Tra gli argomenti discussi: Baudelaire, Francia, Letteratura, Montale, Poesia, Politica, Pound, Romanticismo, Societa', Storia.
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critico letterario e scrittore
Buongiorno da critica e militanti nella seconda metà dell'ottocento la letteratura francese delle passare rapide due meteo ore provenienti da Montevideo Isidore Ducasse meglio noto come Conte denotiamo
E poco dopo Jules Laforgue i due muoiono prima dei trent'anni e con le loro parodie rispettivamente oltranzisti che tra un'esca nella tradizione
Nutrono due filoni essenziale che nell'immaginario estetico del secolo successivo al conte coi suoi canti spericolati autistici
Viene innalzato come bandiera dai surrealisti mentre la Ford con la sua poesia prosa che si apra il verso libero
Mescolando frivolezza e desolazione Gei regia funambolismi sonori ispira il recitativo come lo ha chiamato Montale che pure gli deve qualcosa
Lei gli americani infatti si europei Pound ed Eliot
Questi metafisici guardano anche a Baudelaire filtro moderno di un metaforico da antichissimo ma lo fanno appunto col filtro ulteriore spesso della parodia la Ford Diana
Perché affrontare direttamente l'etimo molle Arriano come quello leopardiano ecco molto difficile leopardi Baudelaire sono gli ultimi poeti del classicismo ma di un classicismo ragione attivo immagino son tempo sospeso sopra l'abisso di una condizione in ogni senso no mica la poesia resta un attimo in equilibrio prima di franare nell'arido vero ultrà romantici e decadenti e non può staccarsi loro da una rivolta individuale e morale
Che rifiuta malgrado tutto i conforti della religione estetica con cui il Novecento a domestiche era le aporie guardate
In faccia con lucidità virile da questi grandi otto centristi come noto il verso Baudelaire Rignano costruisce una sua famosa dialettica tra sublime e grottesco tra Racine e sedile
Ce lo hanno insegnato appunto nel secolo che abbiamo alle spalle alcuni sommi interpreti come Thibaut de e Howard Bach ma almeno altrettanto interessante è il commento all'autore de I fiori del male che ci dà proprio la forte in una serie di foglietti pubblicati postumi nel mille ottocentonovantuno
E un altro assetto nel mille e novecento tre a Opera per così dire ancora calda il poeta dei compianti schizza una sorta di ritratto anamorfico esatto quanto tendenzioso da collega
è ora queste sue notte su Baudelaire sono state ripubblicate dall'editore Aragno in un volume a cura di Luigi Azzariti Fumaroli
La critica la Ford Diana che si serve anche di citazioni dalle pagine di Baudelaire sul suo maestro Po e dal poeta regnante allora da cui Baudelaire dovette svincolarsi detto Ringo
è una critica stenografica fu mista e straordinariamente penetrante il creatore dei quadri di Parigi ripete la Ford che fu il primo in molte cose ma un primo che riuscì tale proprio perché non voleva essere un'avanguardia citiamo il primo che non sia trionfante ma si accusi che mostri le sue pieghe la sua pigrizia la sua inutilità annoiata nel mezzo di questo secolo peloso del voto
Il primo che abbia portato nella nostra letteratura la noia nella voluttà il suo bizzarro scenario l'alcova triste
Baudelaire dice il Pierrot lunare che ispirerà anche i nostri crepuscolari ama la parola ammaliante applicata alle cose equivoche
Insomma pesca nel torbido lo fa per questioni nervose nevrotica e la sua ipocondria sensuale si trasforma dice la Ford in marchi
E ancora più lapidariamente nel gran cuore né gran spirito macché nervi quei rubriche narici aperte a tutto che voce ma circa afferma il commentatore
Riconoscendo potere di aver trovato citiamo ancora i miagolii io linea coglie notturno singolare logorante disperato esasperato infinitamente solitario
Dell'uomo moderno la macchina poetica Baudelaire Viana come diversamente quella di la Ford si fonda sul sadismo delle lacrime sì alimenta rimorsi ma tra questi alfa e omega della sua visione del mondo c'è poi la visione
E inedita della realtà con cui il poeta si scontra o che insegue
Cioè cioè un paesaggio di cui ci viene offerto qui in poche righe un bel riassunto letterario
Le case a cui la bruma lunga l'altezza una nebbia sporche già al sobborgo scosso da pesanti carrette
Per primo parla di Parigi dal quotidiano dannato della capitale dei lampioni a gas tormentati dal vento della prostituzione che s'accendono nelle strade dei ristoranti e delle loro feritoie
