi e rileva come con tutta probabilità proprio la sua diversa veste il suo ruolo di semplice consulente della DIA gli ha consentito di essere meno diplomatico del dottore De Gennaro e quindi di rappresentare senza dei le le conoscenze che erano all'epoca già diffuse Prati investigatori ancorché si trattasse di conoscenze meramente ufficiose quindi non trasferibili in documenti ufficiali
Al contempo
Ritiene e la corte che alcune affermazioni del teste vanno contestualizzate rispetto agli avvenimenti dell'epoca per esempio a proposito della contrarietà del ministro contro il regime del quarantuno bis ma hanno di intelletto sezioni del professore Consoli Mina ambito accademico sotto il profilo della sua sensibilità a tematiche come quelle della finalità della della penna o del mantenimento di un livello alto di garanzia e di rispetto delle garanzie di rispetto dei diritti umani
E dico con riferimento invece all'evoluzione degli accadimenti successive al mese di luglio del mille novecentootto novantatré perché altrimenti le affermazioni del professor Arlacchi sarebbero oggettivamente smentite dal fatto che il lo stesso Conso come ministro in carica e da dal ad adottare nei primi mesi del suo mandato diversi decreti applicativi del regime del quarantuno bis
Per non parlare poi delle dichiarazioni rese dallo stesso professor Conso al pubblico ministero il ventiquattro settembre due mila e due
Quando ebbe a manifestare apertamente la sua ferma contrarietà all'ipotesi di riduzione dell'Area applicativa del regime che gli era stato proposto dal DAP il ventisei giugno mille novecento novantatré tant'è vero che disattese quella indicazione e i vertici del DAP provvedendo a prorogare per espresso tentò che i decreti in scadenza in quel mese di luglio
E ancora meno diplomatiche
Sono le dichiarazioni del professor Arlacchi sulla conoscenza che in ambito investigativo si era avuto ufficiosamente dei contatti intrapresero il colonnello Mori con Vito Ciancimino già dopo la strage di di capace
Conoscenza appunto che ripeto e li fa risalire con assoluta certezza già al mille novecento novantadue
In ogni caso
No il professor Arlacchi confermano lettura degli accadimenti di quei mesi nemmeno cento novantatré come nel senso di un tentativo di Cosa Nostra di giungere
A un accordo con lo Stato in una logiche appunto di ricca
La sentenza
Si sofferma quindi su questa successiva nota dello scopo dodici agosto mille novecentonovantatré cui hanno fatto riferimento sia De Gennaro che Arlacchi
Questa nota
In una nota appunto di analisi delle delle stragi parte delle stragi del novantadue con riferimento ai cinque attentati verificatisi nella città di Roma Firenze e Milano
Il documento sottolinea come si collocherebbero questi attentati in un medesimo disegno terroristico ordito dal gruppo di palermitani attualmente al vertice di Cosa Nostra e rappresenta una prosecuzione della strategia delle bombe avviate nel maggio del dell'anno precedente in Sicilia l'obiettivo era quello di giungere a una sorta di trattativa con lo Stato per la soluzione dei principali problemi che affliggevano l'organizzazione a cominciare da quelli sul versante carcerarie poi dal pentitismo e e in questa nel documento si sottolinea come in realtà le stragi era un effetto una sorta di effetto collaterale gli attentati che non ha che non erano finalizzati a provoca lo scopo era quello di creare panico intimidire destabilizzare indebolire lo Stato per creare i presupposti di una trattativa che Cosa nostra e questo che sì rimarca in questo documento di analisi
Potrebbe condurre sempre sulla base delle informazioni fornite da una fonte di cui non è stata rivelata l'identità anche utilizzando canali istituzionali per raggiungere l'obiettivo di instaurare questa
Trattativa
La strategia del Terrin questa in questa prospettive la strategia del terrore avrebbe potuto continuare con analoghi iniziative criminali e sfociare in una seconda fase in attentati mirati a personaggi impegnati nella lotta alla mafia
E quindi questo documento sottolinea la sentenza che quest'ultimo documento che analizza in particolare gli accadimenti stragisti del mille novecento novantatré
Giunge a conclusioni ancora più precise rispetto ai documenti prima
Richiamati del Cesis quello del sei agosto e della DIA quello del dieci agosto
Perché non solo pone al centro dell'analisi la trattativa con lo Stato perseguite da Cosa Nostra sulla sulle questioni del carcerario Vettel e pentitismo
Ma in qualche modo compiendo un balzo in avanti rispetto alle precedenti di analisi e questo sulla base di informazioni fornite da una fonte ritenuta attendibile parla espressamente dell'utilizzo di canali istituzionali quindi i soggetti in qualche modo interni a alle istituzioni ma già individuati a quel fine da Cosa Nostra
Non c'è nessun riferimento espresso all'iniziativa del colonnello morto ma se si mette insieme questo riferimento a canali istituzionali Comina
Le risultanze delle deposizioni che Gennaro e Arlacchi non è difficile appare
Della corte leggere tra le righe un riferimento all'unico tentativo di contatto tra Cosa Nostra esponenti delle istituzioni di cui evidentemente circolava già notizia negli ambienti investigativi più specializzati cioè quell'operato dal colonnello morì
Il quale aveva se non espressamente limitato comunque lasciato credere di avere e coperture
Politiche così come d'altra parte solo dopo molti anni novecentonovantasette lo stesso morì avrebbe ammesso per la prima volta dinanzi alla Corte d'Assise di Firenze
Notte azione della la sentenza poi rammenta come in occasione della testimonianza dell'onorevole Giorgio Napolitano
Sono stati e all'epoca presidente sono stati
Acquisiti alcuni documenti
Di documenti da cui risulta che che dopo le bombe del ventisette ventotto luglio mille novecento novantatré di Milano e Roma
Il clima di preoccupazione che già si era comprensibilmente diffuso nelle istituzioni fu accresciuto ancor di più dalla raccolta da parte dei servizi di sicurezza SISMI e SISDE
I segnali di possibili ulteriori attentati ai danni del presidente del Senato Giovanni Spadolini e il presidente della Camera Giorgio Napolitano
Il primo di questi documenti e nono quindi richiamati questi documenti Licci però molto brevemente il primo il ventinove luglio novantatré del del SISMI
Che appunto segnala notizie di questi possibili attentati la notizia però e fa riferimento al alla possibilità di una nuova strage adoperati elementi della macchina accordo con elementi della politica massonica e subito dopo questa un attentato mirato a una personalità politiche poteva essere o Spadolini
E o Napolitano ha quindi presidenti delle due Camere dell'epoca
Al al contempo la notizia prima riportate però con l'attendibilità sei e quindi il coefficiente sei corrisponderà scarsa attendibilità secondo documento sempre del SISMI è un appunto per il direttore del Servizio datato tredici agosto
Mille novecento novantatré che ha oggetto anche qui la ventilata minaccia di strage
Ad opera di ambienti mafiosi politico massonici che così c'è uno sviluppo della precedente
Informativa e più articolato invece il documento datato venti agosto novantatré del SISDE
Che indirizzato al Dipartimento di Pubblica sicurezza al comando generale dell'arma dei carabinieri e Andria
Qui si parla di un momento storico criminale favorevole all'attuazione di eventi destabilizzanti
Che avrebbero l'intento di permettermi sta un'azione di un nuovo clima sociopolitico favorevole a una rigenerazione mafiosa
