Rassegna delle riviste di politica e storia

Speriamo che questa settimana le segnalazioni di carattere storico storico-politico tratte dalle riviste che si occupano di queste materia vediamo se già segnalato
Il numero tre del mulino il cui titolo è il nostro digitale quotidiano continuiamo a segnalarvi come la settimana scorsa in realtà approfondimenti a carattere storico poi in merito al titolo ci torneremo nelle prossime puntate perché come sempre
Il Mulino presenta contenuti davvero di interesse che cerchiamo di segnalare di in in maniera più o meno soddisfacente oggi vogliamo però legge il di questo articolo che ha questo titolo a cento anni dalla marcia
Su Roma il peso del passato da un intervento del professor Renato Moro che professore ordinario di Storia contemporanea
All'università di Roma tre tra le sue pubblicazioni il mito dell'Italia cattolica nazione religione cattolicesimo negli anni del fascismo Studium due mila venti la Chiesa e lo sterminio delle degli ebrei pubblicato dal bulino
Nel due mila e e nove Renato Moro Moro tra l'altro il nipote di Aldo Moro questa sua riflessione sulla marcia stufo ma può essere di interesse per i temi che cerchiamo e di segnalato in questa rubrica
Vinta articolare vediamo se oggi riusciamo a parlare della questione della conoscenza come elemento poi di consapevolezza delle società avanzare così come il giudizio sostanzialmente di
Renato Moro ma sentirete tra poco di che cosa stiamo parlando Moro introduce questo suo intervento con una riflessione
Sulla città di Roma il Foro Italico
La la quartiere delle ore il Palazzo della civiltà italiana e altre segnalazioni dove tra l'altro sì rivive da vicino a quella che è la monumentalità dell'architettura fascista anche con le sue davvero singolari particolarità Moro poi spiega o spesso l'occasione di accompagnare studenti americani nelle visite di questi luoghi escono dai nostri giri impressionanti dice
Ne derivano discussioni animate tra di loro eccome sensibili come sono al politically correct consapevoli delle richieste della casa al calcio da loro così diffusa
Alcuni di loro si chiedono come sia possibile che una democrazia lasci sussistere l'esaltazione monumentale
Di un regime liberticida guerrafondaio e razzista altri si accontenterebbero di una storicizzazione esigerebbe o che si rendano disponibili per ogni visitatori informazioni storiche adeguate altri ancora sono profondamente incuriositi dal modo italiano di affrontare il problema che percepiscono come una intelligente banalizzazione normalizzate ricette
Pensano che paradossalmente proprio questa modalità di understatement posta aiutare a creare un modo di convivenza pratico ma efficace con il passato
Contribuendo a renderlo innocuo si divertono perfino al pensiero di un Mussolini infuriato
Nell'oltretomba che osserva un suo monumento sacro divenuto sede di un brand di monete quello che è accaduto anche
A sorpresa
Sette restante riflessione poi
Portare il professor
Moro quest'altra questione ventidue ottobre di quest'anno ricorrono i cento anni di quel mille novecentoventidue
In cui le squadre fasciste marciarono su Roma Mussolini ricevette l'incarico
Di formare il suo primo governo avviando il suo tentativo durato vent'anni di plasmare gli italiani
Togliendo loro ogni libertà l'anniversario merita certamente una riflessione approfondita tuttavia non credo rappresenti tanto l'occasione per tornare
A riflettere su cosa è il fascismo sia stato un ma piuttosto su come abbia continuato anche a influire su di noi dopo questa la riflessione che vuole porre ma lo fa
Con molta precisione vediamo del resto gli studi storici ci offrono ormai un quadro chiaro e ricco delle origini e dello sviluppo del movimento fascista del regime dei suoi aspetti principali della vita degli iraniani durante il ventennio
Così come dell'antifascismo steso dei cento e cioè di quegli italiani che alla dittatura non si vollero piegare
Della questione fascismo mi pare assai meno chiaro spiega però professor Moro e tutto da approfondire invece l'aspetto che la storia del Foro Italico e dell'Eur raccontano
