Convegno "Renzo De Felice: la storia come ricerca - L'itinerario storiografico di Renzo De Felice"

Dopo molto onorato di ospitare qui da noi questo convegno
Sia per la
La grande persona che ricordiamo De Felice
Che
Lo diranno certamente via via nel corso del convegno
Gli interventi quindi non spetta a me dilungarmi su questo ma insomma una è stato
Un grande storico e forse più che uno storico un grande studioso che ha
Ha mostrato con sua insegnamento con i suoi studi a che cosa debbono debbano servire gli studi ecco debbono al di là non sono nemmeno gli studi non sono una cosa che prescinde da
Da dall'umanità insomma non possono essere fatti
Soltanto per studiare hanno un significato per ogni generazione e poi vorrei dire anche perché qui vedo che moltissimi di noi me compreso
E ricordano certamente anche l'uomo io ho conosciuto De Felice De Felice deve essere a pochissimi anni più di me
Quando eravamo in entrambi poco più che trentenni e certo era un uomo di una straordinaria passione anche nel contatto umano anche al di fuori delle dei suoi temi io ricordo tantissime volte che è venuto a parlarmi di temi sempre storici di ricerche ma non attinenti alle sue principali ricerche e sempre con una straordinaria passione umana che
Prego veramente esemplare sua e poi vorrei ricordare anche la moglie che è stata una grossa compagna permette ma accanto a questo acquisto ricordo personale
Vorrei anche dire quanto sia lieto che sempre più alla Dante Alighieri stamattina sia potuta presentare questa rivista alla nuova Storia contemporanea questo perché gli sembra che
De Felicetti ha interrotto l'ultima sua opera e la interrotta credo con grandissimo dispiacere la malattia e poi la morte lo hanno costretto a interrompere la e rileggendo le pagine del di questo suo libro un rosso e nero
Curato da che essa che tra l'altro è scritto così bene mica sottolineo questo perché spesso nel riconoscere tanti meriti a De Felice si fanno qualche
Osservazione alla sua prova che certo non è facile nella nella nel nel libro dedicato al da al fascismo la Mussolini perché è una prova dentro lui non vuol perdere nessuno dei degli accenni che che può fare in base alla sua documentazione mette in questo libretto qui
Il suo pensiero esce fuori molto molto netto i
E questo
Mi pare mi ha fatto piacere nel rileggerlo ma non solo questo nel rileggermi alcune pagine credo che il sul suo grande dispiacere racchiude il suo grande speranza era di con con il completamento di quest'ultimo libro di fornire un una un una un chiarimento definitivo forse era un'illusione ognuno di noi ha delle illusioni inviata il già il lavoro compiuto e poi il il il tipo d'impegno come dicevo prima che ha messo il lavoro compiuto
Sono certamente già sufficienti per
Aver fatto di De Felice un uomo che non è solo un ricercatore non è solo professore di storia e anche una importante figura della nostra vita civile della vita civile del popolo italiano ma egli
In queste pagine erano già diciamo già ci trovavamo in questa fase di transizione dopo la cosiddetta Prima Repubblica
Egli si nota che certamente alcune alcune delle posizioni Peduzzi stupri di Gucci di di talmente così settarie che esistevano prima erano state superate però teme temeva una cosa temeva già vedeva nel novantaquattro novantacinque vedeva
Affacciarsi una una sorta di compromesso che egli considerava peggiore quello che noi chiamiamo il buonismo cioè che tutti assolvono tutto
E allora alla fine la storia di questo grande paese che è il nostro nelle sue pagine belle nelle sue pagine brutte sembra tutta una specie di cosa indistinta
Io un po'l'impressione che questo rischio continui ad esserci per questo mi fa piacere che
In coincidenza con questo convegno sia stata sia stato oggi esca il primo numero della
Nuova Storia contemporanea certamente e sarà una delle voci impegnate a far sì che proprio ciò che deferite temeva non accada io credo che a questo punto devo dare la parola al presidente Fondazione merito che potrà molto molto interrata Enzo un po'più in argomento anche se le relazioni quali sono certe file lo stesso professore
Perfetti parlerà io nella mia qualità di presidente della fondazione Ugo Spirito anche a nome del consiglio di amministrazione
E della commissione scientifica e degli altri organi direttivi della Fondazione desidero rivolgere semplicemente un saluto di benvenuto a quanti studiosi amici personalità del mondo intellettuale ma anche della società civile sono qui presenti in occasione della apertura di questo convegno internazionale sul tema Renzo De Felice la storia come ricerca desidero anche preliminarmente rivolgere un ringraziamento particolarmente sentito all'ambasciatore Bruno Bottai presidente della Società tanti Alighieri
è stato così cortese così disponibile con noi ospitando i lavori in questa sede particolarmente prestigiosa un in grazia mento doveroso va anche a tutti quanti la Società Dante Alighieri
L'assessorato alla trasparenza e alla cultura della Regione Lombardia l'Istituto mobiliare italiano la Banca Popolare di Novara hanno in varia misura ed in vario modo collaborato alla realizzazione dell'iniziativa
Un ringraziamento ancora alle istituzioni e agli enti che hanno concesso il loro patrocinio alla manifestazione riconoscendone l'importanza la serietà scientifica il prestigio
Il ministero dei beni culturali ed ambientali il ministero della Pubblica istruzione
Il Consiglio nazionale delle ricerche la Giunta centrale per gli studi storici l'Assessorato alle politiche culturali del Comune di Roma
Il Dipartimento di Studi politici dell'università di Roma la Sapienza il Dipartimento di Scienze storiche dell'Università di Roma la sapienza il Dipartimento di Scienze storiche e sociali dell'Università di Salerno
E l'Istituto di Studi storici della Luiss Guido Carli le quattro università nelle quali Renzo De Felice ha insegnato l'Istituto per la Storia moderna e contemporanea e infine l'Istituto per la storia del Risorgimento italiano e la Fondazione nuova antologia
Numerosi sono stati e sono i messaggi di adesione di augurio di buon lavoro pervenuti in questi giorni
Messaggi dei quali re intuitivi motivi di tempo non desidero qui dare conto mi limiterò soltanto a a ricordare appunto che c'è un messaggio delle Ministro per i beni culturali e ambientali
Walter Veltroni del ministro della pubblica istruzione Berlinguer
Il dottor Giovanni tra il mito dirigente generale dell'istruzione classica scientifica magistrale del ministero per la Pubblica istruzione
Delle professor fino a Oria preside della facoltà di Scienze politiche dell'Università degli Studi Roma Tre
Delle professor Borsi presidente della Fondazione Spadolini Nuova antologia del dottor Ballarini presidente della Società di studi fiumani
Del professor Biagini del professor Gianluigi Rossi del professor Emilio Gentile
Il convegno internazionale su Renzo De Felice che si inaugura oggi e che proseguirà qui a Roma fino a venerdì prossimo e si concluderà il ventotto novembre prossimo a Milano era un atto dovuto per la Fondazione Ugo Spirito della quale prendo se De Felice a partire dal mille novecentonovanta dunque fino alla scomparsa era stato presidente e aveva contribuito con i suoi stimoli intellettuali con i suoi consigli con la sua passione a far crescere anche sotto il profilo qualitativo fino a renderla una delle istituzioni culturali italiani più vivaci più apprezzate più seguite in tutta la sua vasta immobili forme attività che si compendia nella gestione di una ricca biblioteca il importanti fondi archivistici
Nella promozione di ricerche nella organizzazione di seminari tavole rotonde e convegni nella pubblicazione di volumi di collane una delle quali comprenderà la riedizione di tutte le opere di Ugo Spirito e degli Annali della Fondazione
Il convegno dedicato alla figura e all'opera di De Felice
Ma non a caso ha un titolo di sapore vorrei dire quasi Spirit diano la storia come ricerca che e cioè il titolo del libro forse più celebre del grande filosofo la vita come riuscire non è un caso anche perché il legame umano nella sintonia intellettuale chiarendo De Felice aveva buone Ugo Spirito
Sono un dato di fatto ben noto ma chi ha avuto la fortuna di poter conoscere e frequentare entrambi di acquisire il loro insegnamento il loro messaggio di onestà e di indipendenza intellettuali
Prima di concludere vorrei perché questo convegno ricordasse non soltanto la figura e l'opera di Renzo De Felice ma anche idealmente la figura della signora Livia De Ruggiero preferisce che non fu soltanto l'affettuosa e devota compagna del grande storico
Ma anche vorrei dire una preziosa e insostituibile collaboratore da ultimo sento il desiderio prima che il dovere di rivolgere un saluto particolarmente grato ed affettuoso anche alla signora Gianna spirito la quale a suo tempo si è adoperata con tenacia perché venisse creata questa fondazione destinatari guardare il nome di Ugo Spirito uno modifiche come mea riconosciute frequentato non potrà mai dimenticare
Passerei la parola al professor Francesco Sicilia direttore generale delle ministero dei beni culturali e ambientali
Sono particolarmente grato di porgere Erminio
Credo che saluto più caloroso in occasione di questo convegno internazionale che la Fondazione Ugo Spirito a dedicato alla memoria
Rilevato De Felice studioso poi Donato che ha contribuito in modo determinante all'approfondimento dalla comprensione della storia dalla cultura italiana del Novecento
Il convegno per l'ampiezza delle tematiche che saranno trattate la qualità degli interventi offre l'opportunità per evidenziare la complessità dell'interesse gli aspetti più innovativi
Per la ricerca di De Felice che tanta parte ha avuto del cambiamento della mentalità comune in direzione di una storia sempre meno ideologizzati aggiudicatrice
E sempre più aperta come puntualmente viene sottolineato nella presentazione
Una manifestazione che si pone come momento qualificante delle attività culturale della Fondazione Ugo Spirito di cui lo stesso De Felice fu presidente dal mille novecentonovantadue al mille novecentonovantasei
Attività riconosciuta dall'Amministrazione dei Beni culturali nell'ambito di quelle competenze che distinguono il connotano ufficio ci andrà perché mi onoro di rappresentare e che attualmente assumono la connotazione di un servizio alla cultura
Attivo in cinque strategici settori le biblioteche con il loro prezioso patrimonio bibliografico
L'editoria libraria Ibanez Remo antropologici la diffusione della cultura italiana il sostegno alla vigilanza sull'istituzione culturale italiano
E proprio quest'ultimo settore costituisce uno dei fattori essenziale per la promozione e la diffusione di una cultura del nostro Paese nonché la garanzia di dualismo delle idee riconosciuto e tutelato dalla nostra Costituzione
Nel caso della Fondazione Ugo Spirito le funzioni dell'istituzione culturale della biblioteca si trovano inscindibilmente legate le finalità della Fondazione sono infatti volti a mantenere il carattere unitario della Biblioteca e dell'archivio appartenuto al filosofo e Nunzio in un senso più ampio a promuovere la ricerca sulla cultura del novecento anche attraverso un'intensa programmazione editoriale
Un'attività che conosce oggi grazie all'impegno del presidente professor Francesco Perfetti al quale va un mio cordiale saluto e un ringraziamento per queste iniziative ecco molto meritevoli insomma che portava avanti un forte rilancio culturale e scientifico
Positivamente orientato verso quel principio di collaborazione con gli altri enti culturale con l'amministrazione che uno dei fattori essenziale per uno sviluppo integrato terzetto in particolare penso l'adesione alla Fondazione al Polo
Pellissier degli istituti culturali costituito da quell'insieme di biblioteche d'istituzione culturale appunto quale Istituto dell'Enciclopedia Italiana Fondazione gancio Fondazione Lelio e Lisli Basso a Società geografica Italiana
L'Istituto Italiano il Medio e l'Estremo Oriente vissuto Luigi Sturzo la la Biblioteca di storia moderna e contemporanea per citare anche una un organismo dell'amministrazione che rappresento che utilizzando beh tecnologie informatiche vendono disponibili alla consultazione in linea sulle sedie
Di un insieme completo di fondi specializzati
Vorrei evidenziare che la collaborazione su progetti mirati proporre all'ampliamento dei servizi è un fattore strategico per il settore delle istituzioni culturali
Che alla luce dei panorami europea ed internazionale è chiamato ad un forte impegno di progettualità e di indirizzo
Per consolidare il ruolo degli istituti come centri propulsori rincorre sulla diffusione della cultura con particolare riferimento agli specifici ambiti vocali in cui essi opera siamo consapevoli che l'impegno dello Stato per sostenerne l'attività ed assicurando la capacità di crescita all'operatività secondo i principi dell'autonomia della libertà sia attualmente determinante
E in questi anni si è realizzato un porsi impegno programmatico a favore delle istituzione culturale
Ed è tuttavia necessario puntare su nuove forme di collaborazione tiriamo
Che sempre più conducono alla considerazione di una cugina di sistema della cultura capaci di prevedere la partecipazione a progetti comuni di tutti i diversi soggetti operante nel settore
Tale consapevolezza ci ha portato a ricercare una stretta collaborazione con le regioni con l'università lunghe come il volontariato con il settore dei privati con gli altri organi organismi lei l'amministrazione pubblica
Attraverso protocolli d'intesa uno recentissimo firmato dal ministro per il bene culturale ambientale
Onorevole altolà del ministro con il settore ricerca scientifica insomma ove Berlinguer che va ammesso anche appunto un progetto molto interessante dal titolo insomma parlassero
Che prevede praticamente anche utilizzazione di risorse al film di una progettazione appunto di interventi nel settore ecco del patrimonio culturale del Paese sia esso insomma formato dai beni artistici tra i beni a archivistici reperiti biografici troppo greco al fine di dipinti compare sempre più queste sinergie e che stiamo portando stiamo illustrando insomma su tutto il territorio italiano garantire quella trasparenza necessarie che quanto prima sarà affidato appunto degli atti di indirizzo dei rispettivi veristi e quindi a dei bandi perpetua
Concretizzazione insomma di queste vie progettuale altro concetto che abbiamo il già preso sempre di recente uno progetto commistione la pubblica istruzione dal titolo A scuola di biblioteche che presenteremo il ventiquattro novembre a Roma presso la Biblioteca Casanatense proprio per ecco stringere selvaggio questo rapporto di di penetrazione del mondo insomma dalla conoscenza cultura da parte anche dei docenti è tramite loro anche ecco da parte degli dei dei discenti
Quindi questo indirizzo non poteva non dovessero inteso questa stretta collaborazione non poteva non brevi Reggiane appunto un rapporto più più più stretto più significativo quegli studi culturale proprio per l'apporto di creatività che essi producono e stimolante e che lo Stato e così salvaguarda favorendo quelle dialogo costante affine ricordi garantita l'autonomia e la libertà degli stessi
Ed è con queste appunto sentimenti con questa disponibilità e che oggi sono qui tra di voi insomma ringraziando il presente perfette per avermi invitata a questa a questo a questo incontro non soltanto per onorare ecco la figura di uno mediamente studioso insomma astrologico persona dalla Purtuc dava conto del nostro tempo