Si fa riferimento tra l'altro all'interrogativi sollevati dalla
Dall'arresto di Cancemi Salvatore anzi dal fatto che lo stesso Cancemi si fosse consegnato ai carabinieri interrogativi in ordine agli assetti delle alte gerarchie mafiose di Cosa Nostra
E ci si interroga sulle motivazioni Recco recondite che avevano portato alla collaborazione di Cancemi Salvatore
Si faceva riferimento anche a quanto emerso da valutare prime rivelazioni del Cancemi la possibilità vecchia la base della sua scelte ci fosse stata il progetto di organizzare l'ennesimo eclatanti attentato forse al Palazzo di Giustizia di di Palermo voluto dall'ala corleonese fedelissima altre Lina per generare scompiglio e terrore
Negli ambienti giudiziari palermitani un atto che avrebbe causato un'impressionante numero di vittime
E che sarebbe stata una delle ragioni che avrebbero indotto il Cancemi appunto a recidere i legami con l'organizzazione in ogni caso quella collaborazione veniva tutta questo documento del del SISDE come mi è suscettibile di avere effetti dirompenti
Sempre nel nel documento
Sì rassegnava
Che la notizia fornita dal SISMI sui possibili attentati agli onorevoli Spadolini in Napolitano la probabile ma non assolutamente certa regia mafiosa dietro gli attentati esplosivi di Roma Firenze e Milano
Potevano essere tutto dell'interesse di boss detenuti che non hanno più nulla da perdere nel minare la precaria stabilità delle istituzioni
Ristabilita peraltro già compromessa dagli effetti devastanti di Tangentopoli
Sostanza
I vertici di mafiosi avrebbero raggiunto la convinzione che solo dal caos istituzionale generato anche della ribellione della società civile esasperata dal terrore degli attentati
E magari in un secondo tempo domata da successivi eventi golpisti sarebbe stato possibile ricavare nuove forme di trattativa miranti a ottenere forti sconti di pena nell'ambito di una più vasta in generale
Pacificazione sociale necessaria all'instaurazione del nuovo ordine costituzionale poi si facevano
Si formulano ipotesi sui successori di Totò Riina al vertice della organizzazione
Rileva la sentenza come a prescindere dai dubbi inopinatamente manifestati dei servizi sulla riconducibilità delle stragi la mafia e quindi sulla loro né finalità laddove si parla di probabile ma non assolutamente certa regia mafioso
Ma evidenziato come e gli stessi servizi avessero fatto riferimento in modo espresso una possibile trattativa finalizzata a ottenere sconti di pena
Sulla testimonianza di Giorgio Napolitano assunta ai sensi dell'articolo duecentocinque presso il Quirinale la sentenza si sofferma diffusamente a anche per motivare l'Emo le parti le modalità dell'assunzione di questa testimonianza e le ragioni per cui venne rigettate le richieste la prima richiesta che era stata
La prima eccezione che era stata avanzata dalla difesa dell'imputato Mancino per non essere stato ammesso a presenziare personalmente su tutti questi punti
Nella sentenza rinvia anche alle ordinanze del venticinque settembre del nove ottobre del mille nel due mila e quattordici
Nella prima quella con cui era stata disposta la la testimonianza ai sensi dell'articolo duecentocinque e non poiché questa norma non specificata le modalità concrete mia assunzione la Corte ritenne applicabile solo indiano logiche in quanto compatibili e il dettato di quell'articolo cinquecento due per il caso di esame a domicilio
Dei testimoni
E con la seconda ordinanza quella di ottobre del nove ottobre mille quattordici
La corte ribadiva le precedenti considerazioni svolte
Rigettando l'istanza d'intervento personale che era stata presentata ai sensi articolo cinquecentodue comma due ultima parte dagli imputati Bagarella Mancino prima mi soffermo oltre su queste
Su queste problematiche
Per quanto riguarda il tema specifico e mi più rilevanti della della deposizione
Il Presidente Napolitano
Ricorda che dopo gli attentati ai monumenti del mille novecentonovantatré ed era apparsa chiara secondo una valutazione condivisa dalle autorità istituzionali e di governo
La strategia stragista portata avanti soprattutto dall'ala corleonese di Cosa Nostra con una finalità specifica di costringere lo Stato ad alleggerire la pressione repressivo
E con particolare riguardo alle misure di Gustavo trattamento carcerario avviene misure di custodia per i mafiosi
E questo obiettivo sì associava quello di destabilizzare l'ente intero sistema
Democratico nella e presunzione che ci sarebbero stati sbandamenti da parte dello dello Stato ricorda che il Presidente del Consiglio Ciampi quando il punto in contemporanea nei dati di fine luglio novantatré temette addirittura carico sino a contemplativo di colpo di Stato
Proposito soprattutto del blackout che colpì ieri solo Palazzo Chigi che in effetti è un ingrediente tipico dei colpi di Stato per isolare il cervello operante delle forze dello stato e tutti comunque compreso il presidente La Repubblica Scalfaro
E però consapevolezza che l'attacco provenisse
Dall'ala corleonese la mafia non ricorda però i contenuti specifici dell'incontro previsti
Sul punto tra le tre più alte cariche dello stato in ogni caso ci fu una situazione di grave fibrillazione istituzionale
E non poteva essere altrimenti dal momento che lo stesso presidente del Consiglio diceva che si era rischiato un colpo di Stato
Non non ebbe conoscenza delle informative dei servizi di sicurezza concernente il rischio di ulteriori attentati nell'agosto del novantatré d'altra parte i presidenti delle due Camere non hanno competenza specifica sui problemi della sicurezza che son dovuti agli apparati di sicurezza
E all'organo di governo che per delega del Presidente del Consiglio segue l'attività dei servizi oltre che al ministero dell'Interno comunque fu informato
Del timore che anche gli potesse essere vittima di un possibile attentato nell'estate del novantatré e poi sì diffonde appunto sulla sulle modalità sul rafforzamento teller
Delle misure di sicurezza e e quant'altro di queste della segnalazione di possibili attentati informato il presidente Scalfaro anche per lo stretto rapporto di fiducia che lo legava Parisi
E ritiene anche il Presidente del Consiglio Ciampi d'altra parte così come anche statali Spadolini il Giorgio Napolitano aveva un'interlocuzione diretta con Scalfaro
Con il quale
Condivideva concezione che in qualche modo era per istituzioni rappresentative del sistema democratico quindi entrambi i rami del Parlamento avessero una responsabilità comune di presiedere agli interessi fondamentali del paese in ogni caso quella minaccia di ulteriori attentati fu recepita nell'ottica di
Fu interpretata nell'ottica di una possibile prosecuzione della strategia stragista in corso di l'attacco frontale allo stato non ricorda non gli eccessi mai confrontato con presente scaltro per quanto riguarda i problemi specifici delle carceri
Ricorda però che Scalfaro aveva suoi canali informativi attraverso alcune organizzazioni cattoliche di assistenza ai detenuti che gli assicuravano una rete di relazioni tutte sue
Non ha mai praticamente approfondito la situazione in cui si trovava in quel periodo l'organizzazione mafiosa però era opinione diffusa che all'epoca che all'ora di forze all'interno dell'organizzazione una spaccatura ricorda che le riferì anche il professore contro in sede di audizione davanti alla Commissione antimafia
Ricorda ancora che il capo della polizia e pietà avvertirlo che la segnalazione di un possibile attentato su incarico comunque di concerto col ministro l'interno anche se non ricorda di avere mai ricevuto da Mancino che certamente era al corrente ulteriori ragguagli
