Rassegna stampa estera

Poggiano gli esportatori di radio radicale martedì dodici settembre questo è l'appuntamento con la rassegna dalla stampa internazionale a cura di David Carretta diversi i temi di cui ci occuperemo questo oggi molti dei quali però ruotano attorno all'Unione Europea la situazione
Economica e politica della zona Euro ne parleremo con l'Hammond l'editoriale di oggi dedicato all'euro forte che preoccupa
In particolare le imprese ma anche il presidente della BCE Mario Draghi ne ha accennato nella sua conferenza stampa di giovedì scorso ma che anche molti lati positivi sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista politico o meno ottimista invece il figlio che ieri offrivo un analisi di Nicola va bene dal titolo L'grande disordine
Mondiale dietro alla situazione economica che migliora ci sono molti rischi
Rischi di economici ma soprattutto geo politici in questo contesto con gli Stati Uniti che diventano un moltiplicatore di incertezza l'unione europea deve reinventarsi come un riduttore di rischi scrive tra l'altro l'economista barriere
Invece a proposito de la situazione politica interna agli Stati membri parleremo di Spagna
Braccio di ferro nuovamente tra Madrid Barcellona sull'indipendenza
Della Catalogna il referendum del primo ottobre per El Pais il federalismo il meglio della rottura al quotidiano spagnolo in sostanza sostiene il governo di Madrid fino a un certo punto nel senso che dice occorre dialogare occorre riconoscere la legittimità di alcune richieste catalane accenneremo anche la Francia emana il marco è confrontato alle prime manifestazioni di strada contro le sue riforme in particolare del mercato del lavoro
Ne parla il Wall street journal Simon Nixon Macron costretto sfidare nuovamente gli scettici infine sugli Stati membri dell'Unione europea la Germania al voto
Tra qualche settimana una campagna molle noiosa il titolo del Big Lou Reed la pagina di approfondimento del Fraktion Times ieri
Un anno fa dopo un drammatico flusso di rifugiati nel suo Paese Angela Merkel sembrava in pericolo dal punto di vista politico ma la cancelliera a metodicamente impiegato i suoi critici infine se avremo tempo torneremo ad occuparci anche di Cambogia paese per cui si batte il partito radicale nonviolento transnazionale tra spartito il New York Times ieri vi dedicava il suo editoriale dal titolo la democrazia della Cambogia tradita cominciamo però da le monde da quello che nel titolo viene definito il lato buono dell'euro forte l'euro forte tornato ad essere un tema importante perché fa temere per la ripresa economica
Scrive le Monde l'inquietudine palpabile tra l'impresa e tra alcuni economisti giovedì sette settembre anche il presidente della BCE Mario Draghi ne ha parlato come fonte di incertezze da gennaio l'euro è salito del tredici per cento rispetto al dollaro si aggira oggi intorno a uno virgola venti
Certo siamo ancora lontani dal record di uno virgola sessanta raggiunto nell'aprile due mila otto ma molti imprenditori
Già si interrogano sul rischio che l'apprezzamento della moneta unica erano da competitività e danneggi la crescita finalmente ritrovata questo timore non è nuovo è molto francese potremmo aggiungere noi molto italiano non è un caso gli esportatori francese di sono particolarmente sensibile alle variazioni dei prezzi molto più dei loro omologhi tedeschi l'euro forte riduce le quote di mercato all'estero ma ci si dimentica un fatto e cioè che la Francia tranne qualche multinazionale non è un grande Paese da export piaccia o no è un grande Paese di consumatori e l'aumento dell'euro fa automaticamente abbassare i prezzi dei prodotti importati in dollari con un beneficio per il portafoglio di famiglie in prese il livello dell'euro poi determinato dallo stato di salute della zona euro ricorda le Monde e la zona euro sta molto meglio secondo gli economisti della BCE l'economia della zona euro dovrebbe crescere del due due quest'anno
Senza dubbio più che gli Stati Uniti l'occupazione riparte i consumi anche investitori tornano cosa che fa meccanicamente salire lei euro fino a un anno fa la break site la minaccia populista lasciavano temere il peggio per l'unione monetaria ma la zona euro ha resistito anzi di più i suoi leader sotto l'impulso di mano e Marco hanno ripreso le discussioni sul rafforzamento dell'istituzione dell'unione economica