Cioè il peso che il ventennio esercitato sulla società del dopoguerra e il modo in cui essa ha cercato di trattarlo oltre il tema che pone si tratta di un problema storico Complesso
Che non può essere semplificato ora risolto moralistica mente
Denunciare nella chiave di un rigorismo scandalizzato gli aspetti di sopravvivenza di elementi personaggi istituti del Ventennio non portarono lontano dice
Diciamolo tutto ciò era in parte inevitabile parte poteva essere addirittura utile possiamo immaginare anche impieghi di democratici del passato dittatoriale qualcuna di queste possibili utilizzazioni emerge anche dalla storia dei monumenti a cui appunto Moro ha fatto cenno e non vi abbiamo letto il problema non va neppure affrontato ideologicamente precisa c'è stato infatti un momento qualche anno fa per la precisione negli anni settanta del Novecento il cui peso
Nel passato fascismo è diventato una grande questione nazionale discussa appassionatamente non solo nei libri di storia ma nella politica alla tv di quotidiani ciò è avvenuto però in modo ideologizzato dice Moro deformante nel costa nel contesto delle polemiche sulla questione democristiana sulla crisi cioè dell'egemonia cattolica nel nostro paese spiega per dimostrare quanti limiti
Avesse la Democrazia cristiana quanto corrotta conservatrice se non reazionaria ne fosse la classe dirigente la cultura della nuova sinistra comincio a insistere sull'esistenza di una profonda continuità tra il regime e la parola
E la scelta non a caso liberale quello fascista è quello democristiano questo è un tema che è stato
Approfondito come dice Moro proprio in quegli anni un filo rosso autoritario questa volta clericale borghese anti operai li avrebbe caratterizzati tutti poi prosegue non è nemmeno quelli che la questione del passato fascista però può essere affronta dice Moro
Del resto
Niente di tutto questo armi arresto alla nasi all'analisi storica dei decenni successivi e oggi appare solida piuttosto precisa
L'idea di una profonda discontinuità tra il ventennio fascista e le epoche
History nazionale che l'hanno preceduto e seguito questa è la conclusione
Di Moro che poi prosegue naturalmente scandalizzarsi o generalizzare sono dunque reazioni dai militari e mai interrogarsi sui condizionamenti anche oggettivi esercitati dal Ventennio sulla democrazia del dopoguerra è una questione cruciale
Solo un'adeguata valutazione del peso del passato fascista sull'Italia repubblicana può permetterci una vera comprensione dei suoi problemi delle sue difficoltà dei fondi limiti e dei suoi successi chiarisce
Questa riflessione con queste coordinare che sembrano molto precise prosegue il professor Renato Moro il primo problema che pone l'eredità del fascismo e quello è quello della educazione degli italiani a una democrazia di massa
Italia liberale non riuscì a traghettare il Paese verso di essa il fascismo arresto un principio di sviluppo inteso in senso democratico che la classe dirigente precisa riavviato
Sia nell'età giolittiana sia nel primo dopoguerra fu così che la dittatura
Fu così la dittatura a raccogliere il consenso degli italiani e interpretarne a suo modo naturalmente le esigenze di partecipazione
La scia che il fascismo lasciò dietro di sé fu dunque quella di una società di massa che partecipava appunto come ha spiegato non democratica popolo italiano specialmente i giovani
Conobbero la partecipazione alla politica nella forma del fascismo rimasero sensibile a tutte quelle modalità di mobilitazione che si avvalevano degli strumenti tolti totalitari sulla questione dei giovani alla fine della guerra venne sviluppandosi una vivacissima
Discussione essi furono accusati di essere ancora profondamente influenzati dalla ideologia e dei valori del fascismo in effetti essi erano almeno in parte poco Portuensi
Ad accettare i valori programmi della nuova democrazia antifascista dopo la tragedia
Della guerra gli italiani rifiutarono con nettezza esperienza passata ma restarono prigionieri da un lato di un massimalismo diffuso una mentalità rivoluzionaria spesso millenari istiga