In proposito però è probabile che fosse stato proprio Mancini o ad autorizzare Parisi a informarlo
Non non sa se Spadolini facesse parte della cabina dell'Accademia dei Georgofili anche se da Fiorentino poteva essere fra gli associati a proposito di presunti messaggi
Subliminali che si sarebbero nascosti dietro individuazione proprio di quell'obiettivo
E a proposito della strage di Firenze non
Non ricorda di avere parlato anzi bis dichiara di non avere parlato con De Gennaro che l'allarme nella foto il novantatré anche perché le convenzioni del regimare ma per i servizi verranno molto più tardi nel novantatré
Quali elementi ritiene la corte di primo grado di poter ricavare dalla testimonianze
Il Presidente Napolitano il primo è l'estrema preoccupazione che gli attentati il ventisette ventotto luglio novantatré erano al succitato nelle istituzioni e specificamente il Presidente del Consiglio Ciampi
Che temeva addirittura fosse in atto un tentativo di colpo di Stato secondo elemento la consapevolezza diffusa nelle istituzioni che fosse in atto da parte di Cosa Nostra e specificamente da parte dei corleonesi implicato finalizzata a ottenere l'alleggerimento delle misure carcerarie
Terzo elemento la conoscenza della spaccatura che si era creata fra due diverse fazioni all'interno di carta di Cosa Nostra
Quarto e ultimo elemento la serietà che fu attribuita le minacce di attentato in danno lo stesso onorevole Napolitano e del senatore Spadolini
Tanto che fu un ulteriormente rafforzate le misure di sicurezza già adottate
Non mi soffermo sui documenti che sono stati acquisiti presso la Fondazione Spadolini Nuova antologia da cui
Alcuni di questi documenti appunto
Ci sono annotazioni che si riferiscono a quegli accadimenti del del novantatré con riflessioni dello stesso Spadolini sulle minacce di attentato in suo danno che ci uno anche nel periodo natalizio
Del
Del novantatré nonché le minacce risalente al mese quindi agosto andiamo alla sintesi delle risultanze interviene la Corte su questo punto
Dunque dopo le bombe del dei
I sette ventotto luglio
Novantatré
All'interno delle istituzioni che i vertici istituzionale gli apparati di sicurezza degli apparati investigativi era chiaro
La finalità di Cosa Nostra di attivato riattivare una trattativa per attenuare il rigore carcerario per ottenere benefici per i propri associati detenuti
Sul versante di Cosa Nostra sul versante e istituzionale era chiara
La necessità di mantenere la linea della fermezza già intrapresa dopo la strage di Capaci e mai più abbandonata dopo di allora e ciò proprio a iniziare dal regime del quarantuno bis perché qualsiasi passo indietro nella sua applicazione sarebbe stato letto inevitabilmente come un segnale di cedimento dello Stato che il capo di Cosa Nostra
Niente lasciava presagire pezzi legge nella sentenza che un tale cedimento potesse essere perché nel governo da un lato il Presidente del Consiglio Ciampi non perdeva occasione per raccomandare il mantenimento della linea di un'assoluta fermezza nel contrasto al fenomeno mafioso dall'altro propri ministro Giustizia Conso
Va be va sino ad allora mostrato altrettanta fermezza prorogando pressoché in blocco il sedici luglio novantatré nonostante contrarie pressioni sia interne che esterne al suo dicastero i decreti applicativi il regime del quarantuno bis che erano stati adottati all'indomani della strage di via D'Amelio e che quindi erano in scadenza tra il venti e il ventuno luglio del novantatré ma sostiene la Corte
In senso contrario sia pure ancora sotto casa sottobraccio si muoveva soltanto intatto di fatto guidato da Francesco Di Maggio e quindi a questo punto la sentenza esamina
Il tema nel ruolo di Di Maggio all'interno del tappe dei rapporti tra lo stesso Di Maggio da un lato con il capo della polizia per Parisi dall'altro Coni carabinieri
La Corte rassegna la certezza acquisita che fu proprio il capo della polizia Parisi a volere quindi a proporre al capo dello Stato Scalfaro Vanoni di maggior da e approvarlo ai anzitutto
L'annotazione più volte richiamata che il Presidente del Consiglio Ciampi ebbe personalmente a vergare nella pagina corrispondente alla data il sei giugno novantatré nelle sue agende personali
Il Presidente del Consiglio Ciampi cioè annotò nell'agenda non solo del presente la rubrica Scalfaro gli aveva avere aveva suggerito di chiamare Di Maggio al DAP
Facendogli capire che l'iniziativa peraltro promana va dal capo della polizia Paris ma che e lui stesso Ciampi chiamo subito dopo lo stesso capo della polizia Parisi ed ebbe conferma di quella richiesta di chiamare di maggio alta
A questo elemento si aggiunge la testimonianza dice dice la Corte sì aggiunge anche la testimonianza resa all'udienza del diciannove marzo due mila quindici Teglio Mastropietro generale dei carabinieri che dopo aver fatto parte in precedenza dei servizi di sicurezza
Era diventato coordinatore del servizio di sicurezza degli istituti di pena detto sicuro pena dal mille centonovantadue al mille novecento novantacinque
Un reparto dei carabinieri a suo tempo istituito al generale Dalla Chiesa per la sorveglianza dal carcere di massima sicurezza e con il compito specifico di comunicare parere di chiedere assistenza fornire informazioni al ministro di Grazia e Giustizia e anche al ministro dell'Interno e al ministro della difesa
Nonché di poter valutare le misure di sicurezza presi degli elettori delle carceri
Gli appartenenti a questo organismo peraltro svolgevano pure funzioni di polizia giudiziaria riferivano oltre che al ministro della giustizia in qualche caso anche ministeri dell'Interno e della difesa anche l'autorità giudiziaria se necessario aveva sede questo organismo nello stesso complesso in cui aveva sede anche Rossi apportate
Il teste miei per detto non ha nascosto che i suoi rapporti col tatto
Peraltro già col con Nicolò Amato inutili Cipro Ka diffidenza anche se cordiali peggiorarono con Di Maggio tanto che nel mese di maggio novantaquattro è il punto temporaneamente almeno estromesso addirittura dal da anche se poi questo provvedimento di fronte alla sua reazione rientro i motivi di contrasto con Di Maggio attenevano alle comunicazioni concernenti il quarantuno bis
Che Daloui arrivavano con il contagocce dice
Il teste soprattutto quando si trattò di fargli avere l'elenco di centoquaranta decreti applicativi che non erano stati rinnovati o che erano stati revoca
Sette poiché i vari decreti non stati approntati dal Di Maggio chiedendo informazioni ai vari organi di polizia ma non a quello da lui diretto
Già nel mese di settembre novantatré Di Maggio gli aveva manifestato la sua contrarietà agli interventi di sicuro pena dicendo espressamente che da quel momento il coordinamento sarebbe stato curato da lui direttamente col capo della polizia Parisi quindi il
Il Mastropietro
Sostiene che mi c'era questo mio rapporto preferenziale diretto tra Di Maggio e Parisi
E beh ha detto anzi espressamente di avere avuto la sensazione che Di Maggio addirittura ricevesse direttive da Parisi con riferimento al regime del quarantuno
Bis
Dice rileva la Corte che al di là di tale sensazione che comunque
Proviene da un soggetto qualificato che operava in quel settore a stretto contatto con Di Maggio c'è la conferma ulteriore del rapporto tra Di Maggio e
Paris
Tanto che
Di Maggio disse a Parisi
Che intende resa esautorare Mastropietro per affidare quel coordinamento sino allora svolto da lui al capo della polizia e questo già a settembre del novantatré tuttavia ritiene la Corte che questi rapporti
