Critica e militanti

Buongiorno da critica militante a volte specie se sulle tragedie dell'attualità si hanno informazioni confuse si vede
Intorno a sé molta confusione Nancy hanno strumenti per intervenire si possono almeno leggere o rileggere dei libri che forse offrono degli elementi di riflessione non del tutto inutile nei giorni scorsi anche grazie ai post su Facebook di giovani dammele studioso di filosofia politica
Mi è tornato il desiderio o il bisogno di riaprire alcuni testi di Hannah Arendt la quale ha in Italia
Un assai strana ricezione a dir la verità fuori dalle cerchie dagli specialisti infatti ci viene spesso rappresentata come una qualunque diva genericamente rivoluzionario ribelle
Riducibile a due o tre espressioni passata in proverbio usate un po'a capocchia oppure viceversa con una reazionaria una sorta di repubblicana di destra
Queste impressioni superficiali nascondono credo la sostanza delle sue pagine più creative ad esempio quelle di sulla rivoluzione quelle
Sulla violenza elaborate anche in risposta ai movimenti alle guerre degli anni sessanta in generale
Nella sua opera matura la Arendt critica quella volontà di realizzare nella storia le utopie che stava disseminando di cadaveri il Novecento una volontà che implica un equivoco sul rapporto tra pensare agire e fabbricare equivoco
Tipicamente moderno che però per la filosofa a addirittura radici platoniche l'equivoco starebbe nel fatto che l'azione umana Processo
L'imprevedibile irreversibile viene indebitamente ridotta al modello della fabbricazione di un'opera
Mentre tra agire pubblico e artigianato ingegneria c'è un abisso i moderni hanno dimenticato questa distinzione così antica
E la misura che implica per la Arendt la perversione dovuta un ribaltamento dell'idea di politica che nacque in Grecia
La politica Lara spazio della libertà e dell'uguaglianza attraverso il discorso un discorso che era già azione contrapposto a un fuori invece naturale per così dire dove gli uomini erano naturalmente diseguali sottoposti al regno della necessità e della violenza
Nei rapporti con la famiglia con la proprietà col mondo oscuro del lavoro economia politica dice a questo punto a questo proposito Hannah Arendt per loro sarebbe stata una contraddizione in termini
Dj romani tradiscono fa notare questa idea inventandosi anche linguisticamente la socialità concetto che lungo il Medioevo
E l'età moderna contribuisce poi a far concepire la politica come la gestione di una sorta di famiglia allargata la civiltà moderna porta insomma in primo piano la nuda vita naturale rovesciando i termini antichi gli uomini sarebbero naturalmente cioè socialmente uguali
Di fronte a una politica concepita al contrario come il regno del dominio
Col risultato che la politica si confonde con una pura gestione organizzativa di immensi colossi sociali gestione da cui viene bandita l'azione la partecipazione concreta fino ad arrivare
Al governo di nessuno della burocrazia che conosciamo così bene come dire che il moderno porta in primo piano nello spazio pubblico il regno della necessità anziché della libertà
Dalla rivoluzione francese che presto ha prodotto il meccanicismo delle filosofie della storia fino alla società di massa dove l'uomo
Rischia di essere puro membro della specie in questo senso
Per la Arendt
Marx è l'autore di una contro utopia l'uomo totalmente socializzato è l'uomo tutto preda della necessità del lavoro e appunto del sociale senza più quello spazio ovvero lo spazio politico in cui viene alla luce
La sua singolarità e se la rivoluzione francese è stata tradita
E appunto perché ha voluto confondere la libertà politica con il tema del riscatto dalla miseria dove masse misere diventano per così dire masse di manovra la libertà politica è infatti travolta ciò che non accade invece nel Nord America dove una situazione geografica eccezionale
Consentì di costruire architetture istituzionali e Pappi a vari livelli tra i cittadini che ricordano appunto il mondo greco
Clarence molto contestata quando nel Saggio sulla Rivoluzione chiari questo punto ma la direzione del suo discorso non è affatto reazionaria per lei si tratta