Integralisti Ca'e violenta e dall'altro una sorta di cattolicesimo nazionale erede degli anni del consenso dal fascismo largamente autoritario e sulla riflessione coi della mia generazione del
Degli anni Venti sostanzialmente la generazione detta dei balilla ci sono interessanti approfondimenti professor Moro qui non segnala duramente per brevità a con chiarezza definisce il problema i partiti antifascisti prosegue soprattutto la Dc e il Pci
I partiti di massa più grandi non potevano ignorare che l'esperienza politica durante la dittatura aveva
Rappresentato la realtà quella realtà non la potevano ignorare
E come grandi apparati che aspiravano all'egemonia sulla società fecero proprie molti aspetti del modello di organizzazione di
Mobilitazione delle masse attraverso il partito inaugurato dal fascismo si proponevano come partiti guida della nazione tante volte anche alla repressione di Marco Pannella proprio su questo elemento della mobilitazione
è stata più o meno sulle stesse sulle stesse corde diciamo almeno così sembra
La nostra democrazia è stata anche sfidata in realtà nella sua storia dallo sviluppo di una inversione nera
Con tentativi di colpi di Stato provenienti da quel mondo conoscitore o conosciuta un terrorismo di ispirazione neo fascismo neofascista insomma
Dietro a una democrazia all'apparenza vitale dinamica si nasconderebbe
In realtà o un paese sommerso molto meno rassicurante questore uno dei temi su cui ci si continua a riflette un secondo punto dicono di condizionamento per la futura
Democrazia riguarda il mondo delle istituzioni deriva direttamente dallo stesso modo in cui il fascismo Fini
Dopo l'armistizio la fuga del re a Brindisi l'antifascismo chiese un atto costituzionale radicalmente
Creativo di una nuova realtà un atto che invece la monarchia considerava intollerabile la soluzione fu la celebre svoltato
Di Salerno proposta Palmiro Togliatti il leader comunista suggeriva di rinunciare alla riduzione riassume alla pregiudiziale anti monarchica rinviare
Al dopoguerra un'Assemblea costituente la scelta fra monarchia e repubblica si trattava di un compromesso sicuramente lungimirante dice Moro
Esso scambiava però tuttavia la pregiudiziale istituzionale del CLN
Con quella costituzionale della monarchia dei fatti l'accordo Fini per determinare la mancata Rifondazione dello Stato non si trattava più di costruire uno Stato radicalmente nuovo ma di sostituire una parte notevole
Di quello vecchio di conseguenza della Costituzione repubblicana
Enunciò i principi nuovi solenni di una democrazia sociale e antifascista i codici dice Moro cominciare dal penale
E dal civile rimasero gli stessi come appunto che qui la discontinuità tante volte evocata Marco Pannella e la questione dei codici ancora
E così come la struttura amministrativa ma molte istituzioni dello Stato lo stesso concordato firmato da Mussolini nel mille novecento ventinove con la chiesa cattolica rimase in vigore certo tutta questa legislazione
Sarebbe stata progressivamente rivista ed emendata nei suoi aspetti meno accettabili ha una coscienza democratica certo in alcuni casi le permanenze sarebbero state utilizzate proprio come strumenti per una democratizzazione della società italiana istituti creati dal fascismo per esempio l'Istituto per la ricostruzione industriale
Istituto nazionale per la previdenza sociale l'Opera nazionale maternità e infanzia ebbero un ruolo decisivo nella realizzazione di significative politiche di welfare nel nuovo contesto democratico tuttavia non possiamo trascurare il problema
Delle potenzialità che queste permanenze chiusero prestiamo il concordato questo tema tante volte
Evocato o dai radicali Marco Pannella ma anche dagli azionisti ed altri
Progressivamente nel dopoguerra il modello concordatario sia democratizzare si è talmente affermato che siamo arrivati in anni recenti ha una situazione di vero e proprio pluralismo concordatario
L'idea di una legge speciale relativa a una a una confessione religiosa è stata estesa alle Chiese riformate
All'ebraismo e ora anche all'Islam
Queste intese moltiplicano
Il modello concordatario ma non lo superano un cattolico liberale come Arturo Carlo Jemolo moltissimi anni fa ricorda Moro