Diciamo ben privilegiati preferenziali tra Di Maggio e il capo della polizia Parisi per quanto emerso nel nel processo
Non risalgono almeno in modo significativo al di là di occasionali rapporti contatti istituzionali a epoca antecedente alla nomina di maggio a vicecapo del da
Per cui la Corte ritiene logico
Dover pensare a un suggeritore nella individuazione della persone del Di Maggio come soggetto destinato a sostituire e Nicolo a ma tanto più che la possibile designazione del Di Maggio risalirebbe già diversi mesi prima della formalizzazione della nomina la formalizzazione avviene ai primi di giugno
E mentre invece già nel mese di febbraio del novantatré
Quando con con le dimissioni ministro Martelli si apre la la prospettiva di una generale rivisitazione della politica carceraria che sinistra nata dopo le stragi dell'anno recentemente in particolare
Una serie di elementi di fatto dice la corte inducono a individuare suggeritore del capo della polizia tra i carabinieri
Tra ufficiali dei carabinieri con alcuni dei quali il Di Maggio a differenza del tackle Parisi in virtù anche di una sua naturale familiare propensione derivante dal fatto di essere figlio di un sito ufficiale dell'Arma e per la sua
Prezzi onesti per tutto per il rock come si evince dalla testimonianza del dottore Olindo Canali
Aveva risalenti rapporti di frequentazione di amicizie che trascende ma addirittura i rapporti professionali
Numerose fonti provano in effetti che rapporti particolarmente stretti legavano Francesco Di Maggio ai carabinieri soprattutto a ufficiali che operavano in reparti speciali o servizi di sicurezza e tra questi lo stesso Mario
La Corte passa in rassegna quindi la sentenza passa in rassegna dunque le risultanze di queste e ponti la prima
Esaminata e
La dottoressa Liliana Ferraro che ha confermato di essere a conoscenza che Di Maggio aveva rapporti con ufficiali
Del Grosso con lo stesso umori con con nello Bonaventura
Con Mori andava a cena
Ritiene e quello che è il suo ricordo che gliene abbia parlato lo stesso Di Maggio
I in particolare quindi cioè emerge
Questo particolare che la Ferraro avrebbe fatto riferimento accende cui Di Maggio e morì parteciparono insieme
Questo particolare introduce all'esame della testimonianza di Nicola Cristella in servizio al corpo della Polizia penitenziaria sin dal mille novecentosettantasei da ultimo passato al gomma che ebbe a occuparsi della tutela dei Francesco Di Maggio col ruolo di capo scorta calmino centonovantatré al mille novecento novantacinque già nell'estate del mille novecento novantatré
Il Di Maggio gli aveva chiesto di assumere funzioni il caposcorta cosa che gli fece dopo aver ultimato il servizio che stava svolgendo all'epoca in Puglia in relazione un maxi processo a carico della Sacra Corona punita comincio a lavorare
Saltuariamente già ad agosto durante la sospensione del nel periodo del del del predetto o processo ma assunse definitivamente
La funzione di capo scorta del Di Maggio dopo circa due mesi stabilmente a partire da novembre
Lavorava col dottore Di Maggio praticamente tutti i giorni senza alcuna turnazione
E aveva instaurato con lui un rapporto personale che trascende da quello istituzionale deve quindi improntato alla massima confidenza circa i rapporti di Di Maggio con i carabinieri
Che Stella ha indicato anzitutto l'allora maggiore Bonaventura
Con il quale il Di Maggio e addirittura in un primo periodo dopo il trasferimento a Roma va condiviso un'abitazione nei pressi di Porta Reporters Bonaventura gli era stato presentato come appartenente ai servizi segreti tanto che
Alla fine del mille novecentonovantacinque Di Maggio spesso gli aveva proposto alla proposta Cristella di andare a lavorare ai servizi con l'amico Bonaventura
Cristella ribadisce che tra Di Maggio e Bonaventura c'erano ottimi rapporti di amicizia tanto per s'incontravano spesso la sera per cenare insieme presso il ristorante il Fontanone in piazza Trilussa a Trastevere
A queste scene partecipavano anche altre persone tra cui ha indicato il generale Ganzer e il Cornello Morri
Perché allora gli sembrò
Di capire appartenesse ai servizi segreti anche Serena nutrito notizia filtrata da voci che circolavano tra colleghi generale Ganzer comandava all'epoca il carrozze
Ha precisato il Cristella che la presenza di piangere morì a queste scene era saltuaria ammazzerà comunque verificata più volte in quell'arco di tempo anche se non può quantificare esattamente quante volte avere un tavolo riservato e e queste cene di queste scene a ricordo fin dall'inizio del suo servizio come caposcorta
Ne ebbe modo comunque di vedere in quel periodo morì in occasioni diverse da queste c'è
Morì ha detto il Cristella giungeva al ristorante a piedi mentre c'era un altro commensale che si aggiungeva agli altri che giungeva a bordo di un motorino di cui non conosceva il nome ma sa solo che apparteneva ai servizi segreti
Anche la presenza di questo commensale
Era abbastanza abituale
Parti più significative della deposizione di Pistella
Cristella racconta che Di Maggio
Ebbe a lamentarsi di pressioni fatte su di lui per sulla questione dell'applicazione del regime del quarantuno visse
Dice che in un certo periodo del del del sul servizio e lui ritiene che e comunque
Questo risalga non all'inizio del suo servizio quindi non all'estate
Del del novantatré ma diciamo a partire da da ottobre novembre
Quando Trezzi stabilizza il suo servizio di di caposcorta
Era un periodo in cui spesso il dottor Di Maggio si lamentava
Quando alla fine della giornata avremo modo di scambiare quattro chiacchiere in confidenza in particolare cominciano a lamentarsi di una questione
Di coscienza che lui veniva da niente le folate non gradite e parlava in sostanza di una pressione
A proposito dell'applicazione del quarantuno bis ad alcuni personaggio e qualche volta egli scappo detto
Un tono le arrabbiato che non si può chiedere ha un figlio di un maresciallo dei carabinieri di scendere diciamo voleva dire di scendere a patti
Con ambienti marchio corsi e una volta si trovò ad ascoltare mentre si trovavano all'interno l'autovettura addirittura una telefonata di Di Maggio dalla quale si lamentava impartiva gli prescrive ricevute da politico né e Sicilia
Missione diretto o indiretto a questo non è in grado di precisarlo Cristella comunque venne fuori a proposito queste brutte pressioni il nome di Calogero Mannino non riesce a trattare con esattezza in quale periodo è avvenuto tale episodio ma anche qui dice sicuramente non subito all'inizio
Di quando non quando lui iniziò a lavorare con con Di Maggio
Queste pressioni
Ricorda che furono oggetto una severa di uno sfogo del del Di Maggio
Si riferiva certamente al discorso del quarantuno o benissimo in sostanza appunto
La frase che ho riportato prima non sopportava che al figlio di un briciolo di Kadima discutesse chiede di scendere appalti con con la macchina
Negli stessi dello stesso periodo in cui aveva ricevuto la telefonata belle politico cioè quel questo questo sfogo e nello stesso periodo in cui
Il Di Maggio aveva ricevuto quella telefonata del e politico siciliano
E e in quello stesso periodo Cristella va accompagnato di mangia un incontro dei prezzi la squadra Polizia Roma con una persona
Che lo stesso che Stella anche precedenti dichiarazioni indicato come un esponente politico
Ha confermato anche se non ne aveva adesso chiaro ricordo ma ha confermato quello che aveva dichiarato nel due mila e tre a proposito del collegamento fatto da Di Maggio tra le bombe del mille novecentonovantatré la questione del quarantuno bis