E monetaria lei euro che all'apice della crisi del debito sembrava condannato all'esplosione oggi appare come un'isola di sicurezza al centro
Di un mondo incerto per contro sull'economia americana si accumulano le nubi l'America un colosso dei piedi d'argilla sottoposto al terremoto politico e diplomatico di Donald Trump è in questo secondo le Monde
Che l'apprezzamento dell'euro è una notizia rassicurante consacra gli sforzi compiuti negli ultimi anni per fare uscire l'unione monetaria dalla crisi
E dai dubbi esistenziali questo non vieta di rimanere vigili di essere cauti allerta
Per fare concorrenza al dollaro come pilastro del sistema monetario internazionale l'euro deve ancora diventare una moneta stabile il cammino ancora lungo
Che serve un rafforzamento della zona euro e della sua governance ma non ed infine non si deve perdere di vista il fatto che malgrado la crescita ritrovata
Il terreno su cui il populismo e nazionalismo mettono radici cioè disuguaglianze deindustrializzazione di alcune regioni disoccupazione giovanile resta pericolosamente
Fertile così le Monde che però vuole vedere soprattutto i lati positivi di questo rafforzamento del dell'euro sul dollaro ad essere meno ottimista invece l'economista Nicola va bene su grafia o di ieri Panarea un ha una rubrica lunedì questa settimana al grande disordine mondiale il titolo e scrive
I cenni dopo la peggiore crisi del capitalismo dopo il mille novecentoventinove l'economia mondiale conosce un momento positivo la crescita ritrova un ritmo del tre virgola cinque per cento a livello globale gli scambi accelerano la disoccupazione si riduce tutti i grandi poli mondiali migliorano la Cina mantiene una crescita intensa sei virgola nove per cento di poco inferiore all'India che al sette virgola uno per cento
L'economia cresce del due due negli Stati Uniti il Giappone con l'uno per cento la zona euro con il due virgola due per cento sembrano finalmente liberarsi della deflazione Brasile Russia escono dalla recessione
L'Africa prosegue il suo decollo complessivamente la globalizzazione sembra aver superato il terribile sciocca
Che aveva rischiato di distruggerla nel due mila e otto il miglioramento della congiuntura tuttavia secondo Nicola Bardelle rimane fragile
Maschera l'aumento dei rischi e la loro natura diversificata nuovo ciclo economico si apre segnato dal ritorno dell'inflazione del e dal rialzo dei tassi di interesse
Cosa che potrebbe portare a forti scosse tenuto conto dello stock di debiti che supera i duecento mila miliardi di dollari cioè tre volte il PIL mondiale
Le tensioni monetarie si accumulano come dimostra la caduta del dollaro l'impennata dell'euro
Le tensioni monetarie nutrono anche il ritorno del protezionismo che frammenta lo spazio economico limita alla crescita potenziale e alimenta le guerre commerciali
Il primo fattore di rischio tuttavia resta geopolitica secondo l'economista e opinionista di mio figlio la crisi nordcoreana crea una minaccia di escalation nucleare che un errore di giudizio può far degenerare in qualsiasi momento
Esacerbare le tensioni tra Cina e Stati Uniti ma anche tra Giappone e Corea del Sud aprendo alla possibilità di un conflitto maggiori in Asia Pacifico nel frattempo il caos per dure Medioriente intrattenuto dalla rivalità tra Iran Turchia e Arabia Saudita la jihad sulla difensiva
Nella regione si è globalizzata si trasforma in un network sociale al centro dei paesi sviluppati
Le democrat dure le i regimi autoritari in Russia e Turchia intensificano le loro pressioni sull'Europa la la progressione della violenza nel mondo in grossa al flusso di sei sessantasei milioni di rifugiati che fungono da conflitti oppressione altro cambiamento inquietante
Secondo balle P. rischio menta hanno più la capacità di gestirli diminuisce
Le istituzioni e le regole che erano state create dopo la seconda guerra mondiale per stabilizzare il capitalismo gettare le fondamenta di un ordine mondiale
Sono destabilizzata e dall'onda populista che tocca le democrazie Stati Uniti Regno Unito in primis
I contropoteri sono indeboliti e contestati in seno nazioni libere da Washington a Varsavia
Il nazionalismo al protezionismo la xenofobia incoraggiano la rimessa in discussione di vecchie alleanze di trattati di libero scambio di accordi come quello sul clima di Parigi di istituzioni
Multilaterali la demagogia promette lo smantellamento di regole finanziarie quelle create dopo la crisi del due mila otto per tentare di controllare