Aveva chiesto piuttosto una legge sulla libertà religiosa eguale per tutti non l'ha mai ottenuto
L'altro aspetto nel quale il peso del passato fascista si è manifestato e quello della società e della cultura di massa innanzitutto sul terreno della identità nazionale spiega i grandi partiti ripresero l'eredità fascista anche per costituire per costruire il loro approccio alla nazione il fascismo aveva politicizzato il mito nazionale la DC il PC va anche il PSI dice Moro nel dopoguerra fecero lo stesso
Proponendo una interpretazione della storia italiana e dei caratteri dell'identità nazionale secondo i criteri della propria ideologia qui il tema dell'utilizzo della storia
Parallelamente a questa politicizzazione del mito nazionale sul passato
Fascista gli itinerari italiani conobbero conoscono tuttora
Forme di autoassoluzione assoluzione collettiva che minimizzano il radicamento del fascismo nella società o banalizzano il regime esteri
Se dandone un'immagine sostanzialmente innocua
A sinistra per esempio fa fatica a morire una mitizzazione resistenziale post resistenziale che vede il popolo italiano sostanzialmente immune
Dal veleno fascista la dittatura sarebbe stato imposto da una minoranza prevaricatrice priva di consenso ed estranea alle grandi masse popolari
La resistenza sarebbe stata conseguente conseguentemente la guerra di liberazione unitaria di questa massa di popolo naturalmente democratica
A destra invece c'è spesso presentato il fascismo comporre il primo come un regime dalle centri che manifestazioni esibizioni retorica ma sostanzialmente autoritario conservatore lontanissimo dal caso del nazismo tedesco su Mussolini anzi
Se Mussolini non avesse compiuto l'errore dell'alleanza coi tedeschi se avesse ascoltato la Chiesa cattolica se si fosse fermato al mille novecentotrentasei avrebbe evitato la tragedia del razzismo della guerra il bilancio della sua dittatura non sarebbe stato complessivamente negativo
E anche questa seconda immagine è peraltro dura ammonì a morire e ricorda Moro appunto
E queste idee che in realtà non non ci fanno fare i conti con
La prospettiva che sta segnando
Sta provando a tracciare in questo articolo diamo avanti
Un mito autoassolutorio quello degli italiani brava gente anche questo di interesse
Ha preso il posto poi dei miti mascolinità il fascismo quasi nessuno italiano italiano poteva essere considerato davvero fascista le grandi manifestazioni oceaniche
Erano stati i piani di un popolo che si era solo riso pragmaticamente formalisticamente arrendevole ai Thicke retorici di un regime sostanzialmente di cartapesta per questo
Le politiche di voler ce ne sono stati così difficile così contrastare il mito
Del buon italiano ha così
Dato una nuova identità collettiva agli italiani gli accreditati
Nella vita democratica ma al prezzo di una rimozione profonda tema della rimozione interessante in questo in questo articolo se non dell'oblio opere proprio di cosa il fascismo fosse revers realmente stato identità nazionale non fu l'unico terreno
Sul quale il peso del passato fascista esercito le sue influenze anche i modelli per esempio insegnati per vent'anni dal fascismo alle donne italiane come madre Esposito in pari influirono in nel
Dopoguerra insomma
Questi miti sono sono sopravvissuti chiede Moro sì parte sono sopravvissuti la ipotesi di lavoro è indagare con gli strumenti degli storici sul dopoguerra sulla
Persistenza nella società e nella classe dirigente di queste questioni
Chiede ancora
Più avanti Moro questo questo problema questa questione c'è stata è avvenuta sono in Italia
Beh così unico cos'è avvenuto in altre realtà che pure sono uscite faticosamente da un passato totalitario o dittatoriale per approdare alla democrazia come la Germania la Russia che appunto lo stiamo vedendo oggi quale la condizione
Della democrazia perché non c'è irruzione
E i Paesi dell'Europa centro orientale la Spagna e il Portogallo ma anche i Paesi tutta americana per quanto mi riguarda dice Moro sono convinto che la guerra fredda creo un sistema politico bloccato senza alternative