Mi può fermarlo niente che con il Di Maggio Di Maggio con lui parlava liberamente anche se qui c'è un profilo di imbarazzo nella deposizione
Del Cristella discute evita le questioni gli effetti non rientrava tra i suoi compiti come come capo scorta
Aggiunge e Kristel che io e Di Maggio non aveva buoni rapporti né col ministro Conso né con il capo del Dap Capriotti
E anche con riferimento e questo anche con riferimento alla questione del quarantuno bis mentre intratteneva rapporti di amicizia e collaborazione con la dottoressa Ferrara con la quale c'era una frequentazione conviviale
E aveva certamente buoni rapporti con il capo dello Stato Scalfaro avendo egli accompagnati in alcune occasioni al Quirinale in ogni queste tra l'altro erano pochi gli ammessi all'incontro col capo dello Stato
Sapeva anche il Cristella che era stato proprio il Presidente della Repubblica Scalfaro che aveva voluto Di Maggio al DAP stando almeno a quanto si diceva negli ambienti delle dipartimento
Tra le altre per gli altri personaggi abitualmente frequentati dal Di Maggio Cristella indica anche il giornalista di famiglia Cristiana Sasinini
Dal mio pure notato qualche volta presso il ristorante il Fontanone però non ricordo di averlo mai visto partecipare alle cene con gli ufficiali dell'Arma di cui aveva parlato prima
Quando era stato interrogato a Firenze non aveva riferito di questi sfoghi di maggio le pressioni per il quarantuno bis ma e Stella si è giustificato dicendo che in quell'occasione gli era stato chiesto soltanto
Il dei commensali al ristorante e di un politico siciliano di cui egli non aveva mai sentito parlare e di cui avevano anche mostrato la fotografia e gli aveva riconosciuto in una foto che ritraeva il senatore
Inzerillo
Aggiunge poi che quand'era stato chiamato a testimoniare a Palermo nel processo a carico del generale Mori aveva riconosciuto con certezza quest'ultimo presente in aula e come uno dei partecipanti alle scene di cui aveva parlato
Mentre non era presente in quella udienza il commensale che giungeva con col motorino
Conferma di avere sempre accompagnato Di Maggio in tutti i suoi spostamenti persino quando
Lavorava a Vienna
Nel primo periodo di servizio non agosto del novantatré Di Maggio cenava per lo più soltanto con Bonaventura mentre le cene con gli altri
Ufficiali iniziano nel periodo successivo
Voi non mi soffermo sulle contestazioni che sono state mosse
Cristello a proposito di alcune dichiarazioni sulla identificazione di questi commensale del del Di Maggio sulle volte in cui a queste cene avrebbe partecipato il morì
Comunque si è detto certo che morirà persona diversa da quella che giungeva con col motorino e ha sempre saputo che si trattava del prefetto o generale Mori perché era un personaggio noto e i capi delle capitato di vederlo anche insieme capito di vederlo anche in seguito in occasioni pubbliche invece per quello che il detto la persona che veniva con il motorino apparteneva ai servizi segreti mi civili
Poi è saltato fuori che questa persona
è stata identificata nella generale Eugenio Morini
Un altro passaggio significativo secondo annotato dalla dalla corte della deposizione di Cristella
Ha precisato che le pressioni di cui aveva riferito il Re di Maggio che gli avevano creato tanto disagio riguarda una sessantina i detenuti per i quali chiedevano di attendere prima di attendere prima di applicare il quarantuno bis quindi
Ricordo di Cristella è che la questione riguardasse la possibile applicazione di di del quarantuno bis metto a circa una sessantina di detenuti poi la Corte riuscirà a ricostruire che probabilmente si trattava invece
Della del mancato rinnovo di
Dei decreti gli applicativi del quarantuno bis per cinquantanove detenuti quindi c'è questa corrispondenza che vengono a scadere il dieci novembre
La Corte non nasconde i profili di criticità sui quali comunque non mi soffermo della deposizione di me Cristella
Soprattutto a proposito di del fatto che in precedenza aveva negato di conoscere l'identità della persona che giungeva al ristorante il Fontanone a bordo del motorino mentre poi fa il nome del generale Morini
E comunque
Le
Ogni criticità e superata dal sicuro dicono proposi l'identificazione dei commensali insomma
Del del Di Maggio del fatto che vi fosse anche il Mori e supera insuperato dal sicuro parere alla Corte dal sicuro riconoscimento effettuato dal teste quando un'altra aula giudiziaria
Ebbe a riconoscere il
Il Mori intera presente appunto quell'aula come uno dei commensali da lui e conosciuti a quelle cene cui aveva accompagnato il dottore Di Maggio
D'altra parte Pistella non aveva non ha motivo di indicare falsamente questa circostanza che in sé è del tutto mentre non presenta alcun profilo di illiceità a carico di Moni o di altri in me la partecipazione di Moria quelle scene e incoerente
Rispetto ad altre risultanze processuali come la testimonianza di Liliana
Ferrara terrà che ha parlato proprio della partecipazione a incontri anche conviviali
Dunque non vi sono elementi conclude la Corte che possono condurre un giudizio di complessive inattendibilità della testimonianza di
Cristella che comunque a riprova della riconosciuta professionalità ha svolto in passato che svolgeva ancora sino al momento della sua escursioni incarichi rilievi nell'ambito della polizia evidenziare il che ovviamente non poche deporre
Favorevolmente almeno presuntivamente per una sua sicura
Affidabilità anche la parte della deposizione in cui il teste fa riferimento di pressioni ricevute alti ma anche da un politico siciliano e dalla dal nome che gli il fatto di Calogero Mannini non non cioè ragione dice la Corte dubitare nella perizia per la testimonianza
Tenuto conto che intanto non aveva alcun motivo di chiamare in causa in giustamente il il Mannino ma ove anche avesse voluto farlo avrebbe potuto dire che il nome non era emerso nel contesto di conversazioni col col Di Maggio ma che il sia stato fatto esplicitamente da quest'ultimo come autore di pressioni dirette oppure avrebbe voluto dire che il Mannino si identifica col soggetto con l'uomo politico incontrato da Di Maggio nei pressi della scuola della polizia a Roma né si comprenderebbe
Appunto perché il teste l'avrebbe dovuto confezionare una falsa accusa i danni Gendel Man Mannino certamente l'intento non poteva essere quello di voler compiacere nella pubblica accusano i pubblici ministeri che lo interrogavano dal momento che il teste ha attribuito al Di Maggio una reazione a quelle pressioni almeno in apparenza
Del tutto in contrasto con l'attribuzione allo stesso Di Maggio di un ruolo nella vicenda
Dell'applicazione del quarantuno bis di soggetto che avrebbe dovuto brigare per mitigare il regime rigoroso nei confronti dei mafioso quindi anche sotto questo profilo le conclusioni la corte per la testimonianza di Cristello
Può ritenersi attendibile comunque e comunque qui rileva semplicemente al riscontro di una né personale per questa azione del Di Maggio con morì
Stato esaminato anche il teste Eugenio Morini che ha confermato di avere prestato servizio nell'Arma dei carabinieri sino al due mila e sette cui essendo stato distaccato e servizi informazione per quattordici anni
Nel negli anni novantadue novantatré comandava la compagnia di galera in precedenza la prestato servizio presso la Sezione anticrimine in un anno la dipendenza del Cornello Bonaventura conosce pronominale morì non conosce Subranni e De Donno
