Critica e militanti

Buon giorno da critica e militanti finalmente si può tornare a leggere uno dei massimi saggisti del Novecento i cui scritti da decenni molti cercavano invano di rimettere in circolazione parliamo di Nicola Chiaromonte un classico motore da rivista che invita pubblico solo un opuscolo due libri di saggi la situazione drammatica del sessanta e credere non credere del mille novecento settantuno dopo la sua morte avvenuta nel mille novecentosettantadue
Per sessantasettesimo anno di età la moglie Miriam viene poi alle stampe alcune raccolte di scritti civili teatrali ed i taccuini
Ed è il canone definito da questa opera editoriale di Miriam che con minime variazioni ha scelto di rispettare Raffaele Manica nel curare il Meridiano Mondadori da poco uscito sotto il titolo tolto a un saggio appunto della situazione drammatica di
Lo spettatore critico titolo
Che rende bene l'idea Chiaromonte era del mondo come teatro e del teatro come il mondo quella di Marika l'introduzione cordiale si direbbe romana nel senso che è interessata
A cogliere la concretezza della vita quotidiana di un uomo peraltro molto schivo e nel senso che era immette così quest'uomo nella società letteraria del suo tempo lo sorprende delle parole
Sempre pittoresca di Flaiano in quelle al solito squadrate intelligentemente sintetiche di Moravia gli affianca per contiguità di temi ed esperienza di quasi anti porre soldati anche Giacomo Debenedetti che come Luigi negli anni Sessanta si interroga sul rapporto tra crisi del romanzo e crisi della civiltà
E nella importante cronologia quasi ogni riga manica segnala una relazione sfiorata una coincidenza preziosa per chi si appassiona alla storia culturale del nostro novecento ma quel contesto può essere utile solo se si risponde prima
Alla domanda che infatti il curatore si pone subito in apertura del suo discorso chi è Chiaromonte cosa si può dire per presentarlo al pubblico
Che anche nelle sue frange cosiddette colte oggi lo ignora come si può definire il militante di Giustizia e Libertà l'allievo pirandelliano di Tilgher e poi di Caffi di combattente della squadriglia aerea rimarrò in Spagna il sodale di camion
Il collaboratore di me donna del direttore insieme
A Ignazio Silone dello splendido mensile Tempo Presente
Un osservatore di politica si chiede manica un letterato un cultore della sapienza greca di filosofia oltre Tyco teatrale che per tanti anni scrisse mirabili recensioni prima sul Mondo di Pannunzio e poi sull'Espresso
E manica sì da subito una risposta che ci pare credibile per usare un termine chiaro montiano l'interesse principale di Chiaromonte dice citiamo
Fu la definizione di quegli elementi che costituiscono una civiltà senza i quali una civiltà non è più se stessa Chiaromonte citiamo ancora si interessava di politica senza essere un politico di letteratura si alzassero letterato di filosofia senza essere un filosofo
O meglio possiamo aggiungere essendolo al modo antico l'unico per cui valido cioè al modo di chi si domanda di continuo come vivere
E come preservare i valori più nobili della comunità umana è una domanda che gli si ripropone di continuo nel cuore di un secolo in cui gli esseri umani occidentali sembrano non credere più a niente e una credenza avvisa Chiaromonte
Non è non è un teorema scientifico non è uno stato d'animo privato né una decisione cioè non è quel voler credere delle grandi religioni come un atto di forza
Che esclude una parte dell'esperienza vissuta e dunque può creduta è invece dice il modo in cui ci appare il mondo non si può credere da soli ma solo come individui fatalmente coinvolti nella rete di pensieri e modi d'essere dei nostri simili insomma nel nostro
Nel nostro ambiente fino al mille novecentoquattordici ragiona Chiaromonte sistema ad esempio una condivisa credenza del progresso versione
Laici Pizzata del provvidenziali Isma'che in alcuni settori era divenuto socialismo ma la Grande Guerra la spazzata via
Da allora un estremo nichilismo convive con un voler credere appunto con una ortodossia si pensi ai movimenti totalitari
Tanto più violenta quanto più infondata non credendo più a niente si crede cioè solo ai fatti alla forza bruta la storia fingendo che vi si possa trovare una razionalità mentre invece Chiaromonte
Come Fabrizio del Dongo di Stendhal in Spagna visto bene che la storia è quella sua sineddoche concentrata che la guerra rimane un caos di accidenti incontrollabili
Ecco è questo il tema al centro di credere non credere indagato dall'autore attraverso alcuni grandi romanzi cioè attraverso l'arte dimensione che sola per lui dà forma intelligibile
All'esperienza autentica dell'individuo in modo né troppo soggettivo nel generico e astratto e Chiaromonte conclude
Che non si può né credere alla storia né tentare improbabili restaurazione di fedi ormai travolte dunque letteralmente incredibili Pisogne invece accettare la situazione di spaesamento in cui si trova l'uomo del Novecento bisogna ascoltarla comprenderla