Costrinse italiani a farsi governare da una forza alla DC che raccoglieva un voto conservatore
Ma chi lo impiegava per una politica più avanzata parallelamente l'obbligo il Paese a sviluppare una forza di opposizione il PC che raccoglieva un voto di protesta spesso assai poco democratico ma per volgere lo poi a una politica decisamente meno barricadera
La conseguenza di ciò è paradossale dice Moro la guerra fredda avrebbe favorito l'Italia e la sua finì invece avrebbe riportato a galla quel Paese reale profondamente condizionato dal passato fascista che invece proprio essa aveva aiutato a nascondere
Questo verbo
Interessante
In conclusione dell'italiana di oggi
Non sarebbe il frutto esclusivo delle mancanze della classe politica che pure ci furono mal lo specchio delle debolezze di una società civile che oltre ai traumi
Dovuti prima al congelamento della guerra fredda e poi della globalizzazione ancora paga il prezzo
Di non aver fatto i conti fino in fondo
Con il suo passato Renato Moro questo
Intervento su il Mulino che dobbiamo lecco per larghi passaggi ma qualcosa anche di importante abbiamo tra lasciato e vi rimandiamo al testo
Completo interessante per questa prospettiva della conoscenza della nostra storia del della dittatura ma anche nel periodo immediatamente successivo e e la conoscenza della storia come consapevolezza come elemento
Da mettere al centro della vita della società attuale che ecco è come
Delineata qui questa questa questo sottolineatura della discontinuità importante
In Moro il tema è che ancora divide molti studiosi ma d'interesse perché getta una luce importante
è uscito il il nuovo numero di Mondo operaio il numero nove che vi segnaliamo sempre abbondante abbondantemente a davvero
Numerosi
Contenuti che possono essere utili al nel discorso che facciamo in questa rubrica oggi cercheremo di segnalare che già abbiamo preso molto tempo alcuni articoli altri lo faremo la prossima
Settimane che qui si parla del centenario della marcia su Roma i socialisti al tempo della marcia su Roma ci sono diversi diversi contenuti però noi vogliamo aprire diciamo questo sguardo sui controlli di Mondoperaio il numero nove di quest'anno con un con qualche segnalazione da un'intervista abbastanza approfondita lunga a Simona Colarizi
è una storica molto nota che altro esempio anche alcune volte qui da ravioli che all'intervista a cura di Stefano Rolando anche Rolando l'avete sentito
Per varie questioni qui da radio radicale che ha questo titolo i centotrenta anni del Partito Socialista Italiano vediamo questa intervista appunto che ci riporta invece sulla storia del partito socialista poi connesse centrale alla vicenda del nostro paese
Introduce Stefano Rolando questa intervista rileggere la complessità fondativa del Partito Socialista Italiano quasi nulla è univoco
Cioè il soggetto un luogo una data un'idea un programma la data fluttua almeno dal mille ottocentosettantanove quando Andrea Costa
Esce dal carcere si trasferisce a Lugano scrive ai suoi mici Romagnoli per sollecitare il passaggio dalla propaganda sui fatti
Ad un progetto di medio-lungo periodo inizia la disarticolazione tra anarchici e socialisti che non sceglieranno non scioglieranno intrecci ancora per oltre dieci anni aprendosi a un dualismo tra lo stesso costa e costa atti Costantino Lazzari dualismo che si esprime anche nelle elezioni del mille ottocentottantadue in cui costa partito socialista rivoluzionario di Romagna a farcela e non Lazzari capo del Partito operaio italiano cantieri più importante prende forma non è quello della riorganizzazione di partito ma quello delle camere del lavoro
Le federazioni si delineano con una specificità che non riguarda il vincolo ideologico ma le distinzioni tra i mestieri sono interessanti osservazioni
In questo contesto si arriva al mille ottocentonovantadue in cui il partito operaio italiano così fonde con le lega con la lega socialista milanese cioè qui i riformisti guidati da Filippo Turati
Numerose leghe d'ispirazione marxista che scelgono Genova come sede congressuale