Conobbe il dottor Di Maggio già nel mille centottantatré quando fu era stato trasferito al nucleo investigativo con compiti di polizia giudiziarie stavano subito con lo stesso rapporti amicali poi trasferiti anche alle rispettive famiglia negli anni Novanta presidente sì
Sì
Faceva capolino chiede
Sì si può disabilitare si palesava assicura che sarà sarà la ringraziamo buona giornata
Un giorno
Ricorda Mourinho che negli anni Novanta i rapporti tra amore Bonaventura
Che era al SISMI ma distaccato perciò l'Alto commissariato per la lotta alla mafia si erano interrotti per divergenze sul sulla sul lavoro investigativo
Ebbe occasione Morini frequentare a Roma il dottore Di Maggio con quale spesso
Col quale spesso si incontrava accenna sempre insieme al colonnello Bonaventure talvolta l'altri commensali pure colleghi dell'Arma a queste scene però
Per quello che è il suo ricordo non aveva mai partecipato il colonnello Mori talvolta vi aveva partecipato invece il colonnello Ganzer
Ritiene di poter escludere che qualcuno dalle scene ma quale magari lui non andò fosse presente il generale Mori se c'era Bonaventura perché i rapporti tra i due erano proprio molto tesi
Ricorda che effettivamente aveva sarà sempre posseduto motociclette spesso utilizzava una motocicletta per recarsi alle scene col dottore Di Maggio conosce l'ispettore Cristella come capo scorta il dottor Di Maggio che accompagnava il dottor Di Maggio a quelle
Cene
Non ha mai assistito a discussioni col dottore Di Maggio con riferimento alla legislazione premiale per gli appartenenti alla cavità organizzata
Ma negli anni Ottanta almeno il medesimo di maggiori il manifesto un atteggiamento piuttosto intransigente riguardo alla legislazione premiale per i terroristi perché era dell'idea che lo Stato dovesse sempre mantenere una linea
Dura di fermezza è coerente repressione nei riguardi di Cindy fenomeni criminale
A proposito delle scene romane erano state soprattutto nel periodo dal settembre novantatré sino al mille novecento novantaquattro lui ci andava spesso anche se non con la frequenza del colonnello Bonaventura ma il dottor Di Maggio gli parlo
Della possibilità di intavolare trattative con la mafia
Conferma che il Di Maggio non aveva buoni rapporti col dottore Capriotti che riteneva troppo debole nella gestione del tatto diceva addirittura che con lui non c'era vediamo donne collaborazione
Conferma di avere trascorso pure periodi vacanze insieme al dottor Di Maggio insieme alle rispettive famiglia addirittura per quattro anni di fila per almeno centottantacinque mila cento ottantotto le scene effettivamente avvenivano presso il ristorante di Roma il Fontanone lo vi partecipava con una frequenza in un paio di volte alla settimana prima di andare al SISMI nei mesi di luglio e agosto novantatré era rientrata Gambara per comandare la compagnia per circa due mesi quindi questa frequentazione col Di Maggio per le scene a Roma doveva essere iniziata nel settembre novantatré non prima
Non è a conoscenza di incontri che sarebbero avvenuti tra Di Maggio e morì nel mille novecento novantatré
Poi se l'ha incontrato per motivi istituzionali può essere però a luglio non
Non risulta
La Corte ritiene che la testimonianza di Morini non valga a dimostrare l'inattendibilità per la deposizione del Cristo di Cristella come pure
A sostenuto la difesa dell'imputato morì
Morini ha detto di non avere partecipato a tutte le scene del Di Maggio presso il ristorante il Fontanone quindi non può escludersi che le scene cui secondo queste larve partecipa dal colonnello Mori siano diverse da quelle a cui ha partecipato Morichini
I in quest'ultimo deve certamente individuato il soggetto che a dire il Cristella giungeva presso il cui ristorante con un ciclomotore
Il fatto poi che tra Bonaventura morì in quel periodo non ci fossero buoni rapporti e non può escludere che gli stessi separatamente invitati dal Di Maggio possano essersi incontrato in qualche occasione serale così come avvenuto allorché il dottore Caselli fece incontrare in occasione di una scena il colonnello di Fini e il Cornello morti eppure
Non avevano rapporti e tesi all'epoca
Ma vi sono anche ulteriori risultanze che comprovano l'esistenza di rapporti significativi di frequentazione del Di Maggio con con Mori
Viene passata
Dal segno e quindi la testimonianza di mi Giampiero niente anzi
Che anche lui conobbe il dottor Di Maggio già alla metà degli anni ottanta a proposito della vicenda
Epaminonda
Ha confermato che nel mille centonovantatré si incontrava accenno a Roma almeno una volta alla settimana con il Di Maggio e il colonnello o buona ventura
Insieme al colonnello Bonaventura aveva prestato servizio presso l'Alto commissariato con accapo il dottor Domenico Sitka
Cioè Di Maggio e Bonaventura ma ho prestato servizio presso l'Alto commissariato con a capo il dottor Domenico Sica poi Di Maggio era stato nominato vicecapo del Dap Bonaventura era andato al SISMI
A queste scene raramente talvolta si è raggiunto il capitale
Il capitano Morini
Ma però il generale Mori che in quel periodo non aveva buoni rapporti con Bonaventura
Per contrasti che avevano avuto all'epoca in cui Bonaventura era all'Alto commissariato questo in relazione alla conduzione di indagini sui fratelli fidanzati in genere sulla presenza delle cosche mafiose Hub Milano stesso Ganzer si era fatto promotore un anno prima
Per la prematura scadranno prima della prematura scomparsa del Gange di un tentativo di riavvicinamento tre due che ufficiali
Il teste poi ha riferito di essere stato promotore dell'incontro avvenuto alla data alla ventidue ottobre mio centonovantatré data che si ricava in realtà
Da un'annotazione contenuta in una delle agende del generale Mori tra Di Maggio e muri e dice lui non si conoscevano precedentemente
Scopo di quel di quell'incontro era ottenere dal dottore Di Maggio la segnalazione di detenuti che dessero segni di cedimento per potere procedere tempestivamente eventuali colloqui investigativi
Gli è stato contestato allora la che risultava esserci stato comunque essere annotato un precedente incontro sempre sulla scorta di date ricavate le annotazioni di calate nelle agende personali di Mori
Un precedente incontro di Mori con Di Maggio
Alla data del ventisette luglio sullo stesso tema detenuti mafiosi ma leggeva le garanzie ha detto di non esserne
A conoscenza
Come già per Morini anche per Ganzer la Corte osserva che il fatto che non abbia mai incontrato morì in una delle scene con Di Maggio non esclude che delle possano essere state altri unificante non era presente mentre la presente invece è morto
Quindi sotto questo profilo
Non esce smentita la testimonianza di Cristello
D'altra parte Ganzer ha riferito di una rara presenza anche di Morini che invece ha raccontato di avere cenato con Di Maggio uno o due volte a settima
E e anche per quanto riguarda il cattivo stato di rapporti tra amori e Bonaventura vale quanto prima osservato non può escludersi che abbiamo partecipato insieme a qualche cena per essere stati separatamente invitati dal Di Maggio
Invece suscita perplessità la testimonianza di Ganzer laddove riferisce di avere presentato dissestato lui addirittura presentare Moriarty ma anche il ventidue ottobre mille novecentonovantatré perché precedentemente per quanto da lui
Dichiarato i predetti non si conoscevano oppure si conoscevano solo per fugaci incontri
Questo contrasterebbe appunto con la annotazione relativa a un incontro già avvenuto tra amori e Di Maggio il ventisette luglio mille novecento novantatré e da una