La speculazione cosa che ha spinto Stanley Fischer a dare le dimissioni dalla febbre americana la cooperazione internazionale che Fischer era riuscito a instaurare in seno al G otto e in piena degli cui scienza Secondo Nicola Barberio la responsabilità degli Stati Uniti nella progressione di questo disordine mondiale oggi analoga alla responsabilità che l'America aveva avuto nella crisi finanziaria del due mila otto
Irresponsabilità e mancanza di strategia di Donald Trump esportano l'instabilità ovunque nel mondo
E costituiscono una formidabile chance per Stati organizzazioni terroristiche o criminali che hanno interesse nel caos e che perseguono la Diso ci dentali distrazione del mondo insomma
La stabilizzazione
Dell'economia mondiale a cui assistiamo non devi incitare all'euforia semmai serve vigilanza per rafforzare la capacità di prevenire e gestire gli shock lo sforzo deve essere fatto tutti i livelli rafforzamento delle istituzioni dello Stato di diritto investimento massiccio una sicurezza rilancio del multilateralismo questo momento di grande pericolo costituisce una chance storica per l'Europa
Nel momento in cui gli Stati Uniti diventano un moltiplicatore di incertezza l'unione europea deve reinventarsi come un riduttore di rischi così
Nicola va bene su la figlia o di ieri e allora qual è la situazione politica interna agli stati membri dell'Unione europea beh cercasi italiano che preoccupano molti anche se le elezioni sembrano ancora lontane dunque
Non ci si preoccupa più di tanto cioè la Spagna e il braccio di ferro sulla al referendum per l'indipendenza in Catalogna contrastato da buona parte dei giornali spagnoli almeno quelli non catalani
Presenta El Pais che ancora ieri tornava sulla questione con un editoriale dal titolo per la Catalogna la Catalogna è essenziale per la Spagna ma il federalismo il federalismo in questa contesa è meglio della rottura
Questo sosteneva anche Marco Pannella tra l'altro il federalismo come alternativa al nazionalismo al micro nazionalismo come quello Catalano scrive ad ogni modo il Paese la Catalogna ha celebrato ieri la sua festa nazionale come al solito usato l'occasione per mescolare
Festività rivendicazioni e capitalizzazione politica dell'ampio sentimento popolare
Catalano
L'ho fatto in forme diverse come diversa Società catalana la cui pluralità non può essere ridotta una posizione unica
Questo pluralismo interno è un valore da preservare l'affermazione di un'identità catalana pacifica legale liberale e della sua volontà di approfondire l'auto-governo canalizzata democraticamente deve essere riconosciuta da tutti gli spagnoli e incerto misurarlo è riconosciuta
Senza voler banalizzare poco importa come si traduce formalmente questa questa questo riconoscimento se in una nazione una nazionalità una comunità o altra quel che conta è integrare le identità senza aumentare le divisioni e concentrarsi sul contenuto
Riconoscere il Preside prerequisito per il rispetto ricorda El Pais ed è molto rispettabile il contributo che i catalani danno alla causa comune spagnola cioè l'economia un quinto del PIL nazionale
La Catalogna è stata punta di lancia in diversi settori avanguardia nell'industria del tessile nella metallurgia nella chimica nei servizi culturali il cinema la pubblicità oggi le tecnologie avanzate come la farmaceutica
E la biotecnologia cinque delle prime università spagnole sono catalane i brevetti sono un terzo del totale così come le start-up le esportazioni
La Spagna non esisterebbe senza la cultura industriale catalana senza il contributo della Catalogna in termini culturali editoriali artistici
Ma anche senza il suo contributo politico con il decentramento il federalismo del diciannovesimo sta secolo lo Stato regionale del mille novecentotrentuno fino all'autonomia del mille novecentosettantotto la Spagna uno Stato liberale avanzato europeista grazie a molti contributi
Tra i quali brilla quello catalano solo gli ignoranti possono negare questo per tutto questo è logico che la Catalogna voglio ampliare il suo agire politico e la cosa intelligente da fare proprio ampliare questo spazio non ridurlo o bloccarlo inutile cercare di lanciarsi in tentativi per ricentralizzare il potere o attendere lo scandalo di nuovi episodi indipendentisti che saranno sempre più intensi di quelli precedenti