Situazione collettiva a cui nessuno può essere superiore ma che esige un impegno di chiarificazione individuale non delegabile perché dalla platonica caverna delle illusioni come scrive Chiaromonte con una frase memorabile non si esce in massa ma solo uno per uno dunque
Questo intellettuale libertario si pone domande schiettamente religiose ma non finge di avere risposte non si chiude in un voler credere analizza
Invece quella condizione di malafede che all'interno delle società di massa sempre più burocratizzata e si esprime nei casi via via più frequenti in cui si agisce
Diciamo per automatismo senza scegliere in una zona sentimentale di opacità e di passività alla quale nulla si può davvero porre ma che pure non ci convince ci lascia disagio
E otto del il senso morale questo è il tempo della mala fede descritto dello nell'opuscolo omonimo del mille novecentocinquantatré
E anche nel grande saggio con cui si apre nel cinquantasei la serie di tempo presente saggio intitolato la situazione di mazze valori nobili serie
Questa di tempo presente che si concluderà nel sessantotto con un altro saggio mirabile confini dell'anima dove la crisi del romanzo interpretata come effetto della crisi della credenza su cui romanzo si basa che sia possibile raggiungere una mitica esistenza autentica che un senso leghi i fatti della vita tra loro
E alla Società accaduta questa credenza che ha radici cristiane dice Chiaromonte l'uomo si ritrova davanti alle nude domande sulla realtà a cui romanzo non può rispondere che non può discutere direttamente senza autodistruggersi domande insomma da teatro filosofico piuttosto da filosofia dialogica drammatica
Come si vede senza esibire una improbabile sistematicità il pensiero di Chiaromonte a cui un eccezionale coerenze propone una prospettiva che permette di leggere insieme la situazione Estetica filosofiche sociali tuttavia un suo punto di forza e proprio anche il rifiuto di far coincidere tutti questi piani
Un confine sacro separate Chiaromonte infatti
Le statue di parole delle idee delle utopie che servono a nutrire la vita morale solo in modo mediato e non calcolabile cambiano le relazioni umane dal mondo dell'azione e dei fatti assurdo il mostruoso dice
A voler realizzare un utopia come lo sarebbe per il poeta voler vivere le sue poesie
E questa consapevolezza già nel trentatré ispirato giovane Chiaromonte una dichiarazione mette orgogliosa cui resterà sempre fedele e che merita di essere citata non si tratta dice
Per chi credere per chi crede in un ideale dell'uomo di imporre Socrate a Caligola Pericle adatti la ma soltanto l'esistenza di Socrate diviene un punto d'appoggio per la formazione del modello e del giudizio fonte d'autorità morale la cui energia non si misura dal fatto se Caligola e gli atti la riconoscono ma è piuttosto espressa dalle parole da Antigone so che piacciono a quelli cui devo piacere
Come combattente nella guerra di Spagna Chiaromonte agì senza parlare come scrittore teorizzò senza pretendere un fingere che questo
Significasse agire fu estraneo insomma alla retorica moderna dell'azione Raffaele Manica
Nota quanta bellezza si errati
Dalle sue pagine spoglie sedere una bellezza che dipende strettamente dalla loro chiarezza morale di qui anche la naturale autorevolezza di Chiaromonte riconosciuta sempre dai suoi interlocutori anche più autorevoli che ne sono stati
Trasformati come ammisero Mary McCarthy è il bagnetto McDonald
Chiaromonte sembra ricominciare a pensare da capo ogni paragrafo serba giustamente manica segno che non si può mai mettersi al sicuro che bisogna sempre di nuovo misurarsi con le cose farlo con una concentrata lentezza di stile che si trasmette al ritmo di lettura ma insieme segno che il nocciolo se autentico resta sempre lo stesso lo stesso variazione
Dopo variazione permanenza e mobilità dunque che sono poi i caratteri di quel mare che Chiaromonte tanto amava e sul quale ha stretto il suo legame con camino una misura del suo rigore la dà infine il fatto che abbia dedicato uno straordinario impegno e rapporti con gli amici alle lettere si vedano quelle mirabili a Caffi e alla sua Ravelli dentina
Melanie fondanti del in questo era il contrario dell'intellettuale presenzialista italiano che in genere invece impiega al minimo sforzo indispensabile nelle scritture private capitalizza al massimo quelle pubbliche
Chiaromonte ha scritto saggi
Che rimangono e rimarranno ma è stato anche un Socrate novecentesco che ha segnato un valore insostituibile alla discussione la voce di fronte ai propri interlocutori e così come un Socrate è diventato un personaggio letterario
Nelle pagine di molti grandi scrittori del Novecento dei romanzi di marron Mary McCarthy Bellow Natalia Ginzburg e anche nei versi e messaggi
Di miglior share dunque il Consiglio di oggi di mettere da parte un po'di soldi per acquistare lo spettatore critico il Meridiano Mondadori Nicola Chiaromonte curato da Raffaele Manica basta
Sfogliarlo ogni tanto leggere un saggio di quell'anno ed è difficile che non dia i suoi frutti
A risentirci venerdì prossimo