Complesse di acquisizioni probatorie dice la corte che dimostrano una risalente e non certo occasionale conoscenza e frequentazione tra gli stessi morì e Di Maggio
Non mi soffermo sulla testimonianza di Guglielmo Sasinini che comunque la Corte ritiene di scarsa attendibilità e comunque sullo appunto specifico non
La Corte sempre di primo grado
Non non ritiene
Di particolare
Rilevanza invece molta attenzione viene dedicata alla testimonianza di Salvatore Tito Di Maggio fratello di Francesco del dottore Di Maggio
Questi conferma sentito all'udienza del dieci luglio due mila quindici conferma che il fratello conosceva aveva ottimi rapporti col con Nello Bonaventura
Il fratello conferma che il fratello conosceva frequentava e stimava il colonnello Mori
Non foss'altro perché
Faceva parte di quell'arma dei carabinieri cui aveva fatto in qualche modo
Capo il
Quella parte dell'arma dei carabinieri quella fatto capo o che faceva riferimento al generale Dalla Chiesa
Ha confermato anche che con il Cristella suo fratello instaurato un rapporto antichi amicizie di grande amico e di di amicizia così come grande amicizia c'era tra suo fratello e il Cornello Eugenio Morini e di ciò avuto diretta contezza perché hanno trascorso insieme
Diversi periodi vacanza torneranno tra breve sulla deposizione di i saldi Salvatore Tito Di Maggio sempre proseguendo questa rassegna a proposito di rapporti
Ammoniti e di maggio c'è la testimonianza di Olindo Canali
Conferma che Francesco Di Maggio aveva grande considerazione per l'Arma dei carabinieri e in cui stesso Ronie Canali ha avuto modo di vedere almeno due tre volte nel mille il
Il colonnello Mori nell'ufficio del Di Maggio che gliene parlava come di un ufficiale buttato di grandi capacità investigative e di comando e qualche volta lo vidi insieme al colonnello Bonaventura e ai capitani Morini e De Caprio
Conferma che Di Maggio aveva una particolare predilezione per i militari del ROS forse proprio perché in questo reparto mio aveva un ruolo importante il colonnello morì
E a riprova del rapporto tra Di Maggio morì rapporto
Risalente
Già molto prima del
Nell'estate del del novantatré
Il canali ha riferito che intorno alla metà del mese di febbraio novantatré di maggiori telefono
Perché voleva parlare
Gli diede appuntamento a Roma presso la sede del rosso preannunciando di chi vi sarebbe stato proprio il colonnello morì
L'incontro può effettivamente avvenne intorno alla fine di febbraio a Roma in ufficio che il canali pensava appartenesse al rosso invece apparteneva probabilmente al reparto operativo dei carabinieri di Roma Di Maggio gli aveva assicurato che sarebbe stato anche Condello morì invece morì poi non
Non si presentò
A ulteriore riprova comunque dei rapporti tra Di Maggio che morì c'è un episodio riferito dal teste canali del diniego dimore di incontrarlo ha seguito una vicenda che è quella relativa alla mancata cattura di Santapaola Santapaola Terme Vigliatore
Cui diciamo la sentenza si sofferma mai
Per ragioni di economia Saltarello questo
Questo episodio che non ha particolare rilevanza per l'economia per la decisione
Diniego di cui il teste sapendo dell'amicizia con morì ebbe a dolersi con
Con Di Maggio
In occasione il ed ebbe modo di dolersi con Di Maggio e li cito gli disse contestualmente bell'amico che ha
Altra fonte
Passata esaminata lentamente dalla
Dalla corte costituita dalle dichiarazioni chi Loris D'Ambrosio
Che
In particolare dichiarazioni rese il venti marzo due mila dodici
A proposito dei rapporti tra Di Maggio e alcuni ufficiali proprio del dell'arma
D'Ambrosio mi che presto servizio pure lui l'ufficio dell'Alto Commissariato per la lotta contro la mafia conferma i rapporti di maggio con coi fari Bonaventura e anche col colonnello umori in una seconda occasione
L'esame
Del sedici maggio
Due mila dodici
Si fa riferimento alla intercettazione nella famosa intercettazione di una conversazione dello stesso D'Ambrosio con Nicola Mancino in cui D'Ambrosio accomuna in qualche modo
Parisi morì e Di Maggio oltre che il presidente Scalfaro a proposito la questione del della linea dello schieramento
Favorevole all'alleggerimento del quarantuno bis e per la questione del Colle UPI investigativi accenna appunto all'esistenza di due scuole di pensiero negli ambienti del dopo dell'età per cui Di Maggio così come morì sarebbe stato favorevole anzi a un alleggerimento del quarantuno bis ma mirato semplicemente nei confronti
Detenuti che avessero disponibilità a iniziare a collaborare
E quindi a prestarsi a colloqui
Investimenti
Il teste
Il D'Ambrosio ribadisce comunque che per quanto a sua conoscenza appunto il Di Maggio era contrario un alleggerimento indiscriminato del quarantuno bis e quindi la sua nomina al DAP non poteva avere almeno a suo parere questa finalità ma semmai quella di favorire l'accesso le carceri personale investigativo per acquisire informazioni
Presso i detenuti in particolare agevolare colloqui investigativi dei carabinieri e poter avere così confidenze all'interno del carcere
E spiega appunto per le ragioni di questa sua convinzione con il fatto che egli risulta appunto che lo stesso Di Maggio era particolarmente vicino al proprio ai carabinieri
La corte
Rammenta
Ancora con riferimento al primo esame testimoniale del dottor D'Ambrosio un passaggio in cui il teste ricorda che
C'era stato un inizialmente un certo contrasto tra Di Maggio
E il dottore Giovanni Falcone perché Di Maggio ha manifestato addirittura perplessità sull'autenticità dell'attentato dell'Addaura
Avanzando il sospetto che si potesse trattare di una messinscena per rafforzare habitué prestigio di Falcone oppure per intimidire
Gli ma successivamente però lo stesso Giovanni Falcone gli aveva mi ha detto a D'Ambrosio
Che col il con Di Maggio c'era stato un chiarimento su questo punto di maggio va riconosciuto di essersi sbagliato
Questo lo lo richiama la corte per rilevare come vi sia una certa consonanze del dell'iniziale pensiero che il Di Maggio sull'attentato dell'Addaura con il pensiero di Mori quale si ricava dalla sentenza della corte di cassazione del sei maggio due mila quattro
Laddove si legge che il teste Mario Mori appunto comandante Dennis Ross aveva espresso perplessità in ordine all'effettiva funzionalità del telecomando affermando
Mi ha pensato più un tentativo intimidatorio vecchia un tentativo effettivamente mirato ad annientare Giovanni Falcone
E si era espressa criticamente insomma sulle valutazioni
Espresse dal
Colonnello morì quindi questo la corte per dire come cerca questo precedente
Denotava
Una certa sintonia di pensiero tra
Tra Di Maggio e morì risalente anche a
Anni precedenti
Viene citata in questa rassegna anche la testimonianza di Salvatore Cirignotta
Chi all'udienza del cinque marzo due mila quindici
Ha confermato quanto già dichiarato dal teste
Cristella
Saluto scimmiottare vigente l'ufficio detenuti del DAP
A proposito la condizione del Di Maggio con il colonnello Bonaventura di un alloggio
A Roma
Quindi di rapporti di frequentazione con mille attratti maggior Bonaventura
Ed è a questo punto che la sentenza
Affronta il tema della linea del del dato
Subito dopo all'indomani proprio della nomina dei nuovi vertici
Come risposta nel documento il ventisei giugno novantatré
Linea che era stata nell'immediato sostanzialmente disattesa dal ministro giustizia Cozzo
Che non condividendola così come l'unica per i motivi che lui a espressamente indicato la prima volta che è stato sentito sul sul punto provvide di fatto non con non condividendo la non condivise e provvedendo di fatto a prorogare praticamente in blocco tutti i decreti applicative il regime del quarantuno bis che andava a scadere tra il venti e il ventuno luglio senza neppure