Negli ospedali nel gioco delle igname che viene segato in tronchi che che giorno sul selciato dei cortili e del cammino e dei gatti dei letti delle calze degli ubriachi e dei profumi di produzione moderna
In questo paesaggio si manifestano gli stridori gli eccessi stilistici necessari a restituirlo di nuovo Baudelaire si rivela il primo che citiamo ancora
Ha trovato dopo tutte le audaci e del romanticismo quelle comparazioni crude che d'improvviso nell'armonia d'un periodo cadono accidentalmente accidentalmente nel banale
Comparazioni palpabile troppo in primo piano in una parola li si direbbe americane palissandro chincaglieria
Sconcertante e rinvigorita ente e il gigantismo riguarda in primo luogo le maglie osé femmine di Baudelaire descritte con dice Laforgue
L'America animismo applicato ai paragoni del Cantico dei Cantici la Ford registra anche l'abuso dei superlativi dei treni
Che suonavano un po'sconcertanti ha orecchie ancora classico romantiche questo americanismo in sì pure aveva un'idea rozza della rozzezza d'oltre oceano
Roberto Calasso lo chiamerà già cinematografico parente degli accessi così naturali in quell'arte futura chiusa nel suo rettangolo di schermo ma gli eccessi letterari di Baudelaire non sono quasi mai zeppe non cadono nella retorica dozzinale stanno in un equilibrio che sembra irripetibile se è vero come dice ancora la forca guardandosi evidentemente intorno che tutti i suoi allievi sono scivolati nel parossismo nell'orribile banale come studenti da caffè
Ecco moderno anche perché nemmeno quando è più maledetto maramaldeggiare o ritiene estraneo se è un qualunque tratto umano è sempre cortese con il brutto si comporta bene costata ancora la forte il suo equilibrio quello di citiamo una gamma di immagini che non è nell'immagine rinforzata di chirurgo
Nell'immagine dell'in cui uscente di indistinto dei decadenti a un certo punto
Con una fulminante parafrasi del suo oggetto così ossimori con la Ford scrive che i Luís l'angelo ha sempre un profilo da ufficiale giudiziario siamo quasi verrebbe da dire a Cocteau
Risalendo poi dalla pagina ritratto dell'autore del suo reazionari sono per reazione al livellamento moderno sorta di panteismo papista dice
Prende questo appunto che di nuovo citiamo imperanti democrazia odio del Borghese imbecille americano volte Riano chiassoso industriale penale egli è spiritualista untuoso prelato profumato astuto gesuita empio satanico succube delicato creolo autunnale
Quindi con esattezza direi definitiva la Ford che definisce Baudelaire in una riga
Gatto indù yankee episcopale alchimista su un solo tratto si dimostra davvero perplesso il suo Alessandrino da predicatore lo rende spesso troppo scoperta o troppo rotondo chiuso troppo materiale
Ma è proprio questo il linea amento di grandezza che l'otto novecento di cui il giovane la Ford fa già parte deve misconoscere per poter per potersi proteggere nelle allusioni nelle suggestioni nel tono indici di bile anziché nell'arco dell'articolazione
Dialetti che insomma nella letteratura molte delle caratteristiche colte in queste note le ritroviamo esemplarmente riunite in un capolavoro dei fiori del male il cigno che tiene insieme il mito greco quasi rispondendo ad Amleto
Con il più squallido ed effimero scorcio di metropoli col più straziante sussulto del cuore davanti ai vinti di una storia che si maschera da natura ed ha ragione
Leggiamo né allora per concludere alcuni versi più intensi e in parte citati dalla Ford
E leggiamoli nella traduzione di Giovanni Raboni
E a te che penso Andromaca quello stento fiume misero pacco specchio dove un tempo rifugio se immensa la maestà del tuo dolore
Sì momento bugiardo gonfiato dal tuo pianto traversare il nuovo Carosello d'un tratto secondo la mia Fertile memoria Parigi
Recchia Parigi è sparita la più veloce in un cuore ha in mente cambia la forma di una città soltanto la mente adesso vede la distesa delle baracche in mucchi di fusti e capitelli sbozzati Lerna
I massimi che le porte Sender disconobbe bric-à-brac confuso che dai vetri riduce Parigi cambia ma niente della mia malinconia s'è spostato palazzi rifatti impalcature case vecchi sobborghi tutto me allegoria
Pesano come rocce i ricordi che hanno penso alla negra tisi Casey Magritte che strisciando nel fango s'affanna stralunata dietro l'immenso un muro della nebbia vedere gli assenti alberi di cocco dell'Africa sub a chi ha perduto ciò che non si trova mai più
Mai più
Dopo il consiglio di oggi e note su Baudelaire di Jules Laforgue editore Aragno a risentirci venerdì prossimo
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