Anzi di restaurare uno spazio politico comune che non deve essere ucciso a nessun costo dalle grandi macchine burocratiche
Destinate invece a regno della necessità perciò
La filosofa greca crede che politica si faccia laddove esistono ancora delle spontanee negazioni di élite delle repubbliche elementari che non limitano l'intervento
Dei membri al sì o a un no la sua simpatia va quindi oltre che all'ampia rete originaria di istituzioni diciamo Greco americane
Alla tradizione consigliare moderna sempre tradita la Germania nel primo dopoguerra il Soviet ma tradita anche va detto per l'illusione
Che si potesse rendere consiglio assemblea anche ciò che come la fabbrica richiede al contrario capacità organizzative e dunque naturalmente gerarchizzati
Il regno della necessità e poi anche quello in cui si esplica naturalmente la violenza
Nel saggio sul tema la Arendt scrive tra l'altro che citiamo dato che il fine dell'azione umana differenza dei prodotti finali della manifattura non può mai essere previsto in modo attendibile
I mezzi usati per raggiungere degli obiettivi politici il più delle volte risultano più importanti per il mondo futuro degli obiettivi perseguiti
Ne risulta che la violenza che per lei al contrario del potere come elemento diffuso il Comune rischia di essere sempre l'anticamera del terrore che abolisce la politica la violenza scrive ancora per
Natura strumentale come tutti i mezzi ha sempre bisogno di una guida e di una giustificazione per giungere al fine che persegue
E ciò che ha bisogno di una giustificazione da parte di qualcos'altro non può essere la sostanza di niente
Il fine della guerra fine inteso nel suo duplice significato e la pace o la vittoria ma la domanda e qual è il fine della pace non c'è risposta
La pace è un assoluto anche se nella storia scritta
I periodi di guerra sono quasi sempre durati più dei periodi di pace il potere appartiene alla stessa categoria esso è come si dice un fine in sé
Il potere scrive ancora non ha bisogno di giustificazione essendo inerente all'esistenza stessa delle comunità politiche quello che invece gli serve è la legittimazione
E ancora la violenza può essere giustificabile ma non sarà mai invece legittimata la sua giustificazione perde di plausibilità ancora
Quanto più il fine ricercato si allontana nel futuro nessuno mette in discussione l'uso della violenza nell'autodifesa perché il pericolo non solo è chiaro ma è anche presente il fine che giustifica il mezzo è immediato e dunque se gli obiettivi non sono raggiunti
Rapidamente il risultato non sarà la semplice sconfitta ma l'introduzione della pratica della violenza
In tutto l'insieme della politica e questa pratica di celare entrato paga in modo indiscriminato per le buone e cattive causa del momento messa a promuovere il di solito dei veri cambiamenti strutturali
E in questo senso la burocrazia come Dominioni nessuna non è che l'altra faccia della violenza e una sua
Una sua causa citiamo ancora se è d'accordo col pensiero politico tradizionale definiamo la tirannide come il Governo che non è tenuto a render conto di se stesso il dominio da parte di nessuno
è chiaramente il più tirannico di tutti dato che non è rimasto proprio nessuno che potrebbe essere chiamato a rispondere
Di quello che sta facendo è questo stato di cose che rende impossibile la localizzazione della responsabilità
E l'individuazione delle amico una delle cause più potenti dell'attuale stato di inquietudine di rivolta diffuso a livello mondiale
Della sua natura caotica e della sua pericolosa tendenza sfuggire a ogni controllo scatenando sì in atti di violenza insomma maggiore la burocratizzazione della vita pubblica maggiore
Sarà l'attrazione esercitata dalla violenza una violenza
Che negli anni Sessanta largamente vedeva
Associarsi a nuove ideologie vitalistico organi cisti che
La violenza saltata da Sartre dal vento di Fano
Oggi questa ideologia lo vediamo si ripropongono e di fronte alla loro natura illiberale e antidemocratica all'Occidente rischia di non avere né alternative emancipato lì da proporre
Ne anticorpi cioè Ara internamente nessuna creatività politica a risentirci venerdì prossimo