Ma anche per sottolineare insomma ecco queste comuni finalità di azione in favore della cultura che trova oggi un momento di particolare rilevanza anche per il coinvolgimento di altri numerosi istituti di cultura italiana
Hai quel presidente insomma presente in questa sala ma il mio saluto il mio ringraziamento con l'auspicio e l'individuazione di percorso di progetti di strategie comuni sia nuova base
Per un'opera nell'insieme che deve essere non so non soltanto un impegno ma un dovere morale e culturale di tutti noi
La parola adesso al professor Rosario Villari il Presidente della Giunta centrale per gli studi storici
Ecco io porto a questo convegno il saluto della Giunta che per qualche anno
E sfortunatamente per breve tempo Renzo De Felice ha presieduto negli anni che erano in intorno al congresso mondiale di Montreal
Il tempo della presidenza dei di Renzo De Felice
è stato troppo breve perché poi potesse segnare le linee di sviluppo della nostra attività l'attività della Giunta
Ma pure nel breve tempo e ha dato delle indicazioni che sarà notevolmente importanti per il proseguimento del nostro lavoro
C'è stato un momento particolare quello del congresso di Montreal in cui avrebbe dovuto realizzarsi e il contributo italiano
Sotto l'aspetto di una seduta in seduta dedicata al fascismo roba gli studi gli studi De Felice in modo particolare purtroppo questa iniziativa non si è potuta realizzare perché da quel momento vernice personali di Enzo della moglie eccetera sono andate peggiorando che tuttavia rimane un segno di di questo impegno da parte sua a dare il massimo nello sforzo di preparare di risollecitare di realizzare la partecipazione italiana
Al grande dibattito internazionale Toro intorno alla storia del mondo contemporaneo in modo particolare in generale al dibattito storiografico
Il
Ambasciatore Bottai ha detto
Fatto un'osservazione importante nel suo intervento e cioè che bisogna evitare che nel caso di di Renzo De Felice
In generale direi
Arrivati a un certo momento il si perda
Si perdono i connotati specifici in una in una specie di melassa insomma che si passi si passi dalla dal confronto delle posizioni all'annebbiamento queste molto è un sarebbe un fatto molto
Negativo e io sono d'accordo con lui nel dire che intorno all'opera di De Felice si presta senz'altro alla discussione si presta
Anche alle alle divergenze di opinioni è lui ne era pienamente consapevole certe volte ha avuto un atteggiamento anche di provocazione del dibattito della discussione molto forte molto accentuato
Bisogna tenere conto della necessità di rispettare
Il
E in questo caso impegni caratteri fondamentali dell'opera di De Felice questo è utile per la cultura è utile per la stavo vorrei però aggiungere qualche cosa questo a questa osservazione cioè c'è anche un altro pericolo
Altro pericolo e che di una di un determinato personaggio sia esso Benedetto Croce o sarà diversi con diverse caratteristiche o Renzo De Felice o Rosario Romeo i
Quelli che ritengono dopo una volta esaurite
Biologicamente la funzione quelli che vengono dopo cristallizza Dino l'eredità culturale
Ora queste in generale a mio avviso bisogna evitarlo
Nel caso di Felice ride felice in modo particolare bisogna stare attenti ad evitarlo per due ragioni perché la sua vita è stata diciamo sia svolta nel quadro di un intenso
Di una intensa polemica anche non soltanto del dibattito culturale di una intensa polemica che in parte era giustificata in parte no
Ma c'è stata c'è stata
Io credo che non fosse giustificata in in in molti per molti aspetti perché essendo lo scopo di di Renzo De Felice essendo lo scopo principale che e felice si è proposto di calare il fascismo nella storia di dare una dimensione storica al discorso sul fascismo
Questo era una cosa pienamente legittima aveva una totale
Legittimità
Tuttavia la vita culturale del Paese la vita politica
Nel nostro Paese è stata tale che questa questo cammino che già Benedetto Croce intravedeva nel mille novecentocinquanta Renzo De Felice è stato allievo se l'Istituto Croce ma non ha potuto
E stato entrato dopo
La morte di Benedetto Croce ma Benedetto Croce aveva già detto alcune cose che
Erano corrispondevano a quelle che sarebbero state in seguito l'aveva già detto proprio nel cinquanta adeguate con in una delle ultime forse l'ultima lezione che ha fatto agli allievi dell'Istituto Croce cioè dopo avere riaffermato il suo antifascismo
Che dopo avere
Spiegato le ragioni per cui egli non aveva continuato la storia d'Italia gli si rimproverava di aver la fermata al mille novecentoquindici e di non avrebbero seguito poiché l'indagine alla ricostruzione della storia italiana
Anche per il periodo più drammatico che resta del periodo successivo del però ci aveva detto
Io non l'ho fatto perché io ero nel mezzo di questa vicenda è il mio compito il contorno compito che mi sono attribuite è stato quello di lottare contro il fascismo ma a un certo punto ha detto il sei e qui ho la pagina ha detto agli studenti agli allievi dell'istituto nel cinquantadue anni prima della morte
Se ha un simile lavoro mi fossi risoluto o se potessi mai risolvermi si stia tranquilli che non dipingere i mai un quadro tutto in nero che tutto vergogna ed orrori e poi che la storia è storia di quel che lo ha prodotto di positivo e non un catalogo di negatività
Ed inconcludente pessimismo toccherei del male solo per accenni necessaria al nesso del racconto ed era il risalto al bene poco molto che sia eccetera Cerdan
Una di quelle profonde indicazioni che derivavano la la sua visione generale della storia
Quindi c'era già il fatto che già nel mille novecentocinquanta Benedetto Croce
Ponesse un esigenza che poi questo era quella che sentiva per De Felice c'è l'esigenza di storicizzare il fascismo dimostra quanto anacronistiche siano state certi aspetti delle polemiche che successivamente ci sono state
Ora queste polemiche vanno superate cioè a dire il gorilla li connotati non devono essere stravolti
Ma il discorso deve essere portato io ritengo finalmente sul terreno del dibattito storiografico questo è un punto l'altro non concludo rapidamente non voglio prendere troppo tempo ma l'altro e quindi se l'altro che guardando e legge noi abbiamo fatto
E la Giunta centrale a nel maggio scorso
Ha organizzato un convegno un piccolo convegno su De Felice e questo piccolo convegno voleva essere un contributo proprio in questa direzione
Nella direzione del superamento della polemiche del mantenimento del dibattito storiografico perché fruttuoso per la l'analisi della storia del nostro Paese per la conoscenza della storia del nostro Paese perché poi la storicizzazione del fascismo significa anche una visione generale della storia contemporanea
Diversa nuova interessante eccetera in questo bisogna andare avanti il secondo punto che è secondo me va messo in rilievo è il fatto che sarebbe un errore
Assumere in maniera rigida le verità dire felice quando De Felice stesso era un personaggio malgrado certe asprezze violenze della polemica molto problematico
Molto aperto alla ricerca di soluzioni e il libro ultimo l'opera ultima lo lo dimostra in modo particolare oltre a parte il fatto che egli stesso ha detto esplicitamente previsto e cosa che venti del resto uno dei suoi allievi che hanno lavorato più di un colloquio Luís del gentile ha detto esplicitamente parlando di umiltà dello storico De Felice in fondo vuole gentili non come nel convegno che è stato fatto
Alla all'università
Sempre nel corso di quest'anno nel
Ecco quindi quali sono secondo me i termini io penso che questo convegno si muova in una direzione
Di spostamento della discussione sul terreno propriamente storiografico visto i nomi ho visto le persone che sono impegnati in questo senso
Sulla natura sottolineatura della dimensione internazionale che io ritengo molto positiva visione dinamica dell'opera
Di Renzo De Felice visione aperta a una ricerca nuova a a una ricerca che libera come a mio avviso ed è felice desiderava si era impegnata
Il dottor Gianni Borgna assessore alle politiche culturali del Comune di Roma
Benché io sia qui investe istituzionale vorrei se mi è consentito rendere prima di tutto una testimonianza personale
Io ho lavorato a tutti i film storici quelli che adesso la televisione sta lodevolmente dando quasi tutti i giorni
Di Nicola Caracciolo
Soprattutto punto sul sul fascismo su Mussolini di cui
De Felice è stato consulente è consulente storico lavorato a tutti questi lavori come consulente musicale insieme al maestro Biglia
E in almeno due occasioni anche di fronte a dei nodi di regia diciamo così che però comportavano anche dei consigli sul piano storico
Anche a me è capitato insieme a Caracciolo Nicola Caracciolo
Di andare a trovare Renzo De Felice per sentire al punto che suggerimenti lui intendeva dare anche diciamo per questioni che si erano di carattere registico ma erano anche molto di carattere storico storiografico
E devo dire che
E felice io vedevo
Molte occasioni in televisione o anche convegni occasioni pubbliche
Così più nel privato mi ha molto affascinato perché devo dire un uomo sicuramente non facile
Però di grande fascino e quando sollecitato magari da un argomento spesso anche marginale o apparentemente marginale
Così cominciava a raccontare inanellare una veramente tutta una serie di considerazioni di riflessioni del tutto
Imprevedibili persino ed era vero piacere ascoltare
Forse persino più che in queste occasioni private piuttosto che quelle e queste sono una testimonianza ma l'ho voluta arrendere perché non dico che siano rarissime certo non sono tante le persone che oltre a darti molto scrivendo un libro scrivendo un libro di storia o comunque un libro un un'opera intellettuale poi anche nella vita
Di tutti i giorni nel privato nel colloquio diretto mantengono questo fascino intellettuale
Per il resto
Beh io sono stato preceduto da studiosi importanti insigni quindi non voglio rubare molto del vostro tempo certamente Renzo De Felice è stato un grande storico
Ma credo che soprattutto il grande merito di De Felice se è stato proprio quello che per qualcuno è è è parso almeno nel passato
Il principale demerito cioè quello di a vere restituito una dimensione storica
Diciamo così oggettiva sempre tra virgolette
Comunque storica filologica agli studi sul fascismo
E questo è stato un fatto importantissimo
Se lo dovessimo definire così con un titolo un po'giornalistico potremmo dire Filologia vs ideologia cioè De Felice ha affrontato un tema così scottante come il fascismo tuttora scottata
Quando lui ha cominciato la sua monumentale opera su Mussolini si era negli anni sessanta circa vent'anni dalla caduta del fascismo in Italia quindi molto scottante con grandissimo coraggio
E affrontato appunto il discorso non più come in precedenza era stato da un punto di vista puramente politico propagandistico comunque ideologico ma da un punto di vista filologico
Ecco io credo poi per si debba anche dire che
Poi la polemica spesso usa anche parole e concetti
Che fanno a loro volta confusione creano confusione
Per esempio la questione del revisionismo ora io credo che un conto sia e coloni revisionismo dovremmo usare coniare un nuovo termine il rivalutazioni Isma'per esempio affrontare
E il dibattito sul fascismo ma anche sul nazismo in termini di rivalutazione storica o di giustificazione storica e questo è una cosa probabilmente una cosa non giusta
Ma un conto e affrontare invece un periodo storico quale che sia andando più a fondo nella ricerca nello studio
E anche sconvolgendo i punti di vista precedentemente acquisiti da questo punto di vista credo che Rosario Villari di colui perché se vicino ma è un grande storico
Sarà d'accordo con me nel dire che tutti gli storici veri sono anche dei revisionisti
Per la storia deve sempre continuamente di vedere ma alla cultura deve sempre continuamente rivedere i punti di vista precedentemente acquisiti del resto questo è anche come dire il codice genetico della scienza mai lo sappiamo che la scienza stessa procede
Per approssimazioni
Sempre falsificabilità
E quindi io credo che se forse il termine di revisionismo nel senso di rivalutazioni Isma'di giustificazionismo può essere usato anche per alcune correnti storiografiche alcuni autori
Forse per esempio alcuni storici tedeschi poniamo ma non solo forse anche Diario anglosassone non penso che questo sia un termine proprio per l'opera di Renzo De Felice
E del resto
Per esempio un uno storico sicuramente non sospetto come George Mosse ricordo ancora
Nel convegno organizzato in Campidoglio l'anno scorso presente questo grande storico del fascismo del nazismo della nazionalizzazione delle masse in particolare
Riconobbe a De Felice
Di non dovere essere definito soprattutto termine viene usato intere in modo spregiativo un revisionista ma uno storico molto importante
Che avuto appunto il coraggio di affrontare fuori dai pare occhi come dire ideologici e dei pregiudizi ideologici e quindi calare storicizzare contestualizzare nel suo tempo un fenomeno importante naturalmente come è stato appunto il fascismo italiano e anche la figura di Mussolini naturalmente vorrei concludere dicendo che del resto non adesso ma più di vent'anni fa
Non uno storico ma politico Giorgio Amendola
Quando più infuriavano le polemiche nei confronti dell'opera di De Felice
Seppe intervenire nel dibattito e difendere
De Felice in fondo si era più di vent'anni fa quindi alla metà degli anni Settanta poteva essere persino più difficile
Intervenire in maniera molto coraggiose dire no deferisce sta dicendo delle cose
Che hanno sicuramente un loro fondamento non è vero è sbagliato
Aggredirlo polemicamente se dice questo questo e questo e ricordo che Amendola lo disse e lo dice molto esplicitamente nell'Intervista sull'antifascismo resa Piero Melograni
Ma lo dice anche lo ha diretto visse varie altre occasioni
E quindi forse dovremmo dedurne che delle volte i politici sono persino più coraggiosi degli intellettuali
Comunque al di là di tutto questo ecco credo che sia veramente indispensabile con spirito aperto e senza appunto rigide fossilizzazione
E a questo punto anche storicizzare De Felice cioè cercare di comprenderlo per quello che gli ha rappresentato come studioso di grande spessore
Cioè oltretutto inizio con negli studi molto importanti sul giacobinismo sul Settecento italiano per poi approdare appunto a quest'opera monumentale forse come qualcuno ha detto un'opera che
Quasi pur costruire poteva essere impure conclusa
Ma un'opera perfetta per le caratteristiche stesse che Rosario Villari diceva perché De Felice era tutt'altro che un dogmatico
è un uomo molto problematico rivedeva e gli stessi ecco il revisionismo in senso positivo quello che magari aveva scritto anche soltanto dieci anni prima quindi credo sia molto giusto
Andare avanti nella ricerca e nello studio su De Felice sia molto importante questo convegno speriamo che molti altri ne seguano grazie
Tocca a me assumere la esigenza di questo del convegno
Sono lieto di assumere questo incarico ringrazio la fondazione
Spirito che ha voluto darmi questo onore
Di capire cosa vogliamo cominciare subito dando la parola al professor Talamo
La relazione De Felice e gli studi sul Settecento
Faremo dopo
Grazie
Qualche minuto ballo
Walter maturi
Uno dei maggiori storici italiani
Della prima metà del Novecento
Scrittore forse non molto prolifico ma lettore assai acuto della storiografia contemporanea italiana e straniera
Sempre particolarmente attento
A quanto andavano pubblicando i giovani studiosi in due successivi corsi di storia del Risorgimento