Approfittando degli sconti delle ferrovie italiane per il quattro centenario della scoperta dell'America sgomento che peraltro genera conflitto tra gli organizzatori e
La Confederazione operaia genovese
L'atto finale della lunga vicenda innescata da quella data a Genova fu il congresso di scioglimento del partito socialista italiano
Del tredici novembre del mille novecentonovantaquattro formalmente attraverso la messa in liquidazione soggetto che presentava una catastrofica situazione debitoria e condizioni di pignoramenti in atto almeno
Sette furono le organizzazioni che prendendo diversi
Pezzino alternativi indirizzi dichiarano di rifarsi e alla tradizione socialista insieme a molte realtà associative negli anni più recenti il nucleo che ha mantenuto una rappresentata parlamentare è stato
Il ricostruito Partito Socialista italiano guidato da Riccardo Nencini
Degnamente sopravvissuta sottolinea Stefano crollando e la rivista di cultura politica Mondoperaio fondata nel mille novecentoquarantotto da Pietro Nenni e giunta al suo settantaquattresimo anno di vita attorno all'Arco rappresentato con una grandissima sintesi e da questi cenni che si snodano centotrenta anni di vita
Funzioni e memoria dei Socialisti italiani che nel Ferragosto del mille ottocentonovantadue crearono quello che è chiamato il più antico partito politico in senso moderno e la prima formazione organizzata della sinistra in Italia
Cioè niente alcuni punti nodali di questa storia sono formulate domande a Simona Colarizi storico contemporaneità di grande reputazione laureata sia Roma con Renzo De Felice e Rosario Romeo nel mille novecento rosse
Sessantasette dal mille novecentosettanta in carriera universitaria con incarichi
In diversi atenei il dal novantadue la Sapienza di Roma in cui è stata anche presidente di corsi di laurea vasta la sua opera storiografica quasi interamente edita da Laterza scritto
Quindici articoli dal mille novecentosettantadue sulla rivista di mondo operaio articoli che si possono consultare nell'archivio storico digitali Mondoperaio
Che consultabile presso il Senato della Repubblica
Centotrent'anni
Chi è nome e cognome il padre del socialismo Italia chiede Roland risposta Filippo Turati poi altre questioni che saltiamo questo è l'inizio
Ancora più avanti dei documenti di grandi di grande sintesi di questa storia dalla storia socialista si leggono nomi di sei leader Andrea Costa Filippo Turati Giacinto Menotti serrati Pietro Nenni Francesco De Martino Bettino Craxi che cosa hanno in comune profondamente risponde Colarizi la visione di un futuro dove scompaiono le diseguaglianze la povertà e si affermano diritti e libertà giustizia e pace in Italia nel mondo le differenze tra i sei e i leader elencati
Attengono al metodo per arrivare al sol dell'avvenire
Ancora
Più avanti per più di un secolo spiega Colarizi
E il Partito Socialista accompagnato la crescita degli italiani diritti e libertà in coscienza politica trasformandoli da sudditi del re a cittadini della Repubblica
Da plebi passive al dominio clericale a popolo libero di credere nei propri ideali la agli sci
O religiosi una storia chiede di territori comprende tredici importanti scissioni otto importanti ricomposizioni segno di forza o di debolezza
L'assenza del centralismo democratico ha probabilmente regolato questa altalena tra aggregazione disaggregazioni quindi una storia di libertà ma c'è altro domanda risposta di Kounellis sì sicuramente è una storia di libertà
Sul modello della SPD Spd il PSI fin dalle origini è stato un partito di integrazione di massa che si distingue
Pero
Dal modello leninista del partito totalitario di massa fondato su una dottrina secondo la quale il partito è esso stesso postulato biologico il centralismo democratico introdotto dal pc dopo il quarantacinque
Non ha cambiato la sostanza di una ideologia imposta come fede
Anche i tanti
A gradualismo il massimalismo domanda hanno convissuto come polarità altamente conflittuali nel partito socialista
Forse una storia più un massimalista che riformista e anzi ha fatto vivere a lungo la parola stessa riformismo come un disvalore quanto ha contato nel Novecento la rivoluzione russa nella conflittualità tra i socialisti
