Sono intervenuti: Augusto Sainati (critico cinematografico).
Sono stati discussi i seguenti argomenti: Cinema, Critica, Cultura, Film, Premio, Societa', Spettacolo, Storia, Torino.
La registrazione audio ha una durata di 4 minuti.
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critico cinematografico
Piccoli flash dal Torino film festival appena concluso
L'asciuttezza della scherma irrigazione visiva e narrativa dei due film che hanno raccolto i premi maggiori iraniano canadese Botox vincitore assoluto il messicano si insegnasse al particulare s'cui è andato il premio della giuria
Alcune originali idee per i documentari per esempio Pino di Walter Fasano oggi al Bernardi parlo ma che era due lettere d'amore assai diverse tra loro a due grandi esponenti dell'arte visiva come Pino Pascali eterne Herzog
E poi ancora un ritorno indietro agli anni Settanta che il cinema italiano sembra voler fare per sistemare i conti con la coscienza di un'epoca
Dopo mille novecentosettantaquattro mille novecentosettantanove le nostre ferite
Anche il buco in testa di Antonio Capuano visto a Torino fuori concorso torna quel decennio ispirandosi a un fatto drammatico come l'uccisione del brigadiere napoletano Antonio Custra
Il quattordici maggio mille novecentosettantasette a Milano
Qui durante alcuni scontri con esponenti dell'autonomia
Quel tragico fatto è legato anche a una delle più celebri immagini di quel decennio che firma riprende ovvero la foto che ritrae un terrorista sparare a mani giunte
Capuano costruisce il film centrandolo sulla figura della figlia e del poliziotto che qui si chiama Maria Serra
Nata dopo la morte del padre e sul suo desiderio di aprire finalmente una vita che sembrava essere stata blindata fin dalla nascita da quel evento luttuoso
Maria infatti vive con una madre ammutolita dal dolore privata dei baci e dell'affetto del marito che non c'è più
E a una vita chiusa resistente alle emozioni poco incline al sorriso
C'è solo da ritrovare il filo rotto quel tragico giorno
Per questo Maria sale a Milano per trovare il Guido l'assassino di suo padre ora libero dopo aver scontato la sua pena
Ma è difficile ritrovare se stessi e anche riconoscere nell'altro l'umanità del dolore e del rimorso
Pasoliniana mente Maria accusa Guido della scelleratezza di un'azione che si voleva rivoluzionaria e che invece prendeva a bersaglio e poliziotti cioè uomini sfruttati che cercavano di sfuggire a una vita di servitù
Arruolandosi
Tra i due non ci può essere un linguaggio comune
Ma ci sono gesti sguardi azioni che tradiscono la loro distanza ma anche il loro paradossale il comune destino
Sono entrambi trafitti dal dolore per entrambi la vita si è fermata quel giorno
Per Maria sono importanti simboli accasciarsi nel punto esatto in cui si accasciò il padre ferito a morte
Chiudere il cerchio della memoria fingendo di sparare all'assassino
Poi il viaggio di ritorno potrà cominciare
Guido non c'è che da chiedere perdono a lei e a tutti per quelle scelte estreme legate a un momento in cui sembrava di essere in guerra
Il film racconta proprio l'interstizio e sottile ineludibile che unisce allontana il carnefice e la vittima
E lo fa entrando con delicatezza nelle psicologie devastate dei due
Capuano imbastisce la storia come un viaggio nel tempo e nello spazio con un incastro di situazioni a volte anche troppo carico tra Napoli e Milano
E proprio nella stazione di Milano il film si apre e si chiude
In fondo tutto il cinema è un grande viaggio alla ricerca di se stessi della propria identità della propria storia per capire il senso del nostro percorrere la strada della vita
Non a caso il buco in testa e dedicato ai fratelli Lumière primi cineasti ad aver ripreso un treno che entrava in una stazione
Da Torino radio radicale Augusto Sainati
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