Tenuti nell'Università di Torino
Nel mille novecentocinquantotto cinquantanove e nel mille novecentocinquantanove sessanta
Gli ultimi prima che una morte repentina lo cogliesse
A Roma durante la discussione di una libera docenza si soffermò su una rassegna storiografica
Dedicata da definisce ai giacobini italiani
Apparsa sulla rivista società nell'ottobre del mille novecento cinquantasei
Maturi aveva dedicato quei due corsi ad alcuni dei maggiori storici contemporanei italiani e non italiani
Che si erano occupati di Storia del Risorgimento
Adolfo Omodeo Luigi Salvatorelli Cesare Speranzon
La storiografia anglosassone dall'inglese Giorgio Marconi il trend Elian all'americano Road map Goldsmith i gesuiti di Radio Rinieri e Pietro Pirri Arturo Carlo Jemolo Ettore Passerin tanta Rand Delio Cantimori
E ancora la storiografia politica marxista
Lo sviluppo della problematica storica Gobetti Anna come scrisse cioè Venturi Spini e Valeri e Rosario Romeo e infine Denis Mac Smith ebbene parlando di Cantimori
Come curatore di una antologia dei giacobini italiani pubblicata da Laterza nel mille novecentocinquantasei
Maturi si soffermò in particolare sulla nota
Posta a conclusione del volume
Che in meno di dieci pagine impostava la discussione storiografica sul giacobinismo italiano
Per intendere questa nota che quanto di meglio possediamo sull'argomento scriveva maturi
Bisogna inquadrarla nella polemica storica sul giacobinismo italiano come ha fatto acutamente un giovane Renzo De Felice in una rassegna edita nella rivista Società
Maturi metteva in risalto la Nardi si che De Felice
Cito un giovane di ingegno vive da culto con molto mordente critico intransigente come un frate domenicano
Faceva dei quattro elementi che componevano il concetto di giacobinismo sul piano politico il più deciso democratici Isma'repubblicano radicale
Su ideale e la Costituzione francese del novantatré i suoi metodi la propaganda il terrorismo
Sul piano sociale un egualitarismo conseguente che non attacca il principio di proprietà individuale ma mira ad una più giusta ripartizione della proprietà con una legge agraria
Sul piano religioso la creazione di nuove forme religiose
Dal culto dell'essere Supremo all'attivo filantropia
Sul piano psicologico una nuova sensibilità fondato sulla fede
Che la rivoluzione impersonato appunto dal giacobinismo dovesse compiere la rigenerazione totale del genere umano
Quando De Felice scrisse quella rassegna aveva ventisei anni
E proseguita un discorso iniziato nel giugno dell'anno precedente sulla stessa rivista con un saggio dedicato agli studi recenti di storia del triennio rivoluzionario in Italia mille settecentonovantasei novantanove
In quest'ultimo alla discussione era dedicata in larga misura al concetto di rivoluzione passiva
Considerato storicamente giusto a condizione di prendere tale definizione come punto di arrivo e non come punto di partenza
Rendendosi cioè il conto concretamente di come si giunga ad essa
Delle cause che determinarono la passività delle masse popolari della penisola rifiutando la pretesa naturale passività degli italiani le loro relativamente buone condizioni di vita
La loro refrattarietà ad ogni soluzione di tipo rivoluzionario
Per comprendere poi l'opposizione dei patrioti si sarebbero dovute distinguere le due fasi della conquista francese
La prima nella quale i francesi utilizzarono agli emigranti e gli elementi socialmente più avanzati cito per far breccia nelle masse
E una seconda fase nella quale cercato l'appoggio dell'aristocrazia dell'alta borghesia per impedire la realizzazione di qualsiasi rivendicazione sociale
La necessità di un più corretto uso del termine giacobino nasceva dalla constatazione che era sufficiente non andare a messa o non rispettare i giorni di magro o criticare i doveri
Cesarotti sia un Galdi che un cuoco sia un Ranza che un gioia
E proseguendo su questa strada era davvero lecito parlare di repubblica giacobina per la Repubblica Romana del mille settecentonovantotto e per le altre Repubbliche sorte in quegli anni
Gianfranco Venturi realtà aveva messo in guardia dal lusso indiscriminato del termine giacobino
Ricordando che i creatori delle repubbliche assorti in Italia a seguito delle vittorie del Bonaparte guardavano piuttosto gli uomini del Termidoro utile giacobina
E alla Costituzione moderata del mille settecentonovantacinque piuttosto che a quella Robespierre gesto del mille settecentonovantatré
Alla posizione di Venturi che in realtà aveva risposto Cantimori riconoscendo che i giacobini italiani è vero avevano agito nel quadro del Direttorio
Ma aggiungendo che l'osservazione di Venturi ed è stato soltanto se si intendeva per agire io operare politici
L'attività governative amministrativa perché le cospirazioni Giacopini italiane erano cominciate ben prima
A giudizio di De Felice si poteva giungere ad una maggiore caratterizzazione del giacobinismo italiano solo mediante una scomposizione
Del Cantimori hanno momento eroico nei suoi singoli momenti costi tutti
E queste caratteristiche
Che abbiamo precedentemente indicato il giovane storico le trovava nei memoir pur servire all'Histoire giù giacobinismo dell'abate barriere
Che avevano avuto all'epoca una grandissima diffusione e che avevano descritto un giacobinismo
Cito lo sbocco ultimo di una terrificante e demoniaca congiura
Volta distruggere radicalmente il cristianesimo la morale l'ordine sociale e politico costituito che aveva le sue origini mediante nell'enciclopedia
Nei lumi nel movimento riformatore nella massoneria
De Felice si serviva cioè di un testo anche giacobino per eccellenza per definire il giacobinismo
Per individuare nella fede nella democrazia intesa nel senso più radicale nell'egualitarismo al vento tendenziale dell'anticlericalismo nel repubblicanesimo nel cosmopolitismo i caratteri salienti di ogni giacobino
Quella rassegna storiografica fu la premessa di una serie di lavori sul giacobinismo che caratterizzarono la produzione storiografica di De Felice
Nella seconda metà degli anni Cinquanta e nei primi anni sessanta il problema della funzione svolta dalla stampa nel triennio novantasei novantanove
Le importanti monografie dedicate rispettivamente alla vendita dei beni nazionali
La Repubblica romana del novantotto pubblicata da sessanta
Saggio sugli Illuminati e il misticismo rivoluzionario dello stesso anno sulla vita economica di Roma e del Lazio fra Sette e Ottocento oltre alla voce Luigi Angeloni apparsa nel sessantuno del dizionario biografico degli italiani
E il secondo volume antologico dei giacobini italiani curato nel mille novecentosessantaquattro
Su alcuni di questi scritti vorrei rapidamente soffermarmi per cercare soprattutto di trarre qualche considerazione
Sul significato di questa produzione settecentesca nel contesto complessivo della storiografia di De Felice
L'intera Europa era stata percorsa
Durante il Settecento da una crisi profonda che aveva investito tutti i rami dell'attività umana dalla letteratura all'economia dal diritto alla filosofia dalla scienza alla politica
In nome della ragione l'uomo intendeva rinnovare la società che gli appariva dominata dalla più rozzo ignorante della più radicato superstizione e quindi condannare sistemi politici ed economici
Modi di riscossione dei tributi amministrazione della giustizia eppure in quell'atmosfera che sembrava dominata esclusivamente dalla ragione fra virgolette
Con manifestazioni di ostentato disprezzo verso quanto si richiamava facoltà diverse
Antirazionale opere razionali o irrazionali che fossero si svilupparono alcune tendenze ispirati a una visione mistica della realtà
Costituenti un movimento denominato allora illuminismo con questo termine
Veniva indicata nel secolo decimo ottavo non la filosofia dei lumi ma varie correnti misticheggiante che andavano dai massoni ai Martini visti dai pietistico agli si vede molti anni accanto a settecento razionalista ci fu perciò un Settecento mistico
Le cui origini vanno ricercati non diffuso senso di inquietudine unito ad una grande aspettativa per qualcosa che immancabilmente sarebbe dovuto accadere
Un artista millenari Istica nella quale si fondevano e confondevano motivi diversi e contrastanti diffusi più o meno in tutti gli strati della popolazione
Se la rivoluzione francese con l'abolizione dei privilegi feudali alla fermata uguaglianza giuridica di tutti i cittadini appariva come il naturale coronamento di un'azione tendente a costruire una nuova società
Su basi meramente razionali il crollo di istituzioni che avevano sfidato i tempi e di usi e tradizioni plurisecolare i sembrò confermare le previsioni apocalittiche che erano state diffuse dei mistici
Quei grandiosi avvenimenti apparvero a taluni l'opera piuttosto di Dio che degli uomini anzi l'attuazione puntuale di un preciso disegno della provvidenza divina
Questo aspetto mistico del Secolo decimo ottavo
Era allora poco noto
Ricercare le origini di questo mondo
Penetrare nei recessi delle sette ricavare da una pubblicistica di difficile reperimento una linea di svolgimento organico che desse un senso tutto l'insieme non era cosa facile
De Felice si proposte con le note e le ricerche su Gilles minati e il misticismo rivoluzionario mille settecentottantanove mille ottocento
Apparse nelle Edizioni di Storia e letteratura nel mille novecentosessanta
Di sottolineare un aspetto della vita religiosa e della sensibilità in senso lato fine settecento trascurato e sottovalutato
L'indagine seguiva il misticismo dalla fase pre rivoluzionaria
Nella quale il fenomeno si presentava sul pianto religioso sotto forma perfettamente ortodossa
E sul piano politico con evidenti caratteristico creatrici alla fase post rivoluzionaria allorché la primitiva caratteristica cristiana si smarrita
E il misticismo si razionalizzata e politicizzata
La testa dell'Apocalisse cristiana si trasformava nella speranza rivoluzionaria
La ricerca era sempre saldamente ancorata al terreno storico il fenomeno era studiato in stretto rapporto con la concreta situazione politica sociale economica e culturale
Questo metodo acconsentito a De Felice di distinguere nell'ambito del misticismo a seconda della tecnica adoperata per inserirsi in un certo contesto sociale due correnti
I filosofi e gli Illuminati
I primi che costituivano l'avanguardia delle forze sociali su cui si imperniata il processo di trasformazione sociale in corso e che di tale processo dei reni protagonisti attivi e consapevole
Nel corso della lotta politica trasformarlo nei miti mistici in ideologia di illuminati invece erano quasi tutti protagonisti passivi di quel processo di trasformazione non riuscivano a comprendere ne vedeva ne subivano solo gli aspetti negativi e ne erano continuamente sopra avanzati onde quegli stessi miti erano ridotti ad Utopia da un lato si tendeva verso la cultura di massa dall'altro si esprimeva unicamente uno stato d'animo
L'antologia i giornali giacobini italiani stampata la collana di periodici italiani e stranieri Feltrinelli nel mille novecentosessantuno
Ha il merito di avere impostato per la prima volta con organicità e sistematicità il problema della funzione svolta dalla stampa nel triennio novantasei novantanove
Le origini del giornalismo politico sono legate come è noto alla Rivoluzione dell'ottantanove e alla necessità di costituire un'opinione pubblica di massa
Mediante una propaganda di massa i primissimi anni delle della rivoluzione sono particolarmente indicativi a riguardo
Nel mille settecentottantanove libero la luce in Francia duecentocinquanta giornali
L'anno successivo alla cifra già ragguardevole aumento ancora di cento unità
Tra la presa della Bastiglia la battaglia di Marengo il numero dei giornali fu di venne mi il trecentocinquanta poi Vinicio la parabola discendente
Già cominciata forse qualche anno prima dei settanta giornali editi nella zona parigina prima del colpo di Stato
Di Napoleone agli inizi del nuovo secolo ce n'erano circa una dozzina nel mille ottocentoundici soltanto quattro
Le norme fioritura di chiazzette di altri fogli che in Francia si era verificata quindi dopo l'estate dell'ottantanove in Italia si ebbe nel novantasei allorché le truppe napoleoniche penetrarono nella penisola
In realtà fin dall'indomani della rivoluzione c'era stato ma prima modesta comparsa di giornali
Ma con il radicalizzarsi della lotta politica
La caduta della monarchia borbonica la guerra contro l'Europa i governi italiani avevano ritenuto opportuno far cessare ogni voce pur moderatamente filo francese
Aveva preso vigore invece la stampa reazionaria che si era assunto il compito di diffondere specie nelle classi popolari
Storie incredibili circa la ferocia dei rivoluzionari gli orrori da essi compiuti le violenze Killeffer altamente le efferatezze perpetrate
L'arrivo dei francesi segnò l'inizio del giornalismo democratico giacobino particolarmente vivaci a Milano ma sviluppatosi in tutta la ministra dal Monitore Italiano politico letterario di Giovanni Antonio Ranza
Definito da De Felice il primo vero giornale politico italiano
Al giornale dei patrioti d Italia uno scopo comune era di svolgere un opera di istruzione pubblica rivoluzionaria illuminare le masse inserirle nella nuova società
Che stava sorgendo sulle rovine della vecchia ma tale azione fu complessivamente scarsa cioè la stampa giacobina non riuscì ad avere preso sulle masse quindi il ruolo politico che gioco fu necessariamente limitato e parziale come il tentativo di comprendere le esigenze popolari più profonde trovò un limite invalicabile nel diffuso timore che si potessero verificare anche in Italia quei movimenti eversivi dell'ordine costituito e della proprietà
Che già avevano caratterizzato il periodo cruciale della Rivoluzione francese
Gli argomenti che fogli affrontarono forme più disparati
Ai problemi squisitamente costituzionali alla politica economica e sociale dalla cronaca politica e dalla politica religiosa al costume e alla mentalità rivoluzionaria
Talvolta le questioni erano astrattamente moralistica come quando si attaccava duramente nella Gazzetta nazionale della Liguria per febbraio del novantotto il Governo per aver autorizzato il gioco più l'estivo
Più rovinoso più ingiusto di tutti i giochi conosciuti il gioco del seminario cioè l'odierno lotto
Talvolta erano pubblicate delle curioso un po'comiche richieste come quello ospitato accettata da De Felice del difensore della libertà
Nel quale apparve il ventuno ottobre una lettera firmata da centinaia di cittadine che non chiedevano di dividere coniglio mille gradi cure da
Lo Stato o il godimento dei diritti politici ma di essere liberati e dai brutti ceffi di un suocero o dalla tirannica autorità di una sua scelta l'atteggiamento critico della Stampa comincia a preoccupare anche i nuovi governi tanti il richiamo ai principi e alla moralità nel governo della cosa pubblica riusciva sempre meno gradito e nel mille settecentonovantotto
I provvedimenti contro le Berta di stampa che erano stati fino ad allora isolati e non certo senso casuali presero forma più decisa e determinata
I due più autorevoli Giordani della penisola il termometro politico della Lombardia e il giornale senza titolo diffusa anche fra i contadini vennero soppressi
L'aveva previsto Francesco Saverio Saluzzi quando aveva scritto l'anno precedente che in un Paese in cui si vuole un governo fondato sulla libertà e sull'Alianza la censura rappresenta sempre un attentato contro la libertà
Anche se inizialmente saranno colpiti foglio accusati di corrompere lo spirito pubblico successivamente non mancherà mai un plausibile pretesto perché ha il potere di giustificare dei propri ingiuste determinazione