Risposta di Colarizi la rivoluzione russa naturalmente un peso fondamentale nel chiudere ogni via d'uscita alla corrente riformista del PSI negli anni più duri dell'attacco squadrista del mille novecentodiciannove mille novecentoventidue quando lo slogan fare come in Russia
Domina la politica della maggioranza massimalista i massimalisti offrono così un alibi alla classe dirigente liberale che vede dei fascisti i difensori
Dello Stato liberale che il PSI vuole rovesciare
Più avanti poi spiega i massimalisti sono in maggioranza
Nel PSI già dal mille novecentoquattro al momento del primo sciopero generale anche se i riformisti hanno peso prestigio
In quanto sono maggioranza nel gruppo parlamentare e ai vertici dei sindacati perlomeno fino al mille novecentoventidue la crescita del PC dopo il mille novecentoquarantacinque aumentar lo spazio di azione dei massimalisti
E riduce i margini dei riformisti all'interno del PSI
Nel situ tu per il timore di perdere il consenso del proletariato che i comunisti sono assai più abili a inquadrare nelle loro organizzazioni più avanti saltiamo perché mi appunto gli ha detto la intervista lunga
La resistenza elemento Forgiardente i partiti dell'Italia
Repubblicana nella tua dice Rolando storia politica della Repubblica osservi che tra ruolo politico ruolo militare e Trezzo
Umano pagato i socialisti pur caratterizzati in termini iniqui voci e identitari dall'antifascismo risultano terzi in classifica
Dopo comunisti azionisti
Per quali ragioni la resistenza dice Colarizi valletta nella cornice della lotta antifascista al ventennio quando il PSI in esilio aveva iniziato una riflessione autocritica
Sulle cause della sconfitta
Arrivando ad acquisire i valori della democrazia come attributo del socialismo nel frattempo aveva delegato i liberal socialisti di Giustizia e Libertà l'attività clandestina imitare venerazione anche un centro interno guidato da Morandi poi a i numeri
Sulla partecipazione appunto della resistenza
Più avanti ecco dopo il quaranta
Sei la scelta del fronte con il PC
Rolando riflette è un porsi dalla parte sbagliata della storia oggi si direbbe risposta di Colarizi dalla parte sbagliata della storia il PC il PSI si era già ammesso con la scissione di Palazzo Barberini un altro passaggio
Ed è toccato il fronte è la prima fatale
Conseguenza fatale perché regala al pc
Egemonia nella sinistra italiana per tutti gli anni successivi fino alla dissoluzione realtà del sistema politico della prima Repubblica sotto questo profilo il duello che Craxi ingaggia con Berlinguer negli ultimi vent'anni tentativo fallito
Di rovesciare quegli equilibri costituire quarantotto perde la partita decisiva per le sorti del PSI che non riesce a cogliere il frutto di essersi alla fine collocato
Dalla parte giusta
Della
Storia poi la questione del centrosinistra dal sessantadue poi centrosinistra dice con la Rizzi rappresenta uno spartiacque storico politico innanzitutto perché il PSI al governo inizia in Italia con questa con questo governo Indice Italia leva del Welfare un po'in ritardo rispetto al resto dei paesi europei ma sulla base dei principi che iniziali di capitalismo laburista un altro
Passaggio
Interessanti al di là degli accenni storici e quello l'appunto del dialogo con anche l'altra parte della società
Cioè
La il mondo della produzione e Colarizi stiamo stiamo riassumendo perché è finito il tempo risponde anche
Con la prospettiva dello Statuto dei lavoratori nasce nell'aria del Partito socialista che introduce un elemento di grande novità nel contesto italiano e chi appunto esercito elemento di concretezza in quelle relazioni che erano viste invece
Da altri in chiave fortemente ideologica purtroppo il tempo determinato continueremo a segnalare di anche qualche altro passaggio di questa intervista a Simona Colarizi trovate
Su Mondoperaio il mio numero nove ci sono poi altri interventi sui socialisti per esempio al tempo della marcia su Roma che vi segnaleremo la prossima volta perché ci dobbiamo fermare il tempo è finito diamo appuntamento appunto la settimana prossima