E il Paese ritiene che sia necessario dialogo che siano necessari negoziati sulla questione catalana
E servono proposte creative con nuovi orizzonti di auto-governo
Lo chiede El Pais con tanta insistenza quanto chiede però di difendere la legalità e la Costituzione cioè dire no al referendum sull'indipendenza
La deriva attuale e lo scontro provocato dagli indipendentisti che suonano la tromba dell'estremismo anti-sistema
Impedirebbero soluzioni pragmatiche porterebbero a un disastro così
Così El Pais vede la via d'uscita alla crisi catalana invece in Francia in mano al Marcon deve fronteggiare la strada con domani alcuni sindacati che manifesteranno contro la sua riforma del lavoro
Magro costretto a sfidare nuovamente gli scettici è la lettura di saremmo Nixon del Wall Street Journal
Quando Marianna o annunciato la sua candidatura per l'Eliseo i suoi critici lo avevano definito come un burattino che non aveva alcuna possibilità di farcela
Quando ho vinto la corsa hanno detto che non avrebbe mai ottenuto una maggioranza in Parlamento che dunque sarebbe stato un'anatra zoppa quando ottenuto una maggioranza massiccia
Hanno spiegato che non sarebbe mai stato in grado di realizzare il suo programma perché sarebbe stato sconfitto dalla strada come accaduto i suoi più recenti predecessori questa settimana i critici sembrano destinati a sbagliarsi di nuovo
Uno dei più potenti sindacati del paese si sta preparando a una giornata di protesta domani contro la riforma del mercato di lavoro di Marco ma non ci sono altri sindacati maggiori pronti a sostenere lo sciopero
Qual è il punto che questo è solo l'inizio
Ma Crosa bene che la riforma del Codice del lavoro non basterà ad affrontare le due grandi sfide che l'economia francese ha di fronte l'alta disoccupazione e il calo della produce crescita della produttività
Per cambiare le cose deve tagliare le tasse però al contempo ridurre il debito pubblico fare altre riforme
Flessicurezza nel welfare
Pensioni
E tutto questo rischia di portare a conflitti con i sindacati con i funzionari
Pubblici insomma anche se macro sopravviverà alla resa dei conti di questa settimana nelle piazze sa che ha di fronte una resistenza molto più dura in futuro
Dopotutto anche i sindacati devono scegliere loro battaglie alcuni di questi hanno scelto battaglie non oggi domani macro però ha un vantaggio le circostanze politiche unica in cui si trova con una maggioranza in Parlamento che non ha precedenti
Con tutte le forze d'opposizione in crisi e con nessun test elettorale per tre anni forse macro non ce la farà come continuano a insistere gli scettici
Ma è troppo presto per darlo per spacciato così saremmo Nixon sul Wall Street Cernan
Il bacio Time si era invece dedicava al suo Big Red una pagina di approfondimento alle elezioni in Germania una campagna molle noiosa questa la parola che ricorre di più
A proposito dello scontro del confronto tra
Angela Merkel e Martin Schulz un anno fa dopo un drammatico flusso di rifugiati nel Paese Angela Merkel sembrava politicamente in pericolo ma la cancelliera a metodicamente piegato i suoi critici ed è sul punto di ottenere un quarto mandato così tra l'altro sono Sean Times rimandiamo al sito internet per Jairo il lungo articolo che dettaglia bene le strategie della cancelliera cui cioè quella della noia in qualche modo addormentare il dibattito politico arrivare al consenso
Perché infine noi vogliamo segnalarvi l'editoriale del New York Times sulla Cambogia paese di cui si occupano con le loro battaglie politiche da tempo i radicali
Da da da quasi un quindicennio se non di più Marco Pannella e cambogiani di democratici cambogiani
Si scrivono al partito radicale nonviolento transnazionale tra spartito la democrazia in Cambogia e tradita questo il titolo dell'editoriale del New York Times
Il primo ministro cambogiano Hun Sen è stato il potere per più di trent'anni mercoledì ha promesso di restare al potere per altri dieci i cittadini potrebbero pensare che sono loro a dover decidere chi governerà il Paese alle elezioni del prossimo anno ma osanna già risposto non ha alcuna intenzione di perdere le elezioni
Cedendo il potere a un'opposizione che ha fatto molto meglio di quanto si aspettasse le ultime elezioni se questo significa accusare il leader dell'opposizione di tradimento così sia ignota INPS chiede una ferma reazione internazionale ci fermiamo David Carretta una buona giornata con Radio Radicale