La storiografia francese aveva già fra le due guerre mondiali ma ancora negli anni cinquanta ha rivolto la sua attenzione alla questione della vendita dei beni nazionali durante la rivoluzione
Basti pensare soltanto a Giorgio la febbre
In Italia fino al mille novecentosessanta invece gli studi martedì erano rappresentati pratica soltanto dal saggio di Umberto Marcelli dedica troppo lontana De Felice scelse la Repubblica romana del mille settecentonovantotto nonostante le vendite a causa della caduta della Repubblica e della restaurazione dello Stato della Chiesa non avessero avuto quel luogo ciò nonostante De Felice ritenne che la ricerca avrebbe presentato ugualmente grandi motivi di interesse soprattutto a causa delle profonde di Renzi è fra i vari dipartimenti soprattutto orientali e occidentali dello stato e del buono stato della documentazione archivistica a disposizione
Il lavoro accertò da un lato gli errori commessi dal governo repubblicano a cominciare da quello del non aver voluto dividere neanche i maggiori beni poi nel risultato che a comperare erano s'stati sempre i grandi fornitori gli appaltatori i mercanti di campagna in una parola la grande borghesia agricola e non i piccoli contadini e nemmeno la stessa media e piccola borghesia
è stato già sottolineato perfetti per Calasso tra gli altri da chi vi parla lo stretto rapporto tra definì diciassette c'è notista e deperisce contemporanei Istat cioè tra lo storico del giacobinismo e lo storico del fascismo
Soffermarsi
Sia pure rapidamente sui problemi di metodo affrontati e risolti da De Felice negli studi dedicati al movimento Giacobbe no può rivelarsi di grande utilità anche per una migliore comprensione della sua interpretazione del fascismo
Un'osservazione preliminare riguarda lo stretto rapporto con Cantimori che all'origine degli studi di De Felice sui giacobini italiani
E lo stesso Cantimori che indica l'editore Einaudi De Felice come autore della biografia di Mussolini che lo storico nato a russi non riteneva di poter affrontare
Una seconda osservazione riguarda la caratteristica versione di De Felice per le generalizzazioni per il giacobinismo ad esempio definisce nella conclusione della rassegna del cinquantasei di cui si è parlato auspicava lo Sturm Della formazione dei singoli giacobini la conoscenza fondamentale dei singoli esponenti del giacobinismo è infatti odio Giuseppe c'era chi Pasquale Matera l'evangelista giacobina L'Abate Claudio Della Valle Luigi Angeloni e via dicendo
Questa capacità di scomporre un fenomeno storico per analizzarne le componenti diverse e giungere così ad un rinnovato giudizio complessivo ci sembra una delle caratteristiche dell'intera storiografia di De Felice
Come dimostra l'attenta distinzione di personalità diverso nell'ambito del regime mussoliniano e l'invidia e l'individuazione di fascismi diversi nonostante come scrisse lui stesso l'apparente Monolit Città del regime il suo spirito totalitario grazie
Ringrazio molto e il professor Talamo per la sua relazione sottolineo quest'ultimo ultimo poi rito che ha indicato che mi sembra particolarmente importante come chiave interpretativa dell'opera complessiva di De Felice e invito i presenti apprendersi questi dieci minuti gli abbiamo detto prima di pausa
Ma
Chiedo scusa ride
A doveva essere per trovare Kartell evidentemente non c'è prego è un piattello
Anticipatore qui siamo dipendiamo tutti dalla regia come tutti gli attori buoni cattivi mediocri
E
Morire il libro di De Felice sull'organizzazione dello Stato fascista e del mille novecentosessantotto e mi in varie parti finita
Le prime prese un piccolo libriccino che io mi trovai a scrivere e ha più volte e più volte ristampato in tv dedicato a Alfredo Rocco dell'ideologia giuridica del fascismo all'uomo nero le all'anima nera come si sa e all'epoca scrivere un libro di quella con quel titolo che su quell'argomento non era propriamente
Punto
Mi così spese questo assicura la pace sociale nelle
Nella
E allora qual era il problema di De Felice cosiddetto revisionista quelli per il problema di sostituire a un antifascismo che era nella storiografia di quegli anni retorico e declamatorio una accertamento di ciò che fosse stata all'eredità istituzionale del fascismo nella vita italiana
Quali fossero i grandi resti della costituzione materiale del del del fascismo e in ispecie quella certa siderale Abbiati tecnici che forma parte della sostanza del regime e gli diede le sue leggi
Discussioni
Remote ma poco dopo il mio piccolo riprende sessantatré il libro grande riprende finisce nel sessantotto poco dopo con l'Unione per il progresso della cultura pubblicammo un libro a più voci
Chi si intitolava il problema storico del fascismo con De Felice Del Noce
Mario Abrate il via e e quanti altri e quel testo venne fuori venne poi nella antologia devo corone sul fascismo perché dico questo perché io mi son trovato essere due volte collega di facoltà di De Felice
Come libero docente alla facoltà di lettere di Roma di Roma e sopra venendo poi a lui nel facoltà di Scienze politiche dell'Ulisse nella quale insegnava Pro Rosario Romeo e della quale ero ero anche il preside
Ma quello che ricordo il più lontano il quale la pena ricordano
Spetti
De Felice fu nei suoi primi anni un perseguitato accademico
Avendo in un nota
Oggettiva del resto
Die suo libro sulla Storia degli ebrei sotto il fascismo citato il fatto che un ex ministro badogliano più tardi apologeta della Cina maoista
Ero aveva partecipato nel quarantadue a un convegno i la Grande Germania suora sul suo razze ferito
Poiché
Quel vecchio personaggio de de del regime diventato poi altrove diverso tipo di personaggio aveva molti amici questo scatenò contro deferisce molto prima che uscisse la sua grande opera in otto tomi sul fascismo una vera e propria persecuzione per dirla tutta
E perché rimanga perpetua vergogna definisce fu bocciato alla libera docenza e due dei suoi giudici mi dissero tizi Merelli pigliamolo di come si fosse permesso di presentarsi a una se è una prova scientifica con con un libello libello è un grande libro come tutti sappiamo conteneva solo lo lo stato di fatto di una di una verità
Aggiungo per memoria mia miliardi sì su quella nota è l'unità di un libro di storia non a caso si scisse e Fini un partito di intellettuali che del partito radicale di Mario Pannunzio del mondo dirmi e di discorrendo e sempre per la storia alati risvolti curiosi
Circa undici anni dopo
Da un piccolo trafiletto del Messaggero almeno India
Si aprisse perché le due parti siano rimesse le reciproche querele con reciproca soddisfazione quindi quella grande élite intellettuale che fu la sinistra liberale del mondo è poi partito radicali Mario Pannunzio prima di far prima di Pannella non saprà mai su che cosa propriamente le due parti si segnala conciliate a meno che qualche storico quindi abbiamo molti non vada a fare la ricerca mite lega negli archivi
Del del tribunale di Roma per vedere che cosa necessario questo
Ma a colletta per una misura è uscito adesso adesso sì sì e più Rossi era un un carattere un temperamento Rose si schierò per verità su quel punto dalla parte sbagliata
Per dire le cose come stanno cioè contro De Felice non per tutti apprezzasse i i relatori del convegno nazionalsocialista su razzetti ricco nel delirio dei quarantadue ma perché aveva un un nel senso di linea politica
Con Mario Pannunzio e con gli altri ma che son cose che ricordano di aficionado il tuo quest'acrobazia concorrenza aprire voglio dire non voglio dibattendo su un altro no non non si può certo di offrire quella questione io voglio ricordare ed è felice perché ha perso poi nel Seicento come un grande solido e innovatore storico di un settore dei nostri studi storico giuridici fu all'inizio
Qualcuno che dovette il tentare scendesse a ferire accademica perché gli era preclusa non vanta risultati futuri pieno giallo importanti ed eminenti come appena del resto di ricordato Talamo ma miglia per conclusa da un risentimento
Politico tattico ideologiche da una miseria da da da da da un donne amiche son tante miserie professorali in questo caso c'era una miseria di intellettuali
E va bene avviata della intellettuali chiedo scusa non a Trento e Trieste sono nove perché dobbiamo riprendere nel nostro info lavoro non possiamo introdurre degli alunni minimal correnti fredde
Chiaramente dal dato che siamo in tema fascista la battuta appropriata chiedi chiedi Piero Gobetti Piero Gobetti
Lascio scritto una cosa dice Mussolini non ha tempra di tiranno ma gli italiani hanno bene anima di schiavi e fra gli italiani intellettuali professori giornalisti ce l'hanno spesso
Grazie allora chiudiamo questa parentesi dobbiamo riprendere il corso della del nostro convegno con la relazione del professor Francesco Perfetti su il interpretazione del fascismo prego professor Perfetti grazie
Quando dietro la sollecitazione intellettuale i Delio Cantimori Renzo De Felice si accinse a studiare la figura e l'attività politica di Benito Mussolini
Scriverne la biografia si trovò non solo di fronte al problema del rapporto fra lo stesso Mussolini e il fascismo tanto come partito quanto come a regime ma anche di fronte alle problema storiografico più generale
Di una interpretazione complessiva del fenomeno fascista per quanto le due questioni fossero strettamente connesse
La prima venne risolta attraverso l'adozione di un criterio biografico tutto particolare lontano dai modelli per così dire emerso negli anni o psicologici
Mentre la seconda rimaste di fatto per l'intero arco temporale della sua produzione scientifica una questione aperta
Già nell'introduzione a Mussolini il rivoluzionario del mille novecentosessantacinque
De Felice pose chiaramente questi problemi precisò che la ricostruzione della vita di Mussolini avrebbe seguito un andamento a ventaglio
Allargandosi cioè sempre più anche alla considerazione di problemi nome strettamente biografici
Ma mano che la figura del biografo fatto assumeva un rilievo crescente in rapporto alle vicende del partito del regime dello stesso contesto internazionale
E aggiunse che lo studio che la vita di Mussolini secondo una prospettiva del genere pur mantenendo tutte le sue peculiarità assumeva cito in un certo senso un valore tipico
Che avrebbe potuto servire a capire non solo l'uomo Mussolini ma il significato del fascismo spesso pur proponendo sì di non riproporre il tipo ottocentesco di biografia che inseriva il personaggio biografa toni i suoi tempi
Un tipo di biografia nella quale il Paese la storia generale a negavano tutto anche l'uomo rappresentativo che ne diveniva un mero portato
De Felice sosteneva che una biografia di Mussolini avrebbe dovuto cercare di non perdere mai di vista il rapporto tra storia generale storia particolare
Nella fattispecie della vita di Mussolini proprio in quanto questi era una personalità integrante sì in tutta una situazione dalla quale non poteva essere disgiunta perché in gran parte risultante da essa
E lì era però anche consapevole che una storia del fascismo non avrebbe potuto essere affrontabile dall'angolo visuale di una biografia di Mussolini dal momento che il fascismo era stato qualche cosa di più del suo Doucet
Cito per conoscere il fascismo per capirlo non basta conoscere Mussolini il fascismo non fu Mussolini smog come in ultima analisi non fu niente di tutto ciò che si è detto forse
Tutte le interpretazioni che di esso sono state date contengono indiscutibilmente un fondo di verità
Esso fu però molto di più soprattutto non fu un fenomeno organico dai caratteri ben definiti ma una realtà in continua trasformazione
Tant'è che Angelo Tasca ha potuto giustamente affermare che il fascismo non è un soggetto di quei bassi ricercare gli attributi ma la risultante di tutta una situazione dalla quale non può essere disgiunto
E ha dovuto concludere che per noi definire il fascismo è anzitutto scriverne la storia
Cioè ricostruirne la realtà e la dialettica nel tempo e nello spazio
Alla posizione di tasca De Felice ha fatto continuo e costante riferimento proprio per sostenere ribadirà l'inadeguatezza di tutti discorsi interpretativi correnti
Per affermare la fecondità euristica del suo approccio metodologico alla ricerca per confermare il suo personale rifiuto a proporre una propria codificata e lavorazione interpretativa
Evidente peraltro che il problema di capire che cosa sia stato effettivamente il fenomeno fascista accompagnato lo studioso durante tutta la sua ricerca
Per la stesura della biografia di Mussolini in conseguenza proprio della sua stessa concezione del lavoro biografico
Ed è altresì evidente che dà una lettura in filigrana di tutta l'opera del Feliciana sono essere enucleati alcuni punti utili per individuare le coordinate di un bel discorso interpretativo
All'epoca in cui De Felice cominciò a interessarsi di fascismo non era ancora stato tentato un panorama completo o comunque organico e sistematico dell'analisi interpretative del fenomeno
Con la sola eccezione della Bell antologia di Costanzo Casucci
All'interrogativo sulla natura del fascismo De Felice dette risposte sempre problematiche in alcuni saggi previ ma densi di contenuto pubblicati orientati verso la metà degli anni Sessanta
Nell'arco di tempo compreso fra la pubblicazione del primo e del secondo volume usciti a distanza ravvicinatissimi a e il primo tomo del terzo volume della biografia mussoliniana
Tra questi saggi merita una menzione quello del mille novecentosessantasette redatto per un'enciclopedia storico politica tedesca e poi da questa non pubblicato
In esso lo studioso analizzava soprattutto le interpretazioni marxiste delle fascismo sottolineandone cito la strumentalità delle definizioni dimostrata tra l'altro dall'incertezza di giudizio e dalle sue oscillazioni nel periodo dei ministeri pre staliniano
Sottolineava l'esistenza di differenze numerose e a volte sostanziali tra il regime nazionalsocialista e quello fascista
E tra questi due regimi gli altri dell'Europa orientale e balcanica della Spagna oltre che dei mogli fascisti dell'Europa occidentale
Tentava una prima tipologia del fascismo per Paesi e per forme di potere
E dopo aver tratteggiato un quadro sintetico delle vicende dei principali regimi o movimenti fascisti con la significativa esclusione del nazismo
E l'ancor più significativa inclusione della non realizzata internazionale fascista
Abbozzata una teoria genetica è una valutazione d'insieme del fenomeno
Alcune parti di questo saggio vennero rifuse nelle interpretazioni del fascismo del sessantanove
Questo piccolo ma denso libro come avrebbe riconosciuto lo stesso autore in una prefazione redatta nel mille e novecento tanta prego
Fu scritto in un momento in cui il dibattito scientifico sul fascismo era entrato in una fase nuova proprio grazie alla pubblicazione dei primi volumi della biografia mussoliniana e dalle polemiche che gli avevano accompagnati
Per si presentava per un verso come il frutto di una serie di approssimazioni successive dell'autore alla problematica del fascismo e per un altro verso cito come un momento di pausa e di meditazione del proprio lavoro storiografico
In realtà la pausa e la meditazione erano necessarie
Perché nella ricostruzione della biografia mussoliniana
De Felice ha raggiunto a trattare i momenti della edificazione della organizzazione dello Stato fascista cosa che lo costringeva a spostare il centro del suo interesse storiografico dalla figura del Duce alle regime e a postulare un incontro ormai indifferibile con il problema della natura e della sostanza del fascismo
