Il suo impegno in difesa dei diritti delle donne e dei diritti umani risale al periodo dell'occupazione sovietica, quando suo marito fu rapito dai servizi segreti russi, sparendo nel nulla per sempre.
Nel 1984, dopo la laurea in medicina, fugge a Quetta, in Pakistan, dove apre un ospedale per le profughe afgane, la clinica Shuhada (ovvero «martiri»).
Nel 1989, dopo il ritiro dell'Armata Rossa, Shuhada diventa una ong, tramite la quale Samar inizia a costruire a Ghazni e in altre province afgane ospedali, scuole e … orfanotrofi.
Tornata nel Paese dopo la caduta del regime talebano, ricopre per alcuni mesi la carica di vice primo ministro del governo provvisorio di Hamid Karzai.
Oggi è presidente della Commissione indipendente per i diritti umani dell'Afghanistan.
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