Questa registrazione non è ancora stata digitalizzata.
Per le risposte alle domande frequenti puoi leggere le FAQ.
Capezzone ribadisce la posizione dei radicali e ricorda i dati di un recente sondaggio: il 55.5% degli italiani è favorevole alla legalizzazione dell'eutanasia Roma, 24 luglio 2002 - Convegno sul tema "Diritto a vivere, diritto a morire" organizzato da Cittadinanzattiva, in occasione del Primo Forum Internazionale sulla eutanasia.
"L'eutanasia in Italia c'è già, ma nell'ombra, nella forma di contrattazioni dolorose, proprio come esisteva, prima che fosse legalizzato, l'aborto in forma selvaggia".
Daniele Capezzone, segretario di Radicali Italiani, nel corso del suo intervento, spiga quale … sia la reale situazione negli ospedali italiani relativamente alla pratica dell'eutanasia.
Diritto alla libertà di scelta ''Di fronte a queste questioni - aggiunge Capezzone - ci sono due scelte: o proibire e scaricarsi la coscienza, oppure legalizzare conquistando il diritto alla libertà di scelta".
Diritto che si conquista con la legalizzazione.
E "se necessario, come accadde per l'aborto", anche su questo tema "i radicali sono pronti alla disobbedienza civile e al carcere".
Per quello che riguarda "le obiezioni, ognuno le faccia per se stesso.
Occorre evitare - prosegue - che le convinzioni morali di qualcuno diventino precetto legislativo per tutti gli altri".
Il parere degli italiani È necessario in questo senso ricordare i dati emersi dal sondaggio che i Radicali nel marzo di quest'anno commissionarono a Datamedia.
Partendo da quei risultati è possibile concludere che la maggioranza degli italiani è favorevole all'adozione dell'eutanasia.
(Vai ai dati).
In particolare il 55.5% dei cittadini interpellati si dice favorevole, e, scomponendo i dati, il 90.4% dai giovani dai 18 ai 24 anni è per l'eutanasia , come il 54% dai 25 ai 44.
È evidente - conclude Capezzone - che su questo tema "il paese deve discutere".
Una legge è stata approvata sulle terapie del dolore, legge che a tutt'oggi "rimane disapplicata".
E resta il fatto che "un ricoverato su tre patisce sofferenze che potrebbero essere lenite e annullate".
"Sapere per capire e per scegliere" Teresa Petrangolini, segretario generale di Cittadinanzattiva chiudendo i lavori dell'assise precisa che il congresso è nato "per rispondere ad un preciso diritto dei cittadini ad essere informati", perché "bisogna sapere per capire e per scegliere.
In particolare, i cittadini hanno diritto alla chiarezza dei termini".
Occorre promuovere un dibattito nella società civile sul tema affinché sia " tutelato il diritto alla dignità del malato, anche nella morte.
La questione tocca il tema della umanizzazione della medicina.
Un corretto rapporto tra medicina e persona serve anche a ridurre al massimo le possibilità di ricorrere alla soluzione estrema, la eutanasia".
Proprio per questo "è importante sottolineare che l'eutanasia non è soltanto una questione di stretta pertinenza dei soli esperti, ma deve vedere il coinvolgimento del punto di vista dei cittadini".
Sarebbe quindi auspicabile "infine che si aprisse un dibattito in Parlamento, per evitare - conclude Petrangolini - che tutto resti nel vago".
"L'eutanasia in Italia c'è già, ma nell'ombra, nella forma di contrattazioni dolorose, proprio come esisteva, prima che fosse legalizzato, l'aborto in forma selvaggia".
Daniele Capezzone, segretario di Radicali Italiani, nel corso del suo intervento, spiga quale … sia la reale situazione negli ospedali italiani relativamente alla pratica dell'eutanasia.
Diritto alla libertà di scelta ''Di fronte a queste questioni - aggiunge Capezzone - ci sono due scelte: o proibire e scaricarsi la coscienza, oppure legalizzare conquistando il diritto alla libertà di scelta".
Diritto che si conquista con la legalizzazione.
E "se necessario, come accadde per l'aborto", anche su questo tema "i radicali sono pronti alla disobbedienza civile e al carcere".
Per quello che riguarda "le obiezioni, ognuno le faccia per se stesso.
Occorre evitare - prosegue - che le convinzioni morali di qualcuno diventino precetto legislativo per tutti gli altri".
Il parere degli italiani È necessario in questo senso ricordare i dati emersi dal sondaggio che i Radicali nel marzo di quest'anno commissionarono a Datamedia.
Partendo da quei risultati è possibile concludere che la maggioranza degli italiani è favorevole all'adozione dell'eutanasia.
(Vai ai dati).
In particolare il 55.5% dei cittadini interpellati si dice favorevole, e, scomponendo i dati, il 90.4% dai giovani dai 18 ai 24 anni è per l'eutanasia , come il 54% dai 25 ai 44.
È evidente - conclude Capezzone - che su questo tema "il paese deve discutere".
Una legge è stata approvata sulle terapie del dolore, legge che a tutt'oggi "rimane disapplicata".
E resta il fatto che "un ricoverato su tre patisce sofferenze che potrebbero essere lenite e annullate".
"Sapere per capire e per scegliere" Teresa Petrangolini, segretario generale di Cittadinanzattiva chiudendo i lavori dell'assise precisa che il congresso è nato "per rispondere ad un preciso diritto dei cittadini ad essere informati", perché "bisogna sapere per capire e per scegliere.
In particolare, i cittadini hanno diritto alla chiarezza dei termini".
Occorre promuovere un dibattito nella società civile sul tema affinché sia " tutelato il diritto alla dignità del malato, anche nella morte.
La questione tocca il tema della umanizzazione della medicina.
Un corretto rapporto tra medicina e persona serve anche a ridurre al massimo le possibilità di ricorrere alla soluzione estrema, la eutanasia".
Proprio per questo "è importante sottolineare che l'eutanasia non è soltanto una questione di stretta pertinenza dei soli esperti, ma deve vedere il coinvolgimento del punto di vista dei cittadini".
Sarebbe quindi auspicabile "infine che si aprisse un dibattito in Parlamento, per evitare - conclude Petrangolini - che tutto resti nel vago".
leggi tutto
riduci
