Lo studio per fare solo qualche esempio
Delle leggi fascistissime legata al nome del giurista Rocco e al tentativo di questi di creare uno Stato monarchico di carattere autoritario conservatore fondato sulla ricerca di una nuova legalità per rientrare nella legalità
Così come lo studio dell'imbriglia mentre il depotenziamento del partito e quello della costituzionalizzazione del fascismo lo avevano portato a conclusioni che erano profondamente diverse da quelle correnti
Mi rimettevano in discussione l'immagine consolidata del fascismo e delle regime come un blocco unitario e naturalmente tutte le interpretazioni che in qualche misura a questa immagine si rifacevano
Le interpretazioni sul fascismo
Del fascismo furono un libro effettivamente importante per la storiografia
Sia perché esso tentava per la prima volta un'analisi e una sistematizzazione di tutti i principali discorsi interpretativi FIAT perché inaugurò un filone di studi e di rassegne sull'argomento de Felice individuava in primo luogo una tipologia delle interpretazioni cosiddette classiche delle fenomeno riconducibili a tre precise concezioni politico-culturali
Quella liberale quella radicale e quella comunista
La prima diffusa soprattutto nell'ambito dell'alta cultura europea
In particolar modo nella storiografia italiana e tedesca presentava il fascismo sulla linea di Benedetto Croce come una malattia morale dell'Europa
Come uno smarrimento della coscienza come una depressione civile
La seconda quella radicale sviluppatasi prevalentemente in Germania
Ma anche in Italia considerava il fascismo come l'inevitabile conclusione dello sviluppo storico di alcuni Paesi il risultato di un processo che avrebbe esaltato difetti ereditarie stratificati
Da tempi ormai remoti sul tessuto sociale dei Paesi interessati
La terza infine quella marxista nelle sue varie articolazioni definiva il fascismo come una preventiva contro rivoluzione
Come un tentativo estremo quasi il canto del cigno delle capitalismo per opporsi alla necessariamente vittoriosa rivoluzione proletaria
Accanto a queste interpretazioni classiche lo studio sono individuava altre quella cattolica quella del fascismo come manifestazione di totalitarismo quella del fascismo come fenomeno trans politico
Che definiva minori non tanto perché meno significative delle prime quanto piuttosto perché circoscritte ambienti più ricca
Di queste interpretazioni minori metteva in evidenza anche i collegamenti
I maggiori esponenti della interpretazione cattolica per esempio Jacques Maritain e Augusto Del Noce raggruppavano pure essi comunismo e fascismo sotto il concetto di totalitarismo
Per il pensatore francese però il comunismo era un sistema errato che deformava un processo esistenziale in virtù del quale avrebbe dovuto affermarsi dai quadri infranti della civiltà borghese una nuova civiltà mentre il fascismo avrebbe rappresentato un riflusso di difesa tanto nei confronti di questo processo assistenziale quanto nei confronti del comunismo le diverte manifestazione di fascismo avrebbero mantenuto la storia all'interno dei quadri della civiltà capitalistica
Anche se sarebbero state costrette a portare a un grado di intensità rivoluzionaria alcune reazioni di difesa contro i disordini di tale civiltà ricorrendo in larga misura al socialismo di Stato
Il totalitarismo fascista secondo Maritain si sarebbe trovato di fronte all'alternativa o di orientare la sua evoluzione interno in una direzione sempre più vicina alla morfologia comunista
O di sviluppare una politica imperialistica destinata a scuotere le basi della Civit da europea
Talché i regimi fascisti avrebbero finito o per gettare le basi per esperimenti comunisti o per condurre le nazioni a reciproche distruzioni
Questa tesi elaborata da Maritain fra il trentaquattro e trentasei
Non sarebbe stata ripresa nel decennio cinquanta sessanta da Del Noce il quale pervenne a una prospettiva interpretativa originale sotto lo stimolo del discorso impostato dal più significativo esponente dell'interpretazione trans politica
Il tedesco Ernst Nolte
Per del Noce totalitarismo rappresentava il fatto nuovo portato dallo sviluppo leninista del pensiero di Marx e costituiva una religione secolare frutto della crisi dei valori religiosi e morali della civiltà occidentale
E della conseguente espansione dell'ateismo
In questo senso il fascismo si configurava come un regime non autenticamente totalitario in quanto sotto da un'intuizione ignorata dal marxismo
Quella delle nazioni che implicava il passaggio dalla lotta di classe alla lotta fra le nazioni
Il discorso non piano sul carattere trans politico ed epocale del fascismo aveva offerto a Del Noce l'opportunità di riconsiderare il problema e limitare la preminenza da lui attribuita alla crisi dei valori religiosi
Il fascismo come pure il nazismo il comunismo diveniva una manifestazione del Periodo sacrale dell'epoca della secolarizzazione al quale sarebbe succeduto un profano espresso dalla Società opulenta
E si caratterizzava come alternativa all'ENI Nismo nel senso di un suo inveramento
E sotto questo profilo non risultava più collocabile sotto i concetti di controrivoluzione o di totalitarismo
De Felice passava poi in rassegna le interpretazioni elaborate dalle scienze sociali quella psico sociale espressa fra gli altri da lassù al Reich Young from
Quella sociologica legata ai nomi di parto Mannheim quorum dice lì sette Germani Montero quella socioeconomica di Rostov proroga anche i bar informo e chiarisce infine concludeva la sua rassegna con un'analisi delle più significative interpretazioni italiane a cominciare da quelle coeve al sorgere affermarsi del fascismo
E da quelle elaborate negli anni del regime fino a quelle che hanno connotato il dibattito dopo la Liberazione
E quelle espresse dagli orientamenti più recenti della cultura
E in particolare della storiografia
Nel complesso il volume rappresentava la più ampia rassegna fino ad allora disponibile sulle interpretazioni del fascino
Anche se naturalmente non poteva considerarsi esaustivo
Del tutto assenti per e senza erano i discorsi interpretativi ne parlammo più volte di alcuni significativi filoni del liberalismo che comprendono nomi come quelli di Karl Popper Friedrich von Hayek Ludwig von Mises utile non vorrei perché Walter Lippmann
Ma di questo De Felice si sarebbe ben resto conto inseguito tante che poco prima della scomparsa in vista di un eventuale riedizione
Di un'altra sua opera di poco successiva a questa l'antologia dal titolo il fascismo le interpretazioni dei contemporanei degli storici
Aveva già selezionato gran parte dei brani più significativi di questi autori da inserire nel volume
Di un'altra carenza quella relativa alla letteratura di parte fascista egli pure divenne consapevole tant'è che nell'ottantatré nella ricordata prefazione alla nona edizione osservò che al punto in cui erano arrivati gli studi cito le poche paginette dedicate qua e là alle interpretazioni fasciste erano ormai del tutto insufficienti e avvertì che a tali interpretazioni
Sarebbe stato necessario dedicare un capitolo ad hoc
Che sarebbe riuscito cito estremamente utile per comprendere cosa i fascisti le varie componenti del fascismo
Pensassero del fascismo spesso in che razza proponevano col prima e quali prospettive tendessero via via a dare adesso
Ma in effetti già qualche anno prima di questa prefazione
Nelle settantotto egli aveva raccolto i coevi discorsi interpretativi di personalità protagonisti intellettuali di spicco del mondo fascista nel volume antologico autobiografia del fascismo
Rimandando ad altra epoca l'esame critico di opere post belliche in qualche misura riconducibili a simpatie fasci
A prescindere dall'importanza che questo volume ebbe come rassegna critica più o meno completa ma comunque assai ampia assai articolata dei discorsi interpretativi sul fascismo
Il volume quantunque dichiaratamente problematico quindi alieno dalle proporre indicazioni definitive
Era fondamentale per consentire l'individuazione sia pure in prima approssimazione di alcuni capisaldi destinati a diventare momenti di passaggio verso una interpretazione deferisce Anna del fascino
Lo studioso riprendendo le conclusioni cui era pervenuto nel rammentato saggio del sessantasette azzardava per usare una sua espressione in via di ipotesi questa doppia tipologia
Tipologia dei paesi cito il fascismo si affermò laddove era più rapido e intenso il processo della mobilità sociale verticale soprattutto era predominante un'economia agrario latifondista open erano massicci resi visibili sostanzialmente non integrati nel complesso economico nazionale
Era in atto una crisi economica inflazione disoccupazione carovita eccetera o non era ancora venuto completamente il superamento era in atto un confuso processo di crisi e trasformazione dei valori morali tradizionali
Era in atto una crisi di crescenza o senilità del sistema parlamentare che metteva in causa la legittimità stessa del sistema sia da parte socialista e comunista sia da parte di alcuni settori della borghesia
E accreditava l'idea di una mancanza di valide alternative di governo la guerra non aveva risolto aveva aggravato alcuni problemi nazionali
Il re dentista uno e presenza di forti minoranze d'altra nazionalità soprattutto e coloniali
Provocando un'attenzione nazionalistica e il sorgere di tendenze revisionisti che rispetto all'assetto europeo stabilito con i Trattati di Versailles piano Saint Germain eccetera
Tipologia delle forme di potere il fascismo si attraverso attraverso una concezione della politica
E più in genere della vita di tipo mistico fondata sul primato dell'attivismo irrazionale
Fiducia nell'azione dirette risolutrice e sul distretto dell'individuo ordinario a cui era contrapposta all'esaltazione della collettività nazionale e delle personalità straordinarie
L'élite e superuomo dalla quale discendeva il mito essenziale nel fascismo del capo
Un regime politico di massa
Nel senso di una mobilitazione continua delle masse e di un rapporto diretto capo Massa senza intermediari fondato sul sistema del partito unico e della milizia di partito
Qui realizzato attraverso un regime di polizia è un controllo di tutte le fonti di informazione e propaganda
Un rivoluziona ritmo verbale è un conservatorismo sostanziale mitigato da una serie di concessioni sociali di tipo assistenziale
Il tentativo di creare una nuova classe dirigente espressione del partito e attraverso di esso soprattutto della piccola e media borghesia
La creazione e valorizzazione di un forte apparato militare
E infine un regime economico privatistico caratterizzato da una tendenza all'espansione vedi si attiva privata al passaggio della direzione economica dai capitalisti dagli imprenditori agli alti funzionari dello Stato
E al controllo delle grandi linee della politica economica nonché dell'assunzione
Da parte dello Stato del ruolo di mediatore nelle controversie di lavoro e dà un indirizzo autarchico
è interessante notare che rispetto al saggio del sessantasette in questa versione deferisce indicava fra le altre due nuove condizioni necessarie per definire la sua tipologia per Paesi e cioè per un verso l'esistenza di a Papi dell'intenso processo di mobilità sociale e per altro verso l'esistenza di un confuso processo di crisi e trasformazione dei valori morali tradizionali
Si può ragionevolmente presumere
Che a determinare questo inserimento di nuove condizioni da lui ritenute necessarie per l'affermarsi del fascismo
Avessero contribuito le suggestioni metodologiche nuove il cui peso sarebbe stato avvertibile
Nei due tomi del terzo volume della biografia mussoliniana
Derivate dagli studi del sociologo italo americano Gino Germani per quanto attiene l'analisi del peso dei processi di mutamento sociale ossia dei Fenoglio enigmi mobilitazione primaria o secondaria sui movimenti di massa
E dalle osservazioni dello storico tedesco Georg mosse in particolare sulla importanza dei mitili simboliche irrituali della cultura più in generale quali strumenti di razionalizzazione degli istinti di gruppo
Con questo discorso comunque con l'elaborazione cioè di una doppia tipologia
De Felice riconosceva di fatto la possibilità anzi l'opportunità di parlare di un fenomeno fascista nel senso dell'esistenza di cito un minimo comun denominatore tra alcuni fascismi
Degli anni tra le due guerre mondiali con la consapevolezza però che il problema vero era quello di non restringere o di non dilatare troppo questo minimo comun denominatore cioè di delimitarne i confini
Nel primo caso cito infatti ci si preclude la possibilità di comprendere perché il fascismo si sia presentato sia pure con peculiarità diverse da luogo a luogo
Vari paesi grosso modo nello stesso modo e nello stesso periodo
Perché non si sia sostanzialmente più riprodotto nel secondo caso infine si finisce per sottovalutare il significato delle concrete e specifiche realtà storiche dei vari Paesi
Nei quali il fascismo si è manifestato e pertanto non solo si ricade inevitabilmente nelle vecchie generalizzazioni
Ma si dilatano implicitamente sia l'area geografica sia il periodo storico tipici del fascismo e fuori dai quali è arbitrario parlare storicamente di fascisti
Allo studioso sembrava giusto parlare delle fascismo come di uno dei grandi fenomeni storici
Del nostro secolo ma sembrava anche doveroso sottolineare il fatto che esso non era dilatati le fuori d'Europa il fuori del periodo fra le due guerre mondiali essendo le sue radici tipicamente europee
E inscindibilmente radicate nel processo di trasformazione della società europea
Un processo questo che fu determinato sia dalla prima guerra mondiale
Sia cito dalla crisi di trapasso morale e materiale ad una società di massa funzionalizzata con nuove forme di integrazione statale politica e sociale
Che avevano trovato modo di manifestarsi un po'in tutto il continente ma soprattutto nei Paesi che affrontarono tale trasformazione in particolari condizioni di ritardo di debolezza di anormalità economiche e politiche
Il conflitto mondiale fu dunque il fattore determinante che favorì l'esplosione
Di precondizioni morali e sociali preesistenti alla guerra e ne facilitò l'estendersi a gruppi sociali prima immuni arricchendole di contenuti aggiuntivi sia morali politico morali sia economico sociali
La crisi gravissima verificatasi nel dopoguerra dei ceti medi tanto sul piano economico sociale quanto sul piano psicologico politico
Fu un elemento di primaria importanza per lo sviluppo del fenomeno fascista in tutti i Paesi indipendentemente dalle diverse modalità con le quali essa si manifestò nei quali Paesi si affermarono regimi di vero o falso fasci
Pur non credendo personalmente alla validità assoluta di nessuna delle interpretazioni presi in considerazione
E pur non negando come dimostrano le tipologie prima ricordate e Daloui stesse elaborate l'esistenza di un comune denominatore fra movimenti partiti e regimi definiti fascisti
De Felice era convinto che per giungere a una spiegazione storica del fenomeno fascista in genere e dei fascismi in particolare
Fosse necessario tanto tenere presenti tutte le interpretazioni quand'fissare l'attenzione sulle caratteristiche concretamente nazionali connesse cioè alle particolari vicende storiche economiche sociali culturali politiche dei singoli paesi nei quali si erano avuti movimenti partiti o regimi fascisti a questa conclusione problematica
