08 SET 2017
intervista

Intervista a Xavier Ronsin, primo presidente della Corte d'Appello di Rennes che ha guidato la delegazione del Comitato per la Prevenzione della Tortura in Italia

INTERVISTA | di David Carretta - Bruxelles - 10:01 Durata: 25 min 24 sec
A cura di Fabio Arena
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IN GENERALE "Era la dodicesima visita nella storia delle relazioni tra l'Italia e il Consiglio dell'Europa e il Comitato per la prevenzione della Tortura".

"La missione ci ha permesso di esaminare da vicino il modo in cui le persone private di libertà erano trattate nei comissariati, nelle prigioni e negli istituti psichiatrici" e "verificare che gli impegni delle autorità italiane sono rispettati".

"Era una missione particolarmente interessante che ci ha permesso di avere una visione in particolare dei seguiti della sentenza Torreggiani sulle questioni di sovrapopolazione" nelle
carceri.

"Cooperazione eccellente con le autorità italiana".

"Non abbiamo mai usato la parola tortura per polizia, carabinieri, prigioni o ospedali psichiatrici, ma possono esserci delle violenze puntuali".

"Abbiamo parlato della nostro desiderio che la legislazione evolva sul crimine di tortura".

La nuova legge è stata adottata "dopo la vista della delegazione" e la "esamineremo nel dettagio".

"Ci siamo felicitati della creazione del meccanismo nazionale dei garanti con il signor Mauro Palma.

Tutto questo va in un senso molto positivo.

Ma il garante e le sue squadre possano avere i mezzi umani e materiali per andare in tutti i luoghi di privazione di libertà del vostro grande paese".

CARCERI (Ministero della Giustizia) "Abbiamo raccolto diverse denunce di maltrattamenti da parte del personale delle carceri in ciqnue delle sei priogioni che abbiamo visitato".

Genova, Torino, Ivrea, Como e Ascoli Piceno.

In situazione di crisi" è stata constatata una "forma di applciazione della violenza sui detenuti per riportarli alla ragione".

"Anche se un detenuto è agitato la violenza non è una risposta conforme a uno stato democratico".

"Ci sono come in molte prigioni europei un bisogno della partecipazione dei detenuti a attività costruttive", come formazione o lavoro.

Su questo "l'Italia deve fare dei progressi" "Situazione migliorata considerevolmente" sulla sovrapopolazione carceraria dopo la sentenza Torregiani.

Quel che ha messo in opera il ministero della Giustizia è "molto positivo" e un "progresso incontstabile".

Ma restano delel carcere "in cui i detenuti non hanno i 4 metri quadrati che chiediamo".

"Rispetto agli anni precedenti abbiamo trovato molto progressi, ma non vuol dire che la situazinoe è buona ovunque".

41 bis "IL Comitato non ha mai rimesso in causa il principio" dell'articolo 41 bis, ma "siamo stati molto severi dicendo che se si può immaginare un regime stretto per alcuni mafosi, le restrizioni devono essere giustificate e non punitive.

Abbiamo denunciato dei limiti accessivi, delel condizioni di sicurezza eccessive, o il mancato rispetto delle decisioni di sorveglianza".

"Il regime è troppo severo".

"Ammettiamo che possono essrci dei problemi di sicurezza per alcuni detenuti a alta pericolosità o che possono continuare a avere attività criminali dalla prigione (...) ma le costrizioni imposte ci appaiono eccessive e esagerate" Compotamento delle FORZE DI POLIZIA "Per i luoghi di arresto, siamo stati preoccupati perché molte persone che abbiamo incontrate si osono lamentate di essere state fermate in modo relativamente violenta al momento dell'arresto".

"Ci è apparso che le condizioni di arresto diano luogo troppo spesso a delle violenze che non ci sono apparse legittime".

"Globalmente condizioni di interrogatorio non hanno posto problemi nelle testimonianze che abbiamo potuto raccogliere".

Per contro ci sono stati problemi per quanto riguarda "la fase dell'arresto, la notifica dei diritti di cui dispogono le persone arrestate, e la questura di Firenze per il quale abbiamo chiesto la chiusura di alcune cellule".

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