A che punto è la notte?

A che punto è la notte
Immancabile dal due mila e undici torna la dittatura silenziosa dello spread
Che periodicamente paralizza l'azione dei governi italiani come la morte con la falce nei film di Bergman
Tutto comincia con l'ultimo esecutivo Berlusconi accompagnato alla porta del Quirinale per le sue dimissioni da un livello di differenza ed interessi con i Bund tedeschi prossimo sei punti percentuali
Poi proseguì con il gabinetto tecnico Monti fino a quando il famoso whatever it takes di Mario Draghi fermo la speculazione sull'Euro ritorna in auge in alcuni momenti del ciclo letta che col Cavaliere fece una maggioranza e ora da almeno un anno con la nascita del governo Gialloverde di Giuseppe Conte veleggia tra i duecento e i trecento punti senza superare
Per ora il limite di non ritorno cento gradini più in alto ma senza anche scendere a livelli più consoni di fatto è un purgatorio perenne soprattutto per il debitore
Ma al di là delle indubbie ripercussioni che possono nascere dalla litigiosità politica c'è da chiedersi se sia una valutazione corretta quella che i mercati danno del nostro Paese
Senza farsi influenzare dall'ideologia
Qualche dubbio c'è e chi vi parla lo sostiene almeno da otto anni quando si volle far passare l'idea allora del due mila undici che l'Italia potesse davvero fare implodere tutta l'Eurozona
I tempi rispetto ad allora sono molto cambiati oggi comanda la globalizzazione digitale e che il mondo vado ormai un po'alla rovescia lo dimostrata nei tanti esempi il fatto pensate che Hubert
Al suo primo giorno in Borsa di quotazione a Wall Street abbia capitalizzato più di quanto via venti Settembre
Paga di interessi sul debito in un anno per l'esattezza ottantadue miliardi di dollari
L'affitto di un auto vale più del paese che si attraversa ma appunto quanto vale questo nostro Paese
Di nuovo alle prese con lo spauracchio dello spread
La settima economia al mondo la terza nell'Unione perennemente bocciata dai signori dei mercati a fronte di un debito evidentemente molto elevato da tagliare da ridurre
E di un'evasione fiscale ancora patologica che rende tutto più complicato a uno stato patrimoniale invidiabile
Il debito privato di famiglie e imprese ben sotto la media europea e mondiale tanto che c'entrerebbe ampiamente il tetto del sessanta per cento sul PIL previsto dal Trattato di Maastricht
L'export è la forza trainante ha toccato nel due mila diciotto i cinquecento miliardi di euro la sua bilancia in surplus di quasi quaranta miliardi secondo gli ultimi dati l'avanzo primario cioè la differenza tra Lentate e spesi al netto degli interessi all'uno virgola sei per cento insomma il salvadanaio sul PIL
L'ammontare dei beni immobiliari secondo le ultime stime che non sono per la verità
Recentissime dei beni mobiliari appunto dismetti bili vale circa quattrocento miliardi di euro il Tesoro dipende per il ventiquattro per cento dall'estero per quanto riguarda i titoli di Stato che emette de un record storico basso
In questo contesto la ricchezza finanziate le famiglie e quasi vicino ai dieci mila miliardi di euro mentre aumentano i depositi
Questo quadro fatto più di luci che di ombre non convince però ancora le agenzie di rating che penalizzano oltre la logica del Paese la decisione di stante le imposte per esempio di materie la tripla B
Quella recente
Sembra tuttora eccessivamente punitiva se si guarda agli altri partner fatta eccezione della Germania che vanta un ranking imbattibile da tripla A con outlook stabile nonostante i suoi problemi con le grandi banche
Il giudizio di chi prezzati l'indebitamento statale appare molto più benevolo sulla Francia che pur avendo un debito quasi al cento per cento mantiene la sua doppia uno spread pressoché a zero
E soprattutto sulla Spagna che a dispetto di una costante instabilità politica attutito da governi di minoranza dopo aver ricevuto aiuti per quasi sessanta miliardi di euro nel passato può ancora vantare pensate una a è un differenziale di interessi che quasi un terzo di quello italiano
La forza dei fondamentali dell'Italia che peraltro non si è mai trovata invece nelle condizioni di dover chiedere aiuto e a sempre pagato i suoi creditori non è minimamente paragonabile con quella degli iberici
Eppure i gestori non si fidano e ci fanno pagare di più il denaro rispetto a Madrid in questa torrida campagna elettorale europea un'ingiustizia clamorosa
Se poi si va a vedere il contributo che l'Italia da che l'Italia dal contesto europeo anche qui si trovano in congruenza tra la realtà dei fatti la percezione che hanno gli analisti di un Paese sempre in seconda fila
La lista del dare e dell'avere nettamente sbilanciato sulla prima colonna perché paghiamo alla causa comunitaria molto di più di quello che riceviamo ma siamo trattati come un Calimero qualsiasi
Ai varie operazioni salva-Stati è salva Grecia abbiamo infatti destinato negli anni quasi cinquanta miliardi di euro mentre siamo il terzo contributore netto dell'Est ma appunto il fondo salva Stati con quattordici miliardi
Sempre col portafoglio quindi pronto ad aprirsi ritagli arricchisce pure il bilancio europeo
L'ultimo quello del due mila diciassette c'ha visto versare dodici miliardi per riceverne nove virgola otto a ricordo del Corriere la sera destino comune alla Germania diciannove virgola sei miliardi versati contro dieci virgola nove
Incassati Francia sedici virgola due miliardi contro tredici virgola cinque miliardi e Gran Bretagna e dieci virgola sei
Miliardi versati contro sei virgola tre ricevuti che evidentemente pesa no anche sulla Breaks Seat a destra invece non esistono i vincoli teutonici di bilancio si viaggia a vele spiegate perché si ottiene più di quel che si offre la casa comune in Polonia in Ungheria in Romania
Si incassa due tre volte rispetto a quanto si versa a Bruxelles e si cresce il doppio rispetto agli altri Paesi
Insomma questa è la vera Europa a due velocità chi all'Euro e chi no i primi crescono la metà dei secondi e magari ci si dovrebbe preoccupare di questo tipo di spread che rischia di far implodere l'Unione europea
L'Italia è dunque ancora in credito con la narrazione comunitaria di chi ne ricorda solo i demeriti disconoscendo la sua forza anche perché nessuno degli ultimi dieci anni
Ha trovato davvero il coraggio di ricordarlo da Palazzo Chigi smentendo coi fatti chi pensa che contino più le dichiarazioni dei politici dello stato patrimoniale siamo forti
Ma l'inconsapevolezza di esserlo diventa la benzina di chi soffia sul fuoco
E visto che col fuoco ci si brucia tutti e sconsigliare tifare per lui da un decennio gli speculatori non aspettano altro permettere le mani su risparmio italiano questa era a che punto è la notte una buona giornata da Roberto Sommella