Egli rimase fedele anche nei successivi lavori come nel saggio sul fenomeno fascista del settantanove nella ricordata prefazione alla nona edizione
Delle interpretazioni nella quale peraltro riconosce quali riconosceva l'insufficienza euristica delle sue stesse tipologie
Quella per Paesi e quella per forme di potere
E introduceva con considerazioni di notevole rilievo a mio parere sia in merito al diverso grado di realizzazione della società di massa nei vari Paesi
Sia in merito al ruolo svolto dai valori e dalla cultura nelle determinare atteggiamenti mentali o atteggiamenti verso la vita tipici propri del fascismo
Di particolare importanza per esempio era la differenza che lì per lì cinipide WADA fra regimi fascisti e regimi conservatori e autoritari sulla base del loro diverso rapporto con le masse
Cito i regimi conservatori e autoritari hanno sempre teso a dei mobili Carle
E ad escluderle dalla partecipazione attiva alla vita politica offrendo loro dei valori e un modello sociale già sperimentato nel passato
E ai quali viene attribuita la capacità di impedire gli inconvenienti gli errori di qualche recente parentesi rivoluzionaria
Al contrario il fascismo ha sempre teso a creare nelle masse la sensazione di essere costantemente mobilitate
Di avere un rapporto diretto con il capo
Tale perché capace di farsi interprete e traduttore in atto delle loro aspirazioni e di partecipare e contribuire non a una mera restaurazione di un ordine sociale
Di cui sentivano tutti i limiti e l'inadeguatezza storica
Bensì a una a rivoluzione dalla quale sarebbe gradualmente nato un nuovo ordine sociale migliore e più giusto di quello preesistente e soprattutto mai sperimentato prima
In realtà al momento della steso a cura di questo testo il mille novecento ottantatré
Erano già stati pubblicati i due tomi del terzo volume della biografia mussoliniana quello dedicato a Mussolini il Duce e più in dettaglio agli anni del consenso e a quelli cruciali dello stato totalitario
E nell'intervallo fra i due la celebre e fortunata Intervista sul fascismo nella quale la posizione interpretativa di De Felice sul fascismo italiano emergeva in maniera abbastanza chiara
In questo saggio intervista erano illustrate infatti con un linguaggio assai più divulgativo di quello dei volumi della biografia
Alcune tesi almeno quattro che nel loro insieme finivano per delineare il volto e la natura del fascismo italiano
Finivano cioè a livello interpretativo checché ne dicesse l'autore per stabilire un punto fermo nella sua ricerca
La prima tesi riguardava la distinzione tra fascismo movimento e il fascismo regime il fascismo movimento rappresentava una costava della storia del fascismo un filo rosso che collegava il diciannove al quarantacinque
Che esprimeva cito quel tanto di velleitari re innovatrice di interpretazione di certe esigenze di certi stimoli di certi motivi di rinnovamento
Era quel tanto di rivoluziona ritmo che esisteva nel fascismo stesse tendeva a costruire qualcosa di nuovo
Era un insieme di elementi innanzitutto culturali consapevoli o inconsapevoli e psicologici
Che in parte erano quelli delle fascismo intransigente pre marcia su Roma ma in parte erano qualche cosa di nuovo e di diverso e di successivo
Che costituiva l'autorappresentazione del fascismo proiettata nel futuro al di là dei condizionamenti delle paure delle sconfitte imposte dal regime e al di là di quella della stessa vita di Mussolini
Sotto questo profilo spesso appariva cito ancora una componente essenziale per capire il consenso nera la componente morale a fianco di quella materiale
Insomma il fascismo movimento rappresentava la vitalità del fascismo cito testualmente la dopo il fascismo regime ne costituiva per certi aspetti la negatività
Poiché esprimeva la politica di Mussolini era il risultato di una politica che volente o nolente tendeva a fare del fatto fascismo solo la sovrastruttura di un potere personale di una dittatura di una linea politica diventata sempre più eredità di una tradizione
La seconda tesi riguardava l'individuazione di una componente rivoluzionaria di sinistra all'interno del fascismo
Discendente dalla tradizione del sindacalismo rivoluzionario e dalla influenza che questa partizione ebbe su Mussolini stesso e su parte del nucleo dirigente del fascino
La terza tesi concerneva l'esistenza di un preciso ruolo dei ceti medi emergenti che De Felice riteneva determinanti per lo sviluppo del fascismo movimento
Questa tesi è una di quelle che meglio caratterizzano la posizione interpretativa riferisce come lui stesso ebbe a riconoscere
Il fascismo movimento è stato l'idealizzazione la velleità di un certo tipo di ceto medio emergente qui da secondo me il punto che mi differenzia da molti altri studiosi di questi problemi
Un ceto medio emergente che tende a realizzare una propria politica in prima persona
Dico emergente
Perché in genere questo discorso che è stato fatto amplissimamente è partito da un punto fermo un declassamento dei ceti medi che si proletari sano e che per sfuggire a questo destino si ribellano
Insomma schematizzando il fascismo come il fenomeno degli spostati dei falliti
Non metto in dubbio che ci siano stati anche questi ma sono le frange
Il fascismo movimento invece è stato in gran parte l'espressione di ceti medi emergenti cioè di ceti medi che cercano essendo diventati un fatto sociale di acquistare partecipazione di acquistare il potere politico
Ingrossano le fila il fascismo sia Print ovviamente un po'a tutti i ceti sociali ma il suo nerbo sia quantitativamente sia in particolare per quel che concerneva i quadri gli elementi più attivi politicamente e militarmente
Si caratterizzò intenso piccolo borghese dando a tutto il movimento il carattere di un fenomeno che aveva degli aspetti di classe
Questo spiega a mio avviso la sua scarsa penetrazione nelle regioni più tradizionali dove la piccola borghesia non era di tipo moderno e quindi era più integrata unica delle questo
Che diede al fascismo movimento la possibilità di costituire il più importante punto di riferimento e di attrazione per quei settori della piccola borghesia
Che aspiravano ha una propria maggiore partecipazione e direzione
Della vita sociale e politica nazionale
Settori che non riconoscevano più alla classe dirigente tradizionale e a quella politica in specie nella capacità nella legittimità di governare e sia pur confusamente contestavano anche l'assetto sociale che essa rappresentava
La quarta attesi individuava profonde differenze se non addirittura antitesi tra nazismo e fascismo
Nel senso che il primo avrebbe guardato al passato alla tradizione dei valori germanici
In contrapposizione al mondo moderno mentre il secondo avrebbe fatto propria l'idea di progresso e al e avrebbe postulato la creazione di un uomo nuovo
Gli studi sul fascismo successive all'intervista che provocò come noto polemiche reazioni anche scomposte confermarono De Felice nella sua posizione dove logica
Le opere di Germania e mosse alle quali come ho più volte fatto cenno
Egli aveva rivolto particolare attenzione lo convinsero sempre più che per individuare quelli minimo comun denominatore tra i movimenti fascisti per delimitare cioè il problema storico del fascismo
Fosse necessario prendere l'avvio dalla realtà della società di massa
Senta trascurarne il grado di realizzazione dei vari Paesi
Fosse necessario altresì valutare l'esistenza o meno di una diffusa alienazione delle masse e quindi di un loro stato d'animo di disagio e reazione contro la società di massa
D'accordo con mosse deferisce riteneva che il fascismo avesse acquistato il suo vero carattere e la sua suggestione di massa a causa della prima guerra mondiale e della crisi da essa determinata sorto come prodotto generico delle malessere
E della crisi di identità delle classi medie dei settori operai da esse influenzate si trasformò nell'ideologia degli ex-combattenti prigioni e saltando il mito latente della comunità e cameratismo
Facendosi portatore di un'etica della militarizzazione e della totalità ricitazione della vita e della lotta politica da cui derivarono una forza e un dinamismo fino ad allora sconosciuti
Se si eccettua se si accetta la bipartizione proposta da poiché non oltre fra le teorie singolari Danti e le teorie generalizzante i del fascismo allora ma in prima approssimazione il discorso di De Felice potrebbe esser fatto rientrare nella prima categoria
Quella cioè che si propone di spiegare il fascismo con il ricorso a fattori legati alla particolarità di una determinata realtà nazionale
In questo quadro sia nell'intervista sia in altri lavori De Felice ha bene approfondito le differenze tutt'altro che marginali tra fascismo e nazismo
Le più importanti da lui segnalate sono a la diversità della base sociale che espressi due membri i due movimenti nella fase di conquista del potere
In Italia il fascismo come si è ricordato fu espresso in misura prevalente da una piccola borghesia emergente e desiderosa di affermazione integrazione partecipazione politica
In Germania il nazionalsocialismo ho espresso da ceti medico piccolo borghesi già da tempo integrati e in quel momento infatti discendente o comunque in difficoltà nel conservare il proprio status di diversità ideologica espressa per esempio dall'atteggiamento nei confronti del razzismo ed è la stessa idea di progresso
Ci divertita nella valutazione della figura del capo
Che fu centrale nel fascismo e secondaria nel nazismo dove non assolveva ha una funzione carismatica ma si inseriva come elemento strutturale all'interno di un rituale nazionale
Di diversità diffusione del partito il fascismo avrebbe perseguito la dei politici dazione del partito e la sua subordinazione allo Stato
Mentre il nazionalsocialismo si sarebbe basato proprio sulla preminenza del partito sullo stato
Diversità nel grado di realizzazione del totalitarismo il regime nazionalsocialista fu uno Stato totalitario nel senso proprio del termine
Quello fascista non perse mai secondo De Felice alcuni caratteri dello stato di diritto
Negli ultimi tempi De Felice dopo la lettura l'ultima opera di François spione fece considerazioni che assumano in questo quadro importanza sia ai fini della individuazione delle differenze tra nazismo e fascismo sia ai fini di un discorso storiografico più generale
Fece notare che il fascismo non poteva e non doveva essere liquidato come reazione al comunismo che è una delle interpretazioni correnti
Più di moda
In quanto entrambi erano finiti della guerra e dell'età delle masse Dini
Perché lui creare un uomo nuovo come il comunismo
Entrambi esprimono una visione di progresso sono il prodotto di una ricerca di un'attenzione verso un futuro di riscatto il nazismo invece proprio per il suo intrinseco razzismo non si cura minimamente del progresso dell'umanità
Anche perché l'uomo nuovo lariano c'è già si tratta soltanto di ripulirlo dalle incrostazioni di rimetterlo al lucido
Mentre comunismo e fascismo pensano in direzioni diverse a un nuovo tipo di economia questo ai nazisti non interessa
Perché l'economia che c'è va loro bene e si tratta solo di renderla più funzionale togliendo di mezzo gli ebrei che secondo l'ideologia delle figure la dominano dall'interno e la condizionano dall'esterno
Anche il comunismo fa ricorso al terrorismo ma qui è concepito e usato
Come strumento di difesa nei confronti della reazione sociale contro il vecchio che resiste
Mentre per i nazisti è un elemento attivo di progresso insomma concludeva definisce non identifichiamo nazismo e fascismo non sono la stessa cosa
Concludendo questa relazione posso ritenere si possa di pentire che esiste dunque
Una abbastanza precisa interpretazione del Feliciana tanto del fascismo italiano quanto più in generale del fenomeno fascista di cui ho ricordato appunto Icardi
Ma è una interpretazione che vai estrapolata dal complesso degli scritti dello studioso che e questo è un dato importante perché mi sembra sia doveroso sottolineare proprio in conclusione era consapevole di essere pervenuto a risultati importanti e che aveva in animo di consegnare a una nuova edizione delle interpretazioni del fascismo
Ringrazio il professor Perfetti della rigorosa e puntuale sintesi che ha dato della interpretazione ciao
Del del fascismo
E della interpretazione in particolare di declino
Ed è fascismo e del nazismo ha dato dei feriti ora
L'ultima
Relazione di questa seduta
è affidata
Al professor Giovanni Aliberti esatta del titolo De Felice e il senso della storia
Grazie prego
Prima di sottoporre alla vostra attenzione le dieci cartelle in cui consiste la mia relazione mi corre l'obbligo
Mi corre l'obbligo di avvertire il gentile pubblico ottimale di scusare
Certi toni che saranno volutamente accessi e polemici
Questi dovuto al Santo c'è scarsa fissare una lettura interna
Al senso della storia di De Felice
In senso moderno incanti Moriano
Secondo elemento è che questa relazione che in realtà una relazione generale sulla storiografia sul pensiero politico se così o momenti sulla STET fieri di Felice
E tiene soltanto parzialmente conto di al pianterreno importanti suggestioni che saranno da me
Poi svolte lo dico a titolo informativo e nell'ambito della della casa di serie contemporanea cui la cortesia dei colleghi ha chiamato me
E da quella di De Felice succedere
Con un seminario che vedrà ultimi scrissero comincia il quattro di dicembre giovedì quattro dicembre sedici spiega anche tutti i collaboratori della cattiva dei dei feticci impegnata in questa
Scende il Dinoi faremo un po'un'analisi un poco più Woody pigliando quando diceva l'amico Villari
Un poco più a fondo quindi io vi prego di giustificare se voi volete questo tono spetta soltanto vi faccio un po'difetto che soprattutto sul luogo comune che il ritorno tra Filologia ideologica non c'è
Riferisce non fu filologo fu lo storico politico lo storico socio politico tout court
Ed è questa la chiave di lettura secondo me più originale che noi o più autentica per lo meno che mi è sembrato di dovere di dare con questa piccola premessa io passo invece che sono dieci cartelle quindi non sono molto
Non si può parlare storicamente cioè criticamente di fascismo
Come se il fascismo fosse stato una specie di balena che tutto inghiottito indiscriminatamente
Ma occorre discernere la parità di correnti movimenti tendenze persone interessi economici e finanziari ed anche illusioni fantasie incoscienza che permisero a Mussolini e i suoi di conquistare in quel tal modo il potere di tenerlo di conservarlo
Se non si comincia a guardare le cose in questo senso si corre il rischio di perdere il senso delle proporzioni e delle prospettive
Tanto di quelle vicine che di quelle lontane e dica di vede il pool repellente dei moralismi quello storico politico
Un fascismo presto in blocco un antifascismo presto in blocco indifferenziato quello indifferenziato questo non serve a comprendere né la storia del fascismo
Né quella dell'antifascismo nella storia politica italiana recente
Questi giudizi di Cantimori in una lettera aperta del giugno sessantadue a Francesco russi direttore di itinerari non sembra restassero particolari di azioni antifasciste
Che è un maestro riconosciuto della sinistra italiana auspicasse pubblicamente un approccio intellettuali al fascismo diverso dal consueto anatema storico ideologico
Da lui definito addirittura il più repellente dei moralismi
Non fece scandalo
Al pari della successiva denunzia del pericolo derivante egli scrive
Da quelle contrapposizioni nette e da quel rifiuto di vedi delle differenze da quella tendenza discriminare di poter mente