Far precedere questa decisione da una preventiva interlocuzione con le forze dell'ordine suggerì che pure era stata suggerita dal da nel documento del ventisei giugno novantatré
Ciò nonostante e la corte a questo punto
Esamina
Tutti gli elementi che ed è voterebbero come sotto traccia i vertici del DAP abbiano continuato ora a esercitare questa pressione sul ministro della giustizia finalizzata
A conseguire gli obiettivi che erano stati chiaramente indicati già in quel documento del ventisei giugno novantatré
In particolare all'indomani delle bombe del ventisette luglio del novantatré
Dopo che qui peraltro quello stesso giorno il vicedirettore di maggio si era incontrato con il colonnello Mori per parlare del problema dei detenuti mafiosi come si ricava
Dalla notazione già citata alla pagina il giorno ventisette luglio novantatré nell'agenda di Mori
E nonostante non vi fosse stato alcun recepimento della direttiva del ventisei giugno novantatré da parte del ministro in vista della scadenza di un altro gruppo di provvedimenti applicativi del regime quarantuno bis che era prevista per la data del ventiquattro agosto del novantatré
Il i taxi attiva chiedendo con una nota del ventinove luglio novantatré dell'Ufficio detenuti che poi è stata in qualche modo ricostruita attraverso le le informazioni fornite da Loris D'Ambrosio alla procura di Firenze il ventotto maggio due mila uno il due il verbale
Del sommarie informazioni del D'Ambrosio è stato prodotto dalla difesa degli imputati Subranni e muri
Quindi si attiva il dato con questa nota del ventinove luglio novantatré perché per il preventivo parere alla Direzione nazionale antimafia le varie forze dell'ordine questo dice la Corte nell'ottica evidente di limitare la proroga
Ai caccia assolutamente necessari
Rappresentando che la delicata situazione generale imponeva anzi da un lato di soddisfare le esigenze di sicurezza e ordine pubblico e contrasto la cavità organizzata ma dall'altro
Di nominiamo spedire inutilmente il clima all'interno degli istituti di pena
Questo è un passaggio non della nota del ventinove luglio novantatré ma del documento del ventisei giugno viene novantatré
Quindi
Secondo la corte già all'indomani delle stragi di fine luglio novantatré il dato nonostante le precedenti contrari determinazioni del ministro e probabilmente che per la prima volta almeno secondo
Quanto si ricava dal dall'esame del dottore D'Ambrosio nella parte in cui questi sottolinea che fu una scelta politica quella fatta dal dipartimento riprende a lavorare per attuare l'indirizzo programmatico che arrestato esposto nel documento del ventisei giugno novantatré
E a conforto di questa lettura la corte rimarca che con questa nota del ventinove luglio novantatré evidentemente proprio questa ottica
Trasmette
Persino l'elenco dei decreti scaduti i venti e ventuno luglio mille novecentonovantatré ma già prorogati dal ministro per i quali non ci sarebbe stata alcuna necessità di aggiornare le posizioni i singoli
Detenuti sicché se ne deve ricavare dice della corte l'intento sottostante di pervenire eventualmente alla revoca di qualcuna perlomeno di quelle proroghe e indiscriminate che dovevano avere contrariato i vertici del
Tappe
Quindi secondo la Corte secondo la lettura una ricostruzione offerta dalla dalla corte
Il dato continua a brigare diciamo dare concreta attuazione e a quegli obiettivi programmatici
Nonostante che in quegli stessi giorni il vicedirettore del DAP Di Maggio proclamarsi in sede di comitato nazionale per l'ordine e sicurezza pubblica la necessità di mantenere fermo il regime del quarantuno bis
Questo a conferma che la linea ufficiale del dato che in quel momento e nel contesto di quelle riunioni del comitato nazionale per l'ordine e sicurezza pubblica
Altri partecipanti era chiaro l'assoluta necessità dopo le bombe del ventisette ventotto luglio novantatré di non dare segnali di cedimento
Sul sul fronte dell'applicazione del regime carcerario più un rigoroso non poteva che essere nel senso della fermezza ma si contrapponeva in pratica
Sottotraccia appunto
Una linea più accomodante che mirava invece prova a lanciare segnali di ripensamento del regime carcerario più rigoroso
Col dichiarato fine di non inasprire il clima nelle carceri e ottenere chinandosi di fatto però al ricatto e la mafia che questa recedere se dalla strategia stragista
Viene esaminata la deposizione del dottore Calabria che nella qualità di vice direttore dell'ufficio detenuti ebbe a sottoscrivere proprio questa nota del ventinove luglio mille novecentonovantatré quindi siamo a due giorni
Dalle bombe
Di Roma e di Milano
Il dottore Calabria riferisce che ai fini dell'applicazione o meno del regime del quarantuno bis l'individuazione dei detenuti papà romana ma dalla direzione del da e alla direzione del da perché indicava Monteith o quanto meno erano direzionalità perché indicava Monte i criteri in base ai quali l'ufficio detenuti avrebbe dovuto redigere gli elenchi dei
Detenuti cui eventualmente applicare
Il quarantuno Beats quindi in tutto partiva dall'alto poi d'ufficio che è un ufficio tecnico svolgeva il
Il lavoro in conformità alle indicazioni dei vertici delibera
La Corte fa riferimento anche alla fine intervista rilasciata dal Di Maggio il ventidue agosto novantatré nella quale sia pure in modo non esplicito comunque si lasciava trasparire un approccio alla questione del quarantuno bis
Che non è proprio in linea con l'assoluta fermezza proclamate in sede di comitato nazionale per l'ordine e per la sicurezza pubblica dallo stesso di
Ecco ci fermiamo qui con l'ascolto dell'udienza del dieci giugno scorso del processo d'appello sulla presunta trattativa Stato-mafia e abbiamo ascoltato ancora una volta in questa quarta udienza alla relazione introduttiva del presidente Angelo Pellino che in questa udienza in particolare
Si è soffermato sui punti relativi alla mancata proroga del regime di carcere duro nel novembre mille novecento novantatré nei confronti di esponenti della criminalità
Organizzata si è soffermato poi sui rapporti tra Mario Mori e Francesco Di Maggio il vice capo del DAP è la posizione dell'allora ministro della giustizia Giovanni e Conso
Ricordiamo che si tratta della processo appunto sulla a presunta trattativa Stato-mafia processo contro gli ex ufficiali del rosso Antonio Subranni Mario Mori
E Giuseppe De Donno e contro l'ex senatore Marcello Dell'Utri accusati di minaccia a corpo politico dello Stato in sostanza di aver veicolato le minacce di Cosa Nostra al governo allo scopo di imporre iniziative e legislative a favore della mafia in cambio della a fine delle stragi come appunto l'alleggerimento del carcere duro
E e in primo grado il primo grado si è concluso con condanne pesantissime nei confronti degli uomini delle rosso delle ex braccio destro di il figlio
Berlusconi vedremo
Se le argomentazioni proposte in appello dalla difesa dimori a quella di Dell'Utri riusciranno a scardinare l'impianto accusatorio della Procura di Palermo peraltro già in larga parte bocciato nonostante la condanna dalla stessa sentenza di il primo grado questa dicevamo era la prima parte dell'udienza del dieci giugno scorso udienza molto lunga che continueremo a seguire però nelle prossime puntate dello Speciale giustizia che per questa sera termina qui a tutti grazie per l'attenzione da Lorena D'Urso hanno buon ascolto dei successivi programmi di radio radicale