Da quella specie di di evidenza poste in confessata far distinzioni articolati definite e al guardar da vicino
L'auspicabile dote del Contemporanei sta sarebbe allora il tecnicismo tecnologico no risponde Cantimori
Per il quale la storia contemporanea a soprattutto e prevalentemente carattere di storiografia politica
Tali attive sono parole di Cantimori sempre che il Polo intorno al quale si può organizzare sul serio il lavoro sul quale ci si deve quindi orientare tanto della ricerca che nell'esposizione deve essere la storia politica
Comedy la intendesse però viene opportunamente chiarito in un'altra lettera al caro russi riguardante lo studio di insegnamento universitario della storia contemporanea
Considerata da Cantimori una disciplina storica non diversa da quelle di maggiore tradizione accademica
Non si può dire a mia modesta opinione che ci sia una ragioni scientifiche logiche critiche serie per la istituzione di questo insegnamento
Per dirla in altre parole non mi pare che si possa dire che la storia contemporanea sia o debba essere una storia o una scienza realmente diversa dalla storia qua Thales
La storia contemporanea come storia Pat Alissa
è il concetto cardine della storiografia di Renzo De Felice
Il principio etico metodologico che ispira il suo senso della storia come affermazione dell'autonomia dell'intendere storico dalle tendenze segretazione apistiche reazionarie o divario conformismo per usare ancora una volta le parole di Cantimori a commento di una nota raccolta storiografica dell'Omodeo
Vero vero
Quanto di Felice debba Cantimori è testimoniato da espliciti riconoscimenti tornati qui più volte
Sebbene i suoi riferimenti a coloro che considerava come i propri maestri Federico Chabod
Giuseppe De Luca e appunto Delio Cantimori non approfondiscono molto la questione Chabod ad esempio non ha avuto tutta quella determinante influenza che lo gli attribuisce
Ma per gli storici della generazione di De Felice
Sia pure in un mito storiografico un maestro Celebre prestigioso al cui discepolato tutti giovani addette di allora avrebbero sempre aspirato a torto o a ragione come a un blasone di nobiltà
Evidente invece l'influsso di Cantimori che si esercitò in modo decisivo sul giovane De Felice stimolato dal fascino intellettuale e umano del romagnolo ad un modello di ricerca
Diverso alquanto diverso così da quello di Croce April per più aspetti del prospetto volte dominante della storiografia italiana degli anni Cinquanta soprattutto per l'autorevole magistero Chabod diano
Come darle sia da quello di Gramsci ispiratori a sua volta di una storiografia militante ben diffusa grazie all'efficiente se alla efficiente presenze chiedo scusa ma sa fare fasullo programmi Campori fino non riesco a vedere
Quindi se va zizzania fra la voce partenopea arriva
Governabilità dove a sua volta dinastia grafia militante ben diffusa grazie all'efficiente presenza del decine i mass media
Sebbene megalite anche nelle facoltà umanistiche rispettata opposta situazioni odierna essendo pedana però cattedratici di chiarissima fama tra cui Cantimori
Lo richiede il rapporto tra lo scuro laureando e l'affermato docente
Non solo dunque viste sì
Altrimenti dall'attacco
Sì
Bensì
Ecco sempre grazie sì sì grazie
Chiedo scusa dunque
Dicevo
All'origine del rapporto tra lo scuro laureando ed affermato docente non fu dunque di stretta natura accademica Mai implicazioni più propriamente politiche che De Felice riconosce ammettendo di aver subito il fascino di quello che era considerato il maestro il patriarca della storiografia marxista di università italiana
Benché a suo avviso ciò costituisse un aspetto secondario del loro rapporto
Indubbio però che questo sia maturato nell'ambito della cultura di sinistra
Malgrado le scarse notizie che finora si hanno in proposito
Possiamo tuttavia ricordare oltre al sodalizio ideologico con Fabrizio Onofri la sua collaborazione a note riviste Daria social comunista Società attivista storica del socialismo studi storici e la prima serie di Mondoperaio per esempio
E la sua diaspora comunista nel cinquantasei con atti intellettuali del PC
Quale sia stato comunque il contesto culturale dell'incontro con Cantimori la ricerca storica fu il terreno su cui esso si consolidò anche umanamente
Lo studioso romagnolo divenne per De Felice un amico maestro
Così edito definisce il suo ricordo di Delio Cantimori dove si riportano tra l'altro alcuni giudizi toccati dalle citate lettere pubblicati su itinerari volti a dimostrare l'amicizia participi e a un tempo severa concepite da Cantimori per i propri allievi
Se venite sono contento perché significa che il mio lavoro è utile a qualcuno anche fuori della scuola ma badate che non vi posso promettere altro che consigli dubbi fatiche in un problema nulla in cambio
Patti chiari e tumori che De Felice ricorda testimonianza di un'esperienza personale segnata anche da suggerimenti meno arcigni ma di più ardua applicazione
Per insegnare a coloro che si vogliono avvicinati alla cultura
Come si deve stare come si deve stare nella realtà nella storia occorre farglieli conoscere questa realtà è questa storia
Insegnare a guardarle come sono senza illusioni e non uno stabile le parziali o modificate per il timore che il sì di possano tra vari aspetti affascinanti e pericolosi
Anzi questi aspetti occorre indicante il far riconoscere affinché conoscerli costituisca come una vaccinazione
Gli studi di De Felice sono intrisi del succo storiografico di questi precetti consistente nel rifiuto di trasformare la propria ricerca storica in un qualunquismo sublime alta definizione canti Moriana rimasta impressa nella memoria del dio
Ben più del semplice dato anagrafico infatti tant'è vissuto che lo induce a considerarsi di quelli nuove generazioni cui spetta al suo giudizio l'avvio di un'analisi propriamente storica del periodo fascista poi che S non avevano vissuto il fascismo in prima persona o lo avevano vissuto come spettatori talmente giovani da non poter essere condizionati totalmente dalle passioni del tema
Il dominio dei propri sentimenti politici e l'autocontrollo ideologico sono quindi i presupposti della polis soglia contemporanei di Felice
A cominciare dal primo sugli ebrei italiani durante il fascismo tema difficile perché uno storico potesse esercitarli senza dar luogo a malintesi e a sospetti mi accenna egli stesso
Riferendosi ad una certa resistenza psicologica degli studiosi antifascisti ad affrontare parzialmente o globalmente una realtà che già sistemata moralmente nelle storie conoscitive generali in un certo senso re pelle loro
Questi stessi studiosi se mai sembrano preferire lo studio del fascismo e della Società italiana durante il fascismo alloro congegni al menti più vicino
Quello a loro concernente più vicino dell'antifascismo o almeno della lotta contro il fascismo ed anche qui sembra spesso che la molla che li muove sia più politica che non puramente storica
In pratica e la concezione canti Moriana della storia contemporanea come storia Pat Alissa a dispiegare queste osservazioni De Felice il cui principale Canone metodologico si compendia della sua espressione fatta rullare i documenti non intesa però da integralista del figliolo Gismondo ma come doverosa tutela della realtà documentaria contro ogni tipo di pregiudizio storiografi convinzione mai smentita che ritroviamo oltre vent'anni dopo della sua severa critica della contemporaneisti Ca'italiana
In particolare dell'uso invalso taglia detti di raccogliere in volume i propri saggio occasionali e persino gli articoli giornalistici
Il che dimostra a suo avviso l'incapacità di affrontarli adeguatamente del di grossi temi che affligge la nostra contemporanea Istica
E che la porta di insistere ad attardarsi e talvolta vincano inizi su tematiche tesi che con la ricerca e la comprensione della complessità della realtà storica poco o nulla hanno a che fare e sono piuttosto il frutto di atti di fede ideologico politici
Inoltre per raccolte di scritti sparsi sembrano a De Felice
E qui il critico cede un po'moralista la prova delle ambizioni frustrate di molti dei loro autori
Che vorrebbero farsi mento di dei propri connazionali ed orientare la pubblica opinione in diretta concorrenza con i giornalisti riaffermando così
La propria presenza culturale il proprio magistero intellettuale rispetto alla concorrenza di altri più fortunati mento
I primi importanti lavori distoglie contemporanei De Felice riguardanti la politica razziale del fascismo e la fase iniziale della biografia mussoliniana
Recano come è noto un'ampia prefazione di Cantimori dall'andamento ad una vera e propria recensione
Il maestro non indulge infatti ho indulge poco alle fatiche dell'allievo
Nelle quali però si riconosce
Giudicando a proposito della Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo più distruttive per chi voglia sapere e conoscere e capire certe pagine freddamente analitiche che non i passi polemici di questo libro
Al suocero esperto non sfuggono i tratti principali della ricerca di De Felice come storia qua Talis ossia il distacco ideologico
L'impiego di documenti originali la migliore la litigiosità dell'indagine l'oggettività dell'esposizione
Nell'ira intende come segni dell'indifferenza dell'autore per gli aspetti morali e politici dell'argomento anzi egli rileva la linea espositiva e interpretativa principale
Fondamentalmente prevalentemente politica immorale proposta dal De Felice
E in questa prefazione del sessantuno che troviamo l'esplicito invito di Cantimori ad occuparsi più a fondo sia dalla personalità di Mussolini visto che il De Felice fa di Mussolini il responsabile maggiore della politica antisemitiche razziale
Sia di quella dei maggiori gerarchi fascisti
Poi che parole di Cantimori
Con uomini che hanno avuto tanto peso non basta il rifiuto o lo scherno ora sprezzante facile condanna generica che in fin dei conti li mette sullo stesso piano della letteratura apologetica che saltatrice
Sono fenomeni che vanno studiati analizzati criticamente altrimenti è facile che gli inesperti gli ingenui si lascino trarre per reazione alla genericità delle condanne puramente negative moralistiche schematizzate io l'interessamento di tipo di evocativo ed entusiasti
Perché Antinori la biografia e non è un genere storiografico secondario quasi una indebita personalizzazione del processo storico che si svolgerebbe invece solo per eventi e con protagonisti collettivi
Negativa quindi a suo avviso l'assenza dei nostri studi di storia moderna e contemporanea di grandi biografie nel senso proprio del sostantivo e dell'aggettivo come comunemente intesi dalla gente semplice ma non sciocca e non ignorante così l'incipit della prefazione al primo volume del Mussolini De Felice
Il quale concorda con lui definendo il proprio lavoro diceva l'amico perfetti una biografia diversa sia dalle biografie più vino emerso Aniane
Incentrate cioè sull'eroe tutto teso a realizzare nella pratica un'idea sia da vedere grafie più o meno psicologiche che vorrebbero mettere il protagonista in camicia
I colli dicendo dell'azione ad una serie di risultanze più o meno occasionali io opportunistiche viceversa egli conclude
Senza volere ovviamente di proporre un certo tipo di biografia che ebbe il suo momento di fortuna nel secolo scorso
E cioè un Mussolini i suoi tempi in cui il Paese l'asso degenerare annegano tutto anche l'uomo rappresentativo che ne diviene un mero portato
Siamo convinti piuttosto che una biografia di Mussolini debba cercare di non perdere mai di vista il rapporto tra storia generale e storia particolare
Ma a parte la controversa figura del biografa atto
Era la stessa scelta divieto per FIAT come tema di studio ad allontanare De Felice dalla concezione della storia come storia delle strutture diffusasi in quegli anni da noi sulla scia della scuola delle Annales
Lo nota ad esempio qui una chicca hanno anticipazione che vi offro la nota ad esempio nel giugno del settantadue la commissione giudicatrice del suo passaggio a professore ordinario di Storia di partiti politici ben Bissoni Quanzhen Matteucci sonora
Che unanime nel riconoscere l'importanza dei risultati raggiunti dell'ampia biografia di Mussolini rileva tuttavia una certa sproporzione fra la ricostruzione biografica e l'analisi dei processi strutturali
Cioè i modelli di ricerca degli Annali sono tra i peccati della mia generazione storiografica tutte appresa dal metodo della celebre scuola francese è bene esemplificato dal suo autorevole simpatizzanti Carrie la secondo cui latini intuì l'individuo non solo fuori dalla storia però non solo il suo campo caratteristico il lavoro storico consiste appunto nel di collocarli entro i sistemi macrostruttura
In realtà nonostante Lippi locazioni suggestive ambigue di Fernand Braudel
La storia delle strutture nasconde
Sotto la toga unica della nuova sto del primato scientifico della nuova storia sociale
Verso la tradizionale storia politica
Niente altro che il vetusto canoni marxista
Della prevalenza dello sviluppo storico delle società umane della struttura economica e delle sue articolazioni collettive classiste dispetto in primo luogo al ruolo avuto vita le personalità individuali
Un suo tipico esemplare in studio grafico di diretta pratici come internista
E il noto saggio di doppio sull'evoluzione del capitalismo risalente al quarantasei ma pubblicato in Italia per aprile Editori Riuniti nel cinquantotto e riedito poi nel settanta con una prefazione di Renato Zangheri
E contro un tale modo di fare storia
Che è sceso in campo François fiori
Per il quale ossessionata da una storia stata delle classi l'epoca nostra voluto talmente vedete la classe operaia edito Lenin i dittatori fascisti come marionette del capitale
Chi non finiremo mai di nomina degli otto ricandido perversi che hanno fatto uso di quando gli inglesi chiamano double standards accettando più o meno l'idea che i bolscevichi si facevano di se stessi e sottoponendo invece i fascisti aumenti predazione senza alcun rapporto con ciò che essi avevano detto
Anche per essere un'eccezione a questo doppio metro di giudizio l'opera di De Felice risulta non allineate allentarsi scelte politiche del nostro ultimo trentennio storiografico il suo prevalente parenti anticonformismo dei risultati da essa conseguiti
è dovuta infatti alla resistenza del suo autore alla facile popolarità e al furbesco torna conto che hanno determinato dal sessantotto in poi la conversione filo comunista di tanta parte del ceto intellettuale italiano
Si deve a De Felice
Sì e a pochi altri se termini come liberale o moderato da qualifiche per benpensanti piccolo borghesi sono divenuti oggi sinonimi di franchigia morale e culturale
Dal monopolio ideologico che la sinistra esercita nell'università illa editoria e nel mondo dell'informazione
Egli ha testimoniato in tal senso quella intransigente morali tanti trasformista che appartiene alla tradizione civile minoritaria ma autentica della nostra borghesia colta
Mi sembra questo il legame più profondo cioè il Mussolini dice De Felice il Cavour di Rosario Romeo l'altra maggiori biografia politica prodotta dalla nostra contemporanea Istica
Ho un confronto tra le due biografie per più aspetti offrì perché Cavour e Mussolini pur appartenendo a momenti diversi della storia d'Italia
Sono tuttavia suscettibili di storici esazioni magari ingegnose
Del tipo poniamo ruolo che le vite protagonismo delle masse integrazione europea e autarchia mediterranea binomio libertà nazione quel donazione Potenza e così via
Ma tali confronti sempre possibili per quanto scontati non appaiono molto utili
Altra cosa naturalmente era particolari affinità etico politica degli autori nel cogliere possiamo dire con Romeo il momento in cui la grande storia si incontra con l'avventura personale di un uomo
Il riferimento a Romeo è infatti essenziale
Per intende del mutamento della sensibilità storiografica di Di Felice del suo senso della storia rilevabili all'incirca dal mille novecentottantanove in poi
Tre i principali fatti che mi sembra l'abbiano determinato due Esterni essi uno ai suoi studi di il crollo del sistema sovietico con la conseguente crisi ideologica del comunismo e la riunificazione tedesca
Il terzo invece interno al suo lavoro sul fascismo giunto ormai al Periodo quaranta quarantacinque e quindi è l'analisi di eventi ancora decisivi per l'Italia d'oggi
Dall'otto settembre Aldegà Giomi delle opposte parti impegnate nella guerra civile dal ruolo degli antifascisti non comunisti rispetto a leggi buonismo del PC
Fino ad investire la stessa dei Pgt Mita della Resistenza come matrice di una nuova identità nazionale in realtà tutt'altro che unitaria e condivisa dagli italiani
è in questa fase della propria ricerca che la riflessione di Romeo gli appare fondamentale essendo costituita osserva De Felice dal problema politico delle nazioni dell'Europa della metà degli anni ottanta
E da quello della perdurante crisi in Italia dei valori nazionali e dall'influenza che l'indebolimento del senso nazionale degli italiani a nell'impedire l'affermarsi tra il sì di un europeismo consapevole non di maniera
Il Romeo cui ci si riferisce però non è solo dopo stimato studioso bensì autore egli scrive di interventi non scientifici e a carattere essenzialmente politico
Che De Felice sottolinea soffermandosi sull'importanza che il problema della nazione dell'Europa riveste non solo nell'opera dello storico ma soprattutto nell'agire politico di Romeo sono sempre parole di Fini
Per cui convinto europeismo rappresenta il suo giudizio la parte più rilevanti da attuare
Non solo nel complesso della produzione scientifica di Romeo ma anche rispetto alla sua cultura a suo modo di essere uomo di cultura al suo sentire la propria responsabilità e funzioni al di là della cattedra e del suo lavoro scientifico della Società e l'acqua ridipinta ITA gita
Per De Felice l'europeismo di Roma è un prezioso contributo ideale e pratico alla soluzione della crisi politica degli Stati nazionali europei e per quanto riguarda l'Italia anche del vuoto etico civile lasciato dalla morte della patria
Ritorna più volte sull'attualità ideologica della riflessione svolta in proposito da Romeo citando che non solo i saggi storici ma anche di interventi extra scientifici sui giornali o in altre sedi
Mi sembra evidente che in questa lettura di Romeo deferisce abbia letto anche se stesso e che dell'importanza Daloui data significato politico dell'opera dello storico siciliano si rifletta un'importante mutamento della propria sensibilità storiografica i suddetti giudizi risalgono infatti a novembre novantuno
Mentre gli attenti all'ultima parte del suo lavoro su Mussolini che lo vede impegnato nello studio di un periodo della nostra storia contemporanea già trascorso ma non ancora storicamente definito ed è appunto in questa chiave che si chiude la sua interpretazione dell'europeismo di Romeo di una cosa infatti Romeo fu profondamente convinto sino a farne fondamento della sua scommessa sull'unità europea
Che la costruzione europea per realizzarsi avesse bisogno che prima fossero fatti i conti complessivi e particolari nazione per nazione cioè con il passato nazionale
Un passo decisivo in tale direzione riferircelo compie qualche anno dopo con la lunga intervista di rosso e nero
Dove la sua tenace difesa della storia contemporanea come storia Patarino s'si trasforma in una dura polemica contro lo strumentale uso ideologico del biennio quarantatré quarantacinque a beneficio dell'egemonia politica della sinistra
E non è un caso che della introduzione dall'intervista egli si richiami di nuovo a Romeo
Da lui considerato il primo storico italiano ad essersi reso conto degli effetti devastanti che ciò stava producendo della coscienza civica del Paese poiché e qui definisce città pur corso dagli scritti politici di Romeo un Paese idealmente separato dal proprio passato e un Paese in crisi di identità
E dunque potenzialmente disponibile
Senza valori da cui trarre ispirazione e senza quel sentimento di fiducia in se stesso che nasce dalla coscienza di uno svolgimento coerente in cui passato si pone come premessa e garanzia del futuro
Il senso della storia di De Felice multa dunque via via che la Pepe ricerca si inoltra nel periodo quarantatré quarantacinque o meglio ne mutano i presupposti intellettuali e morali
Che lo inducono a modificare senza peraltro abbandonarla la sua idea Cantimori Arana della storia contemporanea
Gli scritti degli ultimi anni anzitutto i tre capitoli postumi del Mussolini rivedono infatti un dì felice più attento all'attualità ideologica del periodo da lui studiato
Egli già aveva affrontato questioni controverse senza venir meno alla consueta analisi meticolose spassionata come quella notte politically correct relativa l'ampio consenso di massa goduto dal fascismo dei primi anni Trenta
Certo anche dello studio del biennio quarantatré quarantacinque detta dice resta fedele a proprio modo distaccato di valutazione e al suo minuto lavoro di scavo documentario di riscontro critico ma io appunto da studioso immerso nella sua ricerca che li scopre veda dice di un problema attualmente ancora irrisolto perché non storicizzato
Esso investe del lungo periodo il valore debole della identità nazionale italiana e nell'ultimo cinquantennio la mancanza di ogni impegno politico e culturale per rinvigorire la atti adesso un autentico esame storico del nostro recente passato
Tale mancanza chiama in causa secondo De Felice il conformismo intellettuale degli storici di spiegazione partitica
Cui è mancata gli dice una visione del mondo capace di far guardavi al di là del pragmatismo politico
Una interpretazione credibile del quarantatré quarantacinque qua adesso invece gli sostiene solo inserendola nel più vasto Alterio
Della crisi collettiva che condizionò le vicende di allora e influenza quelli di oggi
Ed eliminando come dimostrano Tangentopoli e il leghismo padano l'attuale degrado morale e civile del Paese
E qui il suo giudizio storiografico diventa un'esplicita condanna del politically correct invalsa delle varie storiografia ideologico partitica
Né i fascisti nei antifascisti né comunisti né anticomunisti sono legittimati a spiegare alla gente quanto è avvenuto quanto sia stato importante decisivo
Per la storia dell'Italia di oggi quel biennio ed è già stata gente non ha più fiducia in essi e li considera i venditori di miti a cui non crede più e ai quali attribuisce buona parte delle responsabilità della situazione nella quale si trova l'Italia parole amare
Per una storia che gli appare scritta Sodoma d'interesse del particulare politico dei vincitori
Secondo cui nel biennio quarantatré quarantacinque sarebbe avvenuto cannetta frattura tra la vecchia Italia monarchica dominata dalla dittatura di Mussolini la Nuova Italia repubblicana detta dai partiti popolari e antifascisti
La ciminiera di questa frattura e il venticinque aprile quarantacinque perché allora si chiude un periodo negativo iniziato con l'avvio del regime fascista e se ne apre uno positivo segnato dalla Costituzione repubblicana e democratica come matrice di una nuova identità nazionale
E questa più o meno la decisione del biennio quarantatré quarantacinque diffusa tra gli italiani grazie al formarsi sostiene De Felice
Di una particolari a un po'immagine nazionale conseguente a una certa vulgata della storia nazionale e mondiale accreditata dalla stampa dalla televisione ed agli atti i mezzi di informazione di massa
La vulgata e quindi la prova migliore della incapacità dell'ideologia di partito di col marito fondo vuoto etico politico lasciato dall'otto settembre la nostra coscienza nazionale
Perché dice infatti Lussu documentato del quarantatré quarantacinque dimostra che il termine a quo della nostra storia più recente non è il venticinque aprile
Ma ma uno più ampio e complesso che va dall'otto settembre quarantatré al diciotto aprile quarantotto ed ancora oltre
Egli rifiuta dunque limitasse interpretazione del biennio quarantatré quarantacinque sia come leva di antifascismo di massa in realtà mai esistito
Sia con un periodo autonomo e quasi parente etico dall'Italia fascista e quella pasta fascista poiché essa compromette parole di fettucce
La possibilità di capire ciò che ha tenuto in Italia dalla Liberazione in poi e di superare finalmente una interpretazione tutta politica e strumentale della nostra storia più recente che vede questa come una rottura col passato e come la manifestazione di un nuovo radicalmente diverso dal vecchio intendendo per vecchio non solo e spesso non tanto il fascismo ma tutto lo sviluppo politico e civile nazionale dal Risorgimento in poi
Il riferimento di De Felice e a un saggio postumo di Vittorio De Caprariis dove lo richiede secondo dopoguerra e di condotta al Periodo mille novecentotredici diciannove che vede l'emergere politico di quella Italia delle masse scrive De Caprariis tornata nel quarantasei al libero suffragio elettorale
Per lo studioso napoletano cioè i nodi fondamentali della privatizzazione da lui proposta
Fra parole di De Caprariis consentono di intendere come la situazione della società politica italiana nel quarantasei
Ossia al momento della nascita del nuovo Stato repubblicano fosse in qualche modo il punto d'arrivo di un processo
Che rimontava parecchie Prix d'alta nel tempo e che se il quadro delle forze politiche italiane quali apparve nel quarantasei fu per molti imprevedibile top non era tuttavia fatto imprevedibile
Egli aveva comunque delle ragioni storiche profonde che non è oggi difficile discernere
Al culmine di questa lunga deriva storica cioè secondo De Felice l'otto settembre
Che gli valuta comune effetto della tendenza prevalsa né quasi militari e né i dirigenti pubblici non ad un serio e coerente impegno personale ma alla retorica e alla furbizia indice a sua volta la diffusa mancanza di valori civici proprie della identità italiana
Ciò che più conta però e che la caduta del nostro sentimento nazionale a potersi allora non si è arrestata
Nel successivo cinquantennio repubblicano
Non solo per la quiescenza alla sinistra degli intellettuali cattolici legati alla DC e al sottogoverno democristiano ma anche per le responsabilità del PCI
Che ha imposto al Paese egli afferma una cultura prevalentemente ideologica e non di rado scopertamente aggressivamente politica
Che ignora una serie di aspetti e di problemi
A volte perché estranei ai propri schemi e ai propri miti più spesso per non mettere in discussione il quadro tutto in bianco e nero e per non dover fare i conti con gli sbocchi di ambigui atmosfere culturali
Di inquieti stati d'animo collettivi o peggio con una serie di aspetti comuni e di equivalenze tra regimi che pur nella loro diversità avevano del rifiuto e nel superamento del sistema liberaldemocratico la propria ragion d'essere
Questo giudizio e del mille novecentonovanta Mussolini dalle acque primo ricorda il gruppo già contiene i termini peraltro successiva polemica contro l'immobilismo ideologico degli ex comunisti
Che hanno conservato immutata la tradizionale versione storiografica della resistenza dell'Italia repubblicana essendo essa rimasta sostiene De Felice
L'unico strumento su cui una nuova sinistra pur mai far leva per cercare di giustificare rilanciare la propria ragion d'essere politica
Nasce da ciò la demonizzazione da parte degli ex comunisti di ogni nuovo approccio storiografico non promosso e debitamente canalizzato dagli eventi e dagli epigoni degli autori della vulgata
Nel maggio del novantacinque discutendone pubblicamente con Bobbio
Egli ribadisce la legittimità scientifica immorale
Le sue critiche all'immobilismo culturale della sinistra italiana contestandole inoltre l'indebita assimilazione del proprio lavoro sul fascismo a quelli sulla Germania nazista compiuti dalla storiografia revisionista tedesca
Due parole per concludere
La polemica di De Felice contro l'accusa di revisionismo mossa di Comi afferma da parte di chi della verità storica non gliene importa niente
E vorrei servisse della storia essenzialmente per fini politici e più in generale la sua denunzia della continuità negativa dell'egemonia culturale dei Comunisti italiani
Passata sono sue parole pressoché indenne attraverso le vicende che hanno travolto il socialismo realizzato e la sua ideologia il saldo dalla citata introduzione del primo topo Mussolini l'alleato edito nel novanta
Ossia prima delle tasse di un'illusione pubblicato da fiori nel novantacinque
La tesi di fondo tuttavia identica anche se di Felice si riferisce a quei decenni successivi al quarantacinque i meno indagati Taranto e analisi dice lei
Per entrambi di estinguersi del comunismo alla fine degli anni Ottanta quale modello di civiltà e la definitiva eclisse del marxismo leninismo come religione politica di massa ad lasciato indenne il potere dei comunisti dei paesi dell'Ovest europeo
La forza generata dell'illusione agisce ancora tra noi
Alta ride felice delle mie denunce la continuità cogliendo neanche il paradosso
Giammai l'anticomunismo è stato tanto colpito da discredito egli nota come in questi anni in cui il comunismo è salito quasi dovunque
Ma l'affinità tra i due meno casuale di una concordanza di giudizi
Non solo per l'identico percorso storiografico dal Settecento dei rivoluzionari al Novecento dei dittatori
Avessi compiuto quanto per il Comune mutamento del loro bussola ideologica da Oriente Occidente per così dire avvenuto lungo il tragitto
Certo le diverse tappe che le distingue dei rispettivi tiene danari andranno approfonditi altrove
La richiamato tuttavia il converge del loro cammino nel comune rifiuto dell'interpretazione marxista della storia
Politiche sociali e di Paesi capitalistici in via di sviluppo quali la Francia del tardo Settecento elitaria dei primi de decenni del Novecento
Le critiche di Flea dal verso Bullo
A proposito delle classi dominanti della Francia per rivoluzionaria e le tesi di De Felice sul differente ruolo dei ceti medi della borghesia finanziaria che mi pare la stessa
L'autore oltre i ceti emergenti insomma
Di Crepax finanziate avvento al potere del fascismo nascono dalla medesima distanza metodologica dall'indirizzo marxista pure l'ovvia diversità dell'argomento e dell'analisi altro incrocio significative
Il consenso dato dal fiore auto costa in coscienza
Per la sua interpretazione del giacobinismo come organizzazioni politico intellettuale e quello di De Felice da Cousteau Del Noce entrambi avuto si chiamano Agostini Augusto per la lettura del fascismo come movimento rivoluzionario
Autori controcorrente che forse proprio per tale qualità hanno destato il loro interesse
In entrambi dunque il senso della storia non ha mai assunto quel carattere di necessità che ha scritto fiori prende il posto della religione e che per questo è tanto difficile
Addirittura doloroso abbandonare
E questo profondo spirito laico e terreno laico e per Reno
Che ha consentito a De Felice non solo l'autonomia storiografica della propria ricerca ma anche l'onestà intellettuale e l'intransigenza morale necessarie per affermare
Per svolgere i temi che oggi sono stati posto grazie agli intervenuti grazie relatori